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Racconti erotici sull'Incesto

Tanta voglia di ca. – Io e mia madre

By 10 Luglio 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

E’ quasi l’alba mentre scrivo, ho passato l’ennesima notte con la donna dei miei sogni: mia madre. Ho l’accappatoio addosso perché mi sono fatto una doccia e visto che non lavoro tra un po’ andrò a dormire tranquillo per svegliarmi verso orario di pranzo.

Sono Mario, ho 25 anni e vivo da solo a circa 200 metri dalla casa dei miei in pieno centro a Modena. Vi voglio raccontare di come è iniziata la mia storia incestuosa con mia madre, Vera, 52 anni. Mia madre è una di quelle donne all’antica anche se non lo è troppo quando si tratta di stimoli ed esperienze nuove ed è così che è iniziato il nostro rapporto. La storia che racconto ha inizio un anno fa e non per caso. Dalla mia adolescenza ho sempre visto mia madre come una donna sessualmente molto desiderabile e anche sensuale. Lei è alta 1,60 e non è proprio la perfezione fisicamente ma è quello che forse me la fa desiderare più di tutte: un viso pulito e angelico con capelli che le arrivano fino alle spalle, un culo un po’ grosso ma senza cellulite ed è una rarità per le donne della sua età e una sesta misura di tette che credetemi si fa fatica a non guardarle, sono bellissime già da sotto un qualsiasi capo che indossa e non vi dico vestitini o tutte nude che effetto fanno.

Come dicevo io ho desiderato mia madre sin dall’adolescenza ma in compenso nonostante abbia letto tanti racconti in cui dei ragazzi di anche 16, 17 anni dicevano di avercela fatta per me era improponibile farmi avanti o provare solo a farle qualche segnale. Mi concedevo delle seghe appassionate pensando a lei che stringeva il mio cazzo tra le mani o che lo infilava tra le sue tette enormi ma tuttavia sapevo che lei mi vedeva solo come il suo bambino e per di più aveva una vita sessuale soddisfacente con mio padre e io avevo più di una volta spiato le loro nottate passate a scopare in ogni modo e ogni dove. Con l’avvio dell’università ho cominciato a sentirmi stretto a casa perché le mie due sorelle nel frattempo sono cresciute e così grazie al nostro stato di benestanti, i miei mi hanno proposto di andare a vivere da solo in un appartamento di proprietà di alcuni amici di famiglia al quale paghiamo l’affitto ma in maniera molto meno pesante di quello che pagherebbe un normale studente in cerca di una casa. Ed ecco cosa mi ha permesso di compiere il mio sogno proibito, avere una casa tutta mia.

La mamma è una donna che ci tiene molto a me perché essendo il figlio maschio sono quello che in teoria è più “mammone” e non se la sa cavare da solo, ragion per cui ogni 2-3 giorni passa da me a vedere se tutto è a posto e magari farmi il bucato o altro, cosa che comunque ho imparato da solo, come cucinare, sistemare la casa eccetera. Un anno fa appunto, era verso metà giugno che avevo da studiare molte cose, mi invitai da solo a casa dei miei a cena perché volevo poi tornare a casa a studiare e volevo fare in fretta senza scombinare la mia dispensa. Mi presento verso le 19 a casa e trovo le gemelle a prepararmi la cena perché mamma e papà sarebbero andati a teatro e avrebbero cenato fuori. Li becco di sfuggita, mamma e papà. Mio padre non ve l’ho detto, ha 59 anni ed è un professore universitario, fa una vita mondana da invidia anche a noi giovani ma frequenta tuttavia l’ambiente quasi nobile della città’ esce per primo di casa portando le chiavi della macchina e dicendomi che l’indomani a pranzo avrebbe volentieri passato del tempo con me visto che non mi vedeva mai, gli sorrisi e poi nel girarmi notai mia madre che scendeva le scale’ un vestito verde scollatissimo che allacciava solo le tettone ma che quasi le faceva esplodere fuori e uno spacco straordinario che arrivava più giù delle ginocchia, per una donna di un metro e sessanta quel vestito era illegale, ma a mia madre stava benissimo perché’ te lo faceva venire duro. Rimasi di pietra (e così anche il mio amichetto nei pantaloni) a guardarla, poi una delle gemelle disse
– Mamma ma esci così?”
e lei
– No, ho il coprispalla lì sul divano

