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Racconti erotici sull'Incesto

Il figlio curioso

By 23 Gennaio 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

Era una bellissima giornata di maggio e non avendo più lezioni a scuola decisi di rincasare prima.
Aperta la porta di casa mi trovai di fronte ad uno spettacolo abbastanza insolito: mia madre stava rispondendo al telefono, e fin qui niente di strano, quello che era insolito è che aveva solo una maglietta arrotolata fino al petto, per il resto era completamente nuda.
Rimanemmo sorpresi tutt’e due. Cercammo di farfugliare qualcosa quando, dalla camera da letto, apparve Monica, anche lei in abbigliamento molto ridotto e, ad essere sorpresi, allora fummo in tre.
Capita la situazione feci dietro front e scusandomi alla bella e meglio presi la porta ed uscii.
Gironzolai un po’ a caso e mi ritrovai ai giardinetti pubblici. Mi abbandonai su un panchina e cercai di riordinare le idee.
Avevo sorpreso mia madre a fare sesso in casa e, fin qui, niente di strano. Era libera, mio padre se n’è andato più di cinque anni fa. Lo strano, almeno per me, è che faceva sesso con una donna, Monica, che da sempre è la sua amica del cuore. Altro che amica del cuore. Adesso capivo le continue telefonate, le uscite serali. L’altra cosa sconvolgente era che per la prima volta mi ero accorto che mia madre aveva proprio un bel culo.
L’immagine che mi si era parata davanti così all’improvviso di lei in disordine, con il corpo in gran parte nudo e molto bello, mi aveva turbato, l’idea poi che probabilmente il telefono aveva squillato mentre era intenta a farsi leccare fra le gambe, mi provocava fitte dolorose all’uccello.
Quindi: ero in imbarazzo per aver sorpreso la mia genitrice a fare sesso, ero turbato dall’aver scoperto che era lesbica ed ero fortemente eccitato da quanto avevo visto. Proprio un bel casino.
Non sapevo come uscirne.
Cercai in tutti i modi di ritardare il mio ritorno a casa ma, tant’è ad un certo punto dovetti farmi coraggio e rientrare.
A casa non c’era nessuno così me n’andai in camera mia e mi sdraiai sul letto.
Ripensavo a quella che era stata la nostra vita fino a quel giorno, ai miei rapporti con mia madre, tutto sarebbe cambiato.
Con lei ho sempre avuto un bel rapporto, quel tanto di confidenza che può esserci fra madre e figlio.
Lei mi chiedeva delle mie ragazze, poche, anzi solo qualche amicizia fra coetanei, ed io ricambiavo scherzando sul fatto che se non si trovava un altro marito sarebbe diventata una zitella acida.
Qualche volta l’avevo intravista che si cambiava ma non avevo mai fatto caso a lei come donna invece, oggi, a vederla così seminuda mi aveva fatto sentire fortemente eccitato. Sapevo benissimo che la cosa era fuori da ogni logica e , che non avrei dovuto neanche pensare ad una cosa simile, ma non potevo farci niente.
Dopo un po’ sentii il rumore della chiave nella toppa . Mi chiamò, come sempre quando rientrava, le risposi e le andai incontro, eravamo tutt’e due molto imbarazzati.
“Ho fatto tardi. Preparo subito la cena” e così dicendo se ne andò in cucina e cominciò a trafficare con le pentole.
Mi aveva completamente spiazzato. Mi aspettavo discorsi, scuse ecc. invece niente, solo un po’ di imbarazzo.
Durante la cena c’era comunque un clima teso, ad un certo punto lei mi guardò dritto negli occhi e iniziò a parlare.
“Sai mi dispiace per oggi. Non avrei mai immaginato che tu potessi rientrare… Capisco che sia stato imbarazzante, però devi capire”
“Non ti devi scusare” replicai
“Non mi sto scusando” Il suo tono era fermo ma c’era una certa dolcezza. “Vorrei però che non mi giudicassi troppo male. Il sesso è una cosa complicata, più si cresce e più si scoprono cose di noi che non ci saremmo aspettati.”
Mi guardò dritto negli occhi poi proseguì “Ormai hai 18 anni e, certe cose puoi capirle”
“Sì, hai ragione. Sei libera e puoi fare quello che vuoi. Però ammetterai che vederti così mezza nuda con Monica mi abbia … non so come dire … frastornato” feci un mezzo sorriso.
