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Tradimento a quattro

By 30 Dicembre 2015Febbraio 9th, 2020No Comments

La mia vita, anzi la nostra, &egrave cambiata radicalmente per colpa del vento.
Sono Arturo, 43 anni, manager in una grossa organizzazione con sedi all’estero. Sono sposato da diciotto con Monica, 38 anni, e abbiamo due figli, una femminuccia e un maschietto, gemelli di 18 anni. Viviamo in una villetta in una zona residenziale e come vicina abbiamo la sorella di Monica, Mariuccia, 37 anni, che vive in una villetta adiacente insieme al marito Emilio, il quale &egrave un mio caro amico dai tempi dell’università ora stimato professionista. Insieme le abbiamo conosciute e insieme le abbiamo sposate. Loro hanno un solo figlio maschio anche lui di 18 anni appena compiuti, adottato quando aveva pochi anni e Mariuccia aveva scoperto di non poter avere bambini.
Dopo anni di fedeltà assoluta, pur con qualche occasione capitatami, da tre anni ho una relazione con la persona che meno avrei immaginato: Mariuccia.
Le nostre due famiglie vivono in abitazioni distinte e limitrofe ma in pratica siamo una famiglia unica poiché ci frequentiamo costantemente, insieme andiamo in vacanza e i nostri figli sono cresciuti assieme.
Tre anni fa, a causa di un dissapore tra Emilio e Mariuccia, mi vidi lei piombare nel mio ufficio all’ora di pranzo. Voleva sfogarsi. Il problema venne ben presto risolto ma quel pranzo ci portò a un cambio di atteggiamento l’uno verso l’altra, una maggiore confidenza, tanto che fu normale per me prenderla per mano mentre passeggiavamo in un parco dopo il pranzo in un localino poco distante. Il prenderla per mano a abbracciarla e comportarci come due innamorati, io con lei e lei con me, fu un passaggio subitaneo, spontaneo, e così fu il dirigersi verso un hotel poco distante, prendere una camera e fare l’amore fino a sera.
Cominciò così e da quel momento cercammo ogni occasione per stare un po’ da soli. Amavo ancora mia moglie, e lei il suo Emilio, ma stare tra noi ci, in un certo senso, completava.
E arriviamo a tre mesi fa, quando dovevo andare a Londra per un incontro della mia organizzazione.
Quel giorno c’era vento forte e i voli vennero sospesi. Dal terminal chiamai Monica per avvertirla che avrei pernottato in un albergo vicino l’aeroporto e sarei partito la mattina successiva, inutile tornare a casa per poche ore. Subito chiamai Mariuccia e lei s’inventò una visita a un’amica malata. C’incontrammo fuori città e insieme andammo per cena a un ristorante sul lago che non frequentavo da anni ma che ricordavo bene; lì nessuno avrebbe potuto riconoscerci.
Sì, nessuno”.. come potete immaginare incontrammo invece chi ci conosceva bene, ma la sorpresa fu multipla perché in quel ristorante, in un tavolo d’angolo c’erano Monica e Emilio, mia moglie e suo marito. Sulle loro facce fattesi rosse vidi passare una miriade d’emozioni, le stesse penso che passarono sulle nostre: l’imbarazzo di essere stati scoperti, la colpa di aver tradito, la rabbia per essere stati traditi. Mariuccia ebbe presenza di spirito dicendo a alta voce:
– Che bella sorpresa, anche voi qui, ci possiamo unire? –
Aggiungendo a bassa voce appena avvicinati:
– Credo che noi quattro dobbiamo parlare, senza dare scandalo –
Il cameriere, solerte, aggiunse un tavolo e ci accomodammo.
L’imbarazzo iniziale ci fece stare zitti per alcuni minuti fingendo di studiare il menù, poi fu ancora Mariuccia a prendere la parola:
– Non penso ci sia nulla da spiegare, siamo tutti e quattro persone intelligenti e sappiamo perché siamo qui, ma sono curiosa di sapere com’&egrave cominciata per voi, se volete inizio io a raccontare la mia storia –
In breve, la loro era quasi la fotocopia della storia tra me e Mariuccia, Monica e Emilio si erano trovati da soli un pomeriggio, entrambi un po’ depressi e con bisogno di farsi consolare, e erano finiti a consolarsi a letto. Da qualche tempo supponevo che mia moglie avesse un altro, non che mi preoccupassi vista la mia situazione, non sono mai stato un ipocrita, ma mai avrei pensato a Emilio, e certo nemmeno loro pensavano a me e Mariuccia.
Comunque la cena proseguì velocemente e ci accordammo per rinviare gli approfondimenti a casa, mentre mangiavamo usammo il tempo per assorbire la sorpresa e spiegarci brevemente.
Poi prendemmo le auto e tornammo in città, andando nella nostra villetta visto che nella loro c’erano i tre ragazzi i quali, come ogni tanto accadeva in caso di assenza contemporanea di tutti e quattro, si facevano compagnia da loro o da noi.
Entrammo e ci accomodammo sui divani, un bicchiere di brandy o di vino in mano, e facemmo il punto della situazione. Questa volta il pragmatico fui io, andando subito al nocciolo della questione:
– Stiamo pensando di divorziare? –
Vidi un’ombra di paura passare negli occhi di tutti e tre, non avevano pensato a questo epilogo.
– Veramente”.. tu lo vuoi? –
Mi chiese Monica.
– No, vorrei evitarlo se si può, ma occorre essere tutti e quattro d’accordo. Parliamoci chiaro, ognuno di noi &egrave insieme traditore e tradito e solo una serie di circostanze fa sì che la cosa sia tra di noi. Se qualcuno vuole divorziare deve sapere che difficilmente potrà essere esentato da colpe davanti al giudice, oltre al fatto che daremmo un gustoso motivo di pettegolezzo a tutta la città, e poi bisogna pensare ai ragazzi, sono ormai grandi ma non escludo possano essere scioccati dalla cosa –
Stavano riflettendo sulla cosa, la nostra immagine sociale sarebbe stata sminuita se si fossero saputi i particolari della situazione. Fu Emilio a parlare:
– Sentite, ciò che dice Arturo &egrave sensato, lo scandalo ci colpirebbe tutti, però non vedo alternative al far finta che non sia successo nulla. Ci riusciremo? E come ci comporteremo in futuro? –
Monica lanciò la proposta:
– Io non voglio divorziare. Ti amo Arturo, anche se può sembrare un controsenso dirlo ora, ma sai che Emilio mi &egrave sempre piaciuto, così come a te piaceva Mariuccia e a lei piacevi tu. Non potremmo continuare così, senza ipocrisie e sotterfugi, consapevolmente? –
Era vero ciò che diceva, quando ci conoscemmo le coppie non erano scontate, anzi alcune volte eravamo usciti a coppie scambiate prima di ufficializzare i legami. Ciò che proponeva era stuzzicante ma difficile da accettare, solo il senso di colpa e l’amicizia ventennale con Emilio mi avevano impedito di aggredirlo. Intervenne Mariuccia.
