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Racconti 69Racconti erotici sull'Incesto

La mamma luca ed io cap 3

By 18 Gennaio 2010Febbraio 9th, 2020No Comments

corretto da Istrionico

Cap 3

– Allora, Daniela? Non farmi stare in ansia.-
Sabato pomeriggio in casa siamo solo io e mamma, ho in mano l’esito del mio test di gravidanza.
Il mondo mi è crollato addosso.
Ho 22 anni e sono incinta di mio fratello.
Lo amo, è l’uomo della mia vita, ma sono giovane, e poi un bambino in questa situazione’
Non se ridere o piangere, vorrei morire: mi sforzo di sorridere a mia madre e poi le passo il test.
– Sììì, Daniela, è fantastico, sarò nonna!-
Mi abbraccia forte poi mi bacia con passione:
– Tesoro, è fantastico’ ti amo tanto, vedrai che bello è diventare mamma, ora dobbiamo dirlo a tuo fratello e festeggiare tutti assieme.
Mi siedo sul divano in preda a mille pensieri, la mamma intanto chiama Luca al telefono.
– Luca? Sono la mamma, vieni subito a casa per cortesia’ no, non è successo niente ma abbiamo una gran notizia per te.-
Poco dopo mio fratello entra in casa e ci trova ad amoreggiare tette all’aria sul divano.
– Allora, cosa succede di così urgente da non poter aspettare?-
Mamma mi afferra le tette e chiede a Luca:
– Non ti sembrano più grosse?-
– No, non mi pare’ vorrai mica maggiorarti il seno sorellina? Perché a me non dispiacerebbe una bella sesta, o anche di più se ti va’-
– Luca sei sempre il solito porco, dai Daniela, diglielo.-
Faccio appello a tutto il mio coraggio e cerco di sembrare felice.
– Sono incinta – dico.
Un attimo di silenzio, lo sguardo dubbioso di mio fratello, poi la voce della mamma:
– Non restare lì fermo come un salame, tua sorella non sta scherzando!-
Esplosione di gioia.
Luca è felicissimo, si avvicina a grandi passi e mi prende in braccio:
– Sarò papà, grazie tesoro’-
Lo abbraccio e lo bacio, si avvicina anche la mamma abbraccio anche lei le nostre bocche si avvicinano e tutte tre le nostre lingue si toccano in un bacio triplo, sono cominciati i festeggiamenti.
Luca mi rimette per terra, ora sono in piedi mia madre e dietro di me sento i suoi seni sodi di silicone sulla mia schiena la sua lingua mi lecca il collo e dietro le orecchie. Le sue mani giocano con i miei seni: li soppesa, li carezza, strizza dolcemente i capezzoli, e mi sussurra all’orecchio:
– Queste diventeranno grosse, tesoro, enormi’ te lo assicuro.-
Non posso risponderle: ho la lingua di mio fratello in bocca e sembra voglia arrivarmi alle tonsille.
Le mie mani armeggiano con la sua patta fino ad estrarne il grosso arnese già mezzo duro. Lo sego un po’, lui gradisce e ricambia il favore chinandosi tra le mie gambe, fa cadere la gonna e poi il perizoma e infila la testa tra le mie cosce.
Io cerco di allargarle il più possibile, la sua lingua comincia un sapiente lavoro sulla mia figa rasata, la mamma gli è stata maestra e la sua lingua è divina.
Il piacere aumenta: comincio ad ansimare, la presa della mamma sui miei capezzoli aumenta e il piacere di quel tocco diventa un sottile dolore, ma io non cerco di liberarmi né mi lamento: questa donna mi ha insegnato che un po’ di dolore può aumentare molto il piacere.
L’orgasmo è prossimo, i miei gemiti diventano urla, adoro urlare quando faccio sesso, la stretta della mamma sui capezzoli cambia, ora li chiude in una morsa tra le unghie, il dolore aumenta ancora e arriva l’orgasmo: urlo terribilmente sia per il dolore sia per il piacere.
Mio fratello è sorpreso, non era mai riuscito a farmi urlare tanto solo con la lingua.
– Allora sono diventato proprio bravo ‘ dice fiero di sé.
Io non lo ascolto: mi volto verso la mamma con i capezzoli ancora doloranti, l’afferro per i capelli con entrambe le mani e la tiro a me: bocca contro bocca la bacio con rabbia e passione mentre continuo a tirarle i capelli, voglio farle male.
Ma è solo un attimo: la rabbia scompare e rimane solo la passione in quel bacio incestuoso.
– Questa me la paghi, mi faranno male per tutto il giorno’-
Le dico:
– Così penserai a me tutto il giorno, amore.-
Risponde lei:
– Beh, signore, quando avete finito possiamo trasferirci di sopra così stiamo più comodi.-
Ora siamo in camera da letto completamente nudi, la mamma rovista nel cassetto dei giochi e ne estrae una fallocintura. Luca ed io ci guardiamo in faccia e sorridiamo, sappiamo cosa vuole fare.
Tocca ancora a me godere: sono io la festeggiata.
– Ti posso inculare io questa volta, amore?-
– No, Luca. Ti ho promesso il culetto e lo avrai, ma non mi sento ancora abbastanza dilatata per la tua bestia, mi fa ancora paura.-
– Va bene, tesoro, aspetterò ancora.-
Mio fratello si sdraia sul letto, il suo cazzo svetta verso l’alto, maestoso. Lo raggiungo e mi ci impalo sopra, me ne entra poco più della metà, sono anni che lo scopo e ancora devo aspettare qualche minuto perché la mia figa si adatti alle sue misure.
Ora però è dentro tutto, mi riempie completamente, mi sdraio su di lui, gli lecco il petto come una gattina. La mamma intanto si dispone dietro di me, con il cazzo di gomma della fallocintura ben lubrificato, lo punta contro il mio culetto:
– Sei pronta, tesoro?-
– Sì, Ramona, fatemi godere!-
