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OrgiaRacconti erotici sull'Incesto

Famiglia Nudista

By 14 Agosto 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

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Mia madre Francesca è davvero una bella donna. Alta, slanciata, senza una ruga con un bel seno ancora sodo.
Nonostante 20 anni fa abbia partorito le mie sorelle Monica e Marika e due anni dopo abbia fatto uscire dalla sua pancia il sottoscritto il suo ventre non mostra segni di grinze o maniglie o peggio.
Insomma è una che si tiene in forma. Con i capelli neri a caschetto pare Valentina di Crepax ed è sensuale allo stesso modo, forse anche di più….
Chiariamo bene però. Non è che io stia giorno e notte a fissarla per valutarne i suoi dettagli, non ne ho bisogno. Infatti è regola e abitudine per mammina spogliarsi di ogni abito ogni volta che può.
Una mamma nudista!
Di solito coglie la scusa di abbronzarsi al sole sul balcone. Dopo pranzo apre il suo lettino, si leva tutto quanto e sdraia il suo splendido corpo al sole per un paio d’ore tranquilla e beata.
Per fortuna abitiamo all’ultimo piano e non ci sono palazzi più alti del nostro nelle vicinanze.
Terminato il bagno di sole torna in casa ma non le passa neanche per l’anticamera del cervello di mettersi qualcosa addosso e in totale natura guarda la tv, legge, chiacchiera con le sue belle tette al vento e i baffi ricciuti della fichetta in bella vista.
Solo verso l’ora di cena quando si mette ai fornelli si lega in vita un grembiule nero da cucina che diciamolo pure non è che nasconda molto.
Davanti parte da metà seno lasciando comunque intuire la perfezione dei suoi globi e sotto si ferma poco sotto all’inguine. Per capirci se alza una gamba o si china la patatina è al vento…
Dietro è ancora peggio perchè ha solo il legaccio del grembiule quindi i suoi glutei sodi e abbronzati sono uno spettacolo impareggiabile.
Lo ammetto, più di una volta ripensando a mamma che fa le faccende semi nuda me lo sono tyrovato in mano duro come il marmo e ho dovuto darci di polso per non scoppiare.
Subito dopo lo schizzo mi sono vergognato come un verme. Mamma infatti non pare farlo con intenzioni maliziose. Per lei è la consapevolezza stessa del suo splendido corpo, l’infinita confidenza dell’ambiente familiare a darle quella libertà di girare per casa senza vergogne o pudori. Insomma a solo pensarci col cazzo che ancora mi colava sborra mi sentivo un vero maiale perverso.
Se questo non fosse bastato la passione di mamma ha subito attecchito anche con le mie sorelle. Monica e Marika, due gemelle alte più o meno come mamma con una bella terza di seno, un corpo longilineo e ben proporzionato, gambe incredibili con due bei culetti a mandolino che sono uno spettacolo.
Così anche loro spesso sono nude, a volte arrivate a casa si tengono i jeans ma tolgono maglietta e reggiseno come nulla fosse e io mi becco questi tre paia di tette al vento a tempo pieno.
E di nuovo la sera mi trovo a dover fare il confronto coi miei più bassi istinti, le mie voglie, le mie erezioni e le mie sborrate di cui subito dopo mi vergogno perchè, pare che il desiderio sessuale sia solo mio.
Questo almeno ho sempre creduto fino a ieri.
Come dicevo mamma ha questa mania dell’abbronzatura e benchè non pare ne abbia bisogno quasi ogni giorno si mette sul balcone nuda a fare la tintarella. La passione ha presto contagiato anche le mie sorelle e così accade piuttosto spesso che affacciandomi sul terrazzo veda queste tre splendide donne con tutto il loro ben di dio al vento… Le seghe si sprecano lo ammetto.
Ieri però è avvenuta una cosa diversa.
Ero andato in cucina a prendermi da bere e forse pensando di essere sole o forse no ho visto dalla finestra accanto al lavandino che mamma si metteva a pancia sotto e subito Monica iniziava a spalmarle la crema solare sulla schiena.
Era così sensuale vedere quelle due donne spalmarsi la schiena di una crema bianca così simile alla sborra che me lo sono trovato duro in un secondo.
Il problema è che non solo io mi stavo eccitando, lo stava facendo anche mamma.
Con le mani di Monica sulla schiena doveva avere avuto una reazione istintiva e dopo un attimo l’ho vista chiaramente portarsi una mano sulla patata.
Per darle un ultimo dubbio ho sperato che avesse solo un prurito.
Se era così era uno di quelli che si grattano con un bel cazzo!
Il suo dito a cominciato a giocherellare col clitoride, se lo tintinnava, se lo schiacciva tra le dita tranquilla come se volesse saggiarne la consistenza.
Io fissavo sempre più curioso e a quel punto anche per il dolore contro i jeans mi sono sbottonato la patta e il mio ‘amico’ è sbutcato fuori dritto come un pino.
Me lo sono preso meccanicamente in mano sempre fissando mamma.
Lei intanto dal pacioccarsi le labbra della passera era passata a una vera e propria introduzione. Si aveva proprio un dito nella fica.
Monica ormai le stava spalmando la crema sul sedere posto evidentemente più sensibile perchè più mia sorella sfregava e più il dito di mamma si muoveva veloce…
Ora non sapevo quale fosse la cosa più assurda: che mamma si masturbasse? Che Monica consapevole di ciò che faceva continuasse a massaggiarla? Che Marika stesse beatamente al sole come se fosse normale che mamma e Monica si dilettassero con dei giochini quasi saffici.
Incredulo avevo ormai la mano che si muoveva sul cazzo a mille all’ora.
Trattenendosi a stento mamma fece un gemito piuttosto intenso e nonostante fosse un po’ distante sono certo di aver visto del liquido colare dalle sue gambe.
Era venuta!
Si tolse il dito umido dalla vulva, se lo pulì tanquilla con un fazzolettino… Tutto a posto.
Monica tranquilla la guardava e sorridendo disse ‘Sei a posto mamma?’.
‘Si ho fatto grazie’ rispose lei tornando tranquilla a prendere il sole a pancia sotto.
‘Vuoi farlo anche tu?’ borbottò subito dopo.
E a quel punto mi sono sborrato in mano. Non solo mia madre si era sparata un grilletto ma addirittura chiedeva a mia sorella se voleva farsene uno anche lei.
Ma avevo capito bene? O era solo la mia fantasia?
Poco dopo ebbila conferma quando come nulla fosse anche Marika che se ne era stata buona buona a prendere il sole si portò una mano tra le gambe ‘Con tutto il parlare che ne fate mi fate venire il solletico’.
Monica rise ‘Poverina hai il solletico. Te lo gratto io se vuoi?’.
‘Monica sei una maiala’ rise Marika ma intanto aveva iniziato a toccarsi sempre con maggiore insistenza.
Avevo di nuovo il cazzo duro. Ora era mia sorella a sgrillettarsi, uno spettacolo imperdibile. Nonostante avessi appena schizzato le mie palle erano di nuovo piene e la mia cappella gonfia…
Poi però sentii mamma dire ‘Ragazze volete una coca? Ho una sete’.
‘Magari dopo’ disse Marika con la voce soffocata di chi si stava masturbando di gran carriera.
‘No grazie’ disse Monica.
‘Allora due coche’ disse mamma e capendo che stava per alzarsi per venire in cucina con l’uccello in mano e i pantaloni a mezza gamba cercai rifugio in bagno cercando di non cadere durante la fuga.
Sbarrato dentro mi feci una sega che piantò uno schizzo incommensurabile. Questo aggiunto a quello già fatto che mi era clato tutto sulle gambe e sul petto mi obbligarono a fare una bella doccia.
Una doccia fredda, gelata, ghiacciatissima per placare il fuoco che mia madre e le mie sorelle avevano acceso.
Un fuoco che non credo si sarebbe estinto tanto presto… non senza qualche conseguenza. Nulla fu più come prima.
Da quel giorno sapevo che mia madre e le mie sorelle avevano le stesse voglie e lo stesso desiderio che avevo io.
Cominciai a immaginare cosa potevano fare queste tre bellissime porcone in mia assenza. Le immaginavo nude intente a masturbarsi e perchè no addirittura a leccarsela.
Una scena chiara nella mia mente di mamma sdraiata a gambe larghe con Monica che gliela leccava avidamente e intanto Marika si beava guardandole fare e toccandosi come una matta.
Le sborrate in mano erano ormai una consuetudine e non provavo nemmeno più vergogna… Solo tanta voglia e tanto desiderio.
Così, giusto per adeguarmi al loro mondo anche io presi a mostrarmi molto più spesso nudo o quasi.
All’inizio complice la bella stagione indossavo i pantaloncini da spiaggia chiari che, senza slip sotto mi lasciavano ciondolare allegramente il pisello.
Spesso me ne usciva un bel pezzo da sotto la gamba e io facevo come nulla fosse anche se era evidente che pulsava sempre bello duretto….
Le mie tre donne non vi badavano molto o almeno così sembrava. Anche una mentre stavo guardando la tv accanto a Marika che col petto scoperto mi dondolava davanti quelle favolose poppe. Lui, il mio pisellone, si prese tutto il coraggio che non avevo io e di botto ‘cu-cu’ sbucò fuori a farci un salutino.
Era una erezione molto spontanea e molto potente che lo fece rizzare fuori per una buona metà. Marika tranquilla lo vide di sicuro visto che per un attimo la cappella le sfiorò un ginocchio ma non fece una piega.
Possibile che quelle tre fossero lesbiche?
Che si dilettassero solo fra di loro a mia insaputa lasciando che il mio bell’uccello si consumasse fra le mie mani e basta?
Dovevo scopare… Quelle tre mi stavano facendo impazzire. Dovevo trovarmi una troietta che mi facesse fottere e dovevo farlo in fretta…
Ignorando quello che stava accadendo in casa e con un po’ di fortuna il fato mi venne incontro. E così ecco spuntare quasi dal nulla Valentina…..
Era la nipote della nostra vicina di casa con cui avevo giocato spesso e che ancora ricordavo come una bambina e basta.
Ora era dalla zia per le vacanze e quando me la trovai di fronte stentai a riconoscerla. Ormai era una donna fatta e maggiorenne. Le era rimasto il visino da pupa e anche la statura minuta non si era allungata granchè, infatti non superava il metro e sessanta.
In compenso però aveva messo su una specie di latteria naturale…
Il petto, non faccio per esagerare, era almeno una ottava!
Due pere grosse e a goccia che le ciondolavano sotto alla maglietta e che lei non poteva certo contenere nella modesta scollatura della maglietta.
Due capezzoli grandi e duri che spingevano sotto al tessuto e che non potevo fare a meno di fissare.
Lei credo lo capì quasi subito perchè il banale incontro di due vecchi amici si trasformò in breve in qualcos’altro…
‘Ti sei davvero fatta grande’ le dissi.
‘Si ormai sono maggiorenne…’.
‘Sembra ieri che giocavamo assieme a nascondino’ dissi sempre con un occhio sulle sue pere.
‘Già’ disse lei e come nulla fosse si mise una mano sotto ai seni come a volerseli aggiustare. Io dovetti spostare lo sguardo per forza e percepii chiaramente che mi aveva colto in fallo.
‘Lo so sono enormi’ disse seria.
Io sbiancai di colpo credendo di non aver capito ‘Cosa?’.
‘Ma si dai… Mica sei il primo che mi fissa il balcone. Lo so è sproporzionato….’.
‘No io veramente…. Cioè si mi è caduto l’occhio’.
‘Si ho visto’ rise.
‘Si, scusami Vale ma l’uomo è uomo cioè non è che….’ non sapevo cosa dirle.
‘Tutti tettomani voi maschi’ concluse e stava quasi per andarsene dopo avermi deriso quando trovai la forza di dirle.
‘Comunque non devi imbarazzarti… Cioè non sono imbarazzanti…. Sono bellissime, belle pere grandi e morbide’.
Rise.
Così continuai con lo scherzo ‘E poi più ce n’è meglio è. Dai anche io sotto ho messo su una roba da paura che paio un cavallo ma meglio così…’ e mi sforzai di ridere come un deficiente.
Lei allo stesso modo rise di nuovo e non se ne andò.
Cambiò discorso e mi raccontò della scuola, della maturità passata al pelo e delle scarse prospettive di lavoro che temeva di avere. Io le risposi raccontandole qualche esperienza scolastica mia e dopo una ventina di minuti eravamo ancora tranquilli a chiacchierare sul pianerottolo senza che nessuno avesse fretta di andarsene.
Fu a quel punto, mentre mi stavo rilassando che lanciò la stoccata… ‘Davvero lo hai grosso come un cavallo?’.
Restai basito ‘Non stava scherzando era seria seria’.
Quasi sentendosi tirato in causa il mio pacco ebbe una scossa e sentii che si stava indurendo.
‘Si insomma me lo hanno detto. Cioè ho visto dei porno e mi pare che il mio sia più grosso ecco…’.
‘E bravo il porcone che guarda i porno’ mi prese in giro lei.
‘Bhe li fanno perchè qualcuno li guardi no’.
‘Magari quelli con le tettone’ mi provocò lei.
‘Si sono quelli che preferisco’ dissi reggendo il suo sguardo di sfida.
Ormai fra le gambe avevo una pietra di marmo!
‘Tutti i maschi pensano sempre di avere un gigante di carne fra le gambe’.
‘Alcuni lo pensano altri lo dicono per fare scena’ annuii.
‘E tu fai scena?’ ammiccò Valentina.
‘Non so a me pare grosso davvero’.
‘Senti facciamo così lascialo dire a una donna se è grosso o piccolo’.
‘Appena ne trovo una te lo faccio sapere’ minimizzai io.
Lei mi si fece più vicina ‘Dai stupido che hai capito… Dai non hai voglia di farmelo vedere?’.
‘Davvero vuoi guardarmi il cazzo? Non scherzi? Guarda che ora mi apro la patta sul serio’.
‘Dai che aspetti’ mi incitò lei.
‘Cazzo ora lo tiro fuori davvero….’ e lo feci. Dovetti appena aprire la cerniera dei jeans che la forza erculea della mia erezione fece il resto.
SBANG!
Tutto duro e dritto di fronte a quella bella tettona che lo fissava tutta eccitata ‘Cavoli è davvero fuori misura. Non scherzavi mica hai un cazzo come un cavallo. Di sicuro il più grosso che ho visto’.
‘E ne hai visti tanti?’ risposi fissandola serio e consapevole della mia virilità.
‘Quanti bastano per sapere cosa ti aspetti di fare adesso’ e senza che io aggiungessi altro mi si avvicinò, mi abbracciò e me lo prese in mano.
Stando sempre con gli occhi spalancati casomai qualcuno avesse salito le scale Valentina mi segò il cazzo dimostrando subito di avere una certa abilità nella cosa.
Io per parte mia avevo le mani libere e gliene infilai una sotto alla maglietta afferrandole il reggiseno e subito dopo una di quelle meravigliose bocce di carne.
Non durò molto ma fu stupendo…
Con in mano una tetta di Valentina sparai fuori il mio bel fiotto di sborra copiosa e rovente.
Farsi una sega è una cosa ma farsela fare da un piacere tutto diverso…
‘Cosa devo dirti? Grazie?’.
Lei scosse la testa e si avvicinò alla porta di casa sua. ‘Te ne vai?’ le chiesi.
‘Ma no stupido… La zia non c’è…. Ti faccio entrare’.
‘Mi fai entrare?’ borbottai confuso.
‘Mica vuoi scopare sul pianerottolo no?’.
Sbiancai perdendo l’ultimo colore che potevo avere ‘Quindi scopiamo?’.
‘Mi pare ovvio no. Mica mi sono consumata il polso per niente ti pare?’.
‘No certo che no’ annuii.
Valentina aprì la porta ma poi si bloccò a fissarmi ‘Sarai mica spompo già con una sega?’ domandò.
Io, solo all’idea di fottere mi ero rinvigorito e nonostante lo schizzone avevo di nuovo una verga dritta che faticavo a nascondere. ‘No mi pare proprio che non sia un problema…’.
‘Lo spero bene’ sorrise Valentina e afferratomi per un braccio mi trascinò dentro casa e sbarrò la porta. Appena entrati in casa i suoi vestiti scivolarono a terra.
Le sue poppe grandi e gonfie erano un vero spettacolo che mi marmorizzò l’uccello. La sua fichetta con un bel ciuffetto di peli scuri era un vero spettacolo. Da farsi venire l’acquolina in bocca ‘Oddio Vale fammela assaggiare’ le dissi mentre seduto sul divano avvicinavo la bocca tra le sue cosce bianche e perfette.
Lei mi afferrò per i capelli e mi attirò a sé. La mia bocca e il mio naso finirono in quel ciuffo di piacere profumato e umido.
Pazzo di desiderio iniziai a leccarle il clito. Prima con colpi molto leggeri e timidi quindi sempre più insistente, sempre più in profondità. I suoi gemiti di piacere mi incentivavano a darci dentro ‘O o si, o che bello… Cazzooooo mi fai venire’.
Ormai avevo mezza lingua nella sua fica. La stavo fottendo, la fottevo con la bocca.
Mi venne in bocca con un gran urlo appagato ‘Arghhhhh!’ subito seguito da una abbondante colata di umori orgasmici.
Era dolce. Dolcissima…. La bevvi tutta come fosse miele…
‘Oddio non resisto voglio qualcosa di più grosso’ mi disse e anche io avevo la cappella in fiamme che reclamava la sua parte.
Si sdraiò sul divano, alzò le gambe all’aria e mi fissò ‘Sfondami!’ mormorò con quel visino malizioso da troietta in calore.
Ero così su di giri che appena sdraiato sopra di lei il mio pisello le entrò dentro in un colpo solo con un sonoro ‘Sprong!’ subito seguito da un suo urletto acuto misto fra piacere e dolore. ‘Cristo ma cosa hai un palo della luce!’.
‘Scusami…. Ti faccio male? E’ troppo grosso?’ dissi deluso perchè avevo una voglia di pompare che non riuscivo più a trattenere.
‘Noooo. Cioè si è grosso si ma. O cazzo è bellissimi. Pompa…. Pompa amore mio’.
La accontentai.
Una chiavata da toro da riproduzione. Venti minuti di libidine totale mentre aggrappato alle sue tettone con entrambe le mani muovevo il bacino come un forsennato in cerca della soddisfazione finale.
Valentina non chiedeva di meglio e la sentii che veniva non meno di tre volte.
Alla fine tutto sudato e arrapato feci appena in tempoi a ritrarre un po’ la schiena. Me lo presi in mano e con un’ultima carezza lasciai partire una schizzo di sborra che avrebbe forse potuto riempire un secchio.
Inconsapevole il mio getto volò su Valentina che in un secondo si trovò tutta sborrata sulla bocca, sul seno e sul pancino piatto. Una doccia di sborra.
‘Scusa’ le dissi. Non eravamo ancora così in confidenza per fare bukkake e temevo che la cosa la infastidisse.
Ma lei si limitò a sorridere ‘Nessun problema. Mi piace la sborra’ e tanto per darmene una dimostrazione pratica si passò un dito sulla tetta sinistra e ben imbevuto di sperma se lo portò alla bocca e lo leccò.
Un gesto così porco e sensuale che senza accorgermene me lo fece tornar duro in un attimo.
Lei se ne accorse e sgranò gli occhi fissando la mia mazza. ‘O che bello. Non solo sei super dotato sei anche multi prestazione’.
‘In effetti quando mi faccio le seghe me ne tiro almeno quattro o cinque di fila prima che si calmi la voglia’.
‘Ummm’ interessante disse Valentina afferrandomi il cazzo.
‘Quindi vuoi che te la faccia io una bella segona’.
‘Amore con te vicino sprecare l’erezione per una sega sarebbe da idioti’.
Sgranò gli occhi ‘Anche la mia micina concorda’ e senza indugi mi salì in braccio.
Mi scivolò lungo l’asta di carne lasciando che le entrasse dentro un altra volta. Io intanto con il suo petto davanti al viso ero sconvolto dalle sue tettone e presi a succhiarle i capezzoli a tutta forza.
Riscaldata dalla prima chiavata la sua fica era un forno. Mai infilato il cazzo in qualcosa di così caldo.
Le misi le mani sotto al culetto tondo e spingendo la aiutai a cavalcarmi. Prima lenta, al trotto, poi sempre più veloce, sempre più a fondo… Una galoppata di sesso con lei che nitriva, urlava e veniva a secchiate inondandomi il cazzo col suo piacere.
Me la stavo spassando come un pazzo e per un attimo dovetti rallentare il ritmo per non sborrarle in fica e fermare troppo presto il nostro gioco.
‘Dai, pompa, dai’ mugulava Valentina.
‘Si, godo, godo’ la solleticavo il con le dita sempre piantate sul suo culetto d’oro.
Ancora un attimo e sarei venuto con una seconda appagante doccia di sborra. ‘Sborrami in bocca…. Esci e sborrami in bocca’ mi incitava Valentina dimostrandomi di provare un perverso piacere per lo sperma.
‘Siii ti disseto tutta….’ annuivo io che al solo pensiero di sborrarle sulle labbra non riuscivo più a tener fermi i testicoli.
Stavo preparandomi ad uscirle dall’utero per piazzarglielo sulle labbra quando ‘Salve!’ disse una voce.
Smisi di spingere e lei di cavalcare.
Alle spalle di Valentina e direttamente di fronte a me c’era una donna di circa sessantanni che ci fissava inespressiva.
Non sapevo cosa dire.
Valentina con un colpo di cosce si inarcò sulla mia asta di carne e se lo fece scivolare fuori con non poca fatica.
La mia cappella gonfia pulsava al vento mentre la vecchia mi squadrava serie.
‘Ciao nonna lui è Max il mio ragazzo’ disse la ragazza mentre raccattando i vestiti dal pavimento si copriva pudicamente la vagina.
Io come uno scemo sempre lì nudo sul divano con l’uccello dritto.
‘Ma tu non sei il figlio della Francesca?’ disse la vecchia.
‘Si signora, salve signora’ annuii io ancora non sapendo se coprirmi il pacco con le mani o fuggire nudo fuori di casa.
‘Si è lui nonna -intervenne seria e parecchio scazzata Valentina- Max mia nonna Lorena’.
‘Tanto piacere’ dissi provando a sorridere mentre lei continuava a fissarmi il cazzo.
‘Ora forse è meglio se vai a casa’ disse Valentina.
‘Si lo credo anche io’ dissi alzandomi in piedi e cominciando a guardarmi in giro in cerca dei vestiti. Raccolsi la camicia e anche i pantaloni e tenni tutto sul petto appallottolato alla meglio. Infilarsi i pantaloni con quell’erezione allo stato assoluto era quasi impossibile. Sempre con gli occhi della vecchia che mi studiavano e con Valentina che in fretta e furia si era infilata maglia e gonna provai a infilare i jeans. L’unico risultato fu che ora avevo il cazzo tutto teso che sbucava fuori dal buco della cerniera e mi sbatacchiava sulla pancia.
‘Di un po’ ma è una malattia?’ chiese la nonnina.
‘Come scusi?’.
‘Quel coso. Hai una malattia? Non è mica così che deve essere’.
‘E come deve essere nonna!?’ scattò spazientita Valentina.
‘Più…. Insomma meno….. Cioè corto ecco. Più corto’.
‘Nonna cazzo magari averne di cazzi così!’ scattò Vale provocando la vecchia.
‘O bhe se non fa male a te’ alzò le spalle e subito dopo se ne andò in cucina lasciandoci soli.
Vale mi si avvicinò e mi baciò sul collo approfittandone per farmi una carezzina sul pene. ‘Mi dispiace…. Vediamo stasera ti prego’.
‘Conterò i minuti’ sorrisi io e appoggiata la maglia sul cavallo dei pantaloni per coprire l’erezione me ne uscii da quella casa a torso nudo cercando di tornare al sicuro il più in fretta possibile.
Aprii la porta e mi trovai di fronte proprio l’unica cosa che avrei potuto desiderare. Mia madre…
Nuda, tanto per cambiare, indossava giusto un paio di pantaloncini short bianchi ma il suo bel seno era tutto al vento.
Sotto al bianco di quei micro pantaloncini vedevo chiaramente il pelo nero della sua vulva visto che non portava le mutandine. Una visione da provocare l’erezione a un morto.
E io, tanto per andare bene, avevo già l’uccello fuori dai pantaloni e duro come una pietra.
Me lo fissò e disse ‘Cosa fai porti il pisellino a prendere aria’ e rise.
‘No mamma è che… -mi vergognavo da morire soprattutto perchè continuava a fissarmelo- mi vedo con Valentina la nipote della signora Lorena hai presente?’.
‘Chi, quella ragazzina con quelle tettone enormi’ rispose lei.
Arrossii ancora di più ‘Si ecco proprio lei. Ecco’.
‘Bella ragazza’.
‘Si molto. Comunque per farla breve eravamo in intimità ma sua nonna ci ha interrotto e…’.
‘E sei rimasto con la coda tra le gambe’.
‘Si, per farla breve è più o meno così’.
‘O poverino. Chissà che pena restare così…’.
‘Si ecco appunto quindi se non ti spiace andrei in camera mia…’
Ma lei mi bloccò ‘In camera? Ma scherzi. Mica vuoi sporcare un lenzuolo per niente. Vai in bagno che è meglio’.
‘Come?’.
‘Ma si dai che sei grandino. Vai in bagno e fai quello che ti serve no’ e con la mano mimò il gesto di farsi una sega.
Non riuscivo a crederci, mia madre che mi diceva dove e quando masturbarmi.
Sempre col mio birillo dritto e duro entrai in bagno. Mi tolsi i pantaloni e diedi un po’ di sollievo al mio uccello che ormai mi faceva male per la prolungata erezione.
Poco convinto mi misi in piedi davanti alla tazza del water e mi feci un paio di pompate con la mano… Sentivo la cappella fremere dalla voglia di eruttare!
Cominciai a prenderci gusto e con maggior intensità presi a menarlo per bene. Sentivo l’orgasmo salirmi piano piano lungo la canna. Il sollazzo e il sollievo stavano per arrivare quando la porta si aprì.
Mi bloccai di nuovo ‘Mamma!’.
Lei entrò in bagno con una rivista in mano.
La mia mano mossa a vita propria continuava a muoversi su e giù sul mio pisello.
Non potevo crederci mi facevo una sega e mamma mi guardava.
Lei tranquilla come se mi stessi solo lavando i denti mi porse la rivista che aveva in mano. ‘Tieni un piccolo aiutino’ e subito se ne andò come se nulla fosse.
Con la mano libera presi la rivista. Era un porno. ‘Super Tettone Collection’.
Un porno!
La mamma mi aveva dato un porno pieno di foto con donne dalle tette giganti.
La mamma mi stava aiutando a masturbarmi.
La mamma aveva un giornale porno nascosto da qualche parte.
Perchè? Che cosa se ne faceva mia madre di un giornale pieno di foto di donne con l’ottava di seno?
Ora non so se fossero tutti questi miei ragionamenti o l’effettiva provocazione di tutte quelle super tettone ma ‘Spruzzzz!’ una cosa oscena.
Uno schizzo di sperma nenache avessi un idrante fra le gambe.
‘Aaaaaaaaaaaaa!’ gemetti chiudendo gli occhi.
Quando li riaprii c’era sborra dappertutto. Sulla tazza, sull’asse, sul muro, sul pavimento….
Avevo riempito il bagno di sborra.
Imbarazzato misi via il cazzo sotto ai jeans e posai tremando il giornale porno sul lavandino quindi uscii.
‘Mamma scusa avresti uno straccio’.
Lei arrivò subito. I suoi seni sempre al vento parevano ora più gonfi, forse perchè i suoi capezzoli erano inequivocabilmnete dritti e duri.
‘Che succede?’.
‘Potresti darmi uno straccio per pulire’.
Lei fece un sorrisetto beffardo ed entrò in bagno. Appena vide lo sperma si mise a ridere ‘O povero il mio bambino ma cosa avevi nei testicoli… Sembra che abbiamo reimbiancato l stanza’.
Ero mortificato ‘Scusami mamma!’.
Lei mi fece una carezza sui capelli ‘Ma stai tranquillo non è mica niente è solo sborra. E’ la natura tesoro non ti devi vergognare’.
Era la prima volta che sentivo mamma dire ‘sborra’ e ne restai sconvolto.
Lei mi porse il giornale porno ‘Fammi il piacere portalo in camera mia e mettilo sul mio comodino mentre io do una pulitina qua dentro’.
La fissai imbarazzato…
‘Che hai?’.
‘Ecco io…. Insomma…. Non ho proprio finito di…. Di leggerlo ecco’.
Mi fece l’occhiolino ‘A capisco… Vuoi vedere le altre foto… Leggerlo tutto diciamo’ e con la mano a pugno fece un gesto veloce alludendo a una sega.
‘Vado in camera mia ti spiace’.
‘Tesoro mio sei proprio uguale a tuo padre lo sai’.
La fissai ‘Anche il papà si faceva le…. Le seghe?’.
Mi rise in faccia a bocca larga ‘Ma no stupido che dici con me vicino papà mica si faceva le seghe… No dicevo sul fatto che una volta non vi basta… Anche papà prima di calmarsi ne sparava almeno tre’.
‘Allora ho capito da dove ho preso’ annuii.
Mi fece una carezza dolce e gentile ‘Vai pure in camer a sfogarti non ci sono problemi. Stavolta però prendi un asciugamani e quando senti che arriva avvolgilo sul pisello capito…. Non vogliamo mica rimbiancare anche la camera da letto.
Mi chiusi in camera, mi misi sul letto sdraiato di fianco e mi satollai con una nuova sega. Il giornale certo era interessante, tutte quelle tettone erano vere vacche che avrebbero meritato una sborrata per pagina eppure, più di tutto, era l’idea che mia madre con le tette al vento si stesse pulendo la mia sborra che mi fece venire ancora una volta…
Complici le idee che mi stavo facendo su mamma nonché l’eccitante idea di farlo ancora con la bella tettona Valentina alle sette ero a casa sua.
Nei miei programmi l’avrei portata a cena fuori per una pizza e quindi ci saremmo appartati in macchina dove avremmo fatto follie.
Solo all’idea già lo avevo bello gonfio e lo tenevo schacciato e sofferente nei pantaloni.
La delusione però fu grande quando ad aprirmi la porta non fu la giovane giumenta che immaginavo ma la vecchia babbiona di sua nonna.
Aveva un abito nero intero di colore nero molto corto che evidenziava le gambone grasse e cicciotte nonché il seno prominente che pareva quasi volesse sgusciare fuori da un momento all’altro.
‘Sono venuto a prendere Valentina’ le dico.
‘Non c’è Valentina l’ho mandata a fare la spesa’.
‘Alle sette di sera?’ mi stupisco.
‘E’ aperto fino alle otto. Solo due cose urgenti. Torna presto non preoccuparti’.
‘Allora torno dopo’ dico serio e delusissimo.
Ma lei mi guarda seria e quasi mi tira dentro casa. ‘Dai che arriva subityo. Vuoi bere qualcosa?’.
Provo a dire no ma mi trovo seduto sul divano accanto a lei preso qausi di peso.
Sul tavolino davanti a noi c’è una bottiglia di Vino già aperta. ‘Vuoi?’ mi chiede.
‘No grazie devo guidare. E’ meglio di no’.
‘Pazienza -dice e si ingolla un bicchiere- alla salute’.
A quel punto non so come ma si mette ad accavallare le gambe. Quei due gamboni che non sono esattamente grissini. Insomma non è una posizione molto facile da assumere e infatti il vestito già corto di suo si solleva fino alla coscia e mi becco in primo piano il gancetto del reggicalze e la giarrettiera.
Ora sia quel che sia, cessa o non cessa, grassona o no a me vedere l’attaccatura delle calze fa sempre un certo effetto e infatti la fisso e sotto mi si smuove qualcosa.
Già non era tranquillo pensando a Valentina ma ora è proprio duro duro e ho il bozzo sui pantaloni bello evidente.
Lei mi fissa seria e io tremo credendo se ne sia accorta. Nascondo l’erezione con una mano ma riesco solo a sottolinearla…
‘Hai preso i preservativi?’ mi chiede a bruciapelo.
E io che ho di nuovo gli occhi incantati sulla sua cosciona faccio ‘Cosa? perchè proprio non ho capito.
‘Per stasera. I preservativi? Ragazzo vorrai mica mettermi incinta la nipote’.
E’ imbarazzante. Terribilmente.
Ora è ovvio che la vecchia sappia che scopo con Valentina, ci ha visti non nego i fatti, ma che deva anche darle dei dettagli in merito non l’avevo previsto.
‘Io veramente… Cioè…. Non li uso… Non è che… Come dire….’.
Lei annuisce ‘A si già, per via della misura vero?’.
‘Misura cosa?’.
‘Si la misura del tuo coso… Non ti stanno scommetto. Ma ci sono le misure per i guantini?’.
In effetti non ci ho mai pensato.
‘A pensarci bene deve essere un problema per te. Anche la Valentina poveretta… Ho trovato un po’ di sangue in bagno sai’.
‘Non l’ho fatto apposta mi creda’.
‘Si, si lo so poverino anche tu con una roba del genere fai quello che puoi’.
La fisso e mi chiedo se sia proprio il caso di intrattenere simili discussioni con una vecchia babbiona. Ma è davvero una impicciona nata. Forse per sfida le dico ‘Comunque quando è bella bagnata ci passa tutto!’.
‘Dici….’ borbotta lei fissandomi.
Ora non resisto più. Solo a parlarne mi si è scosso un altro po’ e ora pulsa sui pantaloni da far male. ‘Scusi posso andare in bagno’.
Mi indica la porta.
Entro, chiudo a chiave e mi abbasso i pantaloni. La belva è dura come marmo.
Che faccio? Mi sparo una sega per farlo ammosciare? Mi faccio una doccia fredda?
Anche se l’istinto mi porterebbe a prenderlo in mano e segarlo come un pazzo me lo prendo delicato e tenendolo basso lo faccio scivolare lungo la gamba dei pantaloni.
Mi guardo allo specchio e pare che abbia un pennarello in tasca.
Un pennarello per un gigante ovvio ma è meglio che avere il bozzo sulla patta e fa anche meno male.
Speriamo che Valentina torni presto…

