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Il ricatto a madre e figlia

By 13 Marzo 2017Dicembre 16th, 2019No Comments

“Emanuela, puoi venire nel mio ufficio per favore?”. La voce dell’avvocato titolare dello studio risuona nel vivavoce del telefono della scrivania della giovane praticante.
“Certo, arrivo subito”, risponde non dando più di tanto peso alla cosa. Si alza, percorre ticchettando con i tacchi il lungo corridoio con le stanze dei colleghi e bussa prima di aprire. Seduta di fronte all’avvocato c’è sua madre Marilena, anch’essa avvocato dello studio. L’atmosfera non è delle migliori, l’aria si taglia con il coltello e la giovane Emanuela avverte la tensione, anche se non immagina neppure lontanamente di esserne lei stessa la causa.
“Siediti, siediti Emanuela, così parliamo”, dice l’avvocato. Lo sguardo pietrificato della madre aggiunge tensione, Emanuela comincia a rendersi conto che deve trattarsi di qualcosa di serio e importante. Emanuela ha 24 anni, capelli neri, alta, molto bella, come la madre Marilena, 46 anni portati alla grande, elegantissima e sexy nei suoi completi professionali e tacco 12 che la rendono ancora più slanciata e fascinosa. Marilena ricorda molto l’attrice Angie Harmon, e forse è ancora più bella. La giovane è entrata nello studio da oltre un anno, ed è prossima all’esame professionale per diventare avvocato. Le due donne sono praticamente identiche nel viso, nello sguardo, nel corpo, nel fascino, nella sensualità, nella bellezza, nel portamento, solo gli anni costituiscono la differenza.
“Vedi Emanuela”, inizia l’avvocato 58enne titolare dello studio legale, uno degli studi più affermati di Roma, con oltre 40 legali, “tu stai per diventare avvocato, ti abbiamo dato fiducia, ti ho dato fiducia, inutile negarlo soprattutto per il ruolo che tua madre riveste nello studio. Ora però alcune cose che sono successe sono piuttosto gravi. L’altro ieri quando eri in tribunale è venuta qui la signora Clelia, quella dello studio assicurativo al terzo piano”. La giovane sente il cuore in gola dopo il nome della seducente 48enne con cui ha avviato una relazione lesbo clandestina, nonostante sia fidanzata con un giovane amico di famiglia. Sente il sangue pulsarle in testa.
“La signora ti cercava e ha fatto una piazzata, non credeva al fatto che la segreteria le ha detto che eri in tribunale. Si è messa a strillare come una ragazzina gelosa, e ho dovuto affacciarmi io per farla smettere. Da buon avvocato ho capito che qualcosa non andava, e visto che parlava del fatto che non le rispondevi alle email ho fatto controllare la mailbox dello studio che usi”. Dagli occhi di Emanuela cominciano a scendere delle lacrime che le solcano il viso e trascinano il trucco. Si rende conto del casino colossale che ha combinato, utilizzando l’email dello studio per cercare incontri online con donne mature, per farci sesso negli alberghi o a casa loro. Ora tutto è allo scoperto, allo scoperto del titolare dello studio, e della madre a cui è stato raccontato tutto.
“Io..io… era perché volevo portare la signora allo studio come cliente” dice con voce rotta la ragazza tendendo una ridicola spiegazione che si rende conto lei stessa serve solo ad aggravare la sua posizione. “Emanuela, sei quasi un avvocato, ti prego, anche di fronte a tua madre. Non costringermi a entrare nei dettagli. Ho oltre cento email, una più piccante dell’altra, mandata o ricevuta da te. Ecco una delle ultime email della signora, come la chiami tu: ‘Credi che puoi venire a casa mia, farti una scopata e poi sparire per giorni? Io questa relazione non l’accetto, non sono solo una scopata, sono di più e se non mi rispondi alle email me lo dovrai dire di persona che vuoi liberarti di me perché ti vuoi scopare quella del bar’.”
