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Racconti erotici sull'Incesto

La grande sorella Cap 2

By 3 Maggio 2010Dicembre 16th, 2019No Comments

Due giorni dopo
Mi sono appena svegliata. Lin mi porta la colazione a letto.
-Padrona, il tecnico ha finito il lavoro, ora il collegamento funziona sul suo pc o da casa-
Sta ovviamente parlando delle telecamere e dei microfoni che ho fatto installare a casa del mio impiegato e sua madre.
-Porta la colazione in salotto-.
Lì ho fatto piazzare tre maxi schermi per poter osservare quello che fanno i miei schiavi 24 ore al giorno. Sarò sempre presente in ogni angolo della loro casa, come se fossi Dio.
Mi accomodo sul divano. Sullo schermo posso vedere Betty in vestaglia intenta a riordinare la casa, mentre Alex è gia uscito.
-Avverti che questa mattina mi assenterò dall’ ufficio-, ordino a Lin e lei prontamente esegue.
-Fatto padrona-
-Bene, ora tavolino-.
La schiava si mette a quattro zampe davanti a me in modo che io possa appoggiare i piedi sulla sua schiena, come fosse un tavolino da salotto.
Passo la mattinata ad osservare Betty, violando l’intimità e la sicurezza della loro casa.
-Lin?-.
La mia schiava è rimasta in posizione tavolino per tutta la mattina senza mai lamentarsi.
-Sì, padrona-.
-Voglio che tu rifaccia il guardaroba a Betty. Butta via tutto ciò che possiede e fai in modo che impari ad esprimere la sua femminilità. Puoi anche farci amicizia, se vuoi, e magari farla divertire se ti sembra il caso. Prendile anche delle divise da cameriera, che siano molto sexy, voglio mini inguinali e grosse scollature-.
-Sì padrona, comincerò oggi stesso-.

Nel pomeriggio vado in ufficio e convoco Alex.
Gli mostro sullo schermo del mio portatile le stanze di casa sua .
-Vede? Ci sono telecamere e microfoni ovunque, sicché io posso vedere e sentire tutto quello che fate. Voi d’ora in poi in casa indosserete sempre questi-, dico porgendogli due auricolari-, così potrò comunicarvi i miei ordini. Questa sera tornando a casa si fermi a comprare un collare e un guinzaglio per cani, che sia abbastanza grosso, deve stare al collo di sua madre. Già che c’è, si faccia fare un pacco regalo. Facciamole una sorpresa-.
-Sì, signora, ma non credo che lo indosserà-.
-Se non mi ubbidisce conosce le conseguenze-.

Quando Alex rientra a casa sua, io sono in salotto davanti alle tv; posso vedere e sentire tutto ciò che avviene nella loro casa.
-Ciao amore come andata in ufficio? E quello è per me?-.
-La signora ci ha ordinato di indossare questi- le porge un auricolare- così può comunicare con noi-.
Entrambi indossano l’auricolare.
-Ok, mi sentite bene?- chiedo non appena mi avvedo che possono sentire la mia voce.
-Sì, signora- risponde Alex.
-E tu Betty?-.
-Sì-, risponde controvoglia.
-Bene, Alex dia a sua madre il mio regalo-.
Alex le porge la scatola, lei la apre sempre controvoglia, estrae il collare ed il guinzaglio.
-Cosa dovrei fare con questi?- mi chiede.
-Indosserai sempre il collare quando sarai in casa, chiaro, Betty?-.
-Non sono un cane-.
-No. Sei una cagna e se non mi ubbidisci sai cosa succede-.
Non risponde.
-Alex, faccia l’uomo di casa e metta il collare a sua madre-.
L’uomo ubbidisce e allaccia il collare al collo della donna che comincia a singhiozzare. Sicuramente si sente umiliata.
-Bene. Ora agganci anche il guinzaglio e poi la porti a fare un giro per l’appartamento, continui a muoversi finché non le dico di smettere-.
Betty piange mentre il figlio la trascina in giro per casa come se fosse una cagna. Mi sento calda, slaccio i pantaloni e faccio scendere la mano fin sulla fica e comincio un lento massaggio. Quella donna umiliata e piangente mi ricorda la prima volta che mi masturbai.
