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Il seguente racconto, come tutti gli altri della serie, è opera di fantasia.
Inoltre, è pregno di contenuti forti non adatti ai più sensibili.

Dopo l’impeto di passione incestuosa, e dopo una veloce doccia (menomale che in casa abbiamo 4 bagni), ci sbrigammo per sistemare gli ultimi dettagli per la grande festa.
Infine, ci vestimmo per accogliere gli ospiti.
Dimenticavo che il siero rendeva disinibiti in tutto e per tutto, per cui mi sorpresi nel constatare il cambio d’abito, da elegante e casto a volgare e discinto.
Mio padre con lo stesso stile del poliziotto del brano musicale YMCA dei Village People: stivali, pantaloni e giacca di pelle neri (con giacca aperta a mostrate il suo possente petto villoso).
Mia madre in stile Cat Woman con una tuta di pelle nera pezzo unico ed attillatissima che risaltava il suo strepitoso culo e, grazie all’abbondante scollatura, il suo favoloso décolleté.
Ai piedi, invece, dei tacchi a spillo rossi.
Trucco pesantissimo di tonalità rosso acceso e nero.
Le mie sorelle gemelle, invece, con la stessa mise: entrambe vestite da diavolette.
Stivaloni alti fino a metà coscia in pelle nera, perizoma e reggiseno in pelle rossa coperti da una rete che copriva tutto il corpo fino al collo, una specie di collant a rete.
In testa un cerchietto con le corna e al collo un collare con borchie e un anello centrale.
Anche loro truccate pesantemente come 2 sciacquette in tonalità rosse e nere.
Io ed Andrea, allora, ci adeguammo: io indossai un pantalone nero in pelle attillato (senza mutande), simili a quelli di mio padre ed un gilet leopardato, mentre Andrea in semplice e striminzito bikini, anch’esso leopardato, e tacchi a spillo (indovinate? leopardati).
Sinceramente, a questo punto non me ne fotteva niente delle reazioni degli ospiti: tanto in un paio d’ore si sarebbero “convertiti” anche loro, grazie al siero.
Anzi, morivo dalla curiosità e…dalla voglia!

Cominciarono ad arrivare gli ospiti: prima i nonni paterni e materni, poi i vari zii e cugini.
Per ultimi i vari amici di famiglia e della parrocchia, parroco compreso, e amichette della scuola delle ragazze.
Come previsto, ci fu un forte imbarazzo generale nel vederci così acconciati, al che, per stemperare un po’, raccontammo che era una festa in maschera e che ci eravamo accorti durante l’arrivo degli ospiti che il messaggio di gruppo per avvisare del cambiamento non era stato inoltrato.
“Se vi crea disagio, andiamo a cambiarci!” ripetè più volte mia madre a vari invitati che, per rispetto, non ne vollero sapere.
“Voi siete i padroni di casa e voi decidete il dress code! Non se ne parla nemmeno che vi scomodiate nuovamente per ricambiarvi! La vostra originalità va premiata almeno lasciandovi esporre il frutto del vostro lavoro e tempo spesi a nostro favore” rispose ad esempio la suocera.
Così, fra qualche occhiata contrariata di alcune parrocchiane più bigotte e altre occhiate incuriosite di vari maschietti, la serata proseguì.
Fu nostra premura, ovviamente, offrire loro sin da subito bevande contaminate dal siero.
Il tempo passava ed io ed Andrea eravamo impazienti di notare i primi effetti del siero, anche perché diverse femmine mi arrapavano notevolmente! Non vedevo l’ora di farmele!
La serata era incredibilmente calda ed afosa e a causa della rottura del condizionatore, diversi cominciarono a soffrire il caldo e sudare.
Così quel perverso genio di Andrea, percependo anche i primi segni di eccitazione, ne testò anche la disinibizione con una proposta.
“Posso avere la vostra attenzione?” E richiamò l’attenzione dei vari presenti facendo tintinnare un calice.
Accertatasi che tutti pendevano dalle sue labbra, partì con la proposta: “Dato il caldo eccessivo e l’assenza di aria condizionata e ventilatori, vorrei proporvi di mettervi in totale libertà…anche per par condicio, dato che noi lo siamo già. Per cui, non vergognatevi di rimanere in intimo o nudi.
