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Racconti erotici sull'Incesto

Le reazioni alle vibrazioni

By 3 Febbraio 2022No Comments

Vanna si è fermata nel vialetto di casa e si è accigliata con gli occhi fissi sull’oggetto davanti alla porta del garage su cui era seduto uno dei suoi figli. Matteo era in piedi sulla veranda ed osservava sua madre; nel momento in cui aveva smesso di camminare dalla macchina alla porta d’ingresso ha capito cosa era successo: si era dimenticato ed aveva lasciato la bici fuori.
“Merda!” ha pensato Matteo “Avrei dovuto mettere quella dannata cosa in garage!”
Con un sospiro il ventisettenne è andato verso sua madre la quale, dalla espressione del viso, non si poteva certo dire che fosse felice in quel momento.
“Sì mamma” ha detto Matteo “E’ una moto”
“Sai come mi sento riguardo a queste cose” ha esclamato sua madre continuando ad aggrottare la fronte.
“Lo so” ha sospirato Matteo “Guarda che indosso il casco ed ho fatto tutti i corsi di sicurezza sia della guida che quella stradale e la patente me l’hanno data da circa dieci anni fa” ha detto a sua madre aggiungendo “Ho ventisette anni, mamma, e MI PIACE andare in moto”.
Vanna ha sospirato pesantemente pur sapendo che adesso suo figlio era un uomo e l’aspetto del giovane lo ricordava ogni volta che lo vedeva. Infatti i suoi penetranti occhi azzurri, eredità del padre, e le spalle larghe insieme ai forti abbracci che le dava, ricordavano costantemente la mancanza di attenzione che suo marito aveva riservato a Vanna nell’ultimo anno.
Quel giovane era sfacciato ed irriverente verso tutti, madre compresa. Spesso la madre lo sgridava dandogli consigli di comportamento.
Lei odiava la motocicletta e lui lo sapeva. L’idea di suo figlio che la cavalcava senza protezione le feceva correre un brivido di paura nella schiena.
“Vedo persone che ogni giorno vengono al pronto soccorso storpiate per incidenti” ha detto Vanna girandosi verso suo figlio cercando di non fissarlo sul petto mentre il giovane senza maglietta era in piedi accanto a lei.
“Guarda” ha detto Matteo avvicinandosi a lei “L’unico modo per tranquillizzarti è provarla”
“Provala?” ha chiesto Vanna confusa. La vicinanza del figlio le ha riempito le narici del profumo della colonia usta. L’odore del suo sudore misto al dopobarba le ha fatto girare la testa e lei ha cercato di chiarire i suoi pensieri.
Suo figlio si è allungato in avanti e ha preso due caschi dal sedile della motocicletta offrendone uno a sua madre dicendo “Lascia che ti mostri perché a Katie piace così tanto” ha ridacchiato lui.
Katie era l’ultima della serie delle fidanzate del figlio negli ultimi anni, ognuna durava non più di sei mesi al massimo e Vanna lo sapeva. Ciò che aveva colpito la donna di quarantotto anni era la strana somiglianza che le ultime tre avevano con lei ed inoltre tette e tre avevano più di trent’anni, avevano tutte i capelli rossi lunghi fino alle spalle come lei e, cosa più importante, tutti e tre erano piuttosto ben dotate nel reparto tette. Per Vanna la sua 3D era qualcosa di cui era sempre stata orgogliosa nonostante il fatto che ci sia stato un piccolo abbassamento dovuto al passare degli anni.
Il pensiero di una donna accovacciata sul sesso e che si aggrappava al figlio da dietro, le ha dato una strana sensazione in tutto il corpo ed ha scosso la testa per schiarirsi i pensieri dicendosi che non poteva essere gelosa di ciò.
Matteo ha considerato il movimento della testa della madre come un rifiuto ma, avvicinandosi a lei, le ha messo il casco sulla testa e poi si ha indossato il suo.
“Matteo!” ha cercato di protestare Vanna osservandolo nel sedersi e poi girare la chiave mentre il rombo del motore riempiva l’aria.
Lei ha sospirato e con rassegnazione è salita alle spalle del figlio pensando ad una veloce corsa intorno all’isolato per poi riprendere la sua filippica sulle motociclette.