Torno in salotto facendo finta di nulla e sperando che non lo noti ma accade esattamente l’opposto.
La cosa è così arrapante che davvero rischio di strappare i jeans con una erezione. ‘Signora Lorena ma che cazzo fa è pazza?’.
Non posso crederci. La vecchia babbiona è nuda!
Ha tolto quasi tutto a parte un sottile reggicalze nero agganciato attorno alla vita che sorregge le calze di nylon trasparenti. A dirla tutta questo dettaglio la fa sembrare anche più vacca.
Lei mi fissa mezza ebete ‘Pensi davvero che possa guardare quella mazza e non aver voglia di provarla? Vedi sono una donna anche io sai’ e per sottolinearlo si apre bene la vulva con le dita.
Pelosetta, grigia con due grandi labbra sporgenti all’infuori. E’ già bagnatat e si vede perchè alcune gocce colano appena la accarezza.
Confesso che quelle poppone giganti (cosa sono una nona? forse di più?) soleticano la mia fantasia di tettomane.
Nonostante sia bella cicciotta, nonostante sia bella stagionata due tette così sembrano fatte apposta per infilarci il cazzo in mezzo e fare una bella sborrata.
Cedo al dolore che ho tra le gambe e mi lascio cadere i jeans.
Il mio attrezzo si rizza su duro con la cappella pulsante di voglia.
Lei strabuzza gli occhi ‘Oooo sembra anche più grosso da così vicino’.
Mi avvicino di un altro passo, lei seduta davanti a me pare nella posizione perfetta. Allungo una mano e le afferro i capelli. La tiro appena verso di me.
‘Forza controlla di persona quanto è grosso vecchia puttana’ e così dicendo glielo spingo sulle labbra.
Lei tranquilla apre la bocca e ne inghiotte il più possibile.
‘Succhialo babbiona succhialo’ le dico mentre la incito a sbocchinarmi per bene.
Ci da dentro, si da da fare. Tra una succhiata e l’altra lavora ben bene con la lingua sulla cappella.
Le strizzo uno dei grossi tettoni. ‘Che bella mercanzia che hai porcona’.
Lei ciuccia anche di più.
Capisco che le piace essere trattata da vacca e insisto ‘Dai troia fammi sborrare. Fammi sborrare sulle tue tettone’.
Di botto se lo sfila dalla bocca ‘No, no non sborrare, lo voglio dentro, lo voglio dentro’.
‘Vabbè allora apri le coscione che ti sfondo…..’ sorrido io ormai arrapato al massimo…

Si mette a pecorona sul divano
Un culone che fa provincia… Non è esattamente un pezzo di fica tanto più che io ero venuto per csaricarmi le palle nella bella fichetta di una ventenne formosa e calda come il fuoco. Ma sia come sia ormai in un miscuglio di deprvazione e rabbia ho l’asta pronta a sfondare tutto quello che mi capita a tiro.
‘Toooo’ gemo mentre spingo il bacino in avanti.
‘Aaaaa’ geme la tardona mentre le entra mezzo cazzo dentro in un sol colpo.
‘Cazzo quanto sei bagnata….’ noto mentre con un secondo affondo le entro dentro fino ai coglioni.
‘Ooooo mi apri tutta’.
‘Si che ti apro tutta vecchia befana. Hai voluto tentarmi e adesso ne paghi le conseguenze’.
‘O sii sii che belle conseguenze, che bello… Era così tanto che non lo facevo… Che bellooooo’.
‘Ferma troia che sei così larga che mi scivola fuori! Ma quanti uccelli hai preso vaccona’.
Non risponde è troppo presa a pompare avanti e indietro nell’impresa di farsi fottere a 360 gradi.
Io me la godo, tutto sommato montare questo cesso non è poi tanto male. La rabbia che ho in corpo deve pur sfogarsi…
Di colpo glielo sfilo dalla sorca grassoccia e immediatamente sento che inizia a colare come un rubinetto rotto. All’inizio parrebbe piscio ma poi è evidente che la befana è venuta come una vacca.
Tutto bello lubrificato dal suo seme glielo poggio sulle chiappone grasse allargandole piano con una mano.
‘Amore che fai?’ sussurra lei.
‘Ti inculo. Amore’ e rido mentre spingo la cappella nel piccolo buchino semi nascosto dalla ciccia.
‘O aia aia!’ mugugna. Ma io spingo ancor più forte.
‘Aia!!!!’
‘Ma stai buona troia…’.
‘Mi fai male nel culo…. Aia, aia’.
‘Peggio per te’ rido e ormai ho messo dentro al suo ano un bel pezzo di carne.
Spingo piano e dopo un po’ tra i suoi lamenti riesco finalmente a poggiarle i coglioni sulle chiappe segno che ho tutto il mattarello dnetro di lei.
Per darle modo di abituarsi un po’ allungo una mano fra le sue gambe e le afferro la gnocca umida e pelosa. Le piazzo un dito dentro e inizio a masturbarla forte.
Devo però aggiungere un secondo dito e poi un terzo prima di riuscire a mungerle la sorca come si deve. ‘E’ davvero sfondata lo sai?’.
‘E adesso grazie a te è sfondato anche dietro’ commenta lei.
‘Non fare la santarellina si sente che ti piace’ e così dicendo senza smettere di masturbarle la fica con una mano inizio a muoverle il cazzo su e giù per il culo, sempre più forte, sempre più forte.
Alla fine vengo con un ululato liberatorio tipo cane lupo. Lei un gemito dopo l’altro mentre il suo anellino anale si fratturava del tutto è riuscita ad avere un altro orgasmo che mi ha lavato la mano.
Afferrandola saldamente per le cicce molli del ventre con due ultimi colpi mi svuoto le palle nel suo culone burroso. Un vero e proprio clistere di sperma, appagante e liberatorio.
Ho avuto appena il tempo di darmi una sciacquata nel lavandino e rivestirmi quando rientra Valentina.
La guardo, lei mi guarda e poi guarda sua nonna seduta sul divano senza fiato. Per fortuna si è rimessa il vestito anche lei.
‘Sei venuto presto…’ sorride la ragazza.
‘Mica tanto presto ci ho messo mezz’ora’.
‘Come scusa?’ mi chiede senza capire.
‘Niente scusa pensavo ad altro. Allora si va a mangiare la pizza ok’.
Sorride. E’ stupenda in un paio di pantacollant neri che sono così aderenti da sottolineare ogni centimentro delle sue bellissime gambe e del suo culetto a mandolino. Una maglietta così scollata che fatica a contenere quelle sue bocce perfette con i capezzoli perennemente duri che spingono sotto al tessuto.
‘Ummm che bocconcino’ sussurro.
Lei sorride e mi abbraccia. Lo fa così forte che sento le sue tettone strusciarmi sul petto e di nuovo sotto mi si smuove qualcosa.
‘Allora noi usciamo nonnina’ dice candida.
‘E torniamo tardi’ aggiungo io mentre la seguo e intanto con la mano mino alla vecchia l’atto di scopare.

Appena siamo un po’ lontani da casa sua Valentina mi mette una mano sul pacco ‘Hey che fai?’ scatto io che bene o male starei guidando.
‘Ma tu hai davvero tutta questa voglia di pizza?’ mi chiede.
‘Io veramente… Non so. Tu ne hai voglia?’ ribatto sempre con la mano che mi fa il solletico all’inguine.
‘Io veramnete avrei una gran voglia di cazzo’.
WOW!
‘Vale se fossero tutte come te non esisterebbero i gay’ le dico ridendo.
Anche lei ride alla mia battuta poi mi fa notare una deviazione ‘Prendi quella stradina porta a un boschetto isolato’.
Obbedisco senza problemi.
Lei intanto si porta avanti col lavoro. La maglietta scollata scivola via lasciandola con un reggiseno di pizzo nero che nasconde davvero poco, i pantacollant lasciano il posto a degli slippini così mini che posso scorgere la peluria senza problemi.
‘Sexy da impazzire’ le dico.
‘Davvero? Fammi controllare l’indice di gradimento’ e lesta mi apre la patta dei pantaloni.
Il mio uccello si rizza fuori duro un’altra volta ‘Umm direi che le mie mutandine ti fanno davvero effetto… Non credevo tanto’.
‘Non credevi cosa scusami?’ obietto.
‘Non credevo che dopo esserti sbattuto mia nonna avessi ancora tutta stà forza. Volevo già chiederti di leccarla…’.
Impallidisco ‘Vale io…’ non ho parole. Lo sapevo che ci avrebbe scoperti. La casa d’altra parte puzzava così di sborra che era impossibile non capire cosa fosse successo.
‘Mi dispiace’ le dico serio.
‘E di cosa? -mi fissa lei- guarda che non sei mica il primo. Quella vecchia porcona ci prova con tutti i ragazzi che porto a casa. Si lo so è vecchia e brutta ma quando ve la sbatte in faccia è normale che voi riusciate a reagire come lei si aspetta’.
‘Quindi tu lo sai’.
‘Ovvio. Per questo tutte le volte che aspetto un ragazzo lei mi fa fare tardi con una scusa. Però se può consolarti per ora sei quello con più resistenza. Pensa che l’ultimo era così spompo dopo un oretta con nonna che mi sono dovuta accontentare della lingua’.
‘Io non credo di avere questi problemi’ le faccio notare accarezzandomi il cazzo bello duro.
‘Si ho visto. Dai fermati che non resisto più’.
Parcheggiamo. Ci piazziamo sui sedili posteriori e lei mi zompa sopra impalandosi tutta col miu uccello ‘O siii siiii. O che cazzo che hai. Che bellooooo’.
Io avido le afferro i tettoni tutto preso dal doppio piacere di avere la sua fica in calore a squagliarmi l’uccello e le sue tettone grosse e succulente a placare la mia sete.
Valentina è scatenata, sembra che cavalchi un toro da domare. E’ lei a dare il ritmo ed è un ritmo così fantastico che ne sparo una senza che accenni a venirmi molle.
‘Tesoro schizzi?’.
‘Si scusa…. ‘.
‘Devi fermarti?’.
‘Noo è ancora duro duro Vale’.
‘O si lo sento. O che bello sborri e ti resta duro…. Fantastico’ e tutta felice riprende a gemnere e a cavalcarmi a tutto spiano.
‘Fottimi, fottimi ancora!’ urla a squarciagola.
Io non chiedo di meglio.

Quando la riaccompagno a casa è distrutta. Quasi non ce la fa a scendere dalla macchina tanto ha pompato così la abbraccio e la sostengo mentre saliamo in ascensore. ‘E’ stato stupendo ma in macchina si fa doppia fatica’ le dico.
‘Si sono tutta un dolore. Domani mi sa che non mi alzo dal letto’.
‘Pausa di riflessione allora’.
‘Già. Non sono una bambola di gomma sai’.
‘Vuol dire che faremo i bravi’ le dico dandole un bacino.
‘Si ma tu se hai… Insomma se hai bisogno di svuotarti vieni pure che la vecchia è sempre con la gnocca pronta’.
‘Dici davvero non ti scoccia? Cioè se mi fotto tua nonna a te vabene?’.
‘Vuoi mica che sia gelosa di quella baldracca. Se ti va di metterglielo in fica ogni tanto a m non disturba’ e sorride.
Siamo sulla soglia di casa, un ultimo tenero bacio ‘Comunque non per sottilizzare ma non è proprio in fica che gliel’ho messo’.
Lei ride ‘Ma dai. Hai sodomizzato la tardona. E bravo il mio torello’ mi bacia in bocca lingua contro lingua.
‘Se ti piacciono tanto queste cosine magari dopo domani ci proviamo anche col mio culetto che ne dici’ e ammicca.
‘Valentina non dire così che mi torna duro’.
Mi fa l’occhiolino. ‘Allora basta andiamo a letto e recuperiamo un po’ di energia ok?’.
‘Ok -annuisco ma poi la fisso serio- dicevi davvero di quel fatto di farlo nel cul… cioè di farlo dietro dico’.
‘Non vedo dove sia il problema’ mi strizza l’occhio lei.
‘O Valentina ti adoro’.
‘E io adoro te e quella proboscide di cazzo che hai li sotto… Buonanotte’.
‘Buonanotte’ e la porta si chiude.
Incredibile a dirsi ma ce l’ho di nuovo duro.
Rientro in casa indeciso se farmi una bella sega o una doccia fredda. Alla fine propendo per la seconda visto che oggi il mio fratellone ha davvero lavorato tanto.
Tutti dormono e mi spoglio in camera mia al buio per poi andare tranquillo in bagno cercando di non svegliare tutti.
Ma qualcuno invece è già sveglio….
Non posso crederci ma appena passo davanti alla camera di mia sorella Marika la vedo. O meglio vedo il movimeno veloce e insistente del suo braccio.
O si stà grattando una pulce o….
E i gemiti che le escono di bocca propenderebbero proprio per quest’ultima cosa. La mia sorellina si sta facendo un bel ditale non ci sono dubbi.
Resto a guardare. Per quanto possa solo scorgere le sue forme nel buio è come se riuscissi a vederla perfettamente. Ho visto il suo corpo nudo così tante volte che non mi è difficile immaginarla.
Marika ci stà dando di brutto. Sento lo ‘splush splush’ della sua gnocca bagnata mentre le dita vi tintillano dentro.
Non resisto, mi prendo il cazzo in mano e inizio a menarmelo.
Cazzo stò godendo nel buio.
Lei è così presa dalla frenesia masturbatoria che non ha tempo di vedere cosa accade nel buio.
E’ incredibile. Ho scopato tutto il giorno e dovrei avere uno straccio tra le gambe invece ho una trivella!
Esplodo. Trattengo il gemito ma la cappella è gonfia e parte lo schizzo.
Ero così preso dalla voglia che non ci ho neanche pensato. Dove cazzo sborro Adesso? Sul pavimento? Sul muro?.
Troppo tardi per pensarci ormai ho la sborra in canna e sembra anche tanta.
Ultima manata decisiva sul cazzo e poi speriamo bene quando….
‘Ma che cazzo fai!’.
Si accende la luce di colpo.
Marika tutta nuda sul letto. La vulva è dilatatissima e si vede che ha colato umori.
Io imbambolato come un sasso non posso che guardarla mentre sotto, mosso da vita propria, il mio uccello stà spruzzando sborra tipo idrante.
‘Ma stai sborrando?’ mi chiede lei tutta seria.
‘Ecco io….’ cerco di mettere le mani a coppa sull’uccello per raccogliere le gocce che ancora colano.
‘Scusami….’ faccio per scappare.
‘Vieni dentro e chiudi la porta prima che svegliamo tutti’ dice lei balzando giù del letto.
Io esito ma mia sorella mi prende per un braccio e mi tira dentro la camera poi in fretta chiude la porta… a chiave.
‘Ma tu sei scemunito? Lo sai se ti vedeva la mamma che ti fai le seghe in corridoio’.
‘Perchè tu cosa facevi? Guarda che ti ho vista che te la menavi’.
Arrossice un pochino ma subito si riprende e mi guarda ‘E a te cosa te ne frega scusa… Guarda che sono grandina e posso fare queste cose senza il tuo permesso’.
‘Allora falle con la porta chiusa Marika perchè io stavo solo anadando a fare la doccie e se non ti beccavo con le mani nella fregna mica mi fermavo a guardare’.
Mi tira un asciugamani.
‘Asciugatui e poi pulisci il pavimento che hai sborrato dappertutto. Guarda che roba’ e indica la soglia della porta dove in effetti ci sono delle grosse macchie bianche fresche fresche.
‘Senti mi dispiace -dico serio mentre mi pulisco- il maschio è maschio e se vede una fichetta all’aria… Devi capire sorellona’.
‘Ma si dai è tutto ok lo capisco. Non scopi e quindi ti tira’ ammicca lei.
‘Veramente ho scopato tre ore di fila con la mia nuova ragazza’.
‘Nuova ragazza? La conosco?’.
‘Valentina quella del piano di sotto…. Quella che vive con sua nonna hai presente?’.
‘Ma dai quella con due tettone così!’ sbotta lei facendo segno con le mani sul petto.
‘Bhe anche queste mica sono piccole’ le faccio notare io.
‘Dai non fare il porco’.
‘A sono io il porco? Tu sei qui che mi sventoli davanti tutto questo ben di dio e il porco sono io. Ma vaffanculo’.
‘Dai basta smettila. Ma sai che casino se la mamma lo viene a sapere. Siamo fratello e sorella mica possiamo farlo’.
‘Farlo? Fare cosa’.
Lei sorride ‘E dai mica possiamo scopare fra noi se ci becca la mamma ci ammazza’.
‘Hey guarda che io ti stavo solo guardando di scopare ne stai parlando tu troietta mia’.
‘Il santarellino! Quindi tu non ci hai pensato?’.
Abbasso lo sguardo imbarazzato. ‘Guarda che non serve parlare -dice lei- appena ho detto scopare assieme già ti si è alzato’.
Ha ragione. Solo all’idea ho una evidente erezione.
‘Si ok ci ho pensato lo ammetto e mi sono anche fatto qualche sega immaginandolo. Sono sincero’.
‘E adesso che vuoi fare? Sparartene un altra? Vuoi di nuovo l’asciugamano’.
In effetti mi si è gonfiata la cappella e ne ho una gran voglia… di nuovo.
‘Ti spiace se mi sdraio sul letto e ti guardo’.
‘Per sborrare? Vuoi guardarmi per sborrare?’ ride lei ondeggiando i seni su e giù.
‘Ti spiace?’.
‘Ovvio che mi dispiace’ annuisce lei.
‘A, bhe, si, hai ragione. Scusa me ne vado in camera mia a farlo’.
‘Ma allora sei proprio stupido!’ scatta lei e mi si avvicina poggiandosi quasi addosso a me ‘Non capisci niente!’.
‘Cosa? Cosa devo capire scusa…’.
‘Devi capire che non sono una che se ne stà li a guardare un cazzo duro che sborra senza provare qyalcosa. Ma secondop te dovrei fare la bella statuina mentre tu ti trastulli l’uccello in allegria? Ma che sono di marmo?’.
‘Vuoi dire che hai ancora voglia… anche tu?’.
‘Ma secondo te perchè mi faccio con le dita? Ovio che ho voglia. Ho una voglia di cazzo che esplodo!’.
‘Di cazzo!’ ripeto io e solo a sottolineralo mi si indurisce tipo cemento armato.
‘Si di cazzo!’ scatta lei seria.
Allunga la mano e me lo afferra con forza. Me lo stringe fino a farmi male.
‘Non scopo da sei mesi. Ho voglia di cazzo. Di questo cazzo’ mi fissa dritto negli occhi, comanda lei il gioco… La sua mano inizia a muoversi. Le sue carezze sul mio uccello sono bellissime.
‘Allora si fa? Se sai stare zitto con mamma e Monica stasera puoi avermi. Ci stai?’.
‘Sarò una tomba’ le sussurro mentre le metto una mano sul seno e inizio a palparla voglioso.
Me lo mena per bebe, si vede che ci sa fare ‘Umm hai un’asta da competizione lo sai? Ma davvero hai chiavato tre ore con Valentina?’.
‘E una con sua nonna mentre lei era a far la spesa’.
Ride ‘Ma dai porcone ti sei fatto anche la vecchia?’.
‘E’ stata lei a provocarmi…’ dico quasi a giustificarmi.
‘Allora sei proprio un cavallo da monta se dopo tutto questo trombare ce lo hai ancora così duro’.
‘Ummmmm…. Mi fai venire così’ sussurro io sempre solleticato dalla sua mano che mi munge il cazzo con forza.
‘No. No. Ti prego non sborrare. Lo voglio, lo voglio dentro ti prego’.
‘Allora è meglio che i preliminari con le mani e la bocca li facciamo dopo’ sussurro.
‘Si, si dopo, dopo’ acconsente lei e tutta frenetica mi molla il cazzo si sdraia sul letto a gambe larghe.
Non ho mai visto la sua fica così dfa vicino ‘Ummm. Mi metti una voglia di leccarla Marika… Non immagini quanto’.
Lei mi afferra per i capelli e mi tira verso il suo petto. Sento il dolce calore dei suoi seni sul mio corpo, sono tutto arrapato. ‘Lecca queste adesso. Sotto voglio questo bel coso duro. Lo voglio’ me lo afferra e se lo guida sulle labbra della vagina con sapiente esperienza. ‘Fottimi fottimi!’ mi implora.
E con un colpo di reni spingo e la accontento….
Incredibile: ho il cazzo nella fica di mia sorella!
Ed e’ fantastico!