Siamo tutti adulti e vaccinati e capiamo l’estrema situazione. Vi auguro un buon resto di giornata!”
All’inizio tutti si guardarono l’un l’altro a cercare il primo ad avere il coraggio di spogliarsi. Dato che passati 5 minuti ancora nessuno aveva rotto il ghiaccio, lo facemmo io e mio padre (la pelle attillata era diventata insopportabile).
Ci denudammo completamente con nonchalance.
Funzionò.
Diverse amichette delle mie sorelle, sfidate anche dalle stesse, si tolsero i vestiti ridacchiando, rimanendo chi in intimo e chi completamente nuda.
Ci fu una reazione a catena e…la reazione la ebbe anche il mio cazzo e quello di Andrea, eccitati da tutti quei corpi più o meno nudi.
Ovviamente non poterono passare inosservati e notai con piacere che qualche amichetta delle mie sorelle aveva preso a toccarsi di nascosto, sfruttando anche la calca all’interno della casa.
Mi accorsi anche della differenza fra la nonna paterna e quella materna.
Mia nonna materna, Edna, aveva 65 anni ben portati.
Giunonica e con un’incredibile taglia 10 di seno, sovrastava quella paterna, Adele, della stessa età, ma con un corpo magro e pallido, ma scolpito per via della passione del trekking in montagna.
La prima coi capelli a caschetto tinta di bruno pure nella curata ma abbondante peluria del pube, la seconda totalmente acqua e sapone, capelli grigi naturali raccolti in una lunga coda e completamente glabra altrove, il che risaltava delle belle labbra vaginali pendule ed un pronunciato clitoride.
“Che ne dite di un bel tuffo rinfrescante in piscina?” Urlò mio padre destandomi dai miei perversi pensieri sulle nonne.
“Siii, hihihii!!!” gridarono le mie sorelle e le loro amichette all’unisono, gioendo e tuffandosi a bomba in piscina.
Furono imitate anche dal resto della compagnia, chi con tuffi acrobatici e fantasiosi, chi con flemma, per via anche dell’età.
“Dai, adesso tutti nudi! Togliete anche gli ultimi indumenti! Cosa c’è da vergognarsi? Guardate me, sono tutta nuda e tutti mi guardate! Ma ciò non fa altro che lusingarmi! Avanti, che aspettate?” Richiamò nuovamente l’attenzione mia madre completamente nuda sul trampolino della piscina. Così furono rotti gli ultimi indugi, e vi fu un lancio quasi simultaneo di mutande, calze e reggiseni.
Io ed Andrea approfittammo delle luci soffuse, e quindi di un punto d’ombra, per masturbarci a vicenda mentre osservavamo la massa di corpi nudi di varie età, razza e sesso.
Mi concentrai sui parenti, dato che son sempre stato curioso dei loro corpi: quante seghe pensando alle mie cuginette o alle zie!
Ed eccole davanti a me che si divertivano spruzzandosi a vicenda o tuffandosi dalle spalle dei relativi mariti e padri.
Mio padre aveva una sorella, Bruna (i nonni paterni non hanno avuto molta fantasia nei nomi), sposata con Mario e con 2 figli maschi (Carlo e Alberto) di 18 e 20 anni ed una figlia di 19 anni, Elena.
Mia zia Bruna aveva 44 anni ed aveva capelli nero corvino lisci e lunghi ed una pelle bianca che metteva in risalto i grandi occhi verdi. Aveva il fisico da modella, col suo metro e 75 e il famoso 90, 60, 90.
La figlia non era da meno, molto fine e candida stesse fattezze materne se non per il seno appena accennato, penso una seconda. Entrambe avevano un triangolino di pelo nero ben curato sopra la vagina.
I maschi, invece, erano un po’ trascurati e con un po’ di pancetta. Mi son sempre chiesto cosa abbia trovato in mio zio; ah, già: i soldi! Eheheh! Scommetto che è un gran cornutone!