Uh, tirai un sospiro di sollievo. Quella sera avrebbe finito col farsi nemica tutte le mogli dei signori al teatro se usciva così di casa. Venne a darci un bacio a tutti e tre poi mi disse
– Ti giuro che se finiamo presto passo a casa tua e vengo a sistemare, altrimenti ci vediamo domani!
– Ok Mamma

Il tempo che loro scesero che venne giù la pioggia. Le gemelle avevano paura dei tuoni e quando la pioggia si trasformò in un temporale mi chiesero di restare a casa e a quel punto siccome non volevo morissero di paura o piangessero troppo le accontentai. Mentre loro giocavano di sopra stavo di sotto a guardare la TV. Si fece oltre la mezzanotte, io quasi presi sonno e mi svegliò il rientro dei miei genitori:

– Ma tu stai qui? E noi che ti bussiamo a casa come degli scemi da mezz’ora! – disse mio padre rientrando e vedendomi sul divano.
– Oddio Mario siamo stati col temporale sotto casa tua a bussare e chiamarti ma quando rispondi a quel cellulare? – rincarò mia madre.

Chiarii la cosa delle gemelle ma ero assonnato e in pratica furono loro a dirmi che non era il caso di andare a casa e che avrei dormito lì quella notte. Così mio padre andò a cambiarsi per andare a letto visto che il giorno dopo sarebbe andato all’università mentre mia madre mi organizzò il divano-letto per dormire. Mio padre andò quasi subito a nanna per cui in cucina restò mia madre che ancora con quel vestito addosso del teatro sistemò un po’ qua e là prima di andare a dormire anche lei. Ma non aveva molto sonno in realtà e quindi mi disse di guardare su Sky se c’era qualche buon film da vedere per un po prima che le venisse il crollo.

– Non so mamma aspetta che vedo, ci sono venti canali’
– Ok io intanto vado a cambiarmi di sopra e togliermi questo doso.

E io sapevo bene cosa voleva dire per mia madre cambiarsi. Quando stavo a casa e la vedevo di notte cambiarsi in pratica assistevo sempre a uno spogliarello, lei non si è mai vergognata di farsi vedere da me, del resto non c’era nulla di male se tuo figlio ti guarda mentre ti denudi e poi ti rivesti no? Così dopo qualche minuto scese di nuovo in soggiorno per venire a guardare un film con me, non indossava mai il reggiseno quando si cambiava per la notte, le davano fastidio ed era l’unica occasione per liberare le sue tettone. Il mutandone invece quello era un classico, ma la vestaglia era ben chiusa sia sotto che sopra, un color rosso scuro di raso che le dava l’aspetto di quelle pornostar che arrivano sul set pronte per spogliarsi insomma’ anche se spesso è l’accappatoio per loro. :)

Sapevo bene che mia madre accanto a me che indossa una vestaglia sotto la quale c’è il corpo che ho sempre sognato mi avrebbe fatto guardare ben poco il film e così cercai qualcosa per ridere un po’, ma niente. A quell’ora su Sky danno parecchi film zozzi e girando girando lessi un paio di titoli ad alta voce. Mia madre ci rise sù

– Chissà se qualcuno compra questi film ancora, non si vergognano a farli uscire nella bolletta?
– Macchè mamma, per trasmetterli qualcuno se li guarderà no?
– Si, ma dai ormai a che servono i film in tv quando c’è internet, persino tuo padre lo sa
– Papà va sui siti porno? Ahaha questa è nuova
– No, ma un po di tempo fa ne parlammo’ che su internet girano un sacco di porcate
– E sono pure gratis
– Tu ne fai uso? Che mi dici?
– No vabè io’ehm’ cioè in pratica’
– E’ naturale Mario dai, sempre solo a casa a meno che non ti porti qualche donna sai che solitudine
– Si, vabè tu non puoi capire
– Eh una volta non potevo capire, ma adesso con queste nuvole’
– Che intendi dire?
– Eh tuo padre ormai’