Cercando di trattenere i nostri gemiti, scopiamo come ricci.
‘Ti faccio male?’.
‘No sono venuta’.
‘E’ brutto venire quando non puoi urlarlo vero’.
‘Infatti’ e incentivata dall’orgasmo inizia a spingere il bacino con violenza mostrandomi la sua insoddisfazione ‘ancora, ancora ti prego’.
Pompo fino a consumarmi i menischi. Sto impazzendo dal piacere. Non solo è davvero una bella fica è anche la mia sorellona preferita.
Penso a tutti gli anni in cui mi ha sventolato davanti quelle tette gonfie facendo l’innocentina, a quante volte mi sono immaginato di strizzargliele con le mani e poi me ne sono vergognato sentendomi un maiale.
Penso a quanto avrà riso di me mentre si masturbava e a quanto mi sono consumato l’uccello con la mano per colpa sua….
Le vengo addosso inondandole il petto! Che pacchia!

Distrutta mi crolla addosso. Hai il fiato corto e come nulla fosse si addormenta sul mio petto.
Le accarezzo i lunghi capelli soddisfatto come a premiarla per quanto è stata brava. Dopo due carezze fatico a capire se mi trovo nella realtà o se mi sono sognato tutto.
Chiudo gli occhi anche io. Senza più pensare a nulla mi addormento nudo nel letto di mia sorella avvolti da un mare di sborra. Non è stata una grande idea e di certo non era voluta ma eravamo troppo stanchi per connettere. Ora è troppo tardi per rimediare.
‘E quindi!’ urla lei mentre io a fatica apro gli occhi e provo a connettere su quanto sia successo.
Sono completamente nudo e accanto a me c’è Marika nuda anche lei. I nostri corpi sono vicinissimi, troppo vicini. Ho una mano su una tetta di mia sorella e lei ne ha una a pochi centimetri dal mio sesso.
Fra l’altro, come sempre accade al risveglio sotto ce l’ho duro come un bastone e il sollevamento delle lenzuola è molto evidente.
Se poi ciò non bastasse nell’aria c’è un odore di sborra e sudore inequivocabile.
Come lo sento io lo sente Marika e, naturalmente lo ha sentito anche Monica che ora è in piedi davanti a me e mi fissa con tutta la sua severità.
Dovrebbe essere proprio stupida e ingenua per non capire cosa abbiamo fatto.
‘Vorrei una spiegazione’ dice.
‘Ma che spiegazione- scatta Marika- mentre si alza in piedi dal letto mostrandosi tutta nuda e in tutta la sua bellezza- piuttosto tu che ci vieni a fare in camera mia’.
‘E’ tardi, dobbiamo uscire se non te lo ricordi. Ero venuta a svegliarti perchè credevo dormissi… Non pensavo che’.
‘Che cosa?’ scatta Marika arrabbiatissima.
‘Che vi trovavo a scopare!’ scatta lei.
A me guardare Marika nuda con le tette con ciondolano mentre litiga con la sorella perchè ha scopato con me riesce solo ad eccitarmi.
Dovrei vergognarmi come un verme e invece quasi mi sento vanitoso.
Così mi alzo anche io dal letto e mi presento a Monica con un cazzo duro che potrebbe sollevare un tavolo.
‘Ho bisogno di fare la pipì’ dico.
‘Avresti bisogno di ben altro -scatta Monica- ringrazia che sono venuta io, pensa se vi beccava la mamma’.
‘Ma dai -provo a calmarla- è stato un caso, una di quelle cose che succedono quando si è un po’ ubriachi. Dai fai finta di non aver visto’ mentre le parlo il pene è ritto sul suo fianco. Monica pronta per uscire è in leggins neri che sottolineano la perfezione delle sue gambe. Con questi cosi così attillati inconsapevolmente la mia mazza si stà strofinando sulla sua coscia. ‘Almeno metti la pistola nella fondina’ dice lei seria e secca me lo prende con due dita e lo allontana.
Sia come sia ma due dita di mia sorella Monica sul cazzo non le avevo mai avute e nonostante lei lo faccia tutta stizzita provo comunque un notevole piacere dalla cosa.
‘Dai forza sbrigati che è tardi’ insiste Monica guardando la sorella.
‘Arrivo arrivo dammi due minuti per fare la doccia’.
Vorrei proporle di farcela assieme questa doccia ma evito per non complicare la situazione oltre misura.
Mentre Marika se ne stà andando a lavarsi e io in camera mia Monica chiude la questione ‘Facciamo che io non ho visto nulla ma che sia l’ultima volta. Vi direi smettetela e non fatelo più ma non sono così sicura che mi ascoltereste quindi l’unicaa cosa è fatelo quando siete soli in casa capito? E non fatevi beccare dalla mamma’.
Questione chiusa.
Peccato che a me solo l’idea che mia madre mi becchi mentre monto mia sorella suggerisca idee così porche da farmelo scoppiare.
Peccato che ci sia Monica in mezzo ai coglioni perchè è un altro giorno e ho di nuovo voglia di scopare.
Peccato che Valentina mi abbia già chiesto un giorno di tregua.
Paziente aspetto che Monica e Marika se ne vadano dopo, per forza di cose mi tirerò una degna sega.
Le saluto ancora nudo mentre noto chiaramente che Monica fa di tutto per non fissarmi il cazzo mentre all’opposto Marika mi fa l’occhietto di chi dice ‘ci vediamo dopo’.
Chiudo la porta a chiave per evitare sorprese e quindi mi siedo al Pc con una mano sul cazzo e l’altra sul mouse intenta a cercare un bel video porno adeguato alla sborrata.
Ne trovo uno dove un ragazzo scopa assieme madre e figlia. Pare perfetto visto che la madre somiglia tantissimo a Francesca. La mano inizia a lavorare mentre mi godo le immagini… e squilla quel dannato telefono.
‘Chi è?’ raglio rabbioso.
‘Amore che hai ti sei svegliato male?’
E’ Valentina. Dolce come sempre. Subito chiudo il video porno neanche che posse vederlo.
‘Scusa amore sono un po’ nervoso e… scusami, scusami tanto’.
‘Scommetto che sei nervoso perchè hai voglia di scopare’ attacca lei andando dritta al sodo. Ancora una volta sono felice di avere una fidanzata che non si nasconde dietro ad un dito.
‘Se vuoi ho la casa vuota’ dico.
‘No tesoro. Guarda sono qui mezza nuda con la fichetta tutta incremata. Avevo le labbra così rosse che non riesco neanche a camminare’.
‘Mi spiace’.
‘Ma figurati, me la sono cercata. In effetti in macchina si fa un po’ fatica. Comunque con un giorno di riposo passa tutto, stai tranquillo. Tu piuttosto come stai?’.
‘Al solito. Come ogni mattina mi sveglio con una trave dura’.
‘Ti stavi facendo una sega?’.
Perchè nasconderglielo in fondo è Valentina no? ‘Si, avevo iniziato….’.
‘Allora ferma tutto. Se devi farlo tanto vale che lo usi come si deve no. Aspetta dieci minuti ok?’.
‘Ma che vuoi fare amore -le chiedo- hai appena detto che sei tutta piena di crema. Che fai mica lo tiri con la bocca?’.
Lei ride ‘E bravo porcone. No, no io oggi riposo totale anche perchè ieri mi hai già esplorato abbastanza le tonsille con la cappella uccellone mio. No ti mando una persona così ti sfoghi’.
L’idea mi allieta. Che bello avere una fidanzata che quando è stanca ti manda altre in sua sostituzione. Da non crederci.
Poi però ho un dubbio ‘Mica mi mandi quel cesso a pedali di tua nonna? Si vabbè ogni tanto non è malaccio farsi una tardona però insomma…’.
‘Insomma cosa?’ ridacchia lei dalla cornetta.
‘Insomma vorrei metterlo in una fica che non abbia il pelo grigio per capirci’.
‘Allora caschi bene perchè ti mando una persona che il pelo non lo ha proprio’ e ride di nuovo.
‘Allora non è la nonnina’.
‘Direi proprio di no. Ti chiedo una cosa sola, anzi due. Non metterla incinta, vieni fuori mi raccomando se no ci resta capito?’.
‘Si ok’ annuisco e potrei anche aggiungerle che ho fatto pratica con mia sorella.
‘E secondo non esagerare. Risparmia energie per domani capito bene pisellone’.
‘Tesoro ma lo sai dai sono inesauribile. Mi dovrei fare un tatuaggio DURACEL sul pisello per quanto funziono’.
‘Tu comunque dammi retta perchè domani abbiamo una giornata impegnativa capito? Ti serviranno tutte le energie che hai fidati’.
‘Ummm…. allora era meglio se oggi non mi mandavi nessuno’.
‘No era punirti troppo. Fatti un paio di sborrate tesoro, te le sei meritate ma poi basta ok?’.
‘Facciamo tre’ propongo io.
Lei ride ‘Si giusto, in fondo i buchi sono tre’.
Sussulto al solo accenno che ha fatto alla sodomia ‘Vale sei una vera porca lo sai’.
‘E tu sei il mio super pisellone dolce e caro’.
‘Ti amo Vale. Ti amo tantissimo sei una donna stupenda in tutti i sensi’.
‘Bravo pensala così che domani me lo dimostri in modo tangibile. Vai ora divertiti’.
‘Posso almeno sapere come si chiama quella che mi mandi?’.
‘Sorpresina’ chiude lei e mette giù il telefono senza aggiungere altro.
Due minuti dopo sento suonare alla porta. Sono così arrapato che cammino col cazzo dritto poggiato al petto tipo alza bandiera. Sia chi sia avrà di certo una fantastica accoglienza.
E’ una ragazza cinese indubbiamente. Piccolina non supera il metro e sessanta nonostante abbia i tacchi. Mi pare di averla intravvista qualche volta accanto alla zia di Valentina e credevo fosse la sua badante.
Il bello è che ha una gonnellina così corta che non nasconde quasi nulla e solo a guardarla mi viene una gran voglia di infilarle le mani sotto al collant nero.
Invece, ancora sulla soglia, è lei a prendere l’iniziativa ‘Io sono Peng-Li ma tutti mi chiamano Pen. La signorina Valentina mi ha detto di farti rilassare.
‘A davvero?’ dico io come se mi fossi dimenticato di essere nudo e col cazzo dritto.
‘Tu hai davvero grande cazzone!’ dice mentre lo fissa quasi ammirata.
Io, vanitosamente, me lo sento venire ancor più duro.
E’ in quel momento che la sua gonnellina si alza e mi accorgo che il suo collant ha un bel buchino proprio fra le cosce da cui appare in tutta la sua interezza una bella fichetta sbarbata con un piccolo solco al centro.
‘Fai prendere aria alla gnocca?’ chiedo.
‘Calze da lavoro, ordine di signora padrona’ dice lei col suo italiano stentato.
Interessante. Quindi la vecchia si tiene in casa una ragazzina cinese che ha la fica al vento. Chissà cosa faranno…
Solo a immaginare la nonna di Valentina che lesbica con Pen mi pulsa la cappella.
Pen lo deve aver capito perchè di colpo si chiude la porta alle spalle e come nulla fosse si china in ginocchio di fronte a me.
Spalanca la boccuccia e con un sol boccone mi prende la cappella fra le labbra e ingoia per bene per farsi entrare più cazzo possibile in gola.
Le metto una mano sui lungi capelli scuri e morbidi e le faccio qualche complimento tipo ‘O ma come sei brava…. Cazzo se succhi amore mio’ ma lei non mi da nemmeno risposta e succhia a tutta forza.
Intanto, senza perdermi il suo calore orale riesco a farle togliere almeno la camicetta e a godermi un po’ delle sue piccole tettine bianche come il latte con i capezzoletti dritti. E’ una bella fica nulla da dire.
Quindici minuti dopo torturata da quel risucchio la mia cappella esplode. Faccio appena in tempo a sfilarglielo dalla bocca per farle, letteralmente, una doccia di sborra sul petto e sul viso.
Lei, per nulla contrariata se lo riprende in bocca mentre ancora mi cola ‘Hey non fai una pausa’.
‘Io faccio bello duro per ficca ficca vuoi? Vuoi ficca ficca’ balbetta lei.
‘Ficca ficca nella tua fica’ rido io giocando con le parole.
Lei deve avermi frainteso perchè se lo toglie di bocca, si alza in piedi e mi guarda dritto negli occhi ‘Tu no sborra in fica capisci? No sborra dentro’.
Faccio si con la testa ‘Non ti devo venire dentro. Ok va bene te lo faccio in faccio stai tranquilla’.
‘No faccia, altro buco capito? Buco davanti per ficca, buco dietro per sborra. Capisci’.
O si capisco altrochè e l’idea mi arrapa da morire.
Così andiamo in camera mia e lei maliziopsamente si tiene il collant strappato abilmentre nei punti giusti.
Io sono così infoiato che appena si sdraia le monto sopra e con un unico colpo spingo per ficcarglielo tutto dentro. Ma la cinesina ha la fica di una bambola. Una cosa stretta fino all’inverosimile. ‘Cazzo sembri vergine’ commento mentre spingo con fatica per farlo entrare.
‘No vergine. Io stretta. Tu lecca lecca… Tu allarga’ propone.
Si è una ottima idea. Se non voglio stritolarmi il cazzo e così, senza problemi mi piazzo fra le sue gambe e inizio a muovere su e giù la lingua inh quel fiorellino di loto morbido e depilato.
Pen viene. E’ inevitabile perchè cola liquido bianco dalla vagina. Sembra quasi una sborrata…
L’idea mi piace e non resito all’idea di bere quel liquido per sentirne il sapore.
Dolcissimo.
Ora che è bella lubrificata di nuovo mi piazzo su di lei e stavolta con due bei colpi di reni le infilo tutta l’asta nella vulva.
Lei urla frasi sconnesse nella sua lingua ma si capisce che gli piace, il dal canto mio godo come se la stessi davvero sverginando. Calda e stretta mi provoca quella tipica reazione a effetto e un attimo dopo ho la cappella che freme.
‘Sborrooo Pen!’ le urlo e lei, lesta fa un movimneto meccanico e preciso con le ginocchia spingendomi all’indietro. Il cazzo le sguscia fuori dalla fica e spruzza… Lei si tuffa sull’uccello per bere…. E beve davvero il più possibile.
Ora davvero ho bisogno di un attimo di tregua e così mi sdraio ma Pen, che non ha ancora finito si piazza tra le mie gambe e inizia prima a leccarmi i testicoli e poi a scendere con la lingua calda e conturbante.
Poco dopo sento una cosa bellissima che mi solletica il culo. Non ci credo è la sua lingua. Con una mano mi masturba e con la lingua mi lecca il culo.
Non avevo mai saputo fosse tanto bello ma quella lingua mi marmorizza il cazzo in un minuto.
E così eccoci perfettamente pronti per la terza chiavata (alla fine saranno 5) e siccome è stata lei a proporlo non posso far a meno di invitarla ad assumere una posizione a pecorina.
Lei obbedisce e a guardarla chinata così con quel suo corpo minuto per un attimo ho quasi paura di romperla ma poi l’eccitazione mi guida e non posso fare a meno di poggiarle la cappella lungo il piccolo solco che ha tra le chiappette sode e tonde.
Lei mi aiuta, si nmette le mani sulle natiche e le spalanca per mostrarmi bene il buchetto. Il vi poggio la cappella e non posso fare a meno di notare quanto sia largo ‘Di ma ti ha inculato un cavallo?’ chiedo mnentree le poggio la cappella.
‘Signora fatto con vibratore’ dice lei.
‘A la vecchia porca… Che vacca, lo sapevo….’ e spingendo le infilo il cazzo nel culo.
In un attimo è tutto dentro e mentre il suo piccolo corpicino si contrae per la fatica io la inculo a tutto spiano con lo schizzo inj canna. Che posso farci inculare le donne mi arrapa da morire.
Alla fine, comne lei mi ha detto ‘faccio la sborra’ nel buco dietro e lei tranquilla ancheggia avanti e indietro godendosi il mio schizzo rovente.
Stavolta la pausa la facciamo davvero ma poi con un fuoco come Pen che ti succhia il cazzo a comando ci scappano altre due belle chiavate precedute da altrettanti pompini. Non si lesina la cinesina, ci da, succhia, geme, pompa…. Si vede che sa darsi da fare.
Unico problema è che l’orologio segna ormai l’una del pomeriggio e io non me ne sono neanche accorto. Così proprio mentre sono lì a farmi la quinta sborrata di fila sulle tettine della cinesina ecco che alle mie spalle sento un ‘Umm umm. Disturbo per caso?’.
Mi volto e la guardo appena ‘O cazzo mamma!’ scatto.
‘Ciao Max’ sorride lei sgranando gli occhi.
‘Ciaooooooooooooooo’ sussurro io perchè nel frattempo mi stà sborrando il cazzo a raffica incontenibilmente.
E resto lì come un deficiente a fissare mia madre con l’uccello in mano e una cinesina coperta di sborra a far da testimone all’evento.
Rispedita la cinesina a casa sua in fretta e furia vado imbarazzatissimo in cucina. Mamma si è messa ai fornelli, completamente nuda come sempre. Il suo corpo è bellissimo, il suo seno florido e sodo. Dopo la mattinata di chiavate con Pen dovrei aver bisogno di un argano per alzare la mia anguilla ma invece mammina riesce ancora una volta ad avere sui miei sensi un effetto indurente completo.
‘Ma non ti vergogni?’ mi aggredisce appena entro in cucina.
Arrossisco ‘Scusa mamma è un amica. E’ venuta a trovarmi e… non ho resistito’.
Lei mi fissa perplessa ‘Ma di cosa parli?’.
‘No tu mamma di cosa parli? Ti sei arrabbiata perchè mi hai beccato a letto con la cinese. Ok, ti ho chiesto scusa’.
Mi ride in faccia.
Allunga una mano e mi fa una carezza ai capelli scompigliandoli tutti ‘scioccone ma di quello non ti devi far problemi. Hai un’età in cui gli ormoni viaggiano come proiettili è normale che tu cerchi di fare più sesso possibile. Guarda che non mi scandalizzo certo per così poco’.
Resto perplesso ‘Allora scusa di cosa dovrei vergognarmi?’.
Lei mi indica il cazzo. In effetti si è un po’ sollevato come se avesi una mezza erezione. Istintivamente mi metto una mano davanti.
‘C’erano gocce di sborra in corridoio e anche qui in cucina te ne sei accorto? Questo proprio non lo posso accettare. Devi imparare Max caro che quando trombi con le tue amiche bisogna mantenere una certa igiene. L’igiene prima di tutto’.
Ti trombi le amiche… La sborra… Cavoli sono vocaboli che non ho mai sentito in bocca a mia madre. Ne resto sconvolto.
‘Non te ne faccio una colpa capisco che dopo una bella scopata l’uccellone ti coli come un rubinetto aperto ma bisogna che stabiliamo qualche regola’.
L’uccello…. addirittura l’uccellone o mamma mia!
‘Quindi numero uno dopo una sborrata ti prendi un asciugamani, te lo piazzi sul cazzo e ti asciughi bene bene poi vai in bagno e gli dai anche una lavata capito bene?’.
‘Si mamma’.
‘Non vogliamo certo che io o le tue sorelle ci si ritrovi a pestare sborra mentre camminiamo…’.
Io a solo pensarci ho l’erezione completa. Le mie sorelle e mammina che nuotano in un mare di sborra. Divertente.
Annuisco agli ordini di mamma e sorrido sperando non noti che ho tutto il pisello dritto e la cappella tutta fuori gonfia come un palloncino.
‘Naturalmente la regola vale anche quando fai da solo’.
‘Come?’ balbetto.
Mi fa un sorrisetto ironico ‘Quando ti fai le seghe -precisa mentre io abbasso gli occhi carico di vergogna- dai cosa credi che non lo sappia? Sarebbe strano il contrario. Mi preoccuperei se un giovane diciannovenne non si facesse qualche bella pippa quando ce l’ha duro’.
Lei nota che sono tutto rosso in volto e come se volesse consolarmi mi fa un altra carezza, stavolta sul petto. Scende piano con la mano e arriva fino ai peli del pube facendomi il solletico. La sensazione stessa della mano di mamma così vicina al cazzo mi manda in paradiso ‘Masturbarsi è una cosa normale, un sano relax di cui non abbiamo nulla di cui vergognaci…’.
Non le rispondo. La sua mano è ancora sul mio pube, come vorrei dirkle di scendere e prenderlo in mano, stringerlo forte, strizzarlo fra le dita, farmi sborrare con forza… O mamma come vorrei mi facessi una sega.
Ma non lo dico. Mi vergogno troppo. Resto li immobile a fissare i suoi seni e il suo cespuglio nero come una mummia.
Qualcosa dentro però mi stà esplodendo. Ho una erezione che potrebbe tenere su cento chili di sassi. Se mi fa un’altra carezza mi sa che si mette a schizzare da solo.
Distolgo lo sguardo per non fissarla ancora.. ‘Devo andare in bagno’ dico a testa bassa.
La mano di mamma si allunga rapidissima e mi sfiora l’uccello. Non lo afferra ma si limita a dargli una pacca come se volesse saggiarne la robustezza ‘Si credo proprio tu abbia bisogno del bagno’ commenta ridacchiando.
Io mi allontano basito. Sa perfettamente cosa stò andando a fare e non le spiace per nulla anzi quasi mi ha dato la sua approvazione.
‘Mi raccomando prendi bene la mira così avanziamo di lavare il pavimento dopo’ aggiunge ancora come se non mi avesse già detto abbastanza.
Mi sta provocando? Come la devo prendere.
Fatto sta che in me scatta qualcosa e così entro si in bagno deciso a farmi una sega ma volutamente lascio la porta aperta.
Dall’altra parte del corridoio c’è la cucina e lei, lo so, mi può vedere benissimo. Conscio dello spettacolo che stò allestendo mi afferro saldo il cazzo e me lo meno bene bene lungo tutta l’asta. Gemo a mezza voce con rantoli molto significativi. Più penso che mi stà guardando e più mi pulsa la cappella.
Alla fine mi parte un fiotto di sborra che potrebbe riempire un secchiello.
Placato il fuoco che avevo dentro do altri tre o quattro lunghi colpetti per farmi uscire dai coglioni anche gli ultimi residui.
E lei entra in bagno.
Io sono lì a mungermi l’uccello e lei entra tranquilla come nulla fosse. Mi porge un piccolo asciugamani azzurrino. Io lo afferro con la mano libera.
‘Questo te lo tieni per asciugarti il pisello così non ci sbagliamo. Vorrei mai che le tue sorelle si asciugassero il viso con la tua sborra’.
La guardo senza parole. Lei se ne va con totale naturalezza.
La guardo allontanarsi mentre agita allegra quel fantastico culo a mandolino che si ritrova… quasi quasi mi pare di averlo di nuovo duro.
Busso ‘toc toc’ ma invece di venirmi ad aprire sento la voce inconfondibile di Vale che da lontano urla ‘Chi è?’.
‘Sono Max’.
‘A Max…..’ lungo attimo di silenzio forse di indecisione poi un chiaro ‘entra pure è aperto’. Entro e non trovo esattamente una malata ad accogliermi.
Valentina è sdraiata sul divano completamente nuda con le gonfie tettone in bella vista che subito mi procurano un’erezione sotto ai pantaloni.
Non bastasse chinata sul suo pube che mi da la schiena c’è Pen…. nuda.
Non ci vuole molto a capirte che le stà leccando la fica.
‘E’ così che fai la malata?’ chiedo eccitato da queste due lesbicone.
‘La saliva rimargina che è un piuacere. Se non posso ficcare almeno mi sollazzo un po’ ti pare’.
‘Certo che sei proprio una troia’.
‘Detto da quello che l’ha messo in culo a Pen poche ore fa pare un po’ comico’ e ride. Rido anche io divertito ma anche eccitato.
Senza dire altro mi levo i pantaloni e sfodero la mia anguilla di carne bella dura e pronta.
In un secondo sono già alle spalle della cinesina che tutta convinta lavora di lingua nella vagina di Vale.
Uno spettacolo bellissimo.
Le metto una mano sul culetto e palpo un po’ la pelle all’orientale, anche la sua fichetta è bella umida e calda e non aspetta di meglio.
In un secondo sono dentro fino alla cappella.
E così finiamo a farci questo bel terzetto. Io a fottere la cinese e Vale a goderle in bocca come una vacca.
L’eccitazione di fottere due donne assieme è davvero tanta e la cinesina ci da di brutto con lunghi colpetti di reni per farmi fottere alla meglio. ‘Dai troia che poi ti prendo anche il culo’ dico mentre schiaffeggio il suo piccolo mandolino giallo.
Sono già a buon punto e me la stò proprio godendo quando di nuiovo qualciosa interrompe i nostri giochi.
Mi volto e mi trovo davanti la vecchia.
La nonna di Valentina mi si presenta semi nuda con le calze autoreggenti nere da troia, un bustino di seta da puttana che le lascia le tette al vento e… un cazzo di goma che le spunta dalla fica.
Come scoprirò in seguito è un fallo a due punte di circa mezzo metro che si usa per questi giochetti saffici. In pratica la prima troia si ficca il cazzo nella fica da una parte e lo mette abbastanza dentro da poterselo godere quindi piazza l’altra estreemità in fica all’amica e la possiede come un maschio. A quel punto il piacere è duplice perchè tanto più una pompa tanto più le entra dentro.
‘Bell’uccello signora’ dico.
‘Il tuo è meglio’ ride la vecchia che se lo sega in una mano neanche fosse vero.
‘Mi sa che le ho rubato il posto’ rido mentre sfilo il cazzo durissimo dalla vagina della Cinese.
‘In effetti si’ ride la vecchia. Così si avvicina mostrando già una certa esperienza, afferra la cinese per i fianchi stretti e se la piazza proprio davanti. Sempre con lei intenta a slinguarle la nipote la agguanta secca a pecorina e pur restando in piedi le piazza dentro quel cefalo di silicone più che può.
La nonna da il ritmo a tutta la scopata. Più pompa nella fica di Pen più lei infila la lingua a Valentina. Più Vale geme di piacere più la vecchia si attizza ululando. Gode così tanto che nonostante il cxazzo finto che ha dentro si vedono dei rivoli sgusciarle fuori e colarle sulle gambe.
O che bello spettacolo di famiglia. Un incesto saffico a tre con cinesina in omaggio. Non posso resistere tanto a lungo.
Senza chiedere il permesso a nessuno mi piazzo dietro alla vecchia, mi struscio quel tanto che basta e le poggio la cappella sul culo.
E così iniziamo a giocare. Una bella inculata alla vecchia, una sbocchinat da Valentina e quindi di nuovo a fottere Pen che tanto per gradire si becca il mio in fica e quello finto di nonna nel culo.
Andiamo avanti csì per quasi due ore.
A parte Valentina che sotto è indisposta tappo a ripetizione tutti i buchi che trovo. Mi tolgo il gusto di sborrare in culo a Pen e in bocca alla vecchia troia e mi accorgo che tanto più le chiavo la nonna chiamamdola ‘vacca o puttana’ o peggio tanto più Valentina pare ecciatrsi come se vedere sua nonna sottomessa le aumentasse il piacere.
Quando le tre si dichairano esauste e la nonna non riesce quasi a sedersi per il male al culo anche io chiudo e sparo le ultime gocce sulle tettone della mia ragazza. Un po’ le cola anche in bocca ed è proprio con lo sperma che le esce dalle labbra che mi bacia e mi sussurra ‘Amore mio sei stupendo, oltre ad essere bello e simpatico hai una trave che non si esaurisce mai’.
‘E tu sei la ragazza che tutti vborrebbero avere. Oltre a scopare come una Dea sei coì perversa che mi ecciti sempre di più’.
‘Ora però vai a nanna amore perchè domani ti voglio in forze. Domani che la mia micetta torna operativa voglio il tuo cazzo a più non posso..’
‘E io voglio consumarti la fichetta amore mio’ e sorridendo saluto e me ne vado.
La nonna non ha nemmeno la forza di dire ciao tanto l’ho rotta a forza di pompare, la cinesina ha un pezzo di ghiaccio e se lo passa sulla gnocca dandosi un po’ di sollievo… Non per essere presuntuoso ma oggi ho davvero spaccato la fica a tutte e tre…
Per un po’ ho evitato di scopare con mia sorella anche perchè ho paura che l’altra se ne vada in giro a sparlare della cosa o peggio spiattelli tutto a mamma. Così in casa sono abbastanza casto e tranquillo anche se con tutte quelle tette al vento e quei baffi in bella mostra non è facile. Certo ho Valentyina che mi da una grossa mano scopando come una vaxcca il più che può e facendo ogni tanto partecipare la sua badante cinese che è sempre una bella cosa.
Comunque sia arrivo a casa e dopo una settimana di astinenza dall’incesto mio malgrado ci ricado sopra. Stavolta però la colpa è tutta di Marika.
Mi sono svegliato tardi e ancora un po sonnacchioso sono andato tranquillo verso il bagno con il mio piselone in mezzo fra una erezione del mattino e un bisognoso bisogno di svuotare un litro d’urina. Per quanto sia sempre pronto ad una bella scopata in quel momento, giuro, non mi era passato proprio per la mente anche perchè credevo di essere solo a casa.
Invece entro in bagno e mi trovo Marika seduta sulla tazza.
Nuda, ma questa non è una novità. A gambe larghe in maniera oscena e già solo la posizione sveglierebbe il cazzo di un morto.
Se non bastasse ha un fallo di lattice grosso come una trave piantato nella vulva e se lo muove su e giù come un’ossessa.
L’uccello mi diventa automaticamente di marmo ‘posso sapere cosa fai?’ domando.
‘Non lo vedi fratellino… stò godendo’ dice tranquilla continaundo a muoverselo su e giù a tutta forza.
Un secondo dopo le ho già schiaffato la cappella gonfia in bocca….
Ci guardiamo negli occhi, abbiamo entrambi una voglia da paura. Monica che si incazzi pure qyanto vuole, non ce ne frega niente.
Nell’ora successiva in quel bagno succede di tutto. Prima la prendo a pecora sul lavandino stritolandole i fianchi e schiaffeggiandole il sedere poi direttamente sul tappeto lei sotto e io sopra a stantuffare finchè mi reggono le gambe.
Tocca poi a me sdraiarmi mentre Marika mi si siede in braccio e usa il mio pisellone come sgabello.
Piena di energie si impala sul mio tarello fuoriosa di procurarsi l’orgasmo.
Godiamo senza problemi e non abbiamo alcuna intenzione di smettere. Cola come una fontana e io assetato mi getto fra le sue gambe a leccare quella passerina deliziosa fino alll’ultima goccia. Ormai aperta se lo fa scivolare dietro senza problemi e arrapato da quel bel culetto la omaggio con un clistere di sborra.
Glielo sfilo dalle chiappe e lei sgrana gli occhi ‘ma non ti viene mai molle?’.
‘Adesso è un po’ presto’ spiego.
Non le dispiace granchè. Me lo prende in mano e guidandolo come fosse una maniglia mi porta verso le camere da letto.
Entriamo in camera di mamma. ‘Vuoi scopare qui?’ le chiedo.
‘Si dai così stiamo più comodi sul matrimoniale’ e mentre lo dice si sdraia e divarica le gambe come una gatta in calore.
Non posso resistere, le scivolo sopra, addento quei capezzoli duri e glielo lascio scivolare dentro…. ancora e ancora….
Poco dopo su quelle tette da paura ci faccio un’altra bella sborrata. Il liquido sprizza fuori a tuytta potenza e le arriva fin sulle labbra. Marika se le lecca con gusto.
E sono ancora lì col cazzo in mano a sgrullarmi lo sperma quando sento un severo ‘um um um’.
Ci voltiamo a guardare sulla porta ‘Cazzo mamma!’.
Mia madre ancora vestita ci fissa severa con le mani poggiate sui fianchi ‘Forse non ve ne siete accorti ma è quasi mezzogiorno e io sono tornata per pranzare’.
Marika arroscisce e sbotta ‘Cristo stiamo scopando da quasi tre ore!’.
‘Abbiamo perso la cognizoone del tempo’ dico io quasi a volerla giustificare.
Marika scatta in piedi con an lo sperma che le cola dalla passera ‘Scusa mamma preparo subito subito’.
‘Sarà meglio’ dice mammina severa.
Io resto lì sdraiato sul suo letto e la guardo col mio uccello barozzo e la cappella umida senza sapere che dire.
Ho il fiato corto e il cazzo duro. Un conto è simulare atteggiamenti al limite della decenza, farsi qualche sega mentre mamma non guarda o fa finta di non guardare ma qui si tratta proprio di una chiavata.
Beccato in pieno con la trave piazzata tra le gambe di mia sorella senza che la cosa possa essere equivocata.
Temo l’ira di mamma da una parte e dall’altra ho un magnom che non si abbassa fra le gambe e che pretende, giustamente, la dovuta eiaculazione.
Probabilmente mi basterebbero un paio di carezze per spruzzare come un tubo dell’acqua.
Mamma ha un espressione strana. Non proprio arrabbiata ma direi pensierosa credo stia pensando al modo più adatto per punirmi.
Inizia a spogliarsi. Anche questa è una sua abitudine e anzi stupisce che sia in casa da così tanto tempo e abbia ancora i vestiti addosso. Di solito si spoglia già in corridoio.
Si sfila la camicetta nera e sotto non ha reggiseno così i suoi bei capezzoli duri e rosa si protendono fuori neanche fossero armi puntate su di me.
Io la fisso. Davanti a questa visione qualsiasi tentativo di far abbassare la guardia al mio pisellone sarebbe comunque inutile.
Si sfila la gonna. Senza mutandine e con le sole calze nere autoreggenti è ancora più sexy. Ora non solo ce l’ho duro ma a fissare quell’ensamble di fica ricciuta e nylon la cappella mi pulsa proprio.
Si avvicina… Che vuol fare? Schiaffeggiarmi? Non so immaginarlo e di certo non potevo indovinare cosa mi avrebbe chiesto: ‘Hai mai messo un preservativo?’.
‘Come? No io? In che senso?’.
‘Ti stò chiedendo se quando fai sesso usi il preservativo. Mi pare di no a quanto vedo’.
‘Non so, non ho mai provato…’ ma che cazzo di domanda è.
‘Scommetto che non li trovi della tua misura vero? Stessa scusa che usava tuo padre’.
A! Quindi è per questo che è così grosso è ereditario. Buono a sapersi e grazie papà.
Mi siede accanto. Il suo ginocchio ancora inguantato nella calza mi si poggia sul fianco e il solo contatto fra i nostri corpi mi eccita da morire. Non oso muovermi e godo di ogni istante di questo momento… Lei per indorare la dose mi mette una mano sul braccio e mi accarezza ‘Bisogna che io e te facciamo un discorsetto. E’ una cosa importante capiosci?’.
Annuisco.
‘Vedi tu, come tuo padre avete questi come possiamo chiamarli…. siluri. -sorride e me lo fissa- e insomma è normale che essendo funzionanteime e vista la giovane età sia sempre pronto a… sparare’.
Annuisco cercando di restare serio. Le sue carezze dal braccio passano al petto.
‘Ora è normale che tu diciamo spari a raffica e io non penso certo di impedirtelo, è un instinto che non si deve dominare e anzi diciamolo pure il sesso è così bello. Però ti chiedo sei consapevole che quando spari le tue raffichje non sono a salve?’.
La fisso chiedendomi dove vuole arrivare.
‘Sono a salve o no?’ insiste lei.
‘Credo di no’ balbetto io.
‘Ecco appunto. Non sono a salve, non hai mica fatto una vasectomia. Sei pericoloso capisci?’.
‘Pericoloso?’.
‘Per parlarci chiaro vuoi forse diventare il padre del figlio di tua sorella?’.
‘Ma mamma cosa dici?’.
‘Ti dico Max che se non facciamo qualcosa una volta o l’altra vieni dentro a Marika e il tuo seme feconda il suo ovulo. Non puoi pensare che essendo parenti la cosa non accada anzi…’.
‘Io non ci ho mai pensato in questi termini’.
‘Lo so a te e a tua sorella andava di farlo e vi siete sfogati un po. Questo lo capisco e non posso dirvi nulla ma, e qui sta a te dirmelo, sai frenare in tempo? Perchè il problema è tutto qui’.
‘Cioè tu intendi….’.
‘Intendo che non devi versare sperma dentro a tua sorella più chiaro di così. Lo sai fare?
‘Marika non è la vecchia babbiona del piano di sotto che anche se la riempia ripetizione non ha conseguenze. E’ una ragazza giovane e con gli ormoni molto attivi capisci… Basta una goccia’.
Mi paralizzo. A parte il discorso che stà affrontando la mamma ora in bella maniera mi ha detto che sa tutto delle sporcellate che mi faccio con la nonna di Valentina. Chi glielo ha detto? Oddio che imbarazzo….
‘Allora dimmi chiaro sai fare l’uomo consapevole? Abbandonare prima che sia troppo tardi?’.
‘Di solito… Cioè in linea di massima esco…. Cioè sborro fuori. Si di solito faccio fuori anche con la mia ragazza….’.
‘Di solito o sempre? -insiste lei- no perchè un conto è che ti piaccia uscire fuori attratto dall’idea di venirle sul seno un conto è essere consapevoli che se non si esce capitano i disastri. Tu sei consapevole?’.
‘Credo di si’.
‘E pensi che a me basti un credo di si per stare tranquilla e sapere che non diventerò nonna prima del tempo’.
‘Non so cosa dirti’ scuoto la testa io senza capirci più nulla.
‘Max -mi fissa dritto negli occhi- non si tratta di dire si tratta di fare!’.
Strabuzzo gli occhi. Non ho capito che vuole o forse l’ho capito troppo bene.
Prima che abbia ad aggiungere altro mamma si è già sdraiata bene accanto a me con la testa sul cuscino. I suoi seni mi si strusciano sul petto, la mia cappella solletica il suo petto magro e scolpito. Sono eccitato ai massimi ‘Mamma… o cazzo mamma’ mormoro mentre la mia mano timidamente le accarezza la pelle.
Lei senza dire nulla me lo prende fra le mani. ‘Certo che è davvero grosso mi fari mica male?’ sorride.
‘No mammina non voglio farti male solo tanto bene… Tanto…..’ sospiro e guidato dalla sua mano esperta con la cappella gonfica e vogliosa lentamente profano la sua vagina.
Mi viene da piangere per l’emozione. Sto infilando il cazo nella fica di mia madre…ed è assolutamente stupendo.
La scopo.
La prima volta devo ammetterlo non è il mio massimo. Sono così avanti coi lavori che dopo neanche cinque minuti mi devo ritrarre e sfilarlo in fretta. Neanche il tempo di sentirla venire come avrei voluto che già l’ho estratto e le stò gocciolando addosso come una fontana. La sborrata è così soffertta e attesa che svuoto liquidi che neanche sapevo di avere. Tre lunghi schizzi uno più copioso dell’altro che arrivano sul suo petto, sul suo seno, sul suo viso.
‘Scusami -dico-non ce la facevo più…. Stavo già per venire quando sei arrivata’.
Lei non dice nulla e sorride ‘Direi che ti sei controllato bene’.
‘Si hai visto? Neanche una goccia nella vagina’.
‘Si bravo ma adesso è importante ricordarsi di fare la pipì. Non basta venire fuori col primo getto perchè nel pisello restano ancora un sacco di spermatozio lo sai?’.
Annuisco.
‘L’unico modo per diciamo pulire bene il tubo è fare un’abbondante pisciata. Se non ti viene devi sforzarti ma ricordati mai e poi mai devi rimetterlo dentro senza urinare capito?’
‘Quindi vado a fare pipì’.
‘Si vai a farla tutta e poi puoi ricomviare’.
Vado veloce in bagno. Quell’ultima frase mi ha fatto ben sperare. Pur parlando sul piano teorico mamma non ha escluso che dopo aver pisciato si possa tornare al lavoro. Con lei? Spero.
Faccio una gran fatica perchè pisciare col cazzo duro è un impresa ma alla fine qualcosa esce e il tubo, come lo chiama lei, è pulito.
Torno in camera con un cazzo duro da paura e entro sperando di trovarla ancora. Non so nenache descrivere con qualta voglia lo desidero.
E lei è lì….
Sdraiata sul letto nuda. Si è tolta le calze e il suo corpo perfetto stà sdraiato di fronte a me con le gambe abbastanza divaricate da mostrarmi il suo bel pelo rado.
Mi sorride ‘Lo sai che messo così sembri un elefantino?’.
‘Sembro un elefantino ma in realtà sono un toro…’ scatto io e con un balzo le sono accanto. Io sopra, lei sotto di me alla mia mercè. La sua fica già umida e dilatata, il mio cazzo pulsante e rigido.
Ci basta avvicinarci e già il mio attrezzo ha trovato la sua tana. Come se quella fica fosse disegnata su misura le entro dento dolce e delicato. Lei mi accoglie come una ventosa attraendo la mia nerchia in tutta la sua lunghezza.
Se prima le avevo solo fatto un po’ di solletico ora appeno accenno a muovermi già strabuzza gli occhi. ‘Cazzo che cazzo!’ geme e le manca il respiro.

