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La nuova perversione di madre e figlia

By 10 Giugno 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

‘Non, non può essere lei’, pensò Chiara interdetta guardando l’automobile parcheggiata vicino alla sua università. ‘No, non ci posso credere, non può essere’. Invece la donna nell’auto che baciava appassionatamente una ragazza giovane, più o meno sui vent’anni, era proprio sua madre.
Era qualcosa di folle e di inaccettabile insieme, qualcosa a cui certo non era preparata. Sua madre Donatella, 46 anni, irreprensibile dirigente comunale, sposata con l’amministratore delegato della filiale italiana di una multinazionale di trasporti, donna rispettabile e rispettata da tutta la Milano che frequentano. Proprio sua madre, ora, nella sua auto, si sta baciando con una ventenne.
Chiara è paralizzata dallo shock. Continua a guardare da lontano, finché la ragazza apre lo sportello, scende, manda con la mano un ultimo bacio alla donna seduta al posto di guida e si allontana. La ragazza è obiettivamente molto bella, sexy, nei suoi jeans attillati a vita bassa e nella magliettina corta che lascia intravedere un po’ di pelle, tacchi a spillo, capelli lunghi. Anche sua madre è una bella donna, mostra molti anni in meno della sua età, grazie anche alla vita regolata e allo sport che continua a praticare sin da quando era giovane.
La Mercedes A mette in moto e riparte. Chiara resta lì, è frastornata, non riesce più a pensare alla madre come prima mentre torna a casa saltando la lezione per la quale era arrivata all’università. Si sente tradita, sente tradita la fiducia che aveva in sua madre. Lo stesso proverebbe anche se avesse scoperto la madre con un uomo che non sia suo padre, beninteso. Ma il fatto che la madre tradisca suo padre con una ragazzina è qualcosa che la infastidisce ancora di più.
Una volta arrivata a casa, sola perché la madre è al lavoro al comune e il padre a Francoforte per lavoro per tre giorni, accende il computer della madre. Vuole capire. Vuole saperne di più, anche se sa che le farà ancora più male, ma vuole capire cosa c’è tra sua madre e quella ragazzina, forse una studentessa della sua stessa università.
Prova ad aprire la posta elettronica della madre, non ha la password ma sa che spesso sua madre rimane loggata e quando si riaccende il computer non è necessario entrare di nuovo nel suo account gmail. Bingo. E’ proprio così, la madre non è uscita dall’account, e l’elenco di tutte le email inviate e ricevute è sullo schermo di fronte a Chiara.
Lo shock aumenta, leggendo quelle di una certa Adriana, che si rivela essere la ragazza nell’auto di prima. E allo shock si aggiunge, via via, una rabbia crescente per quello che legge e quello che si scrivono. E’ come un incubo, qualcosa di surreale. Non solo la madre ha una relazione di sesso con questa Adriana che ha 24 anni, uno più di Chiara. Ma nella relazione la ragazza e sua madre giocano a dominazione e sottomissione, e la ragazza è la dominatrice.
Chiara non è una santarellina, ma leggere le email la lascia basita. ‘Mi piacerebbe prenderti legata, oggi mi sono toccata immaginandolo e lo voglio fare così la prossima volta’, scrive Adriana. ‘Gli schiaffi che mi hai dato l’ultima volta mi hanno fatto impazzire di eccitazione, non so perché ogni volta che mi prendi a schiaffi sento un calore dentro di me, qualcosa di incontrollabile, mi sembra quasi di venire. Ho voglia di te anche adesso, solo a pensarci’, scrive la madre alla ragazza.
Dopo quest’ultima email Chiara si ferma. E’ troppo. Non riesce ad andare avanti. E’ sconvolta come mai le era accaduto. Chiude il pc e va nella sua stanza. Passa almeno due ore a pensare, non mangia nulla, lo stomaco le si è chiuso per la nausea. E’ talmente in collera che vorrebbe chiamare la madre ora, e dirle quello che pensa di lei. Ha già lo smartphone in mano, ma si ferma. Poi lo riprende, ma si ferma ancora. ‘No, non voglio parlarle al telefono, magari è in una riunione o magari mi chiude la chiamata dopo un minuto. L’aspetto a casa’.
Di solito Donatella non torna mai dopo le 17. Chiara cammina avanti e indietro, è troppo agitata, spende il primo pomeriggio a pensare cosa dire a sua madre. Alla fine un’idea pazza le fulmina il cervello: vestirsi sexy anche lei come la ragazza di stamattina, per provocarla e vedere la sua reazione, e da lì affrontarla con tutta la rabbia e la delusione che si sente dentro. Va nella sua stanza, mette i suoi jeans, cerca un toppino nero e le scarpe nere con tacco 12. Scende e si siede sul divano nel salone. Aspetta. Aspetta fino a quando, quasi alle 18, sente la chiave e la vede aprirsi la porta di ingresso.