La ragazza scoppia a piangere a dirotto, singhiozzando, la madre le circuisce la spalla con il braccio per calmarla, e le dice: “Manu, calmati, sono cose che non si fanno e dobbiamo parlarne, con calma e da persone adulte. Tutti noi facciamo degli sbagli, ora bevi un po’ d’acqua…” La madre sa che il titolare dello studio vuole parlare con loro e vedere cosa si può fare, se può esserci una soluzione. ma non immagina quanto in là egli intenda spingersi. Molto, molto in là. “Allora Emanuela, parliamo apertamente a questo punto. Non siamo delle verginelle, nessuno di noi, nessuno ti giudica, cerca di calmarti e ascoltarmi. Siamo persone adulte come diceva ora tua madre, e molto libere aggiungo io.” Quindi cala l’asso. “Anche io e tua madre abbiamo una relazione che non è solo professionale… e…”, ma viene interrotto da un urlo della donna. “Saverio, ma ti pare il caso ora, adesso, di parlare di questo? Ma dico io…”.
Per la ragazza è un ulteriore sorpresa, ma ancora inferiore allo shock che di lì a poco proverà sentendo come continuerà il titolare dello studio. “Riprendiamo, e non vorrei essere interrotto, perché qui mi pare che non siamo nelle condizioni che qualcuno mi ordini quello che posso o non posso dire. Mi pare di essere stato finora fin troppo comprensivo. Qualunque altro avrebbe semplicemente licenziato Emanuela, e anche te Marilena visto che sei tu ad averla caldeggiata quasi obbligandomi ad assumerla. Per un licenziamento con queste ragioni credo che la professione legale in un altro studio se la scordi, e lo stesso penso varrebbe per te se dovessi riportare tutto quello che è successo.”.
Il ragionamento getta la base per un qualcosa che suona quasi come ricattatorio, ponendo le due donne di fronte a uno scenario drammatico che distruggerebbe la loro carriera. “Vorrei finire quindi”, sospira dove aver bevuto un sorso d’acqua e dopo che Emanuela si è asciugata le lacrime con un fazzolettino di carta e ha smesso di piangere. “Tua madre è molto libera, come me, come te. Abbiamo fatto cose insieme anche con altri uomini, anche con altre donne…e…” ma viene interrotto nuovamente “Saverio!”.
Ma Marilena si rende conto e tace subito: “Scusa, scusa, continua”. “Quindi il problema, Emanuela, non è quello che fai, figurati, è il fatto che hai coinvolto lo studio, usando l’email nelle chat e rimorchiando donne dando il telefono e l’indirizzo dello studio, tanto che quella pazza dell’assicuratrice è venuta qui a fare le piazzate. Capisci che con la nostra reputazione non possiamo permettercelo, lo capisci questo?”. La giovane annuisce, respira profondamente, e avverte una confusione totale nella testa anche, e non ultima ragione, per aver scoperto la doppia vita della madre, dedita non solo ad avere l’avvocato come amante ma anche con la perversione del sesso di gruppo, anche con donne.
“Ora io posso vedere come aiutarvi entrambe, se voi aiutate me. Io non posso permettermi scandali con gli altri colleghi dello studio, e soprattutto con i clienti. La vita privata va separata da quello che è lo studio. Quindi vi propongo un accordo. Da parte mia mi impegno a far continuare il praticantato di Emanuela, e dopo l’esame di prenderla come avvocato senior, saltando il livello junior anche se alcuni si incazzeranno… Per te Marilena, ti propongo il dieci per cento delle quote dello studio, così diventi contitolare con me, Massimo e Federico. Sai il valore di queste quote, parliamo di almeno centomila euro, che diventano tue. E tra un paio d’anni passo anche ad Emanuela un altro dieci per cento.”.