Si eccita se la chiamo per nome quando facciamo l’amore.
Delicatamente mi penetra un centimetro alla volta, è stata lei a convincermi al rapporto anale tempo fa. Io non volevo: avevo paura che facesse male, ma lei fu dolcissima quando mi sverginò, da allora adoro il rapporto anale e la doppia penetrazione, mi fanno sentire così’ piena.
– Ahhh, spingi, Ramona, lo voglio tutto’-
– E’ dentro tutto, tesoro.-
Li sento dentro di me uno contro l’altro fermi, ma pronti a farmi godere.
– Dai, allora scopatemi.-
La mamma dietro è la più comoda e comincia subito a scoparmi: fa uscire il fallo di gomma fino quasi alla cappella per poi penetrarmi a fondo subito dopo; mio fratello sotto di me fa più fatica, estrae il grosso cazzo quasi tutto, poi punta le gambe sul letto spinge l’inguine all’insù e mena lenti e terribili colpi che mi sconquassano tutta, sento i loro cazzi uscire ed entrare da mio corpo come pistoni, a volte prima uno poi l’altro a volte insieme, mi dànno troppo piacere: perdo il controllo e divento volgare:
– Sbattetemi, ahhh, ssì ssììì, sono una’ aahhh’ troia e voglio godere, sì, ancora più veloce aah’ come una’ troia.-
– Senti questa puttanella come si agita’ e pensare che o dovuto pregarla in ginocchio per sverginarla dietro.-
– Non parlare, scopami cosììì’ sì più’ aaah veloce’ non ne posso più, voglio’ godere!-
Luca mi dà un colpo terribile e si ferma lasciandomi tutto il cazzo dentro, non è venuto ma deve fare molta fatica con noi due sopra, mentre la mamma accelera il movimento e l’orgasmo sale:
– Dai, di più di più’ Godooooooo, sto godendo, amore, la tua troia godeeeeeee!-
La mamma rallenta sempre più, poveretta deve essere esausta, infine si ferma e si sdraia sulla mia schiena.
– Ti è piaciuto, bambina mia?-
– Perché, non si è capito?-
– Scusate, avrei una certa difficoltà a respirare’ se vi voleste alzare’-
Ridiamo, siamo entrambe a peso morto sopra mio fratello: poverino. Ci distendiamo sopra il letto.
– Ora tocca a Ramona.-
– Ok, facciamo godere la mamma.-
Luca la bacia e le palpa il seno, io voglio provare un nuovo gioco.
Mi porto davanti alla figa, la mamma allarga le gambe perché io stia più comoda: comincio a leccarla come mi ha insegnato lei, senza tralasciarne neanche una parte, in un rapporto orale tutto è importante.
Quando è abbondantemente bagnata passo alla penetrazione con le dita, prima due poi tre, quando cerco di infilarne quattro trovo qualche leggera resistenza, con pazienza la lavoro finché non entrano comodamente fino a metà dita, poi le estraggo, lubrifico bene la mano, raccolgo tutte e cinque le dita in un solo punto come fosse un cuneo e ricomincio a penetrarla. Entrano tranquillamente quasi tutte, poi la pussy di mamma ricomincia a fare resistenza: la lavoro a lungo, ora sono nel punto critico, devo infilare dentro il palmo della mano, la mamma geme, le piace il gioco’
– Cosa ci stai infilando dentro’ è enorme.-
Con mio fratello che continua instancabilmente a baciarla non riesce a vedere quello che faccio.
– Ci sto mettendo tutta la mano, ti fa male?-
– Sìì, ummmmm-
– Il peggio deve ancora venire, questo è per come hai trattato i miei capezzoli!-
Spingo con forza la mano: è quasi dentro, manca poco ma la figa è dilatata al massimo, se spingo più di così le faccio male, dovrei smettere, ma penso a quello che mi ha fatto prima e continuo a spingere: mi aiuto anche con l’altro braccio, mamma urla, Luca smette di baciarla e viene a vedere quello che sto facendo.
– Forte, l’hai infilata tutta dentro, ti piace, mamma?-
– Sììì, sento le dita che mi esplorano.-
La mia mano è sparita nel corpo di mamma, cerco di muovere le dita ma è molto stretta, allora le raccolgo in pugno per ingrandire lo strumento che la penetra.
– Mi stai squartando, amore.-
Apro e chiudo la mano all’interno del corpo di mamma:
– Tesoro, così mi apri in due, fai p’ ummmm’-
Sembra che non possa più parlare, mio fratello le ha infilato il cazzo in bocca, chiudo ancora una volta la mano a pugno e comincio a scoparla mentre con l’altra mano le massaggio il clitoride.
Piano piano la vagina si adatta al grosso calibro che la occupa, così posso aumentare la velocità, la mamma sembra gradire mentre continua a spompinare Luca, vedo il suo corpo tremare di piacere: sono sicura che sta godendo.
Il fratellone usa la bocca della mamma come fosse una figa, entrando e uscendo da essa, e ad ogni colpo il suo grosso cazzo va sempre più in profondità nella sua gola, è terribilmente eccitante vedere quel lungo arnese scomparire quasi del tutto nella gola di mamma, che sbava saliva come una cagna.
Mi masturberei, ma non voglio togliere piacere al mio amore, Luca aumenta il ritmo, è vicino a godere, lo vedo, e infatti:
– Vengo, mamma, ti sborro tutto in gola’-
La porca accoglie tutto il succo di suo figlio in bocca, io rallento il ritmo fino a fermarmi, poi estraggo la mano dal corpo di mamma: è tutta imbrattata dei suoi umori.
Mi avvicino a lei per baciarla e avere la mia parte di sperma, lei mi guarda dispiaciuta e mi dice:
– Scusa, cara, ma mi è venuto direttamente in gola, non neanche sentito il sapore’-
– Non fa niente -, le dico, poi porto la mano impiastricciata dai suoi succhi alla bocca e la lecco.

