Skip to main content
Racconti Erotici LesboRacconti erotici sull'Incesto

La storia di Iole

By 21 Novembre 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

La luce del sole entra dalla finestra. Si fa strada attraverso lo squarcio delle tende e illumina il letto. Sopra vi sono distesi due corpi. Sono il mio e quello di mio figlio. Siamo nudi. Lui &egrave ancora addormentato. Ha la testa poggiata nell’incavo di una mia spalla. Io sono sveglia. Ho gli occhi fissi nel vuoto del soffitto. Il mio cervello &egrave un turbinio di pensieri. Ho trascorso la notte e buona parte del giorno prima a sollazzarmi con mio figlio. Ho fatto sesso con mio figlio. Mi sono fatta possedere. L’ho amato come si può amare un uomo. Il bello &egrave che ho provato piacere. Sento ancora le sensazioni dei baci che la sua calda bocca dava su ogni centimetro del mio corpo. Sento ancora le vibrazioni della sua lingua quando mi titillava i capezzoli. Vedo la sua testa fiondata fra le mie gambe e le sue caldi labbra avvolgere il mio clitoride e succhiarlo strappandomi grida di immenso piacere. Infine rivedo il suo grosso e lungo pene penetrare il mio ventre e chiavarmi fino a procurarmi un’esplosione di orgasmi come mai in vita mia ho avuto. Mai avrei pensato di avere un rapporto sessuale con mio figlio. Come &egrave potuto accadere.

Mi chiamo Iole. Ho 35 anni. Sono la terza figlia di una coppia di benestanti. Prima di me ci sono una sorella ed un fratello. Entrambi felicemente sposati e con figli al seguito. Io non sono sposata ma mi piacciono gli uomini. Ho due figli: un maschio ed una femmina. Entrambi sono il frutto di rapporti avuti con miei coetanei. Il primo l’ho avuto che avevo 16 anni. Accadde durante una vacanza trascorsa con i miei genitori sui Pirenei. Il ragazzo che mi deflorò e che mi ingravidò nemmeno lo ricordo. Di lui so solo che mi piaceva e che era di molti anni più grande. Quando la gravidanza fu scoperta, i miei cercarono di farmi abortire. Io mi opposi. Allora mi mandarono da Erika, la mia nonna materna, che viveva nella parte occidentale della Francia, sulla costa atlantica. Lì, trascorsi tutto il periodo della gestazione. Nel frattempo continuai a studiare con profitto. A scadenza naturale partorii un bel maschietto biondo forte e sano. D’accordo con Erika lo chiamai Brian e gli diedi il cognome della nonna. Dormiva nel mio stesso letto. I miei venivano frequentemente a visitarci. Si innamorarono del bambino. Al suo primo compleanno mi invitarono a fare ritorno nella nostra casa. Rifiutai. Stavo bene con la nonna e poi dovevo sostenere gli esami di diploma. Mi chiesero se potevano portare con loro il mio beb&egrave. Si presero un altro rifiuto. Andarono via. Mi tuffai negli studi. Sostenni gli esami di diploma con il massimo dei voti. La prima ad avere la notizia fu mia nonna. Arrivata che fui a casa sua, entrai. Sapevo che mio figlio era con la governante e che a quell’ora lo portava a casa sua quindi non lo cercai. In casa c’era un silenzio assordante. Mi preoccupai. Mai la casa della nonna era stata muta. Quantomeno si udiva musica uscire dagli altoparlanti diffusi un pò ovunque. Temetti il peggio. Corsi prima in cucina. Niente. Poi nella sua camera da letto. Niente. Usci sul giardino e girai intorno alla casa. Sul retro, a bordo piscina, distesa su un lettino la vidi. Era integralmente nuda. Stava rosolandosi al sole. Mi avvicinai. Era la prima volta che vedevo il corpo nudo di una donna. Pur essendo una donna di 53 anni aveva un corpo marmoreo. Chissà se alla stessa età anche il mio corpo si sarebbe mantenuto integro. Restai incantata a guardarla. Un pizzicorino incominciò a percorrere il mio corpo. Sentii la mia pelle accapponarsi. Ma non era ne il freddo e ne la paura a darmi quella sensazione. Senza conoscerne la natura mi stavo eccitando. Sentii la mia micina lanciare un silenzioso urlo. Che cazzo stava succedendo. Mi stavo eccitando a vedere il corpo nudo di mia nonna. Piccola, svegliati, torna sulla terra. Fu la voce di mia nonna a portarmi alla realtà.
‘Iole, sei qui. Non ti ho sentita arrivare. Vieni, avvicinati.’
Senza staccare gli occhi dal suo magnifico corpo avanzai verso il lettino su cui era distesa.
‘Allora come &egrave andata? Possiamo dire che sei diplomata?’
Balbettando le feci partecipe del risultato degli esami. Lei si accorse della direzione del mio sguardo.
‘Perché balbetti? Oh, scusami. Sono io che ti faccio balbettare. Non hai mai visto una donna nuda?’
Senza staccare gli occhi dal suo poderoso seno le risposi:
‘No, nonna. Non solo non ho mai visto una donna nuda, ma neanche ho mai visto, nemmeno in fotografia, una donna con un corpo bello come il tuo. Sei di una bellezza sfavillante. Dimmi? Quanti uomini ti corrono dietro?’
‘Bambina mia, sono anni che non frequento un uomo (bugiarda). &egrave da quando tuo nonno si allontanò da casa e non ne fece più ritorno. Non ho più saputo niente di lui. Non credo che sia passato a miglior vita perché lo avrei saputo. Credo che abbia trovato una pulzella più appetitosa di me e sia scappato con lei. Tu, piuttosto, stai guardando le mie mammelle con una strana luce negli occhi. Le trovi attraenti? Ti piacciono? Ti piacerebbe toccarle? Vuoi baciarle?’
Quest’ultima domanda mi sconvolse non poco. Dopo un attimo di esitazione le risposi.
‘Posso farlo? Cio&egrave voglio dire mi lasceresti baciare le tue tette? Non ti darebbe fastidio farti baciare le mammelle da tua nipote?’
‘E perché mai dovrebbe darmi fastidio. Sei mia nipote. Tua madre lo ha fatto per anni e di tanto in tanto viene ancora a soddisfare la sua voglia di essere allattata.’
‘Mamma ti ha succhiato le tette anche da grande e lo fa ancora? Ma &egrave tua figlia come puoi permetterle di succhiarti le zizze?’
Erika si mise seduta. Per un attimo il grosso seno sobbalzò e prese la sua forma naturale. Era magnifico. Non riuscivo a staccare gli occhi da quelle stupende lune. Nonna mi guardò. Sorrise.
‘Lo ha fatto da piccola quando aveva fame e l’ho sfamata con il mio latte. Perché non può farlo anche ora che &egrave diventata una donna adulta. Del resto anche tu hai succhiato latte dal seno di tua madre e non ci vedrei niente di strano se tu dicessi a tua madre di voler succhiare le sue mammelle.’
‘E credi che mamma me lo lascerebbe fare?’
‘Dammi una ragione valida del perché non dovrebbe farsi succhiare le tette da sua figlia. Basta con queste stupide dissertazioni. Vuoi o no giocare con le mie lune.’
‘Lo voglio.’
‘Spogliati e vieni a stenderti.’
Mi tolsi i vestiti, il reggiseno e gli slip. Ero nuda. Mi stesi sul lettino. Erika mi passò un braccio sotto il collo e mi sollevò la testa. Con la mano libera avvicinò una mammella al mio viso. Fece in modo che il capezzolo strofinasse sulle mie labbra.
‘Su, apri la bocca. &egrave tutto tuo. Succhia.’
Desiderosa di assaggiare quel succoso frutto aprii la bocca e lo avvolsi con le mie labbra che si schiacciarono contro la ghiandola mammaria di Erika inglobando buona parte dell’areola che circondava il capezzolo. La mia lingua entrò in azione. Con essa schiacciai il capezzolo contro il palato e iniziai a mungerlo. Latte non ne usciva ma il solo fatto di stare succhiando la tetta di mia nonna mi estasiava. La mano di Erika che reggeva la mammella a cui ero attaccata si staccò e scivolo sul mio corpo; scese sui miei seni che per niente invidiavano quelli di mia nonna e si soffermò a palparli. Le sue dita artigliarono un mio capezzolo e lo sottoposero ad una cruenta tortura. Prima lo strizzò e poi lo fece ruotare su se stesso strappandomi mugolii di piacere misti a grida di dolore soffocati dalla mammella che premeva sul mio viso. Poi la sua mano continuò a scendere carezzando il mio corpo; raggiunse il mio monte di venere. Le dita si avventurarono fra i ricci peli che ornavano la mia vulva. Trovarono il passaggio che conduce all’interno della vagina. Intuii il suo scopo. Allargai le gambe. Nonna introdusse prima un dito facendolo seguire subito da un secondo e poi da un terzo. Cominciò a chiavarmi. Le sue dita entravano ed uscivano dalla mia vulva con una velocità sempre più forte. Smisi di succhiare e cominciai a nitrire e gridare dal piacere che mi stava pervadendo il corpo. Erika si chinò e mi introdusse la sua lingua in bocca. La strinsi fra le mie labbra e la succhiai. Intanto le dita di mia nonna continuavano a stantuffare nella figa. Raggiunsi un primo orgasmo seguito subito dopo da un secondo che fu più sconvolgente del primo e che mi condusse alla perdita della coscienza. Passarono diversi minuti prima che riprendesse a funzionare. Guardai mia nonna negli occhi.
‘Grazie nonna. Non ho mai goduto così tanto. Non credevo che una donna potesse dare tanto piacere ad un’altra donna.’
Mia nonna si stese al mio fianco, raccolse le gambe verso il suo corpo e allargò le cosce.
‘Sono contenta che ti sia piaciuto. Tocca a te. La mia passera sta aspettando la tua bocca. Vuole essere mangiata. Vieni a leccarmela.’
La sua fu una richiesta che non aspettavo. La guardai sorpresa. Lei stava sorridendo.
‘Dai muoviti, non farla aspettare.’
Mi misi carponi e mi sistemai fra le due bianche cosce e guardai. Una magnifica visione si mostrò ai miei occhi. La vulva di Erika era completamente depilata. Due gonfie e grosse grandi labbra erano tenute aperte dalla pressione delle dita che nonna esercitava sui lati mettendo in mostra tutti gli splendidi organi di cui era formata. Le piccole labbra erano di un colore violaceo ed erano belle gonfie. Sembravano due ali di farfalla messe lì a protezione dell’antro da cui veniva al mondo la vita e che in quel momento un rivoletto di bianco liquido colava dall’interno verso l’esterno. Era il segnale della sua eccitazione. Qualche cm più su si vedeva la sua gonfia uretra sormontata da un lucente e splendido clitoride che era completamente libero dal cappuccio. Si ergeva per circa due cm ed era bello gonfio. Sembrava il glande di un piccolo cazzo. Tutto l’insieme era una cosa da immortalare. Mi ripromisi di farle una serie di scatti fotografici e trasferire sul web quella meraviglia. Tutti dovevano sapere che al mondo non c’&egrave vulva più bella di quella di mia nonna Erika.
‘E allora ti muovi. Quanto devo ancora aspettare per sentire la tua lingua rovistare la mia pussy.’
Senza ulteriori tentennamenti fiondai la testa in direzione della grossa conchiglia; la baciai facendo scorrere la mia bocca in lungo ed in largo. Aveva un dolce sapore. Al mio primo bacio Erika ebbe un sussulto. Con un pizzico di sadismo le morsi le grandi labbra strappandole grida di dolore e subito dopo sostituii i morsi con ampie leccate che la facevano miagolare. La mia lingua spaziava veloce su tutta la superficie di quella succosa cozza. Le titillai le piccole labbra e gliele succhiai strappandole ulteriori gemiti di piacere. Con la punta della lingua valicai le piccole labbra e la penetrai. L’orifizio vaginale si mostrò pronto a riceverla. Esplorai il magnifico antro in tutti i suoi punti. Erika era un continuo nitrire di piacere. Lappai le secrezioni vaginali che si mostrarono essere squisite pur essendo di sapore acro. Poi il clitoride attirò la mia attenzione. Iniziai a leccarlo e qui mia nonna si lasciò andare in un lungo ululato che solo una cagna in calore poteva emettere. Lo titillai con la punta della lingua facendolo vibrare come una corda di violino. Lo circondai con le labbra e cominciai a succhiarlo. Dio, stavo facendo un pompino a mia nonna. Allo stesso tempo le infilai in figa tre mie dita e la chiavai. Dalla gola di Erika uscivano suoni e grida che era difficile dire a cosa somigliassero. So solo che il corpo di mia nonna fu preda di un forte tremore. La sua vagina si riempi di umori che tracimarono verso l’esterno. Era un fiume in piena. Poi un urlo più forte degli altri mi annunciò che mia nonna stava per avere un orgasmo e di quelli sconvolgenti. Così avvenne. Dalla sua uretra usciva un denso e cremoso liquido giallognolo. Sembrava magma che usciva da una fenditura della terra. Era il suo sperma. Mi precipitai a lapparlo. Era squisito. Quando l’ultima goccia di quel nettare raggiunse il mio stomaco sollevai la testa per guardare mia nonna. Fu allora che mi accorsi che Erika era svenuta. Mi misi dritta e sculettando e con le tette che sobbalzavano ad ogni passo che facevo rientrai in casa. Ero soddisfatta. Avevo fatto svenire mia nonna. Da quel giorno il mio rapporto con Erika si rafforzò. Diventai la sua amante donna. Si, mia nonna aveva anche un’amante maschio. Questi era l’uomo a cui mia nonna aveva affidato la direzione delle sue attività che andavano dalla cura dei terreni agli allevamenti di animali. Era un uomo di qualche anno più piccolo. Aveva un suo fascino. Biondo, alto, ben piantato fisicamente. Ogni volta che mi capitava di incontrarlo il mio stomaco gorgogliava. Erika, però, nonostante lo ospitasse frequentemente nel suo letto, esercitava un discreto controllo sulle iniziative e sulla conduzione del suo direttore amante. L’idillio si concluse anni dopo a causa mia. Con grande soddisfazione di mia nonna mi iscrissi alla facoltà agraria. Andavo a gonfie vele. Erika mi affiancò un vecchio contadino per farmi conoscere i segreti della terra. I miei studi erano coronati da successi. Superavo gli esami con il massimo dei voti. Arrivai al quarto anno universitario e accadde il fattaccio. Era un giorno dei tanti giorni primaverili. Stavo al recinto dove avvenivano le monte tra animali. C’era, legata ad un palo, una vacca in calore in attesa. Dopo poco fu introdotto nel recinto un possente toro che annusò l’aria e senti gli afrori della vacca. Lanciò un lungo e forte muggito. Fra le sue gambe cominciò ad allungarsi un affare che credo dovesse superare i 50 cm e aveva un glande grande come una piccola noce di cocco. Il toro fu accompagnato al posteriore della vacca. Si sollevò sulle gambe e poggiò quelle anteriori sulla groppa della vacca. Il grosso fallo ondeggiava in ogni direzione. Fu allora che vidi un addetto che prese in mano il cazzo del toro e lo guidò alla vagina. Il toro fece un saltello in avanti ed il suo cazzo affondò nelle viscere della vacca. Dopo un minuto lo vidi indietreggiare con il cazzo penzoloni. L’atto si era così concluso. La vacca era stata fecondata. Ne rimasi colpita. Quella scena si fissò nella mia mente. Mi incamminai verso casa. Arrivata al fienile vi entrai. Guardai in giro e non vidi nessuno. Allora sollevai la gonna e mi sfilai gli slip. Incominciai a masturbarmi. Mentre ero preda del vortice del piacere sentii due forti braccia cingermi la vita. Un corpo premeva contro la mia schiena costringendomi a piegarmi in avanti. Avvertii qualcosa premere contro la mia vagina. Mi resi conto che stavo per essere posseduta. Non mi ribellai. Avevo il sangue in ebollizione e gli ormoni erano impazziti. Lasciai che il cazzo dello sconosciuto avanzasse nel mio corpo. Giunse a fine corsa e si fermò. Fu un attimo e poi riprese a chiavarmi. Aveva un modo tutto particolare di stantuffarmi il cazzo nel ventre. Mi penetrava con violenza e poi lentamente indietreggiava sfilandomelo per poi riaffondare di colpo. Mi piaceva come mi stava chiavando e glielo feci capire lanciando continui mugolii di piacere. Fu una lunga chiavata. Ci sapeva fare. Raggiunsi più di un orgasmo. Quando l’amplesso giunse a conclusione, mi ricomposi e guardai l’uomo che mi aveva presa da dietro. Era l’amante di Erika. Non ne fui sorpresa. Già da tempo sentivo i suoi occhi spogliarmi. Gli lanciai un sorriso.
‘Grazie per averlo fatto. Ne avevo bisogno.’
‘Scusami, ma non ho potuto frenarmi. Sei troppo bella. &egrave da quando sei arrivata che ho desiderato amarti.’
‘Non scusarti. Mi &egrave piaciuto. Quando vuoi rifarlo basta che me lo dici. Sarò sempre pronta a riceverti.’
Iniziò così la mia avventura con l’amante di mia nonna. Un’avventura che non ebbe vita lunga. Dopo tre mesi di lunghe e sfrenate galoppate mi accorsi di essere nuovamente incinta. Il problema che si pose era doverlo dire a mia nonna. Del suo direttore non me ne fregava niente, non lo amavo. Con Erika non ci fu bisogno di parlare. Se ne accorse subito. Mi disse che ero stata una cretina. Che potevo farmi chiavare da chi volessi purché mettessi al sicuro il mio ventre. Poi pretese di sapere chi era lo stallone che mi montava. Non volli dirglielo. Lei insistette senza avere successo. Pochi giorni dopo cercai il mio amante. Non lo trovai. Chiesi ad Erika se lo avesse visto. Mia nonna mi rispose che lo aveva licenziato e mi pregava di non andare alla sua ricerca. Capii che sapeva chi era il padre del bambino che portavo in grembo. Non ribattei. Fu lei a parlare.
‘Io un cazzo come il suo posso sempre trovarlo; per lui invece sarà difficile trovare una donna come lo sono io. L’ho licenziato perché mi ha tradito. L’avesse fatto con una sciacquetta qualsiasi l’avrei anche perdonato, ma chiavarsi mia nipote e ingravidarla &egrave stato troppo; non potevo in alcun modo fargliela passare liscia. Se tu sei una sconsiderata che si &egrave fatta mettere incinta lui &egrave un uomo maturo, doveva premunirsi per evitare di renderti pregna. Piuttosto parliamo di te. Che intenzioni hai? Lo vuoi tenere? Ti dico subito che se decidi di averlo sarò contenta. Così come ho fatto con il primo ti aiuterò anche con il secondo che considero anche un pò figlio mio. Non &egrave stato forse il mio amante ad inseminarti?’
Mi precipitai a baciarla.
‘Nonna, tranquillizzati. Il tuo amante non lo amo. Mi sono servita di lui per calmare i miei bollori. Hai ragione, non sono stata accorta. Oramai la frittata &egrave fatta. Il bambino lo terrò; lo faremo nascere. Quando sarà il momento voglio che siano le tue mani le prime a toccarlo.’
Erika rispose al mio bacio infilandomi la lingua in bocca. Poi si staccò.
‘Vieni. Andiamo a letto. Ho bisogno di stringerti con le mie braccia. Voglio sentire la vita pulsare nel tuo ventre.’
Fu la volta che nonna mi fece partecipe di suoi segreti.

Continua

P.S. Racconto fantasia. Ogni riferimento a persone viventi o decedute &egrave puramente casuale.
Trascorremmo la notte ad amarci intensamente. Erika mi fece raggiungere le vette del piacere più e più volte. Il mattino ci raggiunse che eravamo addormentate. Lo squillo del telefono ci svegliò. Fu mia nonna a rispondere. Dopo aver risposto scese dal letto, indossò una vestaglia sul suo meraviglioso corpo e si avviò verso il bagno senza non prima avermi annunciato che mia madre e mio padre sarebbero giunti in giornata.
‘Dai, amore, &egrave tempo di alzarsi. I tuoi genitori hanno deciso di venire a stare con noi per un bel po’ di giorni.
Ho la netta sensazione che saranno giorni di intensa attività.’
Colsi nel timbro della voce di Erika una nota di contentezza. Non so il perché ma attribuii la gioia della nonna al fatto che avrebbe rivisto mia madre e che per la durata della sua permanenza dovevo stare lontana dal letto di Erika. Mi stiracchiai e dopo circa trenta minuti diedi il cambio a mia nonna nel bagno. Feci una calda doccia, mi asciugai, mi guardai allo specchio. La pancia stava già mostrando i segni della gravidanza. L’accarezzai. Guardai le mie tette; anche loro stavano incominciando ad ingrossarsi. Sorrisi. Dopo essermi vestita con abiti adatti al mio stato andai in cucina dove trovai Erika, ancora avvolta dall’accappatoio e con una mammella che trasbordava dall’apertura, che mi invitò a fare colazione. Con uno sguardo carico di desiderio le dissi:
‘Nonna, posso bere il latte direttamente dal tuo seno?’
‘Sei proprio una insaziabile porcellina. Non ti &egrave bastato succhiarmi le tette per una intera notte; eppoi sai bene che non ho latte da darti. Su muoviti che &egrave tardi, devi aiutarmi a preparare il pranzo. Tuo padre e tua madre saranno affamati quando verranno. A proposito, sappi che tua madre non sa che tu sei nuovamente incinta. Non le ho detto niente.’
Dio. Come farò a spiegarle che si &egrave trattato di un altro incidente di percorso. Vedremo. Qualcosa mi verrà in mente. Puntuali come un orologio i miei genitori si presentarono. I primi abbracci furono tutti per mia nonna che salutò mia madre con un bacio sulla bocca. In quel momento le odiai. Poi Erika si girò verso mio padre che salutò allo stesso modo. Il bacio durò un pochino di più di quello dato a mia madre. Un movimento della mano di mia nonna attirò la mia attenzione. Vidi la mano scivolare fra i loro corpi andando a poggiarsi sulla patta dei pantaloni di babbo che non fu affatto sorpreso di quel gesto. Ne restai sconcertata. Un cattivo pensiero si insinuò nella mia mente. Lo scacciai. Fu il mio turno di salutarli. Prima abbracciai mio padre e poi mia madre che mi strinse a se.
‘La maternità ti ha giovata. Sei diventata più bella. Tua nonna mi ha detto che sei anche diventata un’esperta conoscitrice nel campo dell’agricoltura e che i tuoi studi universitari vanno a gonfie vele. Questo mi fa supporre che hai deciso di restare qui. Anche se so che non &egrave l’unico motivo a trattenerti in questa casa. Il bambino dov’&egrave? Voglio vederlo. Accompagnami da lui.’
Sentii la voce di Erika.
‘Andate pure. Tuo padre resterà ad aiutarmi in cucina e poi ad imbandire la tavola.’
La guardai. Sul suo viso fece la comparsa uno strano sorriso ed i suoi occhi luccicavano. Il cattivo pensiero riapparve. Sentii mamma prendermi per mano. Ci avviammo verso la stanza dei giochi dove trovammo Brian occupato a cercare di costruire chissà cosa con i mattoncini della lego. Mamma lo abbracciò e lo riempi di baci.
‘Dio, come &egrave cresciuto. Sta venendo su proprio un bel pargoletto. Sono sicura che quando sarà grande le donne impazziranno. Se lo contenderanno. Dorme ancora insieme a te? Oramai ha sei anni. Va già a scuola. Quando ti decidi ad abituarlo a dormire da solo.’
‘Anche se vorrei continuare a tenerlo a dormire nel mio letto dovrò per forza abituarlo a dormire da solo. Fra non molto il suo posto sarà occupato.’
Louise (così si chiama mia madre) mi guardò, si avvicinò, mi prese le mani nelle sue.
‘Raccontami. Hai trovato un uomo?’
‘Andiamo nella mia camera.’
Una volta entrate la feci sedere sul letto mentre io restai in piedi.
‘Prima hai detto che sai cosa mi trattiene in questa casa; a cosa ti riferivi?’
Mamma mi invitò a sedermi vicino a lei. Cosa che feci. Fissò i suoi occhi nei miei.
‘Erika mi ha detto di quello che c’&egrave fra voi due; mi ha anche detto che tu sai che di tanto in tanto anch’io mi diletto a giocare con lei. Da quando sei entrata nella sua orbita i miei incontri con lei si sono diradati. Quando abbiamo desiderio di fare all’amore ci diamo appuntamento in alberghi sempre diversi. Sembriamo due puttane che incontrano di nascosto i loro amanti. So che ho un rapporto lesbico-inestuoso con mia madre, ma non posso farci niente. L’amo. Spero che tu non me ne voglia. Sono anche gelosa di te. Erika mi ha detto che quando siete insieme diventi un uragano. Mi ha anche detto che riesci a farla svenire. Io non ci sono mai riuscita. L’ami?’
‘Mamma, fin dalla prima volta con tua madre ho saputo della relazione che hai con lei. Mi dispiace che, per incontrarvi, abbiate dovuto farlo di nascosto. Ora che ci siamo confessate il nostro amore per Erika non devi più ricorrere ad incontrarla in albergo. Quando vuoi fare sesso con tua madre puoi benissimo venire a trovarla a casa sua.’
Louise si precipitò ad abbracciarmi.
‘Grazie, bambina mia. Mi rendi felice. Chiedimi qualsiasi cosa e te la darò’
La fissai negli occhi e senza distogliere lo sguardo le dissi:
‘Louise voglio che tu mi ami come ami tua madre. Mamma voglio che tu mi scopi.’
Mia madre spalancò gli occhi.
‘Vuoi fare sesso con me? Oh, dio. Mia figlia vuole essere la mia amante. Non so perché, ma questo tuo desiderio non mi sorprende. Ho sempre desiderato averti nel mio letto ed ora eccoti qui pronta a donarti. Non ho mai osato sedurti per paura di traumatizzarti. Iole, bambina mia, vieni fra le mie braccia. Baciami.’
Mi lanciai su di lei facendola stendere sul letto. Rovesciai la mia testa sulla sua ed incollai le mie labbra sulle sue che erano già pronte a ricevere la mia lingua che, guizzando, entrò nella sua bocca. Ci baciammo con furia. Succhiavo la sua lingua come fosse un capezzolo ed altrettanto fece lei con la mia. Sentii la mia micina miagolare.
‘Mamma ”
Volevo parlarle della mia nuova gravidanza. Non mi permise di parlare. Si staccò da me, si alzò e si sistemo il vestito.
‘Ora non &egrave il momento; tuo padre e tua nonna ci aspettano. Resisti ancora qualche giorno. So che tuo padre deve andare per due giorni in azienda. Appena sarà partito raggiungimi in camera.’
Ma perché le donne più vecchie devono avere sempre ragione. Uscimmo dalla mia camera e raggiungemmo gli altri due in cucina. Erika prima guardò sua figlia che le fece un cenno con gli occhi, e poi guardò me; il suo viso si illuminò; si avvicinò e mi parlò con voce bassa.
‘A quando vedo vi siete parlate. Ti piace la mammina? A quando il vostro primo incontro?’
Le risposi quasi bisbigliando
‘Nonna, non ti si può nascondere niente. Vorrei avere la tua capacità d’intuizione. Darei delle risposte ad un pensiero che mi frulla nel cervello da qualche giorno (mentii). Si mamma mi piace. Ardo dal desiderio di tuffarmi sul suo corpo. La nostra prima volta sarà a giorni.’
‘Le hai detto di essere incinta?’
‘Non me ne ha dato il tempo.’
Pranzammo dopodiché andammo nel salone. Io mi sedetti sul divano con Louise. Nonna stava seduta vicino al tavolo insieme a mio padre e confabulavano. Decisi che era il momento di informare mia madre.
‘Mamma, prima mi hai chiesto se avevo trovato un uomo che mi aiutasse a riscaldare il letto. No, non l’ho trovato. Però a breve ci sarà un nuovo piccolo essere che occuperà, nel mio letto, lo spazio che Brian lascerà libero. Mamma ‘ sono incinta, aspetto un bambino.’
Louise sembrò non essere sorpresa dalla notizia.
‘Sapevo che prima o poi ne avresti combinata un’altra delle tue. La nonna ne &egrave a conoscenza? L’uomo che ti ha fecondata spero voglia assumersi le sue responsabilità?’
‘Nonna sa e conosce anche l’uomo che mi ha ingravidata. Era il suo amante. Dico era perché la nonna lo ha mandato via. A me non importa. Non lo amavo. Cosi come &egrave stato per Brian sarà per la nuova vita che sta crescendo nel mio ventre. Erika mi ha già fatto sapere che mi aiuterà.’
‘Non lo amavi? Allora per quale ragione ti sei fatta montare?’
Le raccontai della scena della monta della vacca, dell’eccitazione che mi prese e di come ho subito l’assalto senza ribellarmi. In seguito mi sono fatta cavalcare ogni qualvolta ne sentivo il desiderio.
‘Vuoi dire che lo hai usato? Come può una donna farsi chiavare da un uomo senza amarlo? Solo le puttane arrivano a tanto. Figlia mia sei diventata una lussuriosa. Hai detto che &egrave stato l’amante di tua nonna. Sappi che Erika &egrave della tua stessa pasta. Lei quell’uomo non lo ha mai amato. Lo portava a letto per calmare i suoi bollori. Il vero amante di tua nonna &egrave uno che conosco molto bene. Mi auguro che tua nonna un giorno ti dirà chi &egrave il suo amante.’
Di nuovo il cattivo pensiero fece capolino nella mia mente. Guardai Erika e poi mio padre. No, non può essere. Decidemmo di fare un escursione alle stalle dove la nonna fece preparare quattro cavalli che montammo e via per i campi. Loro tre si lanciarono al galoppo mentre io, tenuto conto del mio stato, feci assumere al cavallo un’andatura lenta, da passeggio. All’imbrunire tornammo indietro. Cenammo e poi ognuno nella propria stanza. Arrivai nella mia camera dove trovai la governante che aveva già messo il pigiama a Brian. La ringraziai per la premura. Dopo avere dato il bacio della buonanotte a mio figlio usci dalla stanza. Guidai Brian ad entrare nel letto. Accesi il televisore e lo sintonizzai su un programma di cartoni animati che piacevano molto a mio figlio. Lo lasciai ed andai in bagno dove feci una doccia con acqua bollente. Dopo essermi asciugata indossai una larga camicia da notte e mi infilai nel letto. Brian già dormiva. Il sonno tardava a venire. Nemmeno un noioso film riuscì a farmi addormentare. La mia mente corse a mia nonna. Era l’unica che sapeva cosa fare per conciliarmi il sonno. Ma la presenza dei miei genitori frenarono la mia voglia di andare ad infilarmi nel letto di Erika. Era notte fonda quando in preda a nervosismo mi alzai per andare in cucina a prepararmi una tisana. La casa era nel buio più completo. Solo una debole luce filtrava dalla stanza dei miei genitori. Mi incamminai in quella direzione. Più mi avvicinavo, più sentivo dei mugolii provenire dall’interno della stanza. Sorrisi. I miei genitori si stavano facendo una lunga galoppata. Beati loro. Giunsi davanti alla porta. Vidi che non era chiusa del tutto. La curiosità fu forte. Decisi di lanciare una sbirciatina. Accostai il viso all’apertura e ‘ Uno spettacolo sconvolgente si presentò ai miei occhi. Un uomo nudo era in piedi al centro della stanza; davanti a lui c’erano due donne, anch’esse nude, inginocchiate che si contendevano a colpi di lingua un grosso e robusto cazzo. Quell’uomo era mio padre e le donne che gli leccavano il cazzo una era mia madre e l’altra era mia nonna. Babbo aveva le mani poggiate sulla loro testa e ne guidava i movimenti. Il cattivo pensiero diventò realtà. Il vero amante di Erika aveva un viso ed un corpo: era mio padre e mamma ne era a conoscenza. Intanto la scena era cambiata. Mia madre si era spostata dietro mio padre e aveva il viso affondato fra le natiche di babbo mentre la nonna si era impossessata del nerboruto fallo del genero e lo aveva imboccato dando inizio ad favoloso pompino. La mia mente partì. Il mio corpo fu pervaso da migliaia di punture di spilli. I battiti del cuore aumentarono. Il sangue affluiva veloce al cervello. Infilai una mano nell’apertura della camicia e con le dita artigliai un mio capezzolo. Incominciai a torturarlo. L’altra mano era scivolata fra le mie gambe e due dita si erano intrufolate fra le grandi labbra ed erano entrate nell’orifizio vaginale. Iniziai a stantuffarle nella mia infiammata figa. Mi chiavavo con le mie dita. Riportai lo sguardo nella stanza. Lo scenario era nuovamente cambiato. Mio padre era steso sul letto e mia nonna lo stava cavalcando dandogli la schiena in visione. Le mani di babbo erano ancorate ai grossi globi di Erika che mettendosi a smorza candela aveva fatto sparire il cazzo del suo amante nel suo ventre. Louise, intanto, si era messa carponi davanti alla madre ed aveva fiondato la testa sulla vagina di Erika. Vedevo la lingua di mia madre vibrare veloce sul clitoride di mia nonna che si dimenava come una forsennata sul cazzo di mio padre. Le sue mammelle sobbalzavano ad ogni fendente che mio padre le affibbiava nella orrida vagina. Ancora una volta la scena cambiò. Mamma abbandonò la figa di sua madre ed andò a posizionarsi dietro la schiena di Erika. La circondò con le braccia e le artigliò le tette. Intanto aveva posizionato il suo bacino sulla testa del marito che incominciò a leccarle la figa non trascurando di succhiarle il clitoride. La stanza ormai era piena di afrore di sesso. Dalla gola delle due assatanate uscivano suoni indecifrabili che si unirono ai miei. Avevo già raggiunto due orgasmi quando, all’unisono, le due maliarde lanciarono un acuto che riempi la stanza. Stavano godendo. Sentii il caratteristico suono che la lingua di mio padre stava facendo mentre lappava gli umori che tramaciavano dalla figa della moglie e vidi uscire dalla figa di Erika lo sperma che il cazzo di mio padre aveva depositato nel ventre di sua suocera. Scappai in camera e andai in bagno dove, seduta sul bid&egrave, mi masturbai ancora una volta rivedendo tutte le scene che mia nonna ed i miei genitori mi avevano offerto. Non ci fu tisana migliore. Dopo essermi lavata la figa tornai a letto, abbracciai Brian e mi addormentai.