La madre Donatella entra con il suo tailleur blu e grigio, gonna corta, scarpe scollate con tacco 10, una camicetta rosa pallido, la borsa nera di Prada, un girocollo di perle. Capisce subito che c’è qualcosa che non va. La figlia non la saluta neppure, seduta sul divano.
‘Chiara? C’è qualcosa? Uhm?’, chiede entrando nel salone, e vedendo con sorpresa sua figlia truccata, capelli sciolti, e tacchi a spillo: ‘Devi uscire? Si può sapere cosa è successo?’, chiede ancora. ‘Insomma, mi vuoi rispondere o no?’, domanda stavolta con un filo di alterazione nella sua voce.
Chiara vorrebbe urlare, sfogarsi, ma si sforza con tutta se stessa nel controllarsi. Si alza dal divano e va di fronte a sua madre, tira un respiro profondo per controllare la rabbia e dice: ‘Perché dovrei uscire? C’è qualcosa che non va nel mio look? Non posso stare a casa vestita così?’
La madre è ancora più confusa: ‘Ma Chiara, che stai dicendo? Che dici? Vestita in questo modo a casa? Hai voglia di scherzare? E perché sei così incavolata, me lo vuoi spiegare adesso?’
‘Scusa, ma’ ma’ ma pensavo che ti piacessero le ragazze vestite così, no? Anche se mi chiamo Chiara e non Adriana’, risponde la figlia con un tono di rancore nella sua voce. Al nome di Adriana vede la madre arrossire profondamente, guardando a destra e sinistra per evitare lo sguardo della figlia e per pensare a come gestire la situazione. E’ ovvio che la figlia sa, a questo punto. ‘Ma cosa sa?’, pensa Donatella, ‘Cosa avrà scoperto? Forse mi ha visto in macchina con lei’. Non immagina certo che la figlia abbia letto le loro email, e sappia molto più di quanto immagini.
Cerca di negare, come tutti coloro che tradiscono, anche se il suo imbarazzo è evidente. ‘Chiara, scusa, ma forse c’è un grosso equivoco, di quale Adriana parli? C’è una ragazza al comune che conosco, siamo amiche, una stagista, fa la tua stessa università, ma qual è il problema? Posso avere anche un’amicizia senza per questo che tu reagisca così, che ti prende?’
A questo punto Chiara si sente presa in giro, con un goffo quanto giustificabile tentativo della madre di nascondere le sue perversioni. E sbotta urlandole in faccia: ‘Cazzo, è un’amicizia scoparci insieme, eh? Ma non ti vergogni a 46 anni a scopare con una ragazza della mia età? Che schifo, posso solo dire che schifo”, grida Chiara, rossa di rabbia, a pochi centimetri dal viso della madre. Donatella tenta l’ultima carta, il ruolo di genitore, e tenta di girare il tavolo dalla sua parte gridando anche lei. ‘Chiara, non ti permettere di alzare la voce con me, con tua madre. Chi credi di essere? Stai dando i numeri, io non scopo con nessuno e non ti permettere mai più di rivolgerti a me con questi toni’.
Non aveva un piano preciso Chiara, se non quello di provocare la madre. Ma ora la rabbia è tanta, incontenibile. Le due donne sono una di fronte all’altra, urlando e accusandosi a vicenda. Mai tra loro vi era stato uno screzio così violento. Ma nessuna delle due immagina che questo è solo l’inizio di qualcosa di molto, molto più grande di un litigio.
Chiara non è più lucida, le urla e le minacce della madre non l’hanno aiutata a calmarsi, anzi. Le due donne si fissano negli occhi alcuni secondi e Chiara, senza pensare a quello che sta facendo, alza il braccio destro e dà uno schiaffo fortissimo al volto della madre, uno schiaffo che le gira la testa di lato per la violenza del colpo. Immediatamente scende un silenzio irreale. La madre tremando rimuove i capelli dalla sua faccia, sente la guancia pulsare dal dolore e dal calore. La figlia è scioccata non meno di lei, sia per aver rotto il primo tabù, l’aver schiaffeggiato sua madre, sia per il silenzio e la mancata reazione della madre. Dopo interminabili secondi Chiara trova la forza di parlare, guardando la guancia arrossata della madre con stampata la silhouette della sua mano: ‘O forse ti piace di più quando te li da Adriana gli schiaffi, eh? Piantala di dire bugie perché so tutto in ogni dettaglio, ok? Ho 23 anni e non mi va di essere presa per il culo, e proprio da mia madre per giunta’.
Donatella non risponde, guarda il pavimento, si rende conto di averla fatta grossa. Sua figlia ha scoperto la sua depravazione nell’essere sessualmente dominata da ragazze più giovani. La vergogna che Donatella sente in questo momento non può essere facilmente compresa, sente davvero che è crollato tutto intorno a lei, la sua reputazione, la sua famiglia, la sua vita.
Ma a Chiara non basta, prende ancora un respiro e assesta sulla stessa guancia della madre un altro schiaffo, se possibile ancora più forte. Stavolta la madre emette un gemito di dolore, portandosi la mano sulla guancia ma senza dire una parola.