Beve ancora un sorso d’acqua, le donne non credono alle loro orecchie, perché tanta generosità, tanta comprensione? “Questo da parte mia. Da parte vostra, visto che è inutile negarlo che a tutti noi piacciono situazioni erotiche un po’ diverse, come dire, un po’ particolari, perché non divertirci insieme? Per esempio una delle prossime sere usciamo insieme tutti e tre, e dopo cena andiamo a bere qualcosa nella suite del Grand Hotel e ci divertiamo un po’…” L’imbarazzo di madre e figlia è tagliente, il silenzio nella stanza è indicatore di come nel loro cervello stia macinando tutto alla velocità della luce. Rispondere no vuol dire mandare all’aria la loro vita, ma nessuna delle due ha il coraggio di parlare per l’altra e di far vedere che è pronta a dire di sì. Entrambe hanno capito che si tratta di fare sesso a tre, anche se i contorni e le condizioni sono per ora non chiari. “Guardate, ora sono quasi le sette di sera, andate a casa adesso, pensateci domattina e mi fate sapere. State a casa domattina, tu Marilena non andare in Tribunale, ci mando Alberto. Parlare, decidete e mi fate sapere.”. Da genio del foro ha impostato un ricatto come un favore alle due donne, ora la palla è nel loro campo.

La mattina dopo madre e figlia, sole a casa, parlano a lungo, si aprono, si confessano come mai prima, la madre ammette la sua doppia vita attratta incontrollabilmente dal sesso perverso, ammette le gangbang e il sesso lesbo, e la figlia racconta di come sia forte il desiderio di fare sesso con donne mature, di come le seduce. Alla fine, dopo oltre due ore di riflessioni e confessioni intime, la decisione è presa.

“E’ andato via papà?” chiede Emanuela. “Sì, siediti e facciamo colazione, così parliamo un po’ ” risponde la madre. “Sai, per una donna a volte ci sono esigenze di nuove sensazioni, di nuove esperienze. Sai quanto voglio bene a tuo padre, ma delle volte possiamo avere voglia di qualche emozione diversa…” “Esatto, anche per me è così. Anch’io voglio bene a Massimiliano, davvero pensiamo di sposarci, ma voglio anche uno spazio intimo mio, tutto mio, dove fare esperienze nuove, sperimentare emozioni come dici tu” ribatte Emanuela. Marilena ride: “Si vede che hai preso da me, e non da tuo padre…”. Ridono insieme, divertite. “E per questo che è capitato, come diceva Saverio, di trovarmi anche con una donna. Piuttosto che un uomo brutto e non attraente preferisco a questo punto una bella donna sensuale. E’ capitato”.

E la figlia, annuendo: “Infatti, infatti, anch’io per certe donne sento una attrazione molto forte, mi spiace solo che ho coinvolto lo studio in tutto questo, sono stata un po’ stupida”. Poi chiede alla madre: “E le esperienze con più uomini? Io non ho mai provato, ma devo dirti che mi intriga parecchio la cosa…”. “Beh, lo abbiamo fatto qualche volta, come dirti, ti senti veramente femmina, presa, e poi con tutti quei cosi intorno…” e scoppiano a ridere ancora. “E con quanti lo hai fatto, solo per curiosità?” chiede Emanuela. “Ehmmm… il massimo è sei” arrossendo un tantino. “Wow… che mamma che ho! Cavolo!”. “Comunque Manu, per la proposta di Saverio, non preoccupiamoci troppo. Se è una cosa imbarazzante, e lo è, capisco se per te è meglio passare e lasciar perdere. Provo a parlargli e a far rientrare tutto”. E prende un respiro, prima di continuare: “Poi, non so, trovarci a letto con lo stesso uomo da condividere, penso cambierebbe anche il nostro rapporto, la nostra relazione madre e figlia, dobbiamo pensarci bene sai…”.