Continua

P.S. Racconto fantasia. Ogni riferimento a persone viventi o decedute &egrave puramente casuale.
Al mattino presto feci una doccia. Mi vestii e svegliai mio figlio. Mi dispiaceva svegliarlo, ma doveva andare a scuola. Lo preparai e dopo aver fatto colazione insieme a lui presi l’auto ed accompagnai Brian a scuola. Ad accoglierci trovammo lo stesso insegnante di ogni giorno. Questi era un bell’uomo e mi faceva una corte spietata. Non perdeva occasione per magnificare i miei attributi femminili. Mi piaceva. Forse un giorno gli avrei permesso di farsi una lunga e piacevole cavalcata con me come giumenta. Ripresi la strada di casa. Mentre guidavo rividi gli avvenimenti della notte appena trascorsa. Mia nonna e mia madre si facevano chiavare da mio padre e chissà da quando tempo la faccenda andava avanti. Doveva essere da molti anni che il trio si dilettava in giochini sessuali. Molti pezzi del puzzle andarono ad incastrarsi l’uno nell’altro. Ecco spiegato le frequenti visite (almeno due a settimana) che mio padre faceva a casa di nonna la quale appena lo vedeva andava in fibrillazione. La scusa era che veniva a trovare me e suo nipote. Che porco. Veniva per chiavarsi sua suocera. Ma la cosa che più mi sconcertava era che Louise non solo era cosciente che il marito si chiavasse Erika, ma partecipava lei stessa agli incontri che sua madre aveva con il suo uomo. Eh, no, appena torno a casa mi dovranno raccontare del come &egrave potuto accadere che una madre ed una figlia giacessero con lo stesso uomo. In preda a questi pensieri arrivai a casa. Andai in cucina perché avevo voglia di un caff&egrave. Trovai le due maliarde che si stavano sbaciucchiando. Al mio apparire smisero di baciarsi e mi guardarono. Nonostante il rossore che si sviluppò sulle loro guance notai che erano distrutte ed avevano gli occhi cerchiati.
‘Dio come siete ridotte. Che cazzo avete combinato per ridurvi in questo stato? Debbo dedurre che avete trascorso una notte molto burrascosa. E babbo dov’&egrave. Dorme ancora? Anche lui &egrave stanco?’
Mia madre mi guardò con occhi inquisitori. Il viso di mia nonna diventò ancora più rosso.
‘Sentite voi due. &egrave meglio che mi raccontiate alcuni tratti della vostra vita privata. In modo particolare voglio sapere da quando e come &egrave cominciato il vostro rapporto con mio padre. Insomma da quando vi fate chiavare dal mio genitore. E non ditemi che sto vaneggiando perché stanotte vi ho viste leccargli e succhiargli il cazzo ed ho visto te, nonna, che ti facevi stantuffare il cazzo di babbo nella tua vagina mentre mamma ti succhiava il clitoride. Cosa rispondete?’
Le due maiale si guardarono e poi guardarono me. Fu Louise la prima a parlare.
‘Noi due stiamo insieme a tuo padre fin dal primo giorno che lo conoscemmo. Io e tua nonna appena lo vedemmo ne fummo rapite. Fu il classico colpo di fulmine. Solo che il fulmine colpì entrambe. Con Erika ho sempre condiviso tutto. Allora eravamo già amanti. Non c’era cosa che io non sapessi di lei cosi come non c’era cosa che lei non sapesse di me. Quando tuo padre entrò nel nostro campo visivo ci guardammo e ci confessammo che ci sarebbe piaciuto portarlo a letto. Decidemmo che non ci saremmo combattute. Concordammo che sarei stata io la prima a sedurre tuo padre. Così fu. Poi fu la volta di tua nonna. Quando la faccenda divenne seria decidemmo di fare partecipe tuo padre della nostra intesa.’
‘Che intendi quando dici che la faccenda divenne seria?’
Fu Erika ad intervenire.
‘Amore, la faccenda divenne seria perché scoprimmo di essere entrambe incinte. Tuo padre ci aveva fecondate contemporaneamente. Fu così che decidemmo che doveva essere messo al corrente di quando, io e tua madre, avevamo concordato. Decidemmo che lui sposasse tua madre e che sarebbero venuti a stare con me in modo che il tuo papà distribuisse equamente i suoi favori e senza spostamenti da una casa all’altra. In seguito creò l’attività di cui &egrave ancora proprietario. Insieme a tua madre decise di trasferirsi. Questo non gli impedì di frequentarmi. Le sue visite nel mio letto si ridussero a due per settimana. Non fu l’unica volta ad ingravidarci. Lo stallone ci inseminò per altre due volte e sempre nello stesso tempo. Sappi che tu, oltre a tuo fratello ed a tua sorella, hai altri due fratelli ed un’altra sorella. Non li ha partoriti tua madre. Essi sono figli miei e di tuo padre. Sono tuoi fratellastri.’
La rivelazione di avere un’altra sorella e altri due fratelli di cui uno aveva la mia stessa età mi sconvolse non poco. Sapevo che nonna avesse altri tra figli ma mai avrei pensato che li avesse generati facendosi inseminare da mio padre. Li conoscevo come zii e zia ed invece mi erano fratelli e sorella.
‘Loro sanno chi &egrave il loro padre? E sanno che mia madre &egrave la loro sorella e che questa ha avuto tre figli dal loro papà? Non &egrave che mi state ingannando? E poi com’&egrave possibile che mio padre non si sia accorto della vostra manovra?’
‘Loro sanno chi &egrave il loro papà e sanno anche che la loro sorella maggiore &egrave la moglie del loro padre. Sanno di avere delle sorellastre ed un fratellastro. Ho dovuto dirglielo.’
In quanto a tuo padre non sappiamo dirti se abbia capito che fra me e tua madre ci fosse intesa. Posso dirti che se lo intuì seppe nasconderlo molto bene.’
‘Che troie che siete. Sono desiderosa di conoscere come si sono svolti i fatti. Vi dispiace raccontarmeli?’
Mi invitarono a seguirle. Andammo nel giardino dietro casa. Ci sedemmo intorno ad un tavolo. La prima a parlare fu mia nonna.
‘Come &egrave a tua conoscenza io e tua madre abbiamo un rapporto lesbico-incestuoso. Questo ci ha consentito di essere più sincere l’una con l’altra ed a condividere, nel bene e nel male, ogni cosa che ci potesse accadere. Da quando abbiamo scoperto di amarci abbiamo cambiato anche il nostro modo di vivere. Una fra tutte: prendemmo l’abitudine di trascorrere le vacanze da sole per non correre il rischio che qualche nostro parente o vicino scoprisse il nostro rapporto. Diventammo amanti della natura. Cominciammo a frequentare, al mare, lidi riservati agli amanti del nudismo ed in montagna camping di naturisti. Questo ci permetteva di non fare spiacevoli incontri con conoscenti. Fu durante una di queste vacanze che lo vedemmo. Stava seduto in riva con le gambe raccolte contro il torace. Ogni tanto vedevo la sua testa girarsi verso di noi e fissare i nostri corpi nudi stesi sui lettini a prendere il sole. Capii che doveva essere la prima volta che frequentava una spiaggia di nudisti. Lo capì anche tua madre la quale partì in quarta. Si alzò. Avresti dovuta vederla. Era splendida nella sua nudità. Le sue tette si ergevano imperiose. Sembravano due piccole ogive con due grossi capezzoli che spingevano in avanti come proiettili pronti ad essere sparati. Non ti dico del culetto. Era un mandolino. Prese una sigaretta e si avvicinò al ragazzo. Si chinò in avanti e facendogli penzolare quasi sul viso le sue favolose mammelle gli chiese se avesse del fuoco per accendere la sigaretta. &egrave meglio che continui tua madre.’
—————————————————————————————————————————————-
‘Al suono della mia voce e con le mie zizze che quasi gli sbattevano sulla faccia diventò rosso come un peperone e si affrettò a coprirsi il davanti con un asciugamano. Il gesto non riuscì ad evitare che vedessi quello che mi premeva scoprire. Ne fui favorevolmente colpita. Il giovanotto aveva un fallo niente male. Era duro e svettava come un palo della luce. Aveva un glande grosso e luccicante. Dalla fessurina gli usciva una goccia di liquido biancastro. Il mandrillo era eccitato. Sapevo che il motivo della sua eccitazione erano i nostri corpi. Non riusciva a staccare gli occhi dalle mie mammelle. Era come magnetizzato. Io sorridevo. Finalmente, dopo un tempo interminabile, sentii un bisbiglio. Mi stava dicendo che non poteva accontentarmi perché non fumava. Gli risposi che non necessariamente si dovesse fumare per avere un accendino e, facendolo sprofondare sotto terra per la vergogna, indicando il suo cazzo aggiunsi che non credevo non potesse favorirmi visto che tra le gambe aveva un grosso acciarino. Mi misi ritta e sculettando tornai al mio posto. Raccontai a tua nonna di quello che avevo visto. Erika si eccitò e immediatamente mi disse che dovevamo fare il possibile per portarlo a letto. Le ricordai che ero ancora vergine. Mi rispose che era giunto il momento di sacrificare la mia verginità sull’altare del piacere. Intanto il nostro guerriero si era alzato e tenendo l’asciugamano premuto sul suo coso si stava avvicinando a noi. Quando fu molto vicino si volse verso di me e mi invitò al bar. Guardai Erika che mi fece un cenno di assenso. Lo seguii. Lui non abbandonò l’asciugamano. Ci sedemmo ad un tavolo e piegandomi in avanti poggiai le mie grosse tette sul tavolo. Lui le guardava con occhi carichi di libidine. Mi eccitava vederlo sbavare. Si scosse. Ordinò due bibite. Vidi che aveva appoggiato l’asciugamano sul tavolo. Mi piegai di lato e guardai sotto al tavolo, fra le sue gambe. Il palo era ancora lì ed era bello ritto. Lo guardai negli occhi. Capii che stava scoppiando. Allungai una mano e la poggiai sul duro piolo. Lo avvolsi con le dita e lo strinsi. Doveva avere i testicoli pieni perché un secondo dopo mi riempi la mano di denso sperma. Avevo sperato in qualcosa di più. Incavolata per quella subitanea esplosione di ormoni mi alzai di scatto, presi l’asciugamano e mi pulii la mano. Mi chinai verso di lui e lo baciai sulle labbra. Lo invitai a raggiungerci nel nostro bungalow. Lo lasciai e raggiunsi mamma che era in attesa di notizie. La ragguagliai su quanto era accaduto e la informai che lo avevo invitato a bere un drink da noi. Mamma mostrò la sua contentezza dandomi dei lascivi baci senza curarsi del posto in cui ci trovavamo. Venne la sera e lui si presentò con un mazzo di rose rosse. Disse che erano per mia madre. Si era pettinato e sbarbato. Aveva messo anche del profumo. Indossava un pantalone di lino blu ed una maglietta bianca. Lo accogliemmo cosi come già ci aveva viste e conosciute: vestite della sola nostra pelle, ovvero nude. Solo un folto cespuglio di peli neri e ricci copriva i nostri pubi nascondendo ad occhi umani lo spacco che divide in due la vagina. Al nostro apparire gli si bloccò la lingua. Non riuscì a parlare. Farfugliò qualcosa che doveva essere un saluto. Lo facemmo entrare e lo invitammo a sedersi sul divano. Io mi sedetti vicino a lui mentre mamma si sedette su una poltrona e standogli di fronte. Jò (così si chiamava) si trovò preso tra due fuochi. Io al suo lato che ad ogni pi&egrave sospinto strofinavo le tette sul suo braccio e mia madre che di continuo allargava le gambe facendogli intravedere lo spacco della sua patata. Notai che sudava. Non faceva caldo, ma le vista delle nostre grazie gli procurava vampate di calore. Cercai di metterlo a suo agio.
‘Jò, non &egrave giusto che noi stiamo nude e tu sei vestito. Perché non ti spogli. Siamo in un campo nudisti. Se qualcuno ci vede non hanno nulla da recriminare.’
‘Be, io veramente non so se &egrave conveniente mostrarmi nudo anche in casa vostra.’
Con una mossa repentina e veloce gli sfilai la maglietta. Mia madre allargò le gambe e facendo dondolare le grosse mammelle si chinò verso di lui. Afferrò il bordo della cintura dei pantaloni e gliela sbottonò
‘Dai, togliti i pantaloni ed anche gli slip. Non sentirti in imbarazzo. Facci vedere come sei fatto.’
Con il viso rosso porpora si alzò e si sfilò i pantaloni e gli slip lasciandoli cadere sul pavimento. Jò, veloce, portò le mani a coprirsi il cazzo. Mamma fu veloce, gli afferrò i polsi e li tirò a se facendo librare nell’aria il suo grosso uccello. Erika nel vedere il mostro si lasciò sfuggire un grido di sorpresa.
‘E tu volevi tenere nascosta questa meravigliosa bestia. Lo sai che &egrave peccato non permettere alle donne, ed a noi in particolare, di ammirare una si stupenda creatura.’
——————————————————————————————————————————————-
‘Mamma, nonna, vi rendete conto che lo stavate violentando. Povero paparino vittima di due lussuriose.’
‘Bambina, se fossi stata al nostro posto, conoscendoti, gli saresti saltata addosso e lo avresti divorato se non distrutto. Noi invece lo abbiamo amato e lo abbiamo preservato fino ad oggi.’
‘State parlando di mio padre.’
‘Oggi &egrave tuo padre, allora non lo era. Vuoi sentire il resto della storia o vuoi giudicare il nostro comportamento?’
‘Proseguite.’
—————————————————————————————————————————————–
‘Jò era in preda alla più completa confusione. Il suo cervello era in disordine. Non così si poteva dire del suo favoloso cazzo che continuava, imperterrito, a mostrare tutta la sua potenza. Tua nonna decise che era venuto il momento di passare all’azione. Si sollevò dalla poltrona e, ammiccando, si avviò verso la cucina.
‘Scusatemi, vi lascio soli per un attimo, vado a preparare dei drink.’
In un batter di ciglia sparì dalla nostra vista. Non appena Erika si dileguò, senza por tempo in mezzo, mi inginocchiai tra le gambe di tuo padre e fiondai la testa verso il suo inguine. La mia bocca toccò il luccicante glande. Tirai fuori la lingua e leccai, in lungo e in largo, il favoloso muscolo cavernoso. Dopo averlo ben insalivato dischiusi le labbra e gli permisi di entrare nella mia bocca. Cominciai a succhiarlo. Alzai gli occhi e vidi che lui mi guardava estasiato. Portò le sue mani ad incorniciare il mio viso. Mi lisciava le guance con le mani. Ad ogni affondo che facevo con la bocca verso il suo pube lui mugolava di piacere. Più volte il grosso glande urtò contro la mia ugola facendomi tossire. Poi mi ritrassi e lasciai che il cazzo mi uscisse dalla bocca. Jò mi guardò stupito. Mi sollevai quel tanto che basta per avvolgere il grosso cazzo con le mie zizze. Le mie mani comprimevano le mammelle contro il suo cazzo imprimendo ad esse un movimento rotatorio. Gli feci una sega con le tette che culminò in una abbondante eiaculazione parte della quale si spiaccicò sulle mammelle; parte mi colpì il viso; la parte più copiosa fu prontamente catturata dalla mia bocca. La ingurgitai. Era la prima volta che assaggiavo lo sperma di un uomo. Lo trovai gustoso. Mi dedicai alla pulizia dell’organo leccando l’intera sua superficie. Passai a pulire le mie tette sollevandole con le mani e leccandole; infine con un tovagliolo pulii il mio viso inzaccherato di liquido seminale. Ebbi appena finito che tua nonna rientrò con un vassoio con sopra tre bicchieri pieni di chissà cosa. Erika mi lanciò una fugace occhiata interrogandomi con gli occhi. Le sorrisi. Capì.
‘Come mai siete così silenziosi? Vi siete detti qualcosa di sgradevole?’
Jò, rosso in viso come un peperone, si alzò dal divano; si avvicinò ad Erika, le tolse il vassoio dalle mani e lo posò sul tavolo. Infine parlò.
‘Mi scuserete, si &egrave fatto tardi. Devo lasciarvi.’
Raccolsi i suoi vestiti ed andò via. Immediatamente tua nonna corse ad abbracciarmi.
‘Dimmi tutto.’
‘Mamma &egrave stato stupendo. Gli ho prima leccato e poi succhiato il cazzo. Gli ho fatto una sega stringendo il mostro fra le zizze ed ho bevuto il suo sperma. Mi &egrave piaciuto. Lui &egrave rimasto scioccato. Credo che non si aspettasse quello che gli &egrave capitato. Non &egrave di tutti i giorni eiaculare nella bocca di una donna. &egrave questa, a mio parere, la ragione che lo ha fatto scappare. Ha avuto vergogna.’
Erika si elettrizzò.
‘Il primo passo &egrave stato fatto. Vedrai che stanotte ci penserà e domani lo rivedremo. Non scapperà. Al contrario ti cercherà. Quello che gli hai fatto oramai gli sì &egrave fissato nella mente. Cercherà di restare solo con te. Mi raccomando non farlo scappare. Ora andiamo a festeggiare.’
Mi prese la mano e mi guidò verso la camera da letto.

Continua

P.S. Racconto fantasia. Ogni riferimento a persone viventi o decedute &egrave puramente casuale.
Il mattino prima di andare in spiaggia concordammo che ad una certa ora lei, se lui era presente, sarebbe andata via per fare compere al centro commerciale lasciandomi sola con il giovane torello. Andammo in spiaggia. Jò era già sul posto. Questa volta stava in piedi. Aveva un asciugamano da spiaggia che gli cingeva la vita. Io e tua nonna avevamo dei pareo talmente trasparenti che i nostri attributi: tette, capezzoli e natiche erano completamente visibili. Ci liberammo dei pareo e ci sdraiammo sul lettino. Il torello si avvicinò; si sedette su una stuoia e si liberò dell’asciugamano. Questa volta non ebbe vergogna a mostrarci la sua grossa verga. Mai visione celestiale fu così ben accetta. Erika a vedere quel mostro quasi si strozzò per il grido di gioia che soffocò nella sua gola. Io non resistetti. Nonostante la presenza di mia madre la mia mano partì senza controllo ed andò a posarsi su quel meraviglioso e fulgido cazzo. Il proprietario di quel piolo si precipitò a coprire con l’asciugamano l’inaspettato mio gesto. Poi fece sparire la sua mano sotto l’asciugamano e la posò sulla mia; la strinse facendo in modo che la stretta sul suo pene aumentasse d’intensità. Erika assistette a tutta la scena. Non disse niente. Si alzò indossò il pareo.
‘Louise, vado al centro commerciale. Tu resta pure. Non so quanto tempo mi tratterrò. Credo però che starò via per molto.’
Si chinò come per darmi un bacio ed in un soffio di voce.
‘Quando sto per tornare ti manderò un ms. Mi raccomando, non lo spaventare. Fallo dannare e poi fatti prendere.’
Mi baciò e sotto lo sguardo arrapato di Jò andò via. Restai sola con il guerriero. Con ancora la sua mano che stringeva la mia intorno al suo cazzo; mi fissò negli occhi e mi fa:
‘Ieri sera sei stata stupenda. Lo rifaresti?’
‘Cosa? Stringerlo fra le mie tette o succhiarlo?’
‘Entrambe le cose.’
‘Andiamo in casa; non pretenderai che ti faccia un pompino qui, sulla spiaggia? Ci sono molti occhi e non vorrei dare scandalo.’
Insieme ci avviammo al bungalow. Appena entrati lui chiuse la porta a chiave; si avvicinò alle mia schiena; mi afferrò per le braccia e mi costrinse a girarmi; infine, facendo pressione sulle mie spalle mi fece inginocchiare. Davanti ai miei occhi c’era il possente grande e grosso batacchio. Il luccicante glande puntò dritto alla mia bocca. Fu troppo la provocazione che mi stava facendo. Mamma ha detto di farlo dannare, ma come si può resistere a tale meraviglia. Avvicinai la bocca e poggiai le labbra sul fulgido glande. Gli schioccai un bacio che lo fece mugolare. Tirai fuori la lingua e cominciai a leccarlo. La feci roteare su tutta la circonferenza soffermandomi a leccargli il frenulo per diversi secondi. Altri sospiri. Con due dita gli presi il glande e lo schiacciai contro il suo ventre. La mia lingua prese a scorrere sul corpo di quel grosso cazzo. Scesi leccandolo fino ai testicoli che stuzzicai con la punta della lingua. Li avvolsi con le labbra e glieli succhiai. Il suo respiro si fece pesante. Cominciò a grugnire. Stava per godere. Non glielo permisi. Gli morsi i coglioni interrompendo lo stimolo del piacere quasi raggiunto. Continuando a spazzolare con la lingua il grosso fallo risalii sul glande che, dopo aver aperto la labbra, accolsi nella mia bocca. Diedi inizio alla suzione. Il tuo futuro padre sbuffò come uno stallone e lanciò un lungo nitrito. Andai avanti a succhiarlo per diversi interminabili minuti. Ogni volta che mi accorgevo che stava per venire interrompevo la suzione e gli mordevo il cazzo. Lui non ce la faceva più.
‘Louise, ti prego, mi fanno male i testicoli; fammi godere.’
Smisi di succhiare. Mi sfilai il cazzo dalla bocca. Mi rimisi in piedi.
‘Seguimi. Ti farò entrare nel mio paradiso.’
Mi avviai verso la camera da letto. Jò mi seguì come un cagnolino. Mi stesi sul letto, tirai su le gambe e le allargai quasi a 180′. Stesi le braccia verso di lui.
‘Voglio essere tua. Prendimi.’
Mi guardò sorpreso. Non credeva al suo udito. Una ragazza gli stava chiedendo di possederla senza nemmeno conoscerlo. In un attimo si posizionò fra le mie cosce e puntò il glande contro il mio ventre. Avvertii che si faceva largo verso il mio fiore. Quando il grosso glande fu tra le mie grandi labbra lo pregai di non farmi male.
‘Fai piano. Sono ancora vergine.’
Lui si bloccò. Mi guardò spaventato. Cercò di tirarsi indietro. Lo circondai con le gambe incrociandole sulla sua schiena.
‘Non spaventarti. Tu mi piaci ed ho deciso di donarti la mia verginità. Se lo vorrai sarai il mio uomo per tutta la vita. Altrimenti puoi anche decidere diversamente, non ti tratterrò.’
Vidi i suoi occhi risplendere. Si tranquillizzò.
‘Non ho nessuna intenzione di lasciarti. Tu mi piaci. Non ho mai incontrato una donna bella come te. A tua madre chi lo dirà.’
‘Con Erika ci penserai tu. Gli chiederai la mia mano. Gli dirai che vuoi sposarmi. Dai spingi; non farmi aspettare. Voglio sentirti dentro.’
Spinse ed il glande valicò le grandi labbra. Continuò a spingere ed incontrò il mio imene. Stavo per diventare donna. Sollevai il bacino ed andai incontro al suo glande. Lui non si fermò. L’imene cedette. Non gridai, ma mi morsi le labbra. Non ero più vergine. Superato l’ostacolo il cazzo mi scivolò dentro per tutta la sua lunghezza. Mi sentii leggera come una piuma. Stavo galleggiando nell’aria.
‘Forza Jò, il più &egrave fatto. Ora fammi godere. Chiavami.’
Si lanciò in uno sfrenato galoppo. Il suo cazzo menava violenti fendenti nel mio ventre facendomi urlare dal piacere. Meno male che il nostro bungalow era circondato da altri che erano deserti. Dentro, fuori, dentro, fuori. A volte mi chiavava con violenza ed un attimo dopo lo faceva piano, con dolcezza. Raggiunsi subito due orgasmi. Lo sentii grugnire e poi irrigidirsi. Stava eiaculando. Dal suo cannone furono sparate copiose bordate di denso sperma che si spiaccicarono contro il mio utero. Ne espulse una quantità enorme che mi riempi il ventre. Ero soddisfatta. Ero riuscita a coinvolgerlo nel mio desiderio di possederlo. Trascorsero appena dieci minuti e fui di nuovo preda di brividi di piacere. Avevo di nuovo voglia. Questa volta fui io a cavalcarlo. Dopo aver manipolato il suo cazzo fino a farlo indurire di nuovo mi impalai e galoppai fino a sfinirmi. Venni e miscelai il mio piacere con il suo sperma. Dio come mi piaceva farmi chiavare. Fino a quando non ricevetti il messaggio di mia madre che mi diceva che stava per tornare mi feci prendere altre due volte. L’ultima fu la più inebriante. Mi misi carponi sul letto e lui si posizionò dietro, appoggiò le mani sui miei fianchi e fiondò il suo meraviglioso cazzo nella mia vagina. Lo affondò per tutta la lunghezza nel mio ventre e me lo stantuffò dentro la pancia fino a farmi svenire. Poi facemmo una doccia veloce ed uscimmo nudi per recarci in spiaggia dove, 10 minuti dopo, ci raggiunse mia madre che vedendomi capì che il piano aveva funzionato. Oramai stava imbrunendo. Erika disse che era ora di rientrare. Jò ci salutò e dopo avermi detto che ci saremmo visti il giorno dopo si allontanò. Anche noi rientrammo. Appena entrate in casa mamma mi chiese come era andata. La presi per mano e la guidai nella stanza da letto. Le mostrai il lenzuolo macchiato di sangue. Mia madre lanciò un urlo di gioia.
‘&egrave il tuo? Non sei più vergine? Dio che magnifica notizia. E lui come la presa? Dai racconta.’
Senza addentrarmi nei particolari le feci un riassunto delle ore trascorse con Jò.
‘Dici che ti sposerebbe? Sei sicura? Non &egrave che lo ha detto perché in quel momento si stava prendendo la tua verginità.’
‘Mamma, a me &egrave sembrato sincero. In ogni caso domani sapremo. Se non ha intenzione di sposarmi questa notte sparirà e noi non lo vedremo più.’
‘Se andrà via io resterò a bocca asciutta.’
‘Amore, abbi fiducia. Sono sicura che domani sarà ancora qui. Se così &egrave sarò io ad andare via lasciandoti campo libero.’
Erika mi mise una mano sotto al mento, lo sollevò, avvicino le sue labbra alle mie e mi baciò.
‘Vieni ho voglia di fare l’amore; voglio conoscere che sapore ha una donna. Sì, figlia mia, tu ora sei una donna &egrave sei mia.’

Continua

P.S. Racconto fantasia. Ogni riferimento a persone viventi o decedute &egrave puramente casuale.
Tua nonna quella notte fu un vero uragano dei sensi tanto che il mattino dopo non avevo la forza di uscire dal letto. Avevo il corpo che non rispondeva a nessun stimolo. Aprii gli occhi e mi guardai intorno. Ero sola. Il pensiero di Jo mi fece balzare in piedi. Corsi alla porta della stanza, l’aprii. Una scena da film porno mi si parò davanti. Restai immobile con la mano poggiata sulla maniglia. Al centro della stanza, in piedi, c’era l’uomo che sarebbe diventato tuo padre; aveva il viso rivolto verso il soffitto e stava mugolando. Aveva ben ragione di mugolare. Davanti a lui, in ginocchio, c’era Erika che, mentre con una mano teneva fermo l’indurito cazzo di colui che il giorno prima mi aveva deflorato, aveva la testa fiondata sulla fulgida spingarda e la stava leccando. La lingua di tua nonna sembrava la lingua di un serpente. Vibrava con una velocità tale che era impossibile vederne i movimenti. La mia fica e le mie tette conoscevano bene quelle vibrazioni. Mamma stava leccando il cazzo di Jo con una foga impressionante. Di colpo smise di leccarlo, lo circondò con le labbra e prese a succhiarlo; non ho mai visto tua nonna succhiare un cazzo; ne restai affascinata. Socchiusi la porta lasciando aperto uno spiraglio che mi consentiva di guardare, dal vivo, quella fantastica scena hard ed anche per vedere fino a che punto mia madre si sarebbe spinta. Mamma succhiò il cazzo di Jo senza farlo godere. Quando si accorgeva che stava per godere glielo mordeva con forza. Il dolore gli impediva di godere. Il pompino durò diversi minuti. Infine, forse stanca, lasciò che Jo le scaricasse nella gola tutto lo sperma che aveva accumulato nei testicoli. Erika lo ingoio tutto e leccò anche le ultime gocce che riuscì a far uscire mungendo il grosso cazzo di Jo. Dopodiché si rimise in piedi, lo abbracciò e lo baciò infilandogli la lingua in bocca.
‘Ora vai, Louise potrebbe svegliarsi e non voglio che ti trovi qui. Capirebbe cosa c’&egrave stato e questo mi darebbe fastidio. Aspettaci in spiaggia. Un’ultima cosa. Oggi pomeriggio torna qui, sarò sola. Mia figlia deve fare delle commissioni in città. Riprenderemo il discorso da dove lo abbiamo lasciato.’
Jo si dileguò. Aprii la porta e feci il mio ingresso nella stanza.
‘Avevi fretta di succhiargli il cazzo? Almeno ti &egrave piaciuto?’
‘Mi hai spiata?’
‘Non l’ho fatto intenzionalmente. Mi sono svegliata e sono venuta a cercarti. Quando ti ho vista inginocchiata davanti a lui e con il suo cazzo alla mercé della tua bocca non ho saputo resistere dal guardarvi. Ho sentito che gli hai detto di raggiungerti nel pomeriggio; se vuoi posso anche lasciarti sola con lui fin da stamane.’
‘Lo faresti? Te ne sarei grata.’
‘Lasciami il tempo di vestirmi e poi vado ad avvisarlo. Avrai l’intera giornata per soddisfare la voglia di stringerlo fra le tue cosce, rientrerò a sera inoltrata. Poi mi dovrai raccontare tutto.’

Il racconto di Erika

Avevo il sangue in ebollizione. Stentavo a crederci. A momenti un uomo mi avrebbe stretta fra le sue braccia e mi avrebbe posseduta. Erano anni che desideravo farmi una sana cavalcata con un giovane stallone. Ero talmente eccitata che non riuscivo a connettere. Dovevo calmarmi. Andai in bagno; riempii la vasca di acqua calda e mi immersi. Chiusi gli occhi e mi lasciai mentalmente andare. L’acqua calda ed i sali profumati fecero il loro dovere. Mi sentivo rilassata. Potevo andare incontro al mio destino. Aprii gli occhi e lo vidi. L’uomo dei miei desideri era lì, in piedi, nudo, e mi stava guardando. Istintivamente portai le braccia a coprirmi il petto. Lui sorrise. Si chinò, mi prese per le spalle e mi fece alzare. Avvolse il mio corpo con un grosso asciugamano da bagno, mi sollevò e mi portò in camera da letto; mi adagiò sul letto; mi asciugò frizionandomi il corpo con un asciugamano di lino. Ad operazione conclusa prese a guardarmi. Sentii i suoi occhi scorrere sul mio corpo; aveva uno sguardo carico di libidine. Brividi di piacere mi scuotevano il corpo. Lui lo capì. Sapeva che lo volevo. Il pompino che gli avevo fatto al mattino era la mia dichiarazione d’amore. Si distese sul mio corpo, sentii le mie tette schiacciarsi contro il suo torace, poggiò le sue labbra sulle mie che prontamente dischiusi accogliendo la sua lingua nella mia bocca; la imprigionai e la succhiai fino a fargli mancare il respiro. Intanto una mia mano si era insinuata fra i nostri corpi. Andai in cerca del suo organo riproduttivo; lo trovai. Era duro come una pietra e bollente come un ferro infuocato. Lo afferrai e lo guidai verso la fenditura delle mie grandi labbra. Lui sollevò il bacino quel tanto che bastava per facilitarmi l’operazione. Posizionai il grosso glande fra le grandi labbra e ‘.
‘Spingi.’
Lentamente sentii il glande affondare nella mia vagina. Dopo anni finalmente un uomo stava chiavandomi. La lunga astinenza si fece sentire, ebbi subito un orgasmo. Mi abbandonai al suo desiderio. Avevo dimenticato cosa significhi avere un grosso cazzo stantuffare nella mia figa. Sentivo il glande urtare contro il mio utero. Dava dei violenti colpi seguiti subito dopo da lenti e dolci affondi. La mia mente era completamente offuscata dal piacere. Lo circondai con le gambe incrociandole sulla sua schiena. Il mio corpo non mi dava tregua. Gli orgasmi si susseguivano veloci uno dietro l’altro. Ero in preda ad un altro orgasmo quando di punto in bianco smise di pompare il suo cazzo nella mia pussy; lo sfilò e si mise in ginocchio. Lo guardai perplessa e anche con disappunto.
‘Girati.’
‘Cosa vuoi fare?’
‘Tu girati e non preoccuparti.’
Con timore mi girai. Lui mi fece allargare le cosce. Per un attimo ho creduto che volesse sodomizzarmi. Mi tranquillizzai quando sentii il glande premere contro la vagina e lui che stendeva il suo corpo sulla mia schiena. Mi circondò il torace con le sue forti braccia andando ad ancorare le sue mani alle mie mammelle. Capii il suo intento. Allargai ancora di più le cosce e sollevai il bacino quel tanto che bastava a farmi penetrare. Il suo cazzo mi scivolo dentro come un piolo che affonda nel terreno. Era una nuova sensazione. Non ero mai stata chiavata da dietro. Mi sentivo come librata nell’aria. Un ennesimo orgasmo si impossessò del mio corpo; gridai e venni. Lui continuò a pompare il suo cazzo nella mia pancia. Sembrava un treno in corsa. Non accennava minimamente a rallentare. Altri orgasmi vennero e lui niente. Avevo la figa in fiamme. Lo sfregare del corpo di quel magnifico pistone contro le pareti del mio cilindro avevano reso incandescente la mia vagina. Mi bruciava e godevo a sentirla infiammarsi. Poi la locomotiva incominciò a rallentare fino a fermarsi del tutto. Ero distrutta. Restai a pancia sotto non so per quanto tempo e lui stava fermo, con il cazzo piantato nel mio ventre. Avvicinò la bocca al mio orecchio.
‘Ti &egrave piaciuto? Sei una donna favolosa. Chiavarti &egrave stato come toccare il cielo. Mi piacerebbe diventare il tuo amante.’
Puntai le mani sul letto e mi sollevai; con un colpo di reni mi liberai del suo peso. Lo guardai. Aveva ancora il cazzo in tiro. Non aveva goduto. Lo montai e ancora una volta mi feci penetrare dal suo pomo. Puntai le mani sul suo torace ed affondai le unghia nella sua carne.
‘Vuoi essere il mio amante? E con mia figlia come la metti?’
‘Louise non avrà niente da temere; lei mi piace tanto quanto mi piace sua madre; troveremo una soluzione che ci permetta di soddisfare le esigenze tue, di tua figlia e mie.’
‘Mi stai proponendo di essere la tua amante e allo stesso tempo vuoi essere anche l’amante di Louise? Nessuna delle due deve sapere che occupi il letto di entrambe? Io non ho niente in contrario ma non credo che tu possa tenere testa a due donne come me e mia figlia. Io ho anni di arretrati e ti divorerò. Louise, invece, non ha ancora provato cosa significa farsi chiavare da un cazzo come il tuo (dio che bugiarda che sono). Sta a te convincerla. Ora basta parlare. Diamo inizio alla danza. &egrave il mio turno. Ti cavalcherò fino a sfinirti.’
Ti assicuro, cara nipote, che quel giorno tuo padre se la vide proprio brutta. La mia voglia di cazzo era tale che lo svuotai di tutta la sua arroganza. Quando fu netta la sensazione che per quel giorno non avrebbe più potuto soddisfare la mia voglia di sesso lo lasciai andare. Distrutto e barcollante sulle gambe si avviò verso l’uscita. Arrivato che fu sulla porta si girò e con voce forte disse:
‘Erika hai un culo favoloso. Mi piacerebbe chiavarti nel culo.’
Gli lanciai il portacenere di pietra che era sul tavolo che riuscì ad evitare. Quando la porta si chiuse un largo sorriso si dipinse sul mio viso. Che ardire. Capisci, cara Iole, senza pudore mi disse che gli sarebbe piaciuto mettermelo nel culo.’
‘Glielo hai permesso? Cio&egrave, nonna, voglio dire hai lasciato che ti sodomizzasse? Te lo ha sfondato?’
Erika mi guardò con un espressione soddisfatta. Capii che babbo l’aveva anche inculata. Mi promisi di farmi raccontare del come avvenne che Jò arrivò a trapanarle il culo.
‘Quando tua madre fece ritorno la misi al corrente degli avvenimenti. Le nascosi solo il particolare del culo. Louise si dimostrò felice e contenta di come si svolssero i fatti. Concordammo che ne l’una e ne l’altra avrebbero mai fatto cenno al fatto di essere entrambe amanti dello stesso uomo. Ci riuscimmo fino a quando, un mese dopo, la nostra ginecologa ci comunicò che eravamo entrambe incinte. Prendemmo la decisione di palesare al nostro stallone il nostro stato di donne pregne. Lo facemmo in un modo inconsueto. Lo chiamammo al telefono e lo invitammo a cena. Quando giunse ci trovò avvolte in vestaglie di velo nero trasparentissime. Ricordo che entrambe avevamo indossato delle calze nere a rete tenute su da reggicalze sempre neri. I nostri piedi erano calzati da scarpe nere con tacchi altissimi. Uno striminzito triangolo di stoffa copriva le nostre vagine. Un reggiseno di merletto nero con coppe forate sul davanti sosteneva le nostre zizze mentre i capezzoli facevano capolino dai fori centrali dei reggiseno. Era l’abbigliamento adatto a fargli sorbire la notizia che dovevamo dargli. Alla nostra vista cadde a sedere sul divano; aveva il respiro pesante; i suoi occhi si spostavano veloci a guardare prima il mio corpo e poi quello di Louise. Ci sedemmo al suo fianco e parlammo. Fu tua madre ad informarlo della gravidanza e fui io a dirgli che ognuna di noi due sapeva del rapporto che l’altra aveva con lui. Tuo padre sembrò scioccato dalle notizie. Dico scioccato perché appena finimmo di parlare si rimise in piedi, si sbottonò i pantaloni, se li sfilò e poi tolse anche gli slip. Il suo cazzo svettò come fosse un uccello che si librava nell’aria. Ci guardò.
‘&egrave questo che vi ha inseminate? Questo &egrave il vostro totem: adoratelo.’
Io e tua madre ci guardammo e poi ci precipitammo ai sui piedi. Avvicinammo le bocche alla favolosa asta e cominciammo a leccarla. Dopo pochi minuti di quel trattamento venne e distribuì nelle nostre bocche, in eguale misura, il denso e squisito sperma che ingoiammo gustandolo. Da allora Jo venne a vivere con noi. Partorimmo. Un anno dopo eravamo nuovamente gravide. Tuo padre creò un’azienda. Decise, insieme a tua madre di trasferirsi in città per meglio seguire la sua attività. La lontananza non impediva a tuo padre di farmi visita e di soddisfare le mie esigenze. Ovviamente tua madre sapeva dove tuo padre trascorreva il tempo quando era lontano da lei. Allo scadere del periodo di gravidanza ci trasferimmo nella clinica della nostra ginecologa dove demmo alla luce i nostri secondi figli. Ritornammo a casa. Tua madre, dopo il parto, scelse di stare un periodo nella mia tenuta. Tuo padre ne fu contento, anche se ogni mattina si sobbarcava di due ore d’auto per andare al lavoro, aveva la possibilità di non spostarsi molto per farmi visita nel mio letto. Il periodo di ospitalità durò due anni duranti i quali tuo padre ci inseminò ancora una volta. &egrave stata la volta che tu fosti concepita. Decisi che non potevo continuare a farmi ingravidare. Compresa tua madre avevo portato avanti 4 gravidanze. Troppe. Gli anni avanzavano. Mi feci prescrivere la pillola. L’ho presa fino a quando ho smesso di essere feconda. Lo stesso fece tua madre. Solo che lei, se volesse, potrebbe ancora sfornare bambini. Tuo padre continuò a cavalcarci con regolarità e lo fa ancora. Ecco ora sai di noi e di tuo padre. Entrambe ci innamorammo dello stesso uomo e invece di combatterci concordammo di farlo nostro. Lui ne fu felice e non ha mai smesso di amarci. Ecco questo &egrave quanto volevi sapere.’
Che storia. Mia madre e sua madre hanno condiviso lo stesso uomo senza essere gelosa l’una dell’altra. Da questi sono state inseminate per ben tre volte mettendo al mondo sei vite. Mio padre continua ad entrare nel loro letto senza risparmiarsi e da quanto ho visto non rifiuta di avere incontri triangolari con le due mantidi. Il mio paparino deve avere i lombi perennemente gonfi se riesce a soddisfare le voglie delle due stupende sacerdotesse del sesso.