Quando la sua gamba è scivolata sul sedile, una cosa è stata immediatamente evidente: la gonna corta estiva che indossava non era la scelta migliore per una moto.
Vanna ha sentito l’orlo scivolare sulle sue cosce e poi la grande sorpresa quando la figa coperta dalle mutandine è entrata a contatto con la pelle del sellino.
“Tesoro…” ha tentato di dire e si è sentita rispondere “Aspetta mamma”. Era la voce di Matteo che crepitava nell’orecchio che ha proseguito “Sì, abbiamo i microfoni a due vie nel casco così possiamo parlare” ha detto lui sorridendo.
Prima ancora che potesse rispondere, Vanna ha sentito la moto muoversi nel vialetto ed istintivamente le sue braccia hanno avvolto il torso nudo di suo figlio appoggiandosi a lui il quale percepiva chiaramente le tette premere forte contro la sua schiena ed il profumo di donna emesso da lei gli ha quasi fatto girare la testa.
Quando Matteo ha premuto l’acceleratore, Vanna ha provato una sensazione unica. La vibrazione del motore proprio sotto il loro sedile è passata attraverso la pelle del sellino andando dritta nei suoi lombi ed le ha dato una sensazione di formicolio che ha fatto sì che i suoi succhi vaginali iniziassero a fuoriuscire per depositarsi ed essere assorbiti dal pannellino di cotone delle sue mutandine.
“Oh Dio” è stato il gemito di meraviglia e sorpresa felice di lei gemette mentre Matteo apriva ancora di più l’acceleratore della moto dimenticando che Matteo aveva sentito quell’esclamazione.
“Grandioso, vero?” ha detto Matteo entusiasta del rumore nel microfono del suo casco “Che bella sensazione, vero?”
“Non ne hai idea!” ha mugolato sua madre mentre il ronzio della motore generava formicolii che eccitavano il clitoride con sensazioni ora pulsanti.
“Vuoi scommettere che sei bagnata da morire in questo momento, vero?”
“Matteoo!” esclamò sua madre facendo finta di essere scandalizzata “Non ti vergogni di dire cose del genere a tua madre?” e la voce di Matteo le ha riempito di nuovo le orecchie “No, non mi vergogno. Mi sto riferendo ad una donna calda e sexy che è seduta dietro di me allacciata al mio petto con le tette premute sulle mie spalle!”
A quelle parole dette con tanta sfrontatezza, Vanna non è riuscita a reprimere il brivido che l’ha percorsa. Il fatto che suo figlio la considerasse calda e sexy ha creato un improvviso getto di fluidi contro la morbida pelle di dove era seduta.
Matteo sapeva esattamente cosa stava provando sua madre in quel momento. Non poteva certo dirle quante donne avevano sperimentato la stessa reazione fisica sulla sua motocicletta sedute così come ora lo era Vanna.
La mente della donna era un vortice di idee, sensazioni e desideri che credeva di aver lasciato insieme all’età di adolescente.
Con una una curva Matteo ha imboccato la sopraelevata che li ha condotti verso l’autostrada dove ha potuto aumentare la velocità.
“Oh mio Dio” ha pensato Vanna “Deve fermarsi o qualcosa succederà!” di sicuro era qualcosa che lei non si sarebbe mai sognata e sarebbe successo molto presto.
La disattenzione durata più di un anno da parte del marito, unita alle continue vibrazioni che la attraversavano, la voglia di sesso, in qualunque modo fosse stato, molto rapidamente in Vanna stava creando una zona calda nella parte bassa del suo ventre.
“Guarda se ti piace questa mamma” le ha detto Matteo con il suo solito modo di sfacciato ed anche un po’ da maleducato.
Poi, Vanna osservò con orrore il loro avvicinarsi ad un autocarro davanti a loro e per cercare di proteggersi si è stretta ulteriormente a lui pensando che stessero per schiantarsi ed avrebbe voluto urlare “Matteo … per favore!” invece ha detto quelle parole gemendo facendo capire che c’era qualcosa di particolare in lei.