Chiaviamo.
La percezione del tempo ha un valore relativo ma andiamo avanti almeno un’ora buona senza tregua. Il mio cazzo è un martello pneumatico e se all’inizio mamma sembrava solo giocare con me ora la sento posseduta nella sua pienezza. Geme, ulula, si dimena. La sua fica pulsa stringendomi il cazzo e i miei colpi diventano sempre più potenti fino a che…. ‘Aaaaaaaaaaaa si Max siiiiii’ strilla la mamma.
‘Si vengo, vengo. Vengooo’.
Mi si stringe addosso strizzandomi fino a farmi male mentre il piacere le attraversa tutto il corpo. Intanto mi sono chinato sul suo seno e le succhio avido le belle tettone aumentando il suo piacere.
Eccitato dal sentiorla godere pompo con ancor maggior forza e gli orgasmi di mamma diventano due poi tre poi sei…
Al nono (suo) perdo il conto ed esausto sfilo la mia asta incandescente.
Mamma si avvicina con la mano me lo prende salda e me lo smulina con padronanza. ‘Sborroooooo’ esclamo mentre l’orgasmo mi schizza fuori fluente e mamma, che stà proprio di fronte alla mia cappella non può far di meglio che spalancare la bocca…
Il mio sperma schizza fuori e le piove diretto in bocca.
A lei non sembra dare fastidio anzi lo inghiotte volentieri e alla fine a dimostrazione che ha gradito mi da due belle leccatone sulla cappella quasi a ringraziamento per il piacere che le ho dato.
Ancora non ci posso credere ma mi sono scopato mia madre.
Eppure è li da vedere con la mia sborra che le cola dalla bocca e la fica rossa per il continuo stantuffare.
La guardo. Lei mi guarda. Nessuno dei due ha lo sguardo di chi non vuole che la cosa si ripeta.
Mi avvicino un po’ a lei. Lei mi sorride e mi da un bacino a bocca chiusa sulla cappella ‘Il pisellone della mamma’ dice tutta felice…
E ridiamo assieme.
‘Peccato che la mamma si sia presa quello che non era suo’ scatta una voce alle nostre spalle.
Ci voltiamo e vediamo Marika nuda che ci fissa appoggiata alla porta. In effetti eravamo così presi dalla chiavata che non ci siamo chiesti dove fosse finita mia sorella. In fondo si tratta di una classica trombata-interruptus e non posso escludere che sia scappata con la fichetta che protestava per il mancato orgasmo.
Senza chiederci nulla di lei abbiamo proceduto alla nostra chiavata, anzi a due chiavate di fila ignorandola completamente e adesso, solo adesso, ci rendiamo conto che è sempre stata lì a pochi passi a sentirci scopare come ricci.
‘Quella era la mia scopata mammina e tu te lo sei preso e ti sei fatta la tua sporcellata da egoista’ dice seria.
Ma la mamma non raccoglie la provocazione. Tranquilla mi prende il cazzo in mano e lo mostra a mia sorella come se reggesse un trofeo. ‘Bhe non mi pare che ti ho proprio portato via tutto…’.
Poi fissa me ‘Prima però ricordati di fare la pipì caro’ ed è più che seria tanto che le obbedisco senza fiatare.

Quando torno dal bagno spettandomi di trovare mia sorella nuda sul letto la trovo invece in buona compagnia.
Le due si sono messe a 69 e da quanto sono a loro agio non pare la prima volta. Mamma è di sotto e le vedo la testa sbucare da sotto il culetto di Marika. Ha la lingua fuori e lecca avida fra le gambe di mia sorella che infatti le sta colando addosso come un lago.
Mi avvicino col cazzo duro e per un attimo ho un certo imbarazzo perchè non so bene come entrare in gioco visto quanto sono prese dal leccarsi le fiche. Mi avvicino ancora un po’ e mi viene istintivo palpare il culo a mia sorella che continua a dimenarsi come una pazza strusciando le labbra della fica sulla bocca di mamma.
E’ a quel punto che la mamma sposta una mano dalla coscia di mia sorella e me lo prende. Mi tira con forza in avanti e mi piazza giusto sulla sua bocca a un millimetro dalla fica di Marika.
Così quasi d’istinto il mio cazzo entra nella fica di mia sorella e mi becco allo stesso tempo il calore della sua patata e la lingua di mamma che mi lecca un po’ l’asta e un po’ i coglioni.
Mamma non va tanto per il sottile. Mentre impalo Marika a tutto spiano mi passa la lingua fra le gambe dai coglioni giù fino al culo e quando me lo solletica, lo ammetto, devo tenermi per non sparare subito altra sborra.
Anche questo deve essere un test e infatti lo supero a pieni voti perchè mi impalo mamma e Marika per quasi un ora e mezza senza versare una goccia.
Le due cambiano spesso posizione e fano si che a turno mi trovi la loro fica a disposizione mentre l’altra è libera di essere leccata.
‘Ma voi due lo fate da un bel pò’ dico giudicando che sono troppo pratiche per essere alle prime armi.
Mamma mi fissa e mi accarezza i capelli ‘Tesoro mio sono anni che ti teniamo nascosta questa cosa. Tu e Monica sieteancora così innocenti che non sapevo se avreste capito. Ora però mi hai dimostrato che sei ben maturo per capire e tenere un segreto mi pare’.
‘Si perchè è ovvio che nessuno deve sapere che facciamo l’incesto mi pare chiaro’ dice severa Marika pur continuando a muoversi su e giù sul mio cazzo.
‘Ecco brava tesoro mio -aggiunge mamma- l’hai detto proprio bene. Un’altra regoletta per il nostro Max. Ricapitolando: regola uno: non si viene dentro alla fichetta sia la mia che di tua sorella, regola due fai la pipì dopo lo schizzo, regola tre segreto assoluto sul sesso in famiglia. Siamo d’accordo?’.
Annuisco e poi con un sorrisetto aggiungo ‘Avrei anche una regola quattro mammina’.
Lei mi fissa curiosa.
‘Tutti i buchi sono buoni’ e così dicendo lo sfilo dalla fica di Marika e mi avvicino piano piano a mamma che è già accucciata tipo cagnolina.
‘A birbantello che sei….’.
‘Hai un culo bellissimo mamma’ le dico.
‘Si ma fai piano che a me per poco non lo hai rotto l’altro giorno’ scatta Marika.
‘Si bisogna fare piano piano’ annuisce la mamma e intanto si mette le mani fra le natiche e me le spalanca di fronte.
Il suo buco del culo pare una rosa fiorita. Non puzza anzi pare quasi profumi di buono. Arrapato mi avvicino per odorarlo e non posso fare a meno di iniziare a lapparglielo per bene.
A mamma la cosa piace parecchio perchè geme anche più di prima e mi incita a continuare ‘Ecco bravo ungilo bene di saliva. Bravo il mio bambino’.
Non ci sono più limiti. Ormai ho avuto tutto da mia madre e cda mia sorella e ne assumo la piena consapevolezza quando con mezzo uccello fra le chiappe di mia madre la monto come un toro fino a raggiungere la sborrata. Quì è concesso e a mamma farsi un clistere di sborra non spiace per nulla.

Stanchi e sudati andiamo a turno a farci la doccia perchè in effetti c’è sborra ovunque e l’odore sia in camera ma anche in casa è forte e pregnante. Infatti sono io a chiederlo ‘E con Monica cosa facciamo’.
‘Starai mica pensando di chiavarla?’ scatta Marika.
In effetti si mi manca solo lei per fare il pieno in famiglia.
‘Caro -mi dice la mamma- tua sorella purtroppo ha avuto un brutto trauma qualche anno fa e non so se e quando guarirà’.
‘Un trauma?’ chiedo curioso.
‘In pratica ha la fobia del cazzo’ dichiara Marika lasciandomi curiosamente basito.
‘E sarebbe questo trauma?’ chiedo curioso.
‘Che quando ne vede uno ha paura. Povera ragazza credo non potrà mai fare sesso. Ne ha tanta voglia e bisogno ma non ce la fa. Solo surrogati povera lei’
‘Cioè lo fa con i vibratori?’ chiedo.
Per svelarmi l’arcano mi portano in camera sua. Marika apre l’ultimo cassetto in fondo della biancheria e WOW sembra un porno shop.
2 falli di lattice rosa di cui uno a due punte che penso serva per impalarsi fica e culo assieme, uno viola fluorescente, un altro nero che Marika fa vibrare accendendolo con un interruttore, uno a cintura e una biscia da mezzo metro con la punta a cazzo da entrambe le parti.
‘E questa è tutta roba di Monica?’.
‘Si e se la annusi sentirai che li usa spesso’ mi invita mia sorella.
In effetti puzzano di sbroda….
‘E questo a cintura con chi lo usa?’.
‘Non con noi non farti idee strane -ride Marika- con noi è quasi una suora ma ha un’amica in palestra che ogni tanto….’
Per reazione il cazzo mi diventa dritto di nuovo.
‘A porcellino ti arrapano le lesbiche…’ ride mamma.
‘Scusatemi’.
‘Ma no figurati. Che facciamo vuoi una mano o fai da solo?’.
Ovvio che scelgo la prima opzione.
E così rimandata la doccia ci spostiamo in salotto seduti comodi sul divano. Io in mezzo e loro due ai mie fianchi. La mamma mi afferra l’asta e inizia a segarmi piano piano. Marika me la mette sui testicoli e me li solletica a dovere.
Una sega coi fiocchi.
Intanto, forse anche per stimolarmi lo schizzo mamma mi racconta il trauma di Monica…
‘Sarà stato cinque o sei anni fa. Tu te la ricordi la signora Carla?’.
Ci devo pensare su un attimo. ‘Dici quella signora mora sempre in minigonna e tacchi, truccatissima…’.
‘Vedo che te la ricordi’ annuisce mamma.
‘Si sarà fatto anche qualche sega pensandola visto come le fissava le gambe’ aggiunge cattiva Marika.
In effetti è vero era una bella ficona e quando ancora non osavo masturbarmi pensando a mamma pensavo a questa topona quarantenne in calze a rete e tacchi immaginando chissàò cosa.
‘Bhe per fortuna che l’hai solo immaginata’ ride mamma e Marika dietro.
Io non capisco a cosa alludano.
‘Lo sapevi che lei e la mamma andavano a letto insieme?’.
Strabuzzo gli occhi ‘Qualcosa immaginavo visto che dormiva qui da noi spesso e volentieri’.
Mamma arrossisce un po’ ‘Non dormivamo granchè’.
E brava la mamma. A saperlo andavo e mi buttavo in mezzo. Il cazzo è di marmo tra un po’ mi sa che le vengo in mano.
Marika molla la presa dal mio uccello e va ad aprire il cassetto del comò dove teniamo le fotografie. Ravana un po’ e alla fine spunta con una foto in mano ‘Prima che ti esalti pensando di fare il terzetto con la mamma e la Carla guardati questo’ e ride.
‘WOW!’ sbotto io.
E’ una foto della signora Carla con indosso solo l’intimo. Ha le calze autoreggenti nere a rete, i tacchi, un bustino rosso senza coppe che lascia la vento quella bella terza ben fatta e tra le gambe il cespuglio di peli nero in bella vista….
Solo che in mezzo al cespuglio c’è un albero.
Un bell’albero grosso fra l’altro.
‘Ma dai era un travestito!’ scatto.
‘Un transessuale veramente. Si era operata da giovane e a parte il pendaglio che non si era voluta tagliare era tutta donna’ spiega mamma.
‘Quindi di notte non stavate solo a leccarvi un po’. Trombavi!’ chiedo.
‘Tu eri ancora giovane prendevo quel che c’era’ ride la mamma senza alcuna vergogna.
‘Meglio per te che non sei andato di là quando lo facevano chissà mai che Carla sbagliava buco e cambiavi parrocchia’ mi sfotte Marika.
‘Su non essere sciocca. E’ proprio così che è successo. Una notte Monica, non so bene perchè è venuta in camera nostra…’.
‘E vi ha beccate?’ chiedo.
‘Si. In pieno. A pecorina se vuoi saperlo. Io sono scattata in avanti, Carla all’indietro e me lo ha sfilato da dentro. Proprio nel momento in cui stava per venire’.
Già immagino mia sorella che fissa la signora Carla con il cazzone duro che zampilla sperma. Chissà che scena. Peccato averla persa.
‘Così da allora è rimasta spaventata dai cazzi veri. Forse vederne uno attaccato ad una donna che considerava quasi una seconda mamma le ha fatto scattare qualcosa. Stà di fatto che appena un ragazzo si spinge oltre e prova a tirarlo fuori lei scappa spaventata’ spiega Marika
Ci rifletto un attimo ‘Ciò detto però sa benissimo che voi due lesbicate mi pare?’.
‘Si lo sa anche se è un po’ in imbarazzo per questo cerchiamo di tenerci quando lei non c’è. Un paio di volte abbiamo anche provato a farlo assieme ma lei trepidava di imbarazzo. Appena mamma le leccava la fica iniziava a tremare così abbiamo smesso’.
La mano di mamma è sempre più agile sul mio uccello. L’idea del travestito, di mia sorella che se la fa leccare, di tutta la porcaggine…. ‘Oooooooooooo’ gemo e parte un bel fiottone di sborra che vola verso l’alto per poi andarsi a stampare sulle tette di mamma.
‘Allora è scarico finalmente? -domanda Marika- perchè io vorrei farmi la doccia’.
‘Stai tranquilla fino a stasera ti lascio stare’ rido io.
‘No, no ragazzino -interviene severa la mamma- tu stanotte tua sorella la lasci stare. Stanotte alle dieci puntuale nel lettone di mamma solo io e te capito’.
Non faccio fatica ad obbedire al suo ordine, non faccio fatica per niente….
La sera siamo tutti davanti alla tv. Nudi come sempre ma vista la presenza di Monica non accade nulla.
Marika è stanchissima penso anche per le scopate di oggi pomeriggio e sparisce presto per andare a letto. Io intanto fisso mamma aspettando che vada in camera. Mi ha promesso non solo di fare sesso ma vista la mia passione per nylon e pizzi di vestirsi da vera porca con tacchi, body calze a rete eccetera. Io non vedo l’ora di vederla.
Purtroppo non me ne sono reso ben conto ma anche io sono parecchio stanco per tutto il pompare di oggi e così mi appisolo davanti alla tv…

Quando riapro gli occhi sono quasi le undici.
Con mamma dovevo farlo alle dieci in camera sua. Cazzo penso è tardissimo!
Solo a quel punto mi accorgo che ho la sborra che mi cola sull’uccello. I casi sono due. O mi sono fatto una sega nel sonno o me l’hanno fatta mentre ero incosciente. Anzi a guardar bene da come ho la cappella slavata più che una sega mi hanno fatto un pompino.
Penso che la mamma forse vedendomi dormire abbia tentato di svegliarmi così e mi alzo per andarla a ringraziare sperando sia ancora sveglia.