Continua

P.S. Racconto fantasia. Ogni riferimento a persone viventi o decedute &egrave puramente casuale.
Le lascio a bearsi dei propri ricordi e vado a rifugiarmi nella zona delle stalle degli equini. Entro in una di esse e mi lascio andare sulle balle di fieno. Con la mente ricapitolo tutto il racconto e nel farlo non riesco a trattenere a che una mia mano scivoli fra le mie gambe. Non ho le mutande. Devo convenire che il venire a conoscenza delle imprese amorose di mia madre e di mia nonna mi hanno fortemente eccitata. Devo, in qualche modo, dare libero sfogo alla mia voglia di fare sesso. Non ho un uomo a portata di mano e quindi non mi resta altro che fare da sola. Si dice che chi fa da se fa per tre. L’altra mia mano va ad infilarsi nella scollatura della camicetta in cerca delle mie gonfie mammelle. Ne trovo una e l’artiglio. La stringo. Le dita circondano il grosso capezzolo e lo stringono in una morsa d’acciaio. L’altra mia mano sta accarezzando la mia passerotta. Anche qui le dita sono attratte dalla piccola protuberanza che, libera dal suo cappuccio, si &egrave inalberata proiettandosi verso l’esterno. Sì, il mio clitoride urla la sua voglia di essere manovrato. Lo accontento; lo stringo fra le dita e lo strizzo. Una fitta sale dall’inguine e va a colpire prima il mio ventre e poi si propaga lungo il corpo fino a raggiungere il mio cervello. Mugolo. Le dita si muovono veloci sul clitoride che al loro tocco vibra come una corda di violino. Il mio cervello si annebbia. Intorno a me vedo solo ombre. La mano che mi sta torturando le zizze si sposta fino a raggiungere la sua compagna fra le mie gambe. Le sue dita si fanno largo fra le grandi labbra e si inoltrano nell’orifizio vaginale seguite da tutto il palmo. Tocco l’utero ingrossato dalla gravidanza con la punta delle dita; lo accarezzo strappandomi ulteriori gemiti. Mi chiavo con la mia stesse dita. L’orgasmo mi colpisce all’improvviso. Grido, godo e vengo diluviando nella mia stessa mano. Sono sfinita ma non appagata. Lentamente riprendo il controllo della mia mente. Attraverso la fessura delle palpebre vedo un ombra. La metto a fuoco. &egrave mio padre. Capisco che &egrave rimasto a guardare il mio modo di darmi piacere. Arrossisco. Veloce tiro giù la gonna e balzo in piedi. Lui non c’&egrave più. Corro verso l’esterno e vedo la sua figura allontanarsi in direzione della casa. Devo assolutamente parlargli. Devo giustificare il mio comportamento. Mentre con passo lento lo seguo un diavoletto si &egrave affacciato nella mia mente e mi sta dicendo che quello &egrave l’uomo che può calmarmi. Devo solo non traumatizzarlo. Il gene della perversione trasmessomi da mia madre e da mia nonna hanno il sopravvento. Lui &egrave già in casa; entro e vado alla sua ricerca. Lo trovo nel salone in prossimità del vano finestra. Sta guardando verso l’esterno. Lo chiamo. Si gira verso di me. Ha gli occhi lucidi. Conosco quello sguardo. Mio padre &egrave arrapato ed io sono la causa della sua eccitazione. Guardo fra le sue gambe e noto il classico gonfiore dovuto all’eccitazione.
‘Papà, devi scusarmi per poco fa. Non pensavo che tu stessi nelle stalle. Credevo di essere sola. Mi dispiace che mi hai visto in un momento di mia intimità.’
Sempre con quella luce negli occhi che non accenna a spegnersi mio padre tenta di giustificare la sua involontaria presenza all’accaduto.
‘Non darti pensiero. Tu hai le tue necessità. Sono io che mi sono lasciato prendere dalla curiosità. Eri talmente bella che non ho saputo resistere dal fermarmi a guardare.’
La sua patta &egrave più gonfia. Sono certa che manca poco e poi il suo cazzo scoppierà.
‘Papà, dimmi la verità, mentre mi guardavi ti sei eccitato? Hai desiderato accoppiarti con me?’
Il volto del mio genitore diventa rosso porpora; un debole suono gli sale nella gola e si trasforma in una frase che auspicavo sentire.
‘Iole, figlia mia, &egrave vero, ti ho desiderata.’
‘Perché sei scappato?’
‘Oh, questa &egrave bella. Cosa pretendevi che mi sarei buttato sul tuo corpo e ti avrei posseduta. Sei mia figlia.’
‘Questo &egrave vero, ma sono anche una donna e tu sei un uomo. In questo momento sei ancora eccitato e fra poco scoppierai se non ti sfogherai. Io mi sono masturbata ed ho goduto ma non sono ancora paga. Ho bisogno che un uomo calmi il mio bollente sangue che sta scorrendo veloce nelle mie vene. Vuoi essere tu quest’uomo?’
Jo strabuzza gli occhi, il rossore che prima gli copriva il viso diventa rosso fuoco. La sua bocca si apre ma non un suono esce dalla sua gola. Prima che gli prenda un colpo mi avvicino, gli prendo una mano e con lui al seguito mi avvio verso la mia stanza. Babbo mi segue come un cagnolino. &egrave in trance. Entriamo nella mia camera che mi affretto a chiudere a chiave. Vado alla finestra e chiudo le tende. Accendo le luci. Ritorno da mio padre. Allungo le mani e gli slaccio la cinghia e poi faccio scorrere la zip dei pantaloni che lascio scorrere fino al pavimento insieme agli slip. Il suo cazzo, non più costretto, con un guizzo si proietta in avanti. Con il glande di colore vermiglio, lucido e completamente scoperto sembra un missile pronto a partire per lo spazio. Ha dei piccoli movimenti incontrollati. I miei occhi sono abbagliati da quella magnifica creatura. Ora capisco il perché le due maliarde se lo contendono. Non ho mai visto un cazzo cosi bello, cosi grosso e cosi lungo. Deve essere almeno 19 cm di lunghezza con un diametro ben 4cm. Lo circondo con le dita della mano. Sento contro il palmo della mia mano il pulsare del sangue che lo attraversa. Un gemito gli esce dalla bocca.
‘Iole, ti prego, fermati. Non possiamo farlo. Siamo padre e figlia.’
‘No, papà, siamo un uomo ed una donna ed io, in questo momento, ho bisogno che un uomo si impossessi del mio ventre. Papà voglio, desidero essere chiavata e devi essere tu a farlo.’
Senza lasciare l’impugnatura che esercito sul cazzo di babbo, avvicino il mio viso al suo e poggio le mie labbra sulle sue. La mia lingua guizza veloce verso la sua bocca penetrandola. Incrocio la sua lingua e do inizio ad un furioso duello. In un primo momento Jo cerca di resistere al mio assalto poi si lascia andare. Mi abbraccia e mi stringe fra le sue braccia. Risponde al mio bacio succhiandomi con forza la lingua.
‘Dio, Iole, cosa stiamo facendo? Come sei bella. Si, bambina, ti voglio.’
Le sue mani giostrano con le mie vesti. Riesce a sfilarmele facendomi restare nuda fra le sue braccia. Io sono riuscito a sfilargli la maglietta. Le mie mammelle si schiacciano contro il suo torace. Il suo cazzo nonostante il mio pancione, preme contro il mio ventre. Ne avverto tutta la sua durezza. Senza lasciarmi e senza smettere di baciarmi mi fa indietreggiare verso il letto fino a farmi cadere distesa su di esso e con le cosce penzoloni. Si inginocchia fra le mie gambe, le solleva e le porta sulle sue spalle, china la testa in avanti, la sua bocca é sulla mia vulva. La sua lingua si fa strada fra il folto cespuglio di peli e raggiunge le grandi labbra. Come un serpente scivola fra di esse e si inoltra verso l’interno del roseo orifizio. Sul suo cammino incontra le gonfie e pulsanti piccole labbra che titilla facendole vibrare come corde di chitarra. Gemo e nitrisco. Le labbra della sua bocca hanno circondato le mie piccole labbra avviluppandole in un estasiante abbraccio e le succhiano. Dio, che goduria. Il mio paparino sa come trattare una donna. Ne sanno qualcosa la moglie e la suocera. Ancora qualche minuto di quel giochino e poi il serpente continua il suo strisciare verso l’interno. Raggiunge la cavità vaginale e da inizio all’esplorazione delle succulenti pareti. Sento la sua lingua leccare le secrezione che la mia vagina sta espellendo. Un primo orgasmo si impossessa del mio corpo. Non resisto devo gridare. Prendo un cuscino e lo premo sulla mia bocca. Urlo e soffoco il suono contro il cuscino. Quando l’urlo si &egrave spento mi accorgo che mio padre mi ha penetrata la vagina con due dita della sua mano e me le sta stantuffando dentro. Mi sta chiavando. Mi porta ad un nuovo orgasmo. Ululo e vengo. Di nuovo sento il suo caldo alito sulla mia vulva. Di nuovo la sua lingua spazia sulla superficie delle mie grandi labbra. Sento la punta vorticare veloce. Sta cercando il mio clitoride. Lo aiuto portando le dita delle mani sui lati della vulva, esercito una pressione verso l’esterno ed il glande del mio clitoride si libera dal cappuccio e va incontro alla lingua di mio padre che con dolcezza lo lecca e lo titilla strappandomi lunghi nitriti. Il mio cazzetto si allunga e si indurisce. Babbo lo prende fra i denti e lo morde delicatamente. Mi sento morire. Afferro la testa di mio padre e la spingo contro la mia figa. Jo avvolge il clitoride con le sue labbra e lo succhia. Da inizio così ad un favoloso pompino. Lo fa durare un’eternità e smette solo quando sente il mio corpo in preda a forti convulsioni che sono il preludio di un sconvolgente orgasmo. Dalla mia uretra vengono espulsi potenti getti di miei umori che si riversano tutti nella bocca di mio padre che li ingoia senza non prima averli schiacciati contro il palato per gustarne il sapore. Prima che l’orgasmo giunga a conclusione artiglio le spalle di babbo e lo costringo a strusciare il suo corpo sul mio.
‘Dai, babbo, &egrave questo il momento che sto aspettando. Metti il tuo cazzo nella mia pancia. Penetrami. Chiavami.’
Papà si stende sul mio corpo, avverto la durezza del suo glande spingere contro la mia vagina. E’ fra le grandi labbra; lentamente si apre la strada verso l’interno. Mio padre sta spingendo il suo cazzo dentro il mio corpo con delicatezza. Ha timore di farmi male; di arrecare danno alla mia gravidanza. Devo io incitarlo ad essere più deciso.
‘Forza babbo, mettici più vigore. Spingi. Non preoccuparti, non mi accadrà niente. Trattami come tratti la mamma quando la chiavi o come quando entri nel ventre di tua suocera.’
Al sentire questa mia ultima frase Jo si blocca.
‘Cosa sai di me e di tua nonna?’
‘Tutto. E prima che tu me lo chieda ti dico che sono state loro due a raccontarmi la vostra storia. Ora pensa a chiavarmi. Dopo abbiamo tutto il tempo per spiegarci.’
Con un colpo più forte mio padre affonda tutto il suo cazzo nel mio ventre. Stringo le cosce sui suoi fianchi e incrocio le gambe sulla sua schiena stringendolo in un abbraccio da cui difficilmente potrà sfuggire se non quando mi avrà pienamente soddisfatta.
‘Papà, finalmente, mi sei dentro. Sono felice. Il mio paparino mi sta chiavando. Sarò la tua donna così come lo sono mamma e nonna. Dai, stantuffa questo tuo pistone nel mio cilindro e portami a spasso per l’universo.’
Per non gravare il peso del suo corpo sul mio pancione babbo poggia le sue mani sulle mie zizze e si solleva sulle braccia. Ed &egrave in quella posizione che comincia a pomparmi il suo cazzo nella vagina. La mia mente &egrave partita. Vedo miriadi di stelle corrermi incontro; soli che esplodono. Papà mi sta chiavando lentamente, il mio corpo sembra galleggiare in un mare di piacere. Nitriti e ululati accompagnano lo stantuffare del cazzo di mio padre nella mia pancia. Vorrei che questa chiavata non avesse mai termine. Solo ora mi rendo conto che ho sempre desiderato farmi chiavare da mio padre. Gli affondi del cazzo di babbo sono violenti ed ogni volta che il suo pube si scontra con la mia vagina mi lascio andare a lunghi gemiti di piacere.
‘Ihiiiiiiiiiiiiiiiiii, Siiiiiiiiiiiiiiiii; continua cosiiiiiiiiiiiiiiii; come &egrave bello. Oh paparino come ti amo. Nessuno mi ha mai chiavato cosi come lo stai facendo tu. Il tuo cazzo mi sta sventrando. Sento il tuo glande scontrarsi con il mio utero. Dai papà spacca in due questa troia di tua figlia.’
Mio padre non se lo fa ripetere ne tantomeno ha bisogno di essere incitato.
‘Amore, figlia mia. Finalmente sto realizzando un desiderio che ho sempre avuto fin da quando eri una ragazzina. Stavamo in vacanza al mare. Per caso ti vidi nuda per la prima volta mentre ti cambiavi il costume. Restai incantato dalla bellezza del tuo corpo; ti desiderai. Scappai in bagno e mi masturbai furiosamente pensando a te. Ed ora eccoti qui, distesa, nuda, sotto il mio corpo e con il mio cazzo piantato dentro il tuo fantastico corpo. Sembra che stia sognando; non riesco a capacitarmi di stare chiavando la donna che ho sempre desiderato. Iole dimmi che quello che stiamo facendo &egrave realtà.’
Gli cingo il collo con le braccia e guido il suo capo contro la mia testa. Lo bacio sulla bocca; fisso i miei occhi nei suoi.
‘Papà ti assicuro che non stai sognando; stai veramente chiavando tua figlia ed io sono felice che tu lo stia facendo. Il tuo cazzo &egrave ben piantato nel mio ventre e spero che non sia anche l’unica volta. Sappi che anch’io, inconsciamente ho desiderato di farmi possedere da te. Questo &egrave per me un grande giorno. Tu sei l’uomo che ho sempre sognato fosse mio. Papà ti amo. Voglio essere la tua amante segreta. Ne nonna e ne mamma dovranno sapere che tu mi chiavi.’
Mio padre non mi risponde. L’intermezzo &egrave finito. Il suo dentro fuori riprende con più vigore. La mia mente si riempie di nebbia. L’unica scena che non mi abbandona &egrave quella di vedere il grosso cazzo di babbo entrare ed uscire dalla mia vorace funny. I suoi colpi sono pieni di forza; il mio corpo comincia a vibrare. Brividi di piacere percorrono il mio corpo; strali incandescenti partono dalla mia vagina piena del cazzo di mio padre e raggiungono il mio cervello. L’orgasmo &egrave vicino. Lo sento arrivare. Non mi trattengo e mi lascio andare.
‘Papà sto godendo, vengo. Che meravigliosa sensazione.’
Anche Jo &egrave giunto al culmine. Per un attimo si irrigidisce. Sento le sue bordate di sperma infrangersi contro il mio utero: una prima, una seconda e poi una terza. Mi riempie la vagina. Se non fossi già incinta sono sicura che babbo mi avrebbe ingravidata. Purtroppo come tutte le cose belle cosi anche quelle meravigliose sensazioni hanno fine. Esausto papà si lascia andare, sfila il cazzo dalla mia vagina e si abbatte di schiena sul letto al mio fianco. Mi giro su di un lato e sollevo la testa poggiandola sul palmo della mia mano. Lo guardo. Ha il viso disteso e gli occhi sono pieni di soddisfazione.
‘Papà sei stato magnifico. Quando stavi dentro di me mi sono sentita proiettata nell’universo infinito. Dimmi: ti &egrave piaciuto chiavare tua figlia?’
Jo chiude gli occhi.
‘Mi chiedi se mi &egrave piaciuto? So solo che mai ho provato sensazioni cosi estasianti. &egrave stato sublime chiavarti.’
‘Non sei pentito di aver messo il tuo cazzo nel mio ventre?’
‘Pentirmi? E perché? perché ho chiavato mia figlia? Mai mi pentirò di aver scaricato il mio piacere nel tuo caldo nido.’
‘Papà, sai cosa significa quello che &egrave accaduto fra noi in questo giorno? Da oggi molte cose non saranno più le stesse. Tu sei lo stallone di casa ed io sono entrata a far parte della tua mandria. Le cavalle che dovrai soddisfare da oggi sono diventate tre. Io sono una puledra molto esigente. Forse più della nonna. Ce la farai a sostenere gli assalti di tre indemoniate?’
‘Tenterò.’
Sono le sue ultime parole. Si addormenta. Mi alzo e vado in bagno a lavarmi la pussy che &egrave impregnata dello sperma di mio padre. Ritorno in camera; mi rivesto ed esco dalla stanza senza non prima aver dato un ultimo sguardo al mio amante/padre.

Continua

P.S. Racconto fantasia. Ogni riferimento a persone viventi o decedute &egrave puramente casuale.
Il resto della giornata trascorre senza altre novità. Mi dedico alle cura di mio figlio che &egrave appena tornato dalla scuola (&egrave una scuola che dura fino a pomeriggio inoltrato); gioco con lui, facciamo una passeggiata nel parco che circonda la casa; insomma faccio la mamma. Il sole tramonta. Rientriamo in casa. lo faccio cenare e poi ci ritiriamo in camera che trovo vuota e con il letto disfatto. Papà non c’&egrave. Accendo la Tv lui si mette seduto sul pavimento mentre io mi siedo in poltrona. Brian guarda la televisione. Io non riesco a concentrarmi. &egrave stata una giornata intensa e carica di novità l’ultima delle quali &egrave quella che mi ha visto coinvolta in un rapporto incestuoso con mio padre. L’ho corrotto &egrave poi l’ho preso. Non c’&egrave voluto molto; anche il mio paparino desiderava farmi sua. Mi sono fatta chiavare. Sono contenta che sia accaduto. Con la mente rivivo gli attimi di piacere vissuti con mio padre disteso sul mio corpo e con il cazzo piantato nel mio ventre. La notte sopraggiunge. Ho messo Brian a letto. Faccio una doccia e mi preparo per andare a dormire. Ho indossato la mia solita camicia da notte. Sto seduta in poltrona quando sento la porta aprirsi; mi volto a guardare; &egrave mio padre ed &egrave in pigiama.
‘Iole, sei ancora sveglia?’
‘Ero prossima ad andare a letto. Cosa vuoi?’
‘Ho voglia di stare con te.’
Il mio viso si apre in un sorriso. Il genitore ci ha preso gusto a chiavarsi sua figlia.
‘Entra ed avvicinati.’
Quando mi &egrave vicino allungo una mano e la poggio sul suo bacino mentre l’altra mano si infila nel pantalone del pigiama dove incontro il suo poderoso cazzo che &egrave già bello duro. Lo circondo con le dita. Lo sento fremere. Lo porto all’aria. Lo guardo. Il glande &egrave già scappucciato. &egrave meraviglioso. Avvicino le labbra a quel fulgido esemplare e gli schiocco un forte bacio. Tiro fuori la lingua e la faccio roteare intorno alla circonferenza del grosso glande; mi soffermo a stuzzicargli il frenulo. Babbo geme.
‘Ssst! Trattieniti altrimenti svegli mio figlio.’
‘Come faccio a trattenermi? Il servizio che hai incominciato &egrave di quelli che mi fanno cantare.’
‘Allora non ci resta che trovare un posto dove poter continuare in libertà.’
‘Andiamo nella mia camera. Nessuno ci disturberà.’
‘E mamma?’
‘Non preoccuparti. Ha raggiunto sua madre. Ne avranno per tutta la notte.’
Hai capito. Le due walkirie si stanno trastullando.
Do un ultimo sguardo a mio figlio e poi seguo mio padre nella sua stanza. Siamo appena entrati che babbo poggia le mani sulle mie spalle e mi costringe a piegarmi sulle ginocchia.
‘Dai, Continua quello che hai iniziato.’
Non mi faccio pregare. Ho una voglia matta di leccare e succhiare quel grosso e fulgido cazzo. &egrave la cosa che mi manca per completare l’opera iniziata. Gli tiro giù i pantaloni e riprendo da dove ho cominciato. Il suo cazzo non ha perso di consistenza. Al contrario ho l’impressione che sia più duro. Le mie labbra sono già sul glande e la mia lingua sta già danzando su ed intorno ad esso. Mio padre mi tiene la testa e ne accompagna i movimenti. Io ho gli occhi puntati nei suoi e senza distogliere lo sguardo continuo a leccare il roseo e grosso fungo. Mi sono promessa che gli farò un pompino che difficilmente potrà dimenticare. Gli leccherò e gli succhierò il cazzo fino a fargli scaricare tutta la sua forza nella mia arida gola. Con le dita lo spingo contro il suo ventre. La punta della mia lingua vibra veloce lungo la soda carne dell’asta di mio padre che si abbandona a lunghi ululati. Arrivo ai gonfi e grossi testicoli. Sembrano palline da ping pong. Li avvolgo con le labbra e li convoglio nella mia bocca; li succhio per diversi minuti. Papà &egrave in estasi; continua a mugolare. Dopo avergli ben insalivato le palline le raccolgo in una mano mentre con la lingua risalgo, leccando, lungo la grossa mazza di mio padre. Arrivo in cima e continuo l’opera di lecchinaggio del glande. Senza smettere di leccarlo rifaccio il percorso inverso e mi ripeto ancora ed ancora. Poi apro la bocca ed avvolgo con le labbra il glande e lo accolgo dentro la mia calda cavità orale. Le mie labbra si muovono come se stessi mungendo uno dei capezzoli di una vacca. Le mani di mio padre aumentano la stretta sulla mia testa. Incomincio a chiavarlo. Porto le mani sul suo bacino e lo spingo contro la mia testa. Il cazzo di mio padre affonda nella mia bocca per tutta la sua lunghezza. Il glande arriva a toccarmi l’ugola. Riesco a vincere un conato di vomito. Poi &egrave lui che mi blocca la testa e da inizio ai movimenti necessari a chiavarmi la bocca e lo fa con lentezza. Mi stantuffa il cazzo in bocca come stesse pompandolo dentro il mio ventre. Non ha fretta. Sto cominciando a stancarmi. La bocca si sta indolenzendo. Papà lo capisce ed aumenta l’andatura. Il dentro fuori si fa veloce. Di colpo si irrigidisce ed indurisce i glutei. Un ululato più lungo gli sale in gola. Capisco che &egrave arrivato il momento; sono pronta a riceverlo. Un attimo dopo la prima bordata di sperma raggiunge la mia gola e si infrange contro la mia ugola. Subito dopo arriva la seconda bordata seguita da altre scariche meno potenti. Con la lingua convoglio il gustoso nettare verso la gola e lo ingoio facendolo scivolare fin giù allo stomaco. Lo pulisco leccandogli le ultime gocce di sperma che gli escono dall’uretra. Mi rimetto in piedi e lo bacio. Lui mi lecca le labbra liberandole della patina che il suo sperma ha lasciato.
‘Iole, sei stata magnifica. Mi hai succhiato il cazzo in un modo che nemmeno tua nonna &egrave in grado di fare. Erika &egrave una maestra nel fare pompini, ma tu l’hai superata.’
‘Papà &egrave stata tua suocera ad insegnarmi a succhiare il cazzo di un uomo. Come sai la tua concubina ha un clitoride che, quando eccitato, assume le dimensioni di un piccolo cazzetto. &egrave su quello che mi sono esercitata. Nonna mi suggeriva come fare.’
Babbo mi guarda. Non noto sorpresa nei suoi occhi, ma il tono di voce denuncia una certa acredine.
‘Hai avuto rapporti sessuali con tua nonna? Hai fatto sesso con Erika? Dovevo immaginarlo. Ti ha insegnato bene. Dimmi? L’hai fatto anche con tua madre?’
‘Non ancora, ma ci siamo promesso di farlo. Ti dispiace se mi scopo mamma?’
‘Sei sempre stata una ribelle. Hai sempre fatto di testa tua. In questo somigli molto a tua nonna. Ti sei fatta ingravidare per ben due volte da uomini che non hai voluto legare a te; ti sei scopata tua nonna; oggi ti sei fatta chiavare da me, tuo padre; poco fa abbiamo portato a termine un rapporto orale che non dimenticherò e mi chiedi se mi dispiace se ti scopi tua madre? mi spieghi perché dovrebbe dispiacermi?’
‘Papà, sii sincero. Cosa vuoi che io sia per te?’
Diventa rosso e poi parla.
‘Iole, sono innamorato di te. Sono geloso. Sapere che ti sollazzi con altri, anche se donne, mi fa rabbia. Voglio che tu sia la mia amante e che nessun altro goda del tuo corpo; ti voglio solo per me.’
‘Amore mio, questo non potrà mai essere. Io appartengo a te cosi come appartengo a tua moglie ed a tua suocera o a chiunque io decida di farmi chiavare. Scelgo io con chi stare. Tu mi piaci ma non sarò mai solo tua. Dovrai fartene una ragione; devi accettare di condividermi con altri.’
‘Figlia mia sarai la mia dannazione.’
‘E tu sei la mia. Vieni andiamo a letto; la notte &egrave appena cominciata ed io ho bisogno che il tuo cazzo mi entri in corpo innumerevoli volte.’
Trascorriamo una notte senza darci un attimo di tregua. Papà mi chiava più volte ed in tutte le posizioni che la nostra fervida fantasia partorisce. Quella che più mi &egrave piaciuta &egrave la stessa che vidi la notte che stava chiavando la nonna. Lui &egrave steso sul letto ed io sono a cavalcioni del suo corpo con la schiena rivolta a lui e con il suo cazzo ben piantato nel mio corpo; manca solo mia madre o mia nonna a succhiarmi il clitoride. Mi prometto di promuovere un incontro a tre se non addirittura a quattro. Una piccola orgetta familiare &egrave quella che ci vuole. Per attuare il mio proposito dovrò mettere al corrente nonna e mamma che papà mi chiava. Ma si, che lo sappiano.