“Immagino” scoppiò a ridere “La scena deve essere stata comica. Io con il culo di fuori e Monica tutta nuda lì con la faccia da scema…” non riusciva a smettere di ridere. Mi avvicinai e le misi una mano sulla spalla, si calmò un po’ e mi attirò a sé facendomi sedere sulle sue ginocchia.
Le confessai, visto che l’atmosfera si era rasserenata, che non avevo mai immaginato che fosse lesbica.
“Che parole che usi. Ti ho detto che la vita è strana. Ho sempre avuto storie con uomini, non molti, ma sempre uomini. Da un po’ di tempo però avevo perso interesse alla cosa. Sempre le solite cose, ti portano a cena , ci provano e, se ci riescono, dopo un paio di settimane spariscono. Con Monica è successo così per caso. Eravamo a casa sua, stavamo provandoci dei vestiti. Eravamo mezze nude, una carezza , un bacio e… insomma non posso certo raccontarti i particolari.”
“Si non è il caso. Sei mia madre ma l’idea è parecchio eccitante.”
Mi guardò la patta dei pantaloni e ciò che vide le fece scappare da ridere.
“Brutto porcello… abbiamo parlato troppo di queste cose. Vai pure in camera tua, credo tu abbia bisogno di un po’ di privacy” mi fece l’occhietto. La baciai sulla guancia e mi ritirai in camera mia.
Una volta solo mi spogliai completamente, non avevo bisogno della solita rivista porno, l’incoraggiamento di mia madre a masturbarmi mi aveva eccitato più di qualsiasi rivista.
Cominciai a strizzarmi i capezzoli poi mi accarezzai l’interno delle cosce. L’uccello era bene in tiro e continuava a buttare fuori liquido lubrificante, ne raccolsi un po’ con il dito e iniziai a carezzarmi il buco del culo.
Tempo fa avevo letto da qualche parte che anche per gli uomini la penetrazione anale era molto gratificante ed avevo subito provato a infilami un dito dentro, cosa che aveva intensificato molto il piacere della masturbazione.
Piano piano ero passato dal dito ad altri oggetti ed infine avevo recuperato un vecchio astuccio del compasso di forma cilindrica, un po’ più grosso del dito, che ormai lo usavo abitualmente.
Lo presi dal cassetto e iniziai a farmelo scivolare dentro lentamente.
Provavo una grande libidine, entrato tutto iniziai un movimento circolatorio lento e regolare che mi portò alle soglie dell’orgasmo, bastarono pochi colpi per farmi schizzare un fiume di sperma.
Mi accasciai sul letto soddisfatto.
Il fatto che mia madre mi avesse autorizzato a masturbarmi di dava una certa euforia, Ormai i nostri rapporti erano da adulti, mi sentivo molto più libero.
A volte pensavo che il desiderio di essere penetrato nascondesse la mia natura omosessuale ma , in realtà, gli uomini sessualmente non mi dicevano nulla. Mi piacevano le donne e, non posso nasconderlo, avevo una certa passione per i trans.
L’idea che una donna potesse penetrarmi mi arrapata da matti.
Alcuni giorni dopo mi ritrovai per le mani un po’ di soldi e decisi di farmi un regalo a cui da tempo pensavo. Entrai con una certa titubanza in un sexi shop, con fare indifferente mi aggirai fra i vari articoli. Ero un po’ imbarazzato, poi mi resi conto che al proprietario non gliene fregava niente di me e, fattomi coraggio, mi diressi verso i falli di plastica.
Ce n’erano di tutti i tipi, ne scelsi uno della grandezza del mio uccello, non volevo strafare, ma molto più lungo e arraffate due riviste trans e una confezione di lubrificante mi presentai alla cassa.
Con la massima indifferenza il gestore incartò il tutto prese i soldi e uscii. Ero molto soddisfatto.
Per strada mi venne in mente che mia madre avrebbe potuto trovarlo, l’astuccio del compasso era del tutto anonimo questo invece, non lasciava adito a dubbi ma, visti i nostri rapporti di confidenza, non me ne preoccupai molto.
Ero molto eccitato, non vedevo l’ora di andare a casa per provarlo.
Quando entrai in casa la porta non era chiusa a chiave ma le luci erano tutte spente, poi sentii dei rumori dalla camera di mia madre e, con il cuore in gola immaginai cosa stesse succedendo. Monica e mia madre erano in camera da letto a fare l’amore.
Lo so benissimo che certe cose non si dovrebbero fare ma non riuscii trattenermi.
