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OrgiaRacconti erotici sull'IncestoTrio

Nonne Vacche

By 15 Ottobre 2017Dicembre 16th, 2019No Comments

Stavamo chiavando sul letto da oltre un’ora. Mia zia Olga in calze a rete e body era davvero magnifica e non si tirava mai indietro in più c’era mia nonna, sua sorella Norma anche lei con le autoreggenti color carne da gran puttana.
In quel momento zia se ne stava seduta a gambe larghe mentre la nonna a pecora sopra di lei le leccava ben bene la figa e al contempo mi offriva il culo in cui avevo infilato il mio grosso uccello sempre duro.
Sborrai nel culo poco dopo e decidemmo che ci voleva una pausa. Andammo in bagno a lavarci. Io feci la doccia e la nonna si sciacquò il culo nel bidet.
Zia Olga, come nulla fosse si sedette sulla tazza e si mise a pisciare.
‘Zia lo sai che vederla che piscia me lo fa venire più duro’ dissi.
‘O nipotino bello calmati un po’ dai. Adesso facciamo una pausa che ho anche preparato un bel pranzetto. Mangiamo tutti assieme e poi verso ora di merenda…’ ammiccò.
‘Tutte e due assieme’ proposi fissando mia nonna.
‘Mi pare ovvio’ annuì la zia.
A quel punto notai che solo all’idea mia nonna anziché lavarsi il culo si stava sgrillettando ben bene sul bidert con due dita ficcate dentro che si muovevano a tutta forza.
Erano due vere vacche. Da quando rimasto orfano mia madre mi aveva affidato a loro ero diventato una macchina da sesso. Forte sia del mio bell’aspetto, di un cazzo davvero grosso e di due donne che mi facevano fare tutte le esperienze che volevo.
Ci era voluto poco ma alla fine che le due fossero segretamente lesbiche da anni venne fuori e con mio sommo piacere ora potevamo fare tutto quello che volevamo.
‘Ti ho fatto un bel pranzetto pieno di vitamine così avrai più forza’ disse la zia.
‘Speriamo mi basti per tapparvi bocca e culo a tutte e due’ dissi.
‘Sono certa che non ci deluderai’ annuì Olga certa del fatto suo.

Dopo pranzo la zia mi consigliò di farmi un giretto mentre loro facevano un riposino per recuperare un po di forze e le obbedii ma, più passeggiavo da solo nei boschi alpini di quel paesino ai piedi delle Alpi e più mi veniva in mente quante porcate avrei potuto fare con le due donne. Così dopo nemmeno mezz’ora ero già a casa col cazzo in tiro e voglioso di ogni porcata.
Entrai in salotto. Come tutti i pomeriggi la zia era seduta sulla sua poltrona e faceva un sonnellino.
Iniziai a fissarla. Le grosse tettone ballonzolavano sotto alla camicetta e potevo quasi vedere la durezza dei suoi capezzoli eccitati che pulsavano domandando solo di essere succhiati.
La gonna grigia aveva un lungo spacco laterale e vedevo un abbondante porzione delle sue grandi cosce lussuriose nonché il reggicalze da porcona. Desideravo ardentemente palparla. Sentire la consistenza delle sue gambe, salire fino al pube, agguantarle la fica e infilarle due dita fino in fondo.
Così iniziai a spogliarmi restando nudo davanti a lei con il cazzo dritto come un palo.
Presi a strofinarglielo sulle labbra perchè ne sentisse l’odore e ne gustasse il sapore…
Lei nel sonno fece appena un sussulto e intanto la mia mano le scivolò fra le cosce. Come al solito non aveva le mutande e fu facile agguantare la sua fica, accarezzarle un po’ il pelo vellutato e finalmente arrivare alla vulva già umida iniziando a giocarci con un dito.
Quando Olga aprì gli occhi risvegliandosi bruscamente avevo già il medio nella sua fica e la sgrullavo a tutta forza sentendola bagnarsi ad ogni colpo. Ero bravo a fare i ditalini, me lo aveva insegnato la nonna.
‘Allora?’.
‘Ho visto la strada aperta e ho approfittato. Ti dispiace?’.
Pareva di no. Anzi dai sospiri era ovvio che quella vecchia maiala se ne stava venendo alla grande.
‘Avevamo detto che fottevamo stanotte mi pare?’ gemette
‘Ma zia farti un grilletto non è mica fottere’.
‘Si ma adesso cosa vuoi fare? Col cazzo così duro pensi di resistere fino a stasera?’.
‘Magari mi faccio una sega che dici?’.
Pareva arrabbiata. ‘Ma vuoi sprecare quell’erezione con una sega? Dai su che te lo meno io’.