Volsi lo sguardo verso i 2 fratelli 40 enni di mia madre, gemelli e scapoli.
Enzo e Piero erano molto curati ed abbronzati (per via delle numerose lampade), ed erano sempre stati presi in giro con epiteti quali “checche” o “orecchi di gomma” perché ritenuti troppo effemminati.
E poi la sorella di mia madre (Ivana), anch’essa gemella, ma di mia madre.
Tale DNA si tramanda da generazioni, ormai, fra cui l’attuale, ovvero le mie sorelline gemelline.
Mia zia Ivana era sposata con Pietro, un’altro omuncolo benestante probabilmente sposato per convenienza.
Anche loro avevano messo al mondo dei figli.
Una era Erica, una ragazzina occhialuta e pienotta con una bella quinta di seno nonostante i 17 anni. Molto infantile negli atteggiamenti e nel look: portava sempre le treccie alla Pippicalzelunghe (a breve alla Pippi e i Cazzi Lunghi, eheh!).
L’altra, Sabina, l’opposto di Erica, aveva 20 anni ed era una darkettona con piercing e tatuaggi ovunque, compresi capezzoli e clitoride, come ebbi modo di scoprire una volta denudata.
Mentre Erica aveva un trascurato pube peloso, tanto che arrivavano a lambire l’ano, Sabina era totalmente glabra come la nonna Adele, e lo era proprio dappertutto: niente capelli, ciglia, sopracciglia. È sempre stata la pecora nera della famiglia.

Mi accorsi che Erica, mentre era sulle spalle del padre a giocare a battaglia navale contro la madre e la sorella, strusciava sempre più vistosamente la figa pelosa sul collo paterno, pensando nessuno se ne accorgesse.
Si sbagliava! Io ed Andrea ce lo stavamo menando di brutto guardando la scena.
Venimmo entrambi creando una chiazza biancastra galleggiante che si diresse verso i suindicati zii e cugini.
Nel dubbio che il siero non avesse ancora fatto effetto, mi dileguai per evitare l’imbarazzo di dover spiegare cosa fosse quella chiazza bianca.
Salii per farmi una doccia fredda e l’ennesima sega.
Una volta finito, dovetti rispondere al telefono per una questione di affari, un’offerta che non potevo rifiutare: una multinazionale aveva ricevuto la prima bozza di business plan (inviata il pomeriggio stesso dopo l’orgia in famiglia) ed era ansiosa di conoscere il resto per un’eventuale offerta, sicuramente milionaria o miliardaria.
Stetti oltre 1 ora, dimenticandomi degli ospiti.
Così, una volta chiusa la chiamata, galvanizzato corsi di sotto per annunciare la lieta novella ad Andrea.
Ciò che si presentò ai miei occhi aveva dell’incredibile!
Avevo trascurato il fatto che il siero era ormai nel pieno dei suoi effetti.
Mi sedetti sulle scale un po’ frastornato per lo scempio che stava avvenendo.
Mi bastò un minuto per essere arrapato oltre misura, come oltre misura era eretto il mio cazzo, raggiungendo forse il record di lunghezza.
Cominciai a segarmi guardando la spettacolare scena orgiastica degna del migliore (o peggiore, dipende dai punti di vista) film porn mai visto!
Curiosi di sapere quali perverse immagini si fissarono nella mia retina?
Ebbene, da un lato il parroco stava pisciando all’interno di un’acquasantiera portatile di ottone; poi prese un aspersorio a forma di fallo (sicuramente una perversa idea di mia madre), e cominciò a schizzare il dorato liquido sulle decine di donne anziane in ginocchio e con la lingua di fuori.
“Vi benedico nel nome del Cazzo, della Piscia e della Sborra” le benedisse il parroco, e detto ciò, sborrò terminando l’originale omelia.
Le vecchie dal folto pelo grigio che ricopriva le loro ormai consumate fighe, presero a slinguarsi fra loro e, una volta notato il parroco chinato a 90 gradi a mostrare le terga e le sue emorroidi, si tuffarono sulle rosso-bluastre escrescenze, chi sputandovi e pisciandovi sopra, chi leccandole per dare sollievo a quel porco del parroco.
