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Io Ludovica

By 29 Ottobre 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

Me…..Ludovica
Mi chiamo Ludovica, ho 40 anni, sposata da ormai 18 lunghi anni; come si dice ormai di questi tempi matrimonio di lunga durata, con alti e bassi, ma credo che valga un po’ per tutte le coppie, lui si chiama Marco di 10anni più grande di me, abbiamo due figli, il primo un maschietto Luca di 16anni e la piccolina Francesca di 12anni.
Che dirvi di me sono sempre stata allegra e solare amante del divertimento delle belle serate in compagnia, divertimenti da sempre condivisi con mia sorella Valeria, con cui siamo sempre state legatissime e la sua famiglia.
Che dirvi di me fisicamente sono alta 1,70, capelli lisci neri che arrivano a metà schiena, dei bellissimi occhi azzurri ed un fisico decisamente non male ancora oggi grazie alle lunghe sedute di palestra ed una dieta molto equilibrata, una terza scarsa di seno, un bel sedere, un vitino snello e delle belle gambe modellate dall’ esercizio fisico; direi non male ecco…gli uomini ancor oggi mi guardano con una certa insistenza quando passo per strada.
Anche mia sorella Valeria, nonostante i suoi 41 anni ed i due figli, aproposito, due gemelli di 17 anni, Antonio e Franco, decisamente anche lei una bellissima donna alta poco più di me con una terza generosa di seno fisico asciutto mantenuto in forma in mia compagnia nelle estenuati ma necessarie ore di esercizi; bionda, anche lei con occhi azzurri ed un corpo nell’ insieme che dimostra almeno 10 anni in meno.
L’ unico parente prossimo che resta a me e mia sorella, nonno Nanni, il papà di mamma ormai 82enne, vedovo ormai da tanti anni, che si ostina a star da solo nella casa in cui ha vissuto tutta la sua vita, ormai ingrassato e lasciatosi un po’ andare sotto il peso degli anni, a cui noi due diamo a turno una mano per la spesa ed i piccoli lavori domestici.
Come dicevo io e mia sorella siamo sempre state assieme vacanze serate, ma anche il lavoro, abbiamo una attività commerciale in centro di vendita al dettaglio di abbigliamento sia femminile che maschile, in società coi nostri mariti, e nonostante i periodi non proprio idilliaci tutto sommato le cose vanno abbastanza bene, loro si occupano principalmente del negozio, mentre io e la Giò ci occupiamo di girare per cercare e valutare nuovi prodotti da inserire, percui siamo spesso in giro assieme in trasferte fuori porta.
La nostra vita &egrave da sempre trascorsa in accordo ed armonia fino a fine Maggio del 2013 momento in cui iniziano i fatti di cui andrò a raccontarvi.
Per un’ intera settimana ho iniziato a fare dei sogni particolari tutte le notti nei quali il punto ricorrente era la presenza di mia sorella come spettatrice delle mie performance……

Sono graditi commenti suggerimenti critiche buone o cattive a Ludovica ludlud74@gmail.com Io e la Vale siamo appena state in una pizzeria del centro, la serata &egrave stata come al solito piacevole, abbiamo chiaccherato di tante cose &egrave si &egrave fatto tardi praticamente usciamo che stanno chiudendo il locale verso mezzanotte. In giro,seppur siamo in centro, poca gente, &egrave metà settimana. Abbiamo lasciato la macchina in un parcheggio sotterraneo distante tre isolati. Seppur sole siamo vestite di tutto punto, io sandalo tacco 12 bianco, un vestito bianco leggero corto che mi fascia il corpo con un generoso decolt&egrave sul davanti, sotto come sempre un perizoma bianco con un cuoricino di brillantini; lei indossa un tubino nero aderente anch’ esso con generosa scollatura, una scarpa decolt&egrave tacco 12 anch’ essa scura. La serata &egrave calda, come al solito ambedue siamo senza reggiseno, nessuna delle due lo ama e poi nonostante l’ età che avanza ed i due figli la natura ci ha donato un seno ancora rigoglioso e sodo, percui perch&egrave no?….poi non si può negare il sottile piacere di essere delle donne di 40anni ammirate dagli uomini presenti.
