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Racconti GayTrio

Una vacanza tutta per me – Svagarsi un po’

By 16 Gennaio 2015Dicembre 16th, 2019No Comments

UNA VACANZA TUTTA PER ME

Gli incontri spesso iniziano con gli argomenti più banali. Si parla del tempo, del cibo, del viaggio appena concluso. E fare amicizia in un villaggio vacanze non &egrave davvero difficile. Quando quello stronzo del mio compagno mi ha piantato ad una settimana dalla partenza con una delle sue scenate da checca isterica e frustrata non mi &egrave passato minimamente per l’anticamera del cervello di rinunciare al viaggio. Ho preso la mia valigetta, piccola perché vado in un villaggio sul mare e il mio unico desiderio &egrave passare 7 giorni con meno roba addosso possibile, e mi sono gettato a capofitto nel divertimento e nel relax.
Adesso siedo al ristorante del villaggio per il primo pranzo. Non &egrave alta stagione, ma la gente non manca. Per lo più si tratta di coppie di pensionati, famiglie con bambini piccoli ma anche qualche coppia senza prole sui 40/45, pochi giovani e single.
No, assolutamente no, non avevamo scelto né un villaggio gay, né un villaggio per scambisti, né un villaggio per infoiati. La nostra era stata programmata come una vacanza, punto e stop. Volevamo divertirci e rilassarci. Poi, se quel frocio disaddattato del mio compagno ha deciso che non voleva avere più a che fare con me, bé, questo sono fatti suoi. Io la mia vacanza me la faccio.
Siamo tutti nuovi arrivati, lo si vede da come ci muoviamo per la sala ristorante, da come sbirciamo quello che fanno gli altri per evitare di commettere gaffes, da come controlliamo ogni recipiente prima di prendere le portate. Alla fine dei 7 giorni saremo diventati i padroni indiscussi del villaggio e anche per questo ci spiacerà partire.
Qualcuno rimpiangerà il mare, qualche altro il clima, molti rimpiangeranno l’animazione (o gli animatori, soprattutto quelle tre befane che mangiano gomito a gomito come se fossero delle adolescenti e scrutano ogni maschio che passa nel loro campo visivo).
Non ho niente contro le befane, ops le donne, mi reputo fullsex; anche se vivevo con un uomo non ho mai disdegnato la compagnia delle donne, dei trav e, chicca delle chicche, delle trans. Quando da sotto quelle tette gonfie e piene spunta un bel cazzone funzionante’ mmmmmm che meraviglia delle meraviglie!!!! Mi ci tuffo e non me lo faccio scappare.
Ma immagino che qui, certe prelibatezze non siano contemplate. Poco male, mi rifarò con quello che offre la casa.
‘&egrave libero?’ la voce di donna mi risveglia dalle mie divagazioni antropo-sociologiche.
Alzo gli occhi e vedo una bionda che tiene in mano un piatto carico di cibarie. Indossa un prendisole leggero con fantasia a fiori. La sua pelle già abbronzata indica diverse lampade fatte in città. Ha un bel fisico, ben tenuto e due belle labbra. Mi ricorda in qualche modo Nancy Brilli. Dietro di lei spunta un bel ragazzone alto, dalle spalle larghe, forse un pochino sovrappeso, ma nel complesso piacevole. Soprattutto per il viso pulito e sorridente. Sembra uno di quei bei figlioli delle università americane, classici tipi a posto, giusto contrappunto all’antieroe.
‘Prego. Fate pure.’ li invito con il mio miglior savoir-faire. ‘Piacere, Giorgio.’
‘Io sono Anna e lui &egrave Diego.’ ci stringiamo amichevolmente le mani.
Non mi spiego come certe conoscenze inizino sempre con il piede giusto e mettano sempre le persone a proprio agio. S’instaura un feeling senza bisogno di dire alcunché di particolare o di fare alcunché di straordinario. Semplicemente ci si intende al primo sguardo. Non so esattamente perché, ma so che capita.
Con Diego e Anna &egrave scattata quella scintilla che ci ha fatto diventare amici sin dal primo momento.