– Monica ha ragione, Anche io amo Emilio e non voglio rinunciare a lui, però mi piace anche Arturo. Siamo andati sempre tutti d’accordo, non potremmo espandere le nostre unioni? Una specie di matrimonio collettivo? –
Ci guardammo tutti e quattro in silenzio, la proposta era estrema ma risolveva la situazione nel migliore dei modi.
– Io ci sto –
Disse Monica, subito seguita da Emilio e poi da me.
– Anche io ci sto, &egrave la cosa migliore, ma come facciamo? Non sono sicuro di poter vedere voi due andare via insieme, magari augurarvi ‘buona scopata’ e poi andare da Mariuccia –
– Questo lo possiamo vedere subito –
Disse Mariuccia alzandosi.
– Siamo sempre stati insieme e non siamo tipi da falsi pudori. Vieni Monica. –
Accompagnò le parole prendendo il braccio di Monica e portandola verso Emilio, poi venne da me.
– Qualcuno deve cominciare, e io stasera avevo in programma una bella scopata a cui non voglio rinunciare ‘
Mi s’inginocchiò davanti e mi slacciò la cintura abbassandomi i pantaloni.
Guardai Emilio e lo vidi trasalire al gesto di sua moglie, subito distratto da Monica che compresa la cosa imitava Mariuccia. Non posso dire che mi piacque vedere mia moglie in ginocchio davanti a un altro uomo, però anche io fui subito distratto da Mariuccia che abbassati i boxer me l’aveva preso in bocca e iniziato a succhiare.
Per alcuni minuti si udirono solo i rumori delle due bocche impegnate sui nostri membri e qualche sospiro che usciva dalle bocche di noi uomini.
L’eccitazione cresceva in me e mi accorsi che vedere Monica con la bocca piena dell’uccello di Emilio non mi suscitava più emozioni negative, anzi mi amplificava le sensazioni che la lingua di Mariuccia mi donava.
La feci rialzare e la portai verso il divano, ora toccava a me. Passai la mano sotto la gonna ampia e andai subito a carezzarle la micina scostando gli slip. La trovai bagnata, molto bagnata. Era eccitata anche lei e le mie due dita dentro di lei le strapparono un gemito profondo subito assorbito dalla mia bocca. La penetrai per poco, l’urgenza stava salendo prepotente in me. Senza finire di spogliarmi la feci girare, le ginocchia sul divano, le scostai ancora le mutandine e entrai in lei prendendo a fotterla con ritmo veloce.
Gemiti e sospiri riempirono la stanza. Aggrappato ai seni di Mariuccia, che avevo fatto uscire dalla camicetta, la scopavo con forza quasi brutale, lei mi veniva incontro a ogni colpo per farsi penetrare più a fondo. Di lato vidi che Monica era sull’altro divano, le gambe aperte con Emilio tra esse che la scopava con forza facendola gemere. Entrambi ci guardavano, gli occhi annebbiati dal piacere. La scena mi eccitò ancora di più, e mentre Mariuccia, l’unica che non poteva vedere gli altri, veniva urlando il proprio godimento, mi scaricai in lei urlando a mia volta e piantandomi fino in fondo dentro la sua vagina.
Mentre ci rilassavamo, io accasciato sopra la sua schiena, sentimmo l’altra coppia che urlava il raggiungimento del proprio piacere.
Seguirono alcuni istanti di silenzio, tutti presi dal godimento appena assaporato.
Ancora Mariuccia prese l’iniziativa di parlare.
– Direi che come prova non &egrave andata poi male vero? –
Le rispondemmo tutti con un sorriso a trentadue denti. In effetti la gelosia, anche quella istintiva, era sparita da noi, sapevamo che ci si apriva un nuovo mondo davanti.
Monica intervenne per dire la sua con una frase che io e Emilio non capimmo ma che strappò una risatina a Mariuccia.
– E’ stato bello vedervi mentre Emilio mi scopava, era molto eccitante. Sai Mariuccia, credo che ora si potrebbe anche pensare a quella cosa di cui parlavamo –
– Porcellina, sei al primo giorno di scuola e già vuoi andare all’università? Guarda le loro facce, non stanno capendo nulla –
Era vero, non capivo, ma la frase successiva di Monica fu esplicita:
– Vedete carissimi Arturo e Emilio, io e Mariuccia parliamo tra di noi come farete senz’altro voi maschietti. C’&egrave una cosa che sia io che Mariuccia non abbiamo mai provato. Finora era rimasta una fantasia visto che come uomini conosciamo solo voi due, ma ora che la situazione &egrave cambiata”””” non abbiamo mai provato a essere prese da due uomini insieme””. –
L’idea mi colpì come un ariete, mai avevo pensato a una cosa del genere, mai avrei potuto dividere Monica o Mariuccia con un estraneo ””.. ma con Emilio? Anche lui forse pensava la stessa cosa perché un sorriso beffardo gli apparve sulle labbra. Prese a carezzare il seno di Monica.
– Davvero una bella fantasia, che non mi dispiace”’. vuoi essere tu la prima? –
– Sì se Mariuccia &egrave d’accordo””’. e anche tu Arturo. –
Era impossibile per me dire di no, se anche avessi voluto il mio uccello che stava tornando a ergersi mi avrebbe smentito platealmente. Emilio affondò le dita nella micina di lei e con la bocca si tuffò sul suo capezzolo. Io mi avvicinai ma lei respinse entrambi:
– Aspettate, fatemi spogliare del tutto –
e mentre lei si toglieva gli abiti ormai stazzonati Mariuccia s’inginocchiò davanti a me e Emilio.
– Intanto io vi preparo per bene, mmmmhhhhh che bei cazzoni –
ci leccava entrambi alternando ora me ora lui. Presto ebbe in mano due pali rigidi e Monica ci chiamò a se.
Si trattava di decidere le posizioni ma scelse Monica, spingendo Emilio sul divano e poi salendogli sopra facendosi penetrare.
