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Fra le passioni nascoste della mia vita ce ne sono due, indissolubilmente legate fra loro: la masturbazione e il porno. Ho iniziato con le riviste, nascoste fra i libri in camera mia, passando dalle pubblicità delle linee erotiche a tarda sera sulle reti private, fino ad arrivare alle videocassette porno. Il tutto condito da infinite seghe. Questo però non mi ha impedito una vita sessuale regolare, con fidanzate di più o meno lungo corso.

Sentivo che però mi mancava qualcosa. Eccitato da tutte quelle donne che con aria estasiata divoravano innumerevoli uccelli, avevo già avuto qualche esperienza di sesso orale ma pur sempre nell’intimità delle quattro mura domestiche. Quello che adesso mi eccitava era il cinema a luci rosse che il destino aveva posizionato proprio a qualche centinaio di metri da casa mia.

Approfittando dei turni lavorativi della mia ragazza ci avevo fatto qualche capatina. Era un cinema piccolino, da un paio di centinaia di posti, frequentato soprattutto da uomini di età avanzata in cerca di tempo da passare tentando di provare sensazioni ormai lontane.

Il lato positivo è che all’interno si poteva fare letteralmente di tutto, dal masturbarsi a tutto il resto. Mi piaceva molto far svettare il mio cazzo all’aria guardando gli amplessi sul grande schermo. Quello che mi eccitava meno erano gli sguardi arrapati dei vecchi bavosi, ma a quello avevo ovviato preferendo le ore serali in cui la clientela si ringiovaniva.

All’incirca alle 20 di una serata d’estate mentre mi accingevo a raggiungere l’entrata del cinema, notai poco distante un ragazzo all’incirca 25enne seminascosto in un portone delle vicinanze che ne scrutava l’ingresso, forse intento a capire chi frequentasse quella sala. Tirai dritto per la mia strada e, prima di entrare, mi girai lanciando un’occhiata a quel ragazzo appostato.

Pagai il biglietto alla sempre discretissima cassiera ed entrai in sala scostando le pesanti tende di simil velluto e facendomi avvolgere dai gemiti del film in proiezione a ciclo continuo. La sala era quasi sgombra: qualcuno qui e là, più o meno impegnato a smanettarsi guardando il grande schermo. Mi posizionai verso il fondo, dove c’era più buio e iniziai a seguire il film. Indossavo un paio di comodi bermuda che, complice la calura estiva, mi consentivano di far uscire allo scoperto l’uccello senza sforzo alcuno.

Dopo qualche minuto il ragazzo visto poco prima entrò in sala guardandosi in giro cercando di far abituare in fretta i suoi occhi alla semioscurità. Dopo qualche secondo avanzò verso di me, sedendosi nella fila avanti alla mia.

In questi cinema funziona così: se si è interessati a qualcuno ci si siede nelle vicinanze, ma non nella stessa fila per non sembrare invadenti e poi si sbircia davanti o dietro, sporgendosi o girando il capo, per ammirare qualche uccello. Il film continuava nella sua proiezione: una bionda in autoreggenti prendeva due grossi uccelli, uno in fica e uno in bocca, godendo come una matta. L’effetto della scena cominciava a farsi sentire, facendo premere il cazzo contro la stoffa dei bermuda. Allentai i bottoni e in men che non si dica la cappella svettava libera. Iniziai una lenta sega per farlo indurire il più possibile, sistemandomi ben comodo contro lo schienale del mio posto a sedere.

Tempo qualche minuto anche dalla fila avanti alla mia iniziò qualche movimento: anche il ragazzo se l’era tirato fuori segandoselo lentamente. Era un bell’uccello, non lunghissimo, ma con una cappella bella grossa. Anche lui si accorse della mia sega girandosi con discrezione e posando lo sguardo sul mio uccello ormai di marmo. Questo voleva dire che la cosa lo interessava, e molto a giudicare da come me lo fissava.

Dopo qualche minuto l’unico occupante dell’ultima fila decise di averne avuto abbastanza per quel giorno, si alzò uscendo di lì a poco dal cinema. L’ultima fila aveva una peculiarità: aveva una seduta unica senza separatori fra i posti, e la cosa consentiva una notevole libertà di movimento.

Rimisi l’uccello al suo posto, mi alzai lentamente dirigendomi proprio all’ultima fila sedendomi proprio al centro. Mi abbassai completamente bermuda e mutande restando praticamente nudo dalla cintola in giù. Il ragazzo si alzò e mi raggiunse nella stessa fila, notando come me lo stessi menando in piena libertà a pochi passi da lui. Se lo tirò fuori ancora splendidamente in erezione menandolo con voglia, mentre io lasciavo cadere le braccia lungo i fianchi facendogli intendere che se voleva giocare con il mio uccello era libero di farlo. Colse immediatamente il tacito suggerimento al volo avvicinandosi al mio fianco e prendendomelo timidamente in mano iniziando una lenta sega. Io dimostrai di gradire, iniziando a massaggiargli la cappella e l’asta. Andammo avanti per qualche minuto, poi lui, ingolosito, si chinò con la testa sul mio pube ingoiandomi letteralmente il cazzo e iniziando a pompare con voglia. Ci sapeva fare, il ragazzo: si percepiva che non era il primo uccello che si trovava a spompinare, alternando lingua e risucchio. Iniziai a muovermi spingendoglielo in gola, quasi a volerlo scopare in bocca, ma senza godergli dentro: anche io volevo la mia porzione di cazzo. Mi scostai dalla sua bocca, lo feci rimettere seduto comodo e mi inginocchiai fra le sue gambe aperte, facendo del suo uccello un sol boccone. La cappella liscia e gonfia mi riempiva la bocca e non avrei smesso di succhiarla per nulla al mondo mentre con una mano glielo menavo dolcemente. Lui mugolava, si muoveva, facendomi capire che il pompino era di suo gradimento e facendomi sentire una troia.

Improvvisamente sentii il suo respiro farsi più affannoso e i suoi gemiti sempre più forti: l’orgasmo si stava avvicinando e puntualmente arrivò sotto forma di sborra calda che schizzo dopo schizzo mi riempiva la bocca. Era tanta, calda e densa, e mi finì tutta in gola. Mi rimisi seduto, ma lui volle ricambiare la cortesia iniziando a menarmelo con una mano, mentre con l’altra cercava il mio buchino infilandoci un dito. Notando che entrava senza fatica, cominciò a muoverlo avanti e indietro continuando nel contempo a segarmi. Dopo una ventina di secondi di quel trattamento anche dalla mia cappella uscì una quantità enorme di sperma bollente, che l’amico fissò estasiato.

Dopo qualche minuto per ricomporci si avvicinò sussurrando: “torno domani”, si alzò e si avviò verso l’uscita.

Per commenti, suggerimenti e critiche: summerdream72@yahoo.it

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