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Storia di una ragazza qualunque – 3° capitolo – L’amore di mamma

By 15 Febbraio 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

Fu facile procurarmi il numero di cellulare di Guido, un po’ meno riuscire a convincerlo ad incontrarmi, anche se non ne capivo il motivo.
Dopo diversi tentativi accettò un mio invito a cena, che fra l’altro alla fine pagò lui.
“Perché non volevi vedermi ?” gli chiesi dopo che il cameriere se ne andò con le ordinazioni “Non mi dire che hai paura di una ragazza come me ?”
“Tu non sei una sweet, non fai parte cio&egrave di una coppia cuckold, e le ragazzine m’interessano ben poco.” fu la sua risposta a dir poco brutale.
“Ok ora però mi spieghi tutto di questi cuckold perché io non ci capisco nulla.”
“Vedi Lisa, solitamente una coppia cuckold nasce perché l’uomo si sente poco virile e vuole dare alla moglie o compagna che sia, ciò che lui non può ‘fornire’. Per questo si affidano ad un bull come me, ce ne sono anche tanti di colore, ma non per fare il razzista sono un po’ troppo grezzi, il quale entra come maschio dominante. A volte mi viene chiesto anche d’umiliare l’uomo, in diverse maniere, altre &egrave lui a chiedermi di scopare la sua donna in determinati modi, insomma ce n’&egrave per tutti i gusti.”
La sua voce calma e profonda faceva si che quella discussione, dall’argomento non certo normale, lo diventasse rendendomi tutto fin troppo chiaro.
“Scusa però questo non &egrave il caso dei miei genitori, o almeno credo così.”
“No i tuoi hanno una fonte d’origine diversa, tua madre &egrave stata tradita con qualcuno non poteva, diciamo, competere. Come sai tuo padre andava a trans e nessuna donna può dare ciò che offre una di loro. Lisa ha quindi deciso di vendicare l’umiliazione subita con un’altra ancora più grande, relegando il marito ad una semplice comparsa, buono solo ad eseguire ordini. Col tempo ha provato poi sempre più piacere nel prendere cazzi notevoli, sino a diventarne quasi una cultrice e a quel punto tuo padre &egrave diventato ‘inabile’ al suo ruolo di maschio.”
“Scusami tanto.” gli chiesi mentre mangiavamo il primo “Ma perché prima mi hai detto che ti diverti solo con coppie del genere ?”
“Ci sono diversi motivi, uno &egrave che non si creano legami affettivi, un altro &egrave che con donne del genere posso fare ciò che voglio senza alcun problema. Mettici anche che mi diverte umiliare il cornuto di turno, anche se a volte lo fanno di più le mogli, non puoi neanche immaginare cosa gli dicono mentre le scopo….”
“Però con me sei stato molto dolce.” gli feci osservare cercando di farlo cadere in contraddizione.
“Lisa cara, con te &egrave stato diverso per mille ragioni. Quando tua madre mi ha chiesto di venire da voi ha subito premesso che non avrei dovuto in alcun modo forzare la mano, o sue testuali parole ‘ti mozzo il cazzo coi denti’. Credo si sia rivolta proprio a me perché mi conosce fin troppo bene, e sa che non vado mai oltre ciò che mi viene richiesto, insomma sono, per quest’aspetto, una garanzia.”
Continuammo a parlare per un paio d’ore durante le quali mi spiegò ogni aspetto di un rapporto cuckold, oltre a soffermarsi su com’era mia madre, facendomi scoprire certi aspetti del suo carattere che ignoravo totalmente.
Alla fine mi riaccompagnò a casa chiedendomi di non cercarlo più, cosa che feci senza alcun problema, visto che ormai sapevo ciò che da tempo cercavo.
Appena entrata in camera vidi mia madre che m’aspettava sdraiata sul letto, e fui stupita perché non era mai successo.
“Andata bene la cena con Guido ?” mi chiese a bruciapelo con una certa strafottenza.
“Ma tu come lo sai ?” risposi arrabbiata per quella violazione alla mia privacy.
“Perché dopo che l’hai chiamato la prima volta, lui mi ha informata e alla fine gli ho chiesto d’accontentarti.”
“Sai anche di cosa abbiamo parlato ?” replicai mettendo le mani sui fianchi in gesto di sfida.