– Mmmmhhhh, che bello. Ora tu Arturo, ma fai piano –
Inginocchiato dietro di lei vedevo l’uccello di Emilio muoversi lentamente dentro e fuori. Allargai le chiappe di Monica esponendo il buchino invitante e poi mi misi a leccarlo come avevo fatto tante altre volte, solo che ora avevo un uccello a pochi centimetri. Picchiettai con la lingua sulla corolla chiusa insalivandola per bene, a tratti irrigidendo la lingua per penetrarla. Il muscolo appariva teso, serrato, ma presto parve avere un principio di cedimento. Mi umettai bene un dito e poi lo spinsi lentamente dentro. Stringeva ancora ma Monica pian piano si stava rilassando. Roteai il dito, poi insalivai ancora e provai con due. Non era più così stretto come sembrava prima. Mi decisi. Una buona dose di saliva sulla cappella, mi rialzai e a ginocchia flesse presi la mira e spinsi. Non ce la facevo, la presenza ingombrante di Emilio sembrava impedirmi l’ingresso anche se ora s’era fermato, ben piantato in lei. Poi, all’improvviso, l’anello cedette e fui dentro di lei con l’intera cappella. Un gemito roco uscì dalla bocca di Monica. Attesi un minuto per farla abituare poi spinsi ancora. Lentamente entrai. Il gemito roco era costante, ma non pareva di dolore. Arrivato a tre quarti mi fermai dicendo a Emilio di riprendere a muoversi. Avvertii il movimento al di là del sottile velo di carne che ci separava. Monica era accasciata sopra Emilio e stavo per chiederle se andasse tutto bene quando parlò:
– Mmmmhhhh. Sìììììì, vi sento tutti e dueeeee. E’ bello. E’ bello. Muovetevi”’.. MUOVETEVI”’. &egrave bellissimo, mi sento piena dappertutto. Dai.. DAIIIIII! –
Emilio ora si muoveva con forza e anche io mi misi a pompare, prima piano e poi sempre più forte, eccitato dai lamenti di piacere che Monica continuava a emettere.
Come una bambola disarticolata si agitava presa tra noi due, dicendo parole senza senso.
A un tratto s’inarcò indietro quasi colpendomi la faccia con la testa, e così s’immobilizzò.
– Vengo’ vengo”. VENGOOOOOO. Sto godendo, dai, più forte, SFONDATEMIIIIIIIII –
E crollò sopra Emilio.
Mariuccia, che dopo essersi spogliata finora ci aveva guardati masturbandosi, fu presa da frenesia.
– Togliti, togliti, ora tocca a me’.. voglio provare subito –
e spingeva per farci dividere.
Uscii dal delizioso culetto di Monica, ancora ben eretto, e aiutai Emilio a disarcionarla poiché pareva senza forze. Si accasciò di lato sul divano.
Mariuccia salì subito in piedi sul divano e, dando le spalle a Emilio, si accovacciò sopra di lui prendendone il membro e puntandoselo tra le chiappe. Fece fatica all’inizio, vedevo una smorfia sul suo bel volto, ma non desistette sino a quando non fu seduta sopra di lui, fagocitando completamente il membro.
– Aspetta, aspetta un attimo, mi fa un po’ male, lasciami abituare –
Obbedii accarezzandomi da solo per mantenere viva l’eccitazione. Lo spettacolo di Mariuccia inculata, il cambio di espressione sul suo volto mentre, impalata, si masturbava passando dal dolore al piacere, fu quasi sufficiente a farmi venire così, semplicemente. Resistetti e mi accostai.
Ora io e Emilio eravamo un po’ più affiatati, lui s’immobilizzò tenendo anche lei ferma mentre io mi mettevo tra le loro gambe e puntavo il cazzo all’entrata della micina. Fu Mariuccia a portarmi dentro di se, afferrandomi e guidando la penetrazione fino a avere anche me completamente dentro.
Iniziammo a muoverci, Mariuccia muoveva le anche piano accogliendo i nostri colpi con un gemito.
Ora non c’era più dolore in lei, solo piacere.
– Mmmmhhhhhh, dai Emilio, inculami bene. E’ stupendo avervi tutti e due dentro di me. Scopatemi”.. scopatemiiiiiiii –
Dovetti fare forza per trattenerla tanto si dimenava mentre affondavo in lei ancora, e ancora, e ancora. Sentii le avvisaglie dell’orgasmo partirmi dalle reni, uscii velocemente dalla sua micina e le inondai il ventre con il mio seme, uno schizzo le arrivò alla gola. Lei mugolava forte, girando la testa indietro per baciare Emilio, e io ero lì, a pochi centimetri. Vidi distintamente i loro visi contrarsi nel piacere. Emilio emise una specie di ululato riempiendole l’intestino del suo seme, sprofondato completamente in lei che gemeva dimenando le anche e stimolandosi il clitoride quasi con violenza mentre veniva. Poi anche lei si rilassò accasciandosi senza forze, con ancora il membro di Emilio dentro di se. Si separarono e, tutti sdraiati sui divani, riprendemmo fiato guardando l’uno gli altri con un grande sorriso sulle labbra. Sapevamo che non sarebbe stata l’ultima volta. In quel momento mi parve di vedere un’ombra nel vano della porta””.
I giorni successivi non pensai più a quell’ombra imputandola alla mia fantasia. Per un mese la vita continuò come prima, meglio di prima poiché ora i miei incontri intimi con Monica avevano un po’ di pepe in più conditi da riferimenti e battute a quell’incontro a quattro, che avevamo ripetuto due settimane dopo approfittando dell’assenza dei ragazzi per una festa.
Tre giorni fa, di notte, ricordai quell’ombra perché la vidi ancora. Eravamo nella nostra stanza, io e Monica, e stavamo facendo l’amore. Con la coda dell’occhio, mentre sopra di lei la scopavo lentamente, vidi la porta socchiusa. Ricordavo bene di averla serrata per cui, senza smettere di muovermi, utilizzai lo specchio sulla parete opposta alla porta per guardare meglio senza farmene accorgere. Vidi come dei movimenti dietro l’uscio, aperto per una decina di centimetri, nella luce soffusa riconobbi il volto di Stefania, nostra figlia, che ci guardava concentrata. Ero indeciso se fare finta di niente o smascherarla quando vidi altro movimento, e questa volta riconobbi il volto di Stefano, nostro figlio, che si era sostituito nel guardare, anche lui concentrato sullo spettacolo che stavamo dando.