‘Ne vuoi ancora, eh? So che ti eccita essere presa a schiaffi dalle ragazze. Ne vuoi ancora vero?’ grida Chiara alla madre, avvertendo per la prima volta la perversione di quanto stanno facendo. Lei che prende a schiaffi la madre, la quale accetta di essere picchiata, sapendo entrambe che questo ha un valore sessuale per la donna.
Una lacrima scende dagli occhi di Donatella quando le sue dita spostano i capelli dal volto. ‘Ti prego, ti prego, basta ora, basta. Ho capito che sai tutto, mi fai stare troppo male, ora basta, faccio quello che vuoi, faccio quello che vuoi ma basta’.
Quelle parole, ‘faccio quello che vuoi’, sono il più grande errore di Donatella in quel momento. La mente di Chiara, intorbidita dalla rabbia e dal rancore, oltre che dal turbinio di emozioni, va in cortocircuito. E decide di andare oltre. In tutta onestà il fatto di schiaffeggiare sua madre non è una cosa che la attrae più di tanto, anzi. Lo ha fatto d’impulso, avendo letto le email, ma non si sente a suo agio nel continuare. C’è qualcos’altro che la intriga di più, che la stuzzica di più, e le parole ‘faccio quello che vuoi’ sono un invito che non può rifiutare di accogliere.
‘Bene, allora io smetto, e non solo smetto, ma tutto questo resterà tra me e te ovviamente, papà non saprà mai nulla, e da domani faremo finta che nulla è mai accaduto. Anzi, ti dico di più, puoi continuare a fare quello che vuoi, anche vedere Adriana, non me ne frega nulla’, spiega Chiara, andandosi a sedere di nuovo sul divano e guardando la madre in mezzo alla stanza, con il mascara segnato dalle lacrime.
E continua: ‘La condizione è che mi fai vedere ora come seduci le tue ragazze con uno strip-tease, proprio come hai fatto quella volta con Adriana, con uno strip tutto per lei’.
Donatella non si chiede come faccia la figlia a sapere dello strip, è troppo umiliata, confusa e disperata per pensare a quello. Ora vorrebbe solo uscire da questa situazione. ‘Ma è una follia, ti prego. Ti pare che posso fare uno strip davanti a te? Cosa sta succedendo? Fermiamoci, parliamone e’ e ”, ma Chiara la interrompe alzandosi. ‘Allora vuoi altri schiaffi? Eh? Basta dirlo’, e si avvicina minacciosa alla madre. ‘No, per favore, siediti, ok, ok, va bene, va bene, mi tolgo i vestiti, ma poi questa giornata sparirà per sempre dalla nostra vita, mi sembra di impazzire’, dice con voce rotta dalle lacrime Donatella, mentre vede che la figlia inserisce nel lettore cd una musica sensuale.
La donna, dopo gli ultimi secondi di titubanza, comincia lentamente a muoversi, molto impacciata, guardando il pavimento, tremando, lentamente sbottonando la giacca del tailleur, quindi sfilandola e gettandola su una poltrona. Si sente gli occhi pieni di lacrime, stenta a credere a quanto sta facendo. Si muove cercando di seguire la musica, ancora lentamente sbottona la camicetta rosa, i bottoni dei polsi e la sfila lasciando vedere il reggiseno in pizzo crema.
L’aria fredda della stanza le fa uno strano effetto sulla pelle, comincia a sentirsi nuda mentre abbassa la lampo della gonna e la spinge verso il basso fino a che finisce a terra, mostrando il perizoma dello stesso pizzo del reggiseno. Fa due passi indietro per uscire dalla gonna. Adesso è solo in lingerie e tacchi a spillo, sente il freddo sulla sua pelle e non capisce se i brividi vengono dalla temperatura o dal misto di sensazioni che il suo corpo le trasmette. Un misto di sensazioni fatto di vergogna e imbarazzo, ma anche eccitazione per gli schiaffi e per la situazione perversa di trovarsi quasi nuda a ballare di fronte alla propria figlia.
Chiara la guarda muoversi esitante, cercando quasi di celare il suo corpo, e le ordina: ‘Allora? Via tutto ho detto, devi ballare nuda’. ‘Perché mi stai facendo questo? Chiara, perché? Ho sbagliato, ma” balbetta la madre scoppiando a piangere apertamente, singhiozzando. Chiara non risponde, e la madre continua a muoversi, cercando con la dita tremanti di sganciare il reggiseno. Lo rimuove ed espone i suoi seni e i suoi grandi capezzoli alla vista della figlia. Altre lacrime solcano in silenzio il suo viso. Malgrado la vergogna per quello che stava facendo, con orrore Donatella percepì che la sua fica cominciava a bagnarsi. Era una eccitazione che conosceva bene, l’eccitazione che la pervade quando le sue giovani amanti la schiaffeggiano, la trattano da puttana, la umiliano facendola spogliare davanti a loro proprio come aveva fatto qualche settimana prima Adriana, e come sta facendo ora sua figlia. La donna non riesce più a capire cosa le stia accadendo. Vergogna e piacere, disgusto ed eccitazione, umiliazione e turbamento, tutto si mescola insieme nella sua mente e nel suo corpo, e la fica depilata continua a bagnarsi sempre di più.