Fece un gesto come a indicare il passato, i bei tempi andati. In pratica mio padre era diventato impotente? Non riusciva più a far sesso con una bomba sexy come mia madre’ mi sorprendeva la cosa. Finalmente trovai un film di cui però francamente non ricordo il titolo, era un film d’azione che manco guardavo perché pensavo a ciò che mi aveva detto mia madre. E pensavo no, ma se lei ha ancora voglia di sesso, cosa aspetto a buttarmi? Non sapevo se fosse un segnale il suo perché in effetti parlarmi di certe cose non era mai stato il suo stile, però quel discorso mi intrigava non poco. Così mentre guardava il film cercai di stendermi e lei acconsentì affinché adagiassi la mia testa sulle sue gambe.

– Quando eri piccolo ti addormentavi così, ricordi?
– Certo mamma, guardando italia uno e i telefilm
– Eh si, però per le 11 eri già cotto e pronto per la nanna
– E papà a volte per portarmi di sopra finiva per svegliarmi di nuovo
– Si, invece quando ti portavo io continuavi sempre a dormire
– Beh’ il tuo tocco è diverso

Presi confidenza con la posizione in cui ero e adagiai una mano sulla coscia di mia madre che stava lunga davanti a me, coi piedi scalzi. Alzando la testa per guardarla notai che le sue tette enormi erano praticamente su di me e mi coprivano la vista del suo volto quasi completamente, una cosa assurda se pensiamo che stava anche seduta. Cominciai a farle un discorso sul dormire così per la notte, sulla comodità ecc. e nel frattempo cominciai a strusciare la mia mano su e giù per la coscia con un fare delicato, dalla vestaglia entravo piano piano e senza troppa irruenza sotto la vestaglia massaggiandole la coscia a salire quasi sull’inguine, poi uscivo e ripartivo. Questo movimento per 5 minuti circa mi causò tremende fantasie e una bella erezione, ma avevo ancora i jeans e riuscivo a nasconderla giusto un pò. Mia madre sembrò guardarmi mentre me lo sistemavo e nel notare se lei mi stesse effettivamente guardando (e con la paura di ricevere un brutto richiamo) notai i suoi capezzoli molto, molto induriti. Fu lì che ci fu una svolta nella mia mente, quasi subito realizzai che dovevo continuare con quel massaggio alla coscia e che lei non avrebbe opposto resistenza. Scostai letteralmente la vestaglia e iniziai a massaggiarle la coscia sfiorando ripetutamente le sue mutande e per via della posizione della mia testa, indietreggiai col capo verso la sua figa, in modo da stare adesso con la testa esattamente sopra. Lei mi disse che però stava scomoda e quindi mi fece rialzare e sedere normalmente. Anche se io mi sedetti ero comunque accanto a lei, il divano era spazioso ma io le stavo quasi attaccato. E nel continuare a guardare il film lei non aveva chiuso la vestaglia, l’aveva lasciata aperta sotto senza praticamente dire niente a riguardo. Pensai fosse un lasciapassare e così rimisi la mano e stavolta molto più comodo potei affondare il massaggio fino a fermare la mano davanti al tessuto delle mutande. Ad un certo punto si volta e mi chiede se stavo guardando ancora il film e io le dissi di si, certamente. Mi ero eccitato come non mai e volevo di più visto che lei non accennava alla minima resistenza. Posai la mia mano sulla sua patata (ancora protetta dalle mutande) e con l’indice iniziai a scavare una linea su e giù, speravo si bagnasse.