Avvicinai la bocca all’orecchio di Monica e le sussurrai:
– Non fartene accorgere, guarda nello specchio, i nostri figli ci stanno spiando –
Sentii Monica irrigidirsi per un istante ma non si fece scoprire. Poco dopo mi sussurrò a sua volta:
– Li ho visti, cosa facciamo? –
– Niente, ormai hanno già visto, dovremo affrontare la questione”’.. ma non ora –
e dicendo questo mi mossi più velocemente. Monica mi rispose da par suo agitando i fianchi e accogliendomi dentro di se, bagnandosi fino a arrivare a un orgasmo che avvertii più intenso di altri, complice forse la vena esibizionistica recentemente scoperta.
Anche io mi sentivo più eccitato del solito a farmi guardare, non che fosse la stessa cosa farsi guardare dai propri figli rispetto ai propri cognati, e venni con gusto fiottandole dentro abbondanti spruzzi di seme. Ancora abbracciati guardai lo specchio”’. Ora la porta era chiusa.
Parlammo un pò io e Monica e decidemmo di affrontare subito la situazione, ognuno col figlio del proprio sesso, ci lavammo e uscimmo dalla nostra stanza per recarci nelle loro.
Appena aperta la porta vedemmo nostro figlio che usciva dalla camera di sua sorella. S’impietrì vedendoci, la mano ancora sulla maniglia. Io e Monica ci riguardammo sorpresi, questa era una cosa che non ci aspettavamo. Presi in mano la situazione:
– Stefano, rientra in camera di Stefania, io e tua madre vi dobbiamo parlare –
Stefano ubbidiente rientrò, seguito da noi due. Stefania era sotto le coperte, tirate sino al collo, e ci guardava con aria impaurita.
– Ragazzi che sta succedendo? Non fate finta di niente, vi abbiamo visti poco fa che ci spiavate, e ora Stefano sgattaiolava fuori da questa stanza. Chi parla di voi due? –
Stefania si fece coraggio e s’alzò nel letto.
– E’ colpa mia papà, tutta colpa mia. E’ una storia lunga da raccontare –
– Abbiamo tutto il tempo. Monica e Stefano sedete sul letto, io mi metto sulla poltrona. Avanti Stefania, raccontaci tutto –
E Stefania ci raccontò della notte del mese prima quando noi eravamo assenti e i ragazzi dormivano nella villetta di Emilio e Mariuccia. Senza ritrosie ci narrò che era tornata nella nostra villetta perché aveva un appuntamento col suo ragazzo. Avevano intenzione di approfittare del letto libero ma il suo boy all’ultimo non era riuscito a venire e proprio mentre si preparava a rientrare ci aveva sentiti aprire la porta. Si era nascosta temendo fossero dei malintenzionati e lo era rimasta vedendoci per non dover giustificare la sua presenza. Da lì ci aveva origliati, preoccupandosi quando aveva sentito parlare di divorzio, e assistendo poi alle scene di sesso seguenti.
– Non volevo spiarvi mamma, aspettavo che foste impegnati per andarmene ma poi vedendovi sco’. fare sesso tutti insieme non riuscivo a staccare gli occhi da voi, mi sono eccitata e’ –
– E ti sei toccata’.. – concluse per lei Monica. Arrossendo, Stefania annuì.
– Sì, mi sono ritrovata con la mano sotto la gonna come se avesse vita propria”’ eravate belli. Io non so molto di sesso, vi ho visto succhiarli e poi prenderli dentro di voi, a mariti scambiati, e mi sono toccata fino a venire. –
– E poi? –
– E poi” l’ho rifatto. Ne avevo sentito parlare ma non avevo mai visto una donna prenderne due insieme. Mi sono eccitata ancora a vedere te tra Emilio e Papà che t’inc’. te lo metteva dietro”’. Ma non ti ha fatto male? Le mie amiche dicono tutte che fa un male boia. –
– Sì figlia mia, la prima volta può far male, dipende molto dall’uomo e da quanto sei rilassata; dopo un po’ ti abitui e passato il dolore iniziale c’&egrave solo piacere. –
– E prenderne due? Come &egrave possibile? –
– Per me era la prima volta, ma se hai già praticato i due tipi di sesso &egrave solo questione di abitudine, e ti assicuro che il piacere &egrave doppio –
– Sarà, ti ho visto ma io non ho mai provato neppure una volta”’. dietro –
Stava diventando una conversazione privata tra madre e figlia, quasi una confessione come se io e Stefano non esistessimo. Prima che continuassero intervenni:
– Ascolterai i suoi consigli un’altra volta”.. Stefano che c’entra con questo? Perché stasera ci avete spiato? –
– E’ nato tutto da lì papà, da quella sera. Sono rientrata a casa scombussolata, avevo goduto tanto guardandovi e per di più trovai Stefano e Luca in salotto che’ –
– Stai zitta, non dirglielo, &egrave un segreto – Stefano intervenne agitato cercando di impedirle di parlare.
– No Stefano, dobbiamo essere sinceri, dire tutto. –
Stefania sembrava decisa a rivelarci tutto, Io e Monica ascoltammo in silenzio il suo racconto, di come fosse tornata a casa ancora eccitata e come avesse trovato Stefano e Luca, il figlio di Emilio e Mariuccia, che si stavano masturbando guardando un film porno in salotto. La visione di quei due membri eretti, tesi e vibranti nelle mani dei rispettivi proprietari, le aveva dato il colpo di grazia. Come un’automa era entrata, provocando panico nei due ragazzi che si erano affrettati a coprirsi, e si era seduta sul divano in mezzo a loro guardando anche lei il film, si era alzata la gonna riprendendo a masturbarsi mentre con voce fioca raccontava ai ragazzi lo spettacolo a cui aveva assistito eccitandoli nuovamente. Stefania proseguì:
– Volevo vederli, avevo bisogno di godere ancora. Non si fecero pregare e mentre raccontavo i particolari, di come tu mamma li avessi presi tutti e due insieme, mi accorsi che le mie dita non mi bastavano più, volevo qualcosa di più, almeno stringerne uno. Ho allungato la mano verso Luca e gliel’ho impugnato. Gli ho fatto capire che doveva rendermi il favore e così ci masturbavamo a vicenda. Però Stefano era rimasto da solo, alla mia destra. Mi dispiacque per lui che faceva su e giù con la mano guardandoci e ascoltando la mia voce, così ho allungato la mano destra e ho stretto anche lui””” Alla fine abbiamo goduto così, io segandoli e loro accarezzandomi insieme la micina.