Lentamente accostai l’occhio al buco della serratura.
C’era poca luce, ma si vedeva bene lo stesso. Mia madre aveva la testa fra le gambe di Monica e questa si stava mordendo le dita per non urlare. Mi rialzai senza fiato.
Non riuscii a resistere e detti un’altra occhiata, ora erano in ginocchio sul letto e si stavano baciando con grande passione poi Monica si tuffò fra le gambe che mia madre aveva spalancato.
Mi chiusi in camera mia e mi spogliai in tutta fretta. Ero eccitatissimo. L’uccello pulsava e buttava fuori il suo liquido lubrificante. Scartai il pacco, misi via le riviste, non ne avevo bisogno.
Presi il fallo e mi venne l’idea di fissarlo fra gli elementi del radiatore.
Un po’ di spago e nastro adesivo bastarono per fissarlo alla giusta altezza. Mi lubrificai il buchetto prima con il mio liquido poi, per sicurezza, con il lubrificante. Lubrificai bene anche il fallo e quando fu tutto pronto mi piegai leggermente e cominciai spingermelo dentro.
Per quanto sovraeccitato fece un po’ di difficoltà ad entrare ma con un po’ di pazienza riuscii a vincere la resistenza dei muscoli anali.
Più scivolava dentro più andavo in estasi, mi sentivo in preda alla febbre, quando iniziai a fare su e giù sentii l’orgasmo salire prepotentemente. Senza bisogno di toccarmi l’uccello cominciai a schizzare sperma come una fontana, non riuscivo a fermarmi. Mi ci volle parecchio per riprendermi.
Misi tutto a posto e mi buttai sul letto esausto e mi addormentai.
Dopo non so quando sentii bussare alla porta. Era mia madre che mi avvertiva che la cena era pronta e che avevamo ospiti. Monica si fermava a cena con noi.
Avevamo tutti e tre la faccia sbattuta. Mia madre mi osservò incuriosita evidentemente aveva capito da dove veniva la mia spossatezza.
La serata fu piacevole e rilassante, ogni tanto ripensavo a quello che avevo visto in camera da letto e al piacere provato in camera mia.
Verso le undici eravamo tutti stanchi morti. Monica ci salutò e se ne tornò a casa. Mentre me ne andavo a letto mia madre un po’ scherzando un po’ sul serio mi disse abbracciandomi da dietro e sfiorandomi la patta dei pantaloni “Non lo fare lavorare troppo questo ometto o fra un po’ dovrai metterti gli occhiali”.
“Io non vorrei ma lui è uno stakanovista” Mi abbracciò e mi baciò sulle guance augurandomi la buona notte.
Passarono alcune settimane, tutto proseguiva normalmente. Negli ultimi giorni però mia madre dava l’impressione di essere preoccupata.
Così una sera a cena le chiesi
“Sembri preoccupata. C’è qualcosa che non va con Monica?”.
“No, no. Con Monica va tutto bene”
“Allora cos’è che ti preoccupa?”
“Non so come dirtelo” era visibilmente imbarazzata “Non vorrei intromettermi in affari non miei… però come madre…”
“Siamo in un rapporto di confidenza ed anche complicità. Possiamo dirci tutto no?”
“Sì hai ragione. Vieni qui in braccio alla mamma” Mi sedetti sulle sue ginocchia.
“Vedi l’altro giorno stavo mettendo in ordine in camera tua e… ho trovato un pisellone di plastica” ci scappò da risolino “Ecco non voglio giudicarti… vista la mia situazione…però l’idea che tu sia omosessuale o comunque che ti piacciono gli uomini, mi ha lasciato un po’ perplessa”
“Ti sbagli mamma. A me non piacciono affatto gli uomini, anzi”
“E allora che ti serve quel coso?”
Le spiegai meglio che potevo la situazione.
“Mi stai dicendo che ti piacciono le donne ma che ti piace anche essere penetrato sempre dalle donne?”
“Lo so che è strano. Anche a me lo sembra. Però, l’hai detto tu che il sesso è strano, mi piace, parlando con franchezza prenderlo nel culo, ma se è fatto da una donna”
Si era un po’ tranquillizzata.
“Certo che siamo strani forte noi due” sembrava più divertita che contrariata.