‘Ciao mamma, sei sveglia da molto?’
Domanda superflua. Dal come &egrave vestita arguisco che &egrave appena uscita dal letto. indossa una vestaglia blu semitrasparente. Si notano le forme delle sue mammelle. Con una faccia tosta le chiedo se babbo &egrave ancora a letto (so bene che papà &egrave a letto; l’ho appena lasciato che dormiva.)
‘No, tuo padre l’ho visto uscire stamane presto. Si &egrave diretto verso le stalle. Credo che abbia intenzione di farsi una galoppata.’
Sta mentendo. Mia madre ignora che il suo sposo ha trascorso l’intera notte a cavalcare una giovane focosa e ribelle giumenta nata dal suo ventre e so anche che si &egrave fatta scopare dalla madre.
‘Credo proprio che lo raggiungerò. Anch’io ho bisogno di prendere un poco d’aria. Vado a prepararmi e poi lo raggiungerò.’
Questo non posso permetterlo. Mamma non deve raggiungere la sua camera. Troverebbe suo marito distrutto e si domanderebbe, tenuto conto che lei si stava dilettando con la madre, con chi ha trascorso la notte; devo inventarmi qualcosa per trattenerla. Ci sono. Mi avvicino e poggio le mani sulle sue spalle; chino la testa e le bacio la nuca. So che mamma &egrave sensibile quando riceve un bacio sulla nuca. Me lo ha detto nonna. Al contatto con le mie labbra emette un gemito.
‘Iole, ti prego, non &egrave il momento. Sono stanca.’
‘Mamma tu non sei stanca, sei distrutta. Conosco bene colei che ti ha ridotta in questo stato. &egrave la nostra comune amante: tua madre. Vorrà dire che mi contenterò delle sue briciole. Mamma ho una voglia matta di scoparti e questo &egrave il momento adatto.’
Le mie mani si intrufolano nella vestaglia e scendono carezzando il suo petto. Raggiungo le mammelle e le copro con le mani. Sento i capezzoli spingere contro il palmo delle mani. Mamma solleva la testa e mi guarda. Ha dei stupendi occhi blu. Sono accesi e sprigionano lampi di luce.
‘Iole, bambina, non riesco a resisterti; baciami.’
Avvicino la mie labbra alle sue e le infilo la lingua in bocca; mamma se ne impossessa e la succhia con violenza. Senza staccare la sua bocca dalla mia si mette in piedi e mi spoglia dei vestiti. Anch’io mi adopero per liberarla della vestaglia. Siamo entrambe nude. Ci abbracciamo e facciamo scorrere le mani sui nostri corpi indugiando sulle rotondità delle natiche. Accarezzare il corpo di mia madre mi provoca piacevoli sensazioni. La mia eccitazione sta crescendo.
‘Mamma, hai una pelle che sembra velluto. Mi eccita molto carezzarti, in modo particolare quando le mie mani si posano sulle tue zizze. Dio come sono sode e i tuoi capezzoli sono belli grossi e duri. Sembrano due grossi fragoloni.’
Louise si distanzia da me quel tanto che basta per portare le sue mani sotto le sue mammelle e sollevarle.
‘Ti piacciono cosi tanto? Perché non vieni a succhiarle? Dai, sono qui che aspettano la tua bocca.’
Piego il capo e vado incontro a quei fantastici meloni. La circondo con un braccio e l’attiro a me, la mia bocca e su una sua zizza. La mia lingua sembra impazzita. Guizza veloce sulla superficie di quelle splendide noci di cocco strappando continui miagolii alla mia bella mammina. Miagolii che diventano nitriti quando le mie labbra si chiudono intorno ad uno dei capezzoli e prima lo mordono e poi lo stringono in un dolce abbraccio che si allenta allorché comincio a succhiare. Una delle mie mani va a posarsi sull’altra mammella e la pastrugno strizzandole il capezzolo con le dita. L’altra mia mano si posiziona fra le sue cosce e le dita si fanno largo verso le grandi labbra. Mamma favorisce l’avanzata delle dita della mia mano allargando le cosce. La penetro e comincio a fotterla. Mamma ulula. Con un dito vado a sgrillettarle il clitoride. Dalla gola di Louise escono suoni indecifrabili che sono il segnale del suo piacere. Pochi minuti e mamma comincia a tremare. L’orgasmo sta arrivando inesorabile. Le gambe di mia madre si stringono sulla mano che ha fra le gambe. Un suo urlo e sento la mia mano inumidirsi. Louise sta eiaculando e mi sta riempiendo la mano del suo sperma. Quando l’orgasmo si conclude tiro via la mano colma di umori e la passo sulle sue mammelle spalmandole le sue stesse secrezioni; poi con la lingua vado a leccarle gustandone il sapore. Quando si riprende mi afferra per le spalle e mi spinge verso il tavolo.
‘Ora tocca a me. Sali sul tavolo e mettiti in posizione che voglio mangiarti la passera.’
Mi ha letto nel pensiero. Ho un pazzesco desiderio di sentire la sua lingua ravanare la mia vagina. Entusiasta accolgo il suo invito. Appoggio il culo al tavolo e facendo forza sulle braccia mi sollevo e mi siedo sul tavolo. Mi stendo ed allargo le cosce a compasso. Mamma si posiziona fra le mie gambe e piega il suo corpo sul mio; la sua testa &egrave all’altezza del mio seno.
‘Dio, come sono belle. Bambina mia hai delle tette stupende. Tua nonna me le ha descritte ma la realtà &egrave fantastica; credo proprio che mi divertirò a succhiartele.’
Prima prende a carezzarle, le comprime, gioca con i miei capezzoli che sono diventati due duri bulloni. Li strizza. Tutto questo senza distogliere lo sguardo dal mio. Vedo la sua testa flettersi in avanti e poi avverto le sue labbra avviluppare un mio capezzolo. Lo tiene fermo con i denti mentre con la lingua lo titilla. &egrave fantastico. Un lungo ululato mi esce dalla gola.
‘Mamma, se continui così mi farai morire.’
‘Vuoi che smetta.’
‘Noooo. Continua, non ti azzardare a smettere. &egrave troppo bello quello che sto provando.’
Louise, invece, smette di far vibrare la lingua sul capezzolo e comincia a succhiare; si attacca alla mia mammella come una bambina affamata. Quando partorirò la inviterò a succhiare il mio latte; voglio allattarla così come fece lei con me quando venni al mondo. La sua bocca si sposta da una tetta all’altra dandomi immenso piacere. Di colpo smette di succhiarmi le zizze e comincia a far vorticare la lingua sul mio corpo spostando la sua testa verso il mio pube. Arriva con le labbra sulla vagina e con un guizzo veloce affonda la vibrante lingua nella fenditura della mia vagina e mi penetra. Dio, mamma mi sta scopando. La sua lingua lambisce le rosee pareti della mia vagina e lappa gli umori che sta secernendo. &egrave stupendo. Sento qualcosa di solido affiancare la sua lingua e penetrarmi. &egrave un suo dito a cui fa seguito un secondo ed un terzo. Sposta la testa e convoglia le sue attenzioni al roseo bottoncino che &egrave completamente uscito dal suo guscio e va incontro alla bocca di Louise che prontamente lo circonda con le labbra e lo succhia come fosse un piccolo cazzo. La mia mente &egrave oramai annebbiata. Grido ed urlo. Mamma mi stantuffa le dita nella vagina con più forza. non riesco a controllare né il mio corpo ne la mia mente. Oramai sono preda di uno orgasmo che si &egrave impadronito della mia anima. Sollevo il bacino dal tavolo andando con la vagina incontro alla bocca di mia madre che ha smesso di chiavarmi con le dita e si appresta a ricevere il mio piacere nella sua bocca. Puntuale come un orologio l’orgasmo arriva e scarica nella bocca di mamma ondate di caldo magma che Louise si premunisce di convogliare nella sua gola. Accompagna l’ingoio con mugolii di soddisfazione. Lentamente riprendo la padronanza della mia mente. Sollevo la testa e vedo la figura di mia nonna che si staglia nel vano della porta.
‘Da quando sei qui a guardarci?’
Mamma ha un sussulto e si raddrizza. Arrossisce.
‘Credo che avevate appena cominciato. Eravate talmente impegnate a darvi reciproco piacere che non vi siete accorte della mia presenza. Sono contenta che vi siete amate; in particolare sono contenta per tua madre. Finalmente &egrave riuscita a scoparti. Da oggi sarai il nostro giocattolo. Occuperai il nostro letto quando una di noi due &egrave occupata a farsi chiavare da tuo padre.’
Non sanno, le due troie, che la sottoscritta &egrave entrata, di prepotenza, a far parte dell’harem di Jo. Presto lo scopriranno ed allora saranno scintille.

Continua

P.S. Racconto fantasia. Ogni riferimento a persone viventi o decedute &egrave puramente casuale.
Ha così inizio un nuovo ciclo della mia vita. La gravidanza &egrave quasi giunta al termine. Ciò nonostante il mio letto viene frequentato, a turno, da mia nonna, da mia madre e da mio padre. Spesso capita che Erika, Louise ed io diamo vita a incontri a tre. L’unico assiduo frequentatore della mia passera &egrave mio padre. Tutti i giorni: di mattina o di pomeriggio o di notte mi raggiunge in qualsiasi posto io mi trovi e, sempre con il mio piacere, mi penetra con il suo grosso cazzo e mi sbatte la passera chiavandomi come un forsennato. Non &egrave mai soddisfatto. Si comporta come un giovincello che sta avendo le sue prime esperienze sessuali. Raggiunge il culmine del piacere solo quando gli succhio il cazzo e mi faccio sborrare in bocca. Più volte gli manifesto le mie preoccupazioni per la sua condotta libertina.
‘Papà non puoi continuare su questa strada. Così ti uccidi. Non sei più un ragazzino.’
‘Iole, figlia mia, tu mi sei entrata nel sangue. Sono arrivato al punto che quando sto nel letto di tua nonna o di tua madre non &egrave loro che chiavo, ma sei tu quella che &egrave distesa sotto il mio corpo e con il mio cazzo piantato nel tuo ventre. Si. Se devo morire voglio che avvenga mentre ti sto stantuffando il cazzo in pancia. Sarebbe una morte meravigliosa. Ci pensi. Passo a miglior vita mentre sto chiavando mia figlia.’
Mi accorgo, dal tono della sua voce, che veramente crede in quello che dice. &egrave impazzito. Devo trovare il modo di frenarlo. Non mi resta che parlarne con mia nonna. Non sapevo che nonna già aveva intuito cosa stava accadendo sotto il tetto di casa sua. Le cose vanno avanti fino al giorno del parto. Il mattino stesso mio padre scarica per l’ennesima volta il suo sperma nella mia gola. Un minuto in più e nonna mi avrebbe beccata piegata sulle gambe e con il cazzo di mio padre in bocca. Il sopraggiungere delle doglie in un certo qual modo mi salva. Mi portano in clinica. Partorisco. Nasce Alicia. Due giorni dopo il parto Erika mi raggiunge. Sto allattando la mia bambina. Nonna aspetta la fine della poppata. I suoi occhi sono fissi nei miei. Il suo viso sembra scolpito nella pietra. Non un muscolo si muove.
‘Amore, hai messo al mondo una splendida bambina. Mi auguro che da oggi in poi ti prenderai cura del tuo ventre. Una nuova gravidanza questa volta potrebbe essere pericolosa. Voglio dire che non sarebbe pericolosa per te ma per il bambino o bambina che nascerebbe. Ti consiglio di recarti dalla ginecologa e farti prescrivere la pillola.’
‘Nonna perché dici che una nuova gravidanza sarebbe pericolosa?’
Erika osserva un minuto di silenzio e poi con un timbro di voce abbastanza calmo ma gravido mi risponde.
‘Perché sarebbe il frutto di un rapporto incestuoso.’
Balzo a sedere sul letto e con il volto rosso fuoco.
‘Di che rapporto incestuoso stai parlando. L’unico incesto che mi vede coinvolta &egrave quello che ho con te e con mamma. Non credo che farsi scopare da una donna si corre il rischio di restare incinta.’
‘Senti, piccola bugiarda, non tentare di negare quello che il tuo amante non ha la compiacenza di nascondere. So per certo che ti fai chiavare da tuo padre.’
Resto impietrita.
‘Come l’hai capito? Da quando ne sei a conoscenza? Anche mamma sa?’
‘Lo confermi? Si, tua madre sa che tuo padre ti chiava. Ne abbiamo parlato. Abbiamo anche deciso di fare finta di non sapere nulla. Speravamo che prima o poi ci avreste quanto meno informate. Ma così non &egrave stato. Allora mi sono presa l’incombenza di parlartene prima che tu commetta un’altra sciocchezza e questa volta molto più grave.’
‘Sì, nonna, papà &egrave un assiduo frequentatore del mio letto. Lui non ne ha colpa. Sono stata io a trascinarlo in questo gioco che sta diventando pericoloso per la mente di babbo.’
Il viso di Erika si rabbuia.
‘Perché dici questo?’
‘Devi sapere che ogni giorno babbo mi cerca e vuole fare sesso. Ogni momento &egrave buono per sbattermi in pancia il suo cazzo. A me non dispiace che lui mi chiavi. Al contrario sono piacevolmente favorevole a che il suo omero ari la mia vagina. Il pericolo sta nel fatto che lui non riesce più a controllarsi. Ha detto che &egrave pazzamente innamorato di me e che quando sta con voi due crede di stare chiavando sua figlia e che gli piacerebbe morire con il suo cazzo piantato nel mio ventre. Non so più come agire con lui. Ho paura di fargli del male. Io l’amo e non voglio perderlo. Nonna aiutami.’
‘Che tu sia diventata un’ossessione per tuo padre &egrave la verità. Più volte mi ha chiamata con il tuo nome; il bello &egrave che lo ha fatto mentre mi stava chiavando e da quando mi ha detto tua madre &egrave capitato anche a lei. Vuoi che ti aiuti? Lo vuoi allontanare da te?’
‘No. Voglio che ritorni ad essere un uomo. Che questa assurda pretesa di sentirsi un ragazzino gli passi. Voglio che mi tratti come voi due. Voglio far parte del suo harem. Voglio che mi chiavi, ma non voglio sentirgli dire che vuole morire chiavandomi.’
‘Ascoltami. Ho un’idea che potrebbe contribuire ad aggiustare le cose per il giusto verso. Ho un casolare di proprietà di cui nessuno conosce l’esistenza. Quando uscirai dalla clinica andrai, con tua figlia, ad abitarci. Penserò io a farti rifornire di provviste. Tuo figlio, tenuto conto che deve frequentare la scuola, resterà con me e tua madre; di tanto in tanto te lo porterò a vedere. In quanto a tuo padre penseremo io e tua madre a calmarlo. Quando riterremo che &egrave pronto per il tuo ritorno ti chiamerò e se vuoi ancora farti chiavare ti lasceremo sola con lui per il tempo necessario a fartelo spompare. Ci stai?’
Erika mi sta prospettando un periodo di clausura. Il posto dove vuole mandarmi deve essere completamente isolato. Se voglio far ritornare a ragionare il mio amante non ho altra scelta.
‘Accetto. Giurami che mi porterai mio figlio e giurami che guarirete babbo dall’ossessione che ha di me.’
‘Te lo prometto. Tieni. Queste sono le chiavi del casolare e questo &egrave l’indirizzo. Quando uscirai troverai la tua auto. Ci saremo anche io, tua madre e tuo figlio a salutarti. Un’ultima raccomandazione. Non farti venire mai l’idea di telefonare. Sarò io a farmi viva.’
Si alza e si avvicina. Porta un dito sotto al mio mento, mi fa sollevare la testa e poggia le sue labbra sulle mie. Sento la sua lingua guizzare verso l’esterno e penetrare la mia bocca. La libidine mi assale. Rispondo al suo bacio imprigionando la sua lingua fra le labbra e succhiandola. Nel contempo una mia mano si fa strada sotto il suo vestito e raggiunge la vagina; come &egrave suo solito non ha le mutande. Due mie dita si fanno strada fra la folta pelliccia di peli e la penetrano. Inizio a stantuffarle le dita dentro il caldo antro. Nonna miagola. E’ talmente arrapata che dopo pochi minuti di quel trattamento raggiunge l’orgasmo che copioso diluvia nella mia mano. Stacca la sua bocca dalla mia. Si mette dritta. Sorride.
‘Ne avevo proprio bisogno. Grazie bambina mia.’
Va via. Porto la mano impregnata degli umori del suo orgasmo alla bocca e lecco lo squisito nettare di mia nonna. Ancora pochi giorni di degenza e poi la ginecologa mi congeda. Come promesso Erika, Louise e mio figlio sono presenti alla mia uscita dalla clinica. Abbracci e baci e via verso la clausura. La figura di mio padre mi accompagna per un buon tratto di strada. Per tutto il periodo di degenza in clinica non una volta &egrave venuto a trovarmi. Mi manca, ma soprattutto mi manca il suo cazzo. Giungo a destinazione. Prendo Alicia ed entro in casa; incomincia il mio periodo di isolamento rotto solamente dalle telefonate che ogni sera ricevo da nonna e da mamma. Ogni fine settimana Erika mi raggiunge e porta con se Brian. Resta con me per tutto il week end durante il quale mi copre di attenzioni. Le notizie che mi da non comprendono quelle che riguardano il mio amante/padre ne io le chiedo. Si eccita nel vedermi allattare Alicia. Più volte la vedo passarsi la lingua sulle labbra. Capisco che vorrebbe anche lei succhiare il latte dalle mie mammelle. &egrave un desiderio che ha avuto anche quando ho allattato Brian. Allora non ci badavo, ma ora mi arrapa vederla sbavare per il mio latte. Poverina. Non posso vederla soffrire.
‘Nonna, mi aiuteresti a risolvere una situazione fisiologica?’
‘Di cosa si tratta?’
‘Per quanto Alicia possa nutrirsi alla fine di ogni poppata mi resta sempre tanto latte che non riesco a smaltire. Le mie zizze sono sempre gonfie di latte e mi fanno male. Mi aiuteresti a svuotarle?’
‘Come si fa a svuotare due tette gonfie di latte.’
‘Questa &egrave bella. Hai dimenticato come si succhia una tetta. Va bene che io ti sono lontana ma hai le zizze di mamma che succhi di continuo.’
‘Stai dicendo che vuoi che io beva il tuo latte; mi lasceresti succhiare le tue mammelle, vuoi allattarmi. Dio Iole se me lo lasci fare mi renderai una donna felice.’
Vado a sedermi sul divano vicino a lei. Mi tolgo la camicia e slaccio il reggiseno. Le mie floride e bianche tette le si mostrano in tutta la loro bellezza.
‘Vieni; stenditi con la testa sulle mie gambe. Starai più comoda mentre me le succhi.’
Erika si allunga sul divano catapultando la sua testa sulle mia gambe; io accavallo le gambe e le passo un braccio sotto la testa. In questo modo le labbra di mia nonna sono nella giusta posizione. La mano libera si posizione sotto la gonfia mammella e guida il capezzolo fra le carnose labbra di mia nonna.
‘Ecco. &egrave tutta tua. Bevi il mio latte; sfama la tua voglia. Quando questa si esaurisce ricordati che ce l’altra zizza da svuotare.’
Erika si avventa e comincia a succhiare; lo fa come una bambina affamata. Il mio latte cola copioso nella sua calda ed avida bocca. Il suo vorace modo di succhiare mi provoca piacevoli contrazioni all’utero così come mi eccita lo sguardo sorridente che indirizza ai miei occhi; sembra proprio una bambina intenta a sfamarsi. Dopo 5 minuti la mammella &egrave completamente sgonfia. Nonna stacca la bocca dal capezzolo.
‘Dammene ancora; non sono ancora sazia.’
&egrave il turno della seconda tetta; una leggera torsione del busto e l’altro capezzolo scivola fra le sue labbra che, come ventose, si attaccano all’aureola e inizia a poppare. Continua fino a quando non esce più latte. Mi ha svuotato completamente le zizze ed &egrave stata brava nel farlo. Talmente brava che ho la micina che sta sbrodolando.
‘Nonna ora devi completare l’opera; non puoi lasciarmi in queste condizioni. Ti lascerò andar via solo quando avrai svuotato la mia caverna.’
Erika non se lo fa ripetere. Con un’agilità incredibile me la ritrovo in ginocchio fra le mie gambe; mi solleva la gonna e fionda la sua testa fra le mie cosce. La sua bocca &egrave sulla mia figa. La sua lingua &egrave già guizzata dentro la mia vagina e sta già lappando le secrezioni che lei stessa, succhiandomi le tette, ha contribuito a farmi secernere. Poi circonda la clitoride con le labbra e mi fa un pompino. Lo fa durare un’eternità. Smette solo quando sente il mio grido disumano. &egrave il segnale che un violento orgasmo mi sta assalendo. Dalla mia uretra un getto di bianco liquido fuoriesce andando a depositarsi nel cavo orale di mia nonna che, golosa, lo ingoia. Infine, dopo aver lavato la mia passera con la sua lingua, si rimette seduta al mio fianco; mi abbraccia e mi bacia.
‘Iole. &egrave stato magnifico. Ho bevuto il tuo latte e gustato il tuo nettare; posso affrontare il viaggio di ritorno soddisfatta di quello che mi hai dato.’
‘Erika. Sono contenta che ti sia piaciuto. Anche a me &egrave piaciuto molto farmi succhiare le tette. Ti ho dato il mio latte e ti ho dato il mio sperma. Adesso andrai via. Promettimi che farai presto ritorno..
Non ho bisogno che lo prometta. So benissimo che ad ogni week end mia nonna verrà a prendersi la sua razione di latte e di miele.

Continua

P.S. Racconto fantasia. Ogni riferimento a persone viventi o decedute &egrave puramente casuale.
La clausura &egrave pesante da sopportare. Più di ogni altra cosa mi manca il mio amante. Al solo pensarlo la mia funny emette delle urla di rabbia che rimbombano nel mio stomaco. Mi manca il cazzo di mio padre. Più volte sono tentata dal chiamarlo al telefono, dirgli dove mi trovo e incitarlo a venire da me. Ardo dal desiderio di farmi una lunga galoppata avendo il cazzo di mio padre ben piantato nel mio ventre. Chissà cosa starà facendo; chissà se mi vuole distesa sotto di lui e chiavarmi fino a farmi svenire. Quando Erika viene non mi parla mai di lui. Mi fa il resoconto delle birichinate di mio figlio, dei progressi dell’azienda, dei suoi incontri notturni con mia madre ma di mio padre niente, nemmeno una parola. Il mio orgoglio mi impedisce di fare domande. I giorni si susseguono uno dietro l’altro. Lentamente la figura del mio amante si diluisce. A questo contribuisce la mia bambina. Alicia sta crescendo e occupa buona parte dei miei pensieri; già cammina da sola. &egrave trascorso circa un anno. Il desiderio per mio padre si &egrave volatilizzato. Mi sono resa conto che non era solo lui ad essere ossessionato, anche per me babbo era diventato una figura da cui non riuscivo a staccarmi. Ancora una volta la saggezza di Erika si &egrave dimostrata oculata. Questo periodo di lontananza da mio padre mi ha guarita. Non che rinneghi il mio trascorso di figlia incestuosa, al contrario quando me lo ritroverò davanti mi farò chiavare fino a sfinirlo. Mi comporterò come la mantide religiosa fa con il suo compagno; dopo essersi fatta fecondare lo divora. Non lo divorerò ma gli succhierò il cazzo fino a svuotarlo dallo sperma. Ma il fato ha deciso diversamente. Il venerdì sera un’auto si presenta davanti alla casa; non &egrave l’auto di mia nonna. &egrave quella di Louise, mia madre; &egrave sola. Con lei non c’&egrave Brian . Un cattivo pensiero mi stringe il cuore. Mamma entra in casa e senza proferire parola mi abbraccia stringendomi forte contro il suo petto.
‘Iole, bambina mia, devo darti una brutta notizia.’
‘Mamma &egrave accaduto qualcosa di grave a mio figlio?’
‘No, Brian sta bene e prima che me lo chiedi ti dico che anche tua nonna sta bene. Si tratta di tuo padre.’
‘Cosa gli &egrave accaduto?’
‘&egrave stato colpito da infarto ed &egrave deceduto.’
Mi appoggio al tavolo per non cadere svenuta.
‘Com’&egrave possibile? Stava bene.’
‘Cosi sapevamo. Invece tua nonna questa mattina, quando si &egrave svegliata, lo ha trovato cadavere al suo fianco. Avevano trascorso la notte insieme. Immagina come si sente tua nonna. Per poco non gli &egrave preso un colpo. Sono qui per riportare a casa te e la bambina. Tuo fratello e tua sorella sono già a casa così pure i tuoi fratellastri manchi solo tu.’
‘Povera Erika. Deve essere tremendo svegliarsi e trovare al suo fianco il proprio amante privo di vita.’
‘Anche per te deve essere un brutto colpo. &egrave stato, anche se per un breve periodo, in assiduo frequentatore del tuo letto. Tua nonna &egrave distrutta. Non fa che ripetere che &egrave morto così come avrebbe voluto. Chissà a cosa si riferisce?’
Mamma non sa; nonna non le ha detto niente. Meglio così. In un baleno sono pronta per il viaggio di ritorno a casa. Vi giungiamo a tarda sera. In casa trovo tutti i componenti della famiglia. I miei due fratellastri con le mogli e la mia sorellastra con il marito stanno intorno ad Erika e cercano di confortarla. Mio fratello e mia sorella ci vengono incontro e mi abbracciano. Viene il turno dei figli di mia nonna ad abbracciarmi. Poi mi avvicino ad Erika che nel vedermi si alza, mi prende per mano e, sotto lo sguardo degli astanti, mi guida nella sua camera. Entriamo e chiude la porta a chiave. Mi abbraccia stringendomi forte contro il suo prosperoso seno.
‘&egrave morto come ha desiderato. A tua madre ho detto che l’ho trovato steso al mio fianco. Invece l’infarto gli &egrave venuto mentre mi stava possedendo. &egrave stato terribile. Per poco non rimanevo secca anch’io dallo spavento. Ho chiamato l’ambulanza e lo abbiamo trasportato in ospedale dove non hanno fatto altro che constatare l’avvenuto decesso. Ora &egrave lì. Domani si faranno i funerali. Aveva espresso la volontà di essere cremato. Vuoi vederlo un’ultima volta?’
‘No, voglio ricordarlo così com’era da vivo. Dimmi, invece, tu e mamma siete riuscite a guarirlo dalla ossessione che nutriva nei miei confronti?’
‘Oh!, sì. Sappi che lo starti lontano ha contribuito molto a calmarlo. Eppoi con due donne come me e tua madre credi che tuo padre poteva permettersi di non dimenticarti? I primi tempi sono stati difficili. Non faceva altro che parlare di te poi ha cominciato a cercare in me e in tua madre quello che gli mancava di te. Lo ha trovato e si &egrave convinto. Ha riversato il suo ardore su di me e su Louise. Pretendeva che una di noi due si rendesse sempre disponibile a riceverlo.’
‘Povero papà. Nonna, mi scuserai, ma io non verrò al suo funerale. Preferisco pensare che sia partito per un lungo viaggio.’
Il giorno dopo il corpo di babbo fu cremato e le ceneri furono consegnate a mia madre che le seppellì nel muro di casa della nonna in un punto conosciuto solo a lei e ad Erika. Il tempo lenì il dolore per la perdita. La vita riprese. Le abitudini ritornarono. Così come ritornarono le frequentazioni nel mio letto di Louise e di Erika. L’unica novità sono le continue visite che uno dei miei fratellastri, quello che ha la mia stessa età e che si chiama Jmmy, fa alla madre. Le continue visite ad Erika da parte dell’ultimogenito mi puzzano. Sono sicura che il mio fratellino viene per la sottoscritta. Durante le ore di permanenza nella tenuta non fa che girarmi intorno. Manovre che non passano inosservate. Mi diverto a provocarlo. Spesso mi faccio trovare seduta sul divano con le gambe aperte e tenuto conto che non porto mai le mutande gli do in visione la folta foresta di peli che ornano la mia pucchiacca. Lui strabuzza gli occhi e sbava dalla libidine. Louise, un giorno che siamo sole in cucina affronta l’argomento.
‘Devi convenire che il tuo fratellastro &egrave un bel ragazzo. L’ho visto a torso nudo; ti giuro che ha un bel fisico. Assomiglia ad uno dei bronzi di Riace. Non ti nascondo che ho fatto cattivi pensieri su di lui.’
‘Mamma, non dimenticare che stai parlando del tuo fratellastro.’
‘E tu non dimenticare che quando si tratta di calmare le pulsazioni del corpo non c’&egrave ma che tenga. Non venirmi a dire che non te lo faresti. Lui, Jmmy, viene qui per te.’
‘Non dire sciocchezze. &egrave sposato e sua moglie &egrave una bella ragazza.’
‘Ma tu sei il miele. Tu attiri i maschi degli orsi. Tu sei arrapante. Per te gli uomini farebbero qualsiasi pazzia pur di mettere la loro verga nella tua pancia. Non credo che il fatto che sia il tuo fratellastro ti frenerebbe dal possederlo. Non sei forse stata, seppur per un breve periodo, l’amante di tuo padre. Se ne hai voglia prendilo, non devi mica sposarlo. Ti sei fatta ingravidare due volte e non hai voluto sposare nessuno dei due uomini che ti hanno resa pregna. Jmmy ti favorirebbe perché &egrave già sposato e non credo che divorzierebbe dalla moglie per sposare te. Lui ti vuole e basta e so per certa che anche tu lo vuoi. Una raccomandazione: non farti impregnare.’
&egrave da prima che partorissi Alicia che un uomo non mi chiava. L’ultimo uomo che mi ha ficcato il cazzo nella fregna &egrave stato il mio povero babbo. Da allora più nessuno mi ha posseduta e le notti quando si &egrave sole sono lunghe. Mamma ha ragione. Jmmy mi piace. Non &egrave certamente il fatto che &egrave mio fratellastro a trattenermi. Di rapporti incestuosi li ho ancora con mamma e nonna; in un passato non molto lontano li ho avuti anche con mio padre. Farmi una bella galoppata cavalcando il mio giovane coetaneo servirebbe a sopire la mia voglia di cazzo. Non ho ancora deciso di montarlo perché lo voglio ben cotto e credo che lo sia. Non mi resta altro da fare che provocarlo e poi vedrò il da farsi.
‘Mamma, ora vado nelle stalle a visionare che tutto proceda così come da disposizioni date. Se qualcuno mi cerca sai dove mandarlo.’
Louise mi guarda e sorride.
‘Vai pure. Chiunque ti cercherà dirò che sei andata in città. Se poi questo qualcuno &egrave chi dico io dirò che sei alle stalle.’
‘Mamma &egrave per questo che amo te e la nonna. Capite subito di cosa ho bisogno. Ci vediamo a cose fatte.’
Esco di casa e vado alle stalle. Mi sollevo la gonna scoprendo le mie parti basse (non ho le mutande) e mi getto sulle balle di fieno a pancia sotto. Aspetto. Dopo circa mezz’ora sento un rumore alle mie spalle. Con la coda dell’occhio lo vedo. &egrave Jmmy. Finalmente &egrave venuto. Sta guardando il mio culetto. Decido che merita di più; allargo le gambe e gli do in visione il boschetto che copre la mia patatina. Sento un grosso sospiro ed un minuto dopo avverto il peso del suo corpo sul mio. Il mandrillo si &egrave sfilato i pantaloni e le mutande. Il suo coso spinge fra le mie natiche. Sollevo il bacino quel tanto che basta affinché il suo cazzo scivoli fra le grandi labbra e mi penetri. Il suo pene avanza verso l’interno della vagina fino ad urtare con il glande il mio utero. Poi la sua voce.
‘Iole, sorellina, sapessi quanto tempo &egrave che ho desiderato questo momento. Sei sempre stata nei miei sogni. Ti ho amata in silenzio.’
‘Jmmy, mio aitante fratellino, &egrave da quando ti ho visto il giorno del trapasso di nostro padre che ho incominciato a desiderarti. Tu non ti decidevi e così ho preso io l’iniziativa ed eccoti qui con il tuo cazzo piantato nel mio ventre. Datti da fare; soddisfa il tuo istinto animalesco; oggi sarò la tua cagna; chiavami e fammi godere.’
Prima di iniziare a pompare il suo cazzo nella mia pancia lo scimpanzé bonomo si sfila la maglia e poi mi strappa le vesti. Restiamo entrambi nudi. Il maschiaccio stende il suo corpo sulla mia schiena; mi circonda il torace con le robuste braccia e ancora le sue forti mani alle mie mammelle. Le strizza fino a farmi schizzare il latte che non &egrave ancora andato via. Poi sento il suo alito sul collo e un attimo dopo i suoi denti affondano nel mio collo. Un brivido mi percorre la schiena. Quello che sta facendo lo fanno i felini quando s’accoppiano. &egrave una sensazione che non ho mai provato. E sono miagolii quelli che mi escono dalla bocca.
‘Fratellino chi ti ha insegnato a chiavare in questo modo? Non credo che sia stata tua moglie. Ci vuole esperienza. Dimmi, chi &egrave la tua maestra?.’
Jmmy non risponde. &egrave intento a strizzarmi le tette ed a stantuffare il suo cazzo nella mia polposa pucchiacca; &egrave talmente infoiato che mi chiava come un forsennato. Mi sbatte il cazzo in corpo con una violenza inaudita; ad ogni affondo mi scuote tutta. La sua resistenza giunge presto al limite. Una sensazione di caldo umido investe la mia vagina. Lo stronzo sta eiaculando; mi sta riempiendo la pancia del suo liquido seminale. Ha pensato solo al suo piacere; si &egrave comportato come un animale. Ma non &egrave ancora finita. C’&egrave tutto il tempo per fargli pentire di avermi trattata come una prostituta. Di colpo sfila il suo cazzo dal mio ventre e si abbatte al mio fianco. Ha il respiro grosso.
‘Iole, scusami per averti trattato come una bestia, ma era troppo grande la voglia di chiavarti che ho pensato
unicamente al mio piacere. Dimmi cosa vuoi che faccia per farmi perdonare?’
Lo guardo. Dall’espressione del suo viso capisco che &egrave veramente dispiaciuto. Gli accarezzo il viso.
‘Sì, sei stato troppo egoista. Se vuoi farti perdonare vieni a leccarmi la vagina e fammi godere con la tua lingua. Se sarai bravo ti concederò di montarmi ancora.’
Il mio fratellastro con un balzo da felino viene a posizionare la testa fra le mie cosce; la sua bocca &egrave sulla mia figa; la sua lingua incomincia a spaziare sulla superficie delle grandi labbra; aggancia le piccole labbra e le succhia; infine sento la sua lingua avventurarsi nell’oscuro orifizio della mia topina. Come un pittore usa la lingua come un pennello; la fa scorrere sulle pareti vaginali lappando le secrezioni che, copiose, secerno come un fiume in piena. Mi porta all’orgasmo più di una volta. Ci sa fare; si sta facendo perdonare. Le sue labbra circondano il mio clitoride. La sua lingua vibra sul glande clitorideo. Un mio nitrito di piacere gli fa capire che quello che mi sta facendo incontra il mio favore. Intensifica l’azione. Incomincia a succhiarmi il clitoride dando così inizio ad un favoloso pompino che culmina in un grande orgasmo. Grido e vengo. Il mio sperma si riversa nella sua bocca; lui lo ingoia emettendo grugniti di piacere. La sua lingua lambisce ogni goccia che fuoriesce dalla mia uretra e lappa le secrezioni vaginali che non hanno fine. Quando si rende conto che la mia vagina ha smesso di produrre il miele che tanto gli piace, si lascia andare a pancia in su sulle balle di fieno. Mi sollevo sulle braccia e guardo in direzione del suo inguine. Vedo un grosso cazzo che si erge come il pennone di un veliero. &egrave una meravigliosa creatura, non gli consentirò di scappare. Con una gamba scavalco il suo corpo; con una mano afferro il palo e lo guido fra le grandi labbra. Il mostro scivola verso l’interno della mia vagina e si ferma solo quando il grosso glande urta il mio utero. Le mie mani si spostano sul suo petto. Fletto il busto in avanti e porto uno dei miei capezzoli a contatto con la sua bocca.
‘Dai, succhiami le zizze. Ho ancora latte; sfamati.’
Jmmy si avventa. Dischiude le labbra ed il mio capezzolo scivola nella sua calda bocca; per un pò ci gioca con la lingua e poi prende a succhiare. Intanto comincio a muovere lentamente il bacino. Gli imprimo un movimento rotatorio in modo da far meglio adattare il cazzo del mio fratellastro nel mio ventre. Do inizio alla cavalcata. Incomincio con un lento trotto e, piano, aumento l’andatura fino a passare dal trotto al galoppo. Il piacere che provo a sentire quella splendida bestia svangare nella mia pancia &egrave indescrivibile. Grida ed urla accompagnano il mio galoppare. Lui intanto continua a succhiarmi le mammelle passando dall’una all’altra. Il latte sgorga copioso nella sua bocca. Il mio corpo &egrave attraversato da scosse elettriche. Sono in preda ad un tremore che si rivela il preludio al raggiungimento dell’orgasmo. Ancora alcuni minuti dello sfrenato galoppo e un violento orgasmo si impossessa del mio corpo, gli artiglio il petto con le unghia, ululo come una lupa e vengo. Nello stesso istante dal suo glande partono una sequela di fiotti di caldo sperma che si infrangono contro il mio utero. Finalmente una chiavata degna di questo nome. Glielo comunico.
‘Fratellino, sei stato superlativo. &egrave più di un anno che non mi divertivo così.’
‘Iole, anche per me &egrave stato bellissimo. Ho sempre sognato di chiavarti e mai avrei creduto di provare tanto piacere a sbatterti il cazzo in pancia. Mi auguro che non &egrave l’ultima volta. Se continuerai a volermi nel tuo letto dovrai prendere delle precauzioni. Sono tuo fratello e una gravidanza con il mio seme non &egrave auspicabile.’
‘Vuoi essere il mio amante? La cosa non mi dispiace e il fatto che tu sei mio fratello mi eccita. Sì. Sarò la tua puttana. Quando vuoi chiavarmi sarò sempre disponibile a farmi montare. Per il resto non preoccuparti, tua madre, voglio dire mia nonna, dopo le mie due gravidanze mi ha consigliato di prendere la pillola. Ora che sei più tranquillo sulla possibilità di non ingravidarmi vuoi dirmi chi ti ha iniziato al sesso e ti ha fatto da maestra.’
Avverto un irrigidimento del suo corpo.
‘Iole, scusami, ma &egrave una cosa mia. Mi dispiace, non posso dirti niente. Sarei uno spergiuro se ti dicessi chi &egrave stato a svezzarmi sessualmente.’
‘Almeno dimmi se &egrave bella.’
‘&egrave una donna che non ha eguali.’
‘Esagerato. Se non ha eguali perché sei venuto da me?’
‘Perché una notte che stavamo insieme abbiamo parlato di ragazze e lei ha fatto il tuo nome. Mi ha parlato di te e del tuo modo di vivere. Da allora ho incominciato a desiderarti non più come sorella ma come donna.’
Chi fra le donne che conosco ha parlato di me al mio fratellastro. Solo due donne mi conoscono anche intimamente e solo una di esse sa anche i miei pensieri: Erika, mia nonna.
‘Per caso si tratta di tua madre. Mio bel porcellino tu vai a letto con tua madre? E’ lei la donna che ti ha svezzato? Dai dimmelo. A me non importa se tu la chiavi. Se lo confessi ti farò partecipe anche di miei segreti.’