A quel punto Donatella cerca di evitare di togliere il perizoma in pizzo, timorosa che così bagnata la sua eccitazione possa essere vista. Ma Chiara non desiste, e le ordina di togliere anche quello e di ballare nuda proprio come fece per Adriana.
Con un lento movimento delle dita il perizoma scende ed espone la sua fica allo sguardo della figlia. Ora sta ballando nuda di fronte a lei, e come aveva previsto il segno bagnato della sua eccitazione, del suo corpo che non riesce a controllare, diventa visibile anche a Chiara, che non crede ai propri occhi.
La madre, sua madre, non solo si fa dominare sessualmente da giovani ragazze sue amanti, ma accetta questo anche dalla propria figlia, e si eccita anche di fronte a lei. Chiara non si aspettava, nella donna che l’ha messa al mondo, un simile livello di depravazione. Si alza dal divano e le si avvicina, guardandola e guardando tutto il suo corpo, fissandole la fica. La madre arrossisce, e bisbiglia con voce rotta dal pianto: ‘Ti imploro Chiara, finiamola qui, basta ora, basta, non ce la faccio più’. In realtà la figlia non le aveva chiesto null’altro, forse è proprio l’eccitazione che Donatella sente dentro di lei, nella sua fica, nelle perversioni della sua mente, che la spingono a pregare di fermarsi.
‘Perché fermarci proprio ora?’ pensa Chiara silenziosamente, mentre guarda quella fica quasi gocciolante, sempre più intrigata dalla situazione e, a questo punto, dall’eccitazione che pervade la stanza. Cominciano infatti a sentirsi nell’aria gli umori della fica della donna, e Chiara non può negare a se stessa che tutto questo la sta coinvolgendo più di quanto pensasse e più di quanto avesse programmato.
Che il gioco, se così si può chiamare, sia sfuggito di mano ad entrambe è un dato di fatto di cui le due donne si rendono pienamente conto. La figlia, che voleva soltanto minacciare e blandire la madre per il suo comportamento disinibito, ed ora si trova coinvolta ed intrigata in una dominazione sessuale incestuosa a cui mai avrebbe pensato. La madre, che pensava ad una banale lite familiare con la figlia dopo che questa aveva scoperto le sue tresche, e adesso si scopre preda dell’eccitazione e della perversione incestuosa di bagnarsi di fronte a lei.
‘Cristo, ma sei bagnata davvero, sei davvero depravata’, sibila Chiara, guardando gli occhi lucidi della madre. ‘Allora cosa ti faceva ora Adriana? Ti masturbava?’ chiede Chiara. ‘Ti prego, basta, basta, sono tua madre” sussurra, sentendosi le forze venir meno e scoprendo con agghiacciante disgusto che l’idea di essere masturbata la eccita adesso ancora di più.
Chiara porta la mano alla fica della madre, e la tocca. Dopo gli schiaffi di prima, è il secondo tabù che la ragazza manda in pezzi in questo pomeriggio di perversione. La madre fa per ritrarsi, fa quasi un passo indietro, arranca, cerca le parole per pregarla di fermarsi qui. Ma non ce la fa. Sente ripugnanza per se stessa nello scoprire che il tocco di quella mano, che comincia a carezzarle la fica, la sta facendo eccitare come e forse di più di quella di Adriana. Anche se questa è la mano di Chiara, di sua figlia Chiara, e questo sta diventando incesto. Si sente una madre orrenda, ma quando le dita di Chiara cominciano a sfiorare su e giù il clitoride, Donatella non riesce a fare altro che chiudere gli occhi, socchiudere la bocca e lasciare andare un flebile gemito di piacere.
Chiara è quasi spaventata da quanto sua madre non riesca controllare la sua perversione, ma è a sua volta eccitata e non vuole fermarsi. Con le dita comincia ad insinuarsi nella fica, prima un dito, poi due, poi inizia a muoversi ritmicamente dentro e fuori. Nella stanza si sente solo il rumore delle dita che sempre più velocemente masturbano la fica ormai bagnatissima, la quale rilascia un odore forte e pungente che non fa altro che accrescere l’eccitazione delle due donne. Donatella non riesce più a contenersi, sa che ha varcato un confine, questo è incesto con sua figlia Chiara, ma sa anche di non essere in grado di resistere alla propria depravazione, e comincia a gemere di piacere, apertamente, senza vergogna. ‘Sì, sì, sì, fammi venire, fammi venire, ancora, sì, ancora” mugola mentre passa il braccio intorno alle spalle della figlia, tirandola più vicino a lei. ‘Cosa facevi ad Adriana dopo che ti aveva fatto venire, eh? Dimmelo, fai godere anche me, non essere egoista’, dice a voce bassa Chiara nell’orecchio della madre, continuando a masturbarla e cominciando a baciarle il collo, poi il lobo dell’orecchio, infine le labbra. E questione di secondi e succede quello che ormai è inevitabile, le due donne si trovano a baciarsi incollando le loro bocche e duettando con le loro lingue. Nessuna delle due può credere a quanto stanno vivendo, non più solo un gioco di dominazione sessuale sfuggito di mano, ma vero incesto tra madre e figlia di una integerrima famiglia borghese.