Ero una ragazzina all’epoca, ricordo che avevo rotto un vaso prezioso e per non essere punita giurai sulla Bibbia di aver visto la cameriera farlo cadere. La serva in questione venne convocata nell’ufficio di mia madre, ricordo di averle spiate dalla porta socchiusa. La domestica era in ginocchio e piangeva giurando di non essere stata lei supplicando mia madre di non licenziarla.
-La supplico signora o due bimbi piccoli e mio marito é invalido-.
Vederla supplicare cosi mi fece venire caldo fra le gambe. Mia madre la licenziò. Io corsi in camera mia e, sdraiata sul letto al buio cercando di ricordare ogni dettaglio di quella donna che supplicava disperata, scoprii il piacere solitario.
Qualche mese dopo lessi su un giornale che la cameriera per sopravvivere si era ridotta a fare la prostituta, ma era stata scoperta e i servizi sociali le avevano tolto i bambini. Lei per la disperazione si era suicidata. Appena finito di leggere corsi in camera. Ero bagnata fradicia e, travolta dal piacere, mi sverginai con il manico di una spazzola.
Questi ricordi e le lacrime di Betty mi portano all’orgasmo liberatorio.
-Ok per stasera basta così, Alex. Da oggi niente sesso fra voi se non vi do il permesso. Avete il resto della sera libero-.

Lin
Come la padrona ha ordinato, mi sono dedicata al guardaroba di Betty. Sono otto giorni che giriamo per le boutique piu in della città, parrucchiere e centri di bellezza, adesso sul sedile di fianco a me non c’è più quella insignificante donnetta di prima, ma una piacente signora che dimostra molti meno anni di quelli che realmente ha.
-Posso chiederti una cosa personale?-.
Io e Betty abbiamo rotto il ghiaccio in questi giorni passati assieme.
-Dimmi pure-.
-La tua padrona qui non ci può vedere né sentire giusto?-.
Siamo in macchina dirette in centro. Ho preso appuntamento in una esclusiva boutique per acquistare la lingerie che ancora manca nel guardaroba della donna.
-No, credo non sappia nemmeno dove siamo-.
-Allora perchè continui a portare quel collare come se fossi un cane? Io mi vergognerei come una ladra. Pensa che l’altra sera ha costretto mio figlio a portarmi in giro per casa come se fossi una bestia; non mi sono mai sentita più umiliata in vita mia-.
Sfioro con le dita il mio collare ricordo bene il giorno in qui la mia padrona me lo mise al collo.
-Vedi non lo tolgo mai perchè per me è come la fede per una sposa, questo collare deve dire a tutti che io sono sua proprietà-.
-Vuoi dire che ti piace questa situazione? Pensavo fossi costretta come me-.
-La padrona non è poi cosi cattiva come sembra, le devo molto. Io sono originaria di un Paese dell’Asia meridionale tristemente noto per il turismo sessuale, da noi se nasci povera non sei una bambina, il termine con cui veniamo definite è piccole donne. Le piccole donne vengono vendute a ricchi turisti, età media in cui le piccole donne perdono la verginità è nove anni-.
-Ma e orribile, e anche tu’.?-.
-No a me è andata bene. Mio padre ha conosciuto la signora mentre contattava la mia verginità con un gruppo di turisti. Le sono piaciuta e mi ha comprata-.
-Comprata? Tuo padre ti ha venduta come una bestia?-.
-Sì, ma non gliene voglio perché da noi o così o muori di fame. Dobbiamo arrangiarci da soli, i Paesi ricchi ci aiutano solo a parole. Se i Paesi poveri diventassero ricchi, scomparirebbe anche lo sfruttamento del lavoro e delle materie prime presenti in quei Paesi, su cui e basata la vostra società. Per essere piu chiara: se la povertà genera ignoranza, l’ignoranza genera schiavitù e la schiavitù genera ricchezza-.
Non commenta, io continuo il mio racconto.
– Mi tolse dalla baracca in cui vivevo e mi affidò ad anziana signora, sarebbe meglio dire una vecchia puttana, molto capace nel suo lavoro. Lei mi insegno tutto cio che dovevo sapere sul sesso, il resto l ho imparato nelle migliori scuole del paese. Oggi sono una cuoca e una perfetta maggiordomo, parlo quattro lingue, sono maestra in arti marziali e massaggi e a letto hai visto cosa so fare-.