Una scena ripugnante, ma eccitante.
Spostai lo sguardo, e notai le varie amichette e compagne di scuola delle mie sorelle impegnate in un trenino lesbico degno del film “Human Centipede”: tutte a quattro zampe, ognuna a suggere figa e culo di chi le stava davanti.
Avevano formato un cerchio al cui interno vi erano le mie 2 sorelle impegnate in un furioso 69 e reciproco fisting anale coi loro pugni, e i due zii gemelli Enzo e Piero che si segavano a vicenda osservando l’eccitante scena.
Ad un certo punto, si affiancarono alle mie sorelle e le imitarono in un omosessuale 69.
“Sospettavamo foste 2 frocetti! Avanti, strozzatevi coi vostri cazzi!” furono scherniti dalle nipotine.
Loro, invece di offendersi, aumentarono la foga, appunto strozzandosi quasi.
Poi vennero ognuno nella bocca dell’altro.
“Ohh, sì! È sempre buona la tua sborra, fratellone!”
“Anche la tua! Adesso possiamo anche evitare di nascondere la nostra omosessualità incestuosa! Mmm, che bello!”
Esclamarono dopo esser venuti, confermando i sospetti delle nipotine.

Fui attirato dagli improperi di mio padre rivolti a sua madre, Adele.
“Prenditi tutto il cazzone di tuo figlio, puttana che non sei altro! Ho sempre desiderato sfondarti!”
Erano nella classica posizione alla missionaria, solo che era schiacciata dal peso del possente corpo di mio padre che la pistonava con un’energia incredibile.
“Oh, sì…continua così! Lo so, sono una puttanaccia! Anch’io ti ho sempre desiderato, te e il tuo cazzone! Dai, sfondami l’utero! Infilaci anche le palle, ormai il mio figone è bello largo e slabbrato per tutti gli ortaggi che ci ho infilato!” replicò nonna Adele al figlio.
Incredibile ma vero, mio padre prese in parola la madre e riuscì ad infilarci anche le palle nel suo figone!
“Eccoti accontentata! Le senti le mie palle pelose?”
“Siiiì, continua, continua…vengoooo” e squirtò così abbondantemente che raggiunse e bagnò tutta la faccia di mio padre che, non soddisfatto, la girò a pecorina e la inculò, non trascurando di infilarci le palle anche lì.
Di fianco vi era l’altra nonna, Edna, che seduta su una sedia, sbocchinava i tre cazzetti mosci di zio Mario e i 2 nipoti Carlo e Alberto, prima a turno, e poi tutti e 3 insieme nella sua larga e bavosa fauce.
Notai che il loro sguardo era rivolto verso Bruna ed Elena, moglie e figlia di Mario e madre e sorella di Carlo e Alberto.
“Guardate le vostre zoccole! Magari vi si rizza il cazzetto!”
In effetti la scena era molto eccitante:
Bruna si stava facendo sfondare a smorza candela da un negrone seduto in una poltrona.
La figlia Elena a quattro zampe davanti ai 2 mentre veniva inculata brutalmente da un altro negrone, lo stesso le schiacciava la testa sulla figa materna e le palle di quello seduto.
“Oddio, vengoooo!” urlò la madre squirtando in faccia alla figlia.
Poi i due energumeni, che a quanto pare erano fratelli, le presero per i capelli facendole inginocchiare e, colpendo i loro visi coi cazzoni per umiliarle ulteriormente, sborrarono abbondantemente.
Madre e figlia presero fra le mani i 2 cazzi ormai semi mosci e seguitarono a sbatterseli e strusciarseli reciprocamente su viso e tette, limonando come ossesse.
“Lo vedete che funziona? Avete appena scoperto di essere dei fottuti cuckold! E adesso fatemi assaggiare il vostro sperma!” disse nonna Edna, che imboccò nuovamente i 3 cazzi ormai allo spasimo e si fece eiaculare direttamente in gola.

Ad un certo punto distinsi tra i vari ansimi e le varie urla di piacere, degli acuti rumori, degli schiocchi.