Capendo tutto, Matteo ha portato la moto su delle strisce rumorose lungo l’autostrada e le vibrazioni, dovute alla velocità su di esse, ha creato ulteriori voglie in Vanna. Infatti all’improvviso, tutto il mondo della donna è esploso dandole la sensazione di un calore bianco mentre la motocicletta passava sulle strisce. L’intenso rimbalzo ritmico ha spinto il sedile tra le sue gambe come un cuneo ed il clitoride ha sfregato contro la pelle del sellino. Le intense vibrazioni hanno fatto scoccare una scarica direttamente sul clitoride che pulsava ed era desideroso di attenzioni e poiché i suoi capezzoli induriti sia per le vibrazioni sia per il contatto con la schiena e le spalle di Matteo, le sensazioni l’hanno sommersa e le hanno fatto impazzire il cervello.
“Matteooo! Devi toglierti da questi dossi o farai un incidente!”
“Non preoccuparti, mamma, non aver paura”
“Non quel tipo di incidente” ha detto all’interfono a voce bassa ancora impegnata dall’orgasmo “Sono vicino all’orgasmo e tu lo sai!”
Inaspettatamente ma anche perversamente la risposta di Matteo è echeggiata nel casco “Ecco fatto, mamma! Vieni per me!”
“Oh mio cazzo DIOOOO!!” ha stavolta urlato Vanna mentre il suo corpo tremava poiché ha avuto un secondo più potente orgasmo. Non resistendo alle scariche di piacere ha affondato i denti nella schiena del figlio mentre la sua mente quasi si scioglieva per le sensazioni provate. Poteva sentire i suoi succhi sgorgare andando ad inzuppare le sue mutandine e bagnare il sedile sotto di lei.
Mentre il suo corpo appoggiato completamente a francobollo su Matteo, lui ha riportato la moto nella corsia di destra dell’autostrada ed ha sentito attraverso il microfono sua madre ansimare.
“Ti è piaciuto, vero?” gli è uscito con voce roca “Che ne dici di un altro giro?”
“Oh, cazzo, no!!” ha esclamato Vanna mentre sentiva di nuovo la moto andare sulla corsia di emergenza. “Sono tua madree!!” e l’ultima parola è uscita di bocca come un lamento mentre le ruote passavano ancora una volta sulle bande rumorose.
Matteo ha ignorato l’implorazione ed ha accelerato.
“Vieni nuovamente, vieni di nuovo per me” ha detto il giovane al microfono ed ha sentito nelle cuffie un gemito gutturale e sua madre tremare di nuovo dietro di lui. A causa dell’eccitazione anche Matteo ha emesso della sborrina che ha inumidito i jeans.
Vanna ormai senza più ritegno, abbandonandosi alla lussuria, ha urlato ed anche imprecato poiché si sentiva ormai libera di avere tanti orgasmi quanti ne desiderava. Infatti stava per arrivare un ennesimo intenso orgasmo poiché il sellino sbatteva contro il suo clitoride e lei aveva assunto una posizione che lo favoriva. I suoi capezzoli ora si trascinavano lungo la schiena di Matteo mentre il suo corpo tremava.
Quando Matteo è ritornato nella corsia di traffico normale, ha sentito sua madre piegarsi contro la sua schiena e poi la sua voce è arrivata nel casco del figlio, questa volta era roca.
“Bastardo! Me lo hai fatto apposta! Non ci posso credere!” ha sibilò Vanna “Mettimi subito giù da questa cosa!!”
Ma lui guardandola negli occhi “Mi dispiace se …”
Era preoccupato di aver fatto qualcosa di davvero sconvolgente su sua madre di cui non ne poteva vedere il viso ma sentiva la tensione nel suo corpo ancora aggrappato a lui.
“Ma sei matta!! Ahia” ha tentato di urlare Matteo quando ha sentito i denti di sua madre affondare nella sua schiena.
Vanna per cercare di rivalersi sul figlio, ha fatto scivolare la mano sulla parte anteriore del corpo di Matteo ed è riuscita ad arrivare sul ventre trovando con la mano un palo duro tra le sue cosce.
Lei ha pensato “Che bastardo! Se n’è accorto!” e le dita hanno afferrato per quanto possibile il cazzo da sopra i jeans restandone scioccata quando si è resa conto di quanto fosse grosso e lungo il cazzo di Matteo anche se in quel momento nella sua mente tutto ciò era secondario, l’unica cosa che la guidava era il puro fuoco di piacere che bruciava nella parte inferiore della sua pancia creato dalla costante vibrazione della motocicletta.