Passata l’euforia del sesso, i problemi tornano.
Siamo sdraiati sul letto tutti e tre, Luca in mezzo, io e la mamma di fianco: loro scherzano sulla situazione, sono felici che io sia incinta, io invece sono seria, preoccupata.
– Ahaha, e quando avrai le tette gonfie di latte te le succhierò come facevi tu con me quando eri bambina’-
Ridono di nuovo, io rimango impassibile.
– Che hai, Daniela, qualcosa non va?- chiede la mamma. Scoppio:
– Ma vi rendete conto della situazione? Avete idea di cosa voglia dire un figlio nella condizione che viviamo? Il bambino non potrà mai chiamare Luca papà, dovremo continuamente nascondere il nostro rapporto ai suoi occhi, senza pensare a cosa dirà la gente. Prima o poi cominceranno i pettegolezzi, io e mio fratello che viviamo nella stessa casa senza mai un uomo o una donna, e questo presto o tardi finirà all’orecchio di nostro figlio’ non la voglio una vita così, né per lui né per noi né per me!-
Silenzio.
– Hai ragione – dice mamma – è un bel po’ che ci penso e credo di avere una soluzione. Lo studio va bene, se lo cediamo e vendiamo la villa, le macchine, l’appartamento che abbiamo in città, insomma tutto, con quei soldi potremmo ricominciare da un’altra parte molto lontani da qui, magari in sud america. Una volta lì, voi potrete vivere come marito e moglie, non vi assomigliate neanche gran che, Daniela hai preso tutto da tuo padre, Luca invece mi assomiglia molto. In quanto a me, ho 52 anni, non reggerò i vostri ritmi ancora per molto, fra qualche anno mi piacerebbe fare la nonna a tempo pieno.-
Ancora silenzio.
Poi comincio a piangere.
Dovrei abbandonare tutto? Una vita agiata, un lavoro sicuro, una casa confortevole, le amicizie’ per cosa? Ricominciare tutto da zero e con un bambino? E se va male? Non voglio crescerlo in povertà, in terra straniera, e non voglio diventare povera.
– Per me va bene, farei tutto per mio figlio e per voi – dice Luca.
– Non lo so, mamma, ho solo 22 anni e non sono sicura di volere questo bambino.-
– Ma cosa dici, Daniela, sei pazza? Il bambino deve nascere – dice Luca.
– Non lo so, sono confusa.-
Continuo a piangere, mi alzo dal letto, vado verso la mia camera.
– Daniela!-
– Scusate, voglio stare un po’ da sola.-
– Ma dove vai? Torna, qui non abbiamo finito.-
– LUCA, piantala!-
– Ma mamma’-

