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Racconti di DominazioneRacconti erotici sull'Incesto

Il padrone di casa

By 7 Dicembre 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

Il locatore

***

L’amore di papà.

***

Linda, l’unica figlia di Davide, tornò a casa da scuola e ha trovato suo padre seduto al tavolo della cucina con uno sguardo molto preoccupato sul suo volto.

‘Papà, cosa c’è che non va?’ Ha chiesto in apprensione. Non era raro vederlo in quello stato e sapeva che generalmente era dovuto al problema dei soldi. Da quando aveva perso il lavoro andavano avanti solo con lo stipendio della madre e gli aiuti che provenivano da parte dei nonni. Il tutto poi si era aggravato da quando non percepiva più neppure un soldo dal sussidio di disoccupazione ed erano già passati dei mesi.

La guarda sorpreso, non l’aveva sentita entrare in casa. Avrebbe dovuto scaldare il pranzo ed era questo il suo nuovo ruolo. Il casalingo.
Doveva dirglielo? Doveva’
Si dice fra se e se per farsi coraggio.

‘Siediti amore. Dobbiamo parlare di alcune cose.’

Linda si sedette accanto a suo padre con uno sguardo molto spaventato. Dal volto tetro del padre capiva che qualcosa di brutto era successo e lei stava sperando che avrebbe potuto fare qualcosa al riguardo.
‘Che cosa sta succedendo? Cosa mi devi dire?’ Mille pensieri le stavano turbinando nella testa.

‘No Linda, non va bene per niente.- Lo sguardo vola sul tavolo e sulle carte.- In banca siamo andati in rosso e non ci restano più soldi per pagare l’affitto… Dal momento che sono già tre mesi di ritardo, molto probabilmente verremo sfrattati.’

La notizia ha colpito Linda come se le fosse piovuto addosso una tonnellata di mattoni. Si sentiva soffocare. Aveva come l’impressione che la casa gli fosse caduta addosso schiacciandola e ora resta immobile seduta in stato di shock incapace di parlare o pensare.

‘Oh mio Dio. Stiamo per andare sotto ad un ponte?’

‘No. Non lascerò che accada, ma dovremmo spostarci da qualche parte’ Forse andare a vivere dai nonni.’

La voglia di pranzare le era passata. Ha trascorso il resto del pomeriggio a parlare con lui e la sera quando è giunta la madre a casa, stanca come sempre, hanno continuato a parlare. Come di consueto, la madre si comportava in modo dispotico e rispondeva in modo aggressivo, segno che era oramai stanca della situazione che si stava protraendo a lungo e con l’avvicinarsi della festa del natale tutto sembrava peggiorare.

Quella notte non ha dormito molto. Ha continuato a girarsi a letto preoccupata. Si è alzata per andare in bagno alcune volte e ha visto suo padre seduto sulla poltrona a guardare la televisione fino a notte inoltrata. Il sonno le è venuto solo molto tardi quando ha iniziato a balenarle un idea per la testa. Si è svegliata con la stessa idea che le si era conficcata come un tarlo nel cervello e continuava a dirsi che se pure fosse una pazzia, una stupidità ingenua, forse avrebbe dovuto provarci. Era l’unica soluzione che gli era venuta in mente.

A scuola le sue amiche hanno capito subito che qualcosa non andava e parlando con lei, hanno compreso il grave pericolo che si stava profilando. Non era l’unica, anche la sua amica Silvana ha confessato che la sua famiglia stava passando un brutto periodo e certamente quando ha detto che la prospettiva era di trasferirsi dai nonni, non le ha rese felici.

Durante le lezioni, ha continuato a pensare alla sua idea e non ha voluto rendere partecipe le sue amiche del progetto che stava imbastendo. Tornata a casa, dopo aver pranzato, è uscita di corsa urlando a suo padre che sarebbe andata in biblioteca con le amiche a studiare.