Hanno perso ogni controllo, continuano a baciarsi e le mani di Donatella ora stanno spogliando Chiara, i vestiti volano via sul pavimento, prima il toppino, poi i jeans, poi il reggiseno e le mutandine. Entrambe hanno tolto anche i tacchi a spillo, sono completamente nude, baciandosi e masturbandosi la fica a vicenda. Senza più vergogna, come in trance, sanno dell’abisso in cui sono finite ma pensano ora solo a godere. Chiara tira la madre fino al divano, così possono distendersi, continuare a baciarsi, a toccarsi, ad esplorare i loro corpi. La ragazza scende lentamente sul corpo della madre con la sua bocca, si ferma a lungo sui seni e sui capezzoli, duri come sassi. Poi le bacia la pancia, l’ombelico, e arriva alla fica, comincia a leccarla e passa subito a succhiarle il grosso clitoride svettante dalle labbra depilate. La donna geme senza ritegno, e dopo pochi minuti non riesce più a trattenere l’orgasmo, che esplode dirompente. Il tempo di riprendersi, pochi secondi, e Donatella si gira, si piega sul corpo della figlia e comincia a baciarle dolcemente i piedi, poi le caviglie, l’interno delle cosce, fino ad arrivare alla fica. La succhia avidamente, è fresca, giovane come quelle delle ragazze che frequenta, ma c’è in più la perversione dell’incesto. Chiara e Donatella si guardano negli occhi senza allontanare lo sguardo, ed anche alla figlia bastano un pugno di minuti per venire e gridare il suo piacere. La madre sente il calore improvviso nella sua bocca mentre l’orgasmo prende il controllo del giovane corpo di sua figlia. Entrambe prendono fiato, si stendono vicine, sono nude, sudate, appagate e sconvolte. Si abbracciano.
Dopo qualche attimo di silenzio glaciale è Donatella a rompere il ghiaccio: ‘Io, io’ scusami, è orribile quello che abbiamo fatto, spero che tu possa perdonarmi, mi faccio schifo come madre e come donna, io non’ non”. Chiara scherza e cerca di far scendere la tensione, che ora è esplosa nella consapevole gravità di quello che è accaduto. ‘Beh, come amante non fai schifo per niente, anzi. E’ stato il migliore orgasmo che ho mai provato con una donna’ E poi sai che come mamma sei ‘the best’, te l’ho sempre detto, lo sai. Oggi hai solo migliorato e guadagnato punti’. Donatella abbozza un sorriso, prima di rispondere: ‘Chiara, sì, lo so, ma capisci quello che è successo tra noi oggi? Forse non hai ancora capito che” ma la figlia la interrompe, cominciando ad accarezzarle la schiena e poi le natiche, seduttivamente e non certo come può fare una figlia con la madre: ‘Vedi, forse ho capito perché mi sono incazzata così tanto nell’aver saputo di te e Adriana. Credo che’ che’ ero gelosa. Gelosa di te e lei insieme. E’ un po’ assurdo, lo so’. ‘Non la vedrò mai più, te lo giuro’, ribatte prontamente Donatella. Chiara sussurra sorridendo, prima di baciarla: ‘E io farò in modo che non ti manchi, stai tranquilla, anche a letto ti garantisco che non ne sentirai proprio la mancanza”.
Il bacio si fa subito appassionato, le mani cominciano nuovamente a toccare le fiche l’una dell’altra, fino a quando Chiara dice mielosa: ‘Andiamo di sopra, staremo più comode, che ne dici?’. Il sorriso della madre, che si alza dal divano insieme alla figlia avviandosi con lei verso le scale che portano alle camere da letto, è la risposta che da oggi l’incesto sarà il nuovo legame che unirà ogni giorno le due donne nella loro segreta perversione.
I raggi di sole del mattino filtravano attraverso le tende, lasciando la stanza nella penombra. Donatella si stava svegliando, erano le 11 passate, e la donna cercava di mettere a fuoco quello che era successo quando girando la testa notava nel letto, vicino a sé, la figlia dormire. Nella semioscurità Donatella fissava il lenzuolo che copriva un seno della figlia, i suoi lunghi capelli in disordine sul cuscino e sul volto. Il suo cuore aveva un soprassalto. Non aveva sognato. Aveva davvero fatto l’amore con sua figlia Chiara. E l’odore di sesso che ancora si sentiva dalle lenzuola ne era ulteriore conferma.