Non me lo feci ripetre due volte.
La mano della zia me lo afferrò secco iniziando a dare lunghi colpi fino ai coglioni. Faceva quasi male ma era stupendamente eccitante tanto che a un certo punto non resistetti più e spingendomi in avanti provai a passarglielo vicino al viso… ‘Ciuccia zia dai’.
‘Maiale avevamo detto stasera’.
‘Ma dai che problema ti fai lo vedi che tanto mi resta sempre duro no?’.
‘Non per quello che avevo in mente io’.
Smisi di masturbarla e lei smise di segarmelo.
‘Spiegati?’.
‘Ma niente dai era solo un’idea’.
‘Cosa zia. Dai spiegamelo che le tue idee mi piacciono davvero’.
Restia me lo confessò. ‘Volevo fare un 69. Un 69 con ingoio’.
‘Bhe puoi farlo cosa te lo impedisce’.
‘Bel cazzone della zia non ti sei accorto che ad ogni sborrata ne spari di meno?’.
‘Sarebbe a dire?’ domandai
‘Schizzi poco. Giusto qualche goccina come stamattina. E’ normale visto quante volte la spari fuori’.
‘Ovviamente non sono un geyser ho bisogno di ricaricare’.
‘Appunto. E’ questo che intendevo. Io stasera avrei voluto una doccia di sborra. Un litro buono giù per la gola….’.
‘Come mai? Non ti è bastata la doccia di ieri sera’.
‘La volevo bere… Berla tutta. E tu non hai nemmeno idea di quanto io sia brava a farlo…’.
‘Zia se mi dici così mi fermo subito’.
‘Ma no ormai ce l’hai così duro. Quasi quasi…’.
‘Anche io quasi quasi… La fica è sempre meglio della mano no?’.
Sorrise. Si divaricò un po’ e sollevata del tutto la gonna mi mostrò la vulva pelosa e bagnata. ‘Infila dai’.
Mi chinai sulle ginocchia e presi la mira. Con un colpo le fui dentro. Era davvero rovente.
Lei vide quanta foga ci mettevo e mi accarezzò la testa sussurrandomi ‘Pompa pompa bello della zia’.
‘Si zia ti sfondo… Ti sfondo tutta’.
‘Si aprimi dai. Fammelo uscire dalla bocca’.
‘Si zia… si troiona’ sussurrai ma quasi subito mi bloccai capendo di avere forse esagerato. ‘Ti da fastidio se ti chiamo troia?’.
Lei fece un sorrisetto malizioso ‘Quando scopiamo puoi chiamarmi come vuoi basta che pompi’.
Così lesto ripresi a fotterla anche con più foga di prima ‘Si bella tettona maiala, si vacca, si troia…’ Il cazzo mi si indurì ancora di più. Lei lo sentiva e se la godeva venendo a sua volta con lunghi rivoli di sbroda che mi colavano sul cazzo.
Stavo quasi per arrivare anche io al dunque quando ancora una volta le chiesi ‘Esco?’.
‘Esci esci mica vuoi ingravidare la zietta’.
‘Perchè? Con 60 anni suonati pensi di poterlo fare ancora?’.
‘Non si sa mai. Mi sono già fatta tre aborti da giovane e non vorrei tu fossi il quarto…’.
‘Cazzo zia tre aborti?’.
Intanto continuavo a spingere.
‘Con tre cazzi diversi… -precisò- la zietta sai era un po allegra capisci’.
‘Capisco e constato di persona vecchia porcona…’ ed eccitato dai suoi racconti velocemente lo tirai fuori in fretta dalla fica e puntai al viso ‘Comincia a berti questa se ti va’ dissi velocemente.
E lei obbedì.
Due colpi di mano e subito eccolo sparire nella sua gola dove ingoiò fino all’ultima goccia come se fosse la cosa più buona del mondo mentre con la mano mi massaggiava i coglioni per spingermi fuori più succo possibile.
Era vero ci sapeva davvero fare….
Quando finimmo ero seriamente svuotato di tutto lo sperma che avevo in corpo.
L’uccello mi si ammosciò paurosamente, per qualche ora sarei stato tranquillo. O no?
Andammo a lavarci e ci rivestimmo. Ormai il suo sonnellino era finito e tanto valeva metterci a fare qualcosa per passare il tempo. A scanso di equivoci la zia prese da un cassetto un paio di mutandoni bianchi che non avevano proprio nulla di interessante e me li sventolò sotto al naso. ‘Ora me le metto e non le levo fino ad ora di andare a letto capito…’.
Capivo… Era il suo modo per dirmi che oggi non avremmo fottuto più.