“No ma lo posso facilmente immaginare.” mi rispose alzandosi “Comunque spero che la serata sia stata soddisfacente.”
“Si in fondo ho avuto quel che volevo, quindi ti ringrazio per il tuo interessamento.”
“Guarda che se c’&egrave qui una persona che dovrebbe offendersi quella sono io.”
“Perché ?”
“Ti sembra normale andare a chiedere lezioni di sesso teorico quando ci sono io ?”
In effetti non aveva tutti i torti, ma come spiegarle che con uno sconosciuto mi sentivo più libera di fare le domande che volevo.
Poi però ebbi un lampo di genio che pensai mi salvasse da quella situazione.
“Mamma a te chiedo quelle di sesso pratico !” le dissi sorridendo.
“Va bene iniziamo domani.” mi rispose andandosene dalla mia camera dritta come un binario.
Il giorno seguente segnò la mia definitiva trasformazione in una donna affamata di sesso.
Mamma mi svegliò abbastanza presto per portarmi a fare shopping visto che “Tua nonna veste più giovanile di te.”
La prima tappa fu in un negozio di lingerie, da dove uscii solo dopo aver comprato alcuni completi molto osé, tenendone uno indosso nonostante le mie proteste.
Anche se si trattava di un semplice push-up e perizoma, mi sembrava che tutti lo vedessero nonostante l’abito che indossavo, facendomi vergognare di me stessa.
Subito dopo andammo dove in pratica vendevano solo miniabiti, e lì cercai d’oppormi con tutte le mie forze alle pressioni di mamma, uscendone sempre sconfitta.
Quando la chiamai dentro i camerino per farle vedere com’era corto l’abito che mi stava facendo provare, lei mi rispose in maniera che definire da porca &egrave limitativo.
“Pensa quando un uomo te lo tirerà su per sbatterti contro un muro.” mi disse alzandolo sino alla vita “potrai farti chiavare senza neanche spogliarti, più comodo di così !”
Alla fine ne presi un paio, oltre quello che tenni per uscire, solo per non sentirla più borbottare.
Passammo quindi in un centro estetico dove mi pagò un trattamento completo viso e corpo, che feci insieme a lei.
Devo ammettere che quando mi specchiai una volta rivestita ebbi una certa difficoltà nel riconoscermi, ma quella ragazza che vedevo non era niente male.
Mentre tornavamo a casa notai gli sguardi di alcuni uomini, i più audaci girarono la testa per continuare a guardarmi, e ciò m’inorgoglì oltre a fare la felicità di mamma.
“Finalmente sei una donna sul serio, e non più quella vecchia di prima.” mi disse facendo anche dei commenti molto piccanti su un paio di giovani che incrociammo.
Ci ritrovammo a casa dopo aver comprato un pranzo veloce in rosticceria, che mangiammo non appena misi a posto i miei nuovi vestiti, per poi metterci sul divano a chiacchierare.
Ben presto notai però che mia madre mi guardava con uno sguardo diverso dal solito, soffermandosi spesso sul mio decolté, ben messo in mostra dalla scollatura dell’abito.
“Mamma ma la pianti di fissarmi le tette !” le dissi scocciata.
“Perché sono così belle.” mi rispose abbassando l’abito che era senza spalline.
Ci guardammo negli occhi giusto il tempo per farmi comprendere quanto lei mi volesse, e come io non desiderassi altro.
Le passai una mano dietro la testa, e tenendole i capelli le spinsi la bocca contro la mia, iniziando così un lungo bacio incestuoso, dove le lingue si rincorrevano in giochi senza fine.
“Oh si mamma fammi tutto quello che vuoi, ma rendimi donna come lo sei tu.” le mormorai all’orecchio spingendo la sua bocca sul mio collo “Voglio che tu m’insegni a godere come una vera femmina, baciami, leccami, scopami ma fammi felice.”
“Piccola mia non sai da quanto aspetto questo momento, e stai tranquilla che farò di te ciò che vuoi.”
Mi prese per mano e mi portò nella sua camera, dove mi tolse il vestitino, per poi spogliarsi rapidamente e farmi sdraiare al centro del letto, dove riprese i suoi abili giochi di bocca.
Partì dalla mie labbra, mordicchiandole sino quasi a farmi male, scese quindi sui capezzoli che scoprì togliendomi il reggiseno, per fare lunghi cerchi con la lingua intorno ad essi.