“Anche le donne quando lo fanno fra loro li usano”
“Sì hai ragione. Anche io e Monica stavamo pensando di prenderne uno ma non sapevamo dove andare…”
“Se vuoi ti dico io dov’è il negozio”
“Mhh… Ti confesso che mi vergognerei da matti. Anzi mi spaventa l’idea, andarci sola poi…”
“Ti accompagno io”
“Non se ne parla nemmeno” Si vedeva però che era combattuta, l’idea di poter arricchire le esperienze erotiche con Monica la stuzzicava parecchio.
“Sai il posto è isolato e al gestore non gliene frega niente di quello che compri. Tu pensaci su quando vuoi ti accompagno”
Passò qualche giorno, poi un pomeriggio mi si avvicinò un po’ imbarazzata ma anche divertita e mi disse “Se non hai niente da fare oggi potresti accompagnarmi in quel negozietto?”
Ci preparammo e uscimmo. Le detti le indicazioni necessarie per raggiungere il negozio. Parcheggiammo a discreta distanza e poco dopo entrammo.
Lei era imbarazzatissima, il padrone non ci degnò di uno sguardo e, visto che il negozio era deserto, non ci volle molto a mia madre per tranquillizzarsi un po’.
Girammo un po’ per il negozio poi la portai dove c’erano i falli di plastica. Ci scambiammo un sorriso d’intesa poi cominciò a prenderne qualcuno in mano e alla fine ne scelse uno doppio. L’idea dell’uso che ne avrebbe fatto mi eccitò all’istante.
“Tieni paga tu” mi disse dandomi i soldi e il fallo “e prendi qualcosa anche per te se vuoi”
Non me lo feci dire due volte vicino la cassa scelsi una cassetta con due trans da sballo.
Pagai e uscimmo.
Una volta a casa scartai il pacchetto e ci dividemmo le cose “Visto che non era niente di particolare”
“Sì hai ragione. E tu cosa hai preso”
Le mostrai la cassetta. “”She whit diks” che strano titolo. Che genere d film è? ”
Era piuttosto incuriosita.
“Il film non l’ho mai visto anche se conosco il genere. Possiamo infilarlo nel video registratore e vederlo?”
“Non sarebbe il caso…Però sono curiosa di capire che cosa ti piace ”
Andai in camera mia e accesi il videoregistratore, alla fine dei titoli di testa arrivò anche mia madre.
“Mettiti comoda” le dissi facendole posto sul letto.
Il film cominciò con un bellissimo trans e una coppia, poi due trans soli che si trastullavano tra loro, seguirono una donna che sodomizzava un trans e un uomo e un trans che ne facevano di tutti i colori.
Io ero eccitatissimo sia per il film che per la vicinanza di mia madre.
Ogni tanto le lanciavo un’occhiata e vedevo che deglutiva a fatica.
“Sono queste le cose che ti piacciono?” mi chiese la voce roca.
“Sì le trovo molto eccitanti” mi massaggiai la patta dei jeans.
“Toglili se no stappi la zip. E cosa ti piace di più il ruolo attivo o passivo ”
“Penso tutt’e due” le risposi mentre mi toglievo i pantaloni “Anche se da solo finora ho sperimentato solo il ruolo passivo”
“Ma davvero riesci ad infilarti quell’affare ” mi chiese un po’ incredula.
Lo presi dal cassetto “Sì certo. E spesso vengo senza neanche toccarmi”
Lo prese in mano e lo rigirò “Sembra proprio un cazzo”
“A volte è un po’ laborioso perché devo fissarlo da qualche parte, in genere al termosifone” Mi alzai e le feci vedere.
“E non ti fa male?”
“No figurati. All’inizio devo fare piano ma quando è entrato la punta poi scivola senza fatica “.
Intanto la mia erezione era giunta al massimo e la punta dell’uccello usciva dai boxer.
“Vedo che il tuo amichetto non resiste più” disse lei indicando il mio uccello “Ti lascio ai tuoi giochini”
“Sì devo sfogarmi se no scoppio”
Si alzò dal letto e mi carezzò i capelli.
“Senti ” le dissi “So che ti sembrerà una richiesta strana… Non so come dire… Mi aiuteresti”
“Mi sembra molto strana ed anche inopportuna… in fondo sono tua madre”
“Sì hai ragione ma l’hai detto tu stessa che il sesso è strano”
Ci pensò un po’ su “Sai sono molto curiosa di vedere cosa fai e, non lo nego eccitata. In fondo è un modo per conoscerti meglio”
Mi spogliai completamente. Anche lei si mise comoda ma rimase in reggiseno e mutandine, avrei preferito che si spogliasse ma non era il caso di forzare troppo la mano.