E’ stato bello mamma, sentire il loro sperma sulle mani, ascoltare i loro respiri rotti dal piacere. Anche io ne avevo avuti due a mia disposizione come te, non proprio allo stesso modo ma mi sentivo forte, padrona. –
– E vi siete limitati alla masturbazione reciproca? –
– Sì mamma”.. fino a stasera –
– Cosa vuoi dire? –
– Che da quella sera ho cercato in tutti i modi di vedervi quando facevate l’amore, e questa sera mi ha sorpreso Stefano ”’ e s’&egrave unito a me nello spiarvi. Mentre vi guardavamo abbiamo preso a accarezzarci ancora, eccitandoci come non mai. Quando avete finito lui &egrave venuto nella mia stanza, l’intenzione era di masturbarci reciprocamente sino a venire ma’.. non so cosa mi &egrave preso, a un certo punto ho avuto voglia di prenderglielo in bocca. Ho imparato da poco a farlo e stasera &egrave stato un impulso irresistibile. Così invece di segarlo mi sono chinata sul suo ventre e l’ho leccato. Prima piano e poi più forte, tutto intorno alla cappella”’. E poi ho chiuso la bocca su di lui andando su e giù. Stefano con la mano mi masturbava. Era bellissimo mamma, lo so che non &egrave bene farlo fra fratelli ma non pensavo affatto alla parentela, era solo uno splendido cazzo dentro la mia bocca, mi piaceva succhiarlo e mi piaceva quel che mi facevano le sue dita. Ero vicina all’orgasmo quando ho sentito Stefano irrigidirsi, senza preavviso mi ha goduto in bocca. Non avevo mai ingoiato il seme del mio ragazzo ma ora non volevo che nessuna goccia dello sperma di Stefano andasse perduta, così ho serrato le labbra e ingoiato, succhiato e ingoiato. Non ero riuscita a godere ma contavo di fare da sola dopo che Stefano fosse tornato in camera”’.. il resto lo sai –
Ero un po’ confuso, non capita tutti i giorni sentire la propria figlia che racconta di come ha scoperto i genitori fare un’orgia, di come ne sia stata eccitata tanto da masturbarsi, poi masturbare il fratello e un ragazzo che era quasi un fratello, poi ancora aver voglia di spiarvi e infine di fare al fratello un pompino con ingoio.
Non ero arrabbiato, la natura tende a seguire il suo corso quando le due metà del cielo sono vicine, solo che non sapevo come comportarmi, se usare l’autorità paterna o invece discutere con i miei figli su cosa fosse meglio fare. Monica mi guardava intuendo i miei pensieri.
– Va bene, ora &egrave tardi, Tu Stefano torna in camera tua e tu Stefania cerca di dormire. Non siamo arrabbiati io e vostro padre. Domani ne parleremo con calma –
Tornati a letto non resistetti alla voglia di fare una battuta:
– Come le hai detto? ‘Cerca di dormire’, era un invito a non masturbarsi? La povera piccola ha un orgasmo in arretrato, sono sicuro che quando siamo entrati si stava già accarezzando, probabile che ora si stia rimettendo in pari” però, chissà, potremmo rendergli pan per focaccia e spiarla noi ora”. Ahiii –
Monica mi aveva dato uno schiaffetto, ma sorrideva e con la mano era andata a stringermi il cazzo da sopra il pigiama.
– Sei un porco, vorresti spiare tua figlia con me e poi magari vorresti che ti facessi un pompino come lei a Stefano? Ti sei eccitato a sentirla raccontare eh? No, adesso dormiamo, domani dovremo decidere come parlarne, non voglio che in loro si crei un trauma. Buona notte amore –
e mi lasciò andare il cazzo girandosi sotto le coperte. Spensi la luce e mi girai anche io. Sì, era meglio dormire, anche se era vero che mi ero eccitato. Domani avremmo parlato e deciso cosa fare.
Invece ne riparlammo dopo tre giorni, al mattino dopo venne richiesta la mia presenza in una filiale di un’altra città e così dovetti limitarmi a discutere con Monica per telefono rimandando al mio ritorno la discussione. Monica mi diceva che Stefano pareva molto vergognoso mentre Stefania quasi ansiosa di riprendere il discorso tanto che lei si era dovuta imporre e intimarle di attendere il mio ritorno. Luca non s’era fatto vedere ma l’averlo incrociato e visto arrossire gli faceva pensare che fosse stato informato dai gemelli della loro confessione. Concordammo sul fatto che non fosse ancora il momento di informare Mariuccia e Emilio della cosa.
Alla fine riuscii a rientrare a casa, mi attendeva il fine settimana e, salvo imprevisti, avrei avuto tre giorni di riposo da poter dedicare alle vicende familiari.
Dopo cena ci mettemmo sui divani del salone davanti alla TV, che nessuno guardava.
Eravamo tutti un po’ nervosi, indecisi su come cominciare. Avevo delegato a Monica l’educazione sessuale di Stefania, e so che ne avevano parlato da tempo, intendendo occuparmi io di Stefano, ma ancora non ero riuscito a conquistare la sua fiducia in quel campo limitandomi al cameratismo maschile e far notare la mia disponibilità se e quando avesse voluto. Stefano era un ragazzo timido, introverso, il contrario di sua sorella, pensavo che crescendo si sarebbe aperto, ma ancora non era successo.
Monica si fece coraggio e iniziò un discorso che avevamo deciso per telefono durante la mia assenza.