All’interno, con la consapevolezza del giorno dopo, la donna provava un caos senza precedenti, tante sensazioni mescolate tra di loro e una immensa confusione nella testa. In più il disgusto più profondo e il disprezzo verso se stessa, mentre guardava sua figlia dormire e pensava a tutto quello che aveva perso, l’innocenza del loro rapporto fatto di vacanze estive insieme, di piccole confidenze, delle cene in famiglia o con gli amici, dei film visti insieme al cinema. ‘Nulla sarà come prima dopo questa follia. Ma cosa mi è preso”, pensava Donatella sentendosi gli occhi lucidi e un groppo in gola. Il senso di colpa era fortissimo perché sapeva di essere lei la causa di tutto, con le sue giovani amanti, con le sue email ad Adriana. Se fosse stata una buona moglie e una buona madre tutto questo non sarebbe mai accaduto.
Sente le prime lacrime scorrere sulle guance, si alza senza fare rumore, per andare nel bagnetto privato della camera da letto. Chiude piano la porta e si siede, nuda, sulla vasca da bagno. Prende la sua testa tra le mani e scoppia in un pianto incontrollabile, singhiozzando disperata, consapevole della gravità di quello che è successo.
Chiara, nel letto, comincia a svegliarsi sentendo i singhiozzi e un pianto provenire dal bagno. Apre gli occhi e ha bisogno di qualche secondo per realizzare come mai non si trova nella sua stanza ma nella camera da letto dei genitori, nel loro letto. Sposta il lenzuolo, si alza e cammina a piedi nudi fino alla porta chiusa del bagno. Si ferma e intuisce il motivo per il quale la madre sta piangendo. Non l’ha mai sentita piangere, e soprattutto non l’ha mai sentita così disperata. Bussa. Bussa ancora, non avendo risposta. Poi apre lentamente la porta e chiede a voce bassa: ‘Mamma? Mi fai preoccupare. Non stai bene?’.
La donna rimuove le mani dal volto, il viso è solcato da tante lacrime, continua a singhiozzare, i suoi occhi sono così rossi. Nei singulti Donatella trova la forza di rispondere: ‘Come posso stare bene’ Con quello che è accaduto. Io’ Io’ non so cosa mi sia successo, perché non mi sono fermata, perché non ho fermato tutto. Chiara, sono disperata, cosa ho fatto’ cosa ho fatto”.
‘Mamma, scusa, ma pensavo fosse tutto chiarito. Voglio dire, mi sembrava che entrambe fossimo consenzienti su quello che facevamo, soprattutto dopo, cioè’ quando siamo salite in camera tua. Ora che succede?’
Donatella prende un asciugamano, si asciuga il viso e gli occhi, cerca di calmarsi, prende alcuni respiri profondi e a mano a mano smette di piangere.
La figlia è davanti a lei, entrambe sono nude ma in questo momento non è la cosa che notano di più. La tensione è molto alta, mischiata all’imbarazzo.
‘Dai, torna in camera, che senso ha stare qui seduta sulla vasca da bagno, dai, vieni’, incita Chiara prendendo la madre per mano, e avviandosi entrambe di nuovo in camera. Si siedono sul letto. Ora Donatella è più calma, anche se dentro di lei sente una tempesta di emozioni. Cerca di parlare, inizia un discorso ma si rende conto anche lei che la porta che è stata aperta non può più essere richiusa come se nulla fosse, non è possibile fare finta che non sia accaduto nulla.
‘Ma mamma, cosa vuoi che facciamo? Si può sapere cosa proponi? E’ successo, ok? Siamo finite a letto insieme e’ scusa eh, ma, voglio dire, credo che sia piaciuto a entrambe, no? Allora cosa sono tutte queste storie la mattina dopo?’
‘Chiara, mi sento così sporca dentro, cerca di capire. Che ne so io cosa proporre, so solo che mi sento tanto confusa, agitata, abbiamo fatto una cosa orribile, immorale’.
Durante questo dialogo scatta qualcosa nella mente di Chiara, guardando e ascoltando la voce della donna, sentendo ancora quelle sensazioni che aveva provato ieri, dapprima nel salone e poi quando sono salite in camera e hanno fatto l’amore fino a dopo mezzanotte, perdendo il conto del numero degli orgasmi.
Chiara decide di agire d’anticipo, conoscendo ormai ogni lato recondito della debolezza e della perversione della madre. Con una mano le afferra violentemente i capelli, tirandole la testa all’indietro ed alzandosi contemporaneamente dal letto.
‘Allora, dobbiamo ricominciare tutto daccapo? Eh? Non avevamo già chiarito ieri sera?’, le intima. E senza aspettare la risposta Chiara lascia i capelli della madre e le assesta uno schiaffo fortissimo in pieno volto, al quale la donna reagisce con un gemito. Il dolore è pungente forse più dell’umiliazione.
Il silenzio di quasi un minuto, che segue lo schiaffo, fa comprendere definitivamente a madre e figlia che nessuna delle due vuole smettere quello che ora non è più un gioco ma qualcosa che trasmette loro un piacere mai provato prima.
