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Racconti Gay

Senza rimpianti

By 30 Aprile 2005Dicembre 16th, 2019No Comments

‘sotto le dita la sensazione levigata delle piastrelle incrostate, il palmo schiacciato contro la parete, lo sguardo spazia sulla tazza del water, chiazze di piscio lungo il bordo, sul pavimento umido e lurido, graffiti osceni e numeri di cellulare adornano l’improvvisata alcova, chiudo gli occhi’ brividi freddi percorrono la schiena, la ben nota emozione di proibito e di desiderio mi secca la gola e mi fa tremare leggermente, cerco di mascherare la voglia che mi divampa dentro di me, non voglio passare per inesperto anche se in realtà lo sono’ le mie sensazioni sono amplificate dall’attesa snervante, le cosce strizzate dai bordi del jeans arrotolato appena al di sotto delle natiche, pelle d’oca sui glutei, il sacchetto dello scroto raggrinzito, sento l’uccello che mi tira, gocciolante e semirigido per l’eccitazione, il glande umidiccio e appena scoperto, regolari contrazioni anali lo fanno sussultare e inumidire ancora di più nell’attesa dell’appagamento del desiderio’ i peli ritti sulla schiena, la bocca ancora impastata del sapore acre e pungente del membro del mio carnefice’.
L’attesa &egrave sempre più snervante, le carezze si fanno più dirette, avverto le dita che indugiano intorno alle pliche dello sfintere, inarco la schiena per mostrare la mia assoluta sottomissione, lo stiramento dei muscoli che ne deriva mi regala un attimo di piacevole rilassamento, sento le pareti del retto che si ammorbidiscono e l’orifizio che si schiude delicatamente’ L’ingombrante presenza alle mie spalle mi afferra sotto le ascelle costringendomi ad alzare le braccia e a poggiarmi ancora di più al muro, mi schiaccio alla parete cercando di non scivolare, mi alzo sulla punta dei piedi offrendomi completamente sguarnito alla furia lussuriosa del mio amante’come sono finito qui?
‘sono sempre stato molto curioso sessualmente, e, sebbene alla soglia dei 40 anni fossi ormai convinto che il tempo delle sperimentazioni fosse finito e che la mia eterosessualità tradizionale avesse preso il sopravvento, ero ancora molto eccitato dalla visione di filmati e foto di transessuali in accoppiamenti selvaggi e eterogenei.
Certo la mia vita sessuale attiva era quanto di più normale si possa immaginare (chissà poi cosa &egrave in realtà ‘normale’!), ma spesso mi ritrovavo a masturbarmi con foga alla visione di due o tre trans che ingroppavano vivacemente il malcapitato, o almeno così lo credevo allora, di turno. Spesso la sera prima di tornare a casa, facevo un giro dalle parti della tangenziale per ammirare quelle creature misteriose, capaci di toccare corde intime della mia sessualità, non ero nuovo ad esperienze con trans, in passato avevo goduto nel succhiare e leccare avidamente il sesso di qualcuna di loro, e un paio di volte li avevo ospitati anche tra le mie natiche, godendo del piacere di subire invece di dare, ma era ormai tanto tempo che non riprovavo quella sensazione. ora, chissà come mai, quei desideri che ritenevo nascosti in un angolo della mia memoria, tornavano prepotentemente a galla, spingendomi a comiche sodomie fatte in casa con gli ortaggi più disparati che riuscissi a ritrovare nel frigo, il fruttivendolo faceva affari d’oro, chiedendosi, probabilmente il motivo della mia improvvisa infatuazione per le carote! Al mattino, al lavoro, passavo molto tempo sui siti di annunci, godendomi le foto amatoriali di trav e gay e delle loro perverse attività, sognando di ritrovarmi in mezzo a loro, col risultato di tornare spesso a casa col boxer fradicio di aromi e di precipitarmi, ancor prima di mangiare, al bagno per dare libero sfogo all’eccitazione accumulata.