Entro in camera sua e la trovo sveglia sul letto. Sembra davvero una puttana. Body nero, calze a rete nere, tacchi a spillo. Truccatissima su occhi e bocca e profumata più che mai… ‘Wow mamma sembri davvero una battona così’.
‘Allora alla fine mi darai dei soldi’ ride lei che tanto per incentivare la messa in scena si sta anche fumando una sigaretta sbuffando il fumo a cerchi nell’aria.
Mi avvicino quando lei mi fissa il cazzo ‘Ma che è ti sei già fatto una sega?’.
‘No io… Mi sono appisolato e…’.
‘Hai sognato di farlo nel sonno’.
Veramente no. Non ho sognato nulla. Ma faccio finta di niente.
Mamma intanto si preoccupa più per le sue regole e infatti visto che ho schizzato mi manda ad orinare in bagno.
Ci vado poco convinto.
La cosa che più mi disarma però è che se non è stata mamma e visto che Marika dorme…. Chi mi ha fatto un pompino? Monica?
Solo all’idea mi è già tornato duro.

Con questa idea in testa torno in camera di mamma. Così vestita è eccitante anche solo guardarla e lei mi rivela la sua grande abilità orale che non avrei mai sospettato.
Devo dire che oltre ad avere una fica rovente, un buchino del culo che è un piacere aprire la mamma sa davvero come si ciucciano i cazzi.
E’ una notte di fuoco. Ci do così tanto che alla fine quando sborro crollo sul letto distrutto in un sonno profondo e senza sogni. Per un paio di volte penso a mia sorella Monica. Chissà se ci sente? Chissà se è sul suo letto a farsi con i vibratori… Chissà se mai avrò l’occasione di farmela.
Al mattino dopo mamma è andata a far la spesa visto che oggi non lavora e io mi sveglio piacevolmente con una lingua calda che mi solletica il pene.
Mia sorella Marika tanto per non perdere tempo è sdraiata accanto a me..nudissima.
Mi ha già preso il cazzo in mano e me lo stà segando piano piano.
La fisso ancora assonnato… lei mi sorride ‘scopatina del buon giorno?’.
La durezza del mio cazzo non ha bisogno di altre conferme.
Mi avvicino, la faccio sdraiare piano sotto al mio corpo e inizio lentamente a leccarle i seni, a baciarla in bocca, ad accarezzarle i capelli e palparle i fianchi come se avessi cento mani e mille lingue.
Lei delicata me lo afferra e se lo guida in mezzo alle gambe. Sento il calore umido della sua vagina bagnata e le sprofondo dentro con un unico colpo.
Marika strabuzza gli occhi ‘Ouk!’ geme per il piacere di trovarsi penetrara da una tale trave.
Inizio a pompare, prima molto lento facendoglielo scorrere tutto su e giù per l’utero dalla cappella ai testicoli poi sempre più veloce come un vibro massaggiatore.
Tanto aumenta la mia pompata tanto più lei geme di piacere e ci vuole poco per sentirla contrarre i muscoli in uno spasmodico orgasmo ‘Si, siiii, Vengoooooooo’.
Le faccio cenno di fare silenzio ‘Non hai paura di svegliare la tua gemellina?’.
‘Tranquillo la zoccoletta si è alzata presto. Escursione in montagna’.
‘Con un uomo?’.
‘Ma va con la sua amica Barbara’.
Mi viene un flash. Barbara è una di quelle che frequentano la palestra con lei. Alta, slanciata dal fisico perfettamente tonificato ma con due pere da quarta che fanno paura. Per un po’ di tempo ho sperato di farmela e ci ho anche provato una volta senza grandi risultati. In seguito ho saputo che era lesbica dichiarata quindi me ne sono fatto una ragione.
‘Sarà mica con la Barbara che usa i… i giocattoli che ho visto ieri’.
‘Probabile’ sorride Marika.
‘Allora sei proprio sicura che sia un’escursione e che non siano invece andate a…’.
Mia sorella scatta un po’ indispettita ‘Senti a me va bene fare conversazione tra un orgasmo e l’altro ma renditi conto che adesso avrei di meglio a cui pensare dei cazzi di mia sorella’.
In effetti non ha torto. Riprendo a spingere e con un poderoso colpo di reni le do una sciabolata da farglielo uscire dalla bocca. ‘Hai ragione pensa a questo di cazzo adesso’.
Per farmi perdonare lo sfilo, la faccio mettere a pecorina e la impalo nuovamente stavolta avvinghiato ai suoi fianchi e con le ginocchia puntate a terra paio un vero stallone.
Col ritmo di un martello pneumatico non le do tregua…. uno, due, cinque, sette… nove orgasmi di fila mentre io instancabile lavoro di bacino allargandole la vulva di qualche centimetro.
La sfianco. Quando le dico che stò per venire Marika si lancia in avanti sfilandoselo da dentro e atterrata a faccia in giù sul cuscino non accenna a muoversi.
Io in ginocchio col mio idrante in mano sparo una sborrata a festa che spruzza ovunque inondando tutta la sua pelle abbronzata. Poi soddisfatto e svuotato mi accascio accanto a lei per riprendere fiato.
‘Bisogna fare a turno per chi prepara la colazione. Io non so se riesco ad alzarmi fratellone mi hai rotta tutta davvero’.
‘Peccato avevo una mezza idea di farne un’altra nel culo’ rido io.
Mi fissa, strabuzza gli occhi e ride anche lei…

Alla fine la colazione la preparo io e ci beviamo il latte sudati e sporchi come due maiali vicini vicini nel lettone di mamma.
‘Hai programmi per stamattina?’ mi chiede Marika.
‘Veramente no. Pensavo forse di fare un giro in moto o magari sudare un po’ in bici’.
‘Io se vuoi vado in piscina con un paio di amiche. Se vuoi aggregarti…’.
‘Non so magari ci penso sopra ma non mi va tanto di nuotare oggi. Meglio la moto’.
Non pare prendersela troppo ‘Fa come vuoi adesso mi faccio una doccia e poi esco’.
La guardo alzarsi in piedi e camminare leggiadra verso il bagno col suo corpo tonico e completamente nudo. Strano a dirsi ma nonostante quel che ho appena fatto solo a guardarla mi è tornato duro.
Il cazzo è a prova di doccia. Nemmeno l’acqua fredda mi smoscia l’erezione. Marika come aveva detto si è lavata e poi ha preso la roba per andaare in piscina. Io ho gentilmente declinato l’offerta senza rimpianti. Peccato soltanto che avesse così fretta perchè ora quell’idea di farle il culo subito non mi sa più tanto di battuta.
Inutile comunque allarmarsi o arrangiarsi con la mano. Due piani più sotto c’è la mia diletta Valentina che sono sicuro non disdegnerà una sorpresa…
Senza neanche vestirmi mi infilo addosso una vestaglia nera lunga e scedno in ciabatte a suonare il campanello.
Tengo le mani sul legaccio in vita della vestaglia perchè ho una mezza idea di aprirlo di scatto quando lei apre la porta. Lei apre, io sbottono, lui si alza dritto e ‘sorpresa!’.
Invece tutto va a puttane perchè quella che apre la porta non è la mia tettona preferita ma una donna sui quaranta con dei vistosi occhiali rotondi in faccia che mi fissano in malo modo.
‘Buon giorno’ dice acidissima forse per il fatto che sono in vestaglia.
‘Salve. Io veramente cercavo Valentina e….’ non so che dirle.
‘Ma tu chi sei scusa?’.
‘Sarei il suo ragazzo… e lei scusi?’.
‘Io sono la mamma!’ scatta acida la donna.
Ora che la guardo sapendo questa cosa in effetti noto un po’ di somiglianza. Stessi occhi azzurri, stessi capelli rossastri e lunghi e soprattutto stessa latteria sul petto. Per quanto la donna la nasconda sotto ad un castigatissimo abito lungo dal collo al ginocchio si vede che quella è almeno una sesta traboccante.
A sapere che c’era lei in casa mi sarei almeno infilato qualcosa di più decente. Visto che avrei una mezza intenzione di fare le cose sul serio con Vale temo sia determinante fare buona impressione su sua madre se voglio che la storia funzioni.
Se dovessi dare un giudizio sul mio debutto mi darei al massimo un quattro.
Che fesso. Ho solo voglia di andare a nascondermi. Provo a giustificarmi per tappare il danno. ‘Senta signora dovevo solo dire una cosa a Valentina piuttosto urgente ma…. si insomma non fa nulla… casomai passo più tardi… vestito magari’.
‘Si forse è meglio’ chiude lei. Stà quasi per sbattermi la porta in faccia, gliene leggo la determinazione negli occhi quando dal fondo della stanza appare Valentina.
‘Mamma che fai?’ chiede assonnata come una che si è appena alzata dal letto.
La donna scatta ‘Ma che fai? Tutta nuda davanti agli estranei?’.
In effetti addosso ha solo la pelle.
La ragazza spocchiosa ribatte tranquilla ‘O mamma quanto la fai lunga è solo Max il mio nuovo ragazzo’.
‘E ti presenti nuda così davanti a lui?’ borbotta la donna.
‘Dai che non ho nulla che non abbia già visto. Forza fallo entrare e chiudi la porta’.
La madre scuote la testa ma ubbidisce forse temkendo che da fuori altri vedano le nudità della ragazza. Mentre chiude a chiave lòa sento borbottare ‘puttanella’ a mezza voce.
Valentina mi si avvicina e si struscia come una gattina in che non fa altro che accentuare la durezza del mio cazzo che ormai trattengo a fatica sotto alla vestaglia ‘Mia madre Vittoria’.
‘Tanto piacere’ sorrido.
‘Il piacere è tutto tuo’ ribatte lei acida.
‘O dai mamma non essere così glaciale guarda che è un bravissimo ragazzo’.
‘Uno che viene in ciabatte a casa mia non mi pare tanto educato’.
‘E dai mamma è come fosse uno di casa anzi ti spiace se andiamo un’oretta in camera?’ è in calore lo percepisco chiaramente. La mia Valentina ha tanta voglia di cazzo quanta io ne ho di fica.
Ma la signora Vittoria scuote la testa ‘Buon Dio che figlia puttana che mi ritrovo. Tu adesso vorresti che me ne stessi buona buona in cucina mentre voi di la fate le porcherie? Vorreste scopare con me presente e io devo anche fingermi contenta?’.
Valenti ridacchia ‘Con la nonna non ho avuto tanti problemi’.
‘E’ già quella vecchia rimbambita ti lascia faare tutto quello che vuoi magari vi lascia anche soli in casa’.
‘No -attacca la ragazza in tono di sfida- forse non hai capito brutta frigida che non sei altro la nonna non ci ha lasciato soli. Era con noi… la nonna!’.
‘Ma come ti permetti di dare della frigida a tua madre’ e stà per darle uno schiaffo che Valentina evita scansandosi un po’ in la. Io vorrei intervenire ma davvero non so cosa dire.
‘Dai mamma saranno quindici anni che non sopi, da quanto è morto papà. E’ per quello che sei così acida e secca. Tu ti devi fare una bella scopata credimi’.
‘Ma non ti vergogni di dire questo a tua madre’.
‘Ti dico solo la verità. Guarda la nonna, guarda come è serena adesso che si è sfogata un pò’.
Vittoria balbetta di rabbia e stupore ‘Cioè tu mi stai dicendo che…. che mia mamma…’.
‘Si la nonna, la tua mamma, si. Si è fatta una bella scopata anzi ci siamo fatte visto che eravamo assieme’.
‘Non posso crederci -mi fissa accusatoria- tu davvero hai fatto sesso con una donna di sessantacinque anni suonati?’.
Io mi limito ad annuire inespressivo. Mi sa che questa ora lo schiaffo lo vuol dare anche a me.
‘Si mammina -attacca come una vipera Valentina- ci siamo fatti una bella trombata in famiglia. Ce la siamo spassata in tutti i modi e non hai ancora visto il meglio’ ride maligna.
Vittoria non dice nulla inebetita come una statua.
Valentina afferra il legaccio che ho in vita e con un gesto secco scioglie il nodo.
Il mio cazzo libero da ogni costrizione schizza verso l’alto in tutta la sua dura lunghezza. La cappella bella esposta e gonfia e pronta per essere usata.
‘O mio Dio ma… ma è gigantesco!’ strabuzza gli occhi Vittoria.
‘Pensa averlo dentro’ mormora Valentina.
La donna, colta dallo sconforto scuote la testa ‘Tu mi odi vero. E’ per questo che ti comporti così da puttana perchè mi odi’ abbassa la testa pensierosa.
E’ a quel punto che Valentina scatta e si avvicina dolcemente ‘Mamma io non ti odio. Ti voglio bene. Sei ancora così una bella donna e ti stai buttando via conservando una castità che non ha più senso…’.
‘Ma che stai dicendo’ mormora la donna quasi in lacrime.
‘Tio dico che sei nervosa, che ti devi rilassare, che non ti devi privare di certe gioie…’.
‘Valentina ma che hai in mente’ borbotta Vittoria confusa.
‘Che oggi ti faccio un bel regalo mammina’.
‘Ma tu sei pazza….’.
La ragazza dolce ma decisa mette una mano dietro alla nuca della madre ‘Zitta e buona mamma… Fai come ti dico’.
La donna prova a scostarsi ma non ci mette troppa convinzione in fondo il mio cazzo un po’ di curiosità gliela suscita davvero.
Valentina con un bagliore maligno negli occhi obbliga la madre a chinarsi in avanti verso di me. La sento sempre più vicina, i suoi capelli mi sfiorano il petto solleticandomi…
‘Apri la bocca’ sussurra piano la figlia mentre le tiene ferma la testa.
Io non oso dire nulla.
Vittoria con gesti lenti che durano una vita piano piano allarga la bocca. La mia cappella le sfiora le labbra calde e un millimetro alla volta sento che stò entrando dentro di lei.
Valentina rassicurante accarezza la madre sui capelli e intanto con l’altra mano le solletica una coscia sollevandole la gonna.
Il cazzo tutto in bocca. La madre trattiene il respiro. Valentina che la spinge ‘Senti che buono il gusto di un cazzo’.
La madre rompe ogni indugio. Sento la sua lingua calda solleticarmi il prepuzio.
Incredibile a dirsi ma mi sta sbocchinando… ed è anche brava.
Leggo tutta la soddisfazione nel volto di Valentina e immobile come una statua mi godo questa bella pompa…. e non credo che ci fermeremo qui.
Ci siamo trasferiti in camera da letto. Ho fatto sdraiare Vittoria e mi sono prodigato in un lavoretto di bocca da paura nella sua ficona.
La donna doveva davvero averne bisogno perchè mi viene in bocca sei-sette volte di fila con delle colate da paura.
Io, ba buongustaio non mi faccio problemi e bevo fino all’ultima goccia.
Il succo di fica è sempre dissetante.
Valentina intanto, su mio esempio mi si attacca al cazzo e me lo succhia avida come sempre. La madre e la figlia pompinare perfette.
Ormai Vittoria è una bambolina nelle mie mani. Dopo quanto l’ho fatta godere potrei chiederle tutto ed è proprio ciò che intendo fare.
Tolgo la bocca dalla sua passerona e la piazzo su quelle belle tettone scivolandole sopra. La donna sgrana gli occhi di paura ma ormai ne ha voglia, troppa, per tirarsi indietro.
Con un unico colpo il mio uccello scivola in quella fregna umida.
‘Ommadonna mi rompi’ esclama la madre con un gemito. E’ chiaro che non è mai stata posseduta da un attrezzo del genere.
Guardo negli occhi Valentina e noto il suo sguardo eccitato come se guardare mentre le fotto la madre la eccitasse oltre misura.
‘Ti spacco tutta vaccona’ dico mentre le afferro quelle belle borracce una per mano e inizio a spingerglielo su e giù dalla cappella ai coglioni sempre più forte’.
Ci vuol poco per sentire Vittoria venire come una vacca. Il suo liquame le sgorga impetuoso dalla fica inumidendomi la cappella.
Valentina ci guarda e si tocca da sola a tutto spiano. La porcella si stà eccitando più che mai.
‘Si, si, si’ sussulto io con la cappella gonfia arsa dal calore della vecchia sorca di mammina.
‘Dai, dai, non smettere, spaccamiiiiiii!’ geme Vittoria.
Valentina si avvicina alla mamma e le si sdraia in piedi proprio sulla faccia ‘Lecca, troia!’ ordina.
Io a guardare la madre lappare la passerina alla mia ragazza non resisto e sparo una bordata di sperma da paura che entra a tutta forza nell’utero di Vittoria come una sciabolata.
Godiamo…. Tutti e tre assieme…
Io in fica a Vittoria, lei colandomi sul cazzo e Valentina in bocca alla madre.
Sono così assatanato che non mi viene neanche molle.
Lo sfilo dalla sorca della madre ancora bello duro e colante di sperma e con un colpo solo mi butto su Valentina.
Le monto sopra leccando e ciucciando il suo bel tettame sodo e il mio pisello trova la strada da solo.
Vittoria esausta della chiavata è lì accanto a noi e mi guarda fotterle la figlia con vivo interesse.
Avere degli spettatori mentre chiavo non fa altro che attizzarmi di più.
Valentina geme e ulula ‘Siii, o si che cazzone, si fammelo uscire dalla bocca….’.
Si vede che con la madre che ci guarda le piace esibirsi.
La porto facilmente all’ennesimo orgasmo e quindi con il cazzo bello lubrificato dal suo seme la faccio voltare e la monto a pecorina.
Giusto un paio di colpi per attizzarla mentre col dito già le sto masturbando il culetto aprendoglielo bene bene.
Vittoria ci guarda, si tocca, le piace.
‘Sprong!’ mezzo uccello fra le chiappe di Valentina in un colpo solo. Lei ormai è così sfondata che non prova alcun dolore. Solo piacere.
‘Guarda come ti inculo la figlia!’.
‘O Madonna ma quel coso lì dietro? Ma siete pazzi’.
Valentina in spregio alla madre ulula ‘Si, sfondami, spaccamelo tutto. Si, si aprimi in due’ si ciondola avanti e indietro ballonzolando le tettone per aumentare la potenza dell’introduzione.
Con la mano libera accarezzo la coscia calda di Vittoria e mi attizzo ancora di più. La donna timidamente si avvicina e inizia ad accarezzarmi.
Con l’uccello impegnato a sfondare Valentina le mie mani e la mia bocca sono tutte per Vittoria. Lei mi si struscia accanto, mi accarezza, mi lecca il collo, mi ficca la lingua in bocca e me lo fa gonfiare ancor di più.
Il piacere è tutto per Valentina che ora ha in culo un vero tronco d’albero.
Sborro….. ancora.
Valentina tutta sudata e sfatta si getta in avanti sprofondando sul letto. Il suo buco del culo sembra una rosa umida tanto è largo e bagnato. Io sto ancora limonando con Vittoria strizzandole avido le tette. E’ chiaro che ora che ha provato la merce la madre vuol farsi un secondo giro.
Sotto gli occhi di Valentina mi siedo e mi faccio venir sopra la donna. Lei titubante mi viene in braccio e si impala sul mio uccello che oggi non vuol saperne di smettere.
Con le calze nere autoreggenti e basta la donna sembra ancora più vacca.
Me la sbatto a tutta forza e la figlia, per gradire, si gode lo spettacolo facendosi un lento grilletto. Gemono entrambe incitando la mia foga.
Sono un trapano che non vuole fermarsi.
Valentina di colpo fa uno spruzzo da paura. Piscia orgasmi tanto è arrapata.
Contemporaneamente la madre contrae l’utero con un gemito ‘Aaaaa o si, si, urka!’ e viene a sua volta copiosa.
E’ il momento.
La faccio mettere a pecora e le piazzo la cappella dritta fra le chiappe.
‘O no…. Non vorrai mica… No no è troppo grosso’ reclama a mezza voce sentendo la cappella sul buco del culo.
‘O si dai inculala. Inculala!’ sorride Valentina estasiata.
Faccio piano. Il suo anellino si apre e si frantuma piano piano. Le urla di Vittoria sono tutte di doloroso piacere ‘Urk! Ommadonna sembra di avere un elefante dentro!’.
Per lenirle il dolore le metto una mano sulla fregna marcia d’orgasmo e la sgrilletto. Davanti è così fradicia e dilatata che entrano dentro tre dita senza problema.
La mia verga inizia a farsi strada. Ne ha una buona metà nel culo e pian piano il dolore diventa piacere.
‘Sfondala! Sfondala!’ mi incita Valentina che di nuovo si stà sgrillettando a tutta forza.
Spingo. La penetro con tutta la canna.
‘Mi manca il fiato…..’ sussurra Vittoria.
‘Spaccaglielo faglielo uscire dalla bocca!’ insiste la figlia.
Mi aggrappo ai suoi fianchi sodi. La stringo a me e inizio a spingere. Prima con colpi lenti poi sempre più in fretta. Sempre più deciso.
‘Ooooo. Aaaaaa’ ulula Vittoria ma non è più dolore è puro piacere.
‘Ti piace vero puttana?’.
‘Si, si. O che bello. Si sfondami, sfondami che mi piace’.
Le apro il culo a tutta forza….
Vittoria si dimena avanti e indietro come un anguilla vuole gustarselo tutto la porcona.
Valentina si gode la scena, mi viene a fianco e mi bacia solleticandomi anche un po’ l’ano per aumentarmi l’erezione.
Incitato dalla figlia divento un martello pneumatico nel culo della mammina.
Non ce la faccio più, ho la cappella che esplode.
Faccio avvicinare Valentina al culo della madre cosicchè abbia la faccia proprio sul mio cazzo.
La vecchia ormai ha il fiato corto e non sa più che stà facendo, la figlia ha la faccia giusto sul mio cazzo.
Lo sfilo. ‘Sborroooooooo!’ urlo a gran voce e con uno schizzo che potrebbe riempire una vasca da bagno mi svuoto sul viso di una e sulle chiappe dell’altra.
Liberato dalla fuoria finalmente mi accascio sul letto appagato e sfatto.
Il mio cazzo si placa e giace molle e pieno di sperma mentre mi godo le due troie coperte di sborra da capo a piedi.
Se questa sarà la mia futura suocera non vedo l’ora di sposarmi.
Ero troppo curioso e così non ho resistito. Ho preso la Mountain Bike e sono salito fino alle colline dove, di solito, Monica va a fare le sue escursioni.
Dopo quegli attrezzi che ho trovato in camera sua queste escursioni con la sua amichetta mi puzzano un po’.
Infatti non mi sbaglio. Appena mi addentro un po’ nel bosco raggiungendo un punticino piuttosto isolato le trovo sdraiate sull’erba a fare il picnic.
Il fatto però &egrave che sono nude.
Subito mi viene duro. Ho già visto mia sorella e non ha nulla di nuovo da nascondere ma &egrave la prima volta che vedo la fichetta rasata dell’amica.
Barbara &egrave proprio lo stereotipo della lesbica. Capelli corti, seno piatto, magra fino all’eccesso con anellino al capezzolo e un altro alla fica.
Con mia sorella sdraiata e lei dritta sopra alla sua faccia le posso vedere benissimo la fichetta senza pelo con quell’anellino al labbro che la fa sembrare ancora più vacca.
Con mia sorella che a lingua tesa la slappa tipo formichiere non posso resistere e mi apro la patta.
Nascosto dalle foglie mi faccio una sega da paura mentre Barbara continua a gemere e ad agitarsi sopra alla lingua di Monica.
‘Vengoooooo’ geme Barbara inarcando la schiena.
‘Anche io’ mormoro sotto voce sentendo la cappella che mi esplode.
E’ a quel punto che forse faccio un movimento di troppo e lei mi sente.
Di colpo balza in piedi lasciando mia sorella sola sul prato. Ha la sbroda che le cola sulle gambe tanto &egrave venuta.
Completamente nuda e incazzata viene verso di me.
‘Chi cazzo c’&egrave la dietro!’ sbotta.
Mi faccio coraggio ed esco fuori tanto anche volendo non potrei scappare col cazzo così duro.
‘Calma, calma sono solo io’.
Lei mi fissa rabbioso, poi la sua espressione muta un po’ quando mi guarda tra le gambe. Ha notato il calibro dell’uccello &egrave evidente.
‘Che fai il guardone?’.
‘Calma, calma ero solo venuto a vedere come stava mia sorella’.
‘Stà benissimo non vedi’.
‘Si si ho visto’ rido io.
Di nuovo mi fissa il cazzo. ‘Che hai mai visto uno così?’.
‘No così grosso no’ annuisce lei.
‘Bhe grazie’.
‘Posso toccarlo?’.
‘Ma non sei lesbica?’.
‘Si ma ogni tanto mi piace variare un pò’.
Buon per me penso e il pisello mi sussulta alla sola idea. Barbara allunga la mano ‘Fai piano che ero già avanti col lavoro’.
‘Nel senso che mi esplode in mano’ dice lei poggiando le dita delicate a metà dell’asta.
‘Un geyser non scherzo’.
Lei muove la mano ‘Ummmm ma come &egrave duro ma cos’&egrave acciaio?’.
‘Nooooooo’ dico e come prevedevo mi parte lo spruzzo che ormai non tenevo più.
Barbara lo afferra, mi punta l’asta verso l’alto e tutti i miei schizzi le vanno dritti in faccia.
‘Che fai?’.
‘Adoro la sborra calda’ dice mentre lo munge a tutta forza per farmi sparare fino all’ultima goccia.
Monica intanto si alza in piedi, ci ha visti, si avvicina.
‘Ma che fate?’ borbotta arrabbiata.
Barbara non demorde la guarda mentre tiene ancora il cazzo fra le mani ‘Tesoro non me lo avevi detto che tuo fratello aveva un cazzo da cavallo’.
‘Barbara ma che fai sei impazzita!’ scatta mia sorella tutta arrabbiata.
‘Dai cara una roba così la devo provare per forza!’.
‘Ma Barbara….’ mugugna Monica.
‘Dai solo una sveltina. Tu intanto prepara i panini, dai tesoro’.
Si vede che Barbara &egrave dominante sulla mia sorellina perch&egrave lei per quanto irritata le obbedisce.
‘E tu ce la fai o sei già scarico?’ mi chiede.
Gli mostro il cazzo ancora bello duro ‘Ti pare scarico?’.
Allora dai forza.
Restando in piedi si china in avanti poggiando le mani sulle ginocchia e mi porge il sedere teso all’indietro.
Le gambe belle divaricate, la vulva imberbe bella spalancata.
Mi avvicino. Sento il calore del suo corpo. Lecco il suo collo dalla pelle bianca. Il mio cazzo si struscia sul suo basso ventre. Le sfioro le chiappe piccole e sode con la cappella, mi faccio strada nel solco del suo ano fino ad arrivare alla sua vagina.
Basta una piccola spinta e lo sento entrare.
E’ più larga di quanto pensassi. ‘Ummmmmm bellissimo’ commenta mentre lo infilo.
‘E non hai ancora preso il meglio’.
‘Spingi, spingi non perdere tempo a parlare’.
‘Tieni troia!’ scatto io e con un secco colpo di reni la perforo completamente ‘Aia!’.
‘L’hai detto tu di spingere’.
‘Ummm. Che trave &egrave tutto dentro?’.
Le do un secco colpo muovendoglielo nell’utero ‘Tutto porcona!’.
‘Grandioso!’.
In piedi con le mani sui suoi fianchi stretti me la sbatto tirandola a me a tutta forza. Lei geme sottovoce e sento che viene due o tre volte senza mai diminuire il ritmo. Mia sorella &egrave lì a due passi e ci ignora però so che ci stà guardando e la cosa mi arrapa ancor di più.
‘Vengooooo’ gemo e Barbara secca cerca di tuffarsi in avanti ‘Fammi bere, non dentro, fammi bere’.
La lascio andare lei cade sull’erba e con uno scatto secco si volta in ginocchio. Si tuffa sul mio uccello a bocca spalancata.
Io mi afferro l’asta. Bastano due belle carezze e sparo…..
‘Ummmmmmmmm’ mugugna Barbara.
‘Ti piace vero porcona’ sussurro io menandolo a tutta forza.
Lei a bocca spalancata inghiotte tutto. Il mio sperma le cola dalla bocca, al collo e poi giù fino al piccolo seno.
La sborra le piace davvero.
Sazia si passa la lingua sulle labbra ‘Delizioso’ dice.
‘Lieto di averti dissetata. Se vuoi ogni tanto possiamo rifarlo’.
‘Si buona idea basta che non mi vieni dentro ok?’.
‘Tranquilla ho un buon controllo sul mio attrezzo’.
‘Si, si vede che lo sai usare bene. Sei il primo che mi fa venire cinque volte in una scopata’.
‘Lietissimo. Adesso che ne diresti di ricambiarmi il piacere’.
Barbara sgrana gli occhi ‘In che senso scusa?’.
Le faccio un cenno con gli occhi in direzione di Monica.
Barbara la guarda e poi mi sorride sorniona ‘Cio&egrave fammi capire? Vuoi che ti aiuti a scopare tua sorella’.
Il mio sorriso a tutta bocca vale più di ogni assenso verbale.
‘Porcone che sei’ commenta la mezza lesbica.
‘Ma ci stai o no?’ insisto io.
‘Ma &egrave ovvio che ci sto. Fosse solo per vedertelo usare ancora. Patti chiari però quando vieni lo tiri fuori e mi fai bere di nuovo’.
‘Ti piace proprio la sborra allora?’.
‘E’ la mia bevanda preferita tesoro’ ammicca lei e nuda e sculettante se ne va verso Monica che intanto ha preparato sulla coperta da pic-nic una abbondante merenda a cui mi auto invito senza troppi problemi…
Mangiamo; noi due nudi, mia sorella pudicamente si &egrave messa un bikini viola.
Fa finta di niente ma &egrave normale che le cada l’occhio sul mio cazzo che svetta dritto all’aria come sulla fichetta di Barbara che prende in sole bella e bagnata.
Ci scambiamo occhiate strane. Mia sorella di puro imbarazzo e terrore, Barbara ed io con gli occhi maliziosi di chi ha una gran voglia di fare un bel giochetto a tre…
Non potreste almeno mettere le mutande? Se arriva un po di vento mi ritrovo i vostri peli pubici sul panino’ dice mia sorella.
Io mi accarezzo vistosamente l’uccello duro ‘Fossero solo i peli….’.
‘Attenta a non trovare nel panino una salsa strana’ ridacchia Barbara.
Monica la guarda sconsolata e delusa. Non posso che compatirla, in fondo si era appartata in questo boschetto isolato per far sesso saffico con la sua amichetta e io, ed il mio bazooka le abbiamo rovinato il programma.
D’altra parte non è colpa mia se la sua amichetta avrebbe dovuto essere lesbica incallita e invece non si è persa l’occasione di farsi impalare come Dio comanda.
Barbara si alza, fa alcuni passi verso un albero, si accuccia e inizia a colare urina. Incurante di noi si fa la sua bella pisciatina con un sorrisetto in fronte.
Neanche a dirlo mi arrapa da morire guardare quella bella cosina che cola liquido giallo e mi alzo in piedi pronto all’azione.
‘Barbara cazzo ma sei davvero una vacca!’ sbotta mia sorella.
‘Ma smettila Monica. Cazzo sei la più suora che conosca….’ dice l’altra mentre si passa un ditino malizioso sulle labbra vaginali come se volesse pulirsela fino in fondo.
‘Credevo di piacerti così!’ esclama disperata mia sorella stà quasi per piangere.
‘O insomma -scatta Barbara- si vabbè è bello fare i nostri giochini lo sai ma cribbio oggi che abbiamo questa trave sotto mano fai tante storie! Che palla al piede che sei’.
Furiosa Monica balza in piedi ‘Troia puttana che non sei altro! Traditrice e meschina. Tu lo sai che odio il cazzo. Lo odioooo! E tu troia non solo lasci che lui me lo sventoli in faccia ma te lo scopi come niente fosse. Traditrice, vacca e puttana!’ si allontana…
Non posso lasciarla così. Certo è una suorina bigotta ma è pur sempre la mia sorellina.
La rincorro, il cazzo duro mi dondola davanti tipo la coda di una tigre, cerco di non farci caso.
La raggiungo, le sfioro una spalla, lei si ferma.
I nostri occhi carichi di sentimento si incrociano ‘Monica mi dispiace, è colpa mia lo so. Ti chiedo scusa’.
Piange ‘Bastardo. Non ti scopava scoparti mia sorella dovevi venire qui a fotterti la mia amica! Dovevi proprio’.
‘Monica lo so, mi dispiace, è solo che quando vedo una donna mi scatta qualcosa e non posso farne a meno… Se una donna è bella come lo sei tu ho troppa voglia di scoparla….’.
‘Mi vedi davvero così bella?’ chiede lei sorpresa.
‘Sei un fiore’ sorrido io facendole una carezza sul viso.
‘Ti voglio bene Max’ mugola lei.
Le accarezzo delicatamente il collo, le sfioro un seno.
Lei sgrana gli occhi, si ritrae ‘Non così bene porco!’.
‘Scusami è più forte di me’.
‘Max per favore basta con questa storia. Io e te non potremo mai farlo rassegnati’.
‘Posso chiederti il perchè? Un vero perchè?’.
‘Perchè -dice seria- mi fai paura. Quello mi fa paura. Io non posso pensare di avere in corpo una cosa cosi mostruosa. Penso al dolore che mi causerebbe, non posso neanche immaginarlo senza avere la pelle d’oca’.
‘Questo perchè non hai mai avuto un orgasmo. Credo che il vero problema sia quello’.
‘Stronzate, Ne ho avuti a migliaia di orgasmi con Barbara e anche da sola’.
‘Si ma con quelle robe finte di gomma che hai nel cassetto mica con un attrezzo di carne come questo!’.
Arrossisce. Ora sa che io so dei suoi dildo.
Mi avvicino e la abbraccio. Ha la pelle d’oca, sento il suo corpo fragile fra le mie mani, sento la sua pelle liscia al mio tatto, sento il suo ventre sodo su cui poggio la mia gonfia cappella.
‘E se non lo usassi che ne diresti?’ le dico.
‘In che senso scusa?’.
‘Che pur di farlo con te sono disposto a non usare l’attrezzo. Solo la lingua e le mani’.
‘Davvero non lo useresti? Staresti li con la salsiccia dura e basta?’ ride.
‘Mi accontenterei del piacere di avere la lingua fra le tue gambe’.
‘Porco!’.
La mia mano scivola sul suo perizona e inizio a scostarlo. La sua fichetta dal pelo corto e morbido sbuca fuori in tutta la sua bellezza.
Delicato le accarezzo la peluria. Il mio dito le soletica le labbra vaginali senza infilarsi. Incontrollabile Monica ondeggia il bacino avanti e indietro. Le piace…
‘Smettila ti prego’ implora cercando di dominare i suoi sensi.
‘No…..’ sussurro e chinatomi sul suo bacino poggio la faccia contro la sua passerina odorandone il profumo di muschio selvatico che emana.
Le mie mani salde sui suoi fianchi, la mia lingua che piano piano la lecca tutta…
Monica inizia a gemere di piacere…
La lingua trova il suo buchetto e si muove come un formichiere in calore. Sento tutto il gusto del suo intimo più profondo e più lo gusto più mi eccito… più mi eccito e più la lingua affonda.
Con la lingua tesa inizio a muovere la testa sempre più velocemente. La mia lingua dentro e fuori come mossa da un inarrestabile meccanismo diabolico.
‘Oddio mi stai davvero scopando con la lingua. Oooooo, noooo, siiii, o siiiii, non voglio ma non riesco a….. no, no cazz…. ‘ pare che le manchi il fiato.
Poi però nell’eco di quel deserto luogo urla a tutta voce ‘Vengooooooooooooooooo!’.
E in effetti mi gusto una bella bevuta di liquido dolciastro e sugoso.
Stranita scivola sull’erba. Gli occhi sgranati, il battito a mille. ‘Cavoli fratellino nessuna mi aveva mai fatto venire così……’.
‘E lo farò ogni volta che vuoi. Tutto per la mia dolce Monica’ le faccio l’occhiolino io. Quindi con un vistoiso gesto le volto le spalle ‘Ora scusa ma, mi devo arrangiare un attimo se non vuoi che mi scoppi fra le gambe’
Inizio a segarmi. Lei è sempre alle mie spalle.
‘Max forse potrei….’ mormora sulla mia spalla.
‘Potresti?’ dico senza smettere di masturbarlo.
‘Ecco, tu sei stato così…. bravo con me che….. insomma se vuoi , se non me lo vuoi infilare a tutti i costi dentro…. la mano ecco potrei metterla io….’.
Mi volto mostrandole un’erezione paurosa ‘Davvero me la faresti tu?’.
Lei sospira. Non aggiunge altro, allunga una mano e mi afferra l’uccello.
‘O si, o si wow Monica sentire la tua mano calda che me lo stringe è così bello’.
Lei inizia a muovere la mano avanti e indietro ‘Così va bene?’.
‘Se potessi anadre appena un po’ più veloce’.
La muove più in fretta ‘Così va bene?’.
‘Si,,,,, O si gasp! Ecco è perfettooooooooooooooooo’ annuisco e il mio bazooka spara così tanto liquame da riempire un secchio.
Stringo gli occhi godendomi l’orgasmo. Quando li riapro Monica è tutta coperta di sborra dal bacino alla fica. Il mio sperma le cola lungo i fianchi, sul pelo pubico, dentro all’ombelico…. Ovunque.
Ci guardiamo.
‘Scusa’.
Lei sorride ‘Ma ne fai sempre così tanta?’.
‘Temo sia in proporzione alle dimensioni’.
Ridiamo.
Nulla è più riconciliante che masturbarsi l’un l’altro.
Siamo ancora li a guardarci quando dal nulla due mani ci applaudono. In effetti presi dal nostro giochetto ci siamo dimenticati del tutto di quella pisciona di Barbara che naturalmente si è goduta tutto il nostro spettacolino.
‘E bravi i fratellini!. Finalmente sei riuscito a farti fare una bella sega. Bravo Max- ironizza lei ‘ credevo volessi fare un bel bis e invece la sorellina ti ha svuotato!’.
Mi volto. Tra i discorsi e la loro bellezza gli mostro un cazzo ancora parecchio duro ‘Non mi pare tanto svuotato. Credo di avere ancora un paio di cartucce. Se vuoi mettiti carponi sul prato che te lo mostro’.
‘In effetti era quello che mi avevi promesso’ mi incita Barbara.
Fisso mia sorella con la faccia da cane bastonato ‘Monica ti spiace se….’.
‘Se mi monta come una vacca!’ aggiunge secca Barbara mentre si china a pecorina in mezzo al prato come nulla fosse.
Monica fa un mezzo cenno di assenso, non dice di si ma neanche di no e tanto basta.
In un attimo ho già il cazzo nella fica bagnata di Barbara e la monto a tutta forza. ‘Povera te che non ti godi questa pacchia tra le gambe!’ sussurra Barbara fissando mia sorella.
Lei ci guarda, la sua curiosità è tanta e si vede. Ancora senza perizoma con la fichetta bagnata all’aria si tocca senza poterne fare a meno.
E’ il momento ‘Monica per favore vieni qui. Vieni ti prego!’ la supplico io.
‘No non voglio ho paura non voglio’.
‘Monica dai che non ti faccio nulla. Dai, voglio solo baciartela…. Dai per favore. Voglio sborrare mentre mi vieni in bocca un’altra volta. Lo vogli, la voglio!’.
Un passo alla volta, mentre pompo in fica a Barbara come un cavallo spingendoglielo dentro fino ai coglioni, Monica si avvicina e alla fine, quando è al punto giusto devo solo aprire la bocca per gustarmi il suo sesso.
Sborro!
E stavolta è davvero la fine del gioco fin che non avrò ripreso fiato.
Vengo in fica a Barbara svuotando tutta la mia rabbia e la mia lussuria con lunghi schizzi roventi.
Intanto la mia lingua non ha tregua tesa a lappare a tutto spiano Monica che mi sta in piedi accanto alla faccia.
Un altro urlo da spaccare i timpani ed è fatta…. Mi è venuta in bocca un’altra volta!