Continua

P.S. Racconto fantasia. Ogni riferimento a persone viventi o decedute &egrave puramente casuale.
Jmmy poggia la sua testa sul mio petto; senza guardarmi e con un filo di voce comincia a parlare.
‘Sì, Iole, &egrave mia madre la donna che mi ha fatto conoscere i piaceri del sesso. Sì, il nostro rapporto continua tutt’ora. Quando sto con lei mi sembra di essere in paradiso.’
‘Ne so qualcosa. Come &egrave incominciato fra voi due?’
‘Ho sempre desiderato accoppiarmi con mia madre. Non puoi immaginare quante seghe mi sono tirato pensando a lei. Mamma &egrave sempre stata una donna di idee molto aperte. Lo prova il fatto che io, te e i nostri fratelli e sorelle siamo il frutto del rapporto che ha avuto con nostro padre nonostante fosse sposato con tua madre. Spesso l’ho vista nuda, a volte in piscina ed a volte in bagno. Mai che chiudesse la porta. Un giorno, mi sono appena svegliato, scendo giù in cucina. Lei &egrave uscita dalla doccia e sta davanti al lavello riempiendo la brocca dell’acqua. Mi avvicino e l’abbraccio. La stringo a me e le dico senza giri di parole che &egrave una bella donna e che se non fosse mia madre proverei a sedurla. Mi aspetto un rimprovero o uno schiaffo per aver avuto l’ardire di dirle che la desidero. Invece niente. Gira la testa verso di me e mi dice che le fa piacere che faccia ancora effetto sui ragazzi della mia età. Mi bacia sulle labbra. Intanto il mio cazzo si impenna e preme contro il suo culo. Lei ne avverte la spinta ed invece di scostarsi spinge ancora di più il suo culo contro il mio bacino.
‘Da quello che sento spingere contro il mio culo arguisco che non mi hai mentito. Veramente ti piaccio così tanto? Sono tua madre; non dovresti avere pensieri libidinosi nei miei confronti. Sono anche una donna che &egrave avanti negli anni. Come posso piacerti?’
‘Mamma io desidero la donna che &egrave in te. I tuoi anni non contano. Tu i ragazzi della mia età li fai impazzire. Spesso ho sentito i miei amici dire che ti avrebbero volentieri violentata. Ho fatto buon viso. Non gli ho fatto capire che conosco i loro pensieri su di te. Il bello &egrave che i loro pensieri sono anche i miei.’
‘Tu pensi di violentarmi? Lo sai che una donna non deve essere presa con la forza. Una donna ha bisogno di essere corteggiata, coccolata, amata. Tu se vuoi violentarmi non mi ami.’
‘No, mamma, scusami. Non ho mai pensato di violentarti. Intendo dire che anch’io sogno di stare nel letto insieme a te ed amarti.’
‘Amarmi? Non sarebbe meglio dire che vuoi chiavarmi; tu vuoi mettermi il cazzo in pancia e riempirmela col tuo sperma. Non hai una ragazza con cui scaricare i tuoi ormoni?’
‘La mia ragazza sei tu; non ce ne sono altre.’
‘Dio. Non posso crederci. Sei ancora vergine? Non hai mai scopato? Nemmeno con le prostitute?’
‘Mai. L’unica donna che desidero ardentemente amare sei tu. Nei miei sogni ti ho scopata milioni di volte.’
Mamma si libera dal mio abbraccio; si gira e i suoi grandi occhi si riflettono nei miei. L’espressione del suo viso &egrave seria. Avvicina la sua bocca alla mia e la sua lingua guizza fra le mie labbra e duella con la mia. Erika mi sta baciando cosi come si bacia un amante. &egrave un lungo bacio che dura diversi minuti; &egrave il mio primo bacio. Intanto una sua mano si poggia sulla mia patta e mi accarezza il cazzo da sopra la stoffa. &egrave in quel momento che smette di baciarmi. Mi prende una mano ed usciamo dalla cucina. In silenzio mi guida su per le scale verso la zona notte; arriviamo davanti alla sua camera; l’apre ed entriamo; ci fermiamo al centro della stanza. Lei lascia scivolare l’accappatoio dalle sue spalle sul pavimento. &egrave nuda. Già altre volte ho visto il corpo nudo di mia madre, ma mai l’ho visto cosi bello e splendente. Sembra sia stato scolpito nel marmo. Due lunghe gambe sostengono un tronco dalle linee perfette. Un ventre piatto che non sembra aver partorito per ben quattro volte. Due mammelle che anche se un poco cadenti reggono ancora bene alla forza di gravità. Due scure areole circondano due bei grossi capezzoli. Un viso dall’espressione aperta con una bocca con labbra carnose. Per non parlare del culo &egrave talmente bello che descriverlo &egrave impossibile. Insomma un corpo da provocare infarti a catena. La sua voce mi giunge da lontano.
‘Ehi, svegliati. Non stare li impalato. Non &egrave la prima volta che mi vedi nuda. Dai, spogliati; fammi vedere come sei fatto.’
In un battere di ciglia sono nudo; lei mi ruota intorno. Quando mi ritorna davanti i suoi occhi puntano il mio cazzo che &egrave diventato più duro e punta in avanti come un siluro.
‘Però! Non credevo che dal mio ventre fosse uscito un così eccitante puledro. Hai un magnifico cazzo; &egrave bello grosso ed &egrave anche abbastanza lungo. Vienimi più vicino, fatti toccare.’
Quando le sono vicino allunga una mano ed avvolge con le sue dita il mio fremente cazzo. Lo stringe.
‘Dio com’&egrave duro. Ti fa male?’
‘Mamma sei tu a farmi sentire male.’
‘Vieni, ho io la medicina per farti stare bene. Fra poco a questo mostro che hai fra le gambe gli farò perdere la sua boria.’
Indietreggia verso il letto e si lascia cadere sopra; tira su le gambe appoggiando i talloni sul bordo del materasso ed allarga le cosce. Le grandi labbra si stagliano fra il folto cespuglio di peli che ornano il suo pube. Porta le dita delle mani sulle grandi labbra ed esercita una pressione verso l’esterno. Il roseo colore della sua vagina fa capolino ed entra in contrasto con il nero colore dei suoi ricci peli. Sono incantato dallo spettacolo che mi sta offrendo. I miei occhi sono fuori dalle orbite. Erika sorride.
‘Vedo dal come la guardi che &egrave di tuo gradimento. Sappi che sei il terzo uomo a vederla. Il primo &egrave stato il padre di Louise, tua sorella; il secondo &egrave stato tuo padre ed il terzo sei tu. Nessun’altro ha mai visto la mia funny. Vieni fra le mie cosce e stendi il tuo corpo sul mio; sono pronta a ricevere il tuo mostro nel mio ventre. Non &egrave la prima volta che ho un rapporto incestuoso. Sappi che io e Louise, la tua sorellastra, ci amiamo; abbiamo un rapporto saffico e non solo con lei. C’&egrave anche un’altra. Ti decidi? Vuoi o no chiavarmi.’
L’ho nuda davanti a me che mi incita a chiavarla e la sua spregiudicatezza mi blocca. Poi come uscissi da un sogno mi avvicino e mi metto fra le sue bianche cosce. Lei mi afferra per i polsi e mi trascina su di se. Una sua mano mi afferra il cazzo e lo tira verso il suo pube; il mio cazzo &egrave fra le grandi labbra. Lei porta le gambe sulla mia schiena e stringe le cosce sui miei fianchi e solleva il bacino permettendo al mio cazzo di affondare nel suo ventre. Il sogno riprende. Il mio insano desiderio di accoppiarmi con mamma si &egrave concretizzato. Sto chiavando mia madre. E’ tanta la voglia di possederla che ho una eiaculazione senza muovermi. Scarico nel suo ventre il mio denso e abbondante sperma. Mi sento frustrato. Desideravo tanto chiavarla ed invece non ho saputo dominare il mio istinto animale. Lei mi stringe ancora di più.
‘Non preoccuparti. &egrave normale. &egrave la prima volta che stai con una donna, che la chiavi. Vedrai che la prossima durerà di più. lascia che sia io a condurre il gioco. Ti farò divertire ed allo stesso tempo ti insegnerò come soddisfare una donna.’
Iole, tua nonna &egrave stata di parola. &egrave stata una magnifica e meravigliosa maestra. Poi un giorno mi dice che non posso più frequentare il suo letto con la stessa assiduità; mi consiglia di trovarmi una ragazza e di sposarla. Cosa che faccio. Erika ne &egrave contenta. Il mio matrimonio non mi impedisce di frequentarla e di sbatterle il mio cazzo in corpo. Ed &egrave durante uno di questi incontri che mi parla di te. Mi rende partecipe di molti trascorsi della tua vita e di quanto hai voluto vivere. So anche della relazione che hai con tua madre.

Una cosa non mi torna. Louise sa che Jmmy &egrave con me e che stiamo scopando. &egrave stata lei a mandarmelo.

‘Jmmy se ti faccio una domanda avrò una risposta sincera? Voglio dire mi dirai la verità?’
‘Cosa vuoi sapere?’
‘Ti chiavi mia madre?’
‘Come l’hai capito? Si, anche il suo letto &egrave da me frequentato. Con tua madre ho cominciato a chiavarla mesi dopo la morte di tuo padre.’
Hai capito? Le due maiale si sono garantite il pane per la vecchiaia.
‘Come fai con tua moglie? riesci a darle la sua quota di cazzo?’
‘Sì, per una volta a settimana sono io a scoparla. Gli altri giorni sono tua nonna e tua madre a soddisfare le sue esigenze. Mia moglie sa dei miei rapporti con mia madre e con mia sorella e li ha accettati. Dovrò parlargli anche di quello che c’&egrave stato fra noi due.’
‘Non ti affrettare a spifferarle del nostro rapporto. Sei stato sincero con me ed io lo sarò con te. Come già ti avrà detto tua madre io ho avuto due avventure che mi hanno lasciato il segno: uno e Brian e l’altro &egrave Alicia.
Sono contenta di averli avuti e li amo. Quello che Erika non ti ha detto riguarda il mio terzo uomo. Con lui ho vissuto momenti di passione travolgente. Ero incinta di Alicia quando mi sono fatta chiavare la prima volta. &egrave stato il mio amante per tutta la durata della gravidanza. Poi compresi, per il suo bene, che dovevo porre fine alla relazione. Chiesi aiuto a tua madre che fece in modo di non farmi più incontrare con quell’uomo. Jmmy sto parlando di tuo padre.’
‘Mio padre? Non &egrave anche il tuo? Hai avuto un rapporto con tuo padre. Ti sei fatta chiavare da Jo? Dio che famiglia di merda. Mia madre e tua madre giacciono con lo stesso uomo e ognuna gli partorisce tre figli. Tua madre e mia madre hanno un rapporto lesbico-incestuoso fra loro e rendono partecipe della loro lussuria anche te. Diventi anche tu parte del gioco. Poi entra in gioco la mia insana voglia di chiavarmi mia madre; ci riesco e divento il suo amante; tu intanto ti sollazzi con tuo padre che anche mio padre. Per un periodo seppur breve ne fai il tuo amante. Intanto le due puttane preparano il terreno per farci incontrare. Ci riescono. Eccoci qui. Che schifo di famiglia. Il bello &egrave che ho trascinato in questo gioco anche mia moglie.’
‘Non &egrave che ti stai pentendo di aver fatto sesso con tua sorella. Eppure mi &egrave sembrato che ti piacesse chiavarmi?’
‘No, non sono pentito e voglio, cio&egrave desidero continuare a mettere il mio arnese nel tuo corpo. Sarò il tuo amante finché lo vorrai. Tu mi piaci.’

‘&egrave quello che volevamo sentirvi dire.’

Balziamo a sedere. Difronte a noi si stagliano le figure di mia madre e di sua madre. Louise ed Erika ci stanno guardando con sul viso dipinto un compiacimento per quanto sta sotto i loro occhi.
‘Da quando siete qui?’
Mia madre &egrave la prima a parlare.
‘&egrave da un bel po’. Ci scuserete se siamo state indiscrete, ma volevamo vedere come le cose si fossero sviluppate fra voi due e dobbiamo riconoscere che non vi siete risparmiati. Siamo anche contente di quello che vi siete detto. Così non ci saranno remore ne ci saranno segreti fra di noi.’
Come una furia mi scaglio contro di loro.
‘Siete due cagne. Avete programmato il nostro incontro. Sapevate che Jmmy mi piaceva e che io piacevo a lui. Ci avete spinto l’uno nelle braccia dell’altro. Grazie alla nostra libidine ci siamo cascati. E tu, povero mio inconsapevole stallone, hai capito cosa hanno fatto? Hanno ricostruito il nido che la morte di nostro padre ha lasciato vuoto. Hanno scelto te quale nuovo stallone a riempire il loro letto nelle lunghe notti. Ma con me hanno fatto cilecca. Oggi il mio rapporto con voi due si interrompe. Non ci sarà più un seguito. In quanto a te se lo vorrai potrai sempre farmi visita.’
Raccolgo i miei vestiti e, nuda, corro verso casa. Sono talmente incavolata per essere stata usata a loro beneficio che non riesco a pensare alle loro ragioni. Mi chiudo in camera e mi stendo sul letto. Dopo circa un ora sento bussare alla porta e poi la voce di Erika.
‘Iole, amore, apri; intendiamo spiegarti il perché del nostro comportamento. Io e tua madre ti amiamo; non intendevamo ferirti ne tantomeno offenderti.’
‘Andate via. Con voi due &egrave tutto finito.’
Questa volta &egrave la voce di Louise.
‘Dai, bambina, cerca di capire. &egrave vero abbiamo sbagliato a non confidarci con te. Quello che abbiamo fatto lo abbiamo fatto per il bene comune. Dopo la morte di tuo padre i nostri letti erano freddi e le notti erano lunghe da trascorrere. &egrave stata tua nonna a trovare la soluzione affinché i nostri corpi fossero di nuovo riscaldati. Lei già si faceva montare dal giovane figlio e, dopo la morte di tuo padre, mi propose di farlo entrare anche nel mio letto. Già ti ho detto che Jmmy mi piace. E’ un giovane torello, &egrave un nostro congiunto e soprattutto ha, fra le gambe, una clava di tutto rispetto. Meglio lui che un estraneo, non ci volle molto a convincermi. Non restavi che tu. Ci accorgemmo che Jmmy si masturbava pensando a te. Pensa che una notte mi ha chiavato facendo il tuo nome. Sapevamo che ti piaceva e abbiamo architettato quanto poi &egrave accaduto. Sono stata io, come sai, a mandartelo nella stalla e gli ho anche suggerito di non fare schermaglie ma di prenderti senza preamboli. Lo ha fatto. Ti ha chiavato e tu ne sei rimasta favorevolmente soddisfatta. Il trio si &egrave così ricostituito e con lo stesso cazzo a entrare nei nostri caldi ventri.’
La mia ira sbolle; vado ad aprire la porta.
‘Entrate.’
Le mie amanti si precipitano dentro e Louise chiude la porta alle sue spalle.
‘Cosi non ci disturberanno. Ed ora dicci la verità. Ti &egrave piaciuto farti chiavare dal nostro fratellastro?’
‘Se mi &egrave piaciuto? Mamma, nonna &egrave stato magnifico sentire il cazzo di Jmmy arare la mia vagina; e non vi dico l’estasi che ho provato quando mi ha prima leccato la pucchiacca e poi succhiato il clitoride facendomi un favoloso pompino. Gli ho scaricato in bocca tutto i miei umori che ha lappato ed ingoiato con gusto per non parlare del latte che ha succhiato dalle mie mammelle. Una cosa che non sono riuscita a fare perché il vostro intervento &egrave stato inopportuno &egrave quella di succhiargli il cazzo.’
Erika interviene.
‘Questa &egrave una cosa che hai solo rimandato. Ti assicuro che ha un gustoso sapore di salato ed il suo sperma ha un buon profumo oltre che essere saporito come uno yogurt. Ma ora pensiamo a noi. Non pensi che dobbiamo festeggiare l’avvenuta riappacificazione.’
Le guardo. Sono due bellissime donne. Guardo mia nonna.
‘Erika, prima di dare inizio ai festeggiamenti, voglio una risposta a una domanda che anni addietro ti ho fatto. Mio padre ti ha sodomizzata? Ti ha rotto il buco del culo?’
Nonna distoglie gli occhi dai miei, china il capo e fa un cenno di affermazione.
‘Sì, tuo padre me lo ha messo anche nel culo. Lo ha sfondato. Non c’&egrave buco nel mio corpo che il cazzo di tuo padre non abbia visitato.’
‘Ti sei fatta inculare anche da tuo figlio?’
‘Sì, anche Jmmy ha messo il suo cazzo nel mio culo.’
‘E tu, mamma, il tuo culo ha avuto lo stesso trattamento del culo di tua madre?’
‘No. Tuo padre ci provò ma mi ribellai e non ci provò più; in quanto a nostro fratello me lo ha proposto ma l’ho lasciato senza risposta.’
‘Glielo darai? Te lo farai sfondare?’
‘Sono indecisa. Quello che mi trattiene dal farmi inculare da nostro fratello &egrave il pensiero del dolore.’
‘Quando ti deciderai &egrave sempre troppo tardi. Nonna mi devi raccontare cosa si prova a farsi chiavare nel buco del culo. Ora spogliatevi e venite a letto. Abbiamo un intera notte da trascorrere e sono sicura che in tre ci sarà da divertirsi.’

Continua

P.S. Racconto fantasia. Ogni riferimento a persone viventi o decedute &egrave puramente casuale.
Gli anni scorrono. Mi sono laureata anche in veterinaria. I miei figli crescono sani e belli. Brian ha oramai superato brillantemente gli esami di maturità. Fra un mese festeggerà il suo 18′ compleanno. &egrave un ragazzo molto corteggiato. Ha un fisico da dio greco. In casa gironzolano stuoli di ragazze che se lo contendono. In autunno si iscriverà all’università; ne vado fiera ed allo stesso tempo ne sono gelosa. Alicia invece &egrave appena approdata al secondo anno di scuola superiore. Mi somiglia molto anche fisicamente. Sta venendo su una bellissima ragazza. Contrariamente a quanto ho ricevuto io, le ho impartito una sana educazione sessuale; in questo sono stata aiutata da mia nonna. La ragazza sa tenere a bada schiere di ragazzini suoi coetanei già pronti a saltarle addosso. Jmmy, il mio fratellastro, si &egrave da tempo trasferito, insieme alla moglie, nella casa della madre. La moglie, bella donna, conduce una vita molto riservata. Se non sapessi che si fa scopare dalla suocera direi che &egrave una cavalla molto scontrosa. Jmmy l’ha impregnata per ben tre volte. Erika &egrave, nonostante gli anni, ancora sulla breccia. Si fa ancora montare dal figlio, Jmmy, che la chiava con foga ed irruenza. Quando sono insieme in casa si sentono grida soffocate, ma quando la troia si fa chiavare nelle stalle allora si abbandona alle più oscene manifestazioni di piacere. Spesso la nuora partecipa attivamente agli incontri amorosi che la suocera ha con il figlio. Per quanto mi riguarda ho smesso già da un paio d’anni dal farmi chiavare da mio fratello. lo stesso dicasi per mia madre, anche lei ha da tempo chiuso la porta della sua caverna alle visite del cazzo del fratellastro. In seguito scoprirò che i motivi miei e di mia madre coincidono. A Jmmy non dispiace la decisione mia e di Louise. Ha cosi più tempo da dedicare a soddisfare le voglie della moglie e della madre. In questa atmosfera un altro anno passa. Un anno che viene funestato da un ulteriore perdita. Anche Erika viene colpita da infarto e raggiunge mio padre nel regno dei morti. Di nuovo ci ritroviamo tutta la famiglia. Mamma fa cremare il corpo della madre e tumula l’anfora delle ceneri vicino a quelle di mio padre. Una settimana dopo siamo davanti al notaio. Mia nonna ha diviso i suoi averi in parti uguali assegnandone una parte ad ognuno dei quattro figli. Mia madre propone di non dividere la proprietà, Jmmy, suo fratello e sua sorella non sono interessati a stare nella proprietà e propongono a mia madre di rilevare la loro quota purché il prezzo d’acquisto sia congruo. Louise accetta ed invita il notaio a predisporre gli atti di vendita e lo invita a fissare una data per la firma. Il notaio consulta la sua agenda e propone di rivedersi fra sei mesi. Tutti accettano. Siamo appena usciti dallo studio del notaio che mi avvicino a mia madre.
‘Mamma, vuoi dirmi che ti frulla in testa? Dove li pigli tutti quei soldi?’
Louise mi prende per un braccio e mi trascina in disparte.
‘Iole, faccio una rapina in banca. Scherzo. Ho tanti di quei soldi che posso comprare dieci volte quella azienda. Tuo padre ed io abbiamo fatto delle grosse speculazioni in borsa. Ci &egrave andata bene. La fortuna ci ha aiutati. Io voglio che l’azienda di tua nonna non si sfaldi. Tu te la senti di continuare a gestirla?’
‘Perché me lo chiedi?’
‘Se la tua risposta &egrave affermativa dobbiamo chiamare tua sorella e tuo fratello e proporre loro di venderti le quote a loro spettanti dopo la mia morte.’
‘Mamma non essere funesta.’
‘Sciocchina, non ho nessuna intenzione di morire. A me spetta una quota che devo dividere fra voi tre. Prima liquido tuo fratello e tua sorella e poi sarai tu ad acquistare tutte le quote.’
‘Ma così facendo il ricavato che andrà a mio fratello e mia sorella sarà inferiore a quello che avranno gli altri,’
‘No, perché tu rinuncerai in loro favore, cio&egrave venderai a loro la tua quota delle proprietà di tuo padre e dell’azienda di tuo padre. Saranno d’accordo perché a loro non interessa impegnarsi in agricoltura ne tantomeno negli allevamenti di bestiame. Saranno felici di liberarsene. Ci guadagneranno. A loro piace fare vita di città.’
‘Mamma perché lo fai?’
‘Oh, bella. Perché sei la mia figlia prediletta; perché sei la mia amante; perché hai un figlio che assomiglia ad un bronzo di Riace e una figlia che &egrave una venere ed io vi amo in blocco così come siete.’
Non mi convince. In un angolo della mio cervello un tarlo comincia a rosichiarmi la mente. Ma starò al suo gioco perché mi conviene. Nello spazio di un anno &egrave tutto sistemato. Tra sei mesi &egrave il mio compleanno. Varcherò la soglia dei 35 anni. L’azienda agricola &egrave in pieno sviluppo. Le mandrie di cavalli &egrave di bovini sono aumentate in quantità ed in qualità. Brian frequenta il secondo anno di università ed Alicia il prossimo anno si diplomerà. Mia madre si &egrave trasferita nel mio letto ed insieme ci sollazziamo riscaldando i nostri corpi con giochini sempre più arditi. Una notte un sogno erotico mi sveglia. Non &egrave la prima volta che faccio sogni erotici. &egrave da quando ho smesso di farmi chiavare dal mio fratellastro che sogni di questo tipo sono diventati frequenti. La stanza &egrave immersa nell’oscurità. Il sogno mi ha turbata. Ho sognato che una figura maschile mi stava possedendo. Il bello &egrave che mi piaceva. L’uomo che mi chiavava nel sogno lo conosco. &egrave lo stesso degli altri sogni, ma non riesco a metterlo a fuoco. I suoi lineamenti mi sono familiari eppure mi sfuggono. Inutile torturarmi per cercare di capire chi &egrave, ho sonno. Mi giro e cerco il corpo di mia madre per rannicchiarmi contro di lei. Non lo trovo. Accendo la luce sul comodino e constato che mamma non &egrave nel letto; con la mano tocco il suo posto; &egrave freddo il che mi dice che manca da diverse ore. Mi alzo; indosso la vestaglia ed esco nel corridoio. Nel buio vedo una luce filtrare da una porta, la riconosco. &egrave la stanza di Brian. Mi incammino verso la luce. Più mi avvicino e più mi giungono suoni ben conosciuti. Sono gemiti di piacere. Sono arrivata. La porta non &egrave completamente chiusa. Con la mano la spingo allargando l’apertura quel tanto che basta per farmi sporgere la testa e guardare nell’interno. Lo vedo. Lo riconosco. &egrave l’uomo del sogno. &egrave mio figlio. E’ nudo, ha il cazzo in piena erezione. Dio quanto &egrave lungo e quanto &egrave grosso. Davanti a lui c’&egrave una donna che sta carponi sul letto con le mammelle che pendono come due campane. Lo vedo che prende con una mano il superbo cazzo e lo avvicina al culo della donna che con voce roca e carica di desiderio gli dice:
‘Brian, amore di nonna, fai piano; lì dietro non l’ho mai preso, il mio culo &egrave vergine.’
Riconosco la voce di mia madre. Per un attimo sono tentata di irrompere sulla scena e porre fine a quell’insano rapporto, ma l’atmosfera &egrave talmente carica di afrore sessuale che mi coinvolge. Decido di restare a guardare. Mio figlio appoggia il glande contro il culo di mia madre e comincia a spingere. Louise affonda il viso nel cuscino e vi soffoca le sue grida di dolore.
‘Nonna sto entrando. Il buco del tuo culo sta cedendo. Ecco il glande &egrave entrato. Ora mi fermo per farti abituare e poi continuerò a spingere e mi fermerò solo quando &egrave tutto dentro. Nonna prima ti sfondo il culo e poi ti farò uscire il mio cazzo dalla bocca.’
‘Sì, porco di un nipote, spaccami il culo; sfondalo pure.’
Vedo Brian stendersi sul corpo della nonna, le circonda il torace con le braccia e artiglia le grosse zizze con le sue grosse mani.
‘Louise hai due magnifiche zizze.’
‘Dai, il dolore si &egrave calmato. Puoi chiavarmi nel culo. Stantuffa pure il tuo mostro nelle mie viscere. Fammi un clistere di sperma.’
Che puttana. Non ho mai sentito mia madre essere così volgare. Mi slaccio la cinghia della vestaglia e infilo una mano fra le mie cosce. Due mie dita si introducono fra le grandi labbra e le muovo come fossero un cazzo. Mi fotto. Con l’altra mano artiglio il clitoride e lo sgrilletto. Il tutto senza distogliere gli occhi dalla scena hard che mio figlio &egrave mia madre stanno realisticamente interpretando a mio beneficio. Il bacino di mio figlio ha assunto un ritmo cadenzato. La frequenza dei colpi che mena con il suo cazzo nel culo di mia madre &egrave quanto di più eccitante si possa sperare di vedere. Mamma sembra impazzita. Ulula come una lupa, nitrisce come una cavalla e grugnisce come una porca. Vedo il cazzo di Brian uscire dal culo di Louise e poi lo vedo di nuovo entrare. Dentro fuori, dentro fuori. La velocità del pompaggio aumenta. Mio figlio non ce la fa più; ha necessità di scaricare nel culo di mia madre lo sperma che gli sta gorgogliando nei testicoli. Lo vedo irrigidirsi ed emettere un lungo grugnito. Il maiale sta godendo; il cazzo sta sparando potenti bordate di caldo sperma nel culo di Louise. Anch’io sono pronta a venire. Metto una mano sulla bocca e soffoco il grido che mi sale in gola. Il mio corpo &egrave in preda a convulsioni. L’orgasmo giunge. Vengo e scarico nella mia mano il mio piacere. Mi addosso alla parete del corridoio, chiudo gli occhi e cerco di recuperare il controllo del mio corpo. Quando li riapro vedo mia figlia Alicia che mi sta guardando. Sta sorridendo. Con un timbro di voce di una che la sa lunga mi fa:
‘Ti &egrave piaciuto lo spettacolo, vieni via, seguimi prima che notino la tua presenza. Per loro la notte non &egrave finita.’
Come un automa mi faccio trascinare nella sua stanza. Mi invita a stendermi sul letto.
‘Alicia da quanto &egrave che tuo fratello e tua nonna stanno insieme?’
‘Vuoi sapere da quanto Brian si chiava la nonna? Louise e tuo figlio si frequentano da quando &egrave morta nonna Erika.’
‘Tu come fai a saperlo?’
‘Perché Brian ed io ci confidiamo. Il bello &egrave che non era la nonna che stava nei desideri di mio fratello. Louise si &egrave trovata per caso sulla strada del cazzo di tuo figlio. E’ stato un caso a farli incontrare. Nonna era andata su alla collina a passeggiare. Li c’era già Brian. Tua madre aveva da fare un suo bisogno. Si nascose dietro una siepe, si tolse le mutande, si arrotolò la gonna portando il culo allo scoperto e si chinò per espellere il suo liquido. Non si accorse della presenza di Brian il quale credendo che nonna fosse la persona che desiderava la spinse sull’erba e la infilzò da dietro. Louise prima cercò di ribellarsi, ma poi senti la verga di tuo figlio avanzare nella sua pancia e smise di divincolarsi. Quando Brian si ebbe scaricato si accorse che aveva chiavato la nonna. Scappò via e andò a nascondersi nella stalla. Nonna lo raggiunse e si concedette ancora e ancora e ancora. Restarono nella stalla fino al mattino successivo.’
Ricordo benissimo quel giorno. Cercavo mia madre perché volevo parlarle di un progetto. Mi ricordai dei miei sogni.
‘Hai detto che non era la nonna la donna che tuo fratello desiderava. Sai chi &egrave? La desidera ancora?’
‘Si, la conosco e per Brian &egrave un ossessione. Lui sta con tua madre, ma &egrave te che desidera chiavare.’
Divento rossa.
‘Vuole accoppiarsi con me? Non posso crederci. Sono sua madre.’
‘Mamma, tuo figlio ed io conosciamo la tua storia. Sappiamo delle relazioni che hai avuto con nonna Erika, con tuo padre, con il tuo fratellastro e con nonna Louise con la quale non hai mai smesso di andarci a letto. Se lo desideri, come credo che tu voglia, non farti nessun problema. Mamma fatti chiavare da tuo figlio. Ti assicuro che ne resterai soddisfatta e non rinuncerai più a lui. Sarai tu a trasferirti nella sua stanza.’
‘Cosa ne sai. Non &egrave che ci sei andata a letto?’
‘Magari. Gli ho solo succhiato il cazzo. Gli ho fatto tanti di quei pompini che ho lo stomaco pieno del suo sperma. No, anche se desidero che il suo cazzo mi svergini non ci sono andata a letto.’
‘Sai che lo sogno spesso mentre mi possiede?’
‘Ho visto giusto. Tu vuoi farti cavalcare da Brian. Fallo cosa aspetti.’
‘Sai cosa stava facendo questa notte alla nonna?’
‘Si. Me l’ha detto oggi pomeriggio. Le sue parole sono state: -Alicia, sorellina, questa notte mi inculerò la nonna, le spaccherò il culo. ‘ Ti giuro mamma che la mia passera a sentirgli dire che avrebbe sfondato il culo di Louise ha lanciato un urlo da paura. Ho immaginato il mostro che mio fratello ha fra le gambe trapanare lo sfintere della nonna e salire lungo il suo intestino retto. Ho goduto senza che lui mi toccasse.’
Mi sollevo dal letto e mi avvio verso l’uscita della stanza. Mi giro a guardare mia figlia. Le devo una risposta.
‘Lo farò. Tuo fratello sarà il mio amante.’
‘Mamma dopo che lo avrai cavalcato spero non ti dispiaccia che Brian diventi anche il mio amante. Voglio che sia lui a sverginarmi.’
‘Piccola mia, capisco benissimo, dopo averlo visto all’opera mentre stantuffava il suo grosso cazzo nel culo di mia madre, la tua voglia di farti chiavare da tuo fratello. Non ho nulla incontrario a che tuo fratello ti sfondi la figa. Prendi le dovute precauzioni. Non farti impregnare. Se vuoi andremo dalla mia ginecologa e ti farai prescrivere la pillola.’
Corsi e ricorsi storici. La storia si ripete. Un solo uomo che si chiava sua nonna, sua madre ed infine si chiaverà anche sua sorella.