Durante il tragitto, peraltro obbligato, continuando a parlare tra di noi scherzosamente, ci ritroviamo nel piazzale di fronte alla stazione ferroviaria, che a quell’ ora &egrave poco se non per nulla frequentato, se non dai barboni che cercano riparo alla calura estiva ed un seppur poco comodo giaciglio per la notte. Il percorso diretto attraversava il parco mentre per evitarlo serviva fare un giro molto più lungo che lo costeggiava tutto.
L< Vale gira a destra dai....>
V
L
V
L
V
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Che posso dire, &egrave mia sorella maggiore, mi conosce anche meglio di me stessa, sa che ho alcuni nervi scoperti e non manca mai di usarli a suo beneficio quando vuole ottenere qualcosa da me. Ci incamminiamo per il parco, non sono più di duecento o trecento metri…..mi rincuoro pensando che la traversata (tale era per me) finisca in fretta. Arriviamo circa a metà, lei continuava a ridere e scherzare, ma io in quei momenti rispondevo a monosillabi tale era l’ apprensione che mi pervadeva. La calura dell’ aria non aiutava a mitigare l’ odore di sporcizia e di alcool che veniva da quei corpi sdraiati in mezzo a cartoni ed a cenci stracciati e maleodoranti, l’ odore di urina poi era insopportabile. Eravamo proprio in mezzo ai barboni che seppur pochi a me sembravano anche troppi. Mi stupiva Vale, sembrava non dare alcun peso a quella situazione potenzialmente pericolosa.
L mi parte un urlo….
V cerco di scalciare ma lui non molla.
Guardo verso Vale ho praticamente le lacrime agli occhi, lei &egrave in piedi di fronte a me distesa a terra, e non fa nulla, non interviene, non chiama aiuto, non si muove.
L< Vale dai!!!!!aiutami ti prego!> ma lei &egrave impassibile, immobile guardo il suo viso e noto un sorrisetto compiaciuto che mi disarma, sono disperata e disorientata, sento ormai le lacrime che bagnano il mio viso. Il barbone avvicina il piede alla sua bocca ed inizia a leccarlo lascivamente sento la sua lingua ruvida sulla mia pelle, la sua saliva, lo infila in bocca e succhia le dita alternando leccate. Mi giro di scatto vero di lui cercando in un gesto disperato di fargli allentare la presa ed ammollargli un calcione.
L piango ed inveisco su di lui.
Mi accorgo subito che la frase non &egrave stata delle più felici, non tanto perch&egrave non lo pensassi, anzi; ma gli altri che sino a quel momento si erano limitati a guardare gustandosi probabilmente la scena come spettatori non paganti, feriti dalla mia frase, si sono buttati tutti su di me, come a vendicarsi della donna borghese e strafottente. Vengo immobilizzata a terra, mi tengono ferme le braccia e le gambe, uno mi tappa la bocca per impedirmi di urlare, il primo non smette di lavare il mio piede con la sua lingua perversa. Mi tengono immobilizzata di schiena percui non vedo quello che stanno facendo, sento il mio vestito tirato su, il mio culo coperto solo dal perizoma &egrave in bella vista nel parco alla merc&egrave di quei bruti. Una, due, tre sculacciate fortissime sul culo: ridono; e poi di nuovo, finch&egrave non sentono che ho un gemito di dolore strozzato dalla mano che tappa la mia bocca. Il suo gusto &egrave schifoso sento che mi viene da vomitare; ormai il mio trucco &egrave un lontano ricordo, le copiose lacrime che scendono dai miei occhi mi hanno imbrattato il viso. Sento distintamente le loro lingue che corrono su di me lungo le gambe sul culo; le mani che mi profanano ormai ovunque, si infilano sotto il vestito sulle