Chiara sferra un altro schiaffo molto forte, Donatella respira profondamente, per il dolore, per il turbamento, per la vergogna e anche per l’eccitazione. La ragazza afferra ancora i capelli della madre e la tira via dal letto, forzandola ad inginocchiarsi davanti a lei.
‘Hai capito o no che, come con Adriana e con le altre che ti sei scopate, non sei tu che decidi, tu devi soltanto eseguire quello che ti dico. E’ chiaro o no?’, le dice quasi urlando.
Gli occhi della madre si riempiono nuovamente di lacrime. L’umiliazione è indescrivibile, sapendo che questo sta accadendo con la propria figlia dopo 23 anni di inappuntabile vita famigliare, sapendo che a questo punto la loro relazione di madre e figlia è stata gettata alle ortiche. Ma dentro di sé Donatella si sente eccitata come lo era ieri sera, e non riesce a far altro se non annuire con la testa alle parole della figlia. Si sente perversa ad essere eccitata per questo, ma non può farci nulla, il suo corpo la tradisce, non può nascondere a se stessa cosa sta provando. L’idea di essere dominata e sottomessa da una giovane ragazza è la cosa che le fa perdere ogni freno inibitore, è la perversione che l’ha spinta a farsi umiliare da giovani universitarie, anche pagandole per essere presa a schiaffi e trattata come una prostituta da strada, rischiando di compromettere per sempre la sua reputazione di alta dirigente comunale.
‘Non ho sentito nulla, voglio sentire la tua voce, ok? Hai capito?’, urla Chiara.
‘Sì, sì, va bene’, balbetta Donatella.
Chiara urla ancora, afferrandole di nuovo i capelli brutalmente e tirandole la testa all’indietro, in piedi davanti alla donna inginocchiata sul tappeto: ‘Va bene cosa, cazzo? Parla bene e rispondi bene, non sì o no. Cosa hai capito? Eh? Dillo bene’.
Donatella prende fiato un paio di volte, sente dolore nei capelli che sono così tirati e le tengono la testa inclinata all’indietro, ma tutto questo ha determinato che ormai la sua fica è un lago: ‘Io’ allora’ sì, ho capito che non sono io che decido e che devo fare quello che mi dici’. La stessa Donatella, sentendo la sua voce, non crede a quanto sta dicendo, a come si sta umiliando, ma sente anche la sua fica pulsare, e comincia ad avere voglia di toccarsi, di essere toccata.
‘Bene, quindi noi continueremo in pubblico a recitare la storiella della mamma e della figlia modello’, dice Chiara lasciandole i capelli, ‘ma quando siamo sole sarò la tua padrona, come si definiva Adriana’.
Le parole di Chiara sono come macigni per la donna, sta precipitando ogni minuto di più nel degrado, non solo più incesto con la propria figlia, ma la perversione della sottomissione e dell’umiliazione.
‘E quando siamo sole ti tratterò da puttana quale sei, visto che ti piace tanto. E non riprovare a mettere in discussione questo rapporto altrimenti ti riempio di schiaffi che non potrai farti vedere fuori per giorni. E’ tutto chiaro? Ripeti’.
La donna tira un lungo respiro, sente la sua fica in fiamme, nessuna delle giovani amanti era così brava nel toccare i tasti giusti del suo cervello per farla andare fuori di testa, Chiara la sta dominando come nessun’altra ha mai fatto, ed entrambe stanno entrando sempre più in questa nuova dimensione della depravazione, passo dopo passo, sempre più profondamente e fregandosene delle conseguenze che cambieranno per sempre le loro vite. Donatella è eccitata come non mai, vorrebbe tanto masturbarsi, ma si limita a rispondere a testa bassa: ‘Ehm, sì’ io’ sì’ in pubblico continueremo a fingere ma in privato sarai’ la mia padrona e potrai farmi quello che vuoi’. Si ferma qualche secondo, tira un altro respiro sapendo quanto le costeranno le prossime parole, e aggiunge: ‘Potrai fare quello che vuoi, trattarmi da puttana’.
‘Brava, vedi che impari? Allora cominciamo subito. Leccami i piedi, so che ti piace, me lo ricordo riguardo Adriana, e penso piacerà anche a me’, dice Chiara sollevando il piede destro fino a pochi centimetri dalla bocca della madre. La donna esita solo pochi secondi, poi prende la caviglia con la sua mano e comincia a baciare le dita del piede della ragazza dove risaltano le unghie curate, dipinte di un rosso veneziano. Poi insinua la lingua tra un dito e l’altro, e comincia infine a succhiarli, uno ad uno.
‘Puoi toccarti se vuoi, visto che ti piace così tanto leccarmi i piedi” provoca Chiara, non immaginando che immediatamente la madre prenderà la palla al balzo e con l’altra mano inizierà a masturbarsi lentamente, trattenendo a stento i gemiti.