Ebbene, mia madre si era rivestita da CatWoman e maneggiava un frustino che abbatteva, mentre lo sovrastava con un tacco in pelle sulla schiena, sulle natiche paterne.
“Beccati questa, e questa…e questa…shciak, shciak! Ti ricordi? Proprio come facevi te a me quando ero adolescente! Ti eccitava, allora, eh? Adesso non dici niente? Non ti eccita più? Bè, eccita da morire me, eheheh!”
A mia madre si aggiunse anche sua sorella Ivana, vestita allo stesso modo.
Mentre mia madre seguitava a frustare il padre, mia zia Ivana infilò la punta dello stivale di pelle lucida nella bocca paterna e lo riempì di epiteti: “Lustrami la scarpa, schiavetto buono a nulla! Adesso le tue figlie si vendicheranno del passato! Sarai il nostro fottuto schiavetto e ti useremo come un oggetto facendoti ciò che più ci aggrada; ad esempio, in questo momento mi scappa da pisciare, e ti userò come un lurido cesso!” E detto questo, tolse il piede dalla bocca del padre e, mentre mia madre afferratolo per i capelli alzò il volto paterno in direzione della sovrastante figa pelosa , si allargò le labbra e gli indirizzò un lungo getto giallognolo dritto in faccia.
E deridendolo sguaiatamente, presero entrambe a sputargli in faccia e a tirargli calci su tutto il corpo e sulle palle.
Si aggiunse anche la moglie a dar man forte alle figlie. Lo girarono supino e, mentre le figlie seguitarono a pestargli le palle e il cazzettino, nonna Edna, la non più adorata mogliettina, si sedette sulla sua faccia strusciando il figone peloso e culone emettendo rumorose flatulenze.
“Prenditi una bella boccata di ossigeno, coglione! Ti fai sottomettere pure dalle tue figlie! Sei proprio una nullità!” E detto ciò, gli tappò il naso per obbligarlo ad aprire la bocca, e gli pisciò dritto in gola.
Poi, lo fecero mettere a pecorina e violentarono il suo culo, prima colpendolo nuovamente con i frustini, con schiaffi e calci, e poi infilando a turno i loro pugni nell’orifizio anale, che prese a sanguinare quando alcune emorroidi si ruppero per il violento fisting.
“Guardate il cazzettino di papà, si sta segando ed è eretto! Allora ti eccita essere maltrattato, eh?! Rispondi, lurido schiavo!”
Gli urlò in faccia mia madre.
“Sì, figlia mia! Mi piace essere sottomesso e maltrattato dalle mie donne! Godoooo!!!”
Spruzzò qualche goccia di sperma.
Dopo ciò, zia Ivana si diresse verso le figlie Erica e Sabina, che avevo perso di vista.
Ah, eccole! Erano sul tavolo da biliardo a lesbicare mentre si muovevano a forbice come invasate di sesso. Il folto ed ormai bagnato pelo di Erica strusciava ferocemente con le glabre labbra vaginali della sorella, attaccata con la bocca come una ventosa o sanguisuga sulle tettone della sorellina.
Attorno a loro un nugolo di cazzi eretti pronti a partecipare.
Fu la madre Ivana a dare il via alla Gangbang, interrotta momentaneamente da un urlo e da una esplosione di liquido che mi accorsi essere Champagne: in pratica ad Andrea, con la schiena a terra e le gambe piegate in modo da riuscire a ciucciarsi il suo stesso cazzone, era stata brutalmente inserita da mio padre una bottiglia di costoso Champagne nel culo che, a forza di continuo avanti ed indietro a velocità supersonica (merito del possente braccio di mio padre ipereccitato anche dalla madre Adele che si era attaccata a ventosa al suo buco del culo), si era stappata con un fragoroso botto facendo esplodere il contenuto liquido e frizzante nel culo di Andrea.
Non oso immaginare il dolore, ma nello stesso tempo la goduria di Andrea (essendo fra le altre cose anche masochista). L’intestino di Andrea non riuscì a contenere tutto il liquido, per cui fu respinto, assieme a pezzetti di merda, come una cascata in piena addosso a mio padre e nonna Adele e ad alcune amichette di mia sorella che, ridendo, cercavano di catturare con dei calici il prezioso liquido per poi berlo con voluttà, masticando con gusto anche i pezzetti di merda.