Iniziamo a chiacchierare mentre ci rimpinziamo di ogni ben di Dio. Spesso e volentieri noi italiani ci lamentiamo troppo per il cibo che ci viene offerto nei villaggi vacanza (soprattutto all’estero), e questo perché siamo ben abituati alla cucina casalinga di mammà, e non riusciamo mai ad andare oltre le nostre ottime ma strette tradizioni culinarie. Quello che esula dalla pasta cotta al dente con un sugo di pomodoro e basilico ci lascia sempre troppo perplessi. Ma non &egrave questa la sede per dissertare sull’alimentazione.
Basti sapere che in quel villaggio si mangiava davvero bene.
Anna e Diego mi raccontano della loro vita; sposati da 10 anni hanno lasciato la bambina ai nonni per festeggiare le loro nozze di alluminio in pace e spensieratezza. Abitano ad un centinaio di chilometri da me e lavorano per due grosse aziende che, per fortuna, in questo periodo di crisi navigano in buone acque.
Io racconto loro qualche particolare della mia vita senza tralasciare la mia recente convivenza con la checca malefica.
‘Quindi tu sei” intervalla Diego tra puntini e punti interrogativi. Anna lo fulmina con un’occhiataccia.
‘Gay?’ dico io ‘Sì e no. Mi piace un po’ tutto. In passato ho convissuto 4 anni con una donna, poi mi sono trasferito con alcuni amici, ho diviso la casa con 3 lesbiche e tutto quanto si possa immaginare. Con Didì mi stavo quasi innamorando, poi lui ha sbottato e ha deciso di non venire in questo paradiso. Tanto i soldi erano miei, se vogliamo puntualizzare.’
Diego e Anna si scambiano un’occhiata che sembra di stupore. Non mi piace mettere in piazza i fatti miei, ma non mi piace tenere nascoste le cose. Se vi va, io sono così, altrimenti il mondo &egrave grande.
Il pranzo finisce e si avvicina un’altra coppia, anch’essa appena sotto i 50. Saluta Anna e Diego e si presenta. Sono Chiara e Loris, si sono incontrati alla reception e hanno scambiato qualche battuta. Sembrano simpatici, ma lei, Chiara, un po’ troppo starnazzante per i miei gusti. Una di quelle persone che deve piacere a tutti ad ogni costo; una che parla mezzo tono sopra il suo tono abituale e con qualche decibel di troppo. Mi faccio indietro e lascio che se li smazzino Anna e Diego. SCENDE LA SERA

Dopo cena parte l’animazione serale. La prima sera c’&egrave il benvenuto con cocktail offerto al bar della spiaggia, presentazione degli animatori e discoteca fronte mare.
Mi lascio tentare dal Moscow Mule ma non rientra nei miei gusti: troppo zenzero, poco cetriolo e troppo frizzante. Ripiego sulla birra. Ultimamente la preferisco a tutto il resto.
Ascolto la lingua sciolta del capo tribù che racconta cosa andremo a fare durante il soggiorno, giochi di carte e giochi sportivi durante la giornata, baby-dance e spettacoli serali, con la discoteca che funzionerà dalle 22:00 alle 2:00. &egrave sulla spiaggia ma molto distante dal complesso alberghiero, quindi non darà alcun fastidio a chi volesse dormire presto.
Poi comincia la musica che spazia su tutti i fronti, disco moderna, disco anni ’70, revival italiano anni ’80. Non mi sono mai piaciute le discoteche, le trovo troppo incasinate e caotiche per i miei gusti (anche se ho sempre portato a casa buoni risultati nelle mie nottate), preferisco l’atmosfera di un pub, magari con musica dal vivo, così mi defilo un po’ e resto a guardare l’ondeggiare di chiappe degli ospiti.
I più anziani ritirano verso le stanze per primi, le coppie con figli sono le seconde a partire. Devo ammettere che ci sono delle mamme davvero niente male. Il problema &egrave che quando hanno i figli piccoli non hanno occhi che per loro loro. Si potrebbe puntare sui mariti, che hanno davvero bisogno di sfogare i loro istinti a causa della forzata inattività post-partum ma anche loro sono inglobati dalla ingombrante presenza neonatale.
In pista e a bordo bar rimangono le coppie senza prole (scorgo Anna e Diego che bevono insieme a Chiara e Loris) e quei pochi singoli che sono riusciti a prendere le ferie fuori stagione. Lle tre befane sono sedute ad un tavolino, sempre gomito a gomito, e sorseggiano dei cocktail con ombrellino, spero che l’alcool dia loro il coraggio di lasciarsi corteggiare da qualche maschio arrapato.
