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Racconti erotici sull'Incesto

La soluzione al mio problema è in casa

By 19 Ottobre 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

Sono le 20.00 di un venerdì. Sono un avvocato e sto facendo ritorno a casa. Durante il tragitto la mia mente, come tutti i santi giorni, divaga; i miei pensieri corrono alla ricerca di scene erotiche vissute con mio marito e puntualmente la mia passera pigola e piange. Le lacrime valicano la stoffa dei miei slippini e colano lungo le mie cosce andando ad infrangersi sul sedile dell’auto. Perché succede? Semplice. Mio marito, ingegnere minerario, &egrave in missione in Africa già da due mesi e ce ne vogliono altri quattro prima che faccia ritorno a casa per una breve licenza di due giorni. Un tempo molto breve per soddisfare la mia sete di sesso. Ho 32 anni e sono una bella donna con un fisico ben sagomato. Sono una donna perennemente in calore e l’assenza di mio marito dal mio letto mi mette in uno stato di depressione. La mia voglia di sesso mi porta a fare pensieri osceni. Spesso ho pensato di tradirlo con uno dei miei assistiti o con un passante qualsiasi. Non l’ho mai fatto per due, credo, buoni motivi. Il primo &egrave perché amo mio marito; il secondo &egrave perche non voglio che un estraneo, uno sconosciuto, gioisca del mio corpo. Mi contento di usare giocattoli che ho comprato ad un sexy shop. Con i vibratori riesco a raffreddare i miei bollori, ma &egrave la carne che mi manca. Sento il bisogno che un lungo e grosso muscolo venga a frugarmi la passera. Insomma mi manca il cazzo.
Ed &egrave con l’immagine di un cazzo proiettata nella mente che giungo a casa. Parcheggio l’auto ed entro in casa. Mi dirigo nella mia camera che &egrave al piano di sopra e nel farlo devo necessariamente passare davanti al salone dove, steso sul divano, c’&egrave mio figlio. Lo saluto da lontano. Lui mi risponde con un gesto della mano. Resto a guardarlo per alcuni istanti. Somiglia molto al padre. L’ho avuto che avevo 14 anni. L’anno prima con suo padre, che di anni ne aveva 15, giocammo a fare marito e moglie. Risultato mi ingravidò e dopo un anno nacque Gino. I miei mi bandirono dallo stato di famiglia. Dovetti sposarmi. La madre di mio marito mi accolse nella sua casa e mi aiutò a crescere il frutto del mio ventre. Ci permise di proseguire gli studi che completammo con ottimi risultati. Io mi laureai in giurisprudenza e mio marito in ingegneria. Sono ricordi che fanno parte della mia vita trascorsa. Proseguo. Salgo le scale e finalmente giungo in camera. In un batter di ciglia mi libero dei vestiti e dal cassetto del comodino prelevo il mio giocattolo preferito: un grosso vibratore. Mi stendo sul letto e tiro su le gambe divaricando le cosce. Metto in funzione il vibratore e me lo faccio scorrere sul corpo; una piacevole sensazione mi assale. Punto la testa del vibratore fra le grandi labbra e lo faccio entrare. Ci metto poco a godere. Entro nella doccia e lascio che i getti d’acqua mi picchiettano il corpo ed in particolare li lascio schiacciare sulle mie grosse mammelle che accarezzo in continuazione. Di nuovo la voglia di maschio mi assale. Di nuovo la mia mano corre fra le mia cosce. Prendo ad accarezzarmi la patata e con le dita vado in cerca del clitoride. Lo stuzzico, sento che si allunga, si indurisce. Dio come vorrei che una lingua me lo leccasse. Vorrei essere una contorsionista in modo da poter portare la mia testa fra le mie cosce, avvicinare la bocca al pistoncino, circondarlo con le labbra e succhiarlo. Navigo con la mente in cerca di una figura maschile ed ecco che un viso si manifesta. Lo riconosco. &egrave Gino, mio figlio. Che ci fa nei miei pensieri? e per lo più mentre mi sto masturbando? Oh dio. Perché non ci ho pensato prima. &egrave lui il maschio di cui ho bisogno. Nonostante la sua età (ha superato da poco i 18 anni) &egrave fisicamente ben messo e se tanto mi da tanto deve essere anche ben fornito. Non ho più bisogno di scervellarmi. La soluzione del mio problema &egrave in casa. Devo solo cercare di portarlo a letto senza traumatizzarlo. Non sarà semplice convincerlo. Se ci riesco otterrò un duplice risultato. Non tradirò mio marito perche lo farò con suo figlio ed &egrave come se lo facessi con lui; la cosa resterebbe in famiglia; nessuno saprebbe niente ed io non verrei additata come una che cornifica il marito. Sto parlando di Gino, mio figlio, &egrave con lui che sto pensando di tradire mio marito. Così sarà. Esco dalla doccia, mi asciugo, cospargo il mio corpo di olio profumato e mi friziono. Pettino i miei biondi e ricci capelli lunghi fino a metà schiena. Indosso un reggiseno con le coppe che tengono sollevate le mie gemelle della misura 34 D (IV taglia) ma che non nascondono i grossi e rosei capezzoli; infilo un tanga che mi copre la micina sul davanti mentre dietro tiene scoperto tutto il culetto; inguaino le mie gambe in calze nere a rete con maglia larghe che tengo su con un reggicalze di merletto nero; ai piedi calzo scarpe nere lucide con tacco da 12cm e nascondo il tutto con una vestaglia di velo nero lunga fino al pavimento. Sono pronta per sferrare l’attacco. Esco dalla camera e raggiungo il salone al piano di sotto. Lui &egrave ancora lì. Mi avvicino. Lui solleva gli occhi e mi vede. La vestaglia &egrave aperta e non nasconde niente. Manca poco che non gli viene un accidente. Diventa rosso come un peperoncino. Ha ragione. Non mi ha mai vista così conciata. Apre la bocca ma non un suono gli esce. Poi riesce ad articolare una parola.
‘Mammaaaaaa ”.’
Mi siedo sul divano. Lui continua a tenere gli occhi fissi sulle mie tette. Sollevo una mano e gli accarezzo il viso.
‘Ciao, tutto bene, la giornata com’&egrave stata?’
Mio figlio riesce a distogliere lo sguardo dalle mie mammelle e fissa i suoi occhi nei miei. Ancora quella parola.
‘Mammaaaaaa ”.’
&egrave il momento di aggredirlo.
‘Gino posso farti delle domande? Ti avverto che le domande che ti farò riguardano la mia sfera privata ed intima quindi non scandalizzarti e rispondimi con sincerità. Non tergiversare. Ho bisogno di sapere cosa pensi di me.’
Vedo il suo pomo di Adamo salire e scendere. Sta ingoiando aria. &egrave tutto ingolfato. Non gli do il tempo di riprendersi. Lo incalzo.