Rivestiti siamo tornati tutti a casa. Barbara soddisfattissima per le due scopate, io bello sazio di fica e mia sorella con molta più stima di me di quanta mai ne abbia avuta.
Naturalmente, è implicito, tutto quel che è successo oggi sarà, per ora, il nostro segreto….
A me per ora va bene così. Mi scopo quella gran fica di mia madre a piacimento con aggiunta di quella troia di mia sorella Marika. Ho una ragazza stupenda che, come se non bastasse si eccita a guardarmi mentre le chiavo la madre e la nonna.
Che potrei volere di più?
Ho tutto il tempo di aspettare che Monica ‘guarisca’.
Tutto il tempo che voglio….
Svegliarsi mentre ti succhiano il cazzo è una sensazione impagabile doppiamente se quella che lo succhia con tanta bravura è quella gran fica di mia sorella Marika.
Oramai sono due mesi che la scopo o meglio che scopo sia lei che mia mamma Francesca. E non solo scopiamo, lo facciamo alla luce del sole. Sul divano, in cucina, in corridoio… ovunque capiti e senza farci tanti problemi.
Così posso tranquillamente stare sul divano a tenere mia sorella in braccio sul cazzo mentre mamma guarda un film e, al massimo, corro il rischio che mamma chieda di darle il cambio quando è venuta.
E’ davvero fantastico, Un bel gioco di famiglia favorito dal fatto che siamo abitualmente nudi e quindi sempre pronti a ogni giochetto.
L’unica che ancora non partecipa a questa nostra piccola combriccola familiare è mia sorella Monica, gemella di Marika ma di carattere assai più schivo e timido.
L’abbiamo si convertita al nudismo e infatti è sempre un piacere vederla sbattere le belle bocce per casa o ammirare la fichetta rasata in tutto il suo splendore quando si siede.
Purtroppo quando ci trova a fare ‘cose’, tipo l’altro giorno quando eravamo sul letto e lo stavo infilando a Marika mentre la leccavo a mamma lei, anziché buttarsi nel mucchio come sarebbe bello facesse se ne va in camera sua e si chiude dentro.
E’ timida poverina.
All’inizio credevo fosse lesbica o peggio frigida ma invece durante un caldo pic-nic poco tempo fa mia ha dimostrato coi fatti di gradire molto il sesso. Soprattutto quello con il mio cazzo modestamente molto più grosso della media.
Purtroppo le ho dovuto giurare che avrei mantenuto il segreto. Per quanto nessuna della mia famiglia si oserebbe mai criticarla in tal senso lei proprio non vuol saperne e così ogni tanto ci troviamo in macchina lei ed io a fare quello che potremmo tranquillamente fare in casa sotto agli occhi di mamma.
Comunque pur di fotterla mi va bene così… per ora.

L’orgasmo mi pervade il corpo e mi parte uno schizzo da paura dritto in faccia a Marika ‘A porcellone ma quanta ne hai?’ ride lei mentre si pulisce il viso continuando a segarmelo con la mano.
‘Ti ho tolto la chiavata del mattino puttanella? Dai dammi il tempo di fare una pisciata che poi ti riempio come si deve’ le dico palpandole un seno.
E così mi alzo per andare in bagno ma a metà corridoio mi fermo. I rumori dalla camera di mia mamma sono chiari e inequivocabili. Qualcuno stà godendo.
Non è strano, mia mamma si masturba molto spesso ma le voci sono chiaramente due e l’altra, credo, non mi è del tutto anonima.
Apro la porta e le trovo in un perfetto 69. Sotto c’è mia mamma Francesca, nuda con la sua fica riccioluta in bella vista. Sopra c’è una bella rossa con ancora addosso le calze autoreggenti a rete.
Alza la testa e mi fissa ‘Max!’.
‘Ciao Valentina’ le dico mentre il cazzo mi si drizza come un palo.
Le due smettono di lapparsi e ficcarsi le dita nella vagina e mi guardano. Valentina sarebbe la mia ragazza, dico sarebbe perchè si, siamo fidanzati e scopiamo ma siccome a casa sua mi sono fatto sia sua madre che sua nonna e a casa mia mi do da fare con le mie sorelle e mammina non si può proprio dire che il nostro rapporto sia di grande fedeltà.
D’altra parte Valentina è parecchio bisex e non le è dispiaciuto affatto che le scopassi la madre o la nonna anzi, mentre mi guardava inculare le tara sorelladone si sgrillettava che era un piacere.
‘Valentina è venuta a chiederci in prestito un po’ di farina perchè deve fare una torta’ spiega tranquilla mia madre per nulla imbarazzata dal fatto che dalla fica le cola fuori l’impossibile.
‘E tanto che le davi la farina hai pensato bene di darle anche una bella leccata alla fica’ commento io.
‘Max scusami, non so che mi è successo. Tua madre è venuta ad aprirmi nuda e… Insomma è così bella che non ho resistito’.
Mia madre, mostrandole di gradire il complimento inizia ad accarezzarle i capezzoli. Ora le due sono sdraiate sul letto una a fianco all’altra e a vedere quelle fiche e quelle tette mi tira da impazzire.
Mi avvicino. La canna è così dura che sfiora il viso a Valentina. Allungo una mano e con dolcezza le accarezzo i lunghi capelli rossi ‘Tesoro non c’è problema. In fondo mi sono scopato tua madre più di una volta, è giusto che anche tu lo faccia con la mia’.
‘Ti sei scopato la Vittoria?’ sbotta mia madre.
‘Scopata e inculata’ annuisco io mentre Valentina solleticata dai sensi ha tirato fuori la lingua e mi stà leccando il cazzo piano piano.
‘Mi fai ingelosire non poco. Sono anni che volevo farmela e lei non ha mai neanche fatto finta di gradire le mie attenzioni’ commenta la mamma.
‘Forse più che leccare patate aveva voglia di una bella banana’ le dico.
Valentina smette di leccarlo e fissa mia mamma ‘Signora Francesca non tema mia madre è solo tanto timida ma se vuole glielo chiedo io. Potremmo organizzare una bella serata fra donne quando vuole’.
Mia madre solo all’idea si stà già masturbando come una matta.
‘A troietta e così vi fate un’orgetta lesbo solo voi tre e mi lasciate a casa a grattarmelo? Solo per questo ti sei meritata una bella punizione. Forza girati che ti do la punizione…’.
In realtà di punizione c’è ben poco. Appena inizio a infilarglielo nel culo Valentina geme come una pazza. Come ho già potuto appurare nelle nostre maestose scopate gode tanto in fica quanto in culo… Non per nulla è la mia ragazza. Le monto a turno. Culo, fica, fica, culo. Sono così infoiato dall’aver trovato mia mamma con quella porca della mia ragazza che il mio salame pare preso da vita propria.
Un martello pneumatico!
Mamma viene tipo sei volte di fila, Valentina ha tanti di quegli orgasmi multipli che si perde il conto.
Sono quasi al culmine. Il cazzo in bocca a mia madre, la lingua calda di Valentina che mi solletica i coglioni confi e pronti ad esplodere. ‘O si, brave, si che mi fate sborrare….’ mugulo sentendomi salire l’orgasmo.
Apro i tubi. Inondo mamma, una maschera facciale allo sperma.
Lei ne inghiotte anche un po’ e subito dopo, da vera maiala si mette a slinguare con Valentina calda e arrapata.
Indecenti le due porche si passano il mio sperma da una bocca all’altra…
E sono ancora lì a guardare le due vacche che lesbicano quando sulla porta appare Marika. Mi guarda il cazzo, guarda la mamma e sbotta ‘Tu è così che vai a fare la pipì?’.
‘Marika scusa è solo che….’.
‘Che ti sei fermato a trombare mamma, si l’ho capito ma guarda qui -si mette le labbra sulla gnocca e la slarga da paura neanche che dentro il suo buco nascondesse un segreto- vedi come piange’.
‘O poverina la nostra passerina piange. Dai vieni che il tuo Max ti da un bel bacino’ rispondo stando al gioco.

E così eccomi a leccarla a mia sorella mentre il cazzo mi torna duro, mentre mamma lorda del mio sperma è di nuovo a 69 con Valentina.
‘Umm è di nuovo bello duro chi vuole far da prima? -chiede candida mia madre mentre allunga una mano per afferrarlo.
‘Cavolo signore fatemi almeno pisciare prima!’ borbotto io e togliendolo praticamente dalle mani di mamma e con la bocca tutta appiccicosa del liquido di mia sorella finalmente vado al cesso e ne scarico due litri buoni nel cesso.
‘Signore va bene averne sempre voglia ma non mi fate nemmeno pisciare’ borbotto mentre urino con la porta aperta.

Mamma si affaccia alla porta e ride divertita mentre Valentina le lecca il collo facendole il solletico. Anche Monica è lì con loro.
‘Noi ci facciamo una doccia sborrone che non sei altro. Se vuoi fare il quarto accomodati’.
Come ho detto nemmeno il tempo di finire di pisciare….
‘Hey mi è venuta un’idea, perchè non la chiami davvero tua madre e ci facciamo una bella giornata tutti e cinque assieme?’.
Gli occhi di Valentina si sgranano, solo all’idea si eccita da morire.
Mamma, per reazione, ha già una mano fra le gambe e se la accarezza dolcemente giocando col suo grilletto.
Solo Marika riesce a mantenere un briciolo di serietà e ci dice ‘Ma voi ve lo ricordate vero che fra tre ore abbiamo il treno…?’.
Mamma ed io ci fissiamo basiti e un po delusi. Mia sorella ha ragione, oggi abbiamo in programma di partire per la casa di mia zia Loretta, sorella maggiore di mia madre.
‘Cavoli sono così arrapata che mi stavo per dimenticare il compleanno di mia sorella. Sono una vera stronza’ sbotta la mamma.
Io la accarezzo e la consolo ‘Ma no mamma non sei stronza dai… magari un po troia ma non è mica un insulto’.
Lei mi bacia e mi abbraccia facendomi affogare la faccia nelle sue belle tettone ‘Tu puoi chiamarmi come vuoi bel pisellone della mamma’. ‘Ok, dai che si fa tardi. Allora diamoci una mossa -ordina Marika prendendo le redini della situazione- Ci mettiamo tutte e tre in piedi nella vasca e tiriamo la tenda così facciamo la doccia li mentre Max da dietro ci da un colpetto a turno ok? Poi però basta care le mie troie. Tu Valentina te ne vai a casa e la fai riposare un po e tu mamma ti vai a mettere un vestito che è ora’.
Le piace comandare, anche se lo fa per scherzo si vede che le piace molto e a noi, dopo tutto, obbedire alla sua proposta non spiace affatto.

E così eccomi a fare il bis (o è un tris?) con le tre poggiate al muro a culo dritto, l’acqua che mi cola addosso tiepida e ritemprante e il cazzo che si da da fare per tappare tutta questa collezione di buchi.
Non c’è che dire scopare tre donne assieme è davvero fantastico.

Finalmente vestiti e puliti saluto Valentina con un bacio (normale). ‘Tesoro non avere nostalgia. Abbia pazienza è solo per il week end lunedi torno’.
‘Tranquillo amore ho giusto uno strapon nuovo di zecca e non vedo l’ora di usarlo su mia madre e mia nonna’.
Da un po a Valentina è venuto un po’ questo hobby. Si lega questi cazzi di lattice in vita con le cinghie e si fotte altre donne. La cosa, non so bene come, la eccita da impazzire e la fa venire come una cagna in calore.
A me non dispiace affatto….. Se mentre monto una troia la mia ragazza mi vuole aiutare con un surrogato in lattice, ben venga….
‘Amore se mi dici così passerò due giorni a pensare a te e tua madre….’.
Lei allunga la mano sulla mia patta e me lo accarezza con una certa insistenza ‘Piuttosto pensa che quando tornerete organizziamo quella cosa del lesbismo tra mamme’.
Ora mi è davvero tornato duro tanto che sotto ai jeans mi duole non poco ‘O Vale che magnifica musa di porcaggini che sei. Dai fammi andare via sennò mi apro i jeans e ti trombo qui sulla scala’.
‘Cosa che comunque hai già fatto mio delizioso porcone’ sussurra lei e allontanandosi da me mi fa l’occhietto prima di scivolare dentro al suo appartamento….
‘Porcona’ sussurro sottovoce e quindi, finalmente, trovo la forza di prendere per mano la mia valigia e e scendere in strada. In macchina c’è Monica alla guida. Quando ha visto cosa stava accadendo in casa non le è venuto in mente nulla di meglio che scappare di sotto a preparare l’auto. Poverina, nonostante accetti che sua sorella e sua madre facciano sesso a tutto spiano lei ancora non riesce ad entrare davvero nel gruppo.
D’altra parte io riesco benissimo ad entrare in lei e per ora mi accontento anche se, lo ammetto, si fosse buttata in quel letto fra mamma, Marika e Valentina avrei volentieri fatto un bel poker con lei.
In auto non parliamo di nulla, qualsiasi argomento sarebbe troppo osè per lei. Mamma si è vestita anche se è una parola un po’ grossa visto che ha solo una camicetta blu elettrico con tre bottoni aperti che fanno ampiamente scorgere il seno e una minigonna nera che le copre appena appena la coscia lasciando intuire la giarrettiera a fiorellini delle calze autoreggenti color carne.
I tacchi delle scarpe blu sono da vertigine. Nel complesso è davvero un fiore.
Monica è l’unica in felpa e jeans molto casti come sua abitudine mentre Marika si è messa un pantacollant verde scuro che nelle intenzioni dovrebbe nascondere le sue vergogne ma nella realtà enfatizza tutte le sue formose curve.
Nell’insieme sono un bello spettacolo.