Perso nei miei pensieri non mi accorgo che Anna e Diego mi si parano davanti. Hanno questo potere di apparire dal nulla.
‘Buonasera.’ dice lei mentre lui sorride con un bicchiere in mano. Si siedono una alla mia destra e uno alla mia sinistra sul tronco che funge da panchina. ‘Come &egrave andata la giornata?’
Sorrido. ‘Una vera faticaccia. Dopo pranzo, riposino. Poi spiaggia, libro, birretta e bagnetto. Quindi un po’ di palestra. Sono una buona forchetta, mi devo tenere in forma così. E voi?’ chiedo di rimando, ben conscio che hanno passato il pomeriggio con l’oca e il bue muschiato.
Non ho nulla contro i pelosi, ma non rientrano nei miei gusti sebbene figa e cazzo di foresta mi facciano stravedere più che la distesa glabra della depilazione totale.
‘Come vuoi che sia andata in questo paradiso? Relax, bagno, relax, bagno e riposo. Almeno tu hai la costanza della palestra. Noi ci impigriamo. Sai” e fa una lieve pausa con gli occhi puntati al mare. ‘Noi preferiamo un’altro genere di attività fisica.’
Una frase che poco lascia alla immaginazione. Guardo Anna che che ride con gli occhi illuminati, poi mi volto verso Diego. Anche lui sorride con un’espressione che chiede complicità. Improvvisamente sento due mani sulle cosce. Guardo lui e guardo lei. Non so se essere interrogativo oppure se fare il navigato. Diego mi anticipa. ‘Sai, ci hai intrigato con la tua storia bisex, ci piaci e vorremmo che giocassi insieme a noi.’
La dichiarazione &egrave schietta. Fa piacere sentire parlare così. Ovviamente accetto di buon grado. Sono venuto per divertirmi e quale miglior divertimento che entrare in una coppia, godere con lui, godere con lei e far godere entrambi.
Le loro mani si fanno più audaci. Dalle cosce salgono al cavallo e iniziano ad accarezzarmi la patta che si gonfia. Io allargo le braccia e li stringo a me. Le loro teste si appoggiano alle mie spalle. La discoteca perde ogni interesse e mi vorrei buttare su quei corpi con calda avidità ma siamo troppo in vista per lasciarci andare.
Ancora una volta Anna mi anticipa, ‘Ti piace farlo all’aperto?’
‘Certo.’ rispondo io. Ho una voglia matta di sentire la pelle di quei due sul mio corpo. I loro sessi eccitati che si fondo col mio.
‘Laggiù c’&egrave un pezzo di spiaggia fuori dalla vista dell’albergo.’ dice Diego, ‘Il posto ideale per divertirci.’
Seguo il suo sguardo, ma vedo solo e soltanto nero e mi lascio accompagnare dai due.
La musica si fa sempre più tenue e la luce cala ad ogni passo. Dopo aver doppiato un gruppo di scogli ci troviamo su una piccola spiaggetta buia. La luna a metà e le stelle permettono di individuarci nell’oscurità quasi completa.
Essere lì e gettarci uno sull’altra &egrave praticamente un istante solo. Anna si avventa sulla mia camicia e inizia a slacciare i bottoni. Diego, dietro di me mi bacia il collo e mi accarezza il culo. Con una mano passo le unghie sulla schiena nuda della donna e con l’altra stringo la mazza dell’uomo. I nostri gemiti riempiono l’aria della caletta. Sento la lingua di Anna sui miei capezzoli e la verga di Diego indurirsi sotto i calzoni leggeri. La voglio in bocca.
Mi divincolo e cado in ginocchio davanti all’uomo. Gli slaccio la patta e gli calo i pantaloni facendo emergere quella bella mazza di carne. Lo accarezzo con le mani e poi con la punta della lingua, quindi me lo faccio scivolare in gola. &egrave duro, ha un buon sapore e una dimensione invidiabile. Tutto l’opposto di quel cazzino a punta che era Didì.