‘Tesoro, tu come mi trovi, voglio dire non come mamma ma come donna. Pensi che sia una bella donna? un ragazzo come te potrebbe innamorarsi di una donna come me?’
Di nuovo quella parola.
‘Smettila una buona volta di pronunciare questa parola. Lo so che sono tua madre, non &egrave necessario ricordarmelo. Rispondi alle domande che ti ho fatto.’
Il rosso comincia a sparire dal suo volto. Il colore diventa normale.
‘Secondo te, un ragazzo della mia età a fronte di una visione che mai si sognerebbe di vedere ha la forza o la capacità di intendere e di volere? Io credo proprio di no.’
Uno a zero a mio favore. Ho fatto centro.
‘Mi stai dicendo che sono io che ti ho fatto arrossire? Non ti piace come sono vestita? Trovi che il mio abbigliamento sia sconveniente. Vuoi che vada a cambiarmi?’
Da sdraiato, con uno scatto, si mette seduto.
‘Nooo! Resta così. Quando mi capiterà più di vedere una donna bella come lo sei tu e praticamente quasi nuda. Mamma sei uno spettacolo. Mi hai chiesto se un ragazzo come me potrebbe innamorarsi di una donna come te? certo che lo potrebbe. Ti confesso che sono anni che non faccio che pensarti.’
Due a zero a mio favore. Gli piaccio.
‘Anni? Dai non esagerare. Come può essere? Dovevi essere molto piccolo. Ti faccio un’altra domanda. Metti il caso che tu fossi mio marito, lasceresti che tua moglie restasse sola a casa per un lungo tempo?’
‘Certamente no; farei di tutto per portarla con me. Una donna come te non può restare sola.’
Mi abbraccia e mi stringe forte contro di se.
‘Mamma ti manca papà?’
‘Bambino mio tuo padre mi manca fisicamente.’
‘Questo l’ho capito.’
Mi libero dall’abbraccio e lo guardo fisso negli occhi.
‘Gino, ti disgusterebbe se ti chiedessi di sostituire tuo padre nel nostro letto durante la sua assenza?’
Vedo i suoi occhi spostarsi. Li fa scorrere sul mio corpo.
‘Vuoi che venga a dormire con te?’
Gli prendo una mano e la porto su una mia mammella. Il mio capezzolo si schiaccia contro il centro del palmo della sua mano. Lo sento tremare.
‘Figliolo, non ho detto dormire, ho detto sostituire tuo padre.’
Farfuglia.
‘Mamma, ‘.. che casino,’.. mi stai chiedendo di fare all’amore con te? ‘.. l’ho sempre sognato ‘.. sei mia madre ‘.. non t’importa che sono tuo figlio? ‘.. ci pensi a cosa accadrebbe se si sapesse in giro?’
Tre a zero a mio favore. Vuole chiavarmi.
‘Gino, ti sto chiedendo di diventare il mio amante . Il fatto che tu sia mio figlio non ha importanza. Nel letto saremo un uomo ed una donna e non madre e figlio. In quanto a farlo sapere in giro se non saremo noi due a parlarne nessuno saprà mai niente.’
Mio figlio fissa il suo sguardo nei miei occhi. Vedo la sua testa avvicinarsi alla mia. Guarda la mia bocca. Le sue labbra stanno per posarsi sulle mie.
‘Così sia. Mamma ti amo. Voglio chiavarti.’
Quattro a zero. Finalmente l’ha detto. &egrave mio. Non mi scapperà. Gli vado incontro. Le nostre bocche si uniscono. Le labbra si dischiudono e la mia lingua guizza verso l’esterno e va ad infilarsi nella sua bocca dove trova la sua lingua ad accoglierla. Sono due mesi che desidero sentire una lingua duellare con la mia e per i prossimi quattro mesi i duelli si intensificheranno poi ci saranno due giorni di vacanza in cui sarà suo padre a prendere il suo posto e poi ricominceremo. Si, penso proprio che, a partire da oggi, non sentirò più la mancanza di mio marito. L’ingegnere potrà farsi mandare in missione per tutta la vita. Il suo sostituto l’ho trovato. Continuiamo a baciarci per un tempo infinito. Le sue mani scorrono frenetiche sul mio corpo. Non un centimetro viene lasciato inesplorato. Mi pastrugna le gemelle strappandomi mugolii di piacere. Le sue dita mi artigliano i capezzoli e li strizzano fino a farmi male. Amo quel dolore. Mi fa eccitare di più. Smette di baciarmi e sposta la sua attenzione sulle mie mammelle. La sua bocca vi &egrave sopra; la sua lingua le pennella spargendo la sua saliva sull’intera superficie; i miei capezzoli si induriscono, diventano due bulloni; lui ci fa vorticare la lingua tutt’intorno; le sue labbra si chiudono intorno ad uno di essi e comincia a succhiare; lo sa fare; nitrisco. Gli metto una mano dietro la testa e la spingo contro il mio petto.
‘Bravo. Continua così. Dai non smettere. Mi piace molto sentirmi succhiare le tette.’
Per un attimo smette di succhiare.
‘Dio, mamma, non credevo che avessi delle zizze così belle ed anche sode. Peccato che tu non abbia latte. Mi sarebbe piaciuto molto bere il tuo latte.’
Riprende a succhiare con la stessa foga. La mia passerotta &egrave un continuo pigolare. Un grido mi sale in gola, lo soffoco trasformandolo in un mugugno. Il primo orgasmo giunge impetuoso ed imprevisto. Sto godendo. Vengo. Come una cascata i miei umori allagano la mia vagina e precipitano verso l’esterno infrangendosi contro il mio tanga infradiciandolo.
‘Gino, figlio mio, ti rendi conto, mi hai fatto godere. Sei stato veramente bravo.’
Intanto le dita della mia mano libera gli hanno sbottonato la camicia; gli accarezzo il petto. Mi soffermo a giocare con i suoi capezzoli. Lo sento mugolare. Lascio scorrere la mano fin sulla patta. Attraverso la stoffa sento la durezza del suo cazzo. Gli sbottono i pantaloni e infilo la mano tra il suo corpo e i suoi slip. Raggiungo l’attrezzo; lo circondo con il palmo della mano e gli chiudo le dita intorno. Deve essere bello grosso perché le mie dita non riescono a congiungersi. Lo devo assolutamente vedere. Devo vedere a cosa vado incontro. Mi sottraggo alle sue carezze ed alla sua bocca.
‘Alzati e spogliati.’