Il viaggio in treno dura circa due ore, io sinceramente avrei preferito usare la macchina ma secondo mamma siamo tutti troppo stanchi per guidare fino a laggiù (stanchi di fottere?) e il treno è più rilassante.
Quindi eccoci in quei vecchi treni locali ormai all’ultimo respiro che hanno ancora le carrozze chiuse e divise in scompartimenti con i sedili di cuoio duro e i vetri che non si possono aprire.
Insieme a noi si è intrufolata una lardosa over cinquanta antipatica fin da quando è entrata e mi ha tirato la sua valigia sulla gamba.
Mi da un po’ l’aria della vaccona con la gonna corta a fasciarle un culo che fa provincia da cui traspaiono le calze a rete tipo battona e degli stivaletti viola da ragazzina che sono assolutamente ridicoli.
Scambia quattro parole di circostanza con mia madre ma il discorso cade quasi subito con buona pace di tutti.
Sonnecchio un po, dovevo portarmi un libro ma me lo sono dimenticato ed ora me ne pento. Monica gioca col suo cellulare a qualche giochino stupido, Marika è crollata in un sonno profondo e non me ne stupisco visto quanto l’ho trivellata stamattina.
Dopo un po’ la mamma, seduta di fronte a me, mi mette una mano sul ginocchio. Basta quel gesto molto banale per risvegliarmi qualcosa fra le gambe. Ormai siamo così legati sessualmente che basta un suo sguardo per eccitarmi.
‘Ti annoi tesoro?’ mi chiede.
Le sorrido ‘Dovevo portarmi un libro’.
‘Si anche io dovevo ma stamattina chissà perchè l’ho dimenticato’ e sorride.
‘Forse pensavi ad altro’ annuisco io malizioso.
Si alza in piedi ‘Credo proprio che andrò in bagno’ e mi fissa, mi fa l’occhiolino.
Stiamo pensando la stessa cosa.
Aspetto due minuti e la seguo. L’idea di una bella sveltina sul treno me lo ha già indurito per benino.

Entro nel bagno. Strettissimo. In due ci stiamo a malapena.
Mamma si è già tolta la gonna e l’ha piegata ben bene con la sua borsetta e appesa all’unico gancio dietro alla porta. Sotto, come sempre capita, non ha le mutande.
Si mette bella comoda seduta sul piccolo lavabo con il sedere nel lavandino e le gambe spalancate.
La sua bella fica dal pelo rado è proprio all’altezza giusta.
‘Un bel modo per passare il viaggio’ le dico e pronto sguaino la mia spada di carne dai pantaloni e mi avvicino afferrando le sue coscie e spingendo avanti col bacino.
‘Ummm ma che bel figliolo che ho. Oltre ad averlo grosso come una gamba è anche sempre duro’ mugugna lei mentre sente la mia cappella gonfia perforarla a tutta forza.
‘Quando si ha una madre porca come te non è difficile essere arrapati tutto il tempo’ le rispondo mentre inizio a farglielo scorrere su e giù per l’utero in tutta la sua consistente durezza.
Siamo già a buon punto quando la voce di Shakira pervade il bagno.
Una cavolo di suoneria vecchia come tutto che la mamma si ostina ad usare come suoneria del cellulare.
Mi fermo. So che la mamma non può fare a meno di rispondere. Già una volta, poco tempo fa, le è arrivata una telefonata mentre la prendevo a pecora e ha risposto nonostante il mio uccello piazzato nel sedere. E’ più forte di lei. Non riesce a spegnere quel dannato affare.
Senza sfilarglielo dalla vulva le passo l’apparecchio e resto fermo ad aspettare. ‘E’ tua sorella’ dice leggendo il display.
‘E che cazzo vuole?’ borbotto io.
‘Non il tuo visto che è impegnato’ mormora lei mentre si porta l’apparecchio all’orecchio.
La sua espressione si fa più seria ‘Si tesoro dimmi?’.
‘No cara… Si certo che li ho io…. Vabbè non può passare dopo? Ok stai calma digli che arrivo subito’.
Chiude la conversazione e mi fissa ‘C’è il controllore che vuol vedere i biglietti’ mi dice.
‘E allora?’ chiedo.
Lei li sfila dalla borsetta ‘I biglietti sono qui’.
‘Dannazione non possono aspettare dieci minuti’.
Ma lei ha già contratto i muscoli vaginali e ritratto il bacino facendosi sfilare fuori il mio cazzo durissimo. Afferra la gonna e se la infila il più in fretta che può.
‘Tu resta qui che torno subitissimo’ mi dice prima di scappare fuori.
‘E dove vuoi che vada messo così?’ le faccio eco io con una paurosa erezione fra le gambe e la cappella gonfia a più non posso che pulsa a tutto spiano.

Per fortuna ci mette davvero poco. Sono passati poco più di cinque minuti quando sento la maniglia muoversi e le apro la porta ansioso di finire ciò che avevamo iniziato.
Sorpresa!
Non è la mamma è la vecchia babbiona con cui dividiamo lo scompartimento.
Probabilmente non si aspettava che nel bagno ci fossi io e ha già portato avanti i lavori visto che ha la gonna tutta sollevata e un paio di mutandine nere traforate calate fino alle ginocchia.
Non posso fare a meno di notare la sua bernardona tutta cespugliosa con questi lunghi pelazzi neri e il grande clito sporgente con due labbrone rosa scuro.
Quello unito al fatto che la cicciona ha indubbiamente due angurie che le penzolano sotto al vestito mi fa desiderare di fotterla benchè, ammettiamolo, di viso e fisico sia davvero un cesso a pedali.
Lei me lo guarda e anziché scappare si chiude la porta alle spalle. Il gabinetto del treno è così piccolo e lei così largha che ci stiamo a malapena. Infatti ora mi stà così attaccata che il cazzo le sbatte sulla pancia tripposa neanche fosse un pendaglio decorativo.
‘Lo sai che sono dieci anni che non faccio sesso’ mi dice dolcemente.
‘Pensavo venti’ la schermisco io.
Mi guarda storto ‘Parli così ma è chiaro che mi stavi aspettando… Chi disprezza compra il proverbio ha proprio ragione’ e se la ride da sola.
Inutile contraddirla, inutile perdere tempo a spiegarle che ero lì a fottermi quella gran fica di mia madre, inutile toglierle la sua auto illusione di essere davvero un bel bocconcino. Se lei pensa che quel culone e quelle coscione imbustate in una calza a rete siano sexy che lo pensi pure. A me fanno solo pensare ad una zoccolona da strada…
Comunque sia, visto che mamma non torna, che non è nella mia natura ritrarmi quando posso aggiungere una topa alla mia collezione… Le piazzo una mano tra le gambe.
‘Ummm vai subito al sodo tu. Neanche un bacino…?’.
Le ficco di prepotenza un dito dentro all’utero ‘Guarda che tra mezz’ora devo scendere. Se vuoi fare facciamo ma non ho tanto tempo per far finta che mi hai sedotto. Dai forza, se hai voglia di un po di cazzo girati contro al lavandino e allarga un po’ le gambe su…’.
‘Non sei per nulla cavaliere’ borbotta lei col fare di una vecchia dama d’altri tempi. Però, col fare di una gran troia, si volta, si solleva la gonna sulla schiena e mi porge il culone e la ficona pelosa in bella vista.
Senza esitare spingo in avanti e ‘SPORK!’.
E’ vero non lo prende da un bel po. Le pareti vaginali atrofizzate si dilatano violentemente ai colpi del mio attrezzo che la perfora penentrandola fino ai coglioni.
‘Fa male porcona?’.
‘Urk! Si, no, cioè si ma vai avanti, non smettere, non smettere’.
Mi aggrappo ai suoi salami che ha per fianchi e inizio a pompare.
‘Ooooo’ mamma mia che attrezzo mugola lei.
‘Vedrai dopo quanto te lo metto in culo’ sogghigno io mentre lavoro a tutta forza di bacino.
Bastano poche pompate e già la sento colare un orgasmo ‘Aaaaa. O si, che paradiso, o si scopami, scopami che vengooooooo’ blatera la tardona.
Inizio a ficcarle un dito nel culo senza smettere di trombarla ‘Aia, che fai?’.
‘Zitta porca stò facendo più piano che posso…’.
‘No, no, sono vergine, li dietro io… No, no’ blatera mentre si gode la mia trave che inesorabile le va su e giù per tutto l’utero.
Le dita diventano due, poi tre… Lei ha un secondo orgasmo e cola così tanto che nonostante il mio cazzo dentro gli spruzzi del suo seme le colano sulle calze a rete da vacca.
Approfitto della contrazione vaginale e tolta la mano sfilo il cazzo dalla gnocca e lo piazzo fra le chiappe. ‘O no. Non adesso, no rimettilo dentro….’ implora.
Per farla contenta ci piazzo due dita con cui la masturbo a tutta velocità.
Cazzo in posizione e con tre pompate secche le spacco l’anello del suo culone ‘Aiaaaaaaaaa!’ urla ma ormai è dentro per una bella metà.
Non ci sono santi.
La inculo!
Lei buona buona si gode la mano che la masturba mentre il dolore fra le chiappe si attenua fino a quando non diventa puro piacere tantò che viene un’altra volta lavandomi la mano.
Esausto e soddisfatto mi lascio andare…. ‘Arghhhhhh!’ gemo e in un attimo mi svuoto i coglioni nel suo intestino.
Lo estraggo, raccatto da terra le sue mutandine di pizzo e mi ci pulisco ben bene la cappella unta. Poi gliele restituisco. ‘Eccotele mettile pure se vuoi’.
‘Ma scherzi? Così unte e puzzolenti. Piuttosto vado in giro senza’.
‘Fai un po’ te’ le dico ridendo mentre tribolando per lo spazio angusto riesco in qualche modo a rimettermi i jeans.
‘Io comunque mi chiamo Amalia’.
‘Io sono Max. Ma puoi anche chiamarmi spacca culi! Ora sarà bene tornare di la credo che mia madre mi stia cercando’.
Lei arrossisce un po’ in faccia ‘Ecco io veramente ero venuta per… Insomma dovrei….’.
‘Pisciare. Devi pisciare. Si lo immaginavo’ e la lascio sola.

Torno in carrozza. Mamma e Marika ridono come pazze appena mi vedono entrare. ‘E bravo il nostro Max’ commenta mia madre.
‘Mamma sei tu che non sei più venuta’.
‘Veramente eravamo venute entrambe -precisa Marika- eravamo dietro la porta e abbiamo sentito tutto’ e ridono.
‘Tutto tutto?’ chiedo.
‘Si si -ride mamma- anche quando urlava di dolore mentre le aprivi il culo’.
‘Che maiale che sei Max’ mi sfotte mia sorella.
‘Si e tu lo sai bene vero porcona. Vedrai stasera il maiale cosa ti fa’.
Lei si passa una mano all’inguine e mi fissa ‘Non vedo l’ora’.

Amalia torna dal bagno. Andatura parecchio claudicante e affaticata, un paio di smagliature evidenti sulle calze. Appena entra ci tratteniamo a stento dal riderle in faccia, soprattutto quando si massaggia vistosamente il culo che di certo ora le sta andando a fuoco.
Si siede e ora, nonostante faccia il possibile per nasconderlo, si nota chiaramente la gnocca senza mutande dalla spaccatura della gonna.
Tutti la fissiamo mentre cerca di chinarsi e arcuarsi per nasconderlo.
Mamma la guarda seria e a un certo punto le dice ‘Scusi signora non so se se ne è accorta ma ha tutta la fica al vento’.
Amalia diventa rossa come un peperone inconsapevole di chi le stia davvero di fronte.
Imbarazzata si alza in piedi, recupera la sua borsa e tutta imbarazzata esce dallo scompartimento ‘Credo sia la mia fermata, è meglio che vada’.
‘Veramente mancano venti chilometri’ sussurra mamma e noi ce la ridiamo di nuovo come pazzi…. Alla stazione viene a prenderci mia zia Loretta. E’ da un po che non la vedo ma è sempre un gran pezzo di fica. Cinquantadue anni ben portati tanto da non dimostrarne più di quaranta, belle gambe lunghe e scolpite, una quarta di seno ancora bella soda e dritta con due capezzoli ben duri che pulsano sotto alla camicetta. Bionda, occhi chiari e faccino un po’ da troia. Davvero un bel bocconcino che, non posso negarlo, ho sognato parecchie volte quando ancora non scopavo e mi facevo solo delle gran seghe.
Ovvio da quando ho iniziato a fottere, soprattutto con mamma, non ci ho più pensato tanto ma ora a trovarmela li in minigonna alcuni istinti riposti da tempo subito mi si risvegliano.
In più, appena sale in macchina, con quella gonnellina così inesistente la coscia fasciata dalle calze autoreggenti è tutta in bella vista e io pur seduto dietro non posso fare a meno di spiarla la giarrettiera a fiori.
D’altra parte, accanto a lei, c’è seduta mamma che ha la gonna più o meno della stessa misura e le sue splendide gambe non nascondono assolutamente nulla.
Sono proprio sorelle penso mentre sotto mi è già tornato di marmo.

Arriviamo a casa, una bella villetta molto accogliente con un grande giardino cinto da un’altissima e fitta siepe che ci separa dal mondo.
Scendiamo, entriamo in casa e, sorpresa, neanche il tempo di chiudere la porta e già la zia si è calata la gonna.
La fa passare sotto ai piedi, la raccatta con la mano e come se nulla fosse sculetta a culo nudo visto che sotto non ha nemmeno le mutande.
Io dietro di lei vedo quel bel culo sodo e non posso fare a meno di immaginare cosa abbia davanti. Lo ammetto vorrei tanto vederle la fica.
La zia tranquilla si sfila anche la camicetta.
Nessun reggiseno e ‘spoing!’ due belle boccione all’aria.
Si volta e WOW! Tra fica e tette c’è da sborrarsi in mano. Notando come la fisso guarda mia madre e ammicca ‘Ma glielo hai detto a tuo figlio che era un compleanno naturista?’.
Mamma sorride e come nulla fosse si apre a sua volta la camicetta facendo esplodere il suo bel seno in tutta la sua carnosa prepotenza ‘Ma certo che lo sa’.
La zia mi guarda ‘Su dai Max mettiti comodo che aspetti? Con tutti quei vestiti mi metti in imbarazzo.
Mamma, forse per mettermi a mio agio si spoglia in un secondo. In fondo ha così poca roba addosso che lo sforzo pare minimo.
Le mie sorelle fanno altrettanto. Contrariamente a quanto si possa pensare persino Monica, la suora di casa, pur essendo restia al sesso di gruppo non si fa alcun problema a togliersi ogni indumento senza alcuna inibizione.
Manco solo io.

Mi spoglio e subito ecco un piccolo intoppo perchè a guardare la zia mi è venuto duro tipo marmo e quando calo i pantaloni il missile si erge sul mio petto tutto scappellato e pulsante.
Arrossisco…. Che dirà la zia? Un conto è un sano naturismo senza malizia un altro è averlo duro guardando la sua fica!
Mi fissa, io fisso lei, lei fissa il mio cazzo. Abbasso la testa.
Lei sorride ‘Certo che al nostro Max gli è davvero venuta una bella trave!’.
Mamma sorride ‘Si questo ragazzo mi da davvero tante soddisfazioni’ e mi fa l’occhiolino.
Come nulla fosse la zia a culo nudo ci invita ad andare in veranda ‘Dai venite che ci beviamo un aperitivo rinfrescante’.
Io col dondolino dritto la seguo titubante. Per un attimo mi è quasi parso che fissandomelo la zia si stesse leccando le labbra…. In giardino c’è mio cugino John.
Stà arrostendo dei wusterl sulla barbeque con molta attenzione. Il problema però è che il Wurstel che si nota di più è quello che lui esibisce senza problemi fra le gambe visto che è tutto nudo.
Non posso fare a meno di guardarlo. Non che sia attratto dai cazzi ma… Cavoli sembra abbia tre gambe.
Tutte mi hanno detto che ho il pisello bello grosso e ne sono sempre andato orgoglioso ma mio cugino…. Cavolo mi sa che se lo può leccare da solo.
Mia mamma gli si avvicina e gli da il classico bacetto casto sulle labbra ‘Ciao John’.
‘Ciao zietta’ dice lui educato. Solo che voltandosi per baciarla immancabilmente la sua banana di carne si struscia sulla coscia di mamma piuttosto pesantemente.
La cosa, lo ammetto, per un attimo mi fa un po ingelosire tanto più che il suo randello mi pare si stia indurendo sfregandosi sulla sua pelle morbida e calda.
Stò quasi per intervenire per cercare di far allontanare mamma quando alle mie spalle spunta Tanya la sorella minore di John.
Non lo mai vista nuda, è la prima volta e non posso fare a meno di sbavarmi addosso.
Non solo è una moretta molto carina con lunghi capelli castani che le cascano sulle spalle, occhioni chiari e profondi tipo cerbiatta, pelle bianco latte da paura…
Ha anche due poppe da sturbo.
Devono essere quasi una quarta. Sode, tonde come due arance con bei capezzoli grandi e molto pronunciati.
Sotto, fra le gambe è tutta rasata il che enfatizza la sua rosellina. Un bel solco stretto stretto in cui infilerei volentieri tutta la mia maschiapotenza.
Se non bastasse, indossa le calze autoreggenti. Nere, a rete. Le mie preferite proprio quelle che una vacca dovrebbe indossare quando la fotto.
Lei, seria mi fa un sorrisetto quasi sarcastico ‘Ciao Max vedo che sei felice di vedermi…’. Tutti mi fissano e solo allora mi accorgo che ho il cazzo in piena erezione, tutto scappellato dritto a segnare mezzogiorno in punto.
Mio cugino mi si avvicina e mi sussurra ‘No farti idee strane Max. Fino a mezzanotte è ancora minorenne. Non la puoi toccare capito’.
Già avevo dimenticato che per una imprevedibile casualità mia zia e sua figlia sono nate ad un solo giorno di distanza l’una dall’altra anche se con trentanni in mezzo. Questo fa si che quando la zia festeggia il compleanno la festa prosegua fino al giorno successivo quando si passa alla seconda torta, al secondo pranzo e al secondo Happy Birthday per la figlia.
Anche per questo la zia preferisce organizzare un unico party a casa sua e fare in modo che tutti si resti a dormire da lei festeggiando per tutto il tempo.
Certo devi notare che all’ultima festa in cui ho partecipato circa 5 anni fa i vestiti li avevamo tutti addosso.
Le feste successive le ho mancate per via dello studio ma certo avessi saputo che si stava due giorni a scodinzolare cazzi, far ballare tettone e mostrare fiche depilate magari avrei trovato il modo di liberarmi.
Mio cugino mette sua sorella a guardare il barbeque e presomi quasi a forza sotto al braccio mi dice ‘Vieni andiamo a prepararci per il pranzo’.
Provo a fare una mezza obiezione ma pare irremovibile.
In un attimo mi trovo nel loro bagno padronale imbarazzatissimo a fissare mio cugino che ora ha il cazzo evidentemente duro come il marmo…
Comincio ad avere qualche timore. Non lo conosco poi così bene. Starà mica pensando di usare quel pitone con me?
John se lo prende in mano mentre lo fisso sempre più spaventato ed imbarazzato ‘Scusa ma ti fai una sega adesso?’.
‘Si -spiega senza fermarsi- è una abitudine che ho preso qualche anno fa, prima di sederci a tavola gli do una scaricata’.
‘Bhe magari allora ti lascio solo. Non credo che… Insomma a me tra maschi non eccita. Non offenderti ma’.
‘Tranquillo cuginetto non ho cattive intenzioni -ride lui mentre la mano continua ad andare avanti e indietro su quella trave- Cos’è pensavi che volessi farti?’.
‘Annuisco’ abbassando gli occhi.
Lui ride di gusto ‘Con tutta la fica che c’è di sotto ti pare sprecherei tempo a fare il culo a te’.
‘Bhe scusa tanto se ho pensato male ma allora perchè mi hai portato qui a farmi una sega con te?’
‘Sai qualche anno fa mentre pranzavamo mia madre si è chinata un po’ malamente per servire il cibo e mi è partita un’erezione da paura. Avessi visto che roba. Di colpo da sotto al tavolo è spuntata sta mazza e mi sono trovato la cappella nel piatto. A momenti mi scottavo. Ero così in tiro che lo schizzo mi è partito da solo e… Insomma ci siamo trovati la sborra sul cibo e non è stato bello capisci? Così da allora ho preso l’abitudine di dargli almeno una sgrullatina per evitare incidenti’.
‘E la zia lo sa che ti fai un pippone ogni giorno prima di pranzo?’.
‘Certo che lo sa anzi è stata un idea sua’.
‘A!’ sbotto io.
Lui se la ride di gusto ‘Dai non fare il santarellino guarda che sappiamo tutto’.
‘Tutto cosa?’.
Mima il gesto di fottere con la mano ‘Tu e la mammina cara… E dai e dai che ci dai’.
Arrossisco….
Lui ride ancor più di gusto ‘Ma che fai ti vergogni? Guarda che non c’è niente di male io con la mia lo faccio già da sette anni’.
WOW!
‘Cioè mi stai dicendo che sono sette anni che vai a letto con tua madre?’.
‘A letto, in cucina, in bagno, sul pavimento… Dove viene viene. Davanti, di dietro, in bocca…’.
‘Accidenti….’ e ora il cazzo me lo stò toccando freneticamente anche io.
‘Parliamoci chiaro Max. Io non ti ho mai detto nulla perchè secondo tua madre non eri ancora pronto ma sono stato felicissimo quando anche tu hai onorato le nostre tradizioni di famiglia’.
‘Tradizioni di famiglia?’.
‘Ma si. L’incesto. Per noi è una tradizione. E’ appagante e non ci vergogniamo a farlo il più possibile con madri, zie, sorelle cuginette…’.
Mi blocco a fissarlo pensieroso ‘Cioè scusa se mi dici che ti scopi tua zia dovrei intendere che…..’.
‘Si Max -annuisce lui tranquillo- mi trombo tua madre. Saranno 5-6 anni più o meno’.
‘O Cazzo!’ sbotto io.
‘Si ovvio. Proprio con questo! Anzi a dirtela tutta anche adesso stavo pensando alla sua fica mentre venivo’.
Per un istante la cosa mi da un po’ fastidio ma d’altro canto mi eccita da paura. Con tono di sfida mi afferro il cazzo e inizio a segare bene bene, lo guardo e gli dico ‘Allora è giusto che io pensi alla tua’.
Mi aspetto chissà che reazione ma John non dice nulla anzi mi pare quasi che la cappella ora si sia gonfiata di più.
‘Ulula il nome quando sborri è molto liberatorio’ mi dice e infatti poco dopo lo sento che fa ‘Siii Francescaaaaaaaa’ e spara fuori tanta di quella roba che pare un geyser in eruzione.
Rabbioso, eccitato, infoiato lo imito poco dopo ‘Ziaaaaaaaaaaaaa’ e giù anche la mia. ‘Bella topona mia mamma vero’ dice ammiccando e, come nulla fosse si va a lavare le mani.
‘Ma stava scherzando?’ mi chiedo mentre mi sciacquo l’uccello. Questo super dotato ha piazzato la sua verga in fica a mia mamma? Ma come? Quando? E perchè lei non ha mai detto nulla… E la zia lo sa?
Pieno di dubbi e forse anche un po geloso per aver perso quella che credevo una assoluta esclusiva scendo di sotto. Vorrei prendere mia mamma da una parte e fargli un bel discorsetto!.
Vorrei soltanto però perchè quando torno in giardino la mia cara mammina pare aver di meglio da fare.
Seduta su una sdraio ha le gambe spalancate in modo osceno. Il petto contratto in avanti, il pube spalancato ai massimi e dentro c’è uno dei grossi Wustrel che non sono finiti sul barbecue… Lo tiene con una mano e lo muove su e giù come una pazza…
Il fatto che le sue figlie, sua sorella e sua nipote siano li accanto non pare disturbarla affatto….
Mamma mia che zoccola…
L’intenzione sarebbe di dire a mamma che è una troia. Che non contenta del mio cazzo si ripassa anche quello di mio cugino e per di più intervalla l’interscambio tra un pisello e l’altro con la carne suina pressata.
Dovrei dirglielo… se non fosse solo lei.
Infatti dall’altra parte del giardino su una coperta messa bella comoda sull’erba c’è mia sorella Monica.
Monica ‘la suora’ che fa sempre vita a se quando mamma, Marika ed io chiaviamo come opossum.
Bene. Non l’ho mai vista così. O meglio l’ho vista ma mai con mia zia Loretta.
La cara sorellina è sdraiata supina a gambe spalancate, mia zia chinata tipo cagnolina ha la testa praticamente dentro alla sua fica. La lingua che lecca a tutto spiano e una mano in aiuto che fa tintillare il clitoride carnoso della ragazza.
So che Monica ha tendenze lesbiche piuttosto accese ma mai pensavo che si lasciasse andare con tanta facilità.
Non con mia zia e non davanti a sua madre.
Invece lei se la spassa come una pazza. Accarezza la testa di zia Loretta mentre geme e le sussurra ‘O si zia sei la migliore. Sei la miglior lecca fica della provincia… Si o si vengo. Vengo di nuovo’.
Mia madre, probabilmente notando la mia perplessità si alza dallo sdraio e pur senza togliersi il wurtell dalla gnocca mi dice ‘Che hai? Credevo sapessi che Monica è lesbica’.
‘Bisex veramente’ preciso mentre lei continua a muovere piano piano il cazzo finto nella vulva.
‘Sai con la zia Monica ha un rapporto speciale…. E’ stato con lei che ha inizato a farlo….’.
‘Ma come? Quando?’ sbotto io.
E’ a quel punto che una mano mi batte sulla schiena. Mi volto e Marika mi fissa tra il serio e il faceto ‘Max svegliati non hai ancora capito che la festa di compleanno della zia è solo un modo per farci una mega scopata in famiglia’.
‘Cosa?’.
Mia sorella e mia madre mi ridono quasi in faccia ‘Ma si dai. E’ una piccola tradizione che oramai portiamo avanti da anni. Veniamo qui e per due giorni si può fare tutto. Solo tu ne sei sempre stato escluso perchè ancora non sapevamo…’.
‘Che cosa non spevate?’.
‘Bhe insomma Max sono anni che ti mettiamo la fica in faccia e che fai finta di niente. Credevamo che tu non gradissi, che non fossi il tipo che… Insomma ce ne hai messo di tempo prima di usare questo bell’attrezzo’ e me lo palpa con una mano.
‘Brutta troia ma come mi parli. Adesso te lo sbatto in culo e ti sfondo!’.
‘Magari’ rantola Marika e tanto per dimostrarmi che non è uno scherzo si getta carponi sul prato e mi piazza le chiappe proprio davanti.
Non posso resistere. Quasi attratto da una forza magnetica il mio uccelo si fa strada fra le sue chiappette strette e sode… In un secondo ho già la cappella che spinge per aprirle il buco del culo.
‘Ditemi solo una cosa. Se qui l’unico maschio era John voi due…’.
‘Si lo abbiamo provato ovvio’ ammette mia madre.
‘E me lo dici così mamma!’ sbotto io mentre Marika arretra col sedere per auto impalarsi.
‘E come te lo devo dire tesoro caro? A casa ero così sola che qui mi toglievo ogni voglia per un paio di giorni’.
Quasi avesse captato i nostri discorsi ecco arrivare John che tanto per cambiare lo ha di nuovo durissimo.
‘Zia Francesca credo che Max se la sia un po presa perchè ti ho chiavata. Forse ancora non ha capito che a casa nostra la gelosia sessuale non può esistere’.
‘Si è ancora un dilettante -ammette mia madre- fa incesto solo da un paio di mesi’.
‘Sai Max forse scoparti mia mamma come io ho scopato la tua ti gioverebbe’ dice candido mio cugino.
‘Non stai scherzando vero?’ dico mentre mi viene di acciaio rovente nel culo di mia sorella.
‘Ma figurati anzi guarda…’ ed eccolo che parte. Si avvicina a sua madre che è ancora accucciata come un cane a leccarla a Monica e ‘sprong!’ con un colpo solo le sposta un po’ una gamba e le pianta nella gnocca quel grosso arnese durissimo.
La zia geme un pochino e pare gradirlo molto tanto che leccando più in fretta fa venire Monica che inizia a colarle in bocca.
Io eccitato da quel film in prima visione pompo a tutto spiano nel culo di mia sorella Marika. ‘Piano piano che mi sfondi’.
‘Piano un cazzo troia’ sussurro mentre glielo sfondo come un dannato.
Intanto mia madre Francesca che di certo non vuol sentirsi esclusa si piazza davanti a Marika. Si china un pochino e gli piazza la bernarda giusto ad altezza bocca e sua figlia, per nulla scandalizzata inizia a lapparla ben bene.
Io sempre li a pompare nel culo a Marika, mio cugino a fottere sua madre, mia zia che la lecca a mia sorella Monica e mia mamma che viene a tutto spiano…
Davvero una festa magnifica!
Mangiamo perchè altrimenti si raffredda tutto e poi abbiamo bisogno di qualche energia per la serata.
E’ proprio in questa pausa dal sesso che chiedo a John ‘Ma con tua sorella come facevate?’.
‘Bhe lei è minorenne e non sarebbe stato corretto introdurla in questa porcata quindi nel giorno di festa andava a stare da un amica o a casa della nonna.
Anche per il resto del tempo pur consapevole che mamma ed io facevamo sesso non l’abbiamo mai coinvolta. Per evitare in ogni modo che il suo bel corpo ci inducesse in tentazione pur praticando il nudismo lei ha sempre indossato almeno un collant. Insomma un minimo di protezione per il buchetto capisci?’.
‘Mi pare giusto. Il sesso è bello se è maturo’.
‘Maturo e consensuale sempre’ ammette John.
‘Però domani sarà maggiorenne anche lei’.
‘E bravo porcone ti sta già tirando vero…’.
‘Bhe io…’ balbetto.
‘Ma figurati anzi è da un po che ci penso immaginandomi il giorno in cui l’avrei chiavata e sverginata. Si dai ammettiamolo, mia sorella Tanya è davvero una gran fica e non sai quanto sia felice di poterlo fare’.
‘E lei è d’accordo?’ chiedo.
‘Ovvio. Buon sangue non mente anzi a dirla tutta sono due anni che ci tratteniamo a stento. Pensa che una volta ha provato a farmi un pompino mentre dormivo…’.
‘Che porca…’.
Intanto irrompe mia zia Loretta con in mano il piatto di carta ormai vuoto ‘Ho finito la mia salsiccia’ dice ridendo.
‘Allora dovreti prenderti quella di Max mamma’ commenta allegro John.
Io lo guardo ancora titubante ‘Sei sicuro che…’.
‘Vai tranquillo amico mio. Divertiti come io ho fatto con la tua’.
‘Su caro vieni che ora la zia ti fa giocare bene bene’ sussurra mia zia mentre mi mette una mano sul cazzo.
Tenendomelo come se fosse una maniglia mi porta in salotto. Ci sediamo sul divano e inizia ad accarezzarmi piano piano finchè non si china a bocca spalancata e mi ingoia mezzo cazzo…
Un pompino fantastico!
Ed è solo l’inizio
Nelle due ore seguenti mia zia Loretta si rivela una vera vacca da combattimento. Dopo averlo succhiato come un lecca lecca e avermelo fatto venire di marmo si è sdraiata a pancia sotto facendomi ricambiare il piacere on la lingua.
Le ho leccato la patata fino a consumargliela e lei senza problemi è venuta un paio di volte colando fuori liquame dall’utero che ho bevuto senza problemi.
Era dolcissimo.
Qundi mi ha detto ‘Basta ficcamelo dentro che sono un bollore’.
Non ho esitato. Le sono scivolato sopra e il mio cazzo le è entrato dentro di prepotenza.
Non scherzava. Tra le gambe c’era davvero un vulcano. Così calda che dopo dieci minuti le sono venuto dentro aggrappato alle sue belle poppe pronunciate che strizzavo a tutta forza mentre le palle mi si svuotavano.
Lei mi ha dato giusto due minuti per prendere fiato quindi rieccola con la mano a farmelo venir duro e subito dopo a ficcarselo fra le poppe alla maniera spagnola per accelerare la cosa.
Così l’abbiamo rifatto a pecorina mentre giocavo coi suoi bei fianchi morbidi e le schiaffeggiavo il culetto sodo.
Due animali!.