Stacco ‘ ritorno al presente ‘ gli insinuanti massaggi praticati intorno all’ano mi hanno rilassato portandomi a ripensare a quello che &egrave stato, ma qualcosa si muove riportandomi a quello che sto facendo, le dita che agilmente si muovevano intorno al forellino regalandomi brividi di eccitazione, si fanno sempre più decise e insinuanti, percepisco un accenno di leggera pressione sul piccolo cratere, e nel frattempo, una mano si fa spazio nel solco tra le natiche allargandolo leggermente, l’emozione mi mozza il fiato, il momento tanto atteso si avvicina, la voglia mi assale, schiaccio il corpo ancora più aderente alla fredda parete di quel lurido cesso, e, contemporaneamente, inarco oscenamente la schiena, per rendermi ancora più disponibile e indifeso’ respiro affannosamente, godendo ogni singolo passaggio di quelle dita sapienti nella mia valle umida ed accogliente, ci sa fare, dilata l’attimo del piacere all’infinito rendendomi pazzo di desiderio’. ricordo la voglia che mi assaliva nei momenti più impensati, le grosse carote che mi hanno violato nel bagno dell’ufficio separato dal resto del mondo da un’esile porta di plastica e da un abisso di piacere, ricordo la furiosa masturbazione seguita alla vista di una coppia di omosessuali vista di sfuggita nell’atto del piacere in un buio parcheggio di un autostrada, ricordo il desiderio selvaggio di chiudermi in una sala a luci rosse per appagare le perversità più scatenate degli ospiti della sala, e ricordo soprattutto le mille rinunce all’ultimo momento per la paura di violare le elementari regole di buona condotta della rigida (e ipocrita!) buona società borghese’le mille frustrazioni causate dal reprimere l’istinto, frutto di una omologazione forzata alle norme della virilità’le sbirciatine fuggevoli ai membri di sconosciuti nelle latrine delle stazioni, i litri di seme versato sognando di dare libero sfogo alle mie voglie più nascoste e più vere’. ed eccomi lì, ora, spalle al muro, lo sfintere dilatato e lubrificato nella struggente attesa di godere finalmente di ciò che a lungo ha anelato! Ancora un flashback, mentre le morbide carezze alternate a sapienti intermezzi più rudi mi trascinano in un paradiso di sensazioni amplificate dall’intrufolarsi di una lingua calda e curiosa nella mia più profonda intimità, una vampata di calore mi avvolge mentre mi struscio lussuriosamente contro il muro spingendo il bacino all’infuori per sentirmi ancora più oggetto da plasmare’ Le mie voglie segrete mi avevano portato a contattarlo, un sito di annunci aveva fatto da sensale, le sue foto, in cui con fare arrogante esponeva la prodigiosa mercanzia, mi avevano turbato a tal punto che avevo sentito l’esigenza di scrivergli, di comunicargli la mia ammirazione per quello splendido scettro di carne e la mia voglia proibita di usarlo per soddisfare la mia lussuria’ mi aveva risposto in modo inatteso, né seccato né volgare, si era mostrato comprensivo e sembrava quasi conoscermi, tanto era stato delicato e tenero nell’invogliarmi ad incontrarlo, avevamo cominciato uno scambio di mail mai sopra le righe, aveva saputo incuriosirmi, senza mai premere l’acceleratore e alla fine, dopo mille dinieghi avevo ceduto ed acconsentito ad incontrarlo’ ecco sento la sua lingua vellutata e calda approfondirsi sempre di più, le pareti dell’ano, fradicie di umori sono ormai pronte’avvampo di calore mentre la sua calda lingua scivola delicata al di fuori del solco per lambire di nuovo le natiche, mentre si alza e si avvicina col bacino al mio culo sporgente’. per non rischiare, ero ancora molto indeciso, avevo deciso di incontrarlo in un bar in pieno giorno, volevo solo conoscerlo,e, se proprio non