Con il viso che &egrave un punto interrogativo si mette in piedi e si spoglia. Quando &egrave completamente nudo, cosi come quando uscì dal mio ventre, mi si mette davanti. Faccio scorrere gli occhi sul suo corpo. Ha un fisico da guerriero greco. Ma non sono le sue forme che mi interessano. Sposto gli occhi verso il suo pube e finalmente lo vedo. &egrave fantastico. Un fallo lungo (almeno 20 cm) e grosso (deve avere un diametro di 4 cm) si diparte dal suo pube e punta dritto verso il cielo. Un cazzo cosi bello non l’ho visto nemmeno sulle riviste porno che negli ultimi tempi ho preso l’abitudine di farmele pervenire in ufficio sotto falso nome (il pudore va salvaguardato). &egrave uno spettacolo.
‘Vieni più vicino. Fatti toccare.’
Lui si avvicina. Allungo le mani ed impugno il favoloso scettro. Dio, come &egrave duro. Gli tiro giù la pelle facendo in modo che il glande esca allo scoperto. Chino la testa in avanti e poggio le mie labbra sul luccicante glande. Gli do uno schioccante bacio in punta. Lo merita. Sento mio figlio gemere.
‘Mamma, ti prego ‘.’
‘Ti piacerebbe se te lo lecco? Vuoi che te lo succhi? Vieni che ti faccio un pompino.’
‘Mamma, sarebbe fantastico vedere la tua bocca ospitare il mio cazzo e sarebbe meraviglioso sentire la tua lingua leccarmelo.’
Non mi faccio ulteriormente pregare. Sono io la prima a desiderare di baciare, leccare e succhiare il fantastico cazzo di mio figlio. Incomincio a baciarlo partendo dal glande e scendendo giù fino a raggiungere le sue gonfie palline racchiuse in una grinzoso sacchetto di pelle. Tiro fuori la lingua e con la punta vado a stuzzicare la borsa scrotale. L’avvolgo con le mie labbra e la succhio. Gino emette un grido di piacere.
‘Mamma &egrave bello quello che mi stai facendo. Mi sento impazzire.’
Impazzire per così poco? Questo &egrave niente a confronto di quello che ho intenzione di fargli. Gli farò scaricare tutta la sua forza attraverso il suo borioso e stupefacente cazzo. Dovrà scaricarla nella mia arida gola ed io la berrò tutta; non una goccia mi sfuggirà. Riprendo a leccarlo risalendo lungo l’asta di soda carne, raggiungo la cima, il poderoso glande &egrave li che aspetta, con la lingua gli solletico il frenulo, lambisco la superficie, dischiudo le labbra lo faccio entrare nella mia bocca; do inizio alla danza della pompa. Un forte nitrito gli esce dalla gola. Alzo gli occhi e li fisso nei suoi, li ha lucidi e pieni di libidine. Il favoloso muscolo vibra nella mia bocca. La mia lingua lavora instancabile. Le mie labbra scivolano sulla calda superficie come stessero succhiando un ghiacciolo. Con una lentezza esasperante, mentre le mia labbra lo mungono, lo faccio uscire dalla mia bocca per poi farlo entrare velocemente. I suoi nitriti si infittiscono. Le vibrazioni del suo cazzo aumentano di intensità, sta per esplodere, mi preparo a ricevere la bordata che giunge puntuale. Un potente gettito di denso e cremoso sperma viene sparato nella mia bocca raggiungendo la mia gola. Lo inghiotto. Al primo fanno seguito altre fucilate ed altri schizzi di sperma si riversano nella mia bocca. Ne spara tanta che mi riempie la bocca; faccio fatica ad ingoiarlo. Con mio rammarico il vulcano smette di eruttare. Pazienza mi rifarò più in là. Stacco la mia bocca dal suo cazzo e mi rimetto seduta. Lui viene a sedersi al mio fianco. Lo abbraccio.
‘Ti &egrave piaciuto?’
‘Mamma &egrave stato fantastico.’
‘Non credere che sia finito qui. Noi due abbiamo molte cose da dirci.’
Gli prendo una mano e l’accompagno fra le mie cosce facendogli toccare la mia passera.
‘La senti? Lei sta aspettando che il tuo uccello entri nel suo nido e le dica che l’ama.’
Gino preme con forza la mano contro la mia vulva.
‘Mamma il mio uccello &egrave pronto a far visita al nido della tua passera. Se gli dai il permesso lui entrerà e ottempererà con grande piacere al compito che gli hai dato.’
‘Non ricordo. Qual &egrave il compito che gli ho dato?’
‘Sostituire mio padre nel tuo letto, fra le tue cosce.’
‘Bravo. Non dimenticarlo. Ora seguimi.’
‘Dove andiamo?’
‘Ad inaugurare il tuo nuovo letto.’
Sorpresi a fornicare.
Sono circa due anni che Gino sta sostituendo suo padre nel mio letto e fra le mie cosce. &egrave la soluzione che trovai in un periodo in cui mi sentivo depressa e abbandonata. Colpa del lavoro di mio marito (&egrave un ingegnere minerario) che lo tiene lontano da me per circa 330 giorni all’anno. Io sono una cagna perennemente in calore ed ho bisogno che un uomo mi sollazzi continuamente e non sono certamente i 35 giorni di presenza annuale di mio marito che possono soddisfare le mia voglia di sesso. Fu così che decisi di sedurre mio figlio e di trascinarlo nel letto ad occupare il posto che fu del padre. Qualcuno mi dirà che invece di farmi cavalcare da mio figlio potevo benissimo trovarmi un amante. Ci pensai ma ci rinunciai perché un estraneo &egrave sempre un estraneo e non sai come può finire. Gli uomini si innamorano facilmente e quando lo fanno possono diventare pericolosi. Potevo benissimo diversificare le presenze maschili fra le mie cosce ma non volevo diventare una puttana. Scelsi Gino soprattutto perché era figlio mio e di mio marito e la cosa, per un verso, restava circoscritta nell’ambito familiare e per altro verso fornicare con Gino mi faceva sentire più sicura. La mia decisione fu ampiamente ricompensata. Mio figlio si rivelò un meraviglioso e molto riservato amante. Le mie aspettative sessuali furono ampiamente soddisfatte. Quando siamo insieme il che significa per 330 notti e 330 giorni in un anno Gino diventa uno scimpanzé bonobo. &egrave continuamente eccitato e coglie ogni occasione per accoppiarsi con me. Quando mi sbatte il suo sparviero nel ventre non si preoccupa minimamente delle mie condizioni. Lo fa con irruenza e a me fa piacere sentirmi frullare il suo gladio nel ventre. Mi manda in orbita; il mio cervello si riempie di fantasmagoriche esplosioni ed il mio corpo diventa preda di tremori dovuti alla grossa quantità di orgasmi che raggiungo. Dovrei essermi abituata ma non ci riesco perché ogni volta che mi prende, le sensazioni di piacere che mi provoca sentirmi sbattere il suo cazzo nel ventre sono da mille ed una notte. In particolare vado in visibilio quando mi chiava standomi dietro. Mi mette il suo cazzo dentro la pancia e nel mentre si tiene aggrappato con le mani alle mie zizze stantuffa il suo pistone nel mio cilindro fino a farmi quasi svenire dal piacere. Non lo so lui cosa pensa di me. Non gliel’ho mai chiesto. Io invece so che ne sono innamorata. Si amo mio figlio. Spesso sono stata sul punto di confessare a mio marito il rapporto che ho con suo figlio. Non l’ho fatto. Preferisco tenerlo all’oscuro di quanto succede nel letto matrimoniale. Il fatto &egrave più eccitante. Del resto perché raccontargli che mi faccio chiavare da mio figlio. Mio marito non sa niente ed &egrave meglio così. Le cose filano alla grande fino al giorno in cui si scatena una tempesta imprevista. Siamo in cucina. Io sono nuda e sto seduta sul piano cucina ed ho i talloni poggiati sul bordo del top e le cosce allargate a 120′. Davanti, fra le mie cosce, ho mio figlio, anche lui nudo, che mi sta sbattendo il suo meraviglioso cazzo nella pancia. &egrave uno dei posti in cui preferisco farmi chiavare. Ho le mie mani sulle sue spalle e lo incito a darci dentro.
