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Racconti di DominazioneRacconti erotici sull'IncestoTrio

fortuna che sono caduto in bicicletta

By 20 Novembre 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

Sono l’unico figlio maschio di tre figli, Marta, Giada e appunto io, Marco. Le mie due sorelle, Giada la più grande di 24 anni e Marta appena maggiorenne, dormono nella loro stanza, mentre io, 20 anni, ho la mia bella cameretta tutta per me. Non so se &egrave dato dell’età in cui gli ormoni sono così attivi che ti mordono le caviglie, o da un mancato sfogo sessuale per assenza di una ragazza da ormai troppo tempo, fatto sta’ che la mia eccitazione &egrave praticamente perenne.

Ogni cunetta mi ricorda un seno femminile, ogni biforcazione stradale con un aiuola centrale, il pube femminile. Immaginate la mia vita in casa con due sorelle estremamente ben strutturate anche se molto diverse tra loro, che girano spesso solo in intimo perché non sanno mai cosa mettersi addosso. Se &egrave vero che si diventa ciechi masturbandosi, io arriverò a fine anno che avrò bisogno di un cane guida che mi aiuti negli spostamenti.

Tutto questo accumulo di testosterone mi fa prendere delle decisioni “di fuga”, per la salvaguardia del mio fisico che necessiterebbe di continui flebo per rianimarmi. Esco così di casa in sella alla mia mountain bike e scarico così, per alcune ore, tutte le mie energie che altrimenti convoglierei in masturbazioni ossessive pensando alle mie sorelle.

I mie amici sono sempre pronti a venire a trovarmi, definendomi il ragazzo più fortunato della terra perché ho la possibilità di vedere, ogni giorno, lo spettacolo più bello del mondo. Le vedo infatti “sfilare” come in una promozione di lingerie di Victoria Secrets. Sì, perché loro non si formalizzano molto se ci sono solo io in casa o tutta la squadra di calcetto in cui gioco.

Certo, per i miei amici &egrave facile parlare, ma non sono le LORO sorelle. Ormai &egrave dall’età della pubertà che mi ammazzo letteralmente di seghe (scusate il francesismo). Credo che a loro piaccia attirare l’attenzione maschile, non che siano delle zoccole, anzi. Dalle mie parti si dice che sono delle “profumiere”, perché te la fanno annusare ma nulla di più. Alle volte ho provato ad affrontarle, magari per vedere se c’era la possibilità di qualche cosa in più che essere solo il loro fratellino, ma l’urlo che ava tirato Marta una volta che sono entrato in bagno e l’avevo vista nuda, mi ha fatto decisamente cambiare idea sul tentare altri approcci.

Come dicevo, le mie sorelle sono molto diverse tra di loro, nessuno le direbbe sorelle.

La più grande ha la capacità di essere sensuale con qualunque cosa addosso, forse mostra di più della sua età, ma più per come veste. I capelli lunghi neri e liscissimi, impreziosiscono quel bel vizino da maestrina, e gli occhiali con montatura nera danno il tocco finale. Ha le classiche forme che riempiono sapientemente i punti giusti, sopratutto quando indossa dei tailleur aderenti con camicetta abbastanza scollata. Lei veste sempre molto elegante, usa tacchi vertiginosi e cammina ondeggiando leggermente. Credo che le piacciano gli uomini più maturi, in ogni modo &egrave sempre molto raffinata. Anche il suo intimo &egrave molto ricercato, fatto di pizzo alle volte molto trasparente. Quando vede me o i miei amici, sa benissimo che effetto fa su di noi, ma ostenta superiorità che per alcuni può essere fastidioso, per altri, come me forse di indole “slave”, mi fa letteralmente impazzire. Suo punto di forza il seno, pieno e andeggiante.