tette, sul culo, lungo le gambe, tra le cosce, esplorano voluttuose ogni centimetro del mio corpo. Ormai il mio abito &egrave all’ altezza delle mie spalle: sono quasi nuda nel parco. Uno da dietro mi sfila il perizoma, ma ormai ho perso ogni forma di resistenza verso quello stupro e quasi non reagisco a quel gesto. La lingua si insinua con prepotenza tra le mie grandi labbra entra in me insalivandomi copiosamente, poi sale fino al mio fiorellino ed anche li tenendomi larghe le chiappe continua il suo lavoro. Sento tutto il mio sesso impregnato di saliva, di sputo. Da sotto le mani si insinuano strizzano le tette, mi martoriano i capezzoli; ogni tanto una sculacciata subito seguita da una risata generale; i vecchi schifosi mezzi ubriachi bofonchiano degli insulti che &egrave anche difficile cogliere: troia, puttana, vacca…ed altri incomprensibili. Ora le dita, sporche e maleodoranti si fanno strada nella mia figa, entrano con facilità lubrificate dallo sputo, ma incredibilmente per una reazione non voluta dalla mia testa, ma prodotta autonomamente dai mie sensi: sono bagnata, sono eccitata. Le dita dei vecchi barboni entrano dentro, prima due, poi tre dentro la figa subito un altro nel infila una nel culo e poi due…lo sento bruciare. Quello di fronte a me mi tira su la testa per i capelli, appoggia il suo cazzo lercio sulla mia faccia incitandomi a succhiarglielo. D’ istinto giro la testa per evitare quello schifo! Mi arriva uno schiaffo in faccia.
B< Succhia la minchia troia!> e me lo infila in bocca. Subito quel gusto schifoso, aspro di piscia che aveva mi da la nausea, ma lui mi tiene salda per i capelli scopandomi in bocca col suo cazzo.
Quella nuova posizione per quanto sacrificata e scomoda mi permetteva di vedere di nuovo Vale anche se con gli occhi ancora velati di lacrime. La stronza ferma si guardava la scena incitandoli anche a continuare così. Maledetta! Che le avevo fatto di male per volermi umiliare così, come faceva a stare li immobile a guardare con gusto quei pezzi di merda che abusavano di me.
Il barbone spinge ora il suo cazzo nella mia bocca con maggior foga e mi sborra abbondantemente in bocca. Appena si toglie vorrei vomitare…sputare tutto quello schifo, ma non faccio in tempo che già il secondo si sostituisce al primo. A turno tutti mi riservano lo stesso servizio facendosi bidet ai loro cazzi nel mio cavo orale e sborrandomi tutti in bocca. Quando anche l’ ultimo ha finito, sono li distesa a terra nuda nel parco sporca e piena di seme, il mio perizoma se lo sono tenuto loro che adesso sono tornati alle rispettive posizioni come se nulla fosse a continuare il loro sonno; non ho neanche la forza di alzarmi, il vestito bianco ormai lercio si &egrave anche strappato…….
L Sono tutta sudata, sono nel mio letto, Marco dorme ancora affianco a me, guardo la sveglia sono le 5,30 del mattino. Era un sogno…cerco di ricompormi, mi sento sporca come se tutto quello fosse successo davvero. Mi alzo, vado in bagno. Quel sogno &egrave ancora in me ripenso a Vale, mia sorella! Che mi guardava e direi mi aveva portato lei stessa in quella incredibile situazione. Irreale penso. Mi tocco sento la mia figa bagnatissima, il perizoma &egrave fradicio. No! Non può essere ero così eccitata che pareva mi fossi fatta pipì addosso. Io non sono così, penso, com’ &egrave possibile che mi eccitino certe cose? Sono una donna moderna, una signora….ma, ripenso a Vale che mi guarda e di nuovo sento la figa bagnarsi…devo masturbarmi.