A me, che mi ero appena sfogato, poteva anche andar bene peccato che per infilarsi quei mutandoni lei avesse (non so quanto volutamente) sollevato la gonna mostrandomi in tutto il suo splendore la ficona pelosa.
Bastò vederla per eccitarmi ancora.
‘Magari se bevo tanta acqua stasera sparo lo stesso…’.
‘Non so. Magari pisci e basta chi lo sà’.
‘Proviamo. Fammi bere un paio di bottiglie d’acqua e stasera vediamo’.
‘Prova’ sorrise e mi porse la prima che iniziai a bere a canna lentamente mentre lei mi fissava sempre più divertita.
‘Sono curioso… da quanto tempo sapevi che mi fottevo anche la nonna?’.
‘Da quando l’avete fatto la prima volta, lei mi dice sempre tutto, perchè lo chiedi?’.
‘Per sapere…’.
‘La tua zietta sa sempre tutto. So che ti scopi la nonna, che ti facevi un mare di seghe spiandomi sotto la gonna e so anche che ti piace infilarlo nel culo. Ma non hai ancora capito bell’uccellone della zia che io e Norma siamo amanti da anni e ci diciamo tutto’.
‘A quindi ve la leccate?’.
‘Ovvio….’
‘E vi siete messe d’accordo per farvi me..’
‘Si. Si. Da quando si è accorta di come la guardavi sotto alla gonna mi ha chiesto cosa doveva fare’.
‘E tu le hai detto…’.
‘Le ho detto che se le andava che fottesse pure tanto prima o poi dovevi pur infilarlo no. Tanto valeva approfittare’.
‘Tu invece hai esitato…’.
‘Lo so. Purtroppo non ero certa che ti interessasse. Vedevo che guardavi la nonna con gran voglia ma io sono tua zia e non sapevo se’.
‘E quando l’hai capito. E’ stato quando te l’ho appoggiato sul culo vero’.
Lei ridacchiò ‘No no, molto prima’.
‘Prima quando?’.
‘La certezza? Quella l’ho avuta quella volta che mi hai vista nuda in bagno’.
‘Ma se sono uscito….’.
‘Certo, sei uscito, ma quando ho finito di lavarmi e sono venuta fuori dal bagno ho capito subito che ti eri fatto una sega’.
‘L’hai capito?’.
‘Dall’odore sborrone della zia. L’odore è inconfondibile quando ne hai bevuti a litri. Ogni volta che ti sei fatto una pugnetta in questa casa io lo sapevo’.
‘E cosa pensavi?’.
‘Pensavo che avevi sempre le mani sul cazzo allora tanto valeva lasciarti fottere almeno non te lo consumavi da solo’.
‘E lo hai detto alla nonna? E lei porca ci è stata’.
‘Io e la nonna come ho detto, abbiamo un rapporto speciale’.
‘Quanto speciale?’ chiesi.
‘Diciamo che a me piace farle da maschio…’.
A quel punto mi esplose il cazzo. Senza ritegno me lo tirai fuori e iniziai a farmi una sega.
‘Ancora?’.
‘Zia l’idea che la nonna ti monti la nonnaè troppo per non fare almeno una sborratina’.
‘Allora perchè aspettare? Cosa ti consumi la mano a fare. Vai di la e fottila no?’.
‘Davvero posso? Vado e mi fotto la nonna con la tua benedizione’.
Non stavo nella pelle. Mi spogliai nudo. Il cazzo era di granito.
‘Perchè non ci vieni anche tu zia’.
Lei mi si avvicinò e mi prese il cazzo con forza dandomi un paio di colpi ‘Piano piano ragazzino. Un conto è chiavare la zia un altro è farle fare le orge…’.
‘Ma zia era solo un idea’.
‘Idea sbagliata piccolo mio. Ma tu vai pure fottiti quella gran mignotta in fica e culo… Tanto le piace’.
‘E a te zia? A te piace nel culo?’.
‘Nel culo piace a tutti’.
‘Vorrei tanto fartelo provare’.
‘Una cosa alla volta. Una cosa alla volta….’ disse lei e, mentre uscivo per andare a fottere la nonna vidi che la zia si infilava una mano sotto alla gonna…
La porca si faceva un ditale…
Un’altra volta.
Erano quasi le quattro del pomeriggio. La nonna aveva già finito il sonnellino ed era in piedi accanto al lavandino intenta a lavare un paio di piatti.
‘E i vestiti?’ chiese notando che ero tutto nudo.
‘Li ho lasciati alla zia’.
‘Alla zia…. chissà cosa ha detto?’.
‘Da ieri sono cambiate tante cose nonna. Ma te lo spiego dopo ok. Adesso chinati che non resisto più.
