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Racconti di DominazioneRacconti erotici sull'Incesto

la mamma non si tocca

By 29 Settembre 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

Mi chiamo Mara, ho quarantacinque anni, e questa è la storia di sei mesi di pura follia. Sono sposata da quasi ventotto anni. Mio marito Carlo, è un avvocato molto noto, anzi doveri dire che tutta la sua stirpe sono stati avvocati, lo erano suo padre e suo nonno, lo sarà nostro figlio Daniel. Ci siamo sposati molto giovani, io ero incinta, le nostre famiglie benestanti non trovarono nulla da ridire nel matrimonio riparatore. Con il passare degli anni fra me e Carlo, i compiti si sono divisi, io casalinga per scelta, e madre, lui impegnato nel lavoro e nella carriera. Anche fra noi col passare del tempo le cose sono cambiate, specialmente nel sesso. In questi ultimi cinque anni avremo, fatto sesso al massimo tre o quattro volte l’anno. Lui è sempre un bell’uomo, alto forte, ma tremendamente impegnato, o nel lavoro oppure nei molteplici interessi che vengono sempre prima di noi. Io dal canto mio mi reputo ancora una bella donna, non ho un filo di grasso, attenta nella dieta, pratico con frequenza il nuoto, la palestra e quando il tempo lo permette cammino moltissimo nel percorso verde vicino a casa mia. Ho una terza abbondante di seno, un bel culo e gambe snelle, capelli neri lunghi fino alle spalle. Il sesso mi manca, non lo nego, ma non voglio fare come molte delle mie amiche che si sono trovate un’amante e si fanno sbattere da lui. Ho vissuto in pace con i miei sensi fino a sei mesi fa. Una mattina, per puro caso passo davanti alla camera di Daniel. Mio figlio è un bel ragazzo, alto forte, fisico ben curato, ha tutti gli attributi giusti, ma in particolare ha ‘quell’attributo tremendamente giusto.’ Era appena uscito dalla doccia, e nudo parlava al cellulare con una ragazza, il suo membro teso e duro è una vera meraviglia della natura. Si segava e rideva, io quando ho visto quel magnifico palo sono andata in ebollizione. La mia vulva cominciato a bagnarsi senza ritegno, sentivo dentro un fuoco che mi ha bruciato anche l’anima. Sono corsa in camera mia in preda a una tremenda eccitazione. Mi dicevo che era una cosa assurda eccitarsi per un figlio, ma il mio corpo si rifiutava di calmarsi, ho dovuto masturbarmi violentemente. Da quel giorno, per quanto cercavo di convincermi che non era giusto, io ho desiderato con tutte le mie forze di essere posseduta da lui. Ho cominciato con l’essere più seducente, abbigliamento più succinto, in particolare quando eravamo soli, ho notato che lui si era accorto di questo mio cambiamento, le sue intense occhiate m’invogliavano a fare di più. Una domenica mattina, eravamo soli in casa, lui dormiva, era tornato tardi dalla discoteca, mi aveva detto che dovevo svegliarlo alle undici. Sono entrata in camera sua indossando solo una camiciola molto trasparente, l’ho visto disteso che dormiva nudo, come sua abitudine, il cazzo moscio, disteso di lato, era sempre un bello spettacolo, mi sono avvicinata, ho cominciato a bagnarmi, sentivo la mia vulva contrarsi, i succhi cominciare a colarmi lungo le cosce nude, non avevo indossato nessun tipo d’intimo. Mi sono seduta sul letto di lato a lui, ero emozionata, osservavo il suo corpo mentre sentivo bruciare il mio, lo volevo! Ho accarezzato piano il suo petto, l’ho svegliato con un bacio, mentre indugiavo con la mano accarezzandolo scendendo sempre più in basso ‘. ‘Buon giorno amore, ti ho portato il caffè”.. lui si tira su, si appoggia alla spalliera del letto, prende la tazzina in mano e beve, mi osserva, vede che desidero il suo meraviglioso palo che si è drizzato appena lui ha indugiato con lo sguardo sul mio corpo. Lo bacio sulla guancia, lui mi asseconda, tento il tutto per tutto, afferro il tanto desiderato membro che ora svetta duro e gonfio davanti a me. Lo stringo un poco, ne saggio la consistenza, è durissimo, tanto che quasi vengo dal piacere di stringerlo, lo sego un poco, lo voglio, desidero averlo dentro sono un vulcano pronto a esplodere, colo fra le gambe in maniera incredibile ‘.. ‘ che fai’!?!?