Continua

P.S. Racconto fantasia. Ogni riferimento a persone viventi o decedute &egrave puramente casuale.
Tra il dire e il fare c’&egrave di mezzo il mare. Ho una voglia matta di trascinare mio figlio a letto che non riesco più a ragionare. Il mio cervello &egrave impegnato a trovare il momento adatto per imbrigliare il giovane puledro per poterlo poi montare. Frequento un istituto di bellezza dove mi sottopongo ad energici massaggi per rinvigorire i miei muscoli e rendere più appetibile il mio corpo ai suoi occhi. Abbandono il mio abbigliamento da contadina e comincio ad indossare abiti da donna di città. Indosso vestiti molto attillati che esaltano le mie magnifiche forme; sono lunghi fino alle ginocchia e, sopra, molto scollati. Ho comprato delle calze nere a rete con maglie strette e con la cucitura dietro che indosso con un reggicalze di pizzo nero, ai piedi porto delle scarpe nere e lucide con tacchi altissimi. Non sono abituata a camminare con scarpe di quel tipo. Sto continuamente ad esercitarmi a camminare con quelle scarpe ed imparare a non traballare. Ho anche comprato dei reggiseno di pizzo nero trasparenti in coppia con striminziti perizoma anch’essi di pizzo. Ho imparato a muovermi in modo da suscitare voglie innominabili. La cosa che più mi riesce &egrave quella di mettermi seduta in una particolare posizione che oltre a far intravedere abbondanti porzioni delle mie bianche cosce mostro anche il davanti dei miei perizoma di pizzo nero trasparente. I capelli li lascio sciolti che cadono sulle spalle. Così conciata faccio sempre in modo di stare nel suo raggio visivo. Brian mi lancia continui sguardi. Spesso lo sorprendo a guardare nella scollatura dei miei vestiti. Per non parlare delle continue occhiate che lancia fra le mie gambe quando sono seduta. Vedo la sua eccitazione prendere forma fra le sue gambe. Faccio finta di non accorgermene. So che soffre. Un giorno siamo tutti intorno al tavolo. Abbiamo appena finito di pranzare. &egrave Alicia a provocarlo. Sa benissimo il perché del mio comportamento.
‘Mamma, &egrave da un po’ che il tuo look &egrave cambiato. Ti sta bene. Sei più bella. Se fossi un uomo non ci penserei due volte ad invitarti a fare una passeggiata. Brian non ho forse ragione, non trovi anche tu che nostra madre &egrave cambiata in meglio. &egrave più arrapante.’
Louise redarguisce la nipote.
‘Alicia non si parla così della propria madre. Arrapante; che termine volgare che hai usato.’
Brian si alza di scatto e va via. Mia madre lo segue a ruota. Alicia si avvicina di più a me.
‘Mamma, non ti sembra di esagerare. Così facendo lo fai soffrire.’
‘Sappi che anch’io sto soffrendo. Non capisco perché non si decide. Lo so che mi vuole. Non riesce a nasconderlo. Non sei stata tu a dirmi che con tua nonna non ha avuto un attimo di esitazione?’
‘Mamma non dimenticare che sei sua madre e lui ha paura di fare una gaffe.’
‘Quando ha infilzato tua nonna credendo che fossi io non ha avuto paura?’
‘Allora fu un raptus. Mamma, dammi ascolto, prendi tu l’iniziativa. Incoraggialo. Digli che lo vuoi nel tuo letto, digli che lo ami, che vuoi che ti chiavi.’
Guardo mia figlia e ricordo quello che accadde il giorno in cui la concepii, cosi come ricordo il giorno che mi feci mettere incinta dal padre di Brian. In entrambe le volte fu mia la responsabilità e fu ancora mia quando mi offrii a mio padre e successivamente al mio fratellastro.
‘Hai ragione; devo essere io ad offrirgli il mio corpo; se aspetto che sia lui a decidersi divento vecchia. Tesoro fammi gli auguri.’
Mi sollevo dalla sedia ed esco dal salone. Alle mie spalle sento la voce di mia figlia che mi augura buona fortuna. Arrivo davanti alla porta; sento bisbigliare. Capisco che mia madre &egrave con mio figlio; non voglio disturbarli. Busso. &egrave la voce di mio figlio che sento.
‘Chi sei?’
‘Brian, sono mamma, ho bisogno di andare in città; ho da fare delle compere e vorrei che tu mi accompagnassi.’
Un vociare più intenso mi fa pensare ad un diniego. Invece.
‘Aspettami all’auto. Ti raggiungerò al più presto: il tempo necessario per prepararmi.’
Sono sicura che la sua decisione di venire &egrave stata influenzata da mia madre. Forse Louise, così come Alicia, &egrave a conoscenza del desiderio di mio figlio di possedermi. &egrave una cosa che appurerò, ora mi interessa conquistare il mio cucciolo. Vado a cambiarmi; indosso una gonna larga con sopra una camicetta; prendo un soprabito e vado ad aspettarlo nei pressi dell’auto. Dopo circa 30 minuti mi raggiunge. Dietro di lui sono comparse le sagome di Louise e di Alicia che sorridendo ci salutano e ci invogliano a divertirci. Non ho più necessità di sapere se mia madre sa della voglia di mio figlio di volermi chiavare. La sua presenza sull’aia insieme a mia figlia &egrave la conferma che Louise sa. Le due si sono coalizzate e hanno concordato che per me e Brian &egrave giunto il momento di confessarci il reciproco amore. Saliamo in auto e partiamo. Sto io al posto di guida. Per giungere in città dobbiamo per forza percorrere strade provinciali; il tempo occorrente per arrivarci &egrave di circa un’ora. Non ho fretta. Guido con prudenza ed a bassa velocità.
‘Mamma lascia guidare me; faremo prima.’
‘Hai fretta di arrivare. C’&egrave qualcuno che ti aspetta. Non ti piace la mia compagnia.’
‘Mamma io con te verrei in capo al mondo.’
‘Allora rilassati e lasciami guidare. Goditi il panorama.’
Altro che guardare il panorama. Con la coda dell’occhio vedo i suoi occhi che si spostano veloci dalle mie cosce che ho in bella mostra (si vedono le pinze del reggicalze) all’apertura della camicetta che mi sono premunita di lasciare sbottonati tutti i bottoni fin giù all’ombelico. Facendo in modo che le mie tette, coperte dal reggiseno di pizzo trasparente, facessero bella mostra della loro abbondanza.
Dopo circa 20 minuti di viaggio Brian scoppia.
‘Mamma, per favore puoi tirare giù la gonna ed abbottonarti la camicetta.’
‘Scusami. Ho dimenticato che il mio compagno di viaggio &egrave mio figlio. Ti da fastidio il mio abbigliamento?’
‘Non &egrave il tuo abbigliamento a darmi fastidio, ma &egrave quello che contiene a farmi sragionare.’
‘Vuoi dire che il mio corpo ti eccita? Eppure non dovresti, sono tua madre.’
‘&egrave vero sei mia madre, ma io oltre ad essere tuo figlio sono anche un uomo. Tu sei una bella donna e ad un uomo con una donna come te vicino vengono strani pensieri.’
Ci siamo. Decido di affrontarlo. Lentamente accosto sul bordo destro della strada e fermo la macchina.
‘Guarda che mi sono accorta delle occhiate che meni nell’apertura della mia camicetta e degli sguardi che lanci alle mie cosce. Brian, da quand’&egrave che mi ami. Da quando desideri stringermi fra le tue braccia? Credi che non abbia capito che vuoi portarmi a letto? Tu vuoi accoppiarti con me. Dimmelo, non avere paura.’
Povero il mio dolce bambino. L’ho scioccato. &egrave, prima, diventato cadaverico e, poi, il suo viso ha assunto il colore di un rosso acceso. Le sue labbra si muovono, la sua bocca si apre ma non un suono gli esce dalla gola. Ha ragione. Quale donna parlerebbe al proprio figlio dicendogli cose che nessuno si sognerebbe di sentirle dire. Ma io non sono una donna cosiddetta normale. Io sono una donna che &egrave innamorata di un uomo anche se quest’uomo &egrave suo figlio. Non posso lasciarlo in questo stato.
‘Amore, sto per dirti una cosa che avrei voluto sentirla dire prima da te. &egrave vero sono tua madre ma sono anche una donna e sono innamorata di un giovane ragazzo che &egrave un po’ di tempo che si danna perché non riesce a dirmi che vuole chiavarmi, che desidera mettere il suo cazzo nella mia fregna. Brian, figlio mio, il ragazzo di cui parlo sei tu. Ti amo. Voglio, desidero che tu mi porti a letto e mi fai assaggiare le delizie dell’amore. Brian voglio essere la tua donna.’
Ancora silenzio. Noto però che il colore del suo viso &egrave tornato normale. Apre la portiera e scende dall’auto. Viene verso il mio lato.
‘Spostati.’
Cosa che faccio senza essere ulteriormente sollecitata. Mi sposto sul sedile dove prima stava seduto lui.
Si &egrave messo al posto di guida. Avvia la macchina e proseguiamo il viaggio.
‘Prendi il telefono e chiama casa. Di a tua madre ed ad Alicia che stasera non rientriamo e se ti chiedono quando facciamo ritorno di loro che non lo sai.’
Sento un vuoto allo stomaco. Non &egrave causato dalla fame. &egrave quello che sta per accadere che me lo provoca. Chiamo casa e parlo con Alicia. Le dico che non rientriamo ed alla sua seconda domanda rispondo che non lo so, che tutto sta nelle decisioni che il fratello intende prendere. Dall’altro capo del telefono mia figlia mi domanda se ho ascoltato il suo consiglio. Le rispondo che &egrave tutto a posto, che sta guidando suo fratello e non so dove siamo diretti. Un urlo di gioia mi arriva all’orecchio. Chiudo la chiamata.
‘Chi ti ha risposto?’
‘Tua sorella.’
Il suo viso si apre in un sorriso.
‘Mamma, tua figlia &egrave una piccola troietta.’
‘Però a te &egrave piaciuto riempirle lo stomaco del tuo sperma. &egrave brava a fare pompini?’
Brian &egrave di nuovo rosso in viso.
‘Chi te lo ha detto?’
‘&egrave stata lei stessa. E che mi dici dell’altro troione: tua nonna. Ti &egrave piaciuto romperle il culo?’
Questa volta il viso &egrave bianco.
‘&egrave stata Louise a dirtelo?’
‘No, la notte che le hai rotto il culo stavo quasi dentro la stanza e ho visto con quanta foga le pistonavi il cazzo nel culo. Che gusto ci provate voi uomini a inculare le donne non riesco a capirlo e per non parlare delle donne che oltre a sentire un cruento dolore quando il cazzo le allarga lo sfintere altro non riescono a provare. Ma parliamo d’altro. Da quando tempo &egrave che desideri venire a letto con me?’
Brian toglie una mano dal volante e la infila nella tasca posteriore dei pantaloni; la tira fuori; tra le dita ha una foto; me la porge.
‘La porto sempre con me. Guarda l’anno. &egrave da allora che ti desidero. Se conto le seghe che mi sono fatto pensando a te potrei dire che avrei potuto contribuire massicciamente all’incremento demografico. Me ne sono fatte almeno tre al giorno e questo fino a quando prima mia sorella e poi tua madre non si sono sostituite alle mie mani.’
&egrave una mia fotografia quella che mi ha dato. Sono stata ritratta mentre sono distesa, nuda, a prendere il sole sul bordo della nostra piscina. Non ricordo di averla mai vista. La data risale a quattro anni prima.
‘Ma eri un ragazzino. Veramente &egrave da allora che mi desideri? Povero amore hai sofferto molto nel non poter realizzare il tuo sogno. Se avessi saputo’, ma ora sono qui con te. Andiamo in un posto dove possiamo dare libero sfogo alle nostre perversioni. Un luogo dove i nostri sogni diventano realtà.’
‘Iole, mamma, &egrave lì che stiamo andando.’
Taccio. Guardo la strada. La riconosco. Porta alla casa dove ho trascorso il periodo di clausura. Vi giungiamo a sera inoltrata. Scendiamo dall’auto; mio figlio apre la porta ed entriamo in casa.
‘Come fai a conoscere questa casa?’
‘&egrave stata tua madre a portarmi qui. Non cominciare a fare domande. Spogliati che non resisto più, voglio vederti nuda.’
‘Perché non lo fai tu?’
‘Io non ti spoglierei, ti strapperei i vestiti.’
‘Sono venuta qui di mia volontà, ti amo e desidero da te essere amata, non voglio essere violentata?’
‘Mamma non ho nessuna intenzione di farti del male. Anch’io ti amo e voglio che tu resti contenta per avermi
donato il tuo corpo e la tua anima. Ti ho chiesto di spogliarti da sola perché voglio che tu ti esibisca in uno spogliarello solo per me.’
‘Lo farò. Metti su una musica adatta. Ti farò strabuzzare gli occhi per lo spettacolo che ti offrirò.’
La musica &egrave il ‘Bolero’ di Ravel. Quando sento questa musica mi eccito fino a bagnarmi fra le cosce. Mio figlio si &egrave seduto sul divano. Comincio a danzare in modo sensuale. Poi do inizio allo spogliarello che eseguo come fossi una esperta professionista. Resto con il solo perizoma e con il reggiseno che, tenuto conto della loro trasparenza, non avrebbero bisogno di essere tolti. Ancora qualche passo di danza e poi sfilo il perizoma. La mia folta pelliccia di ricci peli nasconde la mia passera che comunque si mostra agli occhi di mio figlio che, intanto, si &egrave svestito rimanendo solo con gli slip. I miei occhi sono attratti dal gonfiore che si &egrave formato fra le sue gambe. Sono contenta per come si stanno sviluppando gli eventi. Ho lasciato per ultimo il reggiseno perché so che lui impazzisce per le mie mammelle. Porto le mani dietro la schiena e sgancio i gancetti del reggiseno che non più trattenuto cade a terra liberando le mie favolose mammelle che scuoto facendole sobbalzare. Con passo felino mi avvicino, mi piego in avanti e gli faccio dondolare le mie zizze sul suo viso schiaffeggiandolo. Brian lancia un ululato di approvazione. Mi sono rimaste solo le calze, i reggicalze e le scarpe che non tolgo. Mio figlio balza in piedi. Si toglie gli slip liberando il suo favoloso cazzo che, vibrando, svetta verso l’alto. &egrave una meraviglia.
‘Mamma prendi posizione. &egrave venuto il momento che i nostri sogni si concretizzino.’
‘Come preferisci prendermi? Standomi dietro e stando davanti?’
‘Il mio sogno &egrave quello di chiavarti guardandoti negli occhi. Voglio vedere l’espressione del tuo viso quanto ti stantuffo il cazzo nella pancia.’
Non sa il mandrillo che anch’io voglio guardare i suoi occhi mentre mi chiava. Mi stendo sul divano ed allargo le cosce. Brian si posiziona fra le mie gambe. Gli artiglio il cazzo con una mano e lo guido all’entrata della mia pucchiacca.
‘Dai, spingi.’
Il suo bacino si muove venendo in avanti. Avverto il grosso glande forzare le mie grandi labbra.
‘Ancora. Metti più vigore.’
Lui spinge. Il glande, come la punta di un trapano, supera la barriera delle grandi labbra e si inoltra verso l’interno. Sento il cazzo di mio figlio scivolare lentamente nella mia vagina. Brian continua a spingere. Una meravigliosa sensazione si impossessa del mio corpo. Sollevo il bacino andando incontro al suo cazzo favorendo la penetrazione. Finalmente sento il suo pube contro il mio. Il glande si scontra con il mio utero. la spinta si ferma. Il cazzo di mio figlio &egrave dentro il mio ventre. Metto in azione i muscoli vaginali e li comprimo sulla superficie della grossa massa di solida carne formata dal pistone che mi &egrave dentro la vagina. Gli stringo i fianchi con le cosce e porto le mie gambe sulla sua schiena abbracciandolo con esse.
‘Figlio mio, sei in me; il tuo corpo si &egrave fuso con il mio, resta immobile. Godiamoci insieme questo favoloso momento.’
‘Mamma, avevo perso ogni speranza. Non credevo più che il mio desiderio di chiavarti si concretizzasse. Ed invece eccomi qui con il mio cazzo tutto piantato nella tua pancia.’

Continua

P.S. Racconto fantasia. Ogni riferimento a persone viventi o decedute &egrave puramente casuale.
Stende il suo corpo sul mio e prende a baciarmi. La sua lingua penetra la mia bocca e va in cerca della mia, la trova e ingaggia con essa un furioso duello. Dio com’&egrave bello essere nuovamente baciata da un uomo. Mi avvento sulla sua lingua bloccandola fra le mie labbra; gliela succhio. Brian poggia le sue robuste mani sulle mie mammelle e le strizza.
‘Mamma, hai delle zizze che sono grosse come noci di cocco e dure come il marmo. Quanto ho sognate stringerle e succhiartele.’
‘Oggi puoi farlo. Le mie poppe sono a tua disposizione. Succhiale cosi come facevi da bambino, mi piaceva molto quando mi succhiavi il latte.’
Il cucciolo solleva il torace dal mio e piega il capo poggiando la bocca su una delle mie tette; la bacia facendo anche vibrare la sua lingua sulla mia areola, gioca con il capezzolo che, stimolato, si indurisce fino a diventare duro come un bullone. Lo avvolge con le labbra e prende a succhiarlo. &egrave tanta la foga che mette nel succhiare che sembra un bambino affamato. Non riesco a trattenere un lungo nitrito di piacere. Con una mano gli accarezzo la testa e con l’altra vado, insinuandola fra i nostri pube, in cerca del clitoride che trovo già duro e completamente fuori dal cappuccio, vi poggio le dita sopra e le faccio roteare sul glande del clitoride, poi lo prendo e mi sparo una sega. Mi viene la pelle d’oca. Il mio corpo viene invaso da brividi di piacere; basta aspettare.
‘Brian, mio amore, figlio mio, metti in moto il motore e stantuffa il tuo pistone nel mio cilindro. Chiavami.’
‘Mamma speravo lo chiedessi. Non ce la faccio più ad aspettare.’
Poggia le mani sui cuscini del divano e facendo forza si solleva. Punta i suoi occhi nei miei e indietreggia con il bacino. Sento il suo cazzo uscire dalla mia vagina e prima che esca del tutto lo fa nuovamente scorrere verso l’interno; mi sta chiavando. Il mio cervello parte per l’esplorazione dello spazio. Ad ogni affondo del cazzo di mio figlio nella mia pancia milioni di stelle mi vengono incontro. Il mio corpo, in preda al più esilarante dei piaceri, si dimena, senza posa, sotto il suo corpo. Un primo orgasmo mi fa visita e cui fa seguito, subito dopo un secondo orgasmo. Sono l’antipasto. La mia vagina si sta riempiendo dei miei stessi umori. Accompagno il sopraggiungere degli orgasmi con grida e nitriti che eccitano ancora di più il mio focoso stallone. Mio figlio continua a chiavarmi senza prendersi un attimo di sosta. Il suo cazzo sembra un ariete manovrato da una forza immensa. Mi mena dei colpi nella figa come se davanti al glande si trovasse un muro da sfondare. Ho gli occhi puntati nei suoi ma non vedo più la sua immagine. Vedo invece milioni di esplosioni di soli. Poi lo sento arrivare. Sì, &egrave quello che sto aspettando da quando l’ho sentito entrare nel mio corpo; lo riconosco: &egrave lui. Sta montando. Eccolo. Un grido da scrofa sgozzata mi sale in gola e prorompe nella stanza. L’orgasmo &egrave arrivato violento. Mi squassa il corpo e la mente. Per un attimo Brian, spaventato, si blocca poi riprende a stantuffarmi il suo cazzo nel ventre e lo fa con più forza e con più velocità. Ancora un colpo e poi si irrigidisce.
‘Mamma, vengoooo.’
‘Si, mio uomo. Vieni, scarica pure il tuo seme nel mio ventre, innaffiami, spegni il fuoco che mi divora.’
Sento gli schizzi del suo sperma spiaccicarsi contro il mio utero. Mi sta riempiendo la vagina. Il suo sperma si fonda con i miei umori e insieme danno vita ad un lago i cui confini sono delimitati dalle pareti della mia vagina. Non ho mai goduto cosi tanto. Mi sento rinata. Il bello &egrave che chi ha operato questo miracolo &egrave il mio focoso puledro:mio figlio.
‘Brian sai che da questo momento sarò la tua amante? Da oggi sono tua. Ti appartengo come donna e come madre. Il mio letto sarà il talamo dove albergherai ogni volta che lo vorrai e mi troverai sempre pronta a riceverti.’
‘Iole, &egrave quello che ho sempre desiderato. Mamma io sono innamorato di te, se potessi ti sposerei. Purtroppo questo non &egrave possibile e il solo pensiero di non poterti sposare mi rattrista.’
‘Dai non essere triste. Essere amanti &egrave meglio che essere marito e moglie; c’&egrave più complicità ed il desiderio &egrave perennemente presente. Noi possiamo fare tutto quello che un marito ed una moglie fanno.’
‘Anche fare ‘. Mamma non dimenticare che c’&egrave tua madre che accampa diritti su di me e c’&egrave Alicia che mi vuole.’
Cerca di distogliere la mia attenzione da quello che stava per dire. Anche se ho intuito, voglio che sia lui a dirmelo.
‘Perché ti sei interrotto? Cosa stavi per dire? Non pensare a Louise, quando torneremo a casa le parlerò io. In quanto ad Alicia ti dico subito che non sono gelosa e ne lo sarò se la possiederai e ne farai la tua concubina, solo fa attenzione a non ingravidarla. Basta parlare di loro. Parliamo di noi due. Cosa volevi dirmi?’
‘Mamma, sono distrutto. Chiavarti mi ha svuotato. Rinviamo ad altro momento. Ora riposiamo.’
Con un movimento del bacino sfila il suo cazzo dal mio corpo e si mette in piedi. Lo vedo allontanarsi verso il bagno. Riposare? Non ha capito il cucciolo d’uomo che ho arretrati da recuperare. Non ha capito che dovrà chiavarmi fino a rendermi inservibile, mi dovrà svuotare di tutta la libidine accumulata in questi ultimi tempi.
Accantonerò il discorso perché mi preme di più farmi chiavare. Mi sollevo dal divano e vado in camera da letto dove c’&egrave un altro bagno. Mentre cammino sento la miscela formatasi nella mia vagina colare lungo le mie cosce. Affretto il passo e raggiungo il bagno, mi infilo nel vano doccia e faccio scorrere l’acqua sul mio corpo. La doccia dura diversi minuti. Quando esco dal bagno lo trovo, nudo, disteso sul letto. Ha il cazzo nuovamente in tiro. Sì, &egrave proprio l’albero maestro di un veliero. &egrave bellissimo a guardarlo. Ha un glande bello grosso di colore vermiglio e luccica. Come si può non desiderarlo. La mia micina sta già urlando. Mi avvicino al letto e vi salgo sopra, mi metto carponi e gattono verso il pennone. Dio com’&egrave bello grosso. Non ho mai visto un cazzo di quelle dimensioni. Mi attira come fosse un magnete. Il mio viso &egrave ad un millimetro dal toccarlo. Allungo una mano e lo impugno. Lo avvicino al viso e lo strofino sulle mie guance, sul collo, sul petto, lo faccio scorrere sulle mammelle, con il glande gioco con i capezzoli, scendo lungo la pancia, lo strofino sulle grandi labbra e rifaccio il percorso al contrario. Quando &egrave sulle mie labbra tiro fuori la lingua e lo lecco facendola scorrere lungo tutta la sua lunghezza. Arrivo ai testicoli. Li titillo con la punta della lingua. Sento mio figlio gemere. Apro la bocca e li avvolgo con le labbra, li succhio per diversi minuti, poi risalgo senza mai staccare la lingua dalla fulgida mazza, arrivo in cima e mi diverto a leccargli il glande soffermandomi sul frenulo. Un ululato mi dice che mio figlio sta gradendo il trattamento che gli sto facendo. Passo all’azione successiva. Apro la bocca ed il glande si avventura dentro. Con la lingua lo premo contro il palato e lo succhio. Brian emette un muggito di piacere. Poi comincio a pomparlo; lo chiavo con la bocca. Il suo cazzo entra ed esce dalla mia bocca come se mi stesse chiavando la figa. Serro con forza le labbra intorno alla circonferenza del fulgido cazzo. Dopo diversi minuti mio figlio blocca la mia testa con le mani; solleva il bacino ed il suo cazzo erutta una sequela di bordate di sperma direttamente nella mia arida gola che lascio scivolare fin giù al mio stomaco. Con la mano lo mungo facendo si che espella anche i residui di sperma che si sono fermati nel condotto uretrale. Lo pulisco leccandolo. Mi distendo al suo fianco. Lui si mette di taglio e poggia la testa sul mio petto. Si addormenta. Sono contenta; ho fatto un pompino a mio figlio. Un altro passo sulla strada della conoscenza del suo corpo. Gli bacio i capelli, tiro sui nostri nudi corpi il piumone e gli faccio compagnia nel dormire. Non so quanto tempo ho dormito, so solo che una piacevole sensazione mi sta portando nel mondo dei svegli. Apro gli occhi e vedo la testa di mio figlio che si muove sul mio petto. Percepisco una sensazione di umido che mi sta impregnando il seno. Mio figlio mi sta succhiando le mammelle; la sua testa si sposta veloce da una zizza all’altra. Il caldo inizia a circolare nel mio corpo, diventa fuoco. Il sangue va in ebollizione. Gli metto le mani sulle spalle e lo spingo. Capisce. Smette di succhiarmi le tette e prende, senza smettere di leccarmi, a scendere lungo il mio corpo; giunge sul mio inguine. Allargo le cosce, metto le dita delle mani sui bordi della vagina e li allargo favorendo l’accesso della sua lingua alle mie grandi labbra; le lecca, si insinua fra esse, incontra le piccole labbra, le avvolge con le labbra e le succhia. Non trattengo un urlo di piacere. Intanto il mio uomo porta le mani sotto al mio culo. Agguanta le natiche e mi solleva avvicinando di più la mia figa alla sua bocca agevolando, in questo modo, la penetrazione della lingua nella mia vagina dove si cimenta nell’esplorazione delle pareti vaginali e lappa, ingoiandole, tutte le secrezioni che la mia micina produce sotto l’infaticabile azione della lingua di mio figlio. Il mio corpo ha continue scosse di piacere ma non riesco a portarlo a compimento. Manca qualcosa. Con le mani mi pastrugno le tette e torturo i miei capezzoli con le mie stesse dita. Il mio corpo continua a non rispondere. Poi di colpo qualcosa cambia. Mi sento invadere da nuovo fuoco. Finalmente. Mio figlio ha spostato l’attenzione della sua bocca sul mio clitoride e sta usando le dita della sua mano per penetrarmi. La lingua vortica veloce sul glande clitorideo e le sue dita stantuffano nella mia figa come fossero un cazzo. Sì &egrave questo che mi mancava. Il mio clitoride risponde alle sollecitazioni della lingua di Brian indurendosi ed allungandosi. Mio figlio lo circonda con le labbra e lo nasconde nella sua bocca dove trova la lingua pronta a leccarlo ed a titillarlo. Lo succhia. Mi fa un pompino di quelli con la P maiuscola. Le mie urla di piacere scuotono il silenzio della casa. L’orgasmo arriva. Vengo. Brian estrae le dita dalla vagina e vi posa la labbra accogliendo il mio squirting nella sua bocca. Per convogliare nella sua gola i miei abbondanti liquidi lattiginosi si aiuta con la lingua. Quando, a suo giudizio, ritiene di aver nettato la mia vagina di tutti i suoi umori solleva il busto mettendosi seduto sulle sue stesse gambe.
‘Mamma, girati, mettiti a pancia sotto ed allarga le cosce più che puoi.’
Lo guardo perplessa.
‘Che intenzioni hai? Vuoi sodomizzarmi? Non provarci.’
‘Iole, anche se il tuo culo &egrave nei miei pensieri non devi temere non ho, per il momento, intenzione di incularti. Mi piacerebbe tanto sfondarti il culo ma non lo farò. Aspetterò che sia tu a chiedermi di chiavarti nel culo.’
‘Così &egrave stato anche quando hai sfondato il culo di tua nonna? &egrave stato lei a chiederti di metterglielo nel culo?’
‘No, con nonna ho fatto tutto da solo. Lei sapeva che stavo per chiavarla nel culo. Mi ha pregato di fare piano. Tua madre aveva il culo vergine. Ho goduto molto saperlo. Mi sono divertito a trapanarle il buco del culo.’
‘Lo so, ero presente. Sei un adorabile porco. Anch’io là dietro sono vergine.’
Ruoto il mio corpo e mi metto a pancia sotto ed allargo le cosce.
‘Mamma, stendi le braccia sulla tua testa.’
Non ho ancora capito cosa vuole fare. Stendo le braccia in alto e resto in attesa degli eventi.
Dopo un minuto sento il suo corpo stirarsi sulla mia schiena e contemporaneamente il suo cazzo si strofina fra le mie natiche. La paura di essere inculata mi fa trattenere il respiro. Invece dopo averlo strusciato per diversi secondi senza trascurare di strofinare il glande sul buco del mio culo lo posiziona fra le grandi labbra e spinge per farlo entrare. La tensione si allenta. Mi rilasso ed il cazzo entra nel mio ventre senza colpo ferire.
‘Non sono mai stata chiavata in questa posizione. Gli uomini che mi hanno posseduta standomi dietro mi hanno sempre fatto mettere carponi. Dove hai imparato questa posizione?’
‘Mamma, il kamasutra &egrave pieno di posizioni a noi sconosciute. Il mio proposito &egrave quello di fare la loro conoscenza insieme a te.’
Silenzio. Sento solo il suo alito soffiarmi sulla nuca, poi i suoi denti affondano nel mio collo. Mio figlio mi sta prendendo nello stesso modo in cui un felino monta la sua partner. Le mie zizze si gonfiano di piacere ed i miei capezzoli si induriscono. Anche il mio clitoride cresce facendo uscire il glande dal cappuccio che si schiaccia contro il lenzuolo. Brian non accenna a muoversi, continua a restare immobile ed in silenzio. Io, invece, sento i miei ormoni muoversi veloci. Il cazzo di mio figlio sembra un gladio che sta per squartarmi la figa. Il dorso del pene preme contro il mio perineo. Non mi fa male. Al contrario una meravigliosa sensazione di piacere pervade il mio corpo. La mia figa comincia a diluviare. La sua bocca e sul mio orecchio. Rompe il silenzio. Mi sussurra frasi d’amore e frasi volgari. Mi chiama amore e subito dopo vacca o cagna. La mia eccitazione &egrave ormai alle stelle. Non mi trattengo e gli rispondo per le rime.
‘Si, sono una cagna. Ti amo. Sono la tua puttana. Sei l’uomo che ho sempre desiderato avere. Stai chiavando la tua vacca. Sei il mio dolce amante. &egrave cosi che ti voglio. Dai chiava la tua mammina. Fammi godere. Brian, figlio mio, mio torello, non ti lascerò mai. Perché ho tardato a farmi possedere da te. Non me lo perdonerò mai.’
Non sono io quella che si sta esprimendo con questi termini. &egrave un’altra la donna che sta parlando. &egrave una puttana innamorata.
Saranno state le mie parole, sarà perché ha il cazzo piantato nel corpo della donna che ha sempre desiderato di possedere, resta il fatto che comincia a muoversi. Allunga le braccia e mi afferra i polsi. Da inizio all’amplesso. Comincia a chiavarmi. Lo fa prima lentamente e poi i suoi movimenti si fanno più veloci ed i colpi che mena nella mia vagina sono a breve distanza l’uno dall’altro. I miei ormoni sono fuori controllo. Il mio cervello &egrave completamento annebbiato dal piacere. Nitriti, barriti, ruggiti, grugniti miei e di mio figlio accompagnano il sopraggiungere del piacere. Insieme raggiungiamo l’orgasmo, insieme veniamo. Il mio e suo sperma si fondono in un tutt’uno. Il suo cazzo fa da tappo, evita che la miscela formata dai nostri liquidi fuoriesca dalla mia vagina. La tempesta ormonale si calma e tutto torna alla normalità. Mio figlio mi &egrave ancora sopra. Il suo cazzo &egrave ancora piantato nel mio ventre. Non sarò certamente io a dirgli di sfilarlo.
‘Mamma &egrave stato meraviglioso. Sapessi quante volte ho sognato chiavarti in questa posizione. Mi &egrave piaciuto molto quando mi hai detto che sei la mia puttana.’
‘Non prendere per buono tutto quel che ti dico mentre mi chiavi. Le frasi, le parole che mi escono dalla bocca mentre il tuo cazzo balla nella mia figa sono dettate dalla perversione e dalla libidine. Io sarò la tua amante se &egrave questo che vuoi, ma mai sarò la tua puttana. Capito? Ora, per favore, sfila il tuo cazzo dalla mia vagina.’
Lentamente ritira il suo cazzo dal mio ventre e si abbatte di schiena sul letto.
‘Iole non ti arrabbiare. Ti chiedo perdono per averti offesa.’
‘Non mi sono offesa. Ti chiedo solo di rispettarmi. Sono una donna e pretendo che tu mi tratti da donna. Ora vieni, lascia che ti stringa fra le mie braccia. La notte &egrave lunga e noi abbiamo bisogno di riposare.’
Prima di addormentarmi mi tornano in mente gli ultimi avvenimenti. Mi sono fatta possedere da mio figlio e mi &egrave piaciuto. So per certo che non sarà l’ultima volta. Eppoi c’&egrave quella cosa che lui vuole e che io sto seriamente pensando di dargli. Vedremo gli sviluppi del nostro rapporto se porteranno a realizzare il suo sogno.