– Mario’
– Mamma? Cosa ti succede quassù? – le indicai i capezzoli durissimi che uscivano da sotto alla vestaglia
– Ti prego non si fanno queste cose’
– Nessuno saprà niente mamma’

E ripresi a giocare col ditino. Lei mi prese la mano e la posò sulla gamba dicendomi che stavo facendo una brutta cosa, che era mia madre e che forse avevo bevuto un po’ troppo vino’ ma io cominciai di nuovo col massaggio alla gamba e poi, preso dall’eccitazione, mi fionda a baciarle il collo.

– Sei bellissima mamma
– Mario no, ti prego smettila
– Dai che ti piace
– Per chi mi hai presa dai lasciami stare..
– Marioooo

Un piccolo gemito e capii che si era arresa. Mi voltai verso di lei che a sua volta mollò il telecomando facendolo cadere sul tappeto a terra, la TV ormai non la guardavamo. Ero avvinghiato a lei e le baciavo il collo e con dei bacetti piccoli salivo dalla spalla fino alle orecchie, sapevo come far sciogliere una donna e il mio cazzo era 2000 volte più duro che mai. La scostai dal cuscino del divano e poi con l’altra mano iniziai a massaggiarle le tette, prima che fosse troppo tardi e lei si svegliasse da una specie di trance. La presi e la sedetti in braccio a me, facendo venire a contatto il mio cazzo con la sua mutandona e da lì iniziai a baciarla sulle labbra. Infilai la lingua ma lei non mi diede il lasciapassare così le aprii la vestaglia e massaggiai le tette, stavolta in modo aggressivo e quasi a farle male, ma non volevo, però stavo realizzando che il sogno della mia vita era realtà, le mani sulle tette di mia madre’ finalmente. Ahimè quel momento durò relativamente poco. Appena scostai le sue mutandine per provare a infilarle un dito lei sobbalzò un attimo e mi ritrovai i suoi umori tutti, era venuta in preda alla fortissima eccitazione e da che aveva gli occhi semichiusi li riaprii fissandomi con gli occhi dolci che solo una madre sa farti. Sembrava una scena goduriosa quasi, lei si morse i denti ma poi mi disse che ciò che facevamo era del tutto sbagliato e che io dovevo trovarmi una ragazza per le mie voglie.

– Mario, non può accadere questo, sei mio figlio..
– Mamma ho voglia di te, ti desidero
– No figliolo, fatti una vita e cerca di desiderare qualcun altra
– Tu avevi voglia di scopare stasera
– Come ti permetti Mario’ sono tua madre.
– Dai, sei venuta mentre ti tenevo in braccio’ hai bisogno di un uomo
– Non lo decidi tu, sono tua madre e so controlla’aaah ah

Le avevo infilato due dita dentro la figa e avevo iniziato ad agitarle velocemente.

– Però sei ancora addosso a me
– Mario sme-smet..tila
– E vai a dormire allora
– Fermati’ oh, oh’ fermo..

Stava godendo il troione, ancora di più dopo il suo primo orgasmo che chissà da quanto tempo non aveva. Ebbe però la fermezza di fermarmi il braccio e dopo avermi guardato brutto, capii che dovevo smetterla se non volevo rovinare il tutto. Tolsi le dita e lei si alzò e si risistemò. Il film era finito, così come la mia gloriosa mezz’oretta con mia madre. Dopo essersi chiusa la vestaglia mi disse di dormire, salì in camera sua lei e io andai in bagno a farmi una sega pensando a lei. Avevo un po’ paura perché a freddo avrebbe potuto dirmi tante cose ma sapevo che lei non avrebbe mai detto a mio padre di questa cosa, oltre allo scandalo ci sarebbe stata anche una brutta tegola per lei, spiegare che le era piaciuto e che aveva ancora tanta, tanta voglia di cazzo. Quella notte stentai a prendere sonno immaginando cosa avrei potuto fare con lei d’ora in avanti e capii’ si stava coronando il sogno di una vita.