– Ti molestava da piccola?-.
– No, è stata correttissima. La vedevo solo per il giorno del mio compleanno fino alla maggiore età-.
– E allora che’.-
– Mi ha fatta sua? Sì, fu allora il giorno del mio diciottesimo compleanno venne da me come ogni anno e in regalo mi portò questo collare. Capii subito vedendolo che era arrivato il momento di ripagare il bene ricevuto. Lei me lo mise io senza che mi chiedesse niente mi prostrai e le bacia i piedi in segno di sottomissione poi andammo in camera da letto e le dimostrai che i suoi soldi erano stati investiti bene-.
– E’ allora che sei diventata la sua schiava?-.
– Si, il mio stipendio lo verso interamente alle mie sorelle. Ne ho ancora due una e morta di aids a 15anni, così non devono vendere i propri figli e posso farli studiare-.
– Allora lo fai per soldi?-.
– No, l’avrei fatto anche gratis. è stata la padrona ad insistere perchè fossi retribuita-.
– Non ti capisco proprio-.
– Capirai-.
Arriviamo alla boutique, dove ci accoglie la direttrice che ci fa accomodare in una saletta e ci lascia con una giovane commessa. Betty passa tutta la mattina provando completi intimi. Cominciamo con articoli sobri fino ad arrivare a cose molto piccanti. Ora indossa un completino rosa che sostiene meravigliosamente il suo generoso seno. Sono eccitata. La commessa esce dalla sala, mi alzo e mi avvicino a Betty.
-Ti sta proprio bene- le dico.
– Si, sembro una puttana d’alto bordo-.
Sono di fianco a lei, le passo un braccio dietro la schiena e la immobilizzo.
-Baciami- le ordino.
-No, lasciami andare o urlo-.
Metto la mano libera sul suo seno.
-Non fare la difficile. L’altra sera ti è piaciuto, me ne sono accorta, e poi lo sai cosa ti faccio se non mi ubbidisci-.
Stringo un po’ la presa sul seno, poi la bacio lei non fa resistenza. La mia lingua incontra la sua. è molto arrendevole e merita un premio. Faccio scivolare la mano dal seno fino sopra il perizoma di seta rosa che indossa, comincio un lento massaggio sopra il suo sesso e poco dopo sento le dita umide. La porca è fradicia, ha le gambe umide e il perizoma è macchiato in maniera evidente.
-Ecco signore gli ultimi due capi che avete’..oh scusate’..perdonatemi’torno tra un po’ -.
E la commessa che rientra nella sala con i due completi che le avevo chiesto.
-Non c’è motivo per andarsene, entri pure-.
La commessa entra, Betty cerca di liberarsi per coprire la macchia sul perizoma, ma io non la lascio.
-Vede, cara, il capo indossato dalla mia amica è evidentemente macchiato-. Indico con il dito la macchia provocata dagli umori della mia amica sul perizoma.
-Ha ragione signora. Provvedo immediatamente a cambiarlo-.
-Aspetti un attimo, secondo lei questa macchia a cosa è dovuta?-.
La commessa diventa rossa, sa benissimo cosa è, ma non vuole dirlo.
-Beh magari se la osserva più da vicino capisce cosa sia. Anzi no, sia gentile, aiuti la mia amica a togliersi il perizoma. Se annusa la macchia forse riuscirà a capire cosa può essere -.
La commessa sempre più rossa in viso sfila le mutandine di Betty che a sua volta sembra molto imbarazzata.
-Bene. Ora le annusi e mi dica cosa può essere secondo lei-
-Senta, signora, non intendo annusarle-.
La giovane ha trovato un po’ di coraggio.
-è da poco che lavori qui, vero?-.
-Sì’ signora-.
-Bene. Ti spiego come funziona. Se io ora vado dalla direttrice e le dico che se non ti licenzia non metterò mai più piede qui, cosa pensi succederà?-.
Non risponde.