Ubbidiente Norma si inarcò sul lavandino. Io sollevai la gonna ed era già bella nuda, pronta e calda.
Con la cappella rovente glielo misi dritto nel culo.
Le calze di nylon chiare, il reggicalze rendevano tutto ancora più eccitante. Strizzavo quelle chiappone burrose e il cazzo mi si gonfiava a tutta forza.
‘Aia. Neanche una bagnata nella ciornia gli dai?’.
‘Ma dai che tanto sei larga quanto basta’.
‘Se intendi che me lo hai sfondato è vero’.
‘Allora tanto vale no. Su stai ferma che ti sborro in culo dai’.
E così feci consapevole che la nonna era solo la gran puttana che leccava la patata a zia Olga e che se lo faceva sfondare senza pensarci due volte.
Svuotatole il cazzo nel culo glielo porsi perchè lo leccasse per benino completando il suo lavoro.
‘Lecca troia lecca….’.
Lei si fermò a fissarmi ‘Come hai detto scusa?’.
‘Ti ho chiamato troia’.
‘Ma….’.
‘La zia mi ha detto tutto. Anzi è stata lei a mandarmi con la raccomandazione di aprirti il culo’.
‘Che puttana!’ sbuffò e alzatasi in piedi corse in bagno seriamente incollerita.
Io le andai dietro.
La vecchia sedette sul water e senza attendere oltre spalanco la fica eruttando un lungo getto di piscio caldissimo. Evidentemente tutto quel fottere l’aveva solleticata parecchio.
Io a guardar la fica che pisciava me lo ritrovai duro.
Ancora!
Senza perder tempo feci un passo in avanti e glielo porsi dritto di fronte alla bocca. Ma lei tenne la bocca chiusa ‘Fattelo succhiare da quella troia di tua zia’ borbottò.
‘Nonna ma che hai? Me lo hai sempre succhiato di gusto?’.
‘Si ma non mi va che mi chiami troia’.
‘Scusa tanto. Era solo per dire. In fondo troia lo sei parecchio no? E poi chiamo così anche la zia’.
‘Chiami tua zia troia?’.
‘E puttana…. La chiamo così e intanto la fotto’.
‘Anche dietro?’.
‘Ci stiamo arrivando un po alla volta’.
‘Ma bravo…. Allora è meglio che ti dica una cosa carino’.
‘Cosa? -insistevo io col cazzo che pulsava di eccitata curiosità- Dimmi, dimmi pure tutte le porcate della mia zia troia.
‘Alla zia piace fare il maschio’.
‘Si me lo ha accennato’.
‘Si ficca un cazzo di plastica fra le gambe e fa il maschio…’ borbottò lei.
‘E tu fai la femmina?’.
‘Appunto’.
‘Non vedo quale sia il problema’.
‘Che mentre mi monta e mi incula mi chiama troia, puttana e anche bagascia e a volte mi prende a schiaffi sul culo’.
‘Quindi?’.
‘Tua zia è una sadica. Una sadica e una perversa… e io sono davvero la sua puttana’.
‘Lo sei?’.
‘Le ho leccato la fica dopo che aveva pisciato, me lo sono lasciato infilare ovunque e quasi ogni giorno le faccio un servizietto…’.
‘Servizietto?’.
‘Con la lingua…. Nella fica capisci’.
‘Ogni giorno?’.
‘Si. Appena alzate vado di la mi metto a quattro zampe e la faccio venire…’.
‘E poi lei fa venire te?’.
‘No. Io faccio col dito. Lei è il maschio della coppia capisci’.
‘E tu la femmina. Ok mi sta bene. Solo che ora oltre a farti fottere dalla Olga ti fai fottere anche da me. Va bene no?’.
‘A me si. Sei tu che devi stare attento’.
‘Attento a cosa?’.
‘A non diventare tu la femmina della zia’.
‘Cioè tu pensi che…’.
‘Si. Penso che la zia voglia fare il maschio. Quindi attento al tuo culo’.
‘Casomai è lei che deve stare attenta al suo’.
‘Già. Mi piacerebbe vederla mentre la inculi’.
‘Potrebbe anche succedere. Se giochiamo bene le nostre carte’.
‘Sarebbe a dire?’.
Ora ti spiego. Ma tu apri le chiappe che tutto questo parlare di fica mi ha arrapato…’.
‘Nel culo?’.
‘Si. Nel culo nonna. Ancora e ancora. Devo allenarmi se vuoi che sfondi quello della zia’.
In meno di un secondo era già in posizione china sul lavandino. ‘Allenati. Allenati pure amore della nonna’ mormorava mentre si sgrilletava ferocemente con due dita e io le sfondavo il buco del culo a tutto spiano.