Anna si avvinghia al marito che la bacia con trasporto e le lavora le tette con la mano. Sento il calore della donna a pochi centimetri dal mio viso. Allungo un braccio e le cingo il sedere. Il palmo sulla sua chiappa. Ho l’uccello che tira fin quasi a farmi male. Non sono nuovo a certe esperienze, ma oggi mi sento super eccitato.
Lavoro di lingua intorno alla cappella di Diego, pompo come so fare e sento le vibrazioni del suo grosso membro. Mi fermo. Non vorrei che schizzasse adesso e perdesse buona parte del divertimento.
Mi sollevo e mi porto dietro ad Anna, le abbasso la cerniera del vestito leggero e lo accompagno fino alle caviglie. Non porta reggiseno e lo slip &egrave un micro tanga che mette in mostra un culo da sballo. La bacio sulla schiena. Le accarezzo le spalle. Le cingo la vita. Le faccio sentire la mia erezione contro le chiappe. Lei allunga una mano e mi stringe il cazzo ancora dentro ai pantaloni. Si libera dalla stretta di Diego e s’accoscia a terra. In due mosse mi slaccia bottoni e cerniera e libra il mio sesso turgido. Si trova i due cazzi duri all’altezza del viso. Li afferra con entrambe le mani e li masturba con decisione mentre alterna la bocca su uno e sull’altro.
Io e Diego abbiamo i visi vicini. Lo vorrei baciare, ma non so se lui &egrave d’accordo. Farsi fare un pompino o scopare un uomo &egrave una cosa, baciarlo in bocca &egrave un altra. Azzardo la prima mossa e allungo una mano sul suo lobo, lo accarezzo, con l’altra mano gli stringo le dita. Lui si lascia trasportare e avvicina le sue labbra alle mie. S’incontrano sotto le barbe incolte. La sua lingua saetta contro la mia, appassionatamente. Giù sotto la lingua di Anna lavora sulle nostre cappelle, le tira e le avvicina fino a farle scontrare in modo da poterle leccare contemporaoneamente. &egrave davvero una bella coppia di porcellini.
Adesso &egrave il mio turno di sottrarmi per evitare di inondare quel bel viso troppo presto. Mi allontano dalle lingue e faccio alzare Anna. Scendo a leccarle la schiena sino ad arrivare al fiorellino nascosto tra le natiche, le divarico un po’ e scosto il filo del tanga. Mi tuffo in quella grotta paradisiaca e inizio a leccare quella rosa socchiusa. Sento gli ansiti di Anna. Anche Diego s’&egrave inginocchiato davanti a lei ha preso possesso del suo monte di Venere. La lecca con voluttà e il calore del sesso si propaga aumentando la nostra eccitazione e incitandoci a lavorare più prodondamente.
‘Viene più volte.’ mi dice Diego. ‘Non fermiamoci finché non gode.’
Anna stringe la testa di Diego. Ansima di piacere. Ci dice di non smettere. Noi ci diamo da fare fin quando il premio di tanto lavoro non esplode dal caldo sesso di Anna e cola il suo succo salato. Diego lappa come un asseatato. Io allungo una mano e ne colgo un po’ per portarlo alla bocca. &egrave un piacere a cui non riesco a rinunciare. SULLA SPIAGGIA BUIA

Anna si stacca da noi. ‘Siete stati magnifici.’ dice, ‘Ma adesso voglio di più.’ Fa sdraiare suo marito sulla sabbia, intravedo la grossa asta in tiro che luccica nel buio. ‘Voglio il tuo cazzo mentre Diego ti scopa.’ mi sussurra leccandomi il lobo dell’orecchio e srtingendomi l’uccello con la mano.
L’eccitazione cresce. Sentire quell’asta dura dentro di me &egrave un piacere che non voglio mancare.
‘Lubrifichiamolo un po’.’ suggerisco. Anche se non sono un verginello quella &egrave una mazza di tutto rispetto.
Io e Anna caliamo su quel bel bastone e iniziamo a leccarlo lasciando cadere quanta più saliva possiamo. Quando &egrave ben ben coperto io mi alzo e mi passo le dita umide sul buco di culo. Anna capisce quello che sto facendo e si getta tra le mie natiche amplificando a dismisura il mio piacere. Poi salgo a cavalcioni sull’uomo e dirigo il suo cazzo verso il mio fiorellino, lo sfrego e piano piano mi ci siedo sopra. Avvezzo a certi piaceri so come muovermi, lo sento penetrare le mie carni non senza un certo dolore. L’affare di Diego &egrave davvero notevole ma dopo qualche aggiustamento il male lascia il posto al piacere.