‘Dai, mio bel maialone, datti da fare. Lo sai che alla tua mammina gli piace quando la sbatti e le frulli il tuo uccellone nella pancia.’
Sono talmente coinvolta (ed &egrave sempre così) che non mi accorgo che due occhi ci stanno guardando. Appoggiata allo stipite dell’entrata c’&egrave mia suocera. Ha gli occhi fuori dalle orbite e pieni di indignazione. In un primo momento mi viene l’istinto di staccarmi da mio figlio, poi colgo l’occasione che mi viene data. Si, che guardi. Dica pure a suo figlio che la moglie lo cornifica. Non mi importa se mio marito lo verrà a sapere. Le lancio la sfida. Fisso i miei occhi nei suoi e contemporaneamente parlo, a voce alta, a mio figlio.
‘Così, così mio bel torello. Pompa, pompa questo tuo magnifico ariete nel ventre di tua madre. Dai amore mio riempimi della tua forza; pisciami nella pancia tutto il tuo piacere. Sono la tua puttana, la tua troia. Ti amo, ti amo.’
Mia suocera ci sta guardando allibita. Le sua bocca si apre e si chiude ma non un suono gli esce dalle labbra. Gino, che non sa che sua nonna ci sta guardando, non smette di stantuffare il suo cazzo nella mia pancia e lo fa con un ritmo talmente frenetico che mi provoca un orgasmo che mi fa urlare dal piacere.
‘Yaaaaa! Bravo il mio cucciolo. Sììììììì! Dai, dai, dai. Fai contenta la tua mamma. Scarica la tua forza nel mio corpo. Innaffiami l’utero con il tuo seme. Mammina tua &egrave pronta a riceverlo.’
Sarà perché glielo ho chiesto con voce suadente resta il fatto che un minuto dopo il mio stallone lancia un lungo ululato.
‘uhuhuhuhhhhhh! Mamma ci sono. Ecco, &egrave tutto tuo. Ti riempio la pancia con il mio seme. Ti &egrave piaciuto il come ho usato il mio vomere per arare la tua terra?’
Mia suocera senza staccare i suoi occhi dai miei, continua a restare immobile. Ha un piccolo sobbalzo solo quando sente la voce del nipote.
‘Dio, mamma, cosa ti &egrave preso? Perché mi stai incitando? Lo sai che non ho bisogno di essere spronato. Per me &egrave sempre lo stesso. Lo sai che voglio che tu resti soddisfatta delle mie prestazioni. Io ti amo e quando ti chiavo desidero che tu provi il massimo del piacere e non credo di averti mai delusa.’
&egrave il momento di dirgli che abbiamo dato spettacolo. Avvicino la mia bocca al suo orecchio.
‘Tiralo fuori che abbiamo uno spettatore. Mi correggo: una spettatrice.’
Gino ha un sobbalzo. Si tira indietro e si gira.
‘Nonnaaaaa!’
&egrave il là che mia suocera aspetta.
‘Porci, bestie che non siete altro. Come avete potuto?’
Io resto in silenzio. Lei si avvicina. Fa scorrere i suoi occhi sul corpo di mio figlio e si sofferma a guardare il cazzo che sta afflosciandosi. Lo guarda affascinata. Vedo la sua lingua leccarsi le labbra. Non posso fare a meno di sorridere. Noi siamo bestie ma lei lo &egrave più di noi. La guardo e sul suo volto vi leggo la libidine. &egrave vero che &egrave rimasta scandalizzata nel vedere suo nipote che si chiava la madre ma lei &egrave pur sempre una donna che ha perso il marito un anno dopo il matrimonio e si &egrave trovata con un figlio da crescere Lo ha fatto egregiamente tanto che quando lo conobbi non persi tempo a portarlo a letto. Mio marito era un valente stallone e quando mi cavalcava mi sfiancava. Poi il suo lavoro fecero diminuire le galoppate del suo puledro nella mia pancia fino a ridurle in due all’anno. Per soddisfare la mia sete feci ricorso al giovane stallone che abitava sotto il mio stesso tetto: mio figlio Gino. Sto pensando a quanto ho fatto che sento la voce di mia suocera che invita il nipote a recarsi in camera sua e di restarci. Il ragazzo rosso in volto si avvia all’uscita della cucina quasi correndo. Sparisce.
Cloe: (132-66-91) la nonna di Gino si confessa.

Mia suocera si avvicina e mi guarda fra le gambe. Dalla mia vagina esce un rivolo di sperma.
‘Tuo figlio &egrave sempre così prolifico? Hai un fiume che ti esce dalla passera.’
Allunga una mano e la porta fra le mie cosce. Bagna le dita nello sperma del nipote e le porta alla bocca, tira fuori la lingua e le lecca.
‘Però! &egrave buono. Ha un gradevole sapore. Ora raccontami dal come &egrave cominciato fra voi due.’
‘Cosa ti importa saperlo? &egrave cominciato e basta. Sai che ti dico? Puoi benissimo dirlo a tuo figlio. Non mi importa delle conseguenze.’
‘Io a tuo marito non gli dirò niente a condizione che tu mi dica come sei riuscita a trascinare tuo figlio nel tuo letto e fare di lui il tuo amante. Per quanti sforzi abbia fatto io non ci sono riuscita. Eppure avrei dato qualsiasi cosa per farmi montare da tuo marito.’
Chissà perché ma quella rivelazione non mi sconvolse più di tanto.
‘Tu, tu volevi che mio marito, tuo figlio, diventasse quello che mio figlio &egrave per me?’