Poco dopo, mamma entra in camera mia: sto ancora piangendo, l’abbraccio forte e le dico:
– Ho tanta paura, mamma, sono tanto confusa’-
Lei mi carezza i capelli dolcemente:
– Non preoccuparti, tesoro, andrà tutto bene.-
Piango a lungo sulla sua spalla mentre lei mi coccola. Quando riesco a smettere mi vesto, poi metto poche cose in una valigia.
– Dove vuoi andare tesoro?-
– Vado qualche giorno nell’appartamento che abbiamo in città.-
Lei non dice niente, si mette una mia vestaglia e mi accompagna fino alla porta di casa.
Apro la porta, guardo fuori, poi mi volto a salutare mamma e scoppio di nuovo in pianto, l’abbraccio nuovamente: è così confortante, vorrei restare lì per sempre.
– Ascolta, bimba, qualsiasi cosa tu decidi di fare noi saremo con te, non sarai mai sola, ora vai o credo che non ti lascerò più andare.-
Se Luca è l’uomo della mia vita, il rapporto con mia madre va oltre l’amore: noi viviamo in simbiosi, faccio appello a tutto il mio coraggio per lasciare il suo abbraccio caldo e rassicurante. Esco di casa, salgo in macchina e parto, non l’ho salutata, non ce l’ho fatta.

Giro a vuoto, ormai è sera, dubbi e paure affollano la mente: che devo fare, dove posso andare?
L’appartamento. Mi fa paura l’idea di stare li da sola tutta la notte, ci vorrebbe la dolcezza di una donna a farmi compagnia: accosto, cerco il numero di Lory nel portafoglio, lo trovo e la chiamo:
– Pronto?-
– Ciao, ti ricordi di me?-
– No, chi sei?-
– Ti ricordi il bagno della dentista?-
– Ah, sì sì, scusa’ pensavo non telefonassi più, è un piacer’-
– Puoi passare la notte fuori?-
– Eh? Così, su due piedi dovrei chiedere’ senti, perché non ci vediamo di’-
– Ti è piaciuto quello che ti ho fatto nel bagno?-
– Sì, sei stata fantastica, non ho mai’-
– Pensa a cosa ti posso fare in una notte, te lo ricorderai per tutta la vita.-
– Non dire così, io verrei, ma i miei no’-
– Mi trovi qui – le do l’indirizzo – e non farmi aspettare troppo o mi raffreddo.-
– Senti, veramente verrei, ma non poss’-
Riattacco, lei richiama, ma non rispondo.