Continua

P.S. Racconto fantasia. Ogni riferimento a persone viventi o decedute &egrave puramente casuale.
&egrave mattino. Ho trascorso una notte da favola. &egrave da ieri pomeriggio che sono a letto; &egrave da ieri pomeriggio che ho nuovamente ripreso ad avere rapporti con un componente la mia famiglia. Non &egrave la prima volta che mi faccio chiavare da un mio congiunto. Nella mia pucchiacca &egrave entrato il cazzo del mio povero papà e quello del mio fratellastro. Prima di loro ho avuto anche rapporti sessuali con mia nonna Erika e con mia madre Louise. Questa volta si tratta di mio figlio. Non riesco ancora a raccapezzarmi. Il mio Brian mi ha fatto riscoprire i piaceri del sesso. Il suo cazzo mi ha perennemente trapanato la figa per tutta la notte. Mi sono svegliata che il sole &egrave già alto e con il corpo indolenzito. Sono sola. Mio figlio non c’&egrave. Mi stiracchio e mi lascio andare ai ricordi di queste trascorse ultime ore. Sono soddisfatta della piega che hanno preso gli eventi. Che vadano tutti in malora. Si sono una incestuosa, che mi condannino pure. Ma io non rinnegherò mai di essermi fatta chiavare da mio figlio e finché lui lo vorrà sarò sempre pronta ad ospitare il suo cazzo nel mio ventre. Sono ancora presa da questi pensieri che non mi accorgo della presenza di Brian nella stanza. &egrave la sua voce a farmi tornare alla realtà.
‘Mamma mi daresti un pò del tuo latte per il cappuccino?’
Rido sonoramente.
‘E tu mi daresti un po’ del tuo yogurt?’
Anche lui ride fragorosamente.
‘Iole, ha chiamato la mia sorellastra. Ha voluto sapere del come sono andate le cose fra me e te. Ha detto che il pensiero di noi due non gli dava tregua.’
‘Cosa le hai detto?’
‘Tutto quello che Alicia si aspettava di sentire. Poi le ho detto che ci saremmo fermati per un lungo periodo; che la nostra luna di miele &egrave appena cominciata; che tu stai vivendo una seconda giovinezza; che badasse lei agli affari dell’azienda. Che quando saremo di ritorno come ricompensa mi dedicherò a fare la conoscenza della sua micina.’
‘Quale &egrave stata la sua risposta?’
‘Che non vede l’ora che rientriamo.’
‘Sì. Non vi possono essere dubbi. Alicia &egrave mia figlia ed &egrave tua sorella. Quando tempo hai intenzione di stare qui e sollazzarti con tua madre?’
‘Fino allo stremo delle forze. Mamma, tu sei finalmente mia, come donna mi appartieni ed io voglio stancarmi entrando nel tuo corpo in ogni momento della giornata.’
Restiamo lontani da casa per circa tre mesi durante i quali mio figlio mi chiava fino allo sfinimento. Sperimentiamo tutte le posizioni del kamasutra. Brian attraverso il suo cazzo mi riempie di sperma lo stomaco facendomelo ingoiare e mi allaga la vagina col suoi potenti getti di liquido seminale. Quando decidiamo di rientrare a casa, siamo entrambi distrutti. &egrave notte fonda quando arriviamo. Mio figlio non si regge in piedi dal sonno. Lo invito a dormire nel mio letto. Non si fa pregare. Il mattino dopo &egrave mia figlia Alicia che ci suona la sveglia. Come un uragano entra in camera e fa scorrere le tende fino ad aprirle. Il sole entra nella stanza. Io e Brian siamo entrambi nudi. Alicia mi bacia e poi bacia il fratello sulle labbra in un battibaleno si spoglia completamente e si infila nel letto mettendosi fra me e suo fratello. Brian l’abbraccia e la stringe a se. La faccenda sta prendendo una piega che non mi aggrada molto. Va bene che vuole farsi sverginare dal fratello, ma, stringersi a lui nuda ed in mia presenza, mi sembra stia esagerando.
‘Ho visto l’auto ed ho capito che siete tornati. Benvenuti. Mi auguro che abbiate esaudito i vostri desideri, che siate soddisfatti e che abbiate scaricato la vostra libidine. Se così non &egrave non riesco a capire perché ci avete messo tanto per tornare.’
‘Sorellina &egrave tutto a posto. Io e mamma abbiamo trascorso il periodo più bello della nostra vita.’
‘Che sia stato bello o no non mi interessa. Voglio sapere se l’hai chiavata e come l’ha presa quando le hai fiondato il tuo cazzo nella pancia. Forza, raccontatemi tutto.’
‘Alicia, prima che le cose precipitino mi dici tua nonna dov’&egrave?’
‘Mamma, nonna ha conosciuto un giovane bovaro. &egrave andata a stare nella casa di questi. Penso proprio che in questo momento si stia sollazzando. Caro fratellino la nonna ti ha messo le corna.’
Se le corna hanno come risultato la libertà di mio figlio a frequentare più spesso il letto mio e, purtroppo, anche quello di mia figlia, che ben vengano. Brian si dovrà dividere, almeno per il momento, fra me e la sorella. Poi si vedrà.
Un languorino allo stomaco mi fa alzare ed andare in cucina.
‘Mi raccomando, fate i bravi bambini, non approfittate della mia assenza.’
Fratello e sorella mi sorridono e si abbracciano.
Vado in cucina e mentre sto preparando la macchinetta del caff&egrave un senso di nausea ed un capogiro mi fanno piegare sulle gambe e prima che cada riesco a sedermi sulla sedia. Riconosco il sintomo. Ancora una volta mi sono fatta beccare. Questa volta &egrave più grave delle volte precedenti. Prima di fasciarmi la testa devo avere la conferma. Prendo il telefono e chiamo la mia ginecologa e fisso un appuntamento. Mi rifocillo riempiendo il mio stomaco di biscotti, miele, latte, cioccolato e tante altre cose. &egrave la prima volta che mi succede di avere tanta fame. Dopo essermi rimpinzata ritorno in camera. I due maialini non hanno perso tempo. Brian e steso di schiena sul letto ed Alicia lo sta cavalcando. Ha le mani poggiate sul petto del fratello e saltella col bacino sul cazzo di Brian. La mia Alicia si &egrave fatta sverginare dal fratello. Mi siedo su una poltrona e resto a guardarli. Mia figlia sembra un invasata. Ad ogni salto vedo le sue mammelle sobbalzare. Non riesco a trattenermi. Sento il fuoco impossessarsi del mio corpo. Mi sto eccitando a vedere mio figlio che si chiava la sorellastra. Una mano si infila veloce fra le mie gambe e due dita si inoltrano nella mia già umida vagina. L’altra mano ha poggiato le dita sul clitoride e lo sta sgrillettando. Alicia lancia continui nitriti. Il suo galoppo si sta intensificando. Brian la sorregge con le mani sui glutei e l’aiuta a galoppare. Vedo la testa di mia figlia dondolare come una campana. Sta per godere. Un attimo dopo il suo corpo si irrigidisce, grida e si abbatte sul petto del fratello, sta tremando. Brian la circonda con le braccia e la stringe a se.
‘Sì sorellina, lasciati andare. Rilassati vedrai che piacevole sensazione &egrave godere.’
‘Oh dio Brian mai avrei creduto che un uomo ed una donna potessero raggiungere le vette del piacere.’
Quando i sensi si sono calmati mi avvicino al letto.
‘Hai avuto quello che desideravi. Tuo fratello ti ha reso donna. Ora datti una calmata. Domani mi farai compagnia dalla ginecologa. Devo fare una visita e sarai anche tu a farti visitare. Voglio che tu prenda la pillola. Non puoi correre il rischio di farti ingravidare da tuo fratello.’
‘Mamma, ti prego, per questa notte lasciami stare con lui. Ho la figa che sta urlando la sua voglia di sentire il cazzo di mio fratello danzare dentro di lei.’
I miei occhi si spostano su Brian.
‘Immagino che tu sei d’accordo con tua sorella? Se questo &egrave il vostro desiderio vi lascio soli. Fate attenzione. Questo &egrave il momento più critico per una donna appena sverginata. Ci sono buone possibilità di restare incinte. Non siate irresponsabili. Se vuoi continuare a chiavare tua sorella ti suggerisco di usare il preservativo. Ce ne sono nel cassetto del comodino’
Raccolgo la mia vestaglia e vado a rifugiarmi nella stanza che fu di mia nonna Erika. Per l’intera notte i nitriti di mia figlia ed i grugniti di mio figlio mi impediscono di riposare. Sono costretta a tapparmi le orecchie con la cera. Dormo fino al pomeriggio. Mi alzo, faccio una doccia ristoratrice, mi vesto e vado in cucina. In casa regna il silenzio. Di nuova la nausea. Di nuovo il capogiro. Cosi come il giorno prima mi rimpinzo fino a sentirmi male. Sì i sintomi sono quelli di una gravidanza. &egrave tempo di andare dalla ginecologa. Vado a chiamare mia figlia; la trovo dove l’ho lasciata la sera precedente. &egrave sola; il suo amante non c’&egrave. La scuoto.
‘Svegliati, &egrave tardi, dobbiamo andare; tuo fratello dov’&egrave?’
‘Non lo so. Penso che sia uscito. Mi ha lasciata sola.’
‘Alzati; rifai il letto. Cambia le lenzuola sono sporche del tuo sangue.’
Alicia mi raggiunge nel salone. Per la prima volta vedo mia figlia nella sua vera luce. Ha dipinto sul viso tutta la sua troiaggine. Un’ora dopo siamo nello studio della ginecologa. Dopo i saluti dico a Jasmine (&egrave il nome del medico) di visitare prima Alicia. La dottoressa la invita a spogliarsi e poi la fa accomodare sulla sedia ginecologica. Jasmine indossa i guanti sterili e si gira a guardare fra le cosce di mia figlia. Un’espressione di meraviglia le sfugge.
‘Dio mio. Chi ti ha fatto questo?’
Mi precipito a guardare. La figa di mia figlia ha le grandi labbra tumefatte ed &egrave molto dilatata. Brian l’ha pistonata di brutto tanto da lasciarle il segno.
‘Iole, tua figlia &egrave stata violentata. Devo segnalare il fatto alla polizia.’
‘Jasmine, vacci piano. Alicia non &egrave stata violentata. Fino ad ieri sera mia figlia era vergine ed oggi non lo &egrave più. Quello che le &egrave accaduto l’ha voluto lei.’
‘Hai guardato la figa di tua figlia? Il ragazzo o uomo che l’ha sverginata deve avere un mostro fra le gambe. Tu dici che &egrave stata lei a volerlo. Lo conosci?’
‘Sì lo conosco. Completa la visita e poi parliamo io e te da sole.’
In tutto questo Alicia non ha proferito parola. &egrave stata zitta. Jasmine la invita a vestirsi. Le prescrive una crema per le tumefazioni e poi la fa accomodare in una stanzetta attigua.
‘Siamo sole. Dimmi, chi &egrave l’uomo che l’ha ridotta in quello stato?’
‘Promettimi che quello che ti dirò non uscirà da questa stanza?’
Jasmine mi guarda con sospetto poi i suoi occhi si accendono e brillano di una luce che conosco molto bene.
‘Te lo prometto ad una condizione. Che tu mi presenti al ragazzo che ha ridotto tua figlia in quello stato.’
‘Cosa vuoi fare? e perché vuoi conoscerlo?’
‘Iole, questo ragazzo deve avere un cazzo da far paura ed io sono anni che sogno di essere posseduta da un fallo delle stesse dimensioni di quello che &egrave entrato nella figa di tua figlia.’
‘Mi stai dicendo che vuoi farti chiavare? Hai un marito e dei figli.’
‘&egrave vero. Non ho nessuna intenzione di tradire mio marito. Voglio solo sentire cosa si prova a ricevere nel ventre un cazzo cosi grosso.’
‘Ti capisco. Io prima di ospitarlo nella mia tana mi sono consumata al pensiero.’
Jasmine spalanca i suoi occhioni.
‘Tu ti sei fatta chiavare dallo stesso uomo che ha posseduto tua figlia?’
‘Sì. Il motivo della mia visita &egrave quello di parlarti di quest’uomo e di quello che credo mi sia capitato. Aspetta, torno subito.’
Vado nella stanza dove c’&egrave Alicia ad aspettarmi; le dico di avviarsi a casa perché la ginecologa deve farmi delle domande per poter meglio individuare il mio problema.
‘Mamma, per tornare a casa prendo l’auto. Tu come torni? La dottoressa farà la denuncia?’
‘No, non la farà. In quanto al mio ritorno non darti pensiero, mi farò accompagnare da Jasmine.’
Alicia mi bacia e sparisce. Ritorno dentro.
‘Hai altre visite?’
‘No. voi siete le ultime. Abbiamo tutto il tempo. Siediti e racconta.’
Inizio a raccontare. Più mi addentro nel racconto della mia vita, più la ginecologa mi guarda esterrefatta. Quando la storia finisce nella stanza regna un silenzio tombale. Ci vogliono diversi minuti perché Jasmine possa riprendersi dallo shock.
‘Ti sei fatta ingravidare per due volte e da uomini differenti, hai avuto rapporti lesbici con tua nonna e con tua madre, ti sei fatta montare da tuo padre e per un periodo, seppur breve, sei stata l’amante del tuo fratellastro ed infine ti fai chiavare da tuo figlio e credi che ti abbia ingravidata. Mi stai raccontando delle balle. Mi dici che anche Alicia, tua figlia, si &egrave fatta sverginare dal fratello? che entrambe continuerete a farvi chiavare e che non intendete rinunciarvi. Non ci crederò dovessi vederlo montarti sotto i miei occhi.’
‘Padronissima di non crederci. Se vuoi la prova che quanto ti ho raccontato corrisponde a verità stasera accompagnami a casa; sarai mia ospite e ti renderai conto tu stessa di quello che ti ho detto.’
Silenzio. Poi la decisione.
‘Verrò. Cosa vuoi che faccia per te?’
‘Sei una dottoressa specializzata in ginecologia. Chi meglio di te può consigliarmi. Ti ho detto che credo di essere incinta e che il bambino che porto in grembo &egrave frutto del rapporto che ho con mio figlio. In primis voglio che tu mi visiti e mi dici se &egrave vero che sono pregna. Poi mi devi dire quali rischi corre il bambino se lo faccio nascere.’
‘Facciamo prima la visita. accertiamo prima se sei gravida. Sali sulla sedia e vediamo.’
Monto sulla sedia ginecologica e mi sistemo. Jasmine, dopo essersi messa i guanti sterili, mi passa della crema sulle grandi labbra e poi con delicatezza mi infila la mano nella vagina; arriva con le dita all’utero, lo tasta più volte, poi estrae la mano. Mi guarda.
‘Si direbbe che non ti sbagli. Sei incinta. Adesso facciamo il test di gravidanza.’
Si allontana e prende una provetta. L’avvicina alla mia vagina in prossimità dell’uretra.
‘Piscia. Mi serve un po’ della tua pipì.’
Non so come ma riesco a urinare. Anche il test conferma la diagnosi.
‘Hai la conferma. Sei gravida. Che intenzioni hai? Ti dico subito che per te non ci sono rischi. Puoi benissimo far crescere il bambino nel tuo grembo e farlo nascere. I problemi sono del bambino. Egli &egrave il frutto di un rapporto fra consanguinei. Potrebbe non essere sano; potrebbe nascere con delle tare genetiche che possono manifestarsi anche dopo diversi anni. Il mio consiglio? Abortisci. L’aborto non ti impedirà di continuare ad avere rapporti incestuosi con tuo figlio. Potrai sempre farti riempire la pancia dal suo cazzo a condizione che ti farai chiavare stando in sicurezza. Devi prendere la pillola.’
Mi sento svuotata. Ero contenta perché avrei dato un figlio al mio Brian. Sono sicuro che l’avrei reso felice. Invece Jasmine con le sue parole ha demolito il mio sogno. Ha ragione. Non posso far nascere un bambino che potrebbe non essere sano. Ascolterò il suo consiglio. Abortirò.
‘Jasmine, ti prego, non fare parola della mia gravidanza ai miei figli. Mi hai convinta. Suggeriscimi una clinica dove poter abortire senza che mi facciano troppe domande.’
‘Non ho bisogno di darti suggerimenti. Vieni alla clinica dove esercito la mia professione. Sarò io stessa a farti abortire. Nessuno ti farà domande. Puoi stare tranquilla i tuoi figli non sapranno mai. Sono contenta della scelta che hai fatto. Toglimi una curiosità: tu veramente sei innamorata di tuo figlio; non &egrave che si tratta solamente di dare sfogo ad un tuo bisogno di sesso.’
‘Jasmine, io mio figlio lo amo fino al punto che avevo deciso, come hai potuto constatare, di fargli un figlio. Il sesso c’entra in ogni caso, sentirmi svangare la vagina da un cazzo come quello di Brian &egrave come essere proiettata nello spazio infinito. &egrave qualcosa di meraviglioso, di fantastico e che una donna dovrebbe sempre provare.’
‘Sono ansiosa di conoscere questo giovane stallone. Dai andiamo a casa tua. Prima farò una telefonata a mio marito e gli dirò che stasera mi fermerò da te. Non dire niente a tuo figlio del perché della mia visita. lascia che sia io a conquistarlo. Voglio vedere se sono ancora capace di sedurre un uomo.’
‘Con il fisico che ti ritrovi non credo che impiegherai molto a trascinarlo a letto. Ad Alicia dovrò dirlo altrimenti ti precederà nel letto di suo fratello e tu resterai a figa bagnata ma senza ospite dentro.’
Jasmine non riesce a trattenere una risata alla mia battuta. Si toglie il camice bianco, sotto &egrave vestita solo con un reggiseno striminzito che esalta il suo grosso seno (&egrave una 4 taglia) e un piccolissimo perizoma che a stento le copre la figa. Sono affascinata dal stupendo corpo della ginecologa.
‘Jasmine tu le tue clienti le ricevi sempre cosi vestita. Sei praticamente nuda.’
‘Iole fra le mie clienti ci sono donne che sono cultrici di Saffo e ci sono anche delle bisessuali. Qualcuna, dopo essersi fatta visitare, mi chiede di soddisfare i suoi bisogni; altre vengono da me solo per farsi leccare la figa e farsi succhiare il clitoride. Non mi faccio pregare e sai perché? mi piace farlo, anch’io sono una bisessuale.’
‘Ameresti anche me?’
‘Perché non dovrei. Sei una bella donna e sei anche porca. Fare l’amore con te deve essere fantastico.’
‘Ti prendo in parola. La prossima volta voglio che la tua lingua mi rovisti la passera fino a farla dolere. Si &egrave fatto tardi andiamo a casa.’
La ginecologa indossa dei pantaloni attillati ed una camicetta che si premunisce di tenere i primi tre bottoni sbottonati. Cosi ha la possibilità di mostrare il solco che separa le sue mammelle e una buona porzione di esse. Quando mio figlio la vedrà non impiegherà molto a saltarle addosso. Arriviamo a casa che &egrave ora di cena. Alicia, preavvertita, ci fa trovare la tavola già imbandita. Brian ci viene incontro. Mi abbraccia e mi bacia sulla bocca, poi la sua attenzione si sposta su Jasmine che al vederlo le si accendono gli occhi. Faccio le presentazioni e invito la mia accompagnatrice ad accomodarsi. Mio figlio mi sta alle spalle. Mi soffia sul collo provocandomi un brivido e poi mi sussurra nell’orecchio.
‘Mamma lo sai che la tua doc &egrave un bel pezzo di gnocca.’
Mi giro a guardarlo.
‘Basta che una bella donna entri nel tuo raggio visivo e subito pensi di tradirmi. Allora non &egrave vero che mi ami?’
‘Iole, mamma, tu sei il mio grande amore e mai nessuna ti sostituirà nel mio letto. Però l’amore che nutro per te non mi impedisce di riconoscere che ci sono altre belle donne. Alicia, tua figlia, &egrave una di queste; non dimenticare tua madre. Sono stato a letto con entrambe e le ho chiavate. Ciò nonostante sei tu che voglio stringere fra le mie braccia.’
‘Allora se la mia doc ti lancia l’esca tu non abboccheresti al suo amo?’
‘Mamma, l’occasione fa l’uomo ladro. Certo &egrave che se la doc ci stesse io non me la lascerei sfuggire.’
‘La chiaveresti?’
Non sento la risposta perché la voce di Alicia sovrasta la sua.
‘Quando ritenete opportuno smettere di confabulare lo dite. La cena si fredda.’
Nel rispondere a mia figlia lancio un segnale a Jasmine.
‘Scusa. Tuo fratello mi ha chiesto notizie di Jasmine e mi ha detto che non immaginava che ci fossero belle donne a praticare la professione di ginecologa. Che se lui fosse una donna la sceglierebbe come sua consulente.’
Jasmine mi guarda e mi fa capire che ha raccolto il messaggio poi guarda Brian. Le gote le diventano rosse.
‘Brian, &egrave così che ti chiami, grazie del complimento. Sei un ragazzo molto galante a dire ad una donna della stessa età di tua madre che &egrave bella. Ancora grazie.’
Alicia guarda prima suo fratello poi la doc ed infine me.
‘Mamma, ma ”
Non la faccio proseguire.
‘Zitta tu. Seguimi in cucina, aiutami a prendere le bevande dal frigo.

Continua

P.S. Racconto fantasia. Ogni riferimento a persone viventi o decedute &egrave puramente casuale.
Giunte in cucina metto al corrente mia figlia della vera ragione della visita di Jasmine.
‘Alicia, dopo averti visitata Jasmine ha voluto che io le dicessi chi &egrave l’uomo che ha ridotto la tua passera nelle condizioni che sai. Dopo che sei andata via ho avuto un lungo colloquio con Jasmine. Per altre ragioni, che in un altro momento ti dirò, le ho raccontato la mia storia e infine le ho detto di te e di Brian. Ha stentato a credermi. Ha poi espresso il desiderio di conoscere tuo fratello. Vuole che Brian ricoveri il suo cazzo nella sua vagina. Insomma vuole essere chiavata da mio figlio.’
Alicia al sapere che la doc desidera farsi fottere dal suo fratellastro-amante va in tilt.
‘Mamma che cazzo dici? Brian dovrebbe chiavarsi la tua ginecologa e noi dovremmo essere contente? Mio fratello si dovrebbe prostituire con una donna che &egrave infoiata fino a tradire suo marito con un ragazzo. Non hai paura di perderlo. Il nostro Brian potrebbe innamorarsi della doc.’
‘Da quello che hai visto Jasmine &egrave una bella donna e se il nostro amante si innamora non ci vedo nulla di male. Tuo fratello non abbandonerà mai il mio e tuo letto. Lui sa che noi possiamo dargli tutto quello che desidera. Vieni. Andiamo a vedere cosa fanno.’
‘Mamma proprio non ti capisco. Si sono appena conosciuti, cosa vuoi che stiano facendo?’
In silenzio, evitando di fare rumore ritorniamo sulla scena dell’incontro combinato. E quale fu la sorpresa? Brian sta su un lato della sedia dove &egrave seduta la doc che ha le mammelle completamente scoperte e con una mano di mio figlio che gliele pastrugna; un’altra mano e dietro la testa di Jasmine e la spinge contro il suo pube: i miei occhi si dilatano al massimo. Mi accorgo che il mio ragazzo ha il cazzo fuori dai pantaloni e lo ha piantato nella bocca di Jasmine che, avida, glielo sta succhiando. Sentiamo i suoi mugolii di compiacimento. Mi giro e spingo mia figlia fuori dal salone.
‘Mamma, doveva essere talmente arrapata che non ha perso tempo. Hai visto quel porco di tuo figlio? ha un’espressione da ebete. Il pompino che gli sta facendo la ginecologa deve piacergli molto.’
‘Andiamo via; lasciamoli soli.’
Ci spostiamo in un ala della tenuta lontana dal luogo dove si sta consumando un vertiginoso amplesso che dura un’intera notte. Il mattino dopo evito di andare nella stanza di Brian e vado in cucina dove trovo mia figlia seduta e con occhi che la dicono lunga sul come ha trascorso la notte.
‘L’auto di Brian non c’&egrave. Di sicuro non c’&egrave nemmeno Jasmine. Chissà dove sono andati?’
‘Io so dove hanno trascorso la notte; li ho visti dalla finestra allontanarsi in direzione delle stalle.’
‘Vedo che non hai dormito?’
‘Come potevo dormire sapendo che il mio uomo si stava sollazzando con la troia che hai portato a casa.’
‘Non essere drammatica. Cosa vuoi che sia una chiavata. Non &egrave una mantide, non lo mangerà.’
Un ora dopo Brian &egrave di ritorno. Alicia lo aggredisce.
‘Dove sei stato? Ti sei divertito? La ginecologa &egrave rimasta soddisfatta delle tue prestazioni? A te &egrave piaciuto come ti ha succhiato il cazzo?’
Mio figlio non si aspettava la furia della sorellastra.
‘Non dirmi che sei gelosa?’
‘Gelosa? E perché? uomini migliori di te mi sbavano dietro come orsi in calore.’
Che ci sono uomini che le sbavano dietro &egrave vero. Mia figlia &egrave una ragazza da far invidia alle più belle fotomodelle. Non &egrave la disputa fra i due che mi interessa.
‘Brian, dove hai lasciato Jasmine?’
‘A casa sua.’
‘Bene. Devo fare una telefonata. Mi raccomando non litigate.’
Chiamo Jasmine e fisso l’appuntamento nella sua clinica. &egrave meglio farlo subito che aspettare. La doc mi dice che l’inizio della settimana &egrave il momento favorevole. I giorni sono veloci. Vado in clinica e dopo essermi sottoposta a prelievi per esami diagnostici vado in sala parto e Jasmine mi fa abortire. Dopodiché mi tiene sotto osservazione per due giorni. A mia figlia ed a mio figlio ho detto che mi sarei assentata per un po’ di giorni per affari. Non hanno fatto domande. I mesi trascorrono. Io mi sono ripresa dal trauma dell’aborto. Per non correre pericolo mi sono convinta a prendere la pillola. Brian non si risparmia. &egrave instancabile. Con regolarità continua a scaricare, attraverso il suo cazzo, nella mia pancia il suo sperma. Dovendo accontentare anche la sorella ha programmato le sue visite nei nostri letti a giorni alterni. Solo due giorni per settimana non deposita il suo cazzo dentro il mio ventre ed in quello della sorellastra. Dice che deve riposare. Ed io stupida a crederci. Dopo circa cinque mesi ricevo una telefonata da Jasmine che mi preannuncia una sua visita. Ancora 15 giorni ed eccola arrivare. &egrave sera. C’&egrave il suo primogenito con lei. L’aiuta a scendere dall’auto. Non credo ai miei occhi. Quella che vedo &egrave una donna con un enorme pancione. Jasmine &egrave incinta. La faccio accomodare su una poltrona. Il figlio la tiene per mano e non gliela lascia. Un folle pensiero mi attraversa la mente.
‘Dio, Jasmine, sei pregna. Come mai hai deciso di avere un altro figlio. Tuo marito sarà contento di diventare nuovamente padre.’
‘Non &egrave stato mio marito ad ingravidarmi.’
Il mio sguardo si sposta sul ragazzo che le tiene la mano.
‘Se stai pensando a mio figlio ti dico subito, anche se ci vado a letto da poco più di due mesi, che non &egrave lui il padre del bambino. Se fosse stato il mio Jerry ad ingravidarmi sarei ricorso all’aborto. Quello che mi ha impregnata &egrave un adorabile mascalzone di cui sono pazzamente innamorata. &egrave stato tuo figlio.’
Mi lascio andare sul divano. Il ragazzo credendo che stessi per svenire mi soccorre sorreggendomi con le mani sotto le ascelle. Nel farlo non può evitare di strofinare le sue mani sui lati delle mie mammelle. Un brivido mi attanaglia il corpo. Lui avverte il mio tremore ed arrossisce.
‘Il mio Brian ti ha fecondata? E quando l’ha fatto?’
‘Cosa credi che facesse quando stava lontano da te e da tua figlia? Alla sera veniva al mio studio e aspettava che l’ultima visita uscisse, dopodiché mi faceva salire sulla sedia ginecologica, mi prendeva le gambe, le allargava e le poggiava sui braccioli; si toglieva i pantaloni e gli slip e si posizionava fra le mie cosce con il cazzo in tiro e con il grosso glande pronto a sfondarmi la figa. Senza perdere tempo mi penetrava e mi chiavava. E vuoi che chiavandomi continuamente non mi impregnasse. Il risultato l’hai davanti ai tuoi occhi. Quando ho capito di essere gravida ho cercato in tutti i modi di accreditare la paternità del bambino a mio marito. Purtroppo le voci sul mio tradimento gli erano già giunte. Siamo arrivati alla conclusione di divorziare. Sono in attesa della sentenza. Fino ad ieri sera ho dormito nello studio. Ma non posso più starci. La gravidanza mi sta diventando pesante. Ho bisogno di un ambiente tranquillo. Ho pensato a te. Puoi ospitarmi?’
Prima di risponderle ritorno a guardare suo figlio. E’ un bel ragazzo ed &egrave anche ben fatto. La mia micina ha un sussulto.
‘Puoi stare con noi per tutto il tempo che vuoi. L’unico problema &egrave dire a mia figlia che Brian ti ha ingravidata. Non riesco ad immaginare quale reazione avrà. Prima hai detto che vai a letto con tuo figlio. Intendi dire che ti accoppi con Jerry, sì, cio&egrave, voglio dire ti fai chiavare da tuo figlio? da quando sei diventata anche una incestuosa?’
Jerry si avvicina alla madre.
‘Mamma, perché Iole ha detto ‘anche-‘
‘Tuo figlio non sa delle tue tendenze?’
‘No. Jerry, bambino mio, devi sapere che la mia professione mi porta a praticare il sesso anche con donne. In un primo momento lo facevo per soddisfare le voglie delle mie clienti poi ho scoperto che mi piaceva ed ho continuato.’
‘Hai fatto sesso anche con Iole?’
‘No. con lei non l’ho ancora fatto. Iole il mio rapporto incestuoso con mio figlio &egrave cominciato un mese dopo la mia prima visita a casa tua. Ero già gravida e non lo sapevo. Ancora non riuscivo a credere che tu ti facevi chiavare da tuo figlio. La mia mente mi diceva che se l’avevi fatto tu perché non potevo farlo anch’io? Ero sessualmente attratta da mio figlio. Mi eccitai al solo pensarlo. Una sera mi prese la fregola. Mio marito era fuori città per lavoro e sarebbe rientrato dopo una settimana. Il mio secondogenito lo aveva accompagnato nel viaggio. In casa eravamo solo noi due. Quale occasione migliore di quella. Ne approfittai. Indossai l’abbigliamento che già hai visto, coprii il tutto con una vestaglia trasparentissima ed andai nella sua camera. Senza bussare entrai. Lui era nudo e stava seduto davanti al PC e stava guardando foto di donne nude. Mi avvicinai silenziosa. Quando gli fui vicino mi accorsi che si stava masturbando. E quale fu la mia sorpresa quando vidi proiettata sul monitor una mia foto che mi riprendeva nuda, con le gambe allargate e con la vagina in bella mostra. Non riuscii a soffocare un grido di stupore. Lui scattò in piedi e si girò. I miei occhi furono attratti dalla protuberanza che si ergeva fra le sue cosce e che puntava minacciosa verso il mio ventre. Era tutto scappellato. Non gli diedi modo di riprendersi dalla sorpresa. Mi piegai sulle ginocchia, artigliai il suo cazzo e portai il glande al contatto con le mie labbra; gli spiaccicai un sonoro bacio sul roseo glande; aprii la bocca, tirai fuori la lingua e cominciai a leccare quel caldo gelato. Lo sentii mugolare e poi più niente. Alzai gli occhi e lo guardai. Era tutto rosso. Non respirava; stava in apnea. Mi preoccupai e smisi di leccargli il cazzo. Lui si riprese. Mi fece alzare. Mi sollevò e mi portò sul letto, mi fece allargare le cosce e porto il suo corpo fra di esse. Avvertii la spinta del suo palo contro le mie grandi labbra. Lentamente lo sentii scivolare verso l’interno. Quando i peli del suo pube si schiacciarono contro il mio ventre arrestò la spinta. Per tutto il tempo della penetrazione ci guardammo negli occhi. Mi parlò. La sua voce era calda e piena di desiderio. ‘Mamma, sei bella, mai avrei pensato che il mio desiderio di amarti si realizzasse, ti ho amato in silenzio, finalmente sei mia. Ti sei data senza pensare che sono tuo figlio. Sono entrato nel tuo ventre, ti sto chiavando. Cosa posso ancora desiderare dalla vita.- Gli risposi solamente: – non parlare chiavami.- Ti giuro, Iole, mi chiavò come mai lo sono stata. Fu esilarante. Godetti più e più volte. Mi chiavò per tutta la notte e per tutti i giorni che mancarono al ritorno del padre e del fratello. Diventò il mio amante. C’incontravamo al mio studio e ci amavamo come due fidanzatini. Fu un giorno abbastanza tempestoso quando scoprì che anche tuo figlio frequentava il nido della mia passera. Ci sorprese in fragranza. Il tuo Brian mi stava chiavando standomi dietro. Non lo sentimmo entrare. Ci vide e scappò via. Quando tornai a casa lo raggiunsi in camera sua e ci volle tutta la mia capacità di donna per calmarlo. Gli dissi chi era Brian e gli raccontai la tua storia. Gli dissi che grazie a te mi ero convinta a saltare il fosso e di farmi chiavare da mio figlio. Di non essere geloso. Di accettare che Brian frequentasse il mio letto. Che il mio non &egrave un tradimento. Alla fine si calmò. Mi venne vicino e mi baciò. Poi allungo le mani e mi artiglio le tette. ‘ Mamma quando ti ho visto piegata a novanta gradi e Brian che ti pompava il suo cazzo nel ventre ho perso la ragione e prima di dare in escandescenze sono scappato via. Scusami. Ti piace, voglio dire lo ami?- – Si lo amo. Ma ciò non mi impedisce di amare anche te. Vi voglio entrambi.’ La stretta delle sue mani sulle mie zizze si fa più forte. Avverto anche una pressione alla pancia. ‘ Sei eccitato? Vuoi chiavarmi?- – Si mamma voglio fotterti.- -Usciamo. Andiamo al mio studio. Saremo più tranquilli.- -No, voglio chiavarti qui, in questa stanza.- Lo guardo atterrita. ‘ Cosa ti sei messo in testa? Di là ci sono tuo padre e tuo fratello; vuoi che scoppi uno scandalo.- Mi lascia le tette e va a chiudere la porta a chiave. Ritorna. ‘ Mamma da questo momento faremo l’amore anche in casa nostra. Spogliati e mettiti a novanta gradi. Lo scandalo scoppierà se non lo farai.- -&egrave un ricatto quello che mi fai.- -Se ti fa piacere crederlo sì &egrave un ricatto. Voglio chiavarti sapendo che di la c’&egrave tuo marito che non sa che suo figlio si chiava la moglie.- – Sei un porco. Farò come vuoi.- Mi spogliai e mi piegai in avanti poggiando le mani sulla scrivania. Lui si abbassò i pantaloni e gli slip, si avvicinò e fece scorrere il suo cazzo fra le mie chiappe. Un secondo dopo lo sentii entrare nella mia pancia. Mi stantuffò il cazzo nel ventre con veemenza. Voleva strapparmi qualche urlo in modo da far accorrere suo padre. Capii che voleva che suo padre venisse a conoscenza del nostro rapporto. Riuscii a controllarmi. La sua irruenza si calmò. Diventò l’amante che conoscevo. Cominciò a chiavarmi con amore; mi fece raggiungere l’acme del piacere e scaricò il suo seme nel mio ventre. Si accasciò esausto sulla sedia. Mi rivestii, lo baciai sulla bocca e mi avviai alla porta. Prima di uscire gli dissi che mi era piaciuto e che l’avremmo fatto ancora in casa nostra. Andammo avanti fino a quando venni a conoscenza di essere incinta. Il terrore si impadronì della mia mente. Sapevo chi era il padre del bambino. Lo comunicai a mio figlio che non si meravigliò molto della notizia che gli davo. L’accettò. Gli chiesi di aiutarmi a dirlo a suo padre. Si rifiutò. Sai con quale argomento? Disse che se il padre avesse saputo che sua moglie era incinta l’avrebbe sicuramente abbandonata; avrebbe sicuramente divorziato. Disse che era la soluzione ai nostri problemi; che finalmente potevamo amarci liberamente e senza la paura di essere sorpresi dal padre. Gli chiesi cosa lo spingeva a dire che suo padre mi avrebbe cacciata di casa se avesse saputo che ero gravida. Disse che mio marito sapeva che lo tradivo con Brian ma non aveva prove. La gravidanza sarebbe stata la prova concreta del mio tradimento. Non lo ascoltai. Stupidamente dissi a mio marito di essere incinta. Dimenticai che erano mesi che non avevamo rapporti. La sua risposta ti sta davanti. In fondo sono contenta. Non ho più la tensione di essere scoperta. Posso finalmente godermi i piaceri della vita in piena libertà. Ho due giovani amanti che mi amano e che fanno di me una donna che avevo dimenticato di essere. Fra non molto sarò nuovamente madre. Ho anche trovato un’amica che non &egrave gelosa del fatto che mi faccio chiavare dal suo amante-figlio. Cosa posso desiderare di più?’