-Bene,vedo che hai capito. Ora ti infili in bocca il capo macchiato lo succhi per bene e mi dici a cosa dobbiamo la macchia-. La commessa ubbidisce e si infila controvoglia il perizoma in bocca lo succhia.
-Non sono molto esperta, ma direi che sono umori femminili-.
-Brava ora facciamo un altro gioco. Tu guadagni una percentuale su quello che vendi?-.
-Sì.-
-Ok, allora io ti compro tutto ciò che abbiamo provato qui oggi e in più pretenderò di essere servita da te ogni volta che ritornerò qui, in cambio tu farai godere la mia amica adesso. Se ti rifiuti ti faccio licenziare-.
-Non voglio, non sono lesbica e nemmeno una puttana-.
Dice Betty cercando di coprirsi con le mani.
-Come vuoi cara, ma cosi farai licenziare la nostra amica-.
Rimane immobile in silenzio un attimo, poi abbassa le braccia in segno di resa.
-Mi dica cosa devo fare non ho mai avuto esperienze con donne-.
-è semplice. Le vai vicino, la baci con la lingua e non stacchi le labbra da lei finché non te lo dico, intanto le infili una mano fra le gambe e fai quello che il tuo uomo fa a te-.
Non ho neanche finito di parlare che le due donne si stanno già baciando. La mano della commessa scende veloce sulla figa umida della mia amica. Intanto mi sono bagnata. Questo non mi è permesso se la padrona non è presente o non me lo ordina. Una volta a casa verrò punita e questo pensiero aumenta la mia eccitazione.
Guardale quelle due, si stanno divertendo e non lo ammetterebbero nemmeno sotto tortura. Sono cagne in calore travestite da signore per bene, vivranno un’esistenza ipocrita negandosi il piacere di una vita senza tabù, il piacere di essere ciò che sono per paura del giudizio degli altri.
Betty non capisce perchè porto il collare: lo porto perché sono orgogliosa di essere una schiava, mi piace sentirmi umiliata, mi piace soffrire per il piacere della mia padrona, mi piace quando mi presta ad altra gente per i suoi interessi, mi piace essere trattata come un oggetto, adoro dormire sullo scendiletto della mia signora come fossi una cagna.
-Godo godo!-
Betty si libera delle labbra della sua amante e sussurra il suo piacere.
-Va bene cosi?- chiede la commessa.
-Tu che ne pensi Betty? La tua amica è stata brava ti ha fatto godere?-.
La donna risponde, é rossa come un peperone per l’imbarazzo.
-Sì-.
-Sì? Tutto qui? Se è stata brava dovresti ringraziarla, non credi?-.
-Grazie per quello che mi hai fatto, è stato molto bello. Ora possiamo andarcene. Per oggi mi hai umiliata abbastanza-.
Do la carta di credito alla commessa e le lascio una mancia favolosa, o la pago per la prestazione, dipende da come la si guarda. Riaccompagno Betty a casa e la saluto con un bacio sulle labbra. Lei non cerca di sfuggirmi, anzi ricambia con passione come a ringraziarmi del trattamento subito. Torno dalla padrona e le racconto tutto senza tralasciare il fatto che mi sono bagnata.
-Lin cara, ora ti dovrò punire e poi preparerò una bella sorpresa per il povero Alex. è già un bel po’ che non scopa la mamma-.
-Sì, padrona, grazie padrona-.
Mi avvio verso la camera del castigo, una camera zeppa di strumenti per la tortura. Lì dentro ho passato i momenti più dolorosi della mia vita-.

Alex
Questo gioco comincia a non piacermi più. Sì, è cominciato bene perché mi sono fatto la frigidona, anche se poi frigida non è, anzi è una gran maiala. Ho visto mia madre godere con un’altra donna e non so quante seghe mi fossi fatto immaginando una situazione simile e poi l’ho potuta insultare mentre la scopavo. Anche questo lo desideravo da anni, ma ora non me la fa più scopare ed io ho le palle che stanno per esplodere. Non posso neanche masturbarmi perché in casa ci sono telecamere dappertutto e lei non vuole. E poi ancora, ciliegina sulla torta, negli ultimi giorni la signora ha completamente trasformato la mamma, che ora è un gran donna. Se penso a quella camicetta bianca e a quel bottone che sembra esplodere sotto il voluminoso seno’ no, no, mi devo calmare o mi viene duro.