NON PERDETEVI IL CONTINUO.
Scrivetemi a lastgoodnight@live.it per commenti e opinioni… SEGUE DAL PRIMO CAPITOLO.
Per ogni commento scrivetemi a – lastgoodnight@live.it
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E così la mattina dopo mi svegliai sul divano che erano già tutti alzati. Incrociai mio padre che voleva pranzare con me ma lo fissavo senza ascoltarlo, caro papà non potevi mai immaginare che stanotte sditalinavo la mamma e l’ho fatta godere come tu non fai da tanto tempo’ povero te. Quasi provavo pietà per mio padre, mi dispiaceva vederlo in un certo senso cornuto e ignaro di tutto ma la cosa mi eccitava molto. Mia madre era in camera sua ma io dopo aver fatto colazione me ne tornai a casa mia e cominciai a studiare.

Passarono dei giorni tranquilli con me a studiare e fare le mie commissioni, le mie uscite e quant’altro mentre con mia madre niente. Era un venerdì pomeriggio quando tornando a casa mi accorsi che mio padre mi aspettava sotto casa. Mi aveva detto che prima di cena sarebbe passata la mamma a sistemare un po’ a casa e che lui non ci sarebbe stato perché doveva andare a un ricevimento tra colleghi. Onestamente io ho sempre pensato che questi ricevimenti tra colleghi fossero in realtà un andare a mignotte, mio padre non è il tipo da feste serali insomma’ anche se noiose, lui preferisce sempre il buon libro in poltrona (specie da quando non può più far godere una dea come la mamma) – il suo era comunque un avviso perché la dovevo riaccompagnare io a casa visto che lui non ci sarebbe stato. Le gemelle erano a casa di amiche.

Bingo. Fu la parola che mi venne in mente e che schizzava in testa a me, quasi un gesto di esultanza feci. Pensai che con mia madre a casa avrei potuto ordire un bel piano malefico per sedurla e finalmente farla mia’ completamente mia. Già mi immaginavo di stringere quelle tette enormi tra le mani e succhiare dai capezzoli durissimi che avrebbe tirato fuori, mi eccitavo e giunto fuori la porta già pregustavo l’orario in cui mi avrebbe fatto la sua visitina: vieni mammina cara, vieni dal tuo nuovo uomo.

Andò meglio di quanto pensassi in realtà.. non dovetti pensare nessuna strana cosa. Alle 7 andai a farmi una doccia e sentii il citofono. Era lei’ che sorriso che si stampò sulla mia faccia. Però non aprii, continuai a sciacquarmi perché tanto aveva le chiavi e feci in modo abbassando un po’ l’acqua di sentire esattamente quando entrava in casa chiudendo la porta. Dal momento che la sentii, mi feci un ultima sciacquata e poi attesi il momento giusto per venire fuori. Quando sentii “Mario? Sono io!” uscii dalla doccia ancora bagnato e mi misi l’asciugamano intorno alla vita per poi uscire in salotto “Mamma sei tu?” e si che era lei.

– Mario! Sei tutto bagnato! Torna in bagno che sporchi tutto a terra’
– Mamma ma dovevo vedere chi era no?
– Si torna dentro dai, guarda stai gocciolando tutto a terra, sono mica la cameriera io’
– No non lo sei
– Ecco torna di là allora
– Sei la mia mammina con cui guardare i film sul divano’

Si fece scura in viso, era imbarazzata e arrabbiata per questa storia. Me ne andai in bagno ad asciugarmi un po’ e poi mi tolsi l’asciugamano tenendo il cazzo da fuori, mentre lei era di là che sistemava un po’ i miei vestiti e la scrivania. Col pisellone penzolante e fresco fresco, mi recai in salotto mentre mi sistemava dei libri e in rigoroso silenzio, con la finestra aperta ma nessuno al nostro piano che ci potesse vedere, la presi per i fianchi e cominciai a strusciarglielo tutto dietro al culo facendomelo venire duro.

– Mamma solo tu mi fai questo effetto’
– Pervertito di merda che non sei altro? Ti faccio finire per strada’ lo dico a tuo padre!