Marta invece, &egrave l’opposto. Dai lineamenti molto più giovani della sua età, veste sempre sportivo, mai con un tacco alto, mai con un vestito “della festa”. Difficilmente l’ho vista in gonne, sempre con pantaloni della tuta che le mettono in risalto un cubetto sodo e alto. Castana di capelli con taglio alle spalle &egrave la classica sorella ribelle. Attenzione, non &egrave che per il suo essere “trasandata” sia meno affascinante della sorella maggiore, anzi. Quel vizino pulito, le labbra leggermente carnose e due occhi verdissimi la rendono estremamente affascinante. Altra differenza dalla sorella &egrave il seno, quasi acerbo, che non &egrave mai castigato dal reggiseno anche perché sodissimo. Le poche volte che l’ho vista vestita bene, era al centro dell’attenzione forse anche più della sorella. Anche lei comunque, non si fa troppi problemi a girare in intimo se c’&egrave gente in casa, consapevole di avere uno splendido fisico. Suo punto di forza il culo; perfetto!

Dopo questa premessa, arriviamo ai giorni nostri. Avendo figli ormai maggiorenni, i miei genitori pensano bene di andarsene, appena possono, per farsi alcuni giorni di pieno relax, gustandosi una seconda vita di coppia. Visto che, avendoci avuto molto giovani, la loro gioventù era stata dedicata totalmente a noi, da due giorni sono a gustarsi le attenzioni di una SPA e rimarranno via una decina di giorni. Quindi immaginate quanto sopra descritto, amplificato ogni qual volta la casa &egrave tutta a loro disposizione. Vivo in un eterno conflitto; da un lato sono felice che i miei siano via così ho più libertà e vedo di continuo culetti saltellare per casa, d’altro canto, sono disperato perché so che avrò il mio amichetto in tensione per tutto il tempo e sarà tutto arrossato per l’aumento di lavoro che gli darò in quei giorni.

Eccomi quindi, dopo innumerevoli incontri di lotta “cinque contro uno” avuti nella mattinata, in sella alla mia bicicletta per scaricare l’eccitazione che mi sento ancora addosso. Forse il pensiero ancora rivolto alle curve generosamente messe in vista dalle mie sorelle, forse per la foga e l’eccitazione da scaricare, la curva che dovevo affrontare in discesa abbastanza piano, l’ho affrontata a una velocità tale da finire giù per la scarpata, ruzzolando rovinosamente fino in fondo.

Il dolore &egrave insopportabile, la clavicola forse rotta, braccia e gambe piene di graffi e lividi, eccitazione completamente scomparsa in pochi secondi. Riesco in qualche modo a recuperare il cellulare così da chiamare i soccorsi e avvisare Giada, la sorella con l’indole della crocerossina, diversamente da Marta che se mi avesse visto così sarebbe svenuta e i soccorsi sarebbero stati più per lei che per me.

Arrivo al pronto soccorso in ambulanza e c’&egrave Giada visibilmente preoccupata in volto, che mi sta’ aspettando. Dopo una visita veloce e alcune lastre con esito negativo su eventuali fratture, &egrave stata chiamata mia sorella che, come se fosse mia madre, gli hanno esposto tutti i mie traumi.
“Il ragazzo fortunatamente non ha nulla di rotto, però ha molteplici escoriazioni di cui alcune importanti. Prima di dare alcuni punti di sutura, sarebbe bene lavarlo bene. Purtroppo &egrave appena arrivata un emergenza e avrò tutti i medici e le infermiere impegnate. Siccome non vorremmo aspettare tanto prima di ricucirlo, se la sente di aiutarlo a lavarsi? Sempre che la vista del sangue non le dia fastidio”
Ci siamo guardati e si sono incrociati i nostri sguardi; un’occhiata carica di panico da parte mia e riluttanza nel toccare una cosa così sporca da parte sua, ma non avendo comunque alternative, ci siamo fatti indicare la stanza preposta per potermi lavare. Almeno a me non era minimamente passato di mente che il sangue potesse infastidirla, &egrave che, avendo escoriazioni su tutto un fianco, sicuramente avrei dovuto mettermi completamente nudo davanti a lei e questo mi provocava reazioni contrastanti come eccitazione e imbarazzo. Spingendo la sedia a rotelle in cui ero adagiato, mi ha accompagnato verso un bagno credo fatto apposta per casi come questo, infatti siamo entrati in una stanza abbastanza ampia con una vasca in alluminio proprio al centro con ben due docce regolabili.