Quella sera mi appartai con zia Olga come aveva promesso.
Sapendo quanto certi particolari contano si presentò con un body di pizzi nero senza coppe che esaltava i suoi grossi seni, calze nere a rete e tacchi a spillo.
Sotto ovviamente non si era messa le mutande e si copriva solo con una sorta di baby doll fumè. Truccatissima con un rossetto rosso fuoco che non vedeva l’ora di segnarmi l’uccello era davvero troia.
‘Non ti ho mai vista vestita così’.
‘Ci sono sempre stata attenta. Adesso però che non abbiamo segreti ti farò vedere piano piano tutto il guardaroba segreto se vuoi’.
‘E me lo domandi’ le dissi mostrandole quanto il cazzo mi era venuto duro solo a pensarci.
Ci mettemmo sul letto tranquilli e senza fretta.
La zia prese a succhiarmelo piano piano mentre io giocavo coi suoi grossi tettoni. Prima una tetta, poi l’altra da strizzare morbide fra le mani, da palpare come meglio volevo, da ciucciare dai grossi capezzoli duri mentre sotto l’uccello si riempiva di calda saliva. Non ci volle molto perchè la voglia di ficcarlo dentro diventasse irresistibile.
La scavalcai e misi sul suo grosso pancione infilando la testa dritta fra le sue gambe.
Lei continuava a succhiarlo divinamente.
Ora eravamo in un perfetto 69.
Ci sapeva fare la zia. Lappava la cappella, mi passava la lingua su e giù lungo tutta l’asta e non si faceva problemi a leccarmi fra le palle e anche più in giù dove la stimolazione era davvero completa.
Io con la bocca aperta facevo del mio meglio per succhiare ogni angolo della sua vecchia fica rovente che diventava sempre più umida mano a mano che la vecchia troia mi veniva sulla lingua. Succhiavo, bevevo, mordicchiavo un po…tutto per darle il massimo piacere e farla venire con la bocca ancor prima che col cazzo.
Quando poi la gran vaccona senza più ritegno presa da uno slancio iniziò a passarmi la lingua sul buco del culo persi del tutto il controllo come se il mio cazzo non fosse mai stato così duro.
Tolsi la testa dalla sua gnocca ‘Oddio zia fammelo infilare che non resisto più’.
‘Si bello dello zia infilamelo tutto, fammi una lavanda vaginale di sborra’ mi incitò lei.
Le montai sopra, afferrai una tettona per mano mungendogliele bene bene e lasciai che l’uccello la impalasse.
‘Oddio che uccello’ sospirò la zia sopraffatta dalla durezza e dalla dimensione della mia asta.
Era larga certo ma il mio cazzo era davvero una trave.
Venne quasi subito mugolando il suo piacere e io che me la godevo a impalarla con lunghi colpi di cazzo sempre più profondi le sussurrai ‘Sei venuta di nuovo porcona’.
‘O si, sono la tua porcona, la tua zia porcona. Sbattimi, sfondami fammi tutto’.
‘Si Olga ti riempio ,oddio, ti riempio tutta di sborra’.
Non ce la facevo più.
Le scaricai in fica una secchiellata di sborra e mi adagiai sulle sue tettone godendomi l’orgasmo.
‘Oddio zia che chiavata’.
‘E siamo appena all’inizio’ sorrise lei carezzandomi dolcemente la testa

‘Adesso che sei ben lubrificato vuoi provarci?’ mi chiese la zia.
‘Provare cosa?’.
‘Il mio culo. Non è quello che desideri?’ ammiccò la vecchia troia.
Non me lo feci dire due volte ‘O si gran porcona. Si che voglio infilartelo nelle chiappone. Dai girati troia girati’.
Ma lei sorprendendomi ancora una volta si limitò a scivolare in avanti, sollevò il bacino piegando le ginocchia e me lo mise di fronte.
‘Voglio vederti in faccia mentre mi godi nel culo’ disse.
Si era un ottima idea così anche io avrei potuto farlo fissando la sua faccia da vacca e le sue tettazze gonfie mentre sentiva l’ano spaccarsi colpo su colpo.
Lo piazzai fra le grosse natiche senza ritegno e con due colpi di anche presi a pomparglielo dentro.
‘Ecco Olga lo senti, lo senti vecchia puttana’.
‘Oddio, mi sfondi, mi sfondi’.
‘Si ti apro tutta’. Un centimetro alla volta il mio grosso cazzo si perdeva dentro quella fottuta troia insaziabile.
Mi stavo vendicando per tutte le seghe che mi ero dovuto fare mentre lei si fingeva la santa donna frigida che aveva sempre tentato di apparire. Troia puttana che non era altro costringermi alla masturbazione per non che scoprissi quanto lei e sua sorella erano porche.