‘Si. Ho tentato in tutti i modi possibili per fargli capire che lo volevo nel mio letto a sostituire suo padre fra le mie cosce. Sapessi quanto ho desiderato sentirmi frullare il suo cazzo nella mia pancia. Sapessi quante notti ho passato ad osservarlo dormire nel suo letto con la voglia di stendermi su di lui e far si che il suo cazzo arasse il mio giardino e lo fertilizzasse.’
Oh cazzo questa si che &egrave una bomba. Mia suocera ha desiderato che il figlio la impregnasse.
‘Tu hai desiderato avere un figlio da tuo figlio? lo sai che &egrave sbagliato procreare fra consanguinei?’
‘Lo so, ma non me ne fregava niente. Se mio figlio mi avesse ingravidato lo avrei fatto nascere. Ora basta parlare di me. Raccontami del come hai fatto a trascinare tuo figlio nel tuo letto.’
‘Per la verità questa &egrave una domanda che dovresti rivolgere a tuo figlio; &egrave sua la responsabilità se suo figlio &egrave diventato il mio secondo uomo. Io preferisco chiamarlo il mio secondo marito. Ti sembra normale che una donna vogliosa possa restare per circa sei mesi a desiderare di avere rapporti sessuali. Io non ce l’ho fatta; un giorno guardando tuo nipote mi sono detta perché non approfittarne. Sapevo che ero nei suoi pensieri. Sapevo che mi voleva. Tra l’altro &egrave un bel ragazzo e come avrai notato &egrave anche ben fornito. Decisi e lo presi. Non ci volle molto a convincerlo. Sono passati circa due anni, da quando tuo nipote &egrave diventato il mio amante. Ora ti faccio una domanda. Tu speri ancora di giacere nel letto di tuo figlio? hai mai percepito che lui ti volesse?’
Mia suocera mi guarda con occhi pieni di speranza.
‘Non ho mai smesso di desiderarlo. Si, so per certo che sono stata nei suoi pensieri. Se non mi trovo nella tua stessa condizione credo che il fatto di essere madre e figlio abbia frenato entrambi.’
‘Ti do un consiglio. Raccogli lo stretto indispensabile e raggiungilo. Violentalo anche se credo che non ce ne sarà bisogno. Sei una bella donna ed hai gli attributi necessari. Vedrai che quando vedrà la mercanzia che gli offrirai non si farà scrupoli nel portarti a letto.’
‘Magari fosse vero. Tu parli perché per te &egrave stato facile farti montare da tuo figlio. Io non ho mai tentato di avere un rapporto incestuoso con mio figlio. Mi ha sempre frenato il fatto di essere sua madre.’
‘Ti faccio una proposta. Adesso te ne vai. Questa sera farò venire mio figlio a casa tua e lo riceverai come fosse il tuo amante. Ho notato che ti piace. Avrai una notte intera per soddisfare la tua sete. Io non gli dirò niente. Sta a te convincerlo a montarti. Diciamo che farai le prove tecniche per quanto incontrerai tuo figlio.’
‘Faresti questo? Ti sarò eternamente riconoscente. Credi che possa piacere a tuo figlio?’
‘Cloe, se io fossi un uomo ti violenterei.’
Gli occhi le luccicarono.
‘Vieni ad abbracciarmi. Dammi un bacio.’
Scendo dal top e mi avvicino a mia suocera. Sono nuda, lei mi abbraccia e porta la sua bocca sulla mia. Per un attimo sento la sua lingua bussare alle mie labbra; mi ritraggo e la fisso. Lei mi guarda con una preghiera dipinta negli occhi. Capisco. Riavvicino la mia bocca alla sua e dischiudo le labbra. La sua lingua entra nella mia bocca e lei me la frulla ingaggiando un duello con la mia lingua. &egrave un bacio che non credevo di poter avere. E lo strano &egrave che mi piace. Quando smettiamo di baciarci mia suocera senza smettere di fissarmi negli occhi mi parla.
‘Quando tuo figlio farà ritorno a casa, vieni a trovarmi. Io e te abbiamo un lungo discorso da fare.’
Mia suocera mi vuole scopare.
‘Mamma, non sono lesbica. Non ho mai avuto un rapporto con una donna.’
‘Nemmeno io sono lesbica però ho dovuto correre ai ripari. Volevo tuo marito nel mio letto e non altri uomini; non esserci riuscita mi ha portato a cercare altre strade per calmare la mia libidine. Quando ti vidi per la prima volta mi entrasti nel sangue. Ti desiderai. Bramavo portarti a letto e cosi come &egrave successo per mio figlio non ho avuto il coraggio. Ecco ora sai. Comunque sappi che fare sesso con un’altra donna &egrave più appagante del farlo con un uomo. Noi donne siamo inesauribili.’
Cloe ; (132 ‘ 66 ‘ 91) la nonna di Gino

Convinco mio figlio di entrare nel letto di sua nonna.

Come &egrave potuto essere che due esseri come Cloe e mio marito non abbiano avuto il tempo di parlarsi, di incontrarsi. Hanno vissuto sotto lo stesso tetto per anni e non sono mai arrivati al dunque. Eppure fra loro c’era attrazione. Hanno soffocato le loro bramosie, i loro desideri facendoli cadere in frustrazioni che avrebbero potuto facilmente eliminare entrando l’uno nel letto dell’altra. Beh! Non posso biasimarli e ne li condanno. Anche per me &egrave stata la necessità a spingermi a trascinare mio figlio fra le mie cosce, ad albergare il suo sparviero nel mio ventre. Spero che mia suocera raggiunga suo figlio e realizzi il suo sogno di accoglierlo nel suo letto. Ha bisogno di una spinta che solo suo nipote può dargli. &egrave il momento di parlare a Gino e di informarlo di come si sono messi i fatti. Lo raggiungo in camera sua. &egrave disteso nudo sul letto ed ha un braccio che gli copre gli occhi.
‘Ti disturbo?’
‘No, come &egrave andata con tua suocera? Non mi sembrava arrabbiata.’
‘Abbiamo parlato ed ho scoperto che lei ha lo stesso problema che avevo io due anni addietro.’
‘Quale problema?’
‘Tua nonna &egrave innamorata di tuo padre e non solo.’
‘Mamma mi stai dicendo che la nonna vorrebbe fornicare con suo figlio?’
‘Si. &egrave da prima che sposassi tuo padre che ha bramato di accoppiarsi con il figlio. Se non lo ha fatto &egrave perché ha avuto paura. Lei non &egrave come me. Io non ho avuto le sue stesse remore. Il fatto che tu fossi mio figlio non mi ha impedito di portarti a letto e possederti.’
Con un timbro di voce che tradisce le sue preoccupazioni.
‘Dirà a mio padre della nostra tresca?’