Spavaldo ho cercato di alzarmi, ma il dolore per le varie botte mi ha fatto quasi cadere, così mi sono appoggiato a mia sorella che mi &egrave venuta in soccorso, sporcandole il vestito’
“sei il solito stupido!!! guarda che disastro. Oltre ad esserti fatto male mi hai anche sporcata tutta, non potevi aspettare che ti aiutassi io?”
Io sono rimasto in silenzio, anche perché consapevole che avevo fatto una cazzata, e dopo essere riuscito a entrare nella vasca con tanto di apertura laterale, mi sono lasciato denudare da mia sorella sedendomi subito dopo su uno sgabello già all’interno della vasca.
Mentre guardo mia sorella che si toglie la giacca e controlla il danno fatto dal fango che avevo addosso, le mie mani instintamente si mettono a copertura del mio sesso che, nonostante provassi dell’eccitazione per la situazione, &egrave rimasto barzotto anche perché il dolore comunque continuo a sentire di certi non mi aiuta.

Mia sorella si &egrave avvicinata e, dopo aver trovato la temperatura giusta dell’acqua, ha iniziato a lavarmi delicatamente. Devo dire che solo il getto della doccia, anche se non troppo forte, mi faceva molto male, ma il tocco delicato di mia sorella e la sua voce rassicurante
stavano iniziando a fare effetto. Per il momento le mia mani stavano ancora coprendo le mie zone intime, ma sentivo che carezza dopo carezza, anche se date per pulirmi dal fango, facevano ingrossare il mio membro che, animato di vita propria, non dava cenno a rilassarsi nonostante le fitte dolorose e il mio impegno mentale nel reprimere quella erezione.

Giada, ormai presa dalla sua indole da crocerossina che strideva molto nel suo modo di fare, mi parlava allegramente. Io non sentivo minimamente cosa mi stava dicendo, nella mia testa rimbombava una sola frase “rilassati, Marco, rilassati e fai rilassare tutto fratello li sotto’ &egrave un casino se Giada ti vedrà così’ rilassati Marco’ rilassati”
Ma più ci pensavo e più sentivo pulsare il glande così, appena Giada si &egrave allontanata per rispondere al cellulare dove l’altra sorella voleva sapere dell’accaduto, io con il getto caldo e con grande fatica, sono riuscito a placare almeno in parte l’erezione.

Più sudato per il risultato ottenuto che per il dolore provato, quando si &egrave riavvicinata mia sorella avevo il membro non in piena erezione ma ricurvo verso il basso, due terzi della dimensione massima. A ben vedere, era anche un bello spettacolo perché abbastanza largo. Non ho mai preteso dimensioni da pornodivo, ma andavo fiero del mio glande decisamente molto sviluppato che troneggiava come la cappella di un fungo porcino quando era in pieno vigore. Adesso risultava ancora coperto dalla pelle, ma se non facevo attenzione, sarebbe uscito senza troppi problemi.

Mia sorella ha chiesto di allargare le gambe per permetterle una migliore posizione per pulirmi, e per la prima volta, senza essere comunque nascosto dalle mie mani, ha avuto la possibilità di vedere bene il mio sesso. Devo essere sincero, adesso non ero affatto imbarazzato, stava prevalendo uno stato d’animo strano, come era strana la situazione creatasi. Ho guardato bene Giada in viso per capire se si soffermasse a guardare o se rimanesse indifferente della cosa e, con grande piacere e anche inaspettatamente, ho visto che nel lavarmi, l’occhio cadeva più volte sul mio interno coscia, come se ci fosse una lotta interiore dove da una parte si diceva che non doveva guardare, mentre dall’altra era come attratta come da una calamita.

La situazione stava prendendo una bella piega, anche perché da li a breve avrebbe dovuto risalire la gamba per lavarmi, ma proprio quando stavo per pregustare quel tocco delicato, &egrave entrata un’infermiera che, dai modi simpatici ma con il fascino di un caterpillar, ha detto a mia sorella che ora poteva prendersi lei cura lei di me.