Mi spingo indietro e appoggio le mani nella sabbia ai fianchi del mio stallone. Il mio cazzo turgido punta verso il cielo e diventa il centro delle attenzioni di Anna. Lascia cadere della saliva e poi lo conduce all’antro del suo sesso. Il caldo mi avvolge completamente. Mi trovo i suoi occhi davanti ai miei. Mi guarda e mi lecca la faccia. Le tette appoggiate al mio petto.
‘Sei un porco.’ mi dice prima di rifilarmi un’altra leccata.
‘Lo so.’ rispondo e rispondo alla leccata.
Iniziamo a prendere il ritmo.
Sotto di me Diego affonda nel mio culo, io lo accompagno e frattanto scivolo tra le umide pareti della fica di Anna che cerca la mia lingua con ludibrio. Siamo tutti in preda alla frenesia erotica. Il mare ci culla col suo flusso e riflusso, le stelle e la luna si godono lo spettacolo e noi godiamo di noi stessi, di quest inizio di vacanza e delle promesse per un futuro libertino.
‘Ti lascio venire dentro se tu ingoi la sborra di Diego.’ dice la mia dama.
Di solito preferisco schizzare fuori, la pancia &egrave il mio bersaglio preferito, ma l’idea di riempire completamente questa vacca mentre suo marito mi schizza in bocca mi fa girare il cervello a mille all’ora.
‘E sarei io il porco?’ rispondo sorridendole e baciandola profondamente.
Sciogliamo la posizione e Anna si sdraia a pancia in su, spalancando oscenamente le gambe per mostrarmi il suo frutto succoso. Calo su di lei con l’asta tra le mani, non ho bisogno di sforzare per entrare in quella caverna umida e aperta. Diego, in piedi, mi dondola il cazzo sotto il naso. Sento il suo odore misto al mio. &egrave qualcosa a cui non so resistere. Inizio a succhiare e a fottere. Mi ci vorrebbe un’altra nerchia nel culo, magari di una trans, e sarei l’essere più felice del mondo.
So di lavorare bene su Diego. Uso la lingua e le labbra, con le mani gli accarezzo i coglioni tesi. Raggiungo il suo buchetto e lo massaggio. A questo non resiste.
‘Vengo!!!!’ ansima e i suoi caldi fiotti colpiscono il mio palato. Inghiotto tutto con voracità. Adoro il sapore dello sperma.
Lo lecco finché non sente il bisogno di ritrarsi e io posso dedicarmi a scopare Anna con tutto l’impegno.
‘Fottimi.’ dice e lo ripete più volte con gli occhi sgranati e le labbra aperte. ‘Non ti fermare.’
‘Sto per esplodere.’ le dico quando sento che ormai il mio orgasmo non &egrave più rinviabile. ‘Sto per sorpassare il limite.’
Anna allunga le mani e mi afferra le natiche, mi affonda le unghie nella carne.
‘Riempimi!!!!’ urla.
Due colpi ancora e il mio seme erutta nella sua passera sbrodolosa. Gli schizzi si ripetono copiosi fino a scemare del tutto mentre Anna rantola di piacere infinito. Sento la sua figa pulsare intorno al mio uccello.
La foga si placa e io mi muovo lentamente dentro di lei. Sento l’appiccicoso calore avvampare intorno alla mia verga dal suo sesso eccitato.
‘Che inizio di vacanza!’ dice Diego accoccolandosi vicino a noi e accarezzando sia il seno di sua moglie che i miei capezzoli.
‘Sarà un vero divertimento!’ IV. EPIFANIA FUORI STAGIONE

All’aperitivo di mezzogiorno vengo inglobato dal discorso delle tre Befane. Scopro che sono della mia zona e conoscono alcuni posti e persone che frequento anch’io. Ma la scoperta più entusiasmante &egrave che non sono acide zitelle ma tre simpaticone. Gloria e Barbara single, mentre Betty sposata. Sono qui per festeggiare i trent anni di Gloria.