“Dimmi cosa devo fare” Le passai il fallo “Lubrificalo per bene” Mentre eseguiva le girai le spalle e mi appoggiai con i gomiti alla scrivania, mi feci passare il lubrificante e unsi bene il buchetto.
Sentii la sua mano carezzarmi le natiche ed ebbi una fitta all’uccello.
“Ora appoggialo sul buco ma non spingere forte”
Sentii il fallo farsi strada fra le mie natiche Mi allargai il più possibile, poi cominciò ad entrare. Scivolò dentro tutto mente i miei muscoli si adattavano “Ecco” dissi con la voce arrochita “Adesso spingi avanti e indietro”
Il fallo cominciò ad entrare ed uscire sempre più veloce fino a che fui squassato dall’orgasmo. Schizzai un fiume di sperma bollente.
Mi girai verso mia madre, aveva le mutande alle ginocchia e si stava masturbando appoggiata al muro.
Trattenne a fatica un urlo e si accasciò sul letto sfinita. La raggiunsi e mi sdraiai a fianco a lei.
“Sei sta bravissima” le dissi baciandola sulla guancia lei mi sorrise “Sai con un altro che manovra il fallo è molto meglio. Non devi preoccuparti di niente, pensi solo a venire”.
“Pensavo che nulla mi avrebbe più stupito” mi rispose lei “Invece oggi ho avuto emozioni molto violente ed eccitanti”.
Ci abbracciammo poi si alzò, raccolse le sue cose ed andò a dormire.
Qualche giorno dopo le chiesi scherzando se aveva provato il suo fallo con Monica.
“Impiccione e insolente, fare certe domande alla propria madre” scherzava divertita poi mi fece l’occhiolino.
“Beata lei” risposi.
“Vieni qui sciocchino” ci abbracciammo poi lei cambiò discorso.
Quella sera andai in camera mia presto. Ero lì nudo che mi accarezzavo il buco del culo quando sentii bussare alla porta, senza aspettare risposta entrò mia madre, era completamente nuda, fra le gambe le spuntava il fallo che aveva acquistato con me.
Era bellissima ed inquietante. Senza dire una parola si avvicinò e mi abbracciò, il mio uccello e il suo fallo premevano sulle nostre pance.
Sempre in silenzio mi fece girare e dopo essermi messo nella giusta posizione cominciò ad infilarmi con calma.
Aveva imparato in fretta come fare. Girai la testa e vidi che stava godendo anche lei.
Fummo squassati dall’orgasmo simultaneamente. Ci accasciammo esausti, lentamente le sfilai il fallo di plastica.
Ci abbracciammo e baciammo a lungo.
“Ti è piaciuto?” mi chiese “Sì molto. è stato bellissimo. E anche tu sei bellissima” Continuammo a coccolarci per un po’ poi prese le sue cose e tornò in camera sua.
I giorni successivi ci guardavamo con affetto e complicità e ci scambiammo coccole e carezze.
Poi una sera mi si avvicinò e mi sussurrò all’orecchio “Vai in camera tua a prepararti fra un po’ verrò a trovarti” La bacai con foga e mi diressi verso la mia camera.
Mi spogliai lentamente pregustando l’incontro che sarebbe avvenuto di li a poco.
Entrò senza bussare anche questa volta il fallo troneggiava fra le sue gambe. Mi avvicinai e mi inginocchiai davanti a lei, presi il fallo e lo mossi lentamente. Mugolò di piacere, poi mi tirò su e mi baciò con passione infine mi sussurrò “Adesso prova a infilarlo tu” Impazzii di libidine.
Si avvicinò alla scrivania, si appoggiò e sporse verso il suo bellissimo culo. Lo accarezzai poi vi tuffai la faccia dentro, con la lingua cercavo il suo buchetto lo leccavo cercando di infilarci la lingua dentro.
Poi non riuscendo più a trattenermi afferrai il lubrificante e lo sparsi bene intorno al buco e dentro, e finalmente vi appoggiai la punta dell’uccello facendo attenzione a spingere piano.
Lentamente mi feci strada dentro di lei, sentivo i suoi muscoli stringersi intorno al mio uccello cedendo gradualmente. Arrivato in fondo mi fermai poi iniziai a muovermi mentre lei mi incitava a darci dentro.
Cominciai a dare colpi potenti e sempre più ravvicinati poi esplosi inarcandomi ed infine mi accasciai sulla sua schiena.
I miei desideri si erano avverati.

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