Sono graditi commenti suggerimenti critiche buone o cattive a Ludovica ludlud74@gmail.com Io e Vale siamo al mare, come al solito durante il periodo di Luglio ci facciamo una settimana o due da sole con rispettiva prole, mentre i mariti stanno in città a lavorare anche per noi. Tanto più che in questo periodo il lavoro non &egrave così intenso poi chiaramente la scusa di dover portare i pargoli al mare &egrave ottima anche per noi che certo non ci tiriamo indietro.
Siamo sul lungomare che chiaccheriamo del più e del meno, i soliti pettegolezzi da donne, i ragazzi ormai girano anche la sera con i loro amici, soprattutto il posto &egrave molto tranquillo percui non ci preoccupiamo anche se rincasano un po’ più tardi del solito.
V< Che dici di bere qualcosa qui?>
L
Il posto di cui parlo &egrave un nostro punto fisso per farsi un cocktail tranquille avendo una bellissima terrazza sul mare, certo l’ atmosfera soffusa più adatta a coppietta in vena di romanticismo, ma a noi poco importa ci piace percui non badiamo molto al fatto di essere guardate come una coppia di mature lesbiche. Tengo subito a precisare che per mia sorella la definizione di facciamoci un cocktail significa farsene almeno due o tre a testa per allietare la serata e trovare la giusta allegria e la ridarola facile. Ovviamente vengo sistematicamente trascinata nell’ operazione, ma ammetto candidamente senza alcun dispiacere.
Ci sediamo al solito tavolino un po’ in disparte, ordiniamo due caipirinha, subito seguite da altre due a stretto giro di posta. Passiamo circa un’ ora continuando a parlare amabilmente tra noi.
V< Ultimo giro che dici?>
L
Siamo ormai a metà del terzo giro di caipirinha, ormai siamo tutte e due decisamente brille, gli argomenti si fanno più spinti vecchie fiamme, commenti sul sedere di tizio, sugli altri astanti.
V< Hai visto la coppietta laggiù?>
L
V
L
Ormai ci era presa la ridarola, qualunque stupidata ci portava a lunghe e chiassose risate, qualcuno iniziava a girarsi guardandoci come fossimo due pazze furiose.
V
L
V
L
V
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Ci alziamo, paghiamo il conto e ci dirigiamo verso i bagni. Arrivate nei pressi della cabina vedo un gruppetto di una dozzina di ragazzi e ragazze che avranno avuto circa l’ età dei nostri figli, che appostati vicino alla riva passano quelle serate in allegria a basso costo che anche noi da ragazze abbiamo passato molto spesso.
L
A turno tutte e due andiamo in cabina a cambiarci indossando i bikini, prendiamo due asciugamani e ci dirigiamo verso il mare. Ormai mi ero rassegnata ma in fondo che mi fregava ero in vacanza eppoi mica facevamo nulla di male, solo un po’ insolito, ma chi se né importa!
Passiamo a pochi metri da loro.
Ragazzo rivolto verso di me girandomi lo riconosco &egrave uno dei ragazzi che di solito frequenta la spiaggia e gira con la compagnia di mio figlio. Lo saluto con un cenno ed un sorriso.
L
Altro ragazzo sottovoce
Ragazzo sottovoce
Altro ragazzo sottovoce Si solleva una risatina generale.
Non badiamo più a loro ci tuffiamo subito in mare dopo una leggera titubanza iniziale, l’ acqua come al solito di sera era caldissima. Non la ricordavo, da quando, l’ ultima volta che avevo fatto il bagno a mezzanotte erano passati almeno 20anni. Nuotiamo un po’ ma senza allontanarci troppo dalla riva. Vale inizia a prendermi a tirarmi sotto, giochiamo in acqua come se fossimo davvero due adolescenti, il tasso di alcool nel nostro sangue aiuta anche a superare un po’ il limite. Ridiamo ancora come due pazze. Lei si immerge dietro di me, &egrave buoi non la vedo, poi sento che mi afferra da dietro per tirarmi giù, cerco di liberarmi; la sua mano va al reggiseno del bikini, lo slaccia e prima che io riesca a fermarla riesce a sfilarlo. Eravamo quasi a riva percui in quel punto si toccava, sta in piedi di fronte a me un paio di metri e tira fuori dall’ acqua il mio pezzo di sopra come fosse una preda.