Ma ora era tutto finito. Ora guidavo io il gioco e le avrei impalate come e quando volevo, in ogni modo che ritenessi opportuno…

Mi presi tempo costringendo il mio cazzo a non sborrare e dopo mezz’ora ero ancora lì a muoverglielo su e giù per il culo. Certo con la trave che avevo doveva fargli un bel male ma la vecchia puttana non si lamentava, anzi, pareva sarebbe rimasta a farselo infilare tutta la notte.
Quando decisi che ne avevo abbastanza fuori albeggiava.
Mi ero chiavato e inculato mia zia tutta la notte.
Soddisfatto estrassi la mia asta durissima, gliela poggiai sulle labbra e le sussurrai ‘Olga sborro….’.
Lei si limitò a fare un beato ‘slurp’ con la lingua.
Famelica aprì la bocca, ingoiò la mia cappella e bevve fino all’ultima goccia.
Esausto le crollai accanto appena ebbe finito di ciucciarmi il cazzo bene bene. Le misi una mano sulla tettona, la testa sulla panciona grassa e l’altra mano fra i pelazzi della gnocca.
Beato di quel ben di dio presi finalmente sonno.
Dormii per il resto della mattina e mi alzai solo per un pranzo-colazione piuttosto sostanzioso. Cinque ore di sonno mi erano bastate per riprendere vigore e sentirlo di nuovo duro.
Già a tavola guardavo le due nonne che indossavano dei camicioni a fiori da casa e ben sapendo che sotto erano nude avevo già l’impulso di prenderle li sul tavolo. Le loro tettone ciondolavano fuori dalle scollature ad ogni mossa e mi venne naturale palpare il culo a nonna un paio di volte. Io mi ero messo una maglietta ma dalla vita in giù ero nudo. Nessuna delle due parve avere da obiettare se giravo col pisello al vento. Probabilmente guardare il mio siluro gli dava un perverso e sottile piacere, pari al mio nel sapere che erano tutte e due senza mutande.
Bevvi il caffè, chiudemmo il pranzo mentre loro lavavano i piatti ed andai ad aspettarle in camera. Era finalmente venuto il momento, il momento di chiavarle insieme.
Mia nonna e mia pro zia in un colpo solo.
Sapendo della mia adorazione per gli intimi sexy dall’armadio erano saltati fuori dei body tutti pizzi aperti nei punti giusti, calze di nylon a rete, scarpe rosse col tacco vertiginoso. Già solo guardarle mentre li indossavano mi eccitò da morire. Ogni volta che una delle due si piegava o si chinava per allacciare una calza e quei pancioni saltellavano allegri per me era uno spasso e il mio cazzo si induriva sempre di più.
Sembravano due vere puttane e non facevano nulla per dimostrare il contrario.
Finalmente pronte si misero sul letto a pecorina una da un latoe una dall’altro mentre io me ne stavo sdraiato in mezzo col cazzo in aria. Avvicinarono le teste, aprirono la bocca e iniziarono a leccare in sincrono l’asta.
Le loro lingue incollate assieme sul mio cazzo me lo facevano irrigidire come acciaio.
Non c’era più ritegno, non c’era più censura. Quando fu pieno di saliva, d’istinto afferrai i capelli a nonna e la spinsi ancor più vicino alla cappella.
Lei senza far resistenza aprì la bocca e lo ingoiò più che poteva. Nel contempo invitai Olga a leccarmi il buco del culo per farmelo diventare più duro.
‘Succhia troia succhia’ le sussurravo.
E lei obbediva senza neanche provare a dir no.
Lavorarono in quel modo per una decina di minuti mentre io con la mano avevo messo due dita in figa a nonna e la sgrillettavo a tutto spiano.
Ormai ero al culmine e pronto a fottere.
Spinsi nonna a mettersi a pecora, cambiai posizione montandole sopra e sempre con zia che mi aveva di nuovo messo la lingua nel culo scivolai fra le chiappe di nonna in un colpo solo.
‘Ummmmmm’ gemette lei di piacere.
‘Vai che ti spacco nonna’ dissi e con tutte le forze che avevo presi a stantuffare su e guiù nel suo culo mentre lei, beata, si sgrillettava la figa.
Zia intanto, implacabile, mi aveva messo una mano fra le chiappe e con un dito mi solleticava l’ano raddoppiando il mio piacere. Dietro le spalle non la vedevo ma dai gemiti penso che con la mano libera si masturbasse.
‘Sborrroooooo!’ ululai e le venni fra le chiappe. Poi, secco glielo sfilai dal culo sporco di umori e subito lo porsi in faccia a zia perchè lo assaggiasse.