Giada si &egrave rialza credo con un pò di rammarico, almeno &egrave quello che mi &egrave sembrato di vedere sul suo volto, ed &egrave uscita dalla stanza. L’infermiera, alta un metro e mezzo per forse 100 kg, anche se molto simpatica, ha smorzato completamente il mio entusiasmo.

Dopo una accurata pulizia dell’infermiera e dopo svariati punti di sutura, mi sorella &egrave stata richiamata così da potermi portare a casa. Le mie condizioni adesso erano simili a una mummia. Il braccio destro aveva poco movimento con la spalla leggermente bloccata, la sinistra si muoveva meglio,a ma entrambe le mani avevano vistosi bendaggi che non mi avrebbero potuto aiutare in nulla delle normalissime cose che uno fa quotidianamente. Al momento ero solo tanto felice di tornare a casa, imbottito com’ero di antidolorifico.

Giada mi ha portato subito in camera e mi ha aiutato a mettermi disteso a letto e pochi istanti dopo stavo già dormendo. La mattina dopo, appena sveglio, mi sono sentito come travolto da un camion. Ogni muscolo mi faceva male, ogni osso sembrava fuori posto. Messi i piedi a terra, mi sono incamminato verso il bagno ma, nel momento di abbassare le mutande e fare quello che dovevo fare, mi sono accorto che non ero in grado di farcela. Mani fasciate, braccio bloccato, difficoltà nell’abbassarmi’
PANICO!!!! e adesso?

Giada era già uscita per andare al lavoro, lei almeno mi aveva già visto nudo il giorno prima. Potevo solo chiamare Marta, ma come chiederle di prendermi il gingillo e aiutarmi a fare pipì?

Ero lì che fissavo il water come inebetito e ho sentito la voce delicata di Marta
“ciao fratellone, cosa mi combini? Nemmeno più in bicicletta sai andare?” e si &egrave avvicinata a me con un grande sorriso. “come va questa mattina? ieri quando sono rincasata stavi già dormendo e non ho voluto svegliarti”
(io) “dire che sto bene &egrave raccontarti un sacco di palle’ ma poteva andarmi anche peggio vista la caduta”
(Marta) “hai bisogno di niente? vuoi che ti prepari la colazione?”
(io) “b&egrave’ non so come dirtelo'”
(Marta) “dimmi, cosa dovrò mai fare che hai paura a parlare?”
(io) “sai perché mi hai trovato qui in piedi?”
(Marta) “perché hai preso una botta in testa e non sai più chi sei?” la solita simpatica sorellina.
(io) “nooooo’. Perché volevo fare pipì, ma non ci sono riuscito per le varie fasciature che mi impediscono i movimenti” mentre le parlavo, continuavo a guardare il water sconsolato, poi ho guardato lei e l’ho vista arrossire
(Marta) “Sono tua sorella, ed &egrave nel momento del bisogno che si vedono le vere sorelle, del resto ieri ti ha visto Giada’ oggi tocca a me'”

Ma come, avevano parlato ti me ieri? Ovvio, ripensndoci Marta non sapeva bene cosa mi ero fatto, e quando ha visto Giada si saranno parlate. Ma non credevo avesse raccontato tutto, anche che mi aveva lavato’
I pensieri ronzavano nella testa fantasticando chissà cosa e sono tornato in me immediatamente quando ho sentito le esili dita di mia sorella abbassarmi i boxer.
Guardando verso il basso, mia sorella era leggermente chinata, non potevo vedere il suo viso nascosto dei capelli, ma un’eccitazione improvvisa per la sua posizione e per quello che stava per fare mi ha sopraffatto.

Mentre esitava nel prendermi il sesso che era ancora rilassato, quasi intimorita di farmi male, ho sentito il primo contatto con le sue dita. Lo ha indirizzato delicatamente verso il water, e si &egrave rivolta verso di me con un gran sorriso dicendomi “vai, il cannoncino &egrave puntato sull’obbiettivo”
Entrambi siamo scoppiati in una risata liberatoria, e io mi sono concentrato nel portare a termine l’operazione. Purtroppo, più mi concentravo per far uscire il liquido, più sentivo pulsare il mio membro che, in pochi secondi, &egrave passato da invertebrato a una postura decisamente eretta e rigida.
Sentivo le dita di mia sorella, che all’inizio lo teneva solo tra il pollice e l’indice, stringerlo con più energia per indirizzario verso l’obbiettivo come diceva lei. Ora era coinvolta tutta la mano e lo stringeva con forza.