Se non fosse stato seduto sulla moto in movimento, Matteo sarebbe saltato per l’improvviso ed inaspettato contatto della mano con il suo cazzo. Lui è rimasto sorpreso dalla franchezza della madre quando la presa ha stretto il cazzo che lo ha fatto pulsare ulteriormente nonostante il tessuto dei suoi jeans.
“Lo giuro su Dio che se non trovi un posto dove fermarti in questo momento ti strapperò questa maledizione di jeans!” ha urlato Vanna nel microfono ed allo stesso tempo le dita hanno stretto ulteriormente e Matteo a quel punto non ha dubitato di una sola parola.
Proprio dopo qualche centinaio di metri ha visto un segnale di un’area di sosta e ha imboccato la corsia per arrivarci. Fortunatamente quell’area era completamente vuota.
Appena fermata la moto ha fatto scendere il cavalletto e sua madre è scesa dalla motocicletta fissandolo ma non con aria severa. Lei non si è sforzata per levarsi il casco ed ha aspettato che lui le dicesse qualcosa, subito dopo lui, con aria distaccata, le ha intimato “Scendi ora”
Matteo ha fatto sostenuto la moto e si è levato la maglietta per vedere se avesse sanguinato quando lo lei lo ha morsicato, poi si è fermato tremando accanto a sua madre la quale con gli occhi ha percorso quel corpo maschile fissando il petto nudo e fermandosi sull’evidente rigonfiamento dei jeans.
In Vanna una parte della sua mente ha cercato di dirle che quello che aveva davanti era suo figlio ma quella vocina è stata presto soffocata dal ruggito del bisogno impellente che aveva preso possesso della figa e la spingeva ad aprire le cosce. Ancora una volta avvicinandosi ha allungato una mano ed ha afferrato il cazzo duro come l’acciaio intrappolato in quei jeans.
“Far avere orgasmi multipli a tua madre seduta sul retro della tua moto, ti è stato difficile?” ha chiesto lei.
“Mamma … a dir la verità … io … beh, sì… non sapevo come fare …. Sei così sexy, sei arrapante da morire”, ha farfugliato Matteo il quale non aveva mai visto sua madre comportarsi in quel modo come fosse posseduta da diavolo.
“Tutto questo ti sembra sbagliato!” sbottò Vanna.
“Mi dispiace mamma. Katie mi ha riferito che le hai detto che non hai avuto un buon orgasmo da molti mesi a questa parte. Inoltre so che lei ha forti e lunghi orgasmi quando sulla moto andiamo dove siamo passati ora, quindi volevo aiutarti ad averne uno, ecco!”
Per Vanna ciò che era successo era sbagliato ma non ce la faceva più, lei aveva bisogno di un cazzo duro. E quella era l’occasione, inoltre era sicura che il figlio non lo avrebbe detto mai a nessuno essendo il massimo della vergogna ma anche della riservatezza, in caso contrario avrebbe perduto sia la sua ragazza che la figa della madre nonché l’affetto e le comodità di una famiglia.
“Ho bisogno di essere scopata!” gli gridò Vanna senza ritegno “per favore, scopami!!” ha continuato dopo qualche istante a voce alta.
A quella richiesta da parte di Matteo non c’è stata resistenza il quale non ha trovato lì per lì delle scuse avendo il cazzo già pronto, sia nella grossezza che nella lunghezza, per accoppiarsi con Vanna. La risata di sua madre che ha sentito era fredda come non aveva l’aveva sentita. Le parole dicevano che non solo voleva essere scopata perché gli piaceva il figlio, ma anche perché ne aveva anche bisogno e sempre lei, ha proseguito “Se pensi che quello che ritieni il mio uomo sia lo stesso che in questo momento si sta scopando la segretaria di vent’anni in un hotel, allora toglitelo dalla testa che mi scopi sul letto matrimoniale. Dove pensi che lui abbia trascorso i suoi fine settimana nell’ultimo anno? Di sicuro non stava giocando a golf! Anzi sì perché la mazza la stava usando ma era di carne ed era calda!” ha sbottato Vanna e la mano della donna ha fatto scattare all’aria il cazzo, sganciando i jeans, abbassando la cerniera e facendoli scivolare giù insieme ai boxer.