***

Il campanello del citofono ha suonato e con un certo fastidio si è alzato dal divano. Non era abituato a ricevere visite in pieno pomeriggio tanto più che generalmente chi veniva si annunciava telefonando in anticipo. Quando ha aperto la porta, vide una giovane ragazza che indossa una gonna molto corta, un top molto stretto che esaltava le forme del seno e l’incavo fra di queste. L’ha guardata tutta dall’alto al basso un paio di volte e nel fare questo ha sentito chiaramente il sangue affluire al cazzo.

‘Buon giorno Signor Tivoli. Si ricorda di me?’

‘mmmmhhhhhh’. Penso di sì. Se non sbaglio’ Sei la figlia di Davide?’

‘Proprio così. Sono Linda. Posso entrare?’ Si sentiva che le gambe le tremavano e il cuore le batteva impazzito.

Si è scostato per lasciarla passare e poi ha guardato fuori sul vialetto di casa se vedeva il padre e si è grattato la testa pensieroso. Chiusa la porta, ha guardato il culetto che ondeggiava lungo il corridoio e con un certo imbarazzo la guidata presso il salotto dove si è seduto velocemente per cercare di mascherare la protuberanza del cazzo che continuava a crescere.

Nel suo piano, Linda voleva apparire come una giovane disponibile, calda ed eccitante come la più navigata delle peggiori puttane. Sapeva dalla sua reazione come la vista che il primo passo del piano era stato raggiunto, ma si sentiva in difficoltà a proseguire. Respirava tanto velocemente che aveva l’impressione che le girasse la stanza. Lo guarda e avvampa di vergogna come nota il pugno prendere il bozzo del cazzo attraverso i pantaloni e aggiustarsi il pacco gonfio.

In piedi si è irrigidita sovrastandolo. Non voleva fargli vedere che gli tremassero le gambe. Si è voltata di fronte a lui e ha incominciato a strusciarsi le mani lentamente lungo il corpo. Voleva nelle sue intenzioni far apparire che si stesse accarezzando sensualmente, lentamente e continuava ad osservagli il pacco fra le gambe. Le mani si sono soffermate sulle tette e una volta aperta la giacca, fatta cadere sulle spalle, ha iniziato a giocare con i capezzoli che si erano induriti e che si intravedevano attraverso la maglia leggera. Le emozioni che stava sperimentando erano tali, che si sentiva stordita.

Paura, eccitamento, ansia, timore di rovinare e sbagliare qualcosa. Tutto questo la stava facendo gemere ed ansimare oltre che far ergere i capezzoli lunghi e duri come non li aveva mai sentiti prima. Le mani sono poi scese lungo lo stomaco prendendo la stoffa della maglietta e tirandola in basso in modo da esporre maggiormente il seno per poi sollevare i lembi e fargli vedere l’ombelico e la pelle setosa e liscia. Ha continuato a gemere, ad ansimare, quasi tremando. Le parole le sono uscite come in un sussurro appena percepibile.
‘Mi sento la pelle che brucia.’

Lui stava lì, incredulo, a guardare la ragazza che si stava strusciando come se volesse far l’amore con se stessa. I suoi gemiti lo stavano provocando e sentiva la pressione del cazzo che si era fatta insopportabile stava pensando che il cazzo stesse per strappare la cerniera dei pantaloni.

Linda ha sbottonato due pulsanti in modo da far vedere maggiormente il seno e che non portava un reggipetto mentre lo guardava dritto negli occhi. Si è morsicata un labbro per farsi coraggio e continuare ad andare avanti con il suo piano. Si è infilata due dita in bocca e ha iniziato a succhiarle facendole andare dentro e fuori, avanti e indietro facendo sentire il rumore del risucchio della bocca. Più il tempo passava con la sua opera con le dita in bocca e più queste erano umide di saliva al punto che iniziavano a gocciolare sulla pelle serica dei seni e fra la scollatura. Con la mano libera, ha poi iniziato a prendersi un seno alla volta e accarezzandolo fortemente inizia a muovere alternativamente le tette.

‘Ho voglia di un grande cazzo che scorra fra queste tette.- Lo guarda dritto negli occhi dope avergli guardato il pacco duro.- Hai un grande cazzo Signor Tivoli?’