Non era convinta nemmeno lei di ciò che stava dicendo. Le carezzavo il culo col mio affare e nel frattempo cominciavo a estraniarla’ “Vera’ sei irresistibile cazzo, me lo fai venire di marmo’ sei spettacolare” lei se lo teneva ma continuava a fare la distante, io non ne potevo più di strusciarlo sopra al pantalone e così la obbligai a posare le maglie e i libri’ la voltai a me e le spuntai in pantalone baciandola sul collo’

– Non ho le mutande Mario..
– Meglio mammina..
– Lo sai che me l’aspettavo?
– Cosa mà?
– Sto scoppiando da lunedì’ non ce la faccio più
– Hai trovato il tuo uomo
– No, ti prego no’ meglio un altro uomo che mio figlio stesso, ti ho dato io la vita
– Basta’ fatti ringraziare! Solo una volta’

Me lo stava tenendo in mano come una bambina che riceva una caramella. Mentre parlavamo mi accennava una sega lenta e profonda’ finché non le ficcai la lingua in bocca. Le nostre lingue si intrecciarono e si trovarono a meraviglia, finalmente la sollevai e la poggiai sul tavolo dove avevo ancora i libri dell’università aperti e le tolsi anche il girocollo che indossava, liberando le tette. Avevo mia madre davanti a me completamente nuda e stavo io scoppiando stavolta, volevo scoparla. Puntai il mio cazzo dritto alla sua figa e prima di entrare la guardai negli occhi come a dire “posso? posso entrare da dove sono uscito?” lei abbassò la testa fissando il mio coso e stentava a crederci’ le venne solo un “oh madonna, cosa stiamo facendo” per cui io infilai la punta dentro e agitai leggermente il cazzo per farle sentire il contatto, stavolta fu lei ad aggrapparsi alle mie spalle e tirarmi contro se stessa

– Spingimelo dentro e fermati, affondalo
– Come vuoi troia’
– Fammelo sentire
– Così? Va bene? Ti piace eh?
– Da dio’
– Ti scopo fino alla morte’
– Zitto e spingi!

Iniziai ad affondare fino a farle male e lei cominciò ad emettere dei gridolini selvatici quasi animaleschi. Mammina cara, la tua resistenza era tutta un bluff, volevi solo questo. Te lo stavo dando e ti stavo ripagando dei tanti anni d’amore che mi hai donato, ma mi stavo rifacendo su tutte quelle seghe solitarie di gioventù. Stantuffavo che era una meraviglia e non ci misi poi molto a venire. La sollevai e tenendola in braccio mi feci scudo con le sue tette leccandole come un cagnolino col suo padrone, sedendomi poi sul divano di casa mia stavolta:

– Mamma vienimi sopra, sto per sborrare
– Non vorrai venirmi dentro?
– No non preoccuparti no no lo tolgo
– Mario ti prego’ non fare brutti scherzi

Non avevo minimamente intenzione di toglierglielo dalla figa, era tutta la vita che sognavo quel momento. Mi stesi sul divano mentre lei cominciò a cavalcare con un movimento a uncino che manco nei migliori clip porno avevo mai visto. Il suo culo un po’ grosso copriva il mio pube interamente e le sue tette danzavano imponenti di fronte a me che con le mani le accompagnavo in una specie di massaggio. Quando sentii che ormai ero prossimo a venire mi fermai e forse lei capii qualcosa, la bloccai e mi disse “cosa c’è?” niente mamma, non parlai le feci un gesto con la testa di continuare a muoversi’ quando ancora avevo il cazzo dentro la sua figa, anzi la mia figa’ spruzzai una quantità di roba allucinante tutto nel suo corpo, sembrò contrariata appena sentii il getto ma allo stesso tempo quanto godeva, la mia sborra calda tutta nel suo corpo, si eccitò ancora di più’

– Bastardo, non mi ascolti mai
– Ti è piaciuto però, vacca
– Tanto’ ma avrei voluto ingoiarti