Matteo ha avvertito il suo grosso cazzo ballare libero nell’aria fresca e poi la piacevole sensazione data dalle calde dita di sua madre.
Vanna mettendosi in piedi ed appoggiandosi il petto sul figlio le ha sussurrato con tono molto sensuale “Hai iniziato aiutandomi a raggiungere due potenti orgasmi clitoridei. Ora ho bisogno che la mia figa venga scopata. Mi vuoi?”
“Sì” approvando anche con un cenno della testa.
Vanna ha lasciato la presa del cazzo, ha allungato una mano per sollevare la gonna fino alla vita e poi ha spinto alle ginocchia le mutandine con una vistosa macchia. Matteo ha osservato i movimenti sfrenati della madre che poi si è chinata sul sellino della motocicletta che aveva ancora il motore in funzione al minimo, ciò la faceva mugolare perché le vibrazioni attraversavano la pancia e lei le gradiva poiché la stimolavano sessualmente.
Matteo la fissava e si è avvicinato al sedere non certo magro come quello della sua Katie, il sedere della madre era carnoso e lei, girando la testa per guardare cosa lui facesse, lo ha fissato negli occhi per dirgli con lo sguardo di andare dritto dentro di lei e che la via della figa era aperta e libera per riceverlo. Dalla posizione in cui era Matteo si vedevano gli abbondanti succhi di Vanna scivolare sulle sue cosce tenute aperte per lui.
“Dai, fallo!” ha così incitato Matteo mentre lo fissava arrapata e vogliosa “Chiavami! Lo hai voluto? Ora finisci l’opera!”
Per Matteo era come se ogni sogno che avesse mai si stava per realizzare. Si è avvicinato alla madre ed ha premuto la cappella gonfia del suo cazzo contro le labbra bagnate di umori della madre.
“Oh cazzo!” ha esclamato lui a bassa voce appena è entrato in contatto con le grandi labbra della figa ma ha infilato solo la testa gonfia dentro sua madre le cui labbra calde l’hanno avvolta completamente.
“Ohoo, che meraviglia! Sìììì” ha sibilato Vanna mentre sentendo le pareti della sua figa iniziare a dilatarsi. Dopo un anno di astinenza era logico che la figa si sarebbe ristretta ed il cazzo di Matteo non era proprio piccolo.
Matteo ha avvertito dei micro movimenti del sedere fatti da Vanna per cercare di attirar quel cazzo in quello stretto canale.
I due non avevano levato il casco e nel casco di Matteo si è sentita la voce di Vanna dire “Figlio di puttana!”
In realtà ora Vanna lo era. Era diventata in poche ore la puttana del figlio.
L’idea che lui stesse chiavando la madre lo ha mandato in overdrive ed ha fatto spingere il cazzo all’interno della figa per l’intera lunghezza occupando così il corpo di sua madre con un solo colpo.
Per Matteo i sogni si stavano avverando, si stava scopando sua madre.
“Uahhhhhh!!” ha urlato Vanna sentendosi riempita come mai si era sentita ed in lei sono comparse sensazioni che credeva dimenticate per sempre.
Il rumore costante della motocicletta unite alle vibrazioni scuotevano la pancia della donna chinata sulla motocicletta. Sentiva le pareti della sua figa allargarsi ed adattarsi al cazzo invadente di suo figlio mentre lui la martellava senza sosta.
A lei è venuto da pensare che finalmente aveva preso un signor cazzo.
“Cazzo! Sei proprio stretta! Sei per caso vergine?” ha detto Matteo tra un grugnito e l’altro ed avvertiva le pareti di vellutate della figa gocciolanti.
Le mani di Vanna sono arrivate ad afferrare quel duro e caldo sesso e lui le ha afferrato i fianchi la cui presa è stata facilitata dall’aver portato indietro il suo corpo per permettere una migliore penetrazione.
Era quasi surreale per il giovane che fissava il corpo di una donna che era sua madre e guardava con orgoglio l’asta del suo grosso cazzo scomparire dentro di lei, ha anche visto la crema densa e bianca che bagnava il cazzo, prova del piacere di sua madre.
“Merda! Oh cazzo sì!!” ha detto felice Vanna mentre sentiva la pancia di Matteo schiaffeggiarle il sedere.