– Ragazzi, questo non &egrave un tribunale e voi non siete imputati, sia ben chiaro questo. Io e vostro padre non siamo arrabbiati e vogliamo solo mettervi in condizione di capire la situazione che si &egrave creata, senza falsi pudori o moralismi. Siete due bei ragazzi, entrambi, e so che avete le vostre storia, ma questa cosa &egrave un tantino diversa dai normali rapporti ragazzo/ragazza, lo capite questo? –
I due annuirono entrambi e Monica proseguì:
– Bene, ci sta che alla vostra età si sia facilmente eccitabili, anche noi lo eravamo, quindi si può considerare normale che si tenda a sfogarsi come e appena si può, e &egrave facile che l’occasione si trovi tra le mura domestiche. So di diversi casi nel nostro quartiere, ma occorre considerare l’aspetto sociale, fisiologico e psicologico della cosa. Socialmente l’incesto &egrave condannato da tutti, soprattutto per motivi religiosi, un incesto di pubblico dominio incorre nella riprovazione di tutti o quasi, qualche volta anche per invidia secondo me, inoltre &egrave punito dalla legge. E’ l’ipocrisia di tanta gente, certe cose si fanno ma non si dicono, se si fanno in segreto si salva la faccia e si può continuare senza problemi. Ascoltatemi bene e capite, non vi sto dicendo che siete autorizzati a farlo purché di nascosto, tanto potreste farlo anche a nostra insaputa, vi sto analizzando i problemi che possono sorgere affinché sappiate decidere cosa &egrave meglio per voi. L’aspetto fisiologico non &egrave secondario, l’incrocio tra consanguinei, in caso di figli, può portare a tare genetiche. Per ultimo l’aspetto psicologico, l’amore tra fratelli può portare all’isolamento dal resto del mondo sul piano affettivo, se in voi due trovate ciò che vi serve e vi piace potreste tendere a estraniarvi con riflessi sulla vita di relazione e affettiva. Avete domande? –
– Sì mamma –
parlò Stefania
– perché parli come se io e Stefano fossimo andati a letto assieme? Ti ho già detto che &egrave capitato per caso, e ci siamo limitati a giochini. –
– Però puoi escludere che la prossima volta andiate oltre? Quando ti troverai eccitata e tuo fratello magari cercherà di entrare in te sei sicura che dirai di no? E tu Stefano, cosa vuoi dire? –
– Mamma, papà, in questi giorni mi sono documentato in rete, l’incesto non &egrave sempre stato proibito, anzi nell’antico Egitto il faraone sposava sempre sua sorella –
– E ti sei documentato per curiosità intellettuale o perché hai cominciato a fare un pensierino su tua sorella? –
Stefano rimase a bocca aperta diventando di brace.
Monica proseguì:
– Vedi, non lo dici ma il tuo corpo lo dice per te, tu hai pensato veramente di andare a letto con tua sorella –
Stefania intervenne con tono stupito:
– Stefano, ma veramente tu”.. vorresti”.. scoparmi? –
Stavo per intervenire, provavo pena per Stefano ma fu lui a reagire parlando a voce alta:
– Sì, va bene, lo confesso, dall’altra sera non penso a altro. Sono settimane che sono solo, ti vedo sempre poco vestita e mi eccito, ho toccato il cielo con un dito quando me l’hai succhiato lasciandomi venire nella tua bocca, speravo che ‘.””’.. –
Era venuta fuori l’inconfessabile desiderio di Stefano. Stefania era attonita, un po’ anche io che non me l’aspettavo mentre Monica sembrava averlo sempre saputo.
Un velo di silenzio imbarazzato scese nella stanza, rotto ancora una volta da Monica:
– Lo immaginavo, tu Stefania puoi non essertene accorta ma io, che se permettete ho un po’ più di esperienza, ho riconosciuto subito lo sguardo arrapato di Stefano –
– Non me ne ero accorta mamma, sì lo vedevo più complice oltre che nervoso ma pensavo fosse per quel che avevamo fatto e per il timore di vostre punizioni –
– E tu hai mai pensato a lui in quel modo””. a lui o a Luca? –
Ancora una volta Monica aveva fatto centro, Stefania arrossì a sua volta replicando a voce bassa.
– Ma come fai a ”’. sembra che ci leggi nel pensiero. Sì, ho pensato di fare l’amore con Luca, &egrave un bel ragazzo, lo conosco da sempre, e col mio ragazzo non va proprio tutto bene, penso di lasciarlo –
– Luca, che &egrave comunque tuo cugino’ e Stefano? –
– Anche lui &egrave un bel ragazzo, mi piace, mi &egrave piaciuto anche prenderglielo in bocca ma”.. rapporti completi”.. &egrave mio fratello –
– Bella fregatura –
Sbottò Stefano senza riuscire a trattenersi.
– Pensavo proprio a una situazione del genere, credo che sia il momento di un bel discorso a due madre/figlia, e tu Arturo credo dovresti fare la stessa cosa con Stefano –
Pragmatica come sempre Monica stava organizzando per tutti, così mi portai Stefano in camera sua e iniziai a parlarci.
– Certo che &egrave un bel casino eh? Tu che dici? –
Stefano era mogio, conscio che la sorella aveva dimostrato più maturità di lui, forse timoroso del nostro giudizio. Toccava a me risollevare il suo ego, non sapevo bene come fare e la buttai sul cameratismo maschile.
– Non parli? Guarda Stefano che ti capisco, la figa &egrave la figa e quando noi maschietti ragioniamo con la testa inferiore ci ritroviamo sempre in mezzo a qualche casino. Anche io ho avuto dei problemi, che credi –
– Papà”..il fatto &egrave che mi sono lasciato con Moira sei settimane fa, non mi pesava più di tanto, sapevo che ne avrei trovata un’altra, ma da quando Stefania mi ha fatto venire con la mano quella sera”’ io ci penso. Sarà stata la situazione, sarà stato il racconto di Stefania, ma ho goduto come mai prima, nemmeno quando scopavo con Moira, e quando l’altra sera ho prima scoperto Stefania a spiarvi e poi lei mi ha succhiato”’. Papà, lo so che &egrave mia sorella, ma ci penso sempre e mi vergogno per questo –
– Non &egrave questione di vergogna ma di ragionamento, &egrave incesto e vi abbiamo spiegato i problemi connessi, il tuo non &egrave amore ma attrazione fisica, comprensibile perché Stefania &egrave veramente una bella ragazza, ma ci sono tante altre belle ragazze in giro, possibile che non riesci a trovarne una? Sei un ragazzo prestante, dovresti averne decine pronte a farti il filo –
– E’ così, ma mi paiono insignificanti di fronte a lei –
– Stefano, la tua &egrave una piccola passione forse dovuta al modo in cui &egrave nata, &egrave proprio quello che temiamo io e vostra madre, che perdiate di vista il mondo esterno richiudendovi come sta capitando a te. Devi essere forte e estraniarti, sarà difficile avendo dentro casa Stefania, lo capisco, ma arriverà il momento in cui ti piacerà una ragazza esterna e non ci penserai più –
– Tu come fai Papà, ho visto le donne del tuo ufficio, sono belle, come fai a resistere? –
– Perché ho tua madre e la amo, a parte la vicenda con sua sorella non l’ho mai tradita, ma come sai questa &egrave una storia diversa. Credi che un paio di belle gambe non mi facciano effetto? Però so che a casa c’&egrave Monica che mi aspetta, se mi eccito per qualcuna corro da lei. –
– Anche a te Stefania fa effetto quando gira in biancheria intima? A me fa uscire di testa –
– Non voglio essere ipocrita, una bella ragazza discinta fa effetto a tutti, ma &egrave qui che deve entrare in gioco il ragionamento, &egrave mia figlia, mi limito a ammirarla e basta –
– Quindi che devo fare? Papà, sono veramente disperato, se penso che Stefania potrebbe fare l’amore con Luca mi sento impazzire –
– Quella sarà una scelta di Stefania, rispettala. Tra lei e Luca c’&egrave molta confidenza, per te sarà dura perché ti sentirai escluso ma la soluzione &egrave sempre quella, devi trovarti una ragazza a cui dedicarti –
– Non so se ce la faccio –
– Vedremo, forse io e tua madre riusciremo a aiutarti, tu cerca di stare tranquillo –
– Ci proverò Papà, ma se dovesse ricapitare come l’altra sera tra me e Stefania”” –
– Non ti dico nulla, l’avete già fatto una volta, se voleste potreste farcela alle spalle ogni volta, t’invito solo a ragionare e saperti fermare, se proprio dovesse ricapitare”’..non ti dico nulla. Intendiamoci, non ti sto autorizzando né invitando a farlo, dico solo di ragionare bene –
– Va bene Papà, grazie –
– Buonanotte Stefano, ti voglio bene, lo sai –
Uscii dalla sua stanza e andai nella nostra trovandovi già Monica a letto. Avevo in effetti una qualche idea per risolvere il problema di Stefano, ma avrei avuto bisogno della complicità di sua sorella e volevo parlarne con Monica ma non potei farlo subito perché:
– Finalmente sei arrivato, sbrigati vieni a letto –
– Perché, che &egrave successo – Mi spogliai restando in maglietta e boxer e m’infilai sotto le coperte.