L
V ride e mi fa cenno con la mano di andare verso di lei, mi tuffo a capofitto, la abbranco lei tiene il mio pezzo di sopra mentre cerco di sfilarglielo dalle mani ecco slaccia i laccetti della mutandina.
L porto le mani sott’ acqua per bloccarla ma arrivo tardi mi sfila anche il pezzo di sotto e nella foga non riesco neanche a prenderle l’ altro che lascio andare.
Lei con uno scatto esce, resta sulla battigia dando le spalle ai ragazzi, sa che certo io non posso uscire dall’ acqua completamente nuda con loro presenti.
V ride e mi mostra il mio bikini saldamente nelle sue mani.
L la intimo io tra il serio ed il faceto.
V
L
V così dicendo si gira e va verso la cabina salutando i ragazzi
L ma non volevo neanche urlare per non attirare troppo l’ attenzione.
Pensavo tra me e me, che pazza mia sorella, certe volte sembra abbia davvero ancora 20anni, si comporta come una bambina veramente, ma tanto torna mica vorrà lasciarmi qui così. Cerco di fare la superiore, continuo a nuotare e godermi il mare come se nulla fosse,sento le voci dei ragazzi che ridono e scherzano ma senza capire cosa si raccontino. Passano 10minuti forse un quarto d’ ora, non lo so esattamente avevo perso la cognizione del tempo, di sicuro mi sembrava un’ eternità, quella cretina di mia sorella non tornava, ed io iniziavo anche ad avere freddo in acqua. Pensavo, adesso aspetto che i ragazzi vadano via e poi esco. Che stupida, se fanno come noi alla loro età, questi magari non si muovono fino alle due o le tre di notte; devo uscire passo di corsa e spero che col buio non mi notino. Esco dall’ acqua come una pazza e corro verso la cabina senza voltarmi indietro per la vergogna sperando ingenuamente di passare a 5 metri da loro completamente nuda senza che nessuno se ne accorga. Arrivo alla cabina: maledetta ha tolto la chiave ha portato via gli asciugamani ed i miei vestiti sono tutti dentro, ma dov’ &egrave andata accidenti a lei ed ai suoi scherzi del cazzo (quando ci vuole ci vuole!). Provo alle docce, niente. Agli spogliatoi, nulla. Per fortuna vista l’ ora ache sulla passeggiata passa poca gente quindi riesco a muovermi per i bagni senza farmi troppo notare. Ultimo tentativo provo i wc, nulla deserto; anzi accidenti non proprio uno dei ragazzi stava dentro con la porta socchiusa, spero non mi abbia vista e scappo via. Mi rifugio dentro un box della doccia calda tiro la porta dietro di me. Mi viene da piangere ho già le lacrime agli occhi istintivamente mi siedo a terra, devo pensare. Sono incazzata nera con mia sorella, ma se non la trovo come faccio? Non ho il cellulare n&egrave vestiti come ne esco da questa situazione? Ci sono potrei aspettare che una delle ragazze venga verso i servizi e spiegatale la situazione chiedere a lei se ha qualcosa con cui coprirmi da prestarmi. Aspetto di nuovo, niente, nessuno, solo silenzio. Non posso certo anche passare la notte in un box doccia, domattina alla riapertura cosa racconto ad un bagnino o alla donna delle pulizie di quanto sono scema e di quanto mia sorella &egrave stupida. No devo prendere coraggio, un bel respiro profondo ed andare dai ragazzi a chiedere aiuto: non ho nessuna alternativa.