Pur essendo un accoppiamento proibito in quanto incesto puro, era pur sempre il miglior cazzo che quella donna di quarantotto anni potesse mai aver ricevuto.
Matteo fermandosi un attimo in fondo alla vagina e toccandole la bocca dell’utero con il cazzo, le ha mormorato “Ecco fatto, troia!” e quelle parole non si sono perdute nell’aria ma sono state trasmesse nel casco di Vanna che ha replicato “Vaffanculo alla tua mamma per bene!”
Vanna ad ogni spinta sembrava aggrapparsi al quel cazzo e con voce morbida, gutturale e continuava ad incitarlo a proseguire “Dai, dammelo ancora! Lo voglio sempre! Chiavami sìììhhh chiavami, scopami, sono la tua troia!”
Dopo una serie di scopate anche profonde Vanna ha sorpreso ancora una volta Matteo “Lo desideravi da molto tempo, vero? Ora so che ce l’hai ed è anche bello. Bene, fallo contare! Scopami forte!! Hai iniziato questo gioco su questa moto, ora finiscilo. Dammi la tua sborra calda e mettila nel profondo della mia figa”, bastardo”. La sua voce rauca per la libidine e la lussuria dell’accoppiamento proibito.
Il pensiero che sua madre volesse veramente che lui si scaricasse dentro di lei, è esploso nella mente di Matteo ed i suoi fianchi hanno aumentato la velocità e le spinte sbattendola forte, facendole tremare il sedere con la potenza dei suoi colpi.
“OH dio, sto per venire di nuovoooooo” ha esclamato Vanna riempiendo con la sua voce il casco di Matteo il quale ha risposto “Vieni con me, per favore!” e le ha avuto un sussulto.
Matteo ha sentito i fluidi caldi di sua madre sgorgare dalla figa ricoprendo il suo cazzo e le sue palle e poi scorrere lungo le cosce; la stava facendo venire, sua madre stava venendo sul suo cazzo.
“Oh, cazzo! Ti sto chiavando! Fattelo mettere tutto dentro!” ha letteralmente ruggito Matteo e l’ha penetrata il più profondamente possibile mentre il suo cazzo sussultava per poi eruttare la sborra calda nella figa vogliosa.
“Sì … sì …sììììììì” ha urlato Vanna pensando che il suo orgasmo fosse stato intenso solo per essere stata scopata nonostante nel momento in cui la sborra calda di Matteo la riempiva il suo corpo ha avuto le convulsioni.
Nessun’altra donna aveva mai risposto con la lussuria primordiale di Vanna in quel momento. Il rumore di gorgoglii e lamenti ha riempito le orecchie di Matteo il quale scaricava in lei ogni goccia che poteva estrarre dalle sue palle.
“Che casino!” ha detto Matteo facendo scivolare fuori dalla figa di sua madre il suo cazzo ancora pulsante.
“Tu, mia cara madre, sei la donna più sexy che abbia chiavato”
Vanna si è sollevata dalla motocicletta e si è chinata con mani tremanti. Si è sollevata le mutandine coprendo la figa inzuppata di sborra, cercando di catturare la maggior parte che era dentro di lei. Ha poi scavalcato con una gamba la moto appoggiando la sua femminilità gocciolante sul sedile di pelle.
“Portami a casa Matteo” La sua voce gli ha riempito le orecchie.
Matteo si rimise velocemente a posto mutande e jeans ed è montato sulla motocicletta. La sua mente intorpidita si chiedeva se ora che il calore della madre era passato, sua madre lo avrebbe sgridato per ciò che era successo.
Mentre stavano lasciando l’area di sosta, un altro uomo e una donna sono entrati in motocicletta. Vanna ha notato la testa della donna appoggiata sulla schiena dell’uomo ed ha detto a Matteo “Penso che sappiamo cosa accadrà a lei”
Ridacchiarono entrambi mentre Matteo si immetteva sull’autostrada.
Una volta in autostrada, Matteo ha guidato nuovamente la moto verso le bande rumorose ed immediatamente Vanna se ne è accorta.
“Non farmi venire di nuovo sulla moto. Portami a casa e usa la tua lingua” le ha suggerito.
Matteo ha sorriso e stavolta ha cambiato corsia ed aumentato la velocità dirigendosi a casa dove Vanna lo avrebbe premiato facendole leccare la figa.

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