Il fuoco della passione bruciava il mio corpo facendomi provare dei brividi di piacere fortissimi, sapevo che quello stavamo facendo era profondamente sbagliato, ma in quel momento m’importava solo godere.
Quando la sua bocca ricca d’esperienza arrivò alla mia passera, le strinsi la testa contro, quasi non mi bastasse il piacere che mi stava donando.
Mamma succhiò prima le grandi labbra, stringendole con le sue e facendoci passare lentamente la lingua sopra. Dopo pochi minuti di quel sensualissimo trattamento, il mio sesso era completamente dischiuso, col clito che si ergeva quasi a invocare la sua attenzione.
Cure che infatti non mancarono d’arrivare, lei infatti lo prese fra due dita, mentre altrettante mi penetravano dal basso, facendomi avere un primo orgasmo a dir poco selvaggio.
Non ebbi neanche il tempo di dire “A” che vidi mamma allacciarsi lo strap-on, col quale l’avevo sodomizzata giorni prima, e non ebbi alcuna esitazione ad afferrarmi le gambe per tenerle ben aperte.
“Dai cosa aspetti a fottermi. ” le dissi guardandola dritta negli occhi “Ficcami il tuo cazzo nella fica e scopami !”
Lei non disse nulla ma si mise fra le mie gambe, e dopo aver indirizzato la cappella del fallo verso la mia passera, diede una forte spinta che ne fece entrare circa metà.
“Ahh così mi fai male !” urlai per il dolore non essendo abituata a ricevere simili calibri.
“Devi imparare a non sfidare tua madre piccola mia.” mi rispose con un sorriso “Ora però rilassati e pensa solo a godere, il dolore va e il piacere resta.”
Mamma continuò imperterrita il suo affondo sino a che non mi ebbe penetrata del tutto, poi mi baciò ed io le strinsi le gambe dietro la schiena, come a volerne rallentare l’azione.
Mi cavalcò ugualmente come voleva lei, alternando momenti di dolcezza infinita, ad attimi di quasi brutale ferocia, quando i suoi colpi diventavano furiosi.
Io rimasi sempre passiva godendo senza sosta, gli orgasmi si susseguivano senza darmi il tempo di riprendermi, ma mai avrei detto basta, tanto era il piacere che provavo.
Godevo anche del solo sentire il suo respiro sul collo, per non parlare di quando chiudeva la mia bocca con la sua poco prima che raggiungessi la vetta massima del piacere, che vivevo appieno non appena lei mi liberava le labbra per farmi urlare il mio orgasmo.
Nonostante il tempo passasse inesorabile, nessuna delle due voleva fermarsi, io avida di quel piacere che sino ad allora mi ero stupidamente negata e lei, vogliosa di donarmi tutto il suo amore.
Alla fine compresi che avrei dovuto trovare il coraggio per compiere l’ultimo passo, quello necessario per intraprendere completamente una nuova vita.
“Mamma so che tu non mi farai male, o che almeno il dolore che proverò sarà quello minimo, quindi prenditi la mia ultima verginità.” le dissi fermando la sua cavalcata senza fine.
“Piccola mia sei sicura di quel che dici ?”
“Si mamma, solo con te posso liberarmi di ogni mia paura.”
“Allora sappi che ti sverginerò come una santa.” mi rispose indicandomi di girarmi. “Ma poi ti scoperò come una puttana, perché prenderlo nel culo vuol dire questo, essere una troia disposta a tutto pur di soddisfare le proprie voglie.”
La vidi prendere del gel dal comodino, per poi versamene un po’ proprio sul buchetto che iniziò a massaggiare con molta dolcezza.
Non sentii quasi per niente il primo dito entrarmi dentro, ma subito dopo un sottile piacere salì lentamente lungo tutta la schiena.
Quando le dita raddoppiarono aumentò in proporzione anche il godimento, le sentivo girare come se fossero un’elica, mentre mi allargavano l’ano mai violato.
“Appena metterò dentro la punta sentirai un po’ di dolore.” mi disse mettendosi dietro di me “Tu toccati la fica, rilassati e spingi indietro come se dovessi fare la cacca, all’inizio fa male ma poi godrai come un pazza.”
Allungai la mano per toccarmi la passera come mi aveva consigliato mamma, e la trovai bagnatissima per l’eccitazione, ma quando sentii entrare la cappella del fallo m’irrigidii per il dolore.