Mi chiedo perché non abbiano scelto una destinazione più godereccia (tipo Barcellona, Madrid, Riccione), con qualche chances in più per fare bagordi e follie, ma tengo la domanda per me e mi gusto la loro compagnia.
Mi parlano un po’ delle loro vite, dei loro tran-tran. Racconto anch’io di me e quando parlo del frocio malefico rimangono allibite.
A bocca aperta Barbara mi chiede: ‘Non ci posso credere! Pensavo che tra di voi non esistessero certe cose.’
Tralascio il ‘tra di voi’ e il ‘certe cose’ perché non sono tra quelli che s’incazza sulla separazione tra noi e voi, tra normali e non. Le spiego che nelle coppie omo si rivivono tutte le situazioni delle coppie etero, a volte anche in maniera peggiore. Vedi il culatello fuggente.
‘Invece con le tre lesbiche era come vivere con degli amici.’
‘Tre lesbiche?!?!?’ chiede Gloria ‘Erano fidanzate?’
‘No. Tre single. E ci divertivamo come matti. Tutte le feste erano nostre.’
‘Ma facevate anche’ ?’ chiede imbarazzata la sposata.
La guardo e sorrido. &egrave lei che voglio per prima. Ha quel fare da brava ragazza che mi eccita. Voglio indurla in tentazione. Strapparle coi denti la sua patina di perbene.
Annuisco. ‘Certo.’ rispondo. ‘I nostri giochi erano bizzarri.’ calco un po’ la mano. ‘Ma c’era molto sesso tra di noi.’
‘Ma non erano lesbiche?’
‘Diciamo che dal punto di vista affettivo erano lesbiche. Non si sarebbero mai fidanzate con un uomo. Dal punto di vista sessuale erano fullsex, come me.’ vedo che sono leggermente spaesate. Allora continuo. Le faccio cadere come mosche. Voglio che mi chiedano di fotterle a più non posso. Sono un depravato. Lo so e me ne vanto. Spiego loro che nella mia vita libertina ho fatto sesso in tutti i modi possibili e immaginabili, che l’unica cosa che ho sempre aberrato &egrave la violenza, il dolore, il far del male. Ma ho intrapreso qualsiasi altra pratica.
‘Ma cosa facevi con le tre ragazze?’ mi chiede Gloria.
Sorrido. La mia tecnica comincia a dare i suoi frutti. ‘Un po’ di tutto. A volte con una, a volte con tutte insieme. Restavo anche a guardarle mentre loro si divertivano.’ so che questa affermazione &egrave il colpo di grazia, lo strattone alla rete nella quale sono cadute. Mi guardano tutte e tre con gli occhi sgranati.
‘A guardarle e… basta?’ mi chiede Betty. BINGO!!!!
Sollevo le spalle con fare navigato. ‘Se mi chiedevano di stare lì, io ci restavo.’
‘E non ti veniva da saltare in mezzo?’ Betty &egrave capitolata. Il Generale Maiale ha vinto un’altra campagna.
‘Il sesso &egrave un grande gioco. Bisogna conoscere le regole e rispettarle. Se lo si fa va tutto bene. L’ingranaggio si rompe quando qualcuno pensa di infrangere le barriere.’ bevo un sorso di Spritz. ‘Certo, non &egrave facile vedere tre corpi nudi avvinghiati e restare impassibile, ma il segreto &egrave quello di mediare l’istinto animale con il raziocinio. Il piacere si amplifica a dismisura.’
Arriva l’ora del pranzo e Diego e Anna si avvicinano al nostro tavolo. Li saluto e presento le tre Befane. Questa interruzione capita a fagiolo, ho piantato in loro il seme della curiosità e il tempo lo farà germogliare.
Tutti insieme ci dirigiamo al ristorante.

‘Ti ho visto uscire dalla palestra, ieri.’ mi dice Betty dopo il caffé.
Annuisco. ‘Come hai visto sono una buona forchetta, se non mi muovo divento una botte.’
‘A chi lo dici. Stasera ci vai ancora?’
Dentro di me rido diabolicamente. Sono un traviatore, e questo mi rende felice.
‘Sì, verso le cinque dopo un po’ di spiaggia.’
‘Ti disturbo se vengo anch’io? Da sola non riesco mai a fare tutti gli esercizi che vorrei.’