‘Sei proprio una depravata, godi nel leccare i piedi a tua figlia, godi nel farti prendere a schiaffi da tua figlia e farci sesso insieme. Sei proprio depravata’ Il problema è che sono depravata anch’io, perché ho scoperto che l’incesto mi eccita da pazzi”, sussurra Chiara toccando le tette della madre, i cui capezzoli sono durissimi ed eretti.
La donna è scioccata dalle parole della figlia, che le ricordano come stia davvero toccando il fondo, ma ora non le importa più nulla di quello che potrebbe succedere, è troppo succube di un piacere mai provato prima. Muove piano la sua bocca verso la caviglia, bacia la gamba, sempre più su, fino al ginocchio e alla coscia. Cerca di arrivare alla fica, cerca di restituire alla figlia quel piacere del quale lei stessa sta godendo.
‘Cosa vuoi fare?’ le chiede Chiara, pur avendo capito benissimo. ‘Voglio’ ehm, voglio leccartela’, si sforza di dire Donatella, non senza un certo imbarazzo. La ragazza le rifila un altro schiaffo, chiedendo perentoria: ‘Ho detto che devi parlare bene, leccare cosa? Devi rispondermi bene’.
‘Voglio’ voglio leccarti la fica’, mugola la madre.
‘Perché vuoi leccarmela?’, domanda ancora Chiara. Donatella comincia a rispondere come faceva con Adriana, rompendo gli indugi, godendo dell’umiliazione che viene dall’ascoltare le sue stesse parole: ‘Perché sono una puttana, e tu sei la mia padrona”.
Chiara sorride, afferra un braccio della donna e la alza dalla sua posizione in ginocchio, in piedi davanti a lei, la guarda in faccia e sempre sorridendo le sussurra: ‘Brava, vedi che capisci, se ti comporti bene hai tutto da guadagnarci, ora ti darò la mia fica e ti faccio anche venire, dai, andiamo sul letto però’, e avvicinandosi al suo viso la bacia appassionatamente. Le due bocche si uniscono e cominciano a baciarsi, allo stesso tempo stendendosi sul letto. Si baciano senza interruzione, le mani carezzano i corpi, si baciano il collo e poi intrecciano ancora le lingue. Indugiano sui capezzoli, sui seni, arrivano alla fica, si accarezzano a lungo baciandosi. Chiara prende l’iniziativa e ruota di 180 gradi, la madre capisce subito cosa vuole fare, e aspetta che la figlia si posizioni sopra di lei, la testa tra le sue gambe, e faccia scendere il bacino di fronte alla sua faccia, nel più classico dei 69. Le due cominciano a leccarsi furiosamente come due amanti, gemendo, godendo, affondando la lingua nella fica e succhiando il clitoride l’una dell’altra.
‘Leccami anche il buco del culo, mamma, dai, fammi sentire quanto sei troia’. Il fatto di essere chiamata ‘mamma’ in un frangente come questo, sentirlo dalla voce di sua figlia, genera un contraccolpo nel cervello di Donatella ma anche una scarica di adrenalina che le fa perdere letteralmente gli ultimi residui di autocontrollo, mentre comincia a leccare senza ritegno il culo della figlia. Favore presto ricambiato da Chiara, che infila un paio di dita nella fica della madre, invitandola a fare lo stesso, muovendole dentro e fuori a vicenda mentre la loro lingua stimola l’ano profondamente. L’orgasmo non tarda ad avvicinarsi, e le due donne, sudate e ansimanti, cercano di sincronizzarsi per venire insieme, Chiara sta per venire ma aspetta la madre dicendole: ‘Dimmi quando stai per venire mamma, io ci sono quasi, così veniamo insieme’. E dopo poco più di un minuto Donatella geme ad alta voce: ‘Siiii Chiara, ci sono, fra pochissimo’ diooooooo, sto venendo’. vengoooooooooo’ e inarca la schiena in un orgasmo fortissimo che la elettrizza dalla testa ai piedi, lo stesso accade alla figlia che getta la testa all’indietro, chiudendo gli occhi e urlando il suo piacere: ‘Ahhhhhhh, diooooooooooooooo”.
Le due crollano sul letto, Chiara si gira e si sdraia di fronte alla madre, faccia a faccia. Si abbracciano per un paio di minuti, fino a riprendere fiato. Provare a descrivere quello che scorre nella mente di Donatella è impossibile, la donna non ha mai avuto così tante emozioni, e così forti, tutte insieme. Alza un poco la testa e guarda la radiosveglia sul comodino. E l’una, ora di pranzo. ‘L’una della mia nuova vita’, pensa silenziosamente tra sé e sé. Ci saranno tanti problemi da affrontare, il rapporto con suo marito, la prudenza per non essere scoperte, l’atteggiamento da tenere in pubblico con la figlia, ma ci si penserà a tempo debito. Ora Donatella vuole solo godersi il nuovo, perverso rapporto con sua figlia.
Si rimuove i capelli dalla faccia sudata, guarda Chiara negli occhi, abbozza un sorriso e le chiede: ‘E’ l’una. Che ne dici se prepariamo qualcosa per pranzo? Ti va una spaghettata?’.

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