Mamma mi diede allora due piccoli schiaffetti sulle natiche per farmi rilassare i muscoli, e come vide che il suo sistema funzionava, spinse dentro tutta la punta.
Non urlai per orgoglio, ma provai un dolore tale che mi pentii d’averle chiesto di sodomizzarmi.
Lei però si fermò dandomi tutto il tempo d’abituarmi, e mentre il dolore scemava, iniziò a spingere molto piano.
“Mamma fa solo male, &egrave orribile !” le dissi quasi piangendo.
“Sai cosa ti dico, via il dente via il dolore.”
Non compresi subito le sue parole, anche perché fece scivolare fuori parte del fallo, ma poi m’afferrò con forza i fianchi e completò la penetrazione dando un fortissimo colpo di reni.
Non feci neanche in tempo ad urlare il mio dolore, che lei mi strinse a se con una mano, mentre l’altra iniziò a toccarmi fra le gambe, cercando di darmi un po’ di conforto.
“Rilassati piccina, il peggio &egrave passato, ora devi solo pensare a godere.” mi sussurrò all’orecchio.
Anche se non era certamente facile tentare di non pensare a quel pezzo di gomma che avevo nel sedere, provai a ricordare come mia madre godesse quando l’avevo vista sodomizzata da suoi amanti, che certamente non avevano usato la mano di velluto come invece stava facendo lei.
Pian piano provai sempre meno dolore, anzi sentii che le sue dita si stavano bagnando coi miei umori, e quando se ne accorse lei mi porto quel nettare alle labbra.
“Guarda sei un lago ! Adesso però continua tu a toccarti, io devo finire un certo lavoro.” mi disse ridendo.
Compresi al volo che voleva cominciare a scoparmi il culo, ma non feci nessuna obbiezione nonostante provassi ancora un po’ di dolore, mamma non si fece certo scrupoli a pompare subito con una certa foga, facendomi vedere le stelle in tutti i sensi.
Perché se era vero che mi stava facendo male, lo era altrettanto che stavo godendo.
Godevo perché in fondo sentire quel pezzo di gomma entrarmi nel culo mi piaceva.
Godevo perché avevo la fica in fiamme.
Godevo perché la troia che era in me finalmente usciva allo scoperto.
“Sii mamma non smetter ti prego ! Fa male ma &egrave bellissimo ! E so che stai godendo anche tu a inculare la tua figlia troia !” urlai contorcendomi per il piacere.
“Vedi che ti piace ! Facevi tanto la santa e ora non vuoi altro che t’inculi ! Tanto lo so che stai già pensando a quando sarà un uomo a violare questo bel culo, e non sai come vorrei vederti mentre lui ti sbatte.”
“E’ vero, ma ora ci sei tu, quindi fottimi come piace a te !”
Mamma mi prese subito in parola e non mi diede respiro, i suoi affondi diventarono sempre più veloci e violenti, mentre mi masturbavo senza più alcun ritegno.
Ebbi un primo orgasmo a cui ne seguì, subito dopo, uno ancor più sconvolgente, che mi tolse il fiato
Lei però continuò a scoparmi sono a quando non ebbi il terzo, quello che mi distrusse del tutto, lasciandomi sfinita sul letto.
Impiegai diversi minuti per riprendermi, ma una volta in sesto le tolsi quasi con forza lo strap-on per buttarmi fra le sue gambe e bere tutto il piacere che contenevano.
Mamma era messa peggio di me non avendo potuto ‘sfogare’ i suoi umori che erano rimasti dove in quel momento io li stavo leccando.
La vidi gemere per il piacere e avendo fretta di poterla scopare a mia volta ,le infilai tre dita nella passera per farla venire il prima possibile, riempiendomi poi la bocca col suo orgasmo.
Purtroppo si era fatto tardi e mio padre sarebbe rientrato a minuti, così in tutta fretta ci rivestimmo per aspettarlo come se non fosse successo nulla.
Quando lui entrò non fece neanche caso al mio cambiamento di look, deludendomi completamente e facendo si che il disprezzo che provavo nei suoi confronti arrivasse al picco massimo. Il pensiero di saperlo cornuto mi tirò un pochino su il morale, inoltre ero certa che prima o poi gliela avrei fatta pagare, interessi compresi.

Continua

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