‘No, stai tranquillo. Non dirà niente. Le ho chiesto se sente ancora il desiderio di far entrare suo figlio nel suo letto. Mi ha risposto che lei non ha mai abbandonato la speranza di accoglierlo fra le sue cosce. Mi ha fatto capire che anche tuo padre ha bramato di accoppiarsi con sua madre. Non lo hanno mai fatto per paura di quello che poteva succedere se si fosse saputo. La morale li ha trattenuti dall’assecondare i propri istinti. Nonostante i suoi 50 anni &egrave ancora una bella donna. Le sue forme sono ancora quelle di una trentenne. Quello che vedi &egrave tutta roba sua. Le ho suggerito di raggiungerlo e di sbattergli sul muso tutta la sua voglia.’
‘Lo farà?’
‘Non lo so. dipende da una serie di fattori. Ha bisogno di una piccola spinta. Ora dimmi. A te tua nonna piace? Voglio dire tu con una donna come Cloe ci andresti a letto?’
‘Mamma, cosa stai cercando di dirmi?’
‘Devi aiutare tua nonna a superare il tabù dell’incesto.’
‘Vuoi che mi accoppi con la nonna? Non mi dispiacerebbe. Come hai detto &egrave una milfona che ha ancora molte frecce nel suo arco.’
‘Ah, piccolo maiale, allora ti piace? Ci hai fatto un pensierino?’
‘Non lo nego. Mettere il mio sparviero al riparo nel suo nido &egrave sempre stato un mio sogno.’
‘Hai l’occasione per farlo. Raggiungila nella sua villa. Lei ti aspetta. Troverai la porta aperta.’
‘Davvero vuoi che io vado a casa della nonna ed entri nel suo letto? Non sei gelosa?’
‘Certo che sono gelosa, ma so che farai un favore a tua nonna ed anche a tuo padre. Sarà la soluzione al nostro problema. Dopo che tua nonna si sarà fatta chiavare dal figlio non dovremo più preoccuparci di nascondere a tuo padre quello che c’&egrave fra noi due. &egrave questo che mi fa superare la gelosia. Una cosa sola. Fai attenzione. Tua nonna deve recuperare anni di astinenza. Lei ti divorerà ed io non ho nessuna intenzione di vederti distrutto. Metti in atto tutto quello che ti ho insegnato e vedrai che sarai tu a sfiancarla,’
Intanto che gli parlo le mie mani hanno scorso sul suo corpo e si sono fermate sul suo sparviero. Lo hanno avvinghiato e lo hanno stretto. Ho sentito le pulsazioni del sangue battere contro il palmo delle mie mani. L’ho sentito crescere ed indurirsi. Lo guardo. &egrave magnifico. Mio figlio ha un cazzo che si vede solo nei sogni o nelle fantasie La mia fighina lancia un urlo. Non resisto. Lo cavalco e mi faccio penetrare dal favoloso palo che si erge dal suo pube.
‘Mamma così facendo non avrò nulla da dare alla nonna quando la raggiungerò.’
‘Cosa vuoi che sia una galoppata? Eppoi non darti pensiero. Tua nonna sa come tirarti su. Lasciami fare che poi ti lascio andare.’
Mi lascia fare. Allunga le mani sulle mie zizze e le ancora; con le dita artiglia i capezzoli e li strizza fino a farmi sentire dolore.
‘Sìììì! Fammi male. Tu sei mio. Come ho potuto proporti di accoppiarti con tua nonna?’
‘Mamma lo hai fatto per mettere al riparo il nostro rapporto. Mio padre non sa che tu mi cavalchi. Pensa a cosa succederebbe se tua suocera raccontasse a tuo marito quello che fai con suo figlio? sarebbe una tragedia..’
‘Hai fretta di raggiungerla? Non ti sembra vero che stai per chiavarti tua nonna? Cosa ti &egrave sempre piaciuto di lei? Dimmelo.’
‘Nonna ha delle mammelle che sembrano due mongolfiere e vederle ondeggiare ad ogni passo che fa mi manda in orbita il cervello, ma quello che più mi attrae &egrave il suo favoloso culo.’
‘Ti piace il culo di tua nonna? La sodomizzeresti? Glielo metteresti nel culo?’
‘Si, mamma. Ti dico di più. Se avrò l’occasione non la lascerò perdere. Glielo metterò nel culo e glielo sfonderò.’
‘Dio, vorrei essere presente. Mi piacerebbe vedere il tuo falcone entrare nel buco del culo di mia suocera. Con me non hai mai avuto di questi pensieri. Il mio culo non ti piace?’
‘Certo che mi piace. Non ho mai tentato di sodomizzarti perché mi dispiace farti sentire dolore, ma ogni volta che ti fai prendere da dietro sono sempre tentato di mettertelo nel buco del culo.’
Questo &egrave un discorso che va approfondito. Prenderlo nel culo &egrave sempre stato un mio desiderio nascosto. Ora che so che a mio figlio piacerebbe incularmi farò di tutto per accontentarlo. Mi sollevo sulle ginocchia e mi sfilo il suo cazzo dal ventre.
‘Hai ragione. &egrave meglio che tu raggiunga tua nonna. Altrimenti si chiederà il perché non ci sei ancora andato. Ti chiedo una sola cosa. Falle il culo. Sodomizzala. Quando ti lascerà tornare voglio sentirti dire che le hai sfondato il culo. Lo farai?’
‘Mamma, ti prometto che se avrò l’occasione tua suocera, mia nonna, la madre di mio padre non potrà vantarsi di avere qualche parte del suo corpo che non &egrave stata profanata dal mio ariete.’
‘Tu fallo. Vai che ti sta aspettando.’
Ritorno fra le braccia materne.

Sono trascorsi circa sei mesi da quando mio figlio, su mia richiesta, &egrave andato a casa di mia suocera per aiutarla a superare il tabù dell’incesto. Dalle sue telefonate, dai messaggi e dai video inviatomi sul portatile la missione &egrave stata portata a termine con risultati insperati. Mio figlio &egrave riuscito a soddisfare le esigenze di sua nonna tanto che mia suocera lo ha trattenuto presso di se per un periodo abbastanza lungo. La sua assenza da casa ha fatto si che il mio letto &egrave diventato freddo. Mi &egrave mancato. Oggi dovrebbe far ritorno a casa. Sono tutta eccitata. Mi sono preparata a riceverlo. Ho unto il mio corpo con oli aromatici e profumati. Soprattutto ho pulito le mie viscere rendendole libere da impurità ed ho trattato il mio forellino con creme emollienti. Ho anche fatto uso di un plug anale che infilavo nel mio buchetto ed andavo in giro con quell’affare ben piantato nel mio culo e che mi teneva perennemente in uno stato di eccitazione. L’ho fatto perché mio figlio dovrà usare il suo ariete per sfondarmi il culo. Me lo dovrà trivellare cosi come ha fatto con il culo di sua nonna. Sto pensando a lui che a stento sento trillare il campanello di casa. E’ lui. Mi precipito ad aprire la porta e nel farlo non tengo conto di essere vestita della mia sola pelle. Apro la porta e lui, nel vedermi nuda, resta a bocca aperta. Allungo un braccio, afferro una sua mano e lo tiro dentro.