Questo penso mentre salgo le scale del palazzo dove abito. Arrivo al mio pianerottolo, apro la porta, entro, poso la borsa e mi metto l’auricolare tramite cui la signora comunica con noi e che ormai è diventata una consuetudine.
Mi volto e il cazzo mi diventa immediatamente duro.
Seduta sul divano a gambe aperte intenta masturbarsi c’è mia madre, o meglio la sensuale creatura che è diventata. Indossa un intimo da vera prostituta. Mi vede ma non smette di toccarsi e non mi dice niente; ansima come una cagna in calore.
-Allora Alex le piace questa sorpresa?-.
è la signora che mi parla attraverso l’auricolare.
-Sì, signora-.
-Sai a cosa sta pensando la tua mammina mentre si trastulla?-.
-Non saprei ‘.a me?-.
-Perché non glielo chiedi?-.
-A cosa pensi mamma?-.
-Oggi mentre facevo shopping in una boutique di lingerie mi sono lasciata scopare da una commessa e o goduto come una scrofa. Sono una troia, Alex-.
Non ci credo: mia madre che fa cose simili! Mi fischiano le orecchie e non capisco più niente. Devo scoparla, non ce la faccio più.
-Vedo che è molto eccitato. Bene, le concedo l’uso di sua madre per tutta la notte. Le ho già dato ordine di accontentare qualsiasi sua richiesta-.
-Grazie signora, non ne potevo più-.
Mi tolgo i pantaloni. La troia non smette di toccarsi.
-Apri la bocca, puttana-.
-Tesoro e troppo grosso non ci entra-.
-Ci entra, basta che ti sforzi un po’-.
La prendo per i capelli, le infilo il cazzo in bocca e cerco di spingerlo più giù che posso. è la prima volta che mi fa un pompino. Lei cerca di allontanarmi spingendo con le mani contro le mie gambe, ma è inutile. Tiro fuori il cazzo dalla sua bocca solo quando la sua faccia è completamente rossa. Lei tossisce e vomita un po’ di saliva .
-Sei pazzo, mi vuoi uccidere? -.
-Voglio tutto quello che non mi hai dato in questi anni. Ora voglio venirti in bocca, troia-.
Glielo ricaccio dentro.
-E vedi di ingoiare tutto-.
-Bravo Alex. Vedo che comincia a capire come deve trattarla. Si diverta perchè non so quando gliela lascerò usare di nuovo.

La padrona
Il ragazzo continua ad infilare di prepotenza il cazzo in bocca alla madre fino a goderle in bocca e la costringe ad ingoiare tutto.
Bene. Adesso cominciano a sembrare una vera coppia, o almeno la mia idea di coppia, mi alzo dal divano, tanto Alex ci metterà un po’ a ricaricare, e vado nella stanza delle punizioni.
Apro la porta. La stanza è poco illuminata e nella penombra vedo il corpo di Lin. è appesa al soffitto tramite catene legate ai polsi e i piedi non toccano terra. Sta ancora singhiozzando, ha pianto molto e urlato ancora di più, una volta ancora ho perso il controllo come possono testimoniare i molti tagli sul suo corpo. Niente di permanente, guariranno, ma non è sempre stata così fortunata come possono testimoniare alcune cicatrici sul suo corpo.
Mi avvicino a lei e la accarezzo, passo la mano sui glutei e sento il rilievo delle mie iniziali incise a fuoco nelle sue carni. Seguo le sue morbide curve fino ad arrivare alla fica, le passo un dito fra le labbra e mi soffermo a massaggiare il posto dove una volta si trovava la sua clitoride. Ora c’è solo una piccola cicatrice, l’ho mutilata io con un tagliaunghie ad un festino sado maso. Avevo bevuto troppo e incitata dagli altri padroni lo tagliai.
-Pietà padrona ”.perdono-.
-Ma tesoro, lo sai che lo faccio per te! Devo darti un’educazione, devi imparare ad ubbidire ai miei ordini-.
Le infilo il dito dentro la fregna, che è bagnata come mi aspettavo.