Vado vero di loro, una mano che copre la fighettina, l’ altra sulle tette, mi sento calda, rossa per la vergogna.
L
Ragazzo mi interrompe quello che conosceva mio figlio
Altro ragazzo Tutti scoppiano in una fragorosa risata
Ragazzo mi dice con fare malizioso; gli occhi di tutti erano sul mio corpo ed io davvero non sapevo più come coprirmi avrei voluto sprofondare sottoterra.
L
Ragazza aggiunge subito una delle ragazze del gruppo, anche lei senza nascondere un sorrisetto che la diceva lunga sul fatto che tutti si stavano divertendo di quella mia situazione così imbarazzante.
Ragazzo< Non vuole sedersi con noi? Le possiamo offrire una siga se vuole...>
L ovviamente detto ingenuamente….
Altro ragazzo altra fragorosa risata di tutti che ormai si sentivano liberi di esprimersi ovviamente in maniera disinvolta facendo continui ammiccamenti e sottolineature sulla mia nudità.
Proprio in quel momento mi arriva una pacca fortissima sul culo e tutti sentendo il rumore e vedendo quel gesto così inaspettato si rimettono a ridere fragorosamente. Mi giro incazzatissima, avrei mollato uno schiaffone a quel cretino che si era permesso. Mi giro…..Vale.
V Io e Vale siamo stati invitati da un nostro fornitore a Roma per vedere dei nuovi campionari.
Ormai col frecciarossa si può raggiungere la capitale anche facendo andata e ritorno in giornata (fatti salvi contrattempi che capitano). Per fare il tutto senza doverci fermare per la notte prendiamo il treno presto alle 5,30. Appuntamento di lavoro percui tutte e due vestite di tutto punto io elegante tailleur grigio con gonna appena sopra il ginocchio e spacchi laterali, calze autoreggenti nere velatissime e scarpa decolt&egrave tacco 12 anch’ essa nera; mia sorella anche lei in tailleur ma blu con collant color carne e scarpa in tinta anche lei tacco 12. Due vere donne in carriera direi.
All’ andata tutto tranquillo leggiamo il giornale chiaccheriamo tra di noi giochiamo un po’ col cellulare, il viaggio passa in fretta. La giornata lavorativa stancante e col viaggio tutto sommato abbastanza massacrante; comunque tutto bene. Roma Termini prendiamo il treno del ritorno verso le 18,30 che arriva in tarda serata. Cerchiamo i nostri posti siamo arrivate un po’ prima della partenza io come al solito il posto vicino al finestrino, non amo viaggiare se non in quella posizione, mia sorella si siede alla mia sinistra.
Poco prima della partenza nei due sedili di fronte a noi si siedono due anziani credo sulla settantina, marito e moglie, le magrissima e scavata con l’ aria antipatica anche se con un aspetto tutto sommato curato che si piazza di fronte a Vale. Lui si siede di fronte a me di certo non un bell’ uomo distinto come se né vedono tanti ormai anche se avanti cogli anni. Piccolino di statura sarà stato 1,60 decisamente robusto per non dire grasso. Pochi capelli ed anche disordinati. Ci salutano ambedue senza troppe feste e noi ricambiamo con un formale buonasera.
Partiamo, leggo un po’ il giornale, spulcio un po’ il cellulare alla ricerca di chissà che cosa per passare il tempo, sarà passata non più di mezz’ ora dalla partenza e la vecchia già si era addormentata. Tutta insaccata nel suo schienale era abbastanza ridicola. Lui si rivolge a me chiedendomi se poteva leggere il giornale visto che non avevano avuto tempo di fermarsi a comprarlo. Notavo che il vegliardo ammiccava e non perdeva occasione di buttare l’ occhio sulle gambe mie e di mia sorella; poi guardavo la sua sposa e capivo che davvero poverino non aveva altre possibilità di guardare almeno quelle delle altre.
Passano ancora diversi minuti e su di me piomba tutta la stanchezza dell’ estenuante giornata.
L
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