‘Mamma, &egrave cosi che tu apri la porta. Sei nuda; se non ero io che figura ci avresti fatta. Ti immagini il malcapitato che ti avrebbe vista? gli sarebbe venuto un infarto. Pensa se fosse stato un addetto dell’enel o della compagnia del gas oppure dell’acquedotto.’
‘Non sarebbero potuti entrare perché il cancello e sempre chiuso ed i misuratori sono tutti fissati all’ingresso. Sapevo che eri tu. Qui non viene mai nessuno.’
‘Non lo dire. Ricordati che tua suocera ci ha sorpresi mentre ti stavo chiavando.’
‘&egrave stato un caso. Tua nonna ha le chiavi.’
Intanto mi sono lasciata andare sul pavimento.
‘Prendimi. Sono sei mesi che non sento il tuo sparviero frullarmi nel ventre.’
‘Mamma non essere impaziente. Anche a me sei mancata. Te lo darò, ma dammi il tempo di prendere fiato. Tua suocera ha preteso che la chiavassi prima che prendesse il taxi ed &egrave partita con il mio sperma che le colava lungo le gambe.’
‘No; ti voglio e subito. Niente sosta.’
Allungo le mani, gli sgancio la cinghia e tiro giù i pantaloni con forza; poi tocca agli slip, ed ecco che il suo cazzo, come un uccello che viene liberato dalla gabbia, balza fuori e si libra verso il cielo. Che meravigliosa visione. Lo artiglio con una mano e lo costringo a piegarsi sulle ginocchia. Mi &egrave sopra ed il suo gladio &egrave alla portata della mia bocca. Il grosso glande entra in contatto con le mie labbra; gli schiocco un sonoro e lungo bacio. Lui gradisce e me lo dice mugolando.
‘Mmmhhh! Mamma. Sapessi quanto mi &egrave mancato sentire le tue labbra baciare il mio inquilino. Sìììì. Continua, non fermarti.’
Lo sapevo che non avrebbe resistito. Lo pago tirando fuori la lingua e inizio a pennellare il suo palo verniciandolo con la mia saliva. Faccio scorrere la lingua dal basso verso l’alto soffermandomi a leccare il suo vermiglio e grosso glande. E poi rifaccio il percorso inverso. Quando la mia lingua arriva ai testicoli apro la bocca e li faccio entrare serrando intorno allo scroto le mie labbra; li succhio. Lui lancia un lungo nitrito. Gli piace. Faccio durare l’azione pochi secondi. Non voglio che mi venga sulla faccia. La sua forza non deve essere sprecata. Ben altro &egrave il posto dove deve versarla. Smetto di succhiargli le palle già gonfie di sperma e riprendo a leccarlo. Giunta che sono sul glande apro la bocca e lo faccio entrare. Lui mi afferra la testa con le sue forti mani e comincia a stantuffarmi il cazzo nella bocca. Mi sta chiavando nella bocca. Cerco di impedirglielo perché voglio essere io a condurre il gioco. Non ci riesco. Imperterrito continua a pomparmi il suo cilindro nella bocca. Sento il glande urtare contro la mia ugola. Ho la sensazione di voler vomitare. Di colpo si ferma. Ho le labbra schiacciate contro il suo pube ed il suo cazzo affondato completamente nella mia bocca. Pochi secondi ed un primo fiotto di caldo ed asprigno liquido seminale mi viene sparato direttamente in gola; faccio un po fatica ad ingoiarlo. Al primo fanno seguito altri spruzzi. Il suo vulcano erutta tutta la sua forza nella mia arida gola; non una goccia viene perduta. Quando il piacere si placa sfila il cazzo dalla mia bocca e si stende sul pavimento al mio fianco. Allunga un braccio e posa la sua mano su una mia zizza.
‘Mamma &egrave stato fantastico. Pisciarti in gola tutta la mia forza &egrave una cosa esilarante. Te lo posso dire: chiavarti nella bocca &egrave una cosa che mi piace molto. Meglio di quando mi chiavo la nonna.’
‘A proposito di tua nonna. Quando le hai fatto il culo l’ho invidiata.’
‘Non dirmi che ti piacerebbe prenderlo nel culo?’
‘Amore di mamma, sono sei mesi che mi tengo pronta. Farmelo mettere nel culo &egrave un desiderio che ho sempre avuto. Ho tentato con tuo padre ma lui nisba. Diceva che gli faceva schifo. Poi ho capito che tu non avevi niente contro la sodomia e ti ho incitato a incularti tua nonna. L’hai fatto e ti &egrave piaciuto. Vederti stantuffare il tuo cazzo nel culo di mia suocera mi ha fatto andare in orbita con il cervello. Ora tocca al mio culetto essere profanato. L’ho preparato a ricevere il tuo randello. Cosa ne dici di provare? Me lo metti nel culo?’
‘Ti farò male; sentirai dolore.’
‘Tu non ti preoccupare. Te l’ho detto mi sono allenata. Sono sicura che il mio forellino sarà entusiasta se la tua trivella lo allargherà. Adesso mammina te lo tirerà su e poi vedremo cosa sei capace di fare.’
‘Vuoi farlo qui? nell’ingresso?’
‘E dove se no? dai mettimelo in bocca che te lo preparo.’
Non ci vuole molto per tirarlo su. Il pensiero di metterlo nel culo a sua madre lo eccita al punto tale che il suo cazzo si inalbera come un palo.
‘Mamma hai ragione. Ho sempre desiderato trivellarti il culo. Vuoi che ti sodomizzi? Ed io ti accontento. Te lo metterò nel culo. Te lo sfonderò. Ti chiaverò nel culo fino a fartelo uscire dalla bocca. Girati e mettiti carponi; alla pecorina.’
‘No; voglio vedere l’espressione del tuo viso nel momento in cui il tuo sparviero ghermirà il mio buchetto posteriore. Mi devi inculare standomi davanti.’
‘Dopo, mamma, dopo. Tu sei la mia vacca ed io sono il tuo toro. Siamo due bestie. Ti inculerò standoti dietro così come fanno gli animali. Ti devo sentire mia, tu mi appartieni. Dai posizionati che sto fremendo. Voglio il tuo culo.’
Mi convinco. Mi metto alla pecorina; poggio le spalle sul pavimento e porto le mani sulle chiappe; le allargo dandogli in visione il mio buco del culo.