Da sempre, quando sono in erezione, ho grosse difficoltà nel fare la pipì, un erezione così poi, non mi era mai capitata. Marta si &egrave girata verso di me con stupore; “Marco, cosa stai facendo?”
(io) “perdonami, &egrave fuori controllo, non riesco a fermarlo” e non era una scusa, viveva di decisioni proprie.
Marta lo stringeva forte, forse non se ne rendeva neppure conto, e io, con un lieve movimento involontario del bacino verso avanti, l’ho completamente scappellato proprio perché la mano di mia sorella bloccava il movimento della pelle.
Cazzo!!! adesso mi prendo un ceffone in piena faccia, ho pensato, e devo dire che me lo merito. Mentre socchiudevo gli occhi in attesa che questo avvenisse, mi sono reso conto che in realtà Marta lo stava guardando con interesse, quasi incuriosita di quella punta così larga.
Ero rimasto immobile dopo quello spostamento. La sua mano, e questa volta era stata lei a muoverla, si &egrave spostata ancora di più verso il mio bacino, spostando completamente la pelle che ricopre il mio glande. Poi mi ha guardato e mi ha chiesto, “ti fa male se faccio così?”
Con occhi stupiti le ho detto “assolutamente no, anzi”. Ho pensato “non &egrave possibile che una ragazza così bella per giovane che sia non abbia mai preso in mano il cazzo di un ragazzo”.
Lei era ancora con la mano che tirava il tutto verso la base della mia erezione così le ho detto “puoi muoverla se vuoi”
Lei continuando a guardare mio fratello, come se non fossi li con lei, ha iniziato lentamente la manovra inversa, ricoprendo nuovamente la parte più esterna con la pelle. Sempre lentamente, come fosse al rallentatore, lo ha nuovamente scappellato riportando la mano il più vicino possibile al mio pube.
Questa operazione l’ha ripetuta alcune volte, con una calma mai vista, lenta per non perdersi nulla di quel movimento.
Anche per me la sensazione era nuova, nessuna mi aveva mai masturbato così piano, ovviamente nemmeno io che quando lo facevo, sembravo volessi slogarmi il polso.
Mentre tutto questo stava accadendo, mi &egrave uscito un gemito di piacere che temevo potesse rompere l’incantesimo, invece Marta ha continuato quel movimento, lento e inesorabile.

Mentre continuava a masturbarmi muovendo la mano completamente in tutta la dimensione dell’asta, mi ha confessato: “sai, ho avuto solo due esperienze con due ragazzi uno della mia età e uno abbastanza più vecchio. Con entrambi non sono mai arrivata al sodo, c’&egrave stato solo sesso orale da entrambe le parti. Entrambi però non avevano la pelle che scendeva così tanto liberando come a te completamente la cappella, ma avevano un filo che limitava questo movimento.” Guardandomi poi ha aggiunto “mi piace di più il tuo” e ha concluso la frase con un gran sorriso.

Sentivo che stava salendo l’eiaculazione, ma il movimento era così lento che quella sensazione così stupenda &egrave rimasta tale per diversi minuti, mentre mia sorella, che pare ci avesse preso gusto, oltre che al movimento che faceva con una mano, con l’altra, ogni qual volta veniva messa a nudo, mi massaggiava il glande.
(io) “Marta’ guarda che sto per venire'”
Appena ha sentito questa parole ha aumentato energicamente il rittmo e io, vibrando come in una crisi epilettica, ho iniziato a schizzare fiotti così copiosi e forti come mai nella mia vita.
(Marta) “wow’ che bello’ mai visto schizziate così”
(io) con il fiato corto “anche per me &egrave la prima volta che sono venuto così tanto, &egrave stato stupendo”
Mia sorella alzandosi, mi ha baciato sulla guancia, mi ha abbassato ulteriormente i boxer e mi ha detto “adesso siediti, rilassati, riprenditi e fai la pipì, poi chiamami che ti aiuto a risistemarti. Credo che ne convenga anche tu che nostra sorella non venga a sapere nulla, vero?”