Mentre ridevano a crepapelle per il grottesco spettacolo, presero anche a sputarsi addosso i rimasugli fecali e a limonare in gruppo. Si unirono a loro anche professori e professoresse (l’intera classe delle mie sorelline) e si fecero scattare una foto per l’annurio scolastico unica nel suo genere!
Adesso il loro sorriso era macchiato di marrone. Di certo non potevano pubblicizzare qualche chewgum sbiancante, eheheh!
Andrea non resse più, e venne abbondantemente quasi eguagliando la cascata di Champagne. Fu la prima volta che vidi una doppia venuta (grazie al fatto che era ermafrodita): squirtò dalla vagina e sborrò dal cazzo contemporaneamente.
Quasi soffocò nel tentare di ingoiare tutto, così decisi di aiutarla nell’ingoio.
La sua doppia eiaculazione durò circa un minuto. Incredibile! Mi pulii gli occhi coperti di sborra per vedere cosa stava combinando mio padre: stava ravanando con la sua manona all’interno del culo di Andrea in cerca del tappo. Era dentro fino al gomito. Sembrava uno di quei contadini che estraggono manualmente col guantone le feci dalle vacche o che provvedono alla fecondazione artificiale.
Quando estrasse il braccio (senza guantone, eheheh), la sua peluria risultò ammassata ed appicicaticcia di Champagne e filamenti di muco anale e feci.
Inoltre, dal culo di Andrea fuoriusciva una protuberanza rosso fuoco grande quanto un pugno: un monumentale prolasso.
In compenso, aveva recuperato il tappo, eheheh!
“Oh, sì…ciucciatemi l’intestino, bagasce!” si rivolse alle sorelline Erica e Sabina e alla loro madre Ivana che avevano imboccato il prolasso come fosse un cazzo inserendo a turno lingua e dita nel foro centrale.
Poi Ivana se lo infilò sia in figa che in culo, mentre le sue figlie presero a pisciarle sopra.
Gli oltre 50 maschi (ormai disimpegnati) intorno, non resistettero più: presero madre e figlie per i capelli (a parte Sabina, completamente glabra; lei la presero dai piedi) e le trascinarono al centro del salotto per usarle a piacimento e soddisfare ogni loro perverso desiderio.
Così, sdraiate supine per terra una di fianco all’altra e a gambe large furono scopate selvaggiamente da 50 infoiati mentre lo zio Pietro (padre di Erica e Sabina e marito di Ivana), si segava seduto e legato su una sedia.
Ebbene sì, anche lui, come zio Mario, era un cuckold; ma a differenza di zio Mario, che l’aveva scoperto oggi stesso, lo era sin da fidanzato. Ci rivelò che da quando un gruppo di malviventi fecero irruzione in casa violentando moglie e figlie davanti a lui, invece di rimanere turbati e traumatizzati, si unirono anche le figlie al rendere il padre Cuckold scopando con chiunque davanti al padre. Mentre lui coltivò la perversione di farsi legare durante certe perverse evoluzioni di moglie e figlie.
“Ti piace segarti il cazzettino mentre le tue donne vengono fottute, eh? Sei solo un povero segaiolo! Puuhh!” disse la moglie Ivana sputandogli poi in faccia il suo disprezzo!
“Guarda il papino cornuto! Si eccita vederci abusate mentre è legato ed inerme! Guarda le tue figlie troie cosa ti combinano adesso!” disse Sabina al padre prendendo poi per mano la sorellina Erica e gattonando verso il padre.
“Dai, che aspettate? Sfondateci il culo davanti a nostro padre! E tu, fallito di un cornutone segaiolo, guardaci negli occhi mentre facciamo le puttane!” disse ancora Sabina invitando poi gli astanti roteando assieme alla sorellina il culo.
Furono prese d’assalto fino ad ospitare anche 3 cazzi insieme per culo.