Olga, da gran porca, non si fece alcun problema, lo fece appoggiare comodo sulle poppe e ingoiò…
Ovviamente con un lavoretto così il mio uccello non aveva nemmeno il tempo di diventare molle che già era pronto a ficcare un’altra volta. Così feci mettere zia a pecora e nonna sotto di lei a 69. Le due, con gran facilità si misero a leccarsi le fiche una con l’altra e io cominciai ad aprire con le dita il culo a zia.
Era già bella umida del suo piacere e il cazzo le entrò nel culo giù fino alle palle con pochi lenti colpi.
Mi attaccai ai suoi fianchi e presi a sfondarla a tutta forza. In più, per aumentare il mio piacere, nonna Norma, che era proprio li sotto, ogni tanto allungava la mano e mi accarezzava le palle o il buco del culo dandomi delle piacevoli scariche di adrenalina.
Stavamo chiavando da un ora e mezza e nessuno aveva voglia di smettere. La zia aveva un buco del culo sfondato come un cratere, la nonna aveva sborra ovunque e la sua fica era rosso fuoco a forza di sfregarle il cazzo in mezzo.
Anche dai loro orifizi continuava a colare liquido che era un misto del mio sperma e dei loro umori. La stanza era impregnata di odore di sesso che aumentava la nostra eccitazione.
Zia aveva la mia sborra anche fra i capelli, nonna ne aveva addirittura in un orecchio… Le due vecchie ne erano praticamente ricoperte ma non parevano lagnarsene.
Erano le mie puttane totali….

Bisognava però stabilire qualche regola. Alcune le proposi io altre la zia.
In particolare mi chiese di non fare mai sesso in posti dove i vicini di casa potevano vederci tipo balcone o giardino e, possibilmente, quando uscivo o quando c’erano ospiti che mi coprissi il cazzo. Ci accordammo così che, normalmente avrei potuto girare per casa con la sola t-shirt e l’uccello al vento ma che vicino alla porta avrebbe lasciato appesa una vestaglia da camera che avrei indossato e legato bene in vita ogni volta che andavo in terrazza o in giardino.
Io, in cambio, stabilii che da quel giorno entrambe dovevano avere sempre le calze: autoreggenti o col reggicalze, eventualmente collant velati perchè erano troppo eccitanti da vedere e da toccare e, naturalmente non dovevano mai e poi mai mettere le mutande.
Volevo sempre sapere che appena scostata la gonna avrei potuto afferrare le loro vulve pelose dove e come mi piaceva.
Zia mormorò che ero davvero un porco, nonna, che già le mutande non le metteva praticamente mai, si limitò a fare un sorrisetto.
Poi toccò a zia porre una condizione ‘dobbiamo parlare della Teresa’ disse.
‘La vacca mignotta’ aggiunse secca la nonna.
Io subito ebbi un flashback di quando l’avevo vista in terrazza tutta nuda che, come nulla fosse, stendeva i panni con una bella gattona pelosa in bella vista e due grosse pere che ciondolavano in allegria.
‘Se quella vacca dovesse solo sospettare cosa facciamo sarebbe la fine. Ci sputtanerebbe per tutto il paese.
‘Si -aggiunse nonna- se solo sospettasse sarebbe la fine’.
‘Quindi non te la devi trombare’ concluse secca la zia.
‘Già, scommetto che non vedrebbe l’ora…. Scommetto che si è già fatta vedere nuda per eccitarti….’ mormorò la nonna.
Io stupito annuii ‘Quindi lo fa apposta?’.
‘Ma certo che lo fa apposta. Ci ha provato anche con me. Sai le volte che mi ha aperto le gambe da seduta per farmela vedere’ ridacchiò la nonna.
‘A quindi è bisex?’.
‘Certo, troia e bisex e, ammettiamolo, una bella scopatina verrebbe anche voglia di farsela. Ma non possiamo fidarci è troppo stronza’.
‘Bhe mica può andare in giro a raccontare che le lecchi la figa. Dovrebbe anche dire che se la lascia leccare’ obiettai.
‘Tu non capisci ‘ insistette nonna- lei ha già la nomea di essere la vacca del paese, tutti sanno che si è fatta anche il figlio e l’anno pure vista. Lei se ne frega del decoro. Ma noi? Mica vuoi che finiamo sui giornali come la Celestina’.
Questa cosa mi incuriosiva, infatti avevo la mano sul cazzo e non vedevo l’ora di saperne di più.