Seduto rivedo come in un film di fantascienza quello che era appena accaduto. Sono ancora preda dei farmaci e ho avuto un’allucinazione o cosa?
Faccio quello che dovevo fare e chiamo Marta che mi aiuti nel rimettermi i boxer, lei ritorna sorridente come non mai, mi sistema e mi accompagna in cucina a imbocconarmi come un bambino dell’asilo, dandomi la colazione che mi aveva preparato.
La situazione la divertiva molto, avere il controllo su di me la stuzzicava. Per darmi da mangiare, faceva roteare il cucchiaio come fosse un aeroplanino per poi infilarmelo in bocca con tanto di “mangia che &egrave pappa buona”.

La giornata &egrave passata piacevole nonostante il dolore, mi ha accompagnato altre volte in bagno ma senza che si ripetesse quanto fatto la mattina, fino al rientro dell’altra sorella. Com’&egrave arrivata, da brava mammina responsabile dei fratelli più piccoli, ha voluto sapere come avevo passato la giornata e, sia io che Marta, ci siamo fatti beccare per un occhiata che ci siamo dati carica di intesa, ma fortunatamente Giada non ha voluto indagare oltre.

Prima di metterci a cena, la sorella maggiore ha buttato li l’idea che sarebbe bene che io venissi lavato prima di mangiare. Io ho chiesto “lavato in che termini?”, lei ha risposto che escludeva un bagno dentro la vasca, magari un bid&egrave o passarmi comunque un panno sulla pelle.
Marta si &egrave proposta con vigore nel volermi aiutare, cosa che Giada ha trovato strano, visto che quando c’&egrave qualche cosa da fare, lei riesce sempre a imbucarsi.