avessi resistito, lo avrei masturbato per il piacere di toccare quel prodigio di natura, ma le cose non erano andate proprio così’ ecco che si avvicina, sento che mi allarga leggermente il sedere e si avvicina sempre di più finch&egrave non avverto il contatto tra la mia e la sua carne, qualcosa di turgido e corposo poggia sul fiorellino che nascondo tra le chiappe, esercitando una leggera ed eccitante pressione’. non ero preparato a quello che avrei visto quando lo incontrai, certo le foto mi avevano dato un’idea, ma non avrei mai immaginato qualcosa del genere’ moro, almeno 1,85, occhi luminosi e labbra carnose, fisico longilineo da sportivo ma non balestrato, un sorriso virile e complice, caddi in adorazione, prendemmo un caff&egrave chiacchierando del più e del meno, lo osservavo nei più minuti particolari, vestito casual, maglietta nero, jeans chiaro, leggermente abbronzato, simpatico, avrei chiacchierato per ore con lui, finch&egrave non mi chiese di accompagnarlo alla stazione’ mmmm, improvvisamente una pressione meggiore e la sensazione di dilatazione del retto, respiro profondo, inarcandomi ancora di più come ho imparato leggendo racconti hard su internet, all’inizio la sensazione di essere violato domina su tutto il resto, l’attrito del membro sulle pareti anali mi pervade con un calore incandescente, respiro ancora più a fondo, mentre sudo per lo sforzo di non urlare, invece mugolo come una gattina in calore che veda soddisfatta la sua natura, dopo qualche secondo di assestamento comincio a muovermi avanti e indietro per accogliere il mio visitatore ancora più in profondità, mentre il retto si lubrifica copiosamente allontanando il dolore e facendo spazio al piacere, improvviso come un colpo alla testa, calore diffuso, sciolto come una marea liquida che mi invade, la tentazione di correre con le mani al basso ventre viene frenata dalla voglia di dilatare quell’attimo all’infinito, l’uccello mi tira, e quasi a riposo, ma teso come una corda di violino, e dall’interno avverto una pressione quasi insostenibile, socchiudo gli occhi e mi abbandono a quella marea in piena, mentre Paolo, il mio anfitrione, comincia a ritmare colpi decis e profondi ten endomi saldamente con le forti mani poggiate sulle anche’. giunti alla stazione Paolo stava per salire sul suo treno, quando gli chiedo di vedere l’oggetto del mio desiderio, così, senza pensarci un attimo, come una vera ninfomane, gli prospetto l’idea di andare al bagno e di mostrarmi il suo prodigioso serpente’. so che una volta lì non riuscirò a trattenermi, ma cerco di auto tranquillizzarmi dicendo a me stesso che mi limiterò a una rapida sega, cerco di ingannare me stesso, ma ormai sono troppo avanti, e so che se non lo farò lo rimpiangerò per tutta la vita, sorride maliziosamente dicendomi che ha un altro treno di lì a due ore, e così ci incamminiamo a passo svelto, con l’urgenza di realizzare quello che non ci siamo detti’ siiiiiii &egrave davvero enorme, rigido come un palo di ferro, scivola per tutta la sua lunghezza dentro di me, ogni colpo mi porta sulla soglia di un’eiaculazione, tra le mie gambe qualcosa da segni di crescita, non &egrave duro come quando sono io il protagonista attivo dell’accoppiamento, ma tira infinitamente di più, mentre il sacchetto, per solito floscio, dei testicoli &egrave gonfio e ansioso di svuotarsi, i colpi si succedono senza pausa mentre mi chino ancora di più per sentirlo per intero dentro di me e godere del piacere di sentire i suoi coglioni gonfi sbattere contro il mio culo sudato’. entriamo nel bagno frettolosamente incuranti del fatto che possano esserci altre persone, una volta dentro, col respiro mozzato per