Che bello sentire queste cose da tua madre’ io non l’avrei mai immaginato anche se in tanti anni ne ho fatte di strane idee. La baciai appassionatamente e visto che lo tirai fuori dalla sua figa praticamente svuotato me lo feci ripulire un poco tra le sue tette. Com’era bella mia madre, inginocchiata a terra a prendermi il cazzo tra la sua sesta misura e farmi una spagnola guardandomi fisso negli occhi e trovando un godimento e una complicità che aveva perso da parecchio. Io ormai in estasi guardavo al soffitto e recuperando fiato le dicevo a fatica tutti i miei piani

– Ti voglio scopare a casa sul lettone matrimoniale’uh
– A casa no tesoro, rischiamo troppo
– Ti amo mamma, voglio farti mia anche a casa di papà
– Tuo padre non lo dovrà mai sapere rischiamo di essere cacciati via
– Non me ne frega mamma ti voglio scopare mentre lui legge i suoi cazzo di libri
– Smettila e dammi tu qualcosa ora’

Si poggiò delicatamente sul mio cazzo e iniziò a strusciarsi su di me con la figa senza farselo mettere dentro facendo penzolare a 20 centimetri dalla mia faccia le sue tette, danzando su di me quasi come una ballerina latino americana’ quel movimento mi faceva impazzire finché lei poi non si adagiò su un angolo del divano e mi ordino di leccargli la figa. A me faceva un po schifo visto che ci avevo sborrato dentro ma come dire di no alla mamma? Così cominciai con la lingua a tastare quel frutto proibito che mammina mi aveva offerto con tanto amore e tanta voglia di cazzo. Mentre stavo io stavolta inginocchiato a terra per assaporare tutti i suoi umori lei con dei piccoli gemiti mi faceva capire di apprezzare molto’

– Cosa mi sono persa tutti questi anni? La lecchi così a tutte?
– Solo a te mamma
– Che uomo che sei Mario’ fammi venire
– E tu ti farai scopare a casa mentre c’è papà? (Mi fermai quasi a dispetto)
– Dai continua! (disse lei contrariata)
– No non vado avanti se non me lo prometti
– Si dai si si ma continu’

Bastò il primo si per farmi riprendere velocemente e quando affondai con la punta quasi la stessi penetrando di nuovo mi misi a muoverla velocemente affinché lei trovasse velocemente la via dell’orgasmo. Venne, mi abbracciò la testa e urlò quasi liberandosi di un peso enorme’ “che scopata” mi disse e io mi alzai col cazzo che quasi esultava.

– Mamma, facciamo la doccia insieme e poi ti riaccompagno a casa
– Si muoviamoci, è tardi

E la baciai, poi andammo a farci la doccia insieme e nella doccia giocavamo come fossi ancora piccolo e lei mi stesse facendo un bagnetto’ ci lavammo per bene e la riaccompagnai a casa. Credo che quella sera le gemelle si addormentarono per il ritardo di mia madre visto che almeno 2 ore prima doveva tornare a casa e invece le aveva passate con me. Prima di lasciarla salire le sussurrai nell’orecchio “adesso sono il tuo uomo” – lei mi fece una carezza e sparì nel portone del palazzo’ chiusosi il portone, si chiuse anche la mia stupenda giornata.

CONTINUA’
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LA TELEFONATA
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Era mercoledì pomeriggio quando avevo una grande voglia di sesso. Per alcuni giorni mi ero concentrato a fatica su altro ma avendo un intero pomeriggio-sera libero avevo proprio voglia di mettere le mani sul corpo di mia madre ancora una volta. Sarebbe stato difficile però perché mio padre era sempre a casa e lei a venire da me non aveva motivi. Telefonai a casa e chiesi alle gemelle cosa ci fosse a cena per andare dai miei in serata e passare un po’ di tempo visto che quei 3-4 amici che ho di mercoledì non si sognano minimamente di uscire e vanno a letto perché la mattina studiano o lavorano pure loro.

