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Claudio è il classico uomo che si è fatto da se. Nato in una famiglia modesta, con dedizione e sacrificio, è riuscito a costruire una carriera brillante.
Da qualche anno però, complice la monotonia e la sicurezza derivate dalla sua posizione, si sentiva spento ed annoiato. Sì era sempre visto costretto a lottare per ottenere i risultati sperati, ed ora che poteva farne a meno ne sentiva improvvisamente la mancanza.
Aveva bisogno di nuovi stimoli, nuove emozioni, qualcosa che avrebbe potuto dargli una nuova scarica di adrenalina, una botta di vita.
Per alcuni mesi si cimentò in varie attività, ma nessuna di queste riusciva a soddisfarlo, anche perché nel profondo sapeva bene cosa voleva.
Ultimamente, durante le sue lezioni all’università, passava sempre più tempo ad osservare le sue studentesse; giovani donne appena maggiorenni, alcune con delle forme non ancora del tutto mature ma già estremamente invitanti.
Fu costretto a fare i conti con se stesso un giorno di fine luglio. Vuoi il caldo, la stanchezza, la voglia di andare in vacanza, non riuscì a contenersi. L’ultimo appello di quella sessione di esami fu per Claudio una vera e propria tortura. Una fila interminabile di ragazzine, alcune avvolte in vestitini leggeri, alcune in jeans strettissimi e top sofferenti, le poche camicette aperte e semitrasparenti non lasciavano il minimo spazio all’immaginazione.
Non avrebbe retto un minuto in più, si alzò di scatto, scusandosi con la prosperosa ragazza esaminata in quel momento, e scappò in bagno.
Riuscì a malapena ad abbassare i pantaloni, dopo qualche tocco aveva già inondato la parete del bagno di caldo sperma, una quantità impressionante. In quel momento si sentì appagato, ma allo stesso tempo provava ribrezzo. Non riusciva a credere di essersi eccitato e masturbato immaginando di possedere delle ragazzine, anche se il solo pensiero di quei seni sodi e giovani continuava ad eccitarlo.

La pausa estiva non aveva avuto l’effetto desiderato. Credeva ingenuamente di risolvere il problema non avendo più davanti agli occhi le sue studentesse, ma aveva sottovalutato un piccolo particolare, i vari social su cui ormai passava la maggior parte delle sue giornate.
Controllava ogni giorno le decine di profili social delle future dottoresse, alcune più riservate, altre completamente disinibite e sensuali.
E così si lasciava catturare per ore dalle quelle foto di cosce abbronzate e seni sempre più scoperti. Non riusciva a contenersi guardando quelle pose che ai suoi tempi avrebbe potuto vedere soltanto sulle copertine di Playboy, e correva a masturbarsi. Lo faceva sempre più spesso, anche cinque o sei volte al giorno, spesso dimenticando di avere una famiglia e che qualcuno avrebbe potuto scoprire questa sua nuova passione.

Continua…

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