Entro nell’appartamento, la luce delle lampadine è troppo violenta, raccolgo tutte le candele che trovo in giro per casa, le dispongo in camera da letto, le accendo e spengo la luce.
Mi infilo nel letto completamente nuda, mi fanno male ancora i capezzoli’ con la mano destra mi massaggio la pancia e ricomincio a piangere finché non mi addormento.

Mi sveglia il cellulare un sms di Lory: ‘Tra 5 minuti sono da te’
Guardo l’ora: è mezzanotte passata.
Poco dopo sento il campanello, vado ad aprire completamente nuda, la osservo dallo spioncino: indossa uno spolverino che le arriva alle caviglie.
Apro, lei entra, vedo un livido sulla guancia sinistra, lo carezzo.
– Che hai fatto?-
– Mio padre a volte beve.-
– Te lo ha fatto per colpa mia?-
– Gli chiesto di uscire, lui ha detto no, io ho insistito.-
– Non sarai scappata di casa?-
– No, visto che non potevo convincerlo ho aspettato che si addormentasse.-
Mi eccita che abbia preso delle botte per me, le lecco i lividi come una gatta in calore, poi le apro lo spolverino’.. ha solo intimo sotto, non dico nulla, la guardo:
– Io dormo sul divano letto, non potevo andare in camera dei miei a prendere dei vestiti, rischiavo di svegliarli.-
La porto in camera da letto e la spoglio alla luce delle poche candele ancora accese, le tolgo lo spolverino, poi libero il piccolo seno e infine le tolgo il perizoma, il pelo rado dell’altra volta è sparito, si è rasata lasciandone solo un ciuffo a forma di cuore sopra la pussy.
– Ti piace? L’ho fatto per te.-
Mi piace, ma non rispondo: la faccio sdraiare su letto, si è meritata il meglio che possa darle e comincio subito leccandole la figa.
– Senti, io sarei’-
– Shhhh, non c’è bisogno di dire niente.-
– Questo lo devi sapere’ sono vergine.-
Piccola, tenera.
– Non preoccuparti, ci starò attenta.-
– Volevo dire che vorrei che fossi tu’ a prendere la mia verginità.-
E’ veramente dolce, mi sdraio sopra a lei, la bacio:
– Voglio sentirti quando vieni, capito?-
– Sììì’-
Struscio una coscia in mezzo alle sue gambe: è già bagnata la maialina, lecco bacio e succhio ogni centimetro del suo corpo, le mani, le braccia, i giovani seni, la pancia, mi soffermo sull’ombelico, lei geme, lo carezzo con la lingua e poi lo colmo di saliva, faccio scorrere la lingua più in giù fino al monte di venere, ma non mi ci soffermo, scendo ancora, giù per le cosce fino ad arrivare ai piedi. Succhio ogni dito, ne lecco la pianta, poi le caviglie e ricomincio a salire lentamente.
Lory si agita sotto questa dolce tortura.
– Ti prego, non ce la faccio più’-
Con calma arrivo al suo fiore di carne semischiuso, la tocco appena:
– Godo amore’ mi fai venire così’-
Continuo a darle piacere con la lingua come mi ha insegnato l’unica donna della mia vita.
Raggiunge l’orgasmo più volte prima che decida di penetrarla.
Mi alzo, cerco qualcosa di adatto ma non trovo altro che una spazzola dal manico cilindrico.
Mi sdraio di fianco a lei
– Scusa, ma non ho trovato altro, tesoro.-
– Non farmi male, per favore.-
– Non ti preoccupare.-
Punto il manico della spazzola fra le grandi labbra della mia amante, la sua pussy totalmente dischiusa è molto bagnata, lei trema come una foglia, fisso i suoi grandi occhi scuri da cerbiatta.
Lei distoglie lo sguardo:
– Guardami – le dico.
Ubbidisce.
– Sei pronta?-
– Sì.-
Spingo dentro il manico, trovo resistenza, faccio forza, Lory fa una smorfia, apre la bocca ma non dice niente. Continuo ad infilare il pene improvvisato lentamente fino in fondo, è piccolo, non trovo grandi difficoltà. Ora che la strada è aperta la scopo lentamente, non ho fretta, le ho promesso una notte indimenticabile e l’avrà.
Arriva il primo orgasmo, inarca la schiena, sta per godere:
– Ti piace piccola?-
– Sìì, vengo’ godo, ancora’ ancora, ti prego!-
La faccio venire diverse volte con la spazzola, poi ci strusciamo figa contro figa e infine un lungo sessantanove finché la mia amante non ne può più e crolla addormentata sul mio seno, l’ultima cosa che ha detto è stata:
– Ti amo.-
Le candele sono ormai tutte spente.