Prendo del sale fino e lo passo sulle sue ferite, amorevolmente, con calma e perizia, senza tralasciare neanche la più piccola. Non è cosa semplice. Lin si agita urla e piange.
-Su tesoro, resisti ancora un po’, il peggio deve ancora venire-.
-Noooooooo non ce la faccio più, bastaaaaa-. Come mi eccita terrorizzarla!
Le lego le caviglie a pavimento in modo che le gambe rimangano larghe e che non possa scalciare, poi prendo lo spray al peperoncino e glielo spruzzo nella figa. L’urlo che ne segue è disumano.
Dio come mi piace torturarla! Soffri, cagna, per il mio piacere!
Non ho ancora finito, prendo un vibratore montato su di una cintura di cuoio. L’uso di questo attrezzo è semplice: infilo il vibratore accesso nella fica della schiava, poi lego la cintura in vita perché non possa uscire dal suo corpo.
Non è semplice infilarglielo dentro. Lin si dimena come un’ossessa. Le pareti della figa, irritate dallo spray, sono ormai asciutte. Ma le grida di sofferenza, quando riesco nell’impresa, mi ripagano dello sforzo. Ormai sono un lago, sento la figa gocciolare per terra, allora afferro un grosso vibratore e torno in salotto lasciando la porta aperta cosi da sentire le grida della schiava. Mi sistemo sul divano a gambe aperte mi penetro con il grosso giocattolo tenendolo con tutte e due le mani. questo mi dà un po’ di sollievo.
Sullo schermo Alex si sta scopando la madre seduta sul tavolo. Lei lo stringe a se con le gambe e con le braccia. I due continuano a baciarsi in modo perverso e non assomigliano neanche ai due protagonisti del video che ha dato inizio a tutto questo. I due nello schermo sono amanti passionali, che fanno sesso in modo bestiale.
-Le piace la sua nuova mamma, Alex?-.
Lui senza smettere di scopare la donna risponde
-è fantastica. Grazie signora-.
Estraggo il vibratore dalla figa per quasi tutta la sua lunghezza poi me lo risbatto dentro con violenza. Cerco di farlo sempre più velocemente. Voglio godere, le urla di dolore di Lin e questi amanti incestuosi mi stanno facendo morire. Non capisco più niente.
-Betty, sei una troia, dillo a tuo figlio!-.
La zoccola mentre si gode il cazzo del figlio mi risponde:
-Sì signora! sono una gran puttana, ti piace Alex? Sono una troia, una zoccola che si fa montare da suo figlio-.
Alex solleva di peso la madre e senza smettere di scoparla la sbatte contro un muro.
‘Sì, bravo! Sbatti quella troia di tua madre!’, penso, ‘che domani in ufficio tocca a me godere di quella fortuna che hai tra le gambe! Sono una gran troia, sì, una puttana! Ah, come mi piace sottomettere gli altri, umiliarli, farli soffire, tirar fuori il peggio di loro! Gooodoooo ssììì! Finalmente godono’ è bellissiiimmmmooo’ ancora, ne voglio ancora, ancoraaaaaaaa!
Il piacere dell’orgasmo è terminato e mi lascia esausta ed ansimante sul divano. Alex e sua madre non hanno ancora finito. Ora lei è a pecorina sul pavimento e lui la monta insultandola. Intanto non sento piu i lamenti di Lin. Mi alzo ancora tremante ed entro nella camera della punizione. è svenuta. La libero dal vibratore, sciolgo le caviglie e la calo per terra. Non si regge in piedi, è in uno stato di semi incoscienza e continua a lamentarsi del male alla vagina.
L’afferro per un braccio e la trascino in bagno, la butto nella vasca e la pulisco dal sangue delle ferite ormai secco e dal sale. Mia madre da piccola mi ha insegnato ad avere cura dei miei giocattoli. Una volta asciutta la trascino nuovamente fino alla pelle di orso bianco che fa da scendiletto a me e da letto a lei, ce la butto sopra e le do anche una coperta e un cuscino. Questa sera se li è meritati. Mi sembra sussurri un ‘grazie padrona’, ma non sono sicura. Non si capisce molto di quel che dice, più che altro sono lamenti.
Mi metto al letto anche io
-Tesoro smetti di lamentarti che ho sonno-.
Lin tace.

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