‘Vorrà dire che ti terrò sotto. Sono un allenatore implacabile.’ Oltre che un porco insaziabile.

La palestra &egrave piccolina ma ben attrezzata. Io preferisco gli esercizi a corpo libero: flessioni, addominali, squat, molto e molto stretching. &egrave quello che faccio fare alla mia compagna.
Betty ha un bel corpo, leggermente largo sui fianchi ma porta bene i leggins e la canotta aderente. Si dà da fare e non si sottrae alle mie richieste di esercizi. Fa metà di quello che faccio io ma non &egrave poco. Alla fine dell’ora di allenamento ha la fronte madida di sudore e la canotta bagnata dalla quale s’inrdavedono i capezzoli. Per poco non mi parte un’erezione istantanea.
Allungo una mano e le chiedo se ha bisogno di aiuto per lavarsi la schiena. Betty rimane interdetta. Mi guarda e guarda la mano. Non sa che fare. Poi sorride e mi afferra il braccio. Ci rifugiamo nella doccia della palestra. Ci spogliamo con voracità. La bacio e lei risponde stringendomi la testa contro le sue labbra. La sua lingua saetta contro la mia.
Le accarezzo i seni. La tiro a me. La mia erezione pulsa contro il suo sesso accaldato. Mi abbasso. Le libero il bacino dai pantaloni e dagli slip. La sua passerina curata mi sorride e io mi ci tuffo. Lavoro con la lingua ed il naso. Le stringo le chiappe. Succhio il clitoride gonfio.
Betty ansima e geme, affonda le unghie nel mio cranio, poi mi prende per il mento e mi solleva. Mi baci ancora, beve del suo profumo.
Appoggia le mani al mio petto e mi spinge contro la parete. Mi graffia e scende fino ad inginocchiarsi davanti al mio totem di carne. Lo afferra e lo strizza, quindi se lo infila in bocca e inizia a spompinarmi con maestria. Sale e scende con le labbra serrate. Succhia e lecca attorno alla cappella. Beato l’uomo cui &egrave riservato questo trattamento ogni volta.
Adesso tocca a me toglierla per evitare di venire. Le restituisco il ludibrico bacio e assaporo il mio gusto sulla sua lingua.
La faccio appoggiare con le mani alla parete. Voglio prenderla da dietro. Voglio vedere se riesco a farmi dare anche il culo.
Le accarezzo la figa e trovo un lago di piacere. Dirigo il cazzo verso le sue grandi labbra e lei mi lascia scivolare dentro. &egrave calda e accogliente. Mentre la scopo le curo i seni, non troppo abbondanti. La monto, prima piano, per capire fin dove posso arrivare e quando mi sprona a fotterla per bene, aumento il ritmo. Sento il rumore ritmico del mio bacino contro le sue natiche. Vorrei darle una bella pacca, ma non mi sembra il caso. Facciamo un passo alla volta.
‘Hai mai provato a prenderlo dietro?’ le chiedo.
Tra un mugugno e l’altro mi risponde di no.
‘E non vorresti provare?’
‘Nonononono’.’ mi dice ‘continua a scoparmi così.’
Ci do dentro. Sento che le piace. Faccio l’ultimo tentativo.
‘Poi puoi farlo tu a me. In camera ho uno strap-on che ti piacerà.’
Sento che si scioglie. La figa si allaga ancora di più. Sono riuscito ad eccitarle la mente.
‘La prossima volta. Con più calma.’ risponde. ‘Adesso finiscimi.’
Mi concentro sul fotterla. Le afferro le chiappe e aumento ancora il ritmo. Sto per venire. La avviso.
‘Vienimi fuori” m’implora.
Tiro fino all’ultimo e poi estraggo l’uccello. Dirigo i fiotti sul suo culo bagnato. Nello stesso istante Betty libera il suo orgasmo.
Mi accoccolo ai suoi piedi e lecco le gocce del mio seme che non sono state ancora cancellate dall’acqua della doccia. Sento il respiro affannoso della mia compagna.
‘Oddio, oddio, oddio.’ dice. ‘Non avrei mai pensato che un gay mi avrebbe fatto godere così.’
Potrei sentirmi offeso da questa affermazione, ma la prendo come un complimento.
‘E il bello deve ancora venire.’ le sussurro in un orecchio.

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