“Mamma, io non ho problemi se questo è il punto. Mi hai sempre insegnato tu ad essere ambiziosa e spregiudicata, ricordi? Devi essere spregiudicata, ricordi quante volte me lo hai detto? Che problema c’è, non possiamo perdere un’occasione del genere. Io ho fatto una cazzata con lo studio, ma se ora non accettiamo secondo me ci caccia tutte e due, e io sarei sempre responsabile non solo del mio fallimento ma anche di aver distrutto la tua carriera di avvocato. Dai, chiamalo e digli che ci vediamo per cena e dopocena. A papà diciamo che siamo a cena con l’avvocato, che poi è la verità…”. Nessuna delle due entra nei dettagli, troppo imbarazzanti, di cosa può succedere nel sesso a tre con un uomo e due donne, dove praticamente sempre vi è una interazione erotica tra le due. Lo sanno, lo pensano, o forse vogliono non pensarci.

La sera stessa la cena scorre via veloce, due bottiglie di prosecco vuote, un po’ brille, vestite sexy in gonna corta, tacco 12, una giacca con camicetta Marilena, un vestito abbastanza scollato con zip sul di dietro Emanuela. “Allora ci fai vedere la suite?” chiede la madre. E pronto l’avvocato: “Marilena, la conosci già, ci siamo stati un bel po’ di volte, anche due settimane fa con quella ragazza spagnola, già ti sei dimenticata…”. La donna arrossisce e cerca di tamponare: “No, certo che conosco la suite, intendevo se ce la fai vedere nel senso se la fai vedere a Emanuela che non c’è mai stata…”. Il gruppetto sale in ascensore, entra nella lussuosa suite, l’uomo si siede sul grande divano, le donne nelle due poltrone una a destra e una a sinistra. “Bene”, dice aprendo la bottiglia di champagne già pronta e versandolo alle due donne. “Allora alla nostra nuova amicizia!”.
Dopo avere bevuto e scherzato un po’ su doppi sensi a sfondo sessuale, ridendo insieme con complicità, l’uomo comprende che è il momento per osare. “Beh, Marilena, che ne dici? Potremmo cominciare proprio come abbiamo fatto quando eravamo con la ragazza spagnola, visto che l’abbiamo nominata… Che tra l’altro era una avvocatessa anche lei, di Madrid”. La donna arrossisce profondamente e abbassa lo sguardo, si morde il labbro e capisce che il gioco diventa molto pesante. “Mah…iooo…non so se è il caso… con Emanuela…. magari…non sooo…qualcos’altro….”. La figlia la guarda e chiede ingenuamente all’uomo con fare interrogativo, non comprendendo il rossore e l’esitazione della madre: “Sarebbe?” “Beh, con Francisca, la spagnola, 32enne splendida, tua madre ha voluto iniziare facendomi sedere dove sono qui ora, e cominciando a fare sesso con lei davanti a me fino a quando non mi dava lei il permesso di aggregarmi alle due. E devo dire… che ci ha messo un bel po’ prima di darmi il permesso, si vede che le piaceva proprio Francisca…ah..ah..ah…” e ride di gusto mentre Marilena arrossisce ancora per queste ammissioni di fronte alla figlia.
Dopo un po’ di secondi di silenzio, è Emanuela a prendere nuovamente la decisione. Si alza, va nel mezzo della stanza e con un gesto della mano chiama la madre: “Anche se non sono Francisca, penso di essere carina abbastanza, che ne dici mamma? Ti piaccio? Ti garantisco che ci so fare. Dai, vieni qui e dammi un bacio”, sorride sfrontata dopo aver girato sui tacchi a 360 gradi e mostrando il suo armonico bellissimo corpo fasciato dal vestito aderente e slanciato dai tacchi a spillo.
Quando la madre si alza e la raggiunge si avvicina come per baciarla sulla guancia e le sussurra all’orecchio ché l’uomo non possa sentire: “Spregiudicate, spregiudicate fino alla fine, avanti!”. E comincia a baciarle il collo, abbracciandosi timidamente. Poi le bacia le orecchie, le lecca il collo e la donna comincia a perdere il controllo mormorando il nome della figlia: “Manu… oh Manu….”. La perversione si impossessa facilmente delle due, già preda della depravazione nella vita quotidiana, e alle quali ora è offerta la nuova suprema perversione dell’incesto. In un paio di minuti sono abbracciate, e dal collo la bocca di Emanuela si sposta su quella della madre, il primo bacio parte così, per caso, le labbra si incollano l’una a l’altra e le lingue cominciano a cercarsi e duettare in bocca. L’uomo sente i primi mugolii di piacere delle due, quando le mani reciprocamente toccano le fiche l’una dell’altra, per ora attraverso i vestiti. Da ora è tutta in discesa.