Mi è venuta in braccio e mi ha cavalcato come una furia. Con le sue tettone che mi ciondolavano davanti non ho resistito. Ho lasciato che mi saltasse su e giù seul cazzo mentre gliele strizzavo, gliele palpavo, gliele leccavo come un pazzo e alla fine ho fatto un altro bello spruzzo dentro di lei.

‘Stanco mi ha detto?’.
Ho guardato l’ora ‘Vedi tu? Fra quella in giardino e queste due sono tre sborrate in meno di due ore, senza contare la sega che mi ero fatto in bagno con John.
Mi sorride ‘Peccato credevo volessi fare un lavoretto completo’ e provocatoriamnete si è sdraiata a quattro zampe sul tappeto scodinzolando il sederino.
‘O zia….’.
Si è messa due dita sulle chiappette, le ha spalancate e mi ha mostrato la sua bella rosetta anale.
‘Zia come posso resisterti?’.
‘Non farlo’ ha ammiccato lei mentre mi tornava duro solo a pensarci.
‘Si hai ragione. Hai ragione. Io penso sempre troppo. Meglio agire che pensare’ e senza indugi mi sono avvicinato dietro di lei e me la sono inculata come un pazzo finchè non le ho fatto un bel clistere di sborra.
Preso a fottere mia zia come un dannato avevo perso d’occhio le altre. Monica e Marika erano fuori a prendere il sole con Tanya e le potevo vedere agevolmente ma mamma dov’era?
D’istinto, come se lo sapessi, salgo di sopra e la trovo.
Nuda, sul lettone di John e ci stà dando come una cagna in calore.
Mio cugino se ne stà sdraiato sotto e ne approfitta per palparle le belle tettone, lei accucciata con quell’albero piazzato dentro cavalca quel cazzo con tutte le sue forze sudando e gemendo.
‘Cristo mamma quanto sei troia!’ sbotto mentre il cazzo mi si rizza a mezzogiorno pieno.
Mio cugino non pare sconvolto e anzi continua a dimennarsi a tutta forza per infilarglielo tutto nella vulva.
‘Che fai vuoi riposarti un po o ti aggiungi alla festa?’ chiede lui senza smettere di palpare le tettone di mamma.
‘Si bravo bella idea. Dai Max facci compagnia’ dice dolcemente la mamma ansiosa di prenderne due assieme.
In effetti l’idea non è malvagia per nulla. E nonosnate tutto me lo fa tornare duro un’altra volta.
Bastano pochi minuti e mia madre ha un cazzo per buco che la spaccano senza pietà.
Dopo un po’ John glielo sfila dalla gnocca e mi dice ‘Dai fammi posto che devo sborrare’ io un po’ incerto lo guardo e glielo guardo. Assurdo ma quando chiava pare ancora più lungo. ‘Ma ti passa?’ chiedo.
‘E’ sempre passato’ dice lui spiccio e così ci ritroviamo con la mamma a pecora che si fa entrare quella cosa gigantesca fra le natiche. Io guardo arrapato, mi allungo verso la sua bocca ‘Succhia mamma ti prego’.
Lei trapassata da quell’albero non ha fiato per parlare. E’ evidente che un po’ di male gli fa ma non pare gli dispiaccia.
Spalanca la bocca e con lo sguardo di una cerbiatta apre la bocca.
‘Sborrooo’ geme John mentre aggrappato ali suoi fianchi si svuota la canna nel suo culo con dei colpi possenti dalla punta ai coglioni.
‘Anche iooooooo’ gli faccio eco badando che la mamma si beva fino all’ultima goccia….

Svuotati ci facciamo una pausa tutti e tre nudi sul letto con la mamma in mezzo a noi che si massaggia il sederino dolorante.
‘E così sono sei anni che scopate?’ chiedo
‘Sei-sette più o meno’ annuisce John.
‘Potevi dirmelo mamma’.
‘Non ho mai avuto occasione’ sospira lei.
‘Mi pari arrabbiato -nota John- te la sarai mica presa?’.
‘Bhe mi hai chiavato la mamma magari un po’ dovrei ti pare?’.
‘Ma dai perchè? E’ tutto in famiglia no c’è mica nulla di male. E poi anche tu di sotto ti sei chiavato la mia no?’.
‘Porca vacca ma nella nostra famiglia le donne sono tutte troie a 360 gradi’ esclamo.
‘Per nostra fortuna si’ annuisce John ridendo.
Intanto mia madre si alza e va a farsi la doccia. Noi scendiamo di sotto e troviamo mia zia in collant neri indossati al momento.
‘Come mai quell’indumento?’ chiedo.
‘E’ il segnale di pausa’ spiega lei. Con il nylon davanti alla patata vuol dire ‘pausa’ non si infila nulla’.
‘La festa è già finita?’ chiedo deluso.
‘Ma no, -mi consola John mentre si beve una Coca- stiamo solo riprendendo le forze per la grande festa che faremo dopo cena tutti assieme’.
‘Bisogna pur avere energia se volete chiavare tutta la notte’ fa notare zia Loretta.
‘Già peccato che a vedere la tua fica sotto al nylon del collant mi atizza da morire. Quasi quasi te lo strappo…’.
‘Tieniti Max. Vedrai che bello stasera con tutte le donne in calze a rete e tacchi’ mi consola John.
‘Già ma hai visto che roba’ dico mostrandogli l’erezione.
‘Perchè io no’ dice lui mostrandomi la sua clava.
‘Però ora le mie sorelle dormono sulla sdraio, la tua non è ancora abilitata, mia mamma in doccia e la tua in fuori servizio. Mi sa tanto che mi faccio una sega’.
‘No dai, un’altra no. Aspetta ho un’idea migliore. Mettiti i pantaloni e una camicia che ti porto a fare un giretto’.
‘Dove?’.
‘Vedrai che ti piacerà’ ammicca lui.
‘Si ma cercate di tornare per cena e mi raccomando li voglio belli duri stasera sono stata chiara?’ interviene seria zia Loretta.
‘Tranquilla mamma per una troia come te il mio cazzo è sempre duro. Dove e quando vuoi’.
Guida la sua Golf per una ventina di minuti. Sotto ai jeans ha il bozzo del cazzo duro e si vede benissimo tanto che mi chiedo come faccia a mettere le mutande. Ma che fa? Gliele costruiscono su misura?
Alla fine parcheggia di fronte ad una piccola villetta e mi dice di scendere.
Suoniamo e sulla porta appare una ragazza minuta di non più di ventanni. Capelli lunghi e castani, begli occhi chiari e, si nota subito, tettone grandissime.
Forse proprio per la bassa statura quelle mammelle (che poi scoprirò essere una NONA) le ondeggiano sul petto incredibili e provocanti.
Indossa la minigonna nera e le calze a rete coi tacchi sempre neri. Davvero un bello spettacolo.
Si avvicina a John e lo bacia. ‘Lei è la mia ragazza Martina’.
‘Piacere’ dico.
‘Lui è mio cugino Max’.
Entriamo in casa e appena chiusa la porta, come nulla fosse John le ficca una mano sotto alla gonna, la solleva quel tanto che basta per scoprirle il culetto e le strizza ben bene una chiappa.
Noto subito che Martina non ha le mutandine e la cosa, ammetto, mi arrapa da morire.
John intanto dalla chiappa è già passato al buchino. Senza tanti problemi ha ficcato il mignolo nell’ano di Martina e lo muove su e giù lentamente. La ragazza, per nulla turbata dalla mia presenza, si china in avanti poggiandosi ad un tavolino e lo lascia fare. Da quanto geme direi che le piace parecchio.
John si apre la patta e tira fuori il bazooka già durissimo.
Martina si leva la camicetta e svela le tettone fuori misura.
Io davanti a quelle gigantesche mammelle non ce la faccio più e me lo tiro fuori prima che esploda.
La ragazza me lo guarda ‘Però anche lui non è mica messo male’.
‘Si, sangue di famiglia’ dice John che intanto si stà già preparando a prenderla da dietro.
‘Dai non essere timido’ mi ammicca Martina.
‘Si non essere timido’ annuisce John mentre le apre la fichetta per infilarci il cazzo.

E così eccoci di nuovo a fottere come porci.
John che la monta da dietro come un invasato ed io davanti a farle scorrere il cazzo fra le poppone mentre lei delicatamente mi lappa la cappella.
‘Wow con tette così dovresti fare spagnole tutto il tempo’ dico mentre mi godo il calore accogliente dei suoi seni che mi solletica l’asta…
John intanto aggrappato ai suoi fianchi pompa come un assatanato. ‘O si bella, te la sfondo tutta…. Tutta!!!!!!!!’.
Le schiaffeggia sonoramente il culo ‘Si troia, dai che ti sfondo tutta!’.
Lei pare apprezzare perchè più lui la insulta e più la sua lingua lecca di santa ragione il mio pene.
‘Oooo mi fai sborrare Martina’ dico ma John mi blocca ‘Hey non vuoi provarti questa fica calda’.
‘Si, si dai ti lascio il posto…. Dai troia mettiti bene che adesso ne prendi due’ dice lui tranquillo.
Martina si sdraia sul divano nuda con le sole calze a rete che la fanno sembrare ancor più vacca. Ci guarda gli attrezzi duri e sgrana gli occhi ‘Cavoli ma ci stanno dentro tutti e due assieme’.
‘Ma si, ma si vedrai che ci stanno porcellona non fare tante storie’ minimizza John arrapatissimo.
Così si siede sul divano mettendo in bella vista la sua mazza da cavallo, invita Martina a sedergli sopra bene accucciata con le tettone poggiate sul suo petto.
Gliele fa ballonzolare un po con la mano mentre lei arrapata gli ficca la lingua in bocca.
Il suo cazzone la penetra un altra volta… SPROK!
La fichetta bagnata di Martina accoglie quella verga completamente.
Il culetto sodo della ragazza è teso all’aria proprio a disposizione del mio uccello. Senza esitazione glielo piazzo dentro con colpi rapidi e precisi. Lei col culo sfondatissimo non fa fatica a farsi sodomizzare alla grande.
Perfettamente coordinati iniziamo a fottere come pazzi…
‘Dai dai troia!’ la incita John.
‘O si, o si ragazzi, si mi sfondate tutta siiiiii’ geme Martina un orgasmo dopo l’altro. E io aggrappato ai suoi fianchi morbidi continuo a sfondarla con tutte le mie forze….
Alla fine concludiamo in bellezza con Martina in ginocchio sul pavimento che si sorregge le poppone con entrambe le mani. Noi in piedi coi nostri cazzoni tesi ci seghiamo ben bene e quasi all’unisono spariamo due schizzi da paura che le inondano le poppe e la faccia.
Martina per nulla dispiaciuta si porta il seno fino alla bocca e si lecca il nostro seme golosa…

‘Bhe per due che dovevano fare un po di riposo siamo stati piuttosto disobbedienti -faccio notare mentre nudi ci beviamo una cosa freesca sul divano di Martina- mi sa che stasera useremo le dita’.
‘Non preoccuparti Max. C’è un motivo se siamo venuti qua. A parte le bellissime tette di Martina che sono ovviamente una grande attrattiva -e dicendolo gliele accarezza delicatamente- la sua cara mamma è una bravissima erborista vero amore?’.
Martina annuisce ‘Si è una ricetta di famiglia che chiamiamo ‘Succo di Leone’ ci sono dentro erbe dell’amazonia molto particolari e rare’ spiega.
Io li guardo ‘Dove?’.
‘Nel bicchiere che hai appena bevuto’ spiega la ragazza.
‘Ma dai credevo fosse Coca Cola’.
‘Ne ha un po il sapore in effetti. Però la Coca Cola non te lo fa venire così dritto no?’ ammicca la troietta indicando il mio piselllo che segna mezzogiorno.
‘Non dopo che scopi da 5 ore comunque’ aggiunge John a sua volta con una evidente erezione.
‘Wow è vero. Madonna che roba…’.
‘E vedrai che sborrata fluente’.
‘Davvero? Bhe allora grazie non vedo l’ora di provarlo sulla mia cara zietta’.
‘Ringrazia mia mamma è lei che l’ha preparata’ dice Martina.
‘Quella porca di tua mamma la ringrazio io nel solito modo’ aggiunge John.
‘Amore mio quanto sei porco…’ lo stuzzica Martina e intanto gli piazza la lingua in bocca.
Alla fine si alza e dichiara ‘Bhe è ora che si vada a casa per prepararci per la cena e soprattutto per il dopo cena’.
Poi fissa Martina e sorride ‘Senti amore forse ti andrebbe di venire con noi. Ci sono già altre 5 donne ma in 6 è anche meglio che ne dici?’.
Martina non esita ‘Caro lo sai che a tua mamma la lecco sempre volentieri’:
‘Come io alla tua piccola lesbica tettona! Dai forza vai a metterti in tiro che ti aspettiamo’.
‘Ok amore’ e sculettando sparisce…

‘E così ti chiavi sia lei che sua mamma’ noto quando restiamo soli.
‘E sua zia, sua cugina, sua nonna e sua sorella. Me le sono scelte apposta. Famiglia porca con donne poppute e bisex. Per non avere troppa nostalgia di casa capito?’.
‘Certo che credevo di essere porco io ma tu mi batti’.
‘Si temo di si -ammicca lui- comunque sei secondo in classifica se ti consola’.
Così tornammo a casa che era quasi ora di cena.
Le nostre donne erano tutte in tiro. Non che fossero vestite, in casa della zia pareva quasi una bestemmia parlare di abiti. Però avevamo messo le autoreggenti e le scarpe come se questo servisse a qualcosa. Mia madre in calze a rete rosse e scarpe in tinta, mia zia in calze trasparenti sempre a rete, le mie sorelle rispettivamente in calze nere e bianche sempre a rete. Solo la mia cuginetta indossava un collant scuro ma velato che bene o male le proteggeva il buchetto anche se in trasparenza le vedevo tutto e sotto al nylon me la faceva sembrare ancora più bella.
Appena vede Martina mia zia Loretta le si avvicina sculettando le belle chiappe abbronzate e dondolando il balcone. Si vede subito che è un po’ alticcia per l’alcool… ‘Ciao cara…. Che bello ci sei anche tu’ e senza esitazioni ficca la linua in bocca a Martina e iniziano a limonare tranquille e beate…
Il bello è che John le guarda come nulla fosse perchè evidentemente non è la prima volta che ciò accade.
Le mani della zia scivolano sotto alla minigonna di Martina, gli solleva il tessuto, le scopre le chiappette nude e bianche e tutti li fissiamo arrapati…
Notando le nostre aste dure subito mia madre si avvicina, si china fra me e John e ci aiuta a spogliarci….
‘Ma guarda che bei tarelli che ho….’.
‘Eccitati da mia zia che ormai ha già spogliato della gonna Martina mettendo di nuovo in mostra la sua piccola fichetta dal pelo rado nessuno fa obiezioni a mamma che preso un cazzo in ogni mano inizia a segarli piano piano…
Scivoliamo fino al divano e ci sediamo comodi. John a destra, io a sinistra e la mamma in mezzo sempre a mungerci i cazzi ben bene.
Zia Loretta ha due dita nella fichetta di Martina. La ragazza è così umida che si sente lo ‘SWOSH’ dei suoi umori vaginali che si accumulano sempre più fluenti.
Intanto mia sorella Marika alza una gamba, la poggia su una sedia e tenendo tutto ben spalancato prende a masturbarsi la patatina a tutto spiano…
Dopo un attimo afferra un vibratore di gomma rosso, gli da un paio di leccate come fosse un gelato e senza indugi se lo schiaffa dentro…
Io non so se guardare più lei o più mia zia che ormai ha fatto chinare Martina a quattro zampe come una cagnetta e tenendole ferma la testa la tira a se ficcandole la fica in bocca dentro fino al naso.
Martina, come un’assetata nel deserto la lappa a tutto spiano. Si vede che ci prova gusto la troietta…
‘Accidenti la tua ragazza è davvero una porcellina… Credevo andasse matta per il cazzo ma anche a leccare fregne non è male’ dico a John.
‘Ovvio la lecca a sua madre ogni giorno’ dice lui mentre la sua trave è ormai di marmo fra le mani di mia madre’.
‘Quindi ti fai la ragazza e la madre’ noto eccitato.
‘Lei, la zia e la sorella minore’ confessa John.
‘Bhe è ovvio che avendo una famiglia come la nostra non potesse che accasarsi con una ragazza di stirpe analoga’ dice mia mamma seria senza smettere di segarci.
‘Zitta tu porca… Lo so che non vedi l’ora di farti Martina ma adesso succhiami sta trave’ ordina John.
Mia madre obbedisce. Continuando a segarmi con una mano sposta la testa sulla trave di John e inizia sbocchinarlo come una dannata. La sua bava cola sulla cappella gigante di mio cugino e lui la accarezza sulla testa incitandola ad aumentare il ritmo.
‘Hey voglio un pompino anche io!’ esclamo.
John guarda mia sorella Monica che si è fatta piccola piccola in un angolo e guarda i nostri giochi senza osare prendervi parte. ‘Hey suoretta che fai non vieni a giocare con noi…’.
‘Lo sai come è fatta no…’ minimizzo io.
‘Si lo so è solo una lecca fica. Peccato davvero un peccato che non si faccia infilzare…’.
‘Io veramente l’ho infilzata’ confesso. A quelle parole Monica diventa rossa come un pomodoro e mio cugino fa un sorriso da orecchio a orecchio ‘Cavoli Max sei un Dio. Io sono anni che ci provo con lei ma ha sempre preferito la lingua di mia mamma al mio pisello’.
‘Max avevi giurato di non dirlo a nessuno!’ esclama Monica.
‘Dai che c’è di male siamo in famiglia no… Dai ammettilo che ti piace che c’è di male’.
‘Appunto troietta che c’è di male’ dice John sorridendole.
‘No no non voglio. Il tuo è troppo grosso. Tu mi sfondi!’ scatta Monica.
‘Ma dai non fare la stronza!’ esclama Marika che ormai ha tutto il cazzo di gomma nella vulva e lo muove a mille all’ora…
Mamma a sentire quelle parole si stacca dal cazzone di John e si gira a guardala. Ha gli occhi pieni di commozione ‘O tesoro ma è meraviglioso. Finalmente hai superato il tuo blocco mentale….’.
‘Mamma io…. Io…. Si è vero l’ho fatto con Max’.
Mamma si alza in piedi e la abbraccia carica di commozione. La abbraccia, la bacia, inizia a leccarla dal collo fino al seno fino a soffermarsi sul capezzolo sinistro che poco a poco inizia a succhiare avidamente….
‘O mammina mi fai bagnare…’ geme Monica.
Intanto John e io rimasti col cazzo a pulsare all’aria non possiamo fare a meno di alzarci in piedi. In un attimo io sono alle spalle di mamma e John dietro a Monica.
Le baciamo sul collo e lungo la schiena mentre le due continuano a succhiarsi i seni e a limonare l’una con l’altra.
Mia madre è un brodo e il mio uccello le scivola dentro senza alcuno sforzo. Sento la cappella farsi strada in quella fica infuocata e in un attimo la stò fottendo all’impiedi aggrappato ai suoi fianchi.
John intanto ha agguantato Monica allo stesso modo e le stà sussurrando ‘Piano piano, stai tranquilla faccio pianissimo cuginetta cara….’.
‘Ummm, si, o no, piano, si si, ecco, o si ma piano, cazzo che cazzo!’ geme Monica mentre lui inizia ad impalarla delicatamente.
Intanto Marika, non sazia del cazzo di gomma si avvicina a mia zia Loretta che ora si è sdraiata sul tappeto con le gambe all’aria e tiene la faccia di Martina schiacciata in vita per farsela leccare alla grande. Lungo le gambe è tutta collosa per quanto stà colando ma Martina, come un formichiere continua a leccare mentre si tocca a tutto spiano.
Marika si mette sopra la zia, allarga bene le gambe e si china su di lei. Sfila il dildo di gomma e come un tappo che salta da una bottiglia ecco che…. SWOSHH. Un vero squirting di umori le cola fuori e va in faccia a zia Loretta che pare gradirlo parecchio.
Intanto siamo al culmine. Io mi aggrappo alle pere di mamma mentre spingo a tutta forza nella sua fica, John fa lo stesso con mia sorella.
‘Oddio Monica non resisto… Sborroooooooooo! Si ti sborro nella fica siiiiiii’ ulula John appagatissimo all’idea di fottersi la cuginetta.
‘Si anche io’ gemo un attimo dopo attizzato sia dalla fica rovente di mamma sia dallo spettacolo lesbo della zia con Marika e Martina.
Gli spruzzi sono davvero molto fluenti tanto che lo sperma esce dalla fica di mamma e le cola giù per le gambe come una colata di lava.
Aveva ragione John, con quel beverone che mi ha dato Martina ora sborro come un cavallo…
I gemiti e le urla di piacere si susseguono a tutto spiano. Anche la giovane Tanya è spettatrice delle nostre gesta sempre più passiva.
Si stà visibilmente toccando la fichetta vergine sotto al collant…. C’è poco da fare ha una voglia di cazzo da paura. Glielo leggo in faccia.
‘Pazienza cara, ancora 3 orette…’ la consola la madre tra una leccata di fica e l’altra…
Già… Ero così preso dall’orgia che quasi mi ero scordato il piatto forte della serata… Tanya!
Solo a pensarci mi viene di nuovo duro mentre lo tengo poggiato sul fianco a mia madre… Lei sente l’erezione poderosa e subito sussurra dolcemente ‘caro vuoi farne un’altra nel culetto?’.
Come potrei dire di no a mammina….

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