– Non &egrave successo niente, ho solo voglia di te – e dicendolo allungò la mano a abbassarmi i boxer. Il contatto della sua mano produsse presto i suoi risultati in una vistosa erezione. Si abbassò sul mio stomaco e lo prese subito in bocca per succhiarlo. Con la mano andai a toccarle la micina trovandola già molto bagnata e non ebbi difficoltà a scoparla con tre dita unite insieme.
Monica apprezzò mugolando con la bocca piena di me. Poco dopo lasciò il mio pene e si sottrasse alla mia azione per salirmi sopra e farsi penetrare prendendo subito a cavalcarmi con un ritmo indiavolato. Era scatenata, saltava e gemeva sfuggendo alle mie mani che volevano afferrarle i seni. In pochi minuti si abbandonò a un orgasmo fulminante scuotendosi come un’invasata e io vedendola così in estasi la seguii a ruota inarcandomi per penetrarla sino in fondo e fiottarle dentro tutto il mio seme.
Monica si accasciò al mio fianco riprendendo fiato.
– Che ti &egrave successo, poche volte ti ho visto così eccitata –
– mmmmmhhhhh sapessi, sapessi –
– Dimmelo, cosa ti ha eccitato tanto? –
– Lo sai che abbiamo allevato una bella porcellina? Con Stefania ho parlato diverse volte di sesso ma questa sera ho scoperto un suo lato che non conoscevo. Credo che abbiamo fatto un bel casino facendoci scoprire in quattro quella sera, abbiamo scoperchiato il vaso di pandora della sua sessualità. Mi ha confessato che vuole lasciare il suo ragazzo per Luca e mi ha tempestato di domande ””sul sesso anale. Avresti dovuto vederla come ne parlava, gli occhi le brillavano, vedere me e Mariuccia che godevamo così tanto con te e Emilio l’ha scatenata. Nostra figlia non vede l’ora di farsi rompere il culetto, e vuole che sia Luca a farlo, non le importa se &egrave suo cugino. Mi ha detto che ha provato da sola, prima con le dita e poi con un tubetto e mi descriveva le sue sensazioni chiedendomi se erano come le mie. C’&egrave mancato poco che si masturbasse davanti a me parlandone’.. e che io mi masturbassi davanti a lei sentendola parlarne. –
Risi al suo racconto, veramente quella serata a quattro aveva creato non pochi problemi.
– Anche Stefano ha la libidine sopra gli occhi, purtroppo il suo obiettivo &egrave proprio Stefania, e se lei dovesse veramente mettersi con Luca prevedo problemi. Stefano si sta richiudendo in se stesso. Però ho avuto un’idea che potrebbe sbloccarlo e c’&egrave bisogno dell’aiuto proprio di Stefania. Ha un mare di amiche carine, ne ricordo qualcuna venuta a casa, se facesse in modo di invitarne qualcuna un po”.. porcella e creare una situazione per farla restare sola con Stefano”. In fondo &egrave un bel ragazzo, non dovrebbe avere problemi –
– mmmmhhh, si può provare, domani ne parlo con Stefania, sarà senz’altro d’accordo pur di aiutare il fratello a perdere questa sua fissa. Ora dormiamo amore, sono a pezzi. Buonanotte –
– Buonanotte –
Il giorno dopo ci svegliammo pimpanti, sorridenti, sembrava un bellissimo inizio di giornata ma già alla colazione notammo qualcosa che non andava: Stefano e Stefania quasi non si parlavano, lei pareva arrabbiata con lui e lui era sempre più mogio, lei che vestiva sempre leggero, magliettina e slip, ora indossava una tuta. Approfittando che Luca era passato a chiamare Stefano lo facemmo uscire per poter parlare con Stefania e quel che ci raccontò ci convinse che era sempre più urgente fare qualcosa.