Sono nuovamente sola, al buio, con i miei problemi, penso a lungo e giungo a una conclusione.
Sono una stronza egoista ma non piccola: una grande stronza egoista.
Ho approfittato dei sentimenti di questa ragazza, l’ho costretta a litigare con i genitori, ha preso anche delle botte, per me ha attraversato la città mezza nuda, chissà che le fanno quando torna a casa’ e tutto perché non volevo stare sola.
Con mamma e Luca ho fatto anche di peggio.
La mamma a 52 anni è disposta a rimettere in gioco tutto quello che è riuscita a costruire, a vendere ciò che ha ereditato e rischiare di finire chissà dove e chissà come per amore nostro e del bambino.
Luca ha un futuro promettente come dentista, una carriera certa, benessere assicurato ed è disposto a rinunciare a tutto senza neanche sapere cosa finirà per fare, e tutto per amore di nostro figlio.
Ed io’ io invece’ sono la donna più fortunata del mondo ad avere tanta gente intorno che mi ama così profondamente.
Ho preso una decisione.
Fuori comincia a fare chiaro.
Sveglio Lory.
– Dài, tesoro, che dobbiamo andare.-
– Ma sono le 5.30, dove vuoi andare?-
– Ti riporto a casa, prima che si svegli tuo padre.-
– Ma io pensavo che noi’-
– Mi dispiace, non c’è un noi, io ho già un compagno.-
– Ma’ ma’-
– Vestiti, che ti spiego strada facendo.-