Dimenticano dove sono, chi è seduto sul divano, il solo obiettivo ora è il piacere di questa nuova perversione, interrompono il bacio per prendere fiato, si guardano ansimando assorbendo dai loro sguardi la depravazione di quello che stanno facendo, e ricominciano. Si spogliano piano, gustando il momento, prima la giacca e la camicetta della madre, poi la zip e il vestito della figlia, poi la gonna della madre, i reggiseni, le mutandine in pizzo. Nude, solo in tacchi a spillo. Una collana di perle la madre, un girocollo oro e smeraldi la figlia. Sudano, anche se non fa caldo. Si baciano freneticamente, gemendo, masturbandosi a vicenda con le dita, senza vergogna, senza pudore. Finiscono sul grande lettone, calciano via le scarpe e continuano a leccarsi, la figlia scende dal collo al seno, succhia i capezzoli turgidi guardano la madre negli occhi, poi scende all’ombelico e alla fine si gusta il frutto più prezioso, una fica bagnatissima come non mai. Sono madide di sudore entrambe.
L’uomo estrae il cazzo dai pantaloni e comincia a masturbarsi, non riesce più a resistere a una scena come questa dove l’incesto è passione e depravazione al massimo livello. La madre viene urlando il nome della figlia, sussulta sul letto e neppure il tempo di prendere fiato che si ritrova Emanuela seduta sulla sua faccia, che le offre la fica da leccare. Assapora subito i fluidi del piacere della giovane, le succhia e mordicchia il clitoride mentre la ragazza getta la testa all’indietro mordendosi le labbra fino a esplodere nell’orgasmo in bocca alla madre. Sfiancate, distrutte, esauste anche psicologicamente da una giornata che era iniziata nel modo più drammatico, e che è finita trascinandole nella depravazione più profonda. I capelli umidi di sudore appiccicati sulla faccia.
L’uomo è venuto sui pantaloni, ma loro non se ne sono accorte. Fuori imperversava un temporale, con fulmini e tuoni da scuotere l’albergo, ma loro non se ne sono accorte. Cominciano ora, dopo oltre cinque minuti dall’orgasmo che le ha sconvolte, a ritornare sulla terra.
La madre sussurra mentre sono ancora abbracciate e avvinghiate nude, odoranti di sesso: “Cazzo, cosa abbiamo fatto Manu?”. La figlia sorride e bisbiglia per non essere sentita dall’avvocato ancora seduto sul divano: “E’ stato bellissimo, lo voglio fare ancora, ti va di diventare la mia amante?”. La madre sorride anch’essa alla perversione senza limiti della figlia e risponde in un sussurro: “Spregiudicate fino alla fine, eh…? Certo tesoro che sarò la tua amante, ho già voglia di nuovo…”.
“Cosa vi state dicendo ragazze?” urla l’uomo dal divano. “Tutto ok?”. La madre risponde alzando la testa: “Sì, sì, le dicevo solo che vorremmo ora restare sole per farci una doccia, lavarci eccetera…” “Anche se non mi avete coinvolto, devo dire che lo spettacolo non era affatto male… Meglio che con Francisca…” scherza l’uomo. “Te lo avevo detto che sono meglio io…” ride Emanuela mentre l’uomo si alza dopo essersi ripulito e lascia la stanza.
Le due si guardano profondamente negli occhi, sono elettrizzate dal fatto di essere madre e figlia e dalla perversione dell’incesto, si baciano con passione e ricominciano a scopare come se non ci fosse un domani.

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