Mentre quindi Giada preparava la cena, Marta mi ha accompagnato in bagno, e socchiusa la porta, mi ha aiutato a spogliarmi. Poi, dopo aver preso una spugna inumidita con acqua tiepida e un pò di sapone, ha iniziato a passarmi tutte le zone non coperte da garze e cerotti. Ha evitato con cura tutte le zone erogene, e quando ha ritenuto di avermi lavato bene, mi ha chiesto se ce la facevo nel mettermi seduto sul bid&egrave, così che potesse finire di lavarmi bene tutto.
Mi sono fatto aiutare, e mi sono accomodato gambe aperte con il mio sesso non del tutto rilassato rivolto verso il rubinetto, dando la schiena a mia sorella. Lei si &egrave accovacciata dietro e ha iniziato a regolare il calore dell’acqua. Poco dopo le sue piccole mani mi stavano scappellando e lavando con cura il mio amico non ancora sveglio del tutto. Le sue attenzioni comunque non mi lasciavano indifferente. La pressione del suo petto per riuscire a lavarmi bene, mi permetteva di sentire due capezzoli durissimi spingere sulla schiena, Il suo seno minuto aveva da sempre attirato la mia attenzione per quei capezzoli spesso in evidenza sotto le magliette, ma mai avevo avuto il piacere di sentirli sul mio corpo.
Poco dopo si &egrave spostata lateralmente per essere più libera nei movimenti e il mio sguardo &egrave caduto ovviamente li “freddo?” le ho chiesto scherzando?
lei ingenuamente “perché?”
(io) “perché ho notato i tuoi capezzoli'”
(Marta) “stupido!!!”
Sorridendo ha continuato a lavarmi, ora le sue mani erano sulle mie palle e le massaggiavano. Poi l’ho vista mettere del sapone liquido sulla punta di due dita nella mani sinistra e scomparire dietro di me. La mancanza di respiro che ho avuto per un attimo &egrave stata perché quelle dita sono andate subito sul mio buchetto stretto e hanno iniziato a massaggiarlo.
Ci siamo guardati e lei con il suo classico sorriso “b&egrave, oggi hai fatto caccotta, &egrave normale che ti pulisca”
Fin li tutto normale, ma poi l’ho sentita spingere con l’intento di entrare con un dito. La sua mano sinistra era dietro di me che spingeva per aiutare il suo dito ad entrare, la mano destra mi stava letteralmente masturbando.
(io) “Marta, ma che fai?”
(Marta) “non ti piace?”
(io) “non dico che non mi piaccia’ &egrave che da quel buco fino ad oggi, &egrave sempre stato un buco per l’uscita, mai per l’entrata”
(Marta) ridendo “ha ha ha, sempre simpatico il mio fratellone”
Ma la sua opera di sfondamento non aveva comunque cessato nell’impresa. Ora sentivo una falange dentro di me, poi due per arrivare a sentire le altre dita sulle natiche che impedivano che potesse entrare maggiormente con il suo dito medio.
Ha mosso alcune volte il dito nella sua lunghezza per poi toglierlo, poi ha messo altro sapone ed &egrave scomparsa nuovamente dalla mia vista.
Questa volta non ha massaggiato l’anello anale, ma ha spinto con forza per entrare cosa che, con sorpresa, ho trovato strano entrasse così facilmente.
(Marta) “sai, l’ultimo ragazzo quando ci appartavamo voleva che gli infilassi sempre un dito, e ho notato che facendolo si eccitava molto di più”
Nel parlarmi intanto le dita che volevano entrare erano due, e non sono state poi molto a trovare lo spazio necessario per scomparire dentro di me.
Avevo gli occhi socchiusi, il respiro affannato e pesante. Non avrei mai pensato che qualche cosa sarebbe entrata li dietro, ma mi stava facendo provare davvero qualche cosa di straordinario.
Le dita ruotavano dentro di me, andavano con velocità diverse avanti e indietro, come la mano che massaggiava così bene il mio sesso. Stavo quasi per venire quando mi sono sentito avvolgere da un tepore caldo il glande e la sensazione piacevole &egrave scesa poi molto più in giù.
Ho aperto gli occhi e Marta lo aveva il bocca, che lo succhiava e lo avvolgeva con la lingua all’interno della sua bocca calda. Le sue dita dietro hanno dato altri due colpi e io, senza avvisare, tranne che per un leggero rantolo, le sono venuto in bocca.
Che se lo aspettasse o no, alcuni rivoli della mia densa crema le sono usciti lateralmente dalle labbra, mentre la maggior parte &egrave stata ingoiata con sapienza da mia sorella, anche perché molti schizzi sono arrivati direttamente in gola. Sarà ancora vergine, ma ha una predisposizione innata per il sesso e sa far godere gli uomini in un modo incredibile.
Sì &egrave ripulita, ha poi pulito nuovamente il mio membro, mi ha asciugato e siamo rientrati in cucina. Entrambe mi hanno aiutato a mangiare e la serata &egrave passata serena. Se non fosse per il dolore che alle volte sentivo, la caduta dalla bicicletta era la cosa più bella che potesse capitarmi.

Dopo un film visto in TV tutti e tre assieme, Giada mi ha accompagnato in camera per aiutarmi a mettermi a letto. Quando ero ormai disteso poco prima di coprirmi, si &egrave abbassata come per darmi un bacio sulla guancia e, tra me e me ho pensato: “guarda che carina, come avrebbe fatto mamma se fosse stata qui”, ma il bacio non &egrave arrivato in quanto si &egrave solo avvicinata al mio orecchio per sussurrarmi “&egrave stata brava Marta con te questa sera? dovreste chiudere la porta se volete intimità, non solo socchiuderla”
Una vampata di calore ha pervaso il mio corpo. Rosso in viso ho solo sgranato gli occhi guardandola mentre lei sfoggiava in sorriso beffardo. Mi spaventava molto.
“cosa intendi fare?” mi &egrave uscito con un filo di voce
(Giada) “lo saprai molto presto”
Non era decisamente la risposta che avrei voluto sentire. Senza aggiungere altro &egrave uscita dalla stanza.

Seguirà il secondo capitolo.
Ci tenevo a ringraziare le molte persona che mi hanno scritto. Rispondo sempre a tutti e ringrazio per i preziosi consigli.

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