‘Siii”

‘Vuol mettere quel grosso cazzo duro tra le mie tette e scoparmi li?’

‘Oh, cazzo sì!’. Il pensiero di poter liberare il cazzo e poterlo strusciare tra quelle giovani sodi tette lo ha reso ancor più voglioso e ancor più eccitato.

‘Mi dica Signor Tivoli… Dopo avermi scopato fra le tette’.- Si sente le guance avvampare di vergogna.- Vuol mettere quel cazzo nella mia bocca? Vuole che gli faccio un pompino? Vuole che gli succhio il cazzo e godermi in bocca?’

Dopo un lamento animalesco in cui si è tirato a sedere dritto sulla poltrona.
‘Oh Dio, sì! Voglio fare tutto e scoparti!’

Era riuscita ad arrivare esattamente dove voleva. Il suo piano stava andando come sperava ed era giunto il momento di chiudere l’affare.

” e se dopo avermi scopata in bocca, e se mi sdraio sul divano diffondo le gambe divaricandole’ e vi mostro la mia figa calda… Le labbra aperte, calde e bagnate dalla mia voglia. Pronta a ricevere il suo cazzo duro e voglioso. Stretta e desiderosa di ricevere il suo cazzone duro che mi fotte come vuole.’
Le sue mani si accarezzano fra le gambe e il solo toccarsi, accarezzarsi, la fa fremere di desiderio.

‘Siii’ Pensa al tuo cazzo che entra ed esce umido di succhi vaginali. Pensa al tuo cazzo che entra in me spinta dopo spinta portandomi all’orgasmo’ Lei che erutta il suo seme caldo dentro di me’ La sua sborra bollente che ribolle nelle sue palle pronta ad esplodere dal suo cazzo.’

Le mani proseguono a toccarsi, ad accarezzarsi sui punti maggiormente erogeni che le fanno provare ondate di brividi e piacere.
‘Mmmhhhhh sappiamo entrambi che sta per esplodere… E quando realmente le dico di tirarlo fuori che voglio vedere il suo cazzo eruttare sul mio stomaco…’

‘Mmmhhhhh siiii’. Vedo che è fottutamente eccitato al punto che sta per godere senza neppure che lo stia accarezzando”

Si muove sempre più in modo lascivo facendosi trasportare dalle emozioni.
‘E poi’ Guardiamo entrambi con stupore come schizzo dopo schizzo esplode il suo cazzo. Che il suo bianco sperma copre il mio stomaco e le mie tette’ Lo vuole fare signor Tivoli?’

Per tutto il tempo che lei descrive le azioni che vuole fare, lui si muove scompostamente tenendosi il cazzo con una mano e lo sente decisamente duro e pronto a godere nella suo pugno. La guarda sempre più con bramosia e voglia.
‘Non posso attendere oltre!’ Si alza e con un sol gesto si cala i pantaloni a terra e si impugna il cazzo strettamente.

‘Ah, sì! Signor Tivoli’ Muova la mano. Spari il suo carico. Voglio vedere il cazzo godere!’

Accarezza il suo cazzo sempre più velocemente fino a che non si lascia sfuggire un forte gemito che rimbomba per la casa e spessi zampilli di sperma volano in aria per atterrare sul tappeto. Come ha finito, esausto, si getta stancamente sul divano.

‘Signor Tivoli, quel che ho appena visto era cosi erotico. Le è piaciuto?’

‘Sì Linda’-Sbuffa e la guarda con fare eccitato.- è stato incredibile.’

‘Questo è un bene il signor Tivoli. Ora possiamo parlare perché sono qui.’

***

Pochi giorni dopo, nella casella di posta Davide ha trovato una lettera dal signor Tivoli. Aperta con il cuore che gli si era fermato nel petto la ha poi letta ed è quasi svenuto.
” per tanto l’ha invito a prendere le dovute misure e il giusto lasso di tempo per poter pagare l’affitto anche con comode piccole rate.’

– – – . . Continua. . . – – –

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