E mentre ciò avveniva, guardavano il padre con fare troiesco e lingua penzoloni sbavando per terra come delle cagne in calore.
Non mancarono di riempire di epiteti il povero padre: “Guardaci quanto siamo troie, cazzettino moscio! Sei solo un padre e marito fallito! Non sei neanche in grado di provvedere alla tua famiglia! Puuhhh!” ed anche Sabina sputò addosso al padre, imitata poi da Erica.
“Papino, lo sai che ho perso la verginità col tuo concorrente in affari a 13 anni? Non ne potevo più di ditalini, così, in cambio di segreti professionali della tua azienda, mi son fatta scopare ed inculare prima da lui e poi da tutti i dipendenti della sua azienda! Prima da sola e poi ho coinvolto anche Sabina e mamma, quando ho scoperto che erano troie come me! Ahhh, siiiì, godo! Papino, ho 3 cazzi in culo! Dai sborra sul mio bel faccino!” questa volta fu la piccola Erica a parlare e sconvolgere il padre!
“Ecco perché l’azienda sta fallendo! Siete delle bastarde! Delle luride troiacce! Ma mi eccita da morire! Soprattutto te, Erica, con la tua vocina da bambina e le tue treccine! Dai, sborratele nel culo! Riempitele l’intestino, così vengo anch’io! Ohhh, sìii sborro! Apri la boccuccia, troietta di papà! Vengoooo!” urlò sborrando dritto nella bocca spalancata della figlioletta.
Al che fu presa per le treccine dalla sorella Sabina per limonare con la sborra del padre.
“Ummm, gnammi! Devo dire che la sborra è sempre buona, anche quella di un fallito come te, papà!” disse Sabina gustando lo sperma paterno.
“Ah, sì! Fatemi assaggiare, allora!” replicò il padre chinandosi verso i visi delle figlie e limonandosele come un assatanato.
Intanto dietro ai culi delle figlie, cominciarono a sborrare chi dentro e chi sulle chiappe o sulla schiena. Man mano che venivano i primi, venivano poi sostituiti da altri che inculavano le 2 sorelle con lo sperma ancora nel culo.
E così si avvicendarono circa 50 uomini nei loro culi creando un sottofondo di gemiti, insulti e sciacquettii dovuti allo sperma all’interno dei 2 sfinteri.
Nel frattempo le sorelline a culo alto e testa bassa schiacciata per terra, presero a leccare e ciucciare ognuna un piede del padre.
Quando finirono di svuotare i coglioni nei culi delle ragazzine, presero a ciucciarsi ed aspirare tutto lo sperma in un infuocato 69, tirarorno la madre per i capelli per limonarsela e, inginocchiatesi tutte e 3 di fronte a Pietro (marito e padre), ostentarono rumorosi gargarismi con parte dello sperma, ingoiandolo e passandosi poi la lingua sulla labbra come fosse una prelibatezza. Infine, lo slegarono, lo fecero sdraiare e presero a sputargli in faccia a strusciare a turno i loro culi quasi soffocandolo, specie il culone di Zia Ivana.
“Non respiri, amore mio? Eccoti un po’ d’aria, allora! Ehhhh!” e si mise a scorreggiare dritto in bocca al marito, facendo colare rimasugli di sperma ancora all’interno e strappando una risata alle figliolette.
Poi si misero in piedi sovrastandolo e, continuando a sputare ovunque sul corpo del padre e marito, presero a pisciargli litri di dorato liquido.
Lo spettacolo era troppo eccitante, tanto che tutti i maschi erano nuovamente coi cazzi ritti, pronti a sfogare ulteriormente i loro più perversi e primordiali istinti.
Ci fu chi non si trattenne, ed eiaculò sulle teste e visi delle 3 ormai al centro dell’attenzione.
Erica non ci vedeva più per via degli occhiali coperti di sperma, così se li tolse e li leccò accuratamente per lucidareli.
Sabina aveva un sacco di sborra sulla testa pelata, che si fece leccare e lucidare dalla madre, dalla sorellina e dal padre.

Adesso era il turno di strapazzare per bene le femmine della mia famiglia. Ma questa è un’altra storia!

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