‘Sono pronta. Fai il tuo dovere.’
Un minuto e sento la testa del suo favoloso cazzo poggiarsi sul mio buco del culo.
‘Ci sei. Ora spingi e non fermarti nemmeno se mi sentirai gridare dal dolore.’
Le sue mani sono poggiate sui miei glutei ed esercitano una forte pressione allo scopo di tenermi ferma poi comincia a spingere. Nonostante abbia abituato il mio buchetto a tenersi dentro un plug anale per abituarlo a ricevere un cazzo il dolore si fa sentire. Prima mi mordo le labbra poi grido. Mio figlio si blocca.
‘Non fermarti. Continua a spingere.’
Le sue mani abbandonano i mie glutei e, dopo essersi steso sulla mia schiena, vanno a circondarmi il torace e si aggrappano alle mie zizze. La spinta riprende con più forza e con più decisione. Sento il grosso palo avanzare nel mio intestino retto. Continuo a gridare. Poi un colpo più forte mi dice che &egrave tutto dentro. Mio figlio mi ha rotto il culo; me lo ha spaccato. So che non &egrave finita. Il peggio deve ancora venire. Infatti alcuni secondi di stasi e poi riprende a muoversi; mette in azione la trivella prima a bassa velocità poi con il passare dei minuti aumenta il numero dei giri. Sento lo sfintere dilatarsi. Sento le pulsazioni del suo sangue sbattere contro le pareti del mio sfintere. Il plug anale &egrave servito a poco. Ho fatto male il calcolo. Le dimensioni del cazzo di mio figlio sono fuori misura. Nemmeno il padre lo ha cosi grosso. Stringo i denti ed aspetto la conclusione di quella violenza da me voluta. Mio figlio si da da fare. Le sue spinte mi fanno dondolare le zizze come fossero campane. Gli affondi sono carichi di forza. di colpo smetto di lamentarmi. Il piacere sta sostituendo il dolore. Comincio ad incitarlo.
‘Dai, dai; mettici più forza; spingi, spingi; lo voglio sentire nello stomaco; fammelo uscire dalla bocca. Spaccami il culo; frantumalo.’
Mio figlio &egrave al limite.
‘Mamma sto per esplodere. Vuoi che esca?’
‘Non ti azzardare. Lo voglio dentro. Pisciami nella pancia tutta la tua forza; riempimi il culo con il tuo sperma.’
Un attimo e sento il fluido dilagare nel mio intestino retto. Il cazzo di mio figlio sta eruttando nel mio culo tutto il suo piacere. Quando la conclusione dell’eruzione giunge alla fine si abbatte sulla mia schiena e mi fa roteare il corpo di 90′. La sua trivella &egrave ben piantata nel mio culo. Ci vogliono parecchi minuti affinché il suo cazzo abbandoni il mio culetto.
‘Mamma, &egrave stato favoloso.’
‘Ti &egrave piaciuto mettermelo nel culo?’
‘Più della nonna. Spero che non sarà l’unica volta?’
‘Puoi dirlo forte. Quando vuoi la mia entrata posteriore sarà sempre pronta per accoglierti. Ti pongo una sola condizione. Mi devi avvertire almeno un paio di giorni prima e voglio, pretendo che la prossima volta che vuoi mettermelo nel culo devi calzare il tuo falcone con un preservativo. Se non lo farai la porta posteriore sarà chiusa.’
Ha così inizio un nuovo modo di dare piacere a mio figlio; ogni fine mese il mio cucciolo mi monta usando il mio buco del culo per entrare in me. Oramai il mio buchetto &egrave talmente avvezzo alle visite del cazzo di mio figlio che non provo più dolore. La sua trivella ha ben operato. Ha perforato un pozzo dandogli facile accesso per le scorribande successive. Una sera dopo aver portato a termine la sua azione di sodomita mi abbraccia e mi fa partecipe di un suo perverso desiderio.
‘Mamma, mi piacerebbe che papà fosse messo al corrente del nostro rapporto.’
Lo guardo sorpresa.
‘Anche a me piacerebbe che tuo padre sapesse del nostro amore. Non avremmo più di che preoccuparci. Potremmo liberamente amarci senza più usare stratagemmi. Però non credo che questo tuo desiderio sia la vera ragione. A cosa miri.’
‘Pensaci. Saresti la donna amata da due uomini: tuo marito e tuo figlio; dormiresti con entrambi nello stesso letto; sarebbe un fantastico triangolo. Madre marito e figlio che si amano e si sollazzano senza preoccuparsi del loro legame di consanguineità. Hai mai immaginato di trovarti fra due uomini che ti frullano contemporaneamente il loro cazzo nel tuo bellissimo ed eccitante corpo?’
‘Mi stai dicendo che vorresti che io dovrei stare fra voi due nel mentre mi possedete nello stesso momento? E come potrebbe accadere?’
‘Mamma se ci rifletti &egrave semplice ed &egrave fattibile. Tu hai due entrate. Una davanti ed un’altra dietro. Io e papa potremmo usarle avvicendandoci di volta in volta.’
Con la mente immaginai l’atto. Ne rimango sconcertata.
‘Vorresti che tuo padre mi chiavi mentre tu me lo metti nel culo. Questa si che &egrave depravazione. Come ti vengono in mente certe cose.’
‘&egrave una proposta che ho fatto anche alla nonna. Lei si &egrave mostrata entusiasta. Ha detto che ne parlerà con suo figlio; &egrave sicura di poter convincere tuo marito.’
‘Mia suocera ne parlerà con suo figlio? il che significa che parlerà anche di quello che c’&egrave fra noi due? Questa si che &egrave una tragedia. Tuo padre verrà messo al corrente che tu ti chiavi tua madre, sua moglie. Prevedo uragani in arrivo.’
‘Stai tranquilla. Non hai motivi di preoccupazioni. Tua suocera sa il fatto suo. Pensaci. Si farà possedere da suo figlio e dopo gli dirà di noi due. Tuo marito non avrà motivi per andare in tilt. Lui si chiava sua madre e suo figlio si chiava la propria. La cosa &egrave pari.’
‘Speriamo bene. Se le cose andranno come dici faremo in modo di concretizzare il tuo desiderio. Mi sottoporrò alla doppia prenotazione. Tu che me lo metti nel culo mentre tuo padre me lo mette nella figa. Confezioneremo un panino con due bei salsicciotti che lo inonderanno di salsa spermatica. &egrave da pazzi.’
‘&egrave la stessa cosa che ha detto la nonna. A proposito mi ha anche detto che l’invito &egrave sempre valido.’
Lo abbraccio e lo stringo contro il mio petto schiacciando le mie tette contro il suo torace.
‘Ora riposiamo. Poi andremo a farci un bel bagno caldo e dopo andremo a letto. Abbiamo sei mesi da recuperare.’

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