Guido e le racconto una mezza verità, le confesso di essere incinta e di non essere stata sicura dei sentimenti che provavo per lui, ma questa notte ha cambiato tutto.
Arriviamo a casa sua.
– Sei una troia!-
Esce e sbatte lo sportello. Non dico niente: è giovane, le passerà.
Guido felice verso casa. Arrivo, entro in camera senza far rumore, stanno ancora dormendo.
Sono felice, ho voglia di giocare: vado in cucina, prendo due coperchi per pentole, torno in camera, mi piazzo davanti al letto e sbatto i coperchi fra loro, fanno un baccano infernale! I miei si svegliano di soprassalto, io mi butto nel letto in mezzo a loro.
– Daniela, ma sei impazzita?-
– Che cavolo combini?-
– Ho preso una decisione’ avremo il bambino!-
La mamma comincia a piangere, si commuove, non ricordo di averla mai vista piangere di gioia:
– Lo sapevo, bimba, che avresti fatto la scelta giusta!-
– Grazie, amore, non so cosa avrei fatto se avessi abortito.-
Mi ricoprono di baci e coccole:
– Scusatemi, mi sono comportata da egoista’ verrò con voi anche in capo al mondo pur di dare una vita normale al nostro bambino.-
– Saremo felici, vedrai bambina.-
Le coccole si fanno più audaci, ci speravo.
Ho dedicato tutta la notte a Lory e non ho avuto neanche un orgasmo, adesso ne ho veramente voglia.
-Senti. Luca’ per farmi perdonare del brusco risveglio ti andrebbe di’ farmi il culetto?-
– Ti amo lo stesso, non devi sentirti obbligata.-
– Non mi sento obbligata, ho ancora paura del tuo grosso arnese, questo sì, ma ho imparato che non bisogna farsi fermare dalla paura, ma la si deve affrontare. Dai, fammi tua, tesoro.-
– Non così in fretta, lascia che te la prepari o me la apri in due – dice la mamma.
Mi mette a pecorina e comincia ad allargarmi il buchino, prima lo lubrifica bene, poi con due dita comincia ad allargarlo, dopo di che passa ad un piccolo vibratore, io sono sempre più eccitata, poi è la volta di un dildo di medie dimensioni.
-Ok, Luca: per me è pronta, fai piano che non stai scopando me.-
Mi si piazza dietro, la mamma gli lubrifica bene il cazzo poi me lo punta. Sento la grossa cappella premere per entrare.
– Sei sicura?-
– Piantala di parlare e scopami!-
– Aaahhhh.-
E’ entrata e siamo solo all’inizio e già mi sento aprire, brucia, cerco di non lamentarmi ma è veramente enorme, non capisco come faccia la mamma a prenderlo tutto con facilità.
– Vuoi che smetta?-
– Voglio che mi penetri come fai con la mamma e che la smetti di pensare a me, non sono fatta di vetro!-
Non so dove ho trovato il coraggio di dire quelle parole: il dolore è lancinante, la mamma cerca di massaggiarmi il clitoride, ci riesce e un po’ migliora. E’ arrivato in fondo, mi sento squarciare, ricaccio le lacrime e mi sforzo di concentrarmi sul massaggio di mamma.
Il mio corpo ci mette un tempo interminabile per adattarsi a questo obelisco di carne, ma alla fine Luca può cominciare a muoversi dentro di me e il bruciore si mischia al piacere, il ritmo aumenta, il piacere e il dolore anche. Mi afferra per i capelli come piace a me, vuol dire che il suo piacere e vicino.
– Sto per venire, amore!-
Sono fortunata ha fatto in fretta.
– Vienile dentro – dice mamma.
Un attimo dopo sento un potente getto caldo arrivarmi allo stomaco, o almeno così mi è sembrato.

12 anni dopo

Se ripenso a quei giorni mi viene da ridere: ero così insicura e piena di paure. Oggi sono molto cambiata da allora: oggi sono una donna e la vita non mi fa più così paura, ho imparato ad amare veramente e a sacrificarmi per chi amo. Anche fisicamente sono cambiata, di quella graziosa ragazza è rimasto poco, dopo tre gravidanze sono un po’ ingrassata, anche il seno mi si è gonfiato, ora ho una sesta per la felicità di mio marito Luca che mi definisce ‘una vera manza da monta’.
Sì sì, ho detto marito, ma andiamo con ordine.
Poco dopo la nascita del nostro primogenito ci siamo trasferiti in Argentina, qui abbiamo acquistato un alberghetto sulla spiaggia: lo gestisce Luca e ci permette una vita più che dignitosa.
La mamma si è fatta delle imprecisate amicizie all’ambasciata ed e riuscita a farci avere i documenti per un matrimonio civile, cosa le sia costato non lo ha mai voluto dire, ma vedere i suoi figli sposati era il suo sogno proibito (o almeno uno di quelli) ed è riuscita a realizzarlo.
Quel giorno io e lei abbiamo pianto come due fontane.
Oggi insieme ci occupiamo a tempo pieno dei miei tre bambini: Giovanni, Matteo e Marco.
Ho volutamente perso i contatti con tutte le amiche, l’unica che sento ancora è Lory.
L’ho rivista prima di partire e le ho detto tutta la verità sulla mia storia con mamma e Luca, mi sentivo troppo male per quello che le avevo fatto, incredibile ma vero ha capito la situazione, siamo rimaste amiche, ci sentiamo spesso tramite pc. Anche lei se ne vuole andare dall’Italia dove è difficile avere una vita normale per una lesbica, le ho proposto di venire da noi: può lavorare nell’hotel, ma non so se verrà, chissà.
Ora devo andare’ questo è uno di quei rari momenti in qui siamo tutti e tre in casa senza bambini, e non si può sciupare un’occasione simile

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