…. mi dice, e di scatto afferra il mio polso, lo sposta e libera il cazzo dalla stretta della mano. Si alza in piedi, mi osserva sbigottito ‘ ‘ che cazzo fai?, sono tuo figlio, vorresti che ti scopassi?, ma sei pazza, ti sei guardata, sei vecchia. Io sono abituato a fiche che hanno meno della metà dei tuoi anni, e poi smettila di offrirti come una puttana, che credi, mi ero accorto, che mi mettevi sempre sotto il naso, il tuo culo o la tua fica.’ Lo guardo delusa, mi ha rifiutato, sono umiliata da mio figlio, lui mi osserva e continua, ‘ sei una vacca, una pervertita che vuole farsi suo figlio, vattene, altrimenti lo racconto a papà, e smetti di fare la troia’. Mi afferra per un braccio e mi scaraventa fuori dalla camera spingendomi con un piede. Scappo, mi rifugio delusa e arrabbiata in camera mia. Mi distendo sul letto le lacrime rigano il mio volto, mi sento umiliata, come diavolo ho fatto a ridurmi così. Poco dopo lo sento uscire, mi masturbo con furore, gemo, ma nemmeno tre dita piantate dentro di me riescono a placare il mio desiderio. La settimana dopo passa con lui che quasi m’ignora, specie se siamo soli, mentre io cerco, con un comportamento più casto, di non provocarlo, ma ho sempre la sensazione di avere il suo sguardo addosso. Il sabato notte torna tardissimo, consapevole che Carlo è assente, porta con se una ragazza, si chiude in camera con lei, la scopa facendola urlare per almeno due ore. Il sottile muro che separa la camera mia dalla sua non attutisce nessun gemito, e lui a voce alta loda il piacere che lei gli da mentre lo succhia o lo fa godere. Poi molto tardi la ragazza va via. Passo quasi la notte in bianco, mi masturbo ma non serve a placare il desiderio che ho di lui. Il mattino decido di uscire, voglio andare a camminare per scaricarmi un poco, mi alzo, faccio la doccia, mi masturbo mentre l’acqua scorre sul mio corpo. Sono talmente presa dal mio solitario piacere che non mi accorgo della sua presenza, nudo con il cazzo in mano sta appoggiato allo stipite della porta, si sega lentamente, ma gode più per il piacere di mostrarlo a me, che per la sega, mi bagno, cerco di ignoralo, ma non ci riesco, lui si avvicina ‘ ‘ti piace, vero?… dimmi …. lo vorresti?…ti piacerebbe sentirlo dentro’?…. mi afferra il polso, mi trascina nuda in camera mia, mi spinge sul letto. Osservo il suo cazzo lì, a un passo da me, sento il mio corpo desiderarlo con tutta me stessa, lui si avvicina, s’inginocchia sul letto, ora è a pochi centimetri dalla mia bocca, vorrei afferrarlo e succhiarlo, lui indugia ‘ ‘se lo vuoi, te lo do’.. ma prima voglio eccitarmi di più ‘.. dai masturbati, come hai sicuramente fatto questa notte”. ‘ dai, se ti tocchi a occhi chiusi, se gridi il mio nome, se urli che mi vuoi, dicendo il mio nome ti scopo”. Sento il glande appoggiarsi al mio capezzolo, mi struscia quel fantastico palo lungo il corpo, impazzisco. La mia volontà si arrende al desiderio, mi distendo, chiudi gli occhi, le mie mani scorro sul mio corpo, afferro i capezzoli, li tiro, gemo ‘uhhummhmm’.siiiiii ”.. unmuhumhuhmmu’.. sento un orgasmo arrivare devastante’.. siiiiii ‘Daniel ‘.siiiii amore’siiii ‘daiiiii ‘scopamiiiii ‘.siiiiiii ” Daniel’VENGOOOOoooo!!!!! ‘.. urlo senza ritegno nel momento in cui raggiungo un orgasmo con due dita ben piantate dentro. Apro gli occhi, ora lo voglio, ma la sorpresa è notevolmente amara, lui mentre godevo ha filmato tutto con il telefonino. Ride divertito’ ‘ brava, con questo filmato ora posso fare di te quello che voglio, credevi davvero di poter competere con quella fichetta che mi sono sbattuto ieri sera”’. “dai bagascia smettila di rompere, altrimenti mostro il film a papà.’ Ridendo se ne va. Resto distesa sul letto in posizione fetale, le mani in mezzo alle cosce, ma come mi sono cacciata in una simile situazione? Come ho fatto a generare un bastardo di figlio così? La settimana dopo incomincia a mettere in atto il suo ricatto. Lui spesso, il mattino non esce per andare all’università, mi chiama: ‘nuda, mettiti nuda quando sei con me a casa.’ Cerco di obbiettare, ma lui mi mostra il cellulare, capisco, e mi spoglio. All’inizio mi sento un poco a disagio, lui mi tiene sempre sott’occhio, per tutta la settimana gioca a provocarmi continuando a masturbarsi lentamente, quasi fossi invisibile, ma sempre facendo in maniera che io veda il suo cazzo sempre in tiro. La mia volontà di resistergli va miseramente a fondo. Lo voglio, sono così piena di desiderio che quando lui non c’è mi masturbo furiosamente, ma nulla attenua il mio desiderio. Il sabato pomeriggio si presenta con un pacchetto: ‘ aprilo, è per te’. Quando vedo cosa contiene subito non realizzo la sua perversione, ma bastano poche spiegazioni e tutto è chiaro. La scatola contiene un ovulo di media grandezza con un filo che termina con un comando manuale. ‘ mettilo dentro, e non smettere di farlo funzionare, deve esaurirsi la pila.’ Esito un momento, ma lui insiste. Infilo quel congegno dentro la mia fica, subito lui lo aziona, tremndo!!! ”noo’ti prego’noooo’. Oddioooo ‘ vengoooo’nooo Daniel ‘.. noooo’.. ma lui per tutta risposta estrae da un sacchetto una strana mutandina, mi costringe ad indossarla e allora scopro che alla cinta ha un piccolissimo lucchetto che chiuso m’impedisce di toglierle, sono terrorizzata, quel congegno vibra dentro mi me e io continuo a venire, un orgasmo dietro l’altro, sono sconvolta! Mi costringe a rivestirmi, mi obbliga a tenerlo tutta la sera, anche quando tornerà Carlo. Impazzisco, ho orgasmi a non finire, e per di più devo coprire quel minimo di ronzio che si sente. Fortunatamente c’è una partita in tv, io vado a dormire. Quando sono in camera, mi ricordo di aver cambiato le pile al telecomando della tv della cucina, esco, e fra i rifiuti differenziati, recupero le pile esaurite, sono dello stesso tipo e modello del congegno, le scambio e per la notte almeno non ho problemi. Il mattino ho un disperato bisogno di fare pipì, lui con calma attende l’uscita del padre poi gli devo chiedere la chiave umiliandomi, ‘inginocchiati, e implora che ti scopi.’ Nuda, con solo quel malefico indumento m’inginocchio, lo supplico, lui continua riprendermi con il cellulare, capisco che mi sono infilata in un tunnel senza uscita. La settimana seguente, si ripete lo stesso copione, con la variante che lui per tre giorni m’ignora, resta indifferente alla mia nudità, mentre io invece incomincio a provare piacere nel mostrarmi nuda, nel mettermi in pose anche oscene, mi eccito a cercare la sua attenzione, la sua perversione e cattiveria. Il sabato, Carlo ed io, abbiamo una cena annuale con tutti i suoi amici, colleghi. Quando sto per uscire, per raggiungere Carlo che mi ha preceduto al ristorante, Daniel si presente in camera mia, ‘non crederai di andare a cena senza avere me nei tuoi pensieri.’ Lo guardo, per un momento non capisco, poi lui estrae dalla tasca un piccolo filo con cinque palline, mi obbliga, inserirle dentro la mia vulva. Appena dentro non mi sembra nulla di tremendo, lui mi costringe anche a indossare la solita mutandina con lucchetto, quando faccio due passi per poco, non cado in terra. Il movimento del corpo fa muovere le sfere che stimolano la mia vulva che incomincia godere ad ogni passo. ‘. Daniel ‘amore, ti prego’no!! ‘. Non posso stare in queste condizioni’ti prego’ farò tutto quello che vorrai.. ma ti noooooo’. Vengooooo’. Ti prego’pietàààà’. Il bastardo ride, mi da due sculacciate ‘. ‘ vai che ti piace’l’ho visto che non aspettavi altro in questi giorni’ vattene o vado, io alla festa e porto un bel video.’ Per tutta la sera devo simulare un improvviso dolore mestruale per nascondere le sensazioni che provo. Quando manca poco alla fine della serata, mi congedo dal gruppo, torno a casa. Rientro e sento inequivocabili rumori di una coppia che scopa. Entro silenziosamente, spio dal buco della serratura, lui sta scopando una biondina. Scivolo silenziosamente in camera mia, ma il cigolio della porta mi tradisce. Dopo circa un’ora la bionda va via, lui entra da me, nudo,’ ti prego toglimi questa tortura,’ gli chiedo, e lui ride divertito, ‘ se vuoi che ti libero devi inginocchiarti e pulire il cazzo sporco degli umori miei e della bionda.’ Detto questo, mi mette il cazzo ancora duro, sporco degli umori e della sua semenza, vicino al corpo, sono distrutta, lui mi prende i capelli, mi obbliga d abbassarmi in ginocchio davanti a lui. Sento l’odore del sesso posto a pochissimi centimetri dalla mia bocca, ” lecca, vacca, leccami il cazzo..’ io non esito, lo infilo in bocca, lecco sa di tutto, sborra e umori femminili. ‘. Siiii’lecca ‘troia’. Io godo, per quello che ancora porto dentro, ma soprattutto per il piacere che provo nel sentirlo in bocca. Di colpo si stacca da me, ‘ basta cagna, altrimenti potrebbe piacerti, prendi, la chiave prima che me ne penta.’ Detto questo, va via lasciandomi stesa in terra delusa e umiliata. Nei giorni seguenti è impegnato con un esame, studia chiuso in camera, esce pochissimo, solo per mangiare, sento la mancanza delle sue cattiverie, mi manca il gioco perverso che stavamo facendo. Passano circa dieci giorni che m’ignora totalmente. Da l’esame, ottiene un punteggio altissimo, sparisce per due giorni, poi quando ritorna, Carlo lo prega di accompagnarmi al matrimonio di nostra nipote, considerando che lui è impegnato in una battuta di pesca notturna, e odia i matrimoni. Credevo che non sarebbe venuto, invece è molto entusiasta. Nei giorni successivi mi chiede di acquistare un bel vestito, e dei tacchi alti, almeno dieci centimetri. Non capisco, ma lo accontento. Il sabato pomeriggio mentre mi vesto lui si presente con una nuova diavoleria da infilare dentro di me, un dildo di circa quindici centimetri, e alla base, ha una sporgenza di plastica che a ogni movimenti mi stimola il clito. Poi mi gira e con un cuneo trasparente cerca d’infilami il culo, ‘ ‘nnoooo ..ti prego’. Dietro no’ ti prego sono vergine” lui mi guarda stupito.. ‘sei vergine’??? ..’e quando me lo dici’ se è così.. allora”. butta via il cuneo, leggo una luce perversa nel suo sguardo, ma appena faccio un passo con quel paletto dento mi rendo conto che le scarpe alte aumentano il mio supplizio, infondono al mio corpo una postura che accentua il massaggio vaginale del dildo che ho dentro. Roba da infarto! Passo un pomeriggio e una sera da inferno, godo e non posso urlare. Una mia cugina mi chiede quale sia il mio problema, rispondo che dolori di stomaco e in contemporanea il ciclo mestruale. Al ritorno lui mi spoglia velocemente.. ‘dai, sbrigati che ti voglio rompere il culo.’ Lo guardo impaurita, ‘ no, Daniel, no, mi farai malissimo, sei troppo grande, tuo padre ci ha provato una sera e sono stata malissimo per tre giorni, ti prego no.’ Nuda scappo in cucina, lui m’insegue, mi afferra le mani, mi distende sul tavolo. Apre un cassetto, prende del nastro da pacchi, mi lega le mani alla zampa del tavolo distesa a novanta gradi, cerco di farlo ragionare, ma non serve a nulla, sputa due volte sul mio buchetto dietro e m’infila senza pietà’. AAAAAHHHHHHIIIIIII”.pianooooo’ mi spacchi’NOOOO.. BASTTAA!!!!!!..nooooo’ esci mi fai malissimoooo’. Lui incurante delle mie grida mi pompa il culo come un pazzo, sento del dolore tremendo, lui ride’. Che bel culo’siiiii’vacca ti sfondoooo’.. siiii.. senti come ti spacco il culo’siii.. sborrooo’si tieni ti schizzo tutto dentoooo’ SBORRoooooo’ bellissimo’.. mi scarica dento un getto caldo che attenua un poco il dolore che sento, cerco di rilassarmi quando improvvisamente irrompe Carlo in cucina, ‘ CHE CAZZO FAI????… MA SEI IMPAZZITO??? Stai stuprando tua madre.’ Lo investe di pugni, schiaffi come una furia scatenata. Daniel sorpreso incassa i colpi, e cerca di proteggersi accucciato a un angolo della cucina, ‘ BASTA!!!, CARLO’ BASTA ‘così lo uccidi.. ti prego.. slegami” lui per un momento smette, mi scioglie, lo abbraccio, lui è confuso, Daniel mi guarda stupito, io lo difendo nonostante tutto. ‘Basta, ti prego non picchiarlo, non è tutta colpa sua.’ Le mie parole hanno su mio marito un effetto tremendo, guarda con rabbia il figlio e se ne va in camera. Lo seguo, lui furioso vuole spiegazioni, gli racconto tutto, delle mie provocazioni, del film, vuoto tutta la mia coscienza. In questo sito ho letto tante storie d’incesti, e tutte o quasi finiscono che ‘vissero felici e contenti’ ma non la mia. Mio figlio se ne andato di casa, mio marito, pur ammettendo la sua latitanza dalla famiglia e dal ‘letto,’ non ha accettato di restare con una madre che ha cercato di sedurre suo figlio. Da tre mesi siamo separati.

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