Non andai comunque a cena dai miei e con l’auto mi recai ad un pub per prendermi da mangiare e portarlo a casa. Verso le 21 mi arriva la telefonata di mia madre che mi chiede se avessi cenato e se mi doveva lasciare qualcosa nel forno ma le dissi che non c’era bisogno, anzi si, magari sarebbe passata a trovarmi dopo’ con una scusa qualunque perché avevo una voglia di lei incredibile – mi disse che non dovevo parlare al telefono di queste cose e che mi avrebbe richiamato dopo per dirmi si o no. Mangiai tranquillo e guardai un po di tv, stavo anche su facebook chiacchierando con qualcuno e si fece abbastanza tardi, capii che la mamma non sarebbe venuta a farmi compagnia ma mi stupii comunque la sua telefonata.

– Mario guarda, non posso venire da te, forse passo domani mattina.
– E stanotte mamma cosa faccio’ ti voglio.
– Non preoccuparti domani mattina cerco di venire.
– Ti voglio far venire io stasera’ ma sei sola a guardare la tv adesso?
– Si’
– E ripensi a me che ti entro dentro? Eh?
– Dai Mario’
– Toccati dai mamma’
– Non sei mica a telefono con una puttana
– Sei mia mammina’ voglio sentire il tuo respiro, pensa a me lì con te’ non ti farei parlare, toccati!
– Si che penso a te amore
– E ora sono accanto a te e ti sto succhiando e leccando le tette, sono arrapatissimo.
– Anche io Mario si..
– E ora con la lingua sto scendendo sotto e tu sei bagnatissima
– Sono bagnata si’ si!
– Stai godendo eh?
– Ouhhh

Mamma fece un respirone profondo per evitare di urlare, si stava sditalinando tutta mentre con l’altra mano teneva il telefono’ già me la immaginavo sul divano con le gambe aperte e senza nemmeno le mutande che si infilava due dita nella figa e sognava ci fosse il mio cazzone all’interno.

– Mi vuoi lì con te? Eh?
– Si ti voglio’ si si Mario..
– Fammi sentire quanto mi vuoi mettiti il telefono vicino alla figa!
– Ok..

Quello che potevo sentire era il rumore delle dita che schizzavano dentro e fuori dalla figa bagnata di mia madre, un rumore un po’ sordo e rovinato dal telefono ma che si distingueva chiaramente, la scopata al telefono non l’avevo mai provata. Inutile spiegare che il mio cazzo era di pietra e che me lo stavo massaggiando senza tirarlo ancora fuori, stavo comunque scoppiando ma cercavo di assaporarmi quel momento più a lungo possibile, facendo piccoli versi al telefono per far eccitare ancora di più mia madre

– Mamma?

Stava evidentemente concludendo l’opera con passione. Sentivo il telefono un po lontano e coperto, probabilmente buttato via sul divano mentre lei si penetrava e pensava a me che la scopavo mentre io ascoltavo tutto dall’altro capo del telefono. Quando riprese il telefono io non stavo più nella pelle (e nelle palle) e decisi di tirare il mio cazzo fuori dalle mutande per segarmi.

– Figlio mio sto per venire
– Veniamo insieme mamma’
– Si’ uh.. si si insieme’
– Quanto ti piace il cazzo di tuo figlio?
– Ta’tanto’
– Hai voglia del mio cazzo dentro di te? Ti sborro dentro e ti piace?
– Si mi piace tanto’ si..
– Ti amo mamma’ sei mia!
– Si sono la tua troia ah’.

E posò il telefono di nuovo. In quel momento preciso lei scoppiò nell’orgasmo mentre a me bastarono un paio di colpetti ancora, quei giorni senza fare niente si fecero sentire e vedere perché schizzai violentemente e mi uscii una quantità che sembrava infinita di aborra, pensai che peccato fosse non averla regalata alla mamma’ e glielo dissi anche, lei stremata mi diede la buonanotte e anche io. Quella sera andai a letto cercando di riprendermi per la mattina dopo.

CONTINUA’
lastgoodnight@live.it

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