Continua

P.S. Racconto fantasia. Ogni riferimento a persone viventi o decedute &egrave puramente casuale.
Io, invece, ho trovato un giovane puledro che allieterà le notti in cui mio figlio sarà occupato a sbattere il suo cazzo nella pancia della sorellastra o nella pancia della ginecologa. Li accompagno a prendere possesso di una camera. Sto davanti, quello che mi sta subito dietro &egrave Jerry; faccio ancheggiare il mio culetto sotto i suoi occhi. Arriviamo alla camera e li faccio entrare.
‘Spero che sia di vostro gradimento. Domani, vi porterò a vedere una piccola cascina. &egrave un pò rovinata. Basta farla ristrutturare e diventerà un ottimo rifugio. Vi lascio soli.’
Esco e prima di chiudere completamente la porta sento il figlio della Doc dire alla madre:
‘Mamma, hai ragione, la madre del tuo amante &egrave una bellissima donna. Non ho mai visto una donna bella come Iole. Conoscendola capisco benissimo la sofferenza di Brian. Anch’io al suo posto mi sarei dannato pur di entrare nel letto di Iole e possederla. Immagino la sua felicità quando &egrave riuscito a chiavarsi sua madre.’
Resto con la mano sulla maniglia e mi fermo ad ascoltare ed a spiare attraverso la fessura della porta.
Jasmine si avvicina al figlio; lo abbraccia e posa le sue labbra su quelle del figlio, lo bacia.
‘Ti piace la padrona di casa? La porteresti a letto? E’ più bella di tua madre?’
‘Mamma, non ti offendere, ma Iole &egrave di una bellezza unica. Si, mi piacerebbe molto entrare nel suo letto e chiavarla.’
Mi basta. Non mi serve ascoltare altro. Il puledro vuole montarmi. Non sa che anch’io desidero che mi cavalchi. Non mi resta che preparare il terreno affinché il suo sogno si realizzi. Torno nel salone e trovo Alicia. La informo di quanto &egrave avvenuto in sua assenza.
‘La doc &egrave incinta ed &egrave stato mio fratello ad ingravidarla? &egrave venuta qui perché suo marito l’ha messa alla porta? Si &egrave trascinata dietro anche suo figlio che a quanto mi dici se la fotte. Sapevo che prima o poi mio fratello ci avrebbe messo le corna. In fondo non mi dispiace avere un nipotino/a e non mi dispiace che la mamma di nostro nipote sarà la nostra ginecologa, anche se essere zia mi fa pensare di stare invecchiando. Di una cosa però non deve scordarsi. Non deve mai farmi mancare il suo cazzo. Può chiavarsi tutte le donne che vuole ma deve anche soddisfare le mie voglie. Ti giuro che se non lo fa glielo taglierò.’
&egrave il momento di parlarle di Jerry.
‘Alicia sai che il figlio di Jasmine &egrave un bel ragazzo. Quando l’ho visto mi &egrave venuto un languore allo stomaco e la mia passera ha cinguettato.’
‘Mamma, hai appena saputo che tuo figlio ti farà mancare il suo cazzo e già hai trovato con chi sostituirlo?’
‘Bambina mia, in primo luogo noi due non dobbiamo preoccuparci. Già ti ho detto che tuo fratello non si &egrave stancato di frequentare i nostri due letti. Lui continuerà ad amarci come ha fatto fino ad oggi. L’unica novità &egrave che la sua stalla si &egrave arricchita di una nuova presenza. Vuol dire che la sua biga sarà trainata da tre cavalle. Per quanto mi riguarda non vedo perché dovrei rinunciare a sostituirlo nelle notti in cui sta nel tuo letto o si sta chiavando la nostra doc. Considerato che Jerry &egrave bello quanto un guerriero greco ho deciso che sarà lui a sostituire tuo fratello nel mio letto nelle notti di vacanza e ti suggerisco di fare altrettanto.’
‘Vuoi che mi faccia chiavare dal figlio di Jasmine? Veramente &egrave cosi bello?’
‘Alicia, non ti parlo come madre ma come donna, ti dico che &egrave Marte il dio della guerra. Altro non ti dico.’
‘Fammelo prima conoscere e poi ti saprò dire.’
In quella fa il suo ingresso nel salone il mio Brian. Si avvicina e bacia prima la sorella e poi me non trascurando di tastarmi le tette di cui &egrave innamorato.
‘Ho visto un auto parcheggiata. Di chi &egrave?’
&egrave Alicia a rispondergli.
‘&egrave della tua morosa. &egrave venuta a chiedere asilo. Non &egrave sola. Con lei c’&egrave anche suo figlio.’
Brian diventa rosso e balbetta.
‘Jasmine &egrave qui? L’avete vista?’
Da consumata attrice lo redarguisco mostrandomi irata.
‘Sì l’ho vista e mi ha anche detto. Sei un porco. L’hai ingravidata. Sapevi che suo marito l’ha cacciata? Quando mi avresti detto che sarei diventata nonna? Ora che sappiamo ti chiediamo, io e tua sorella, delle tue intenzioni verso noi due. Hai deciso di interrompere il rapporto che intrattieni con noi?’
‘Mai. Voi due siete le donne che amerò per tutta la vita. Tu mamma sei quella che mi ha fatto conoscere i piaceri che un uomo ed una donna riescono a raggiungere amandosi e tu sorellina, so che sei gelosa, ma non devi minimamente preoccuparti, il tuo letto mi vedrà sempre occupare il posto al tuo fianco. Io ti amo. Ora lasciatemi raggiungere Jasmine.’
‘Ti ho detto che c’&egrave anche suo figlio? sai che &egrave il suo amante?’
‘Lo so. Mamma devi farlo stare in un’altra camera. Jasmine deve stare da sola. Deve avere la possibilità di ricevere me o suo figlio senza che le creiamo problemi. Vado di là e vi mando Jerry.’
&egrave l’occasione che aspetto. Questa notte non dormirò sola. Dopo cinque minuti vedo il mio futuro stallone raggiungerci. Alicia, al vederlo, emette un gridolino di meraviglia. Mi sussurra.
‘Dio, mamma, hai ragione; &egrave Marte sceso dal monte Olimpo. Beata sua madre che lo ospita fra le sue cosce.’
‘Da questa sera diventerà anche nostro; mi sa che dormirai da sola perché ho deciso che questa notte sarò sua ospite. Te lo presento.’
Alzo il tono della voce.
‘Alicia, questo &egrave il figlio di Jasmine. Per un po’ di tempo sarà nostro inquilino. Jerry, questa &egrave mia figlia.’
Mia figlia si precipita a salutarlo. Lo fa strusciando il suo corpo su quello di Jerry. Poi si avvicina e mentre mi bacia sulla guancia in un filo di voce mi dice:
‘A te la precedenza. Ti lascio sola con lui. Non lo consumare.’
Il tono della voce diventa normale.
‘Mamma, Jerry, mi scuserete, ma sono stanca, vado a dormire. Buonanotte.’
Un minuto e sparisce dalla nostra vista. Sono sola con lui. Mi &egrave davanti. Sta in silenzio. Lo guardo negli occhi. Lui arrossisce. Gli parlo.
‘Mi dispiace che tu debba dormire da solo. Sei stanco?’
Un no molto flebile gli esce dalla bocca.
‘Dai, vieni a sederti vicino a me. Parlami di te. Sei mio ospite, voglio conoscerti.’
Senza smettere di guardarmi negli occhi viene a sedersi sul divano. Noto che i suoi occhi si sono spostati a guardare le mie tette che sono parzialmente nascoste dalla camicetta; di contro guardo fra le sue gambe e vedo un grosso bitorzolo premere contro la stoffa dei pantaloni. &egrave eccitato. &egrave il momento buono.
‘Sei un porcellino. Mi stai guardando le tette. Come stai immaginando che siano? L’amante di tua madre impazzisce ogni volta che le vede; ne &egrave innamorato. Ti piacerebbe vederle?’
‘Sì, signora. Vorrei tanto vederla nuda.’
‘Mi chiamo Iole e non signora. Ti basterà vedermi nuda?’
‘No, Iole, non mi basterà, voglio anche amarti.’
‘&egrave quello che volevo sentirti dire. Vieni andiamo nella mia stanza. Questa notte sarai ospite nel mio letto e ci ameremo fino a sfiancarci.’
Una volta dentro lo faccio accomodare sul letto e vado ad inserire un cd di musica da camera e poi ritorno da lui, gli do un bacio leccandogli le labbra con la lingua.
‘Ora ti farò assistere ad uno spettacolo che non hai mai visto.’
Seguendo il ritmo della musica comincio a danzare da sola. Le mie movenze sono cariche di sensualità. Lui si agita e lancia grida di approvazione. Prendo a sbottonarmi la camicetta. Quando l’ultimo bottone viene sbottonato mi sfilo la camicetta e gliela lancio. Jerry la prende a volo e la porta alla bocca, la bacia. Continuo a danzare. Gli do le spalle. Porto le mani sulla schiena e sgancio i gancetti del reggiseno che faccio cadere ai miei piedi. Mi giro di scatto e gli do in visione le mie favolose poppe. Lui strabuzza gli occhi. Mi avvicino, gli prendo la testa fra le mani e l’attiro verso il mio seno, scuoto le spalle e le mammelle gli ballano davanti agli occhi. Gli schiaffeggio il viso sbattendogli le mie zizze sul volto. Per il giovane puledro sentirsi schiaffeggiare il viso da due favolose mammelle &egrave il colmo. Porta le mani sui miei fianchi e mi blocca, mi attira contro di se. La sua bocca si impossessa di un mio capezzolo. Lo morde strappandomi un grido di dolore. Tenendolo fermo con i denti lo titilla con la punta della lingua. Al grido di dolore fa seguito un nitrito di piacere. Una sua mano abbandona i miei fianchi e si sposta sulla zizza libera. La palpa e la strizza. Le sue dita artigliano il capezzolo e lo torturano prima strizzandolo e poi torcendolo. Mi piace molto quello che mi sta facendo ma devo continuare il mio gioco. Riesco a divincolarmi. Mi porto a distanza di sicurezza. Riprendo a danzare e comincio ad abbassarmi la gonna. La faccio scivolare sul pavimento. Con movenze lente mi sfilo il perizoma. Sono completamente nuda. Ho solo il reggicalze, le calze e le scarpe. Mi avvicino alla poltrona e mi siedo, sollevo le gambe e le allargo poggiandole sui braccioli della poltrona. Espongo la mia passera al suo sguardo. I suoi occhi si riempiono di libidine.
‘Non stare lì con quello sguardo da cane frustrato. Vieni a fare conoscenza con la mia micina. Lei ti aspetta. Vieni a baciarla, falle sentire il tocco della tua lingua. Leccamela.’
In un battibaleno si precipita fra le mie gambe e proietta la sua testa sulla mia figa. La sua bocca preme contro le mie grandi labbra, la sua lingua esce dalle sue labbra e si fa strada fra la folta foresta di ricci peli che proteggono la mia vagina. La punta della lingua fende le grandi labbra ed avanza verso lo squarcio aperto. Sul suo avanzare incontra le ali formate dalle piccole labbra; le blocca fra le sue labbra e le succhia. Mi strappa grida di piacere. Continua a leccare. Sento la punta della sua lingua insinuarsi come un serpente nell’orifizio vaginale. Con veloci toccate fatte con la punta della lingua esplora le pareti vaginali lappando le secrezioni che copiose mi riempiono la vagina. Il mio respiro diventa pesante. Il lavoro che la sua lingua sta operando sulla e dentro la mia vagina mi sta travolgendo il cervello. Mi agito sulla poltrona. Lui sposta la sua attenzione sul clitoride che, imperioso, si &egrave liberato dal cappuccio che lo copriva e va incontro alla sua bocca. Jerry lo blocca fra le sue labbra e con la lingua lo titilla e lo lecca. Lo succhia. Da inizio ad un sconvolgente pompino che culmina in uno stravolgente orgasmo. Grido e vengo. Lui lappa il mio piacere ingoiandolo. Ho il corpo in preda a forti tremori che mi scuotono tutta. Sono ancora sotto l’effetto dell’orgasmo che il mio giovane stallone si alza e flette il suo corpo sul mio. Avverto il glande del suo cazzo premere contro la mia vagina. Comincia a spingere. Lo fa con delicatezza. La fenditura che divide le grandi labbra si allarga permettendo al glande di penetrarmi avanzando verso l’interno della mia vagina. Quando la mia foresta di peli si intreccia con la sua la spinta ha termine. Il cazzo di Jerry &egrave per intero nella mia pancia. Ha un modo tutto suo di chiavarmi. Sembra un coniglio. Tre, quattro veloci affondi e poi si ferma. Continua in questo modo per diversi minuti, &egrave il suo modo di controllare il piacere che lo pervade. Per me &egrave una novità. Però mi piace essere chiavata nel modo in cui lo sta facendo. Glielo faccio capire lanciando continui nitriti di piacere. Arriva il primo orgasmo. Grido e le mie dita gli graffiano la schiena. Lui continua imperterrito a stantuffare il suo cazzo nella mia vagina che secerne una tale quantità di umori da sembrare una cascata. Ed ecco il secondo orgasmo. Jerry continua a chiavarmi, non si ferma più. Il dentro/fuori &egrave aumentato di velocità. Sento il suo respiro farsi pesante. I suoi occhi sono puntati verso il soffitto. Anche per lui &egrave arrivato il momento. Un grugnito mi dice che sta godendo. Sento il caldo del suo seme inondarmi la vagina. Un primo schizzo di sperma e poi un secondo ed ancora un terzo ed infine un quarto vanno ad infrangersi contro il mio utero. quando il suo cannone smette di sparare bordate di sperma si lascia andare stendendo il suo corpo sul mio. Lo abbraccio stringendolo con forza contro il mio petto. Un minuto dopo lo sento russare. Si &egrave addormentato. Non lo scaccio, mi piace sentire il suo corpo sul mio. Gli accarezzo la testa. &egrave stato bravo, ha saputo prendermi. &egrave raro trovare un uomo che pensa anche a dare piacere alla sua partner. Io sono stata fortunata. Ne ho trovati due: mio figlio ed il figlio della ginecologa. Mi piacerebbe che entrambi fossero nel mio letto a prendersi cura del mio corpo. La fantasia mi vede stretta fra i loro due giovani corpi. Dio, mi sto eccitando al solo pensarlo. In quella, senza bussare, fa il suo ingresso mio figlio: il mio toro da monta.
‘Scusa, mamma credevo fossi sola.’
Si volta per uscire.
‘Fermati. Dove vai. Vieni a sederti. Stai qui con me. Devo chiederti una cosa.’
Si siede sul letto e lancia uno sguardo al mio compagno di letto.
‘Ti sei fatta chiavare da Jerry? &egrave stato bravo?’
‘Abbassa la voce. Non parliamo di lui. Sai quando sono perversa? Poco fa stavo fantasticando sulla possibilità di avervi entrambi nel letto. Mi sono vista in mezzo a voi due: uno davanti ed un altro dietro e con i vostri cazzi piantati nel mio corpo. Se te lo chiedo ti darebbe fastidio chiavarmi insieme a Jerry.’
Brian mi guarda con occhi come dire mamma &egrave impazzita.
‘Sai quello che stai chiedendo. Tu vuoi avere una doppia penetrazione. Questo significa che uno di noi due dovrebbe mettertelo nel culo mentre l’altro te lo infila nel ventre. &egrave questo che vuoi?’
‘Si. Voglio che voi due insieme mi trapaniate fino a farmi svenire.’
‘Conoscendoti credo proprio che saremmo io e Jerry ad uscirne malconci. La proposta mi alletta. Ci sto a condizione che ha sverginarti il culo sia io.’
‘A me sta bene. Ora vai dalla tua amante e fatti dare del gel che lei usa per lubrificare le vagine e poi torna qui. A proposito quando mi farai il culo indossa il preservativo. Lo troverai nell’armadietto del bagno.’

Continua

P.S. Racconto fantasia. Ogni riferimento a persone viventi o decedute &egrave puramente casuale.
Sparisce come un lampo. La prospettiva di chiavarsi il culo di sua madre gli ha messo le ali ai piedi. Non mi resta che prepararmi a ricevere la bestia nel mio antro posteriore. Mi libero dall’abbraccio del mio compagno di letto e vado a mettermi carponi fra le sue gambe. Con una mano gli afferro i testicoli e con l’altra impugno il cazzo e lo porto alla bocca; tiro fuori la lingua e comincio a leccarlo. Il barzotto si sveglia e comincia a raddrizzarsi ed ad indurirsi, raggiunge in un attimo la sua massima espansione e durezza. Smetto di leccargli il cazzo e veloce lo scavalco sedendomi sul suo cazzo che mi sono premunita di tenerlo fermo mentre scivola nel mio corpo. Gli poggio le mani sul petto e lo guardo. Jerry si mostra sorpreso della mia mossa. Ciò nonostante allunga le mani e mi artiglia le tette, tenta di muoversi sollevando il bacino.
‘Stai fermo, non muoverti. Ti dirò io quando &egrave il momento.’
Finalmente Brian torna. Mi vede già pronta. In un attimo si spoglia. Il suo cazzo &egrave già in erezione.
‘Figliolo, prendi il gel e spalmalo sul buchetto. Poi indossa il preservativo e poi ‘ b&egrave, si, insomma sai cosa fare.’
Jerry mi guarda senza comprendere. &egrave tutto rosso. Il fatto che mio figlio lo abbia visto mentre io lo sto cavalcando lo manda in crisi. Il suo cazzo prende ad ammorbidirsi. Decido di dirgli il perché della irruzione di mio figlio. Mentre gli espongo il mio desiderio sento il suo cazzo riprendere vita, lo sento vibrare nella mia vagina, ne avverto le pulsazioni. Bene, &egrave cosi che deve restare: duro e ben piantato nella mia pancia.
‘Iole, la tua perversione non ha limiti. Ti fai rompere il culo da tuo figlio mentre io ho il mio cazzo piantato nel tuo ventre. Sei una depravata. Dopo, spero, che permetterai anche a me di chiavarti nel culo.’
‘Primo: non offendere. Non sono una depravata. Perversa lo sono ma mai depravata. Farmi prendere davanti e dietro da due giovani torelli non &egrave depravazione &egrave provare nuove sensazioni. Certamente. Puoi stare tranquillo, dopo toccherà a te mettermelo nel culo.’
Intanto mio figlio mi sta riempiendo lo sfintere e il buchetto di gel.
‘Mamma, credo che basti.’
‘Dai, Sali sul letto e mettimelo nel culo. Fai piano.’
&egrave come se avessi parlato con un muro. Brian sale sul letto e si posiziona dietro il mio bacino. Si piega sulle gambe e posiziona il suo cazzo contro il mio buco del culo. Le sue mani sono sui miei fianchi. Per facilitargli il compito fletto il corpo su quello di Jerry e sollevo il culo. &egrave il momento che Brian aspetta. Una spinta forte e decisa fanno si che il glande del cazzo di mio figlio, senza tentennamenti, superi l’ostacolo dello sfintere. Sento dolore. Grido e continuo a gridare anche quando l’ariete continua la sua corsa nel budello anale. Una corsa che si interrompe solo quando il ventre di Brian si scontra con le mie chiappe. Un altro tabù &egrave caduto. A 37 anni mi sono fatta rompere il culo da mio figlio mentre il cazzo del figlio della mia ginecologa &egrave tutto piantato nel mio ventre. Mai avrei creduto di condurre la mia perversione a questi livelli.
‘Dai, Brian, pompa la tua bestia nel mio culo e tu, giovane torello, non muoverti altrimenti mi ammazzate. Lascia che l’amante di tua madre mi spacchi il culo. Dopo toccherà a te riempirlo con il tuo cazzo.’
Brian con le sue forti mani mi tiene ben ferma.
‘Mamma non posso crederci; ti sto inculando. Ti ho sfondato il culo. Non credevo che potesse accadere.’
Mio figlio stantuffa il suo pistone nel mio culo procurandomi ancora dolore che viene attenuato dalla presenza, nella mia vagina, della spingarda di Jerry. Brian si muove come un forsennato. Il suo cazzo scorre come un treno nel mio buco del culo. Mi rendo conto che non ha calzato il preservativo. Non so il perché; so però di avere il cazzo di mio figlio che mi sta trapanando il culo e che nonostante il dolore ho già avuto due orgasmi ravvicinati ed un terzo sta per raggiungere il mio cervello. Ad ogni affondo il toro emette un grugnito di piacere. Infine raggiunge l’acme dell’estasi. Scarica nel mio intestino retto una sequela di spruzzi di caldo sperma che sento salire nell’intestino come se mi stesse facendo un clistere. Quando l’ultimo spruzzo di sperma viene espulso sento il cazzo di mio figlio perdere la sua durezza e gradualmente ritrarsi dal buco del mio culo. Mi sollevo dal corpo di Jerry e reggendomi sul petto dello stesso mi giro a guardarlo. Mi rendo conto che non ha calzato il preservativo. Ha il cazzo tutto imbrattato.
‘Vai in bagno e pulisciti. Dopo torna qui che la battaglia ha un seguito.’
Allontanatosi mio figlio mi dedico al secondo puledro. Gli pianto le mani sul petto e do il via ad un galoppo prima lento e poi, con il passare dei secondi, più sfrenato. Il su e giù che faccio sul giovane pene piantato nel mio corpo provoca lo sballottolare delle mie zizze. Sembrano due campane che con il loro dondolare mi provocano ulteriore piacere. Il cazzo di Jerry che ho ben piantato nel mio ventre sembra aumentato di volume. Il poverino comincia a gemere.
‘Iole, Iole, non ce la faccio più a trattenermi.’
‘Su, piccolino, vieni pure. Scarica il tuo cannone nella mia pancia. Riempimi la vagina.’
Un secondo dopo sento le bordate di sperma infrangersi contro il mio utero. Quando si esauriscono anche il cazzo di Jerry perde la sua vitalità. Mi lascio andare con la schiena sul letto.
‘Tocca a te andare a lavarti e poi tornare da me.’
Il fringuello va in bagno dove trova Brian che ancora si sta pulendo. Li sento bisbigliare. Veloce mi precipito ad origliare. Stanno parlando di me.
‘Brian, tua madre &egrave una furia degli elementi. Non so come ti riesce a soddisfare la sua sete di sesso. Io mi sento svuotato. Ci sta aspettando pronta a fare il secondo round con noi due a parti invertite: io la dovrò chiavare nel culo e tu glielo dovrai mettere nel ventre. Spero che ci lasci il tempo di recuperare.’
‘Ti piace mia madre? Sì? Vedrai che non ci vorrà molto, quando verrà il momento sarai pronto a soddisfarla nuovamente. Andiamo, non facciamola aspettare.’
Ecco perché amo mio figlio, mi conosce. Del resto, anche se sono la sua amante, sono pur sempre sua madre ed un figlio come Brian sa come sono fatta. Ritorno sul letto ad aspettarli. Mi raggiungono e si mettono distesi ognuno su un mio lato. Restiamo in silenzio per un po’ di tempo.
‘Mamma, hai ancora dolore?’
‘Beh! Non &egrave che farsi sfondare il culo &egrave come fare una piacevole passeggiata. Sono stata io a volerlo. Piuttosto a te chiavarmi nel culo ti &egrave piaciuto?’
‘Sai, anch’io ho penato un poco. Avevi il buchetto talmente stretto che ho dovuto spingere con forza per fare entrare il glande. Alla fine ci sono riuscito. Mi &egrave piaciuto molto sentire i tuoi muscoli anali stringersi sul mio cazzo. Pensi di riprovarci?’
‘Con voi due? Certo che voglio riprovarci. Spero che non ti dispiaccia se sarà Jerry, questa volta, a mettermelo nel culo. A te toccherà mettermelo in pancia.’
Silenzio. Solo i corpi si muovono. Le mie mani vanno a coprire i loro arnesi e li accarezzo. Loro, invece, riversano le loro teste sul mio petto e con le labbra agganciano i miei capezzoli e cominciano a succhiarmi le zizze. Il sangue inizia ad aumentare la velocità di scorrevolezza nelle mie vene. I battiti del mio cuore aumentano. Mi libero dalla loro stretta e scendo dal letto.
‘Venite a sedervi sul bordo e mettete i piedi a terra. I due non se lo fanno ripetere. Appena sono pronti fiondo la mia testa sul cazzo di Jerry e prendo a baciarlo ed a leccarlo. In un batter d’occhio il cazzo si inalbera. Passo a leccare il cazzo di mio figlio che si inalbera anch’esso. Vado avanti a succhiare ora il cazzo di Jerry e subito dopo il cazzo di Brian. Quando ritengo che sono pronti prendo il preservativo e lo calzo sul cazzo di Jerry; poi lo prego di stendersi sul letto. Lo scavalco con una gamba dandogli la schiena. Con una mano afferro il suo piolo e ne indirizzo il glande contro il buco del mio culo. Lentamente mi calo sull’ariete che, favorito dall’avvenuto sfondamento ad opera di mio figlio, facilmente scivola nell’orifizio anale. Quando la penetrazione giunge al termine stendo il corpo sul suo, gli prendo le mani e le porto sulle mie tette.
‘Stringi più forte che puoi. Strizzale.’
Mi rivolgo a Brian che nel frattempo ha assistito alla penetrazione del cazzo di Jerry nel mio buco del culo.
‘Dai, figliolo, tocca a te possedermi. Vieni a mettermelo dentro la figa e chiava la tua mammina.’
Mio figlio si catapulta sul mio corpo e con un colpo ben assestato mi pianta il suo cazzo in pancia. Mi chiava mentre ho il cazzo del figlio della sua amante interamente piantato nel mio culo. Prima lo fa con una lentezza esasperante e poi aumenta l’andatura fino a farmi esplodere un universo di stelle nel cervello. Mi porta a più orgasmi che si susseguono uno dietro l’altro. All’ultimo mio orgasmo si unisce l’esplosione del vulcano che &egrave nel mio ventre. Avverto il suo caldo sperma allagarmi il ventre. Con una spinta lo costringo a sfilarmi il cazzo dalla figa e lo catapulto sul letto. Poi senza che Jerry sfili il cazzo dal mio culo rotolo sul letto trascinando il cucciolo della ginecologa sopra di me. Giro la testa e lo guardo negli occhi.
‘Tocca a te. Chiavami; il mio culo &egrave tuo. Sfondalo.’
Lo stallone inizia a pompare il suo giovane e duro cazzo nel mio culo. Quello che sento stantuffare nel mio culo non &egrave un cazzo, ma &egrave un martello pneumatico. Non dura molto. L’energia che lo alimenta si esaurisce presto. Grugnisce come un maiale e viene. Mi sarebbe piaciuto sentire anche il suo sperma salire nel condotto anale ma il preservativo mi toglie il piacere di godere di un altro clistere di liquido seminale. Sono soddisfatta. Sfilo il mio corpo da sotto il corpo di Jerry e vado in bagno. Ho il buco del culo che mi brucia. Riempio la vasca di acqua calda e di sali; mi immergo. Resto a mollo per circa un’ora trascorsa la quale esco dalla vasca, indosso l’accappatoio e ritorno in camera. &egrave vuota. I due torelli non ci sono. Chiudo la porta a chiave; mi libero dell’accappatoio e mi infilo nel letto e cado in un sonno profondo. Mi sveglio il mattino dopo. Mi stiracchio e mi grogiolo al pensiero di quello che &egrave accaduto il giorno prima. Ho il culo ancora indolenzito per la trapanatura subita. Due possenti tori da monta mi hanno chiavato e sodomizzato contemporaneamente. Certo non &egrave stato gioioso farsi rompere il culo. Ho sofferto quando me lo hanno sfondato. Sento ancora i postumi del dolore, ma sono oltremodo contenta; &egrave stato bello avere un cazzo nel buco del culo mentre un secondo cazzo veniva ospitato nella mia vagina. Cosa posso ancora desiderare dalla vita? Un pensiero mi attraversa la mente. Sì, posso farlo diventare realtà. Del resto Jasmine lo ha fatto con mio figlio. Io non le sarò da meno; lo farò con suo figlio. Voglio che Jerry mi ingravidi. Da questo momento non prenderò più la pillola. Il giovanotto dovrà cavalcarmi innumerevoli volte fino a lasciare il segno del suo passaggio nel mio letto. Lo lascerò libero solo quando sarò sicura di essere incinta. La mia decisione di farmi impregnare avrà come conseguenza l’allontanamento di Brian, anche se per un periodo breve, dal mio letto. Trascorre circa un mese prima che mi decida di dare inizio all’operazione gravidanza. Vado in cerca di mio figlio con il proposito di informarlo. Gli parlo del mio desiderio di avere un figlio da Jerry. La notizia lo amareggia. Finalmente mi confessa che ha sempre sperato di potermi ingravidare; ha sempre desiderato che il nostro amore si concretizzasse nella nascita di un figlio nostro. Non gli dico di quanto siamo stati vicini ad avere un figlio; non gli parlo dell’aborto. Se lo facessi lo perderei per sempre. Gli dico, però, che anch’io ho pensato di dargli un figlio, ma dopo essermi consultata con la ginecologa, ho deciso diversamente. Gli dico delle ragioni che mi hanno impedito di dargli un figlio. Brian mi ascolta in silenzio. Si avvicina e mi abbraccia.
‘Mamma, sarebbe stato bello su tu avessi partorito un figlio frutto del nostro amore, ma se le cose stanno come dici &egrave meglio così.’
Lo bacio e con una mano gli tasto la patta.
‘Guarda che questo non lo lascerò. Adesso andiamo dalla tua amante ed informiamola.’
Tenendoci per mano raggiungiamo Jasmine. La troviamo nel salone. Dio com’&egrave diventata grossa. Ha un pancione enorme e delle mammelle che sembrano due cocomeri. Mi avvicino e mi chino a darle un bacio.
‘Ricordati che dopo che avrai partorito mi dovrai ripagare dell’ospitalità che ti sto dando. Mi spieghi come fai a farti cavalcare con il pancione che ti ritrovi?’
‘Chiedilo a tuo figlio, lui sa come fare.’
Guardo Brian che con aria di chi la sa lunga mi fa:
‘Mamma, la posizione più adatta per chiavare una donna incinta che ha un pancione grosso come quello di Jasmine e di starle dietro. Vedrai che, quando sarà il momento, piacerà anche a te farti possedere standoti dietro.’
La ginecologa ci guarda.
‘Cos’&egrave questa storia? Non dirmi che sei incinta?’
‘Non ancora. Siamo qui per dirti che ho deciso di avere un figlio e che l’uomo che dovrà inseminarmi deve essere tuo figlio. Spero che non sarai gelosa.’
‘Vuoi che mio figlio ti fecondi? Dio, se così sarà diventerò nonna. Sono contenta; vieni ad abbracciarmi.’
Vado a sedermi vicino a lei e l’abbraccio.
‘Per favore, vuoi spiegare a mio figlio perché non posso farmi ingravidare da lui.’
Jasmine mi guarda e vede dipinta sul mio viso una muta preghiera. Come se volessi darle un bacio avvicino la bocca al suo orecchio e gli sussurro:
‘Ti scongiuro. Non fare riferimento alla mia gravidanza interrotta.’
Lei mi guarda e con un cenno degli occhi mi fa capire che non avrebbe parlato. Poi fa un cenno a Brian di sedersi vicino a lei ed infine comincia a parlare delle conseguenze negative di una gravidanza nata da un rapporto fra madre e figlio ed &egrave così che vengo a conoscenza che Jasmine ha dovuto combattere contro la voglia del figlio di inseminarla e di quanto ha dovuto penare per convincerlo che era sbagliato. Alla fine del monologo della ginecologa Brian l’abbraccia e la ringrazia. Le da un bacio infilandole la lingua in bocca; le dice di amarla e che vuole che lei stia sempre con lui. Si alza e ci lascia sole. Jasmine mi guarda.
‘Non stare a preoccuparti. Non sono gelosa. Basta che di tanto in tanto gli permetterai, quando ne avrà voglia, di venire a farmi visita nel mio letto; sai lo amo.’
‘A condizione che anche tu lascerai che Jerry venga da me, sai anch’io amo mio figlio.’
‘Certo che siamo una bella coppia di depravate noi due. Ci facciamo chiavare dai nostri figli e poi ognuna di noi si fa impregnare dal figlio dell’altra. Per la verità il tuo Jerry non l’ha ancora fatto. Mi premunirò di farglielo fare al più presto.’
‘Non dimenticare che hai una figlia.’
‘Che c’entra Alicia in questo?’
‘Mio figlio ne &egrave innamorato. Vorrebbe sposarla.’
La notizia non mi sorprende. Avevo già intuito che i due si sentivano attratti.
‘Ci pensi. Il tuo Jerry avrà una moglie: mia figlia; io sarò la sua concubina e tu sarai la sua amante. Credi che riuscirà a sostenere il compito che lo aspetta. Tuo figlio sa che dovrà dividerla con Brian. Alicia non rinuncerà a farsi chiavare dal fratellastro.’
‘Questo vale anche per il tuo Brian. Avrà te e tua figlia come amanti e me come concubina.’
La lascio sola. Chissà quant’&egrave che Alicia e Jerry hanno cominciato a frequentarsi? Intanto i lavori di ristrutturazione della cascina proseguono. A lavori finiti ci andranno ad abitare Brian e la sua amante con i figli che questa riuscirà a partorirgli (saranno ben tre piccoli diavoletti). Accade che mio figlio, tutto preso dal ruolo di amante di Jasmine e padre dei figli che questa gli partorisce si allontana sempre di più dal mio letto. Le occasioni di ospitarlo fra le mie bianche cosce si fanno rare ma non si estinguono. Cosi come pure si diradano le visite di Brian nel letto della sorellastra. Alicia ha sposato Jerry. Vivono nella stessa casa dove ci sono anch’io. Non può che essere diversamente tenuto conto che lo stallone ha la forza e la capacità di montare le sue due giumente ingravidandole contemporaneamente. &egrave bello ed eccitante quando entrambe andiamo in città a fare shopping. Ci teniamo per mano e con i nostri pancioni in bella mostra. Gli uomini ci guardano con negli occhi la bramosia e la libidine. Le donne ci invidiano e mormorano. Alicia ed io ne godiamo tanto che quanto torniamo a casa il nostro toro ha un bel da fare per calmare i nostri ormoni impazziti. Fino a quando il mio ciclo biologico ha termine riesco a farmi ingravidare per ben 3 volte. Dal mio ventre vengono fuori un bel maschietto e due belle femminucce. Sì sono una donna appagata e ancora desiderata. La vita &egrave stata generosa con me. Cinque figli, tre nipotini figli di Brian e di Jasmine più altri quattro nati dal ventre di Alicia con un quinto in arrivo; un azienda agricola fiorente; un amante: Jerry (il padre dei miei figli) che non si stanca mai di depositare il suo attrezzo nel mio capanno ed un altro Brian (mio figlio) che &egrave quello che amo di più e che viene, di tanto in tanto, a rinverdire i miei e suoi ricordi.

Fine

P.S. Racconto fantasia. Ogni riferimento a persone viventi o decedute &egrave puramente casuale.

Leave a Reply