l’emozione, precipito le mie mani tra le sue cosce, cercando di slacciare la patta dei pantaloni il più rapidamente possibile’. mentre armeggio con i bottoni (maledetti jeans!) mi afferra con una mano dietro la nuca spingendo il suo volto verso il mio e invade la mia bocca con la sua lingua calda e temeraria, sto gocciolando nei pantaloni alla fine riesco a tirarlo fuori, &egrave magnifico, molto meglio che in fotografia, ben fatto, innervato e con un glande color porpora invitante da morire, il suo bacio mi sconvolge, mi slaccio la cinta e abbasso i calzoni e i boxer a metà coscia, gli prendo una mano e me la infilo tra le chiappe, mentre con la lingua percorro il suo torace e il basso ventre fino a trovarmi a tu per tu con il suo splendido membro, le sue dita nel culo mi danno quel po’ di carica in più di cui ho bisogno, spalanco la bocca più che posso e lo ingurgito tutto d’un fiato, con la voracità di chi non &egrave mai sazio, lo sento gemere per il pompino, e avverto la sua mano che mi spinge con decisione la testa per arrivarmi ancora più in profondità’. ecco ora &egrave tutto dentro e pompa furiosamente strappandomi gemiti di piacere misti a dolore, lo avverto che fonde la sua carne con la mia mentre il mio tenero uccello, ormai turgido e gonfio semina i prodromi del piacere, che lui raccoglie accuratamente con le sue mani virili e porta alla mia bocca avida, mi abbevero a quegli umori sapidi e vischiosi come un disperso nel deserto, mentre tutto il mio essere &egrave scosso da furiose contrazioni di piacer, l’acme si avvicina e cerco di goderne fino a sazietà’. la mia lingua percorre l’asta in lungo e largo, solletico il frenulo divertendomi della sua reazione vivace, ingoio i globi pelosi infilando le mie unghie nella tenera carne del suo delizioso deretano, e infine mi tuffo di nuovo a perdifiato su quel magnifico cazzo cercando, e non riuscendovi, di farla scomparire del tutto nella mia bocca, ora &egrave pronta per il momento clou’. lo sento &egrave vicino ad esplodere e anch’io lo sono, non riesco più a razionalizzare, il cazzo mi tira sempre di più mentre spingo il culo all’infuori nel disperato tentativo di farmi entrare nel retto anche i suoi testicoli gonfi di sperma’. ecco, il suo movimento si fa parossistico, spinge sempre più forte senza però riuscire a tenere un ritmo uniforme, godo come una cagna di strada e a ogni colpo rispondo con un ansimare confuso mentre si avvicina l’orgasmo, la mano corre tra le cosce, due rapidi movimenti ed esplodo, un copioso fiotto di liquido denso e perlaceo mi riempie la mano, lo porto rapidamente alle labbra per gustarlo vorace’le contrazioni anali che accompagnano il mio orgasmo rompono il sottile diaframma che separa Paolo dal meritato godimento e improvvisamente, mentre l’uccello mi penzola inerte tra le gambe gocciolando il frutto del piacere, mi sento riempito da un caldo liquido a fiotti che mi allaga il retto’.non resisto al piacere e ansimo come una vacca da monta mentre Paolo mi scarica tutto il suo godimento nell’ano e poi si accascia su di me mantenendo il suo superbo attrezzo tra le natiche, finch&egrave non si &egrave svuotato’. rimaniamo lì per un tempo indeterminato, sembrano attimi ma potrebbero essere ore, alla fine si stacca, e raccoglie il frutto del piacere direttamente dal mio buco oscenamente dilatato, portandoselo alle labbra, poi si riveste, mi attira nuovamente a sé e mi bacia con passione’.senza dire una parola apre la porta del box e si allontana, forse non lo rivedrò mai più o forse il mio desiderio avrà di nuovo il sopravvento e lo cercherò di nuovo, ora devo andare, via, senza rimpianti’..

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