‘La Celestina era una trentenne un po scemotta e larga come una botte. Aveva la bottega del pane giù in fondo al paese e la gestiva con sua madre la Maria buon anima. Non era una cima ma vendeva pane a mezzo paese…’ spiegò nonna.
‘Comunque sia, forse anche perchè era timida e non trovava un maschio che la ciulasse aveva iniziato ad andare con le donne…. E che donne…. Una era la suora…. l’altra la perpetua del parroco…’.
‘A però!’ esclamai mentre avevo già il cazzo duro.
‘Però -riprese zia- siccome una viveva a casa del prete, l’altra alla casa di riposo e la Celestina con la mamma mica potevano farlo a casa…. Andavano dietro al cimitero’.
‘Ma dai!’ adesso mi stavo proprio segando.
‘C’è quel boschetto dietro al cimitero. Le tre si portavano un plaid, si mettevano nude e giù di lingua e dita…’ rise Olga.
‘Anche cazzi di gomma dicevano’ aggiunse nonna.
‘Bhe non lo sappiamo mica abbiamo visto Norma. I cazzi di gomma li ha raccontati questa troia qui e lo sai che è sempre esagerata’ scattò la zia.
‘Comunque sia cazzi o non cazzi la Celestina capisce che anche a questa troia qua sopra piace la patata e così le dice di andare anche lei nel bosco. Le dice l’ora e le dice il posto…’ racconta nonna.
‘E la vacca Teresa ci va, oi se ci va me lo ha confermato la suora che era la a leccare gnocche a tutto spiano… Che falsa stronza’.
‘Già perchè dopo un po che ci va sai cosa fa sta stronza? Lo racconta in giro, lo dice a un paio di stronze del paese e lo dice pure al parroco. Gli dice il giorno, il posto e l’ora’ scuote la testa nonna disgustata.
‘Così, per dirla in breve, un giorno il parroco e due delle altre perpetue che erano gelose più che altro della suora vanno li e le beccano…. La Celestina a novanta con la suora che le lecca la patata…. Poi guardano e vedono una terza donna mezza nuda che corre nei boschi…’.
‘La perpetua…?’ domando
‘Si la Ciu-ciu’ annuisce nonna.
‘Si chiama Agostina ma la chiamano tutti la ciu-ciu perchè quando il prete deve dire messa lei dice a tutti ‘fate ciu-ciu che se no non sentiamo’ spiega la zia ridendo.
‘Ummm mi immagino la suora che tromba… Ummm ma aveva il vestito da suora mentre lo faceva?’.
‘Può darsi….’ ridacchia la zia che intanto ha notato l’erezione e me lo prende in mano.
‘La conosco questa suora?’.
‘La Prosperina. Adesso è sempre chiusa dentro al ricovero e non esce quasi mai… Anche se sono passati dieci anni quella storia se la ricordano ancora. La povera Celestina per la vergogna nel giro di due giorni ha fatto i bagagli ed è andata in veneto dai parenti…. Nessuno l’ha più vista poverina’.
‘Non ha nemmeno potuto vendere la panetteria, l’ha chiusa e basta…. Adesso capisci perchè a una così è meglio star lontani?’ scuote la testa nonna disgustata.
Io annuisco. Zia sega piano piano.
‘Non ti sente più Norma, questo pensa alla suora….’ mormora la zia.
‘Ma no dai vi sento benissimo… Ok starò in guardia dalla Teresa prometto. Però adesso vi dico io cosa voglio… La colazione. Dovete portarmela a letto a turno’.
‘A però il signorino’ mormora la nonna mentre la zia me lo ha preso in bocca tutta convinta.
‘Portarmela nude ovviamente. Una tazza di latte e due banane (avevo bisogno di energia per chiavarle). E una banana già sbucciata e infilata nella f…’.
‘La banana dentro la…. ma che maiale’ sbotta nonna.
‘Perchè non te ne sei mai messa una nonna?’.
‘Si è messa pure il collo della bottiglia del vino’ sussurra zia togliendosi l’uccello di bocca.
‘Zitta tu che ti infili il manico della scopa porcona’ la ammonisce nonna.
Ma che due vacche penso e vado avanti a spiegare ‘Comunque bevo il mio latte, mangio le banane in salsa di gnocca e voi intanto vi potete gustare questo bel cannolo… alla crema’
Loro non avevano nulla in contrario, anzi tutto pareva eccitarle.
‘Bene…. Altre regole?’ chiedo.
‘No per ora no direi’ rimugina nonna.
‘Ottimo nonna… allora mettiti a pecora che questa la dedichiamo alla suora’ e sfilato dalla bocca di zia mi inculo nonna ancora una volta.
Non c’è che dire eravamo un bel trio di porci perversi e avevo idea che le sorprese fossero solo all’inizio.

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