– Sono arrabbiata con lui ma anche con me stessa. Ieri sera Stefano &egrave venuto da me. Aveva l’affare duro e se lo stringeva da sopra i pantaloni, diceva che vi aveva sentito fare l’amore e che non ce la faceva più, che doveva sfogarsi e voleva che io l’aiutassi come l’altra sera. Mi sono arrabbiata perché avevamo appena finito di parlare della cosa e lui voleva continuare come se niente fosse. Gli ho ordinato di uscire ma lui ha insistito e poi se l’&egrave tirato fuori e ha preso a masturbarsi davanti a me –
– E tu? –
– Vedi mamma, mi faceva pena, m’implorava di prenderglielo in bocca solo una volta ancora, mi supplicava dicendo tante cose”” e io mi sono impietosita. Non volevo usare la bocca e così l’ho fatto stendere sul letto e gli ho imposto di stare fermo e lasciarmi fare, gliel’ho preso in mano e ho cominciato a segarlo. Volevo farlo godere in fretta e poi mandarlo via ma”. e per questo sono arrabbiata con me stessa, mi sono fatta coinvolgere, averlo in mano duro e morbido allo stesso tempo, caldo, lui che farfugliava frasi che non capivo”’.era bello masturbarlo, sentirlo in mio potere, vederlo che sbavava per ogni mia carezza””””. penso che tu abbia ragione mamma, non so se sarei riuscita a resistere. Per fortuna che”’. Insomma dopo che sei andata via”. mi sono toccata e quindi avevo già sfogato la mia voglia qualche minuto prima, altrimenti forse l’avrei accontentato e preso in bocca”””’.. L’ho masturbato per diversi minuti fino a quando non mi ha sporcato tutta la mano. Poi l’ho cacciato via in malo modo. –
– Hai fatto bene a sgridarlo, dovrebbe ragionare e resistere agli stimoli, anche se capisco che alla vostra età sia difficile –
– E’ vero mamma, io non lo so cosa mi &egrave successo ma ora ho sempre la micina bagnata, penso sempre al sesso e”’. –
– Tranquilla, l’ho raccontato a papà –
– Mi imbarazza un po’ parlarne davanti a te papà ma”.. io voglio fare l’amore con luca, il mio ragazzo mi sta diventando indifferente, voglio provare quello che hanno provato mamma e zia quella sera, voglio le stesse sensazioni, non pensavo che si potesse provare tanto piacere e”’ voglio provarlo anche io –
– Intendi”. Due? –
– No, quello in futuro, chissà, ma voglio””dietro. Muoio dalla curiosità, io””.ti ha detto mamma che ho provato?”’. E’ stato piacevole, poco dolore, ma voglio stare come ho visto voi, voglio godere allo stesso modo –
– Luca &egrave tuo cugino, sarebbe incesto comunque –
– No, non siamo dello stesso sangue, &egrave vero che se si sapesse in giro dovrei scappare via ma”’ non lo saprà nessuno, a parte voi. Mamma, papà, se me lo proibite vi darò retta ma mi conosco, lo farò col primo che capita e”’.. preferirei Luca –
– Stefania, non ti abbiamo cresciuto in modo represso, se lo vuoi so che lo farai comunque, grazie per avercelo detto ma sappi che non sono contento della cosa. E poi bisogna vedere Luca cosa ne pensa””e i suoi genitori. Dovremmo parlargliene –
– No, no, con voi riesco a dirlo ma con gli zii”’. Morirei di vergogna. Vi prego, tenetelo per voi –
– Va bene, invece c’&egrave un qualcosa che dovresti fare per Stefano, anche lui ha gli ormoni a mille e non riesce, s’&egrave visto, a starti lontano. Ricordo che hai delle amichette molto carine, &egrave possibile che ce ne sia una che possa”’..distrarlo? Una da invitare a casa tipo, non ricordo come si chiama, Eleonora? Francesca? No, Giuseppina, che veniva qui l’anno scorso a studiare con te? –
– ”””.ho capito cosa intendi””.. sì, si potrebbe fare, e Giuseppina &egrave proprio la ragazza adatta, avevo smesso di frequentarla perché era troppo”’.espansiva col mio ragazzo ma ora”’.sì, posso invitarla qui domani a fare un bagno in piscina, lei e un paio d’altre? O &egrave troppo presto? –
– No, &egrave perfetto, e per il resto”’. Ci fidiamo di te cara -.
– Vi voglio bene papà -.
Il giorno dopo era domenica, solito tran tran familiare, con Stefano sul depresso stabile e Stefania invece allegra. Al pomeriggio sentimmo suonare al cancello e proprio Stefania andò a aprire strizzandoci l’occhio. Erano le sue amiche Giuseppina, Francesca e Adele. Entrarono in fretta salutandoci e si richiusero brevemente in camera di Stefania per uscire poco dopo in costume.
Adele era senz’altro la più carina, statuaria nella sua altezza superiore alla media, una terza di seno e due chiappette scolpite nel marmo, ma era Giuseppina che attirava senz’altro l’attenzione con un costumino sicuramente di una misura più stretto al top e uno slip brasiliano che le lasciava le natiche completamente scoperte. In breve corsero in piscina e si stesero sulle sdraio a prendere il sole. Da fuori mi avvidi che Stefano le osservava da dietro la finestra cercando di non farsi vedere. Andai nella sua stanza e lo costrinsi a unirsi alle ragazze e anche io e Monica ci mettemmo in costume per approfittare del primo sole utile all”abbronzatura.
Stefano sembrò voler rimanere dapprima sulle sue, mettendosi un po’ discosto, ma non poté esimersi dall’unirsi alle ragazze in acqua quando queste vi entrarono e l’invocarono a gran voce come trampolino per i tuffi. In pratica ogni volta mettevano il piede sulle mani di Stefano che fungeva da catapulta per lanciarle in aria e tuffarsi tra spruzzi e risate.
Io e Monica eravamo a una decina di metri di distanza ma notammo subito come Stefania si tenesse molto discosta e pure Francesca e Adele mentre Giuseppina sembrava cercare ogni minima occasione di contatto, come quando ‘le scivolò’ il piede e fini addosso a Stefano stampandogli le tette sul petto e rimanendo attaccata più tempo del necessario.
Stefano pur arrossito faceva finta di nulla fino a quando le ragazze si stancarono di tuffarsi e lo usarono invece come tunnel, sempre su proposta di Stefania, e anche lì, in immersione, Giuseppina sembrava non riuscire a andare abbastanza a fondo e si strusciava contro di lui mentre gli passava tra le gambe. Anche questo gioco finì, Giuseppina aveva un’aria trionfante e capimmo il perché quando Stefano uscì dalla piscina senza poter nascondere una prepotente erezione che gli gonfiava il costume. Corse velocemente in casa gridando che voleva farsi una doccia inseguito dalle risatine di Giuseppina e Stefania che avevano ben capito la verità. Ma il meglio doveva ancora arrivare, le ragazze uscirono anch’esse e l’ultima fu Giuseppina. Era a pochi metri da noi e vidi come il suo costume bianco, bagnandosi, non nascondesse più nulla delle sue forme. Le sue tette strizzate parevano voler esplodere dal costume con i capezzoli ben in evidenza, il meglio fu lo slippino, già piccolo di suo, che evidenziò lo spacco della sua micina come se fosse completamente nuda. Francesca e Adele sembravano imbarazzate per lei che invece sorrideva sfrontata.
– Scusatemi, purtroppo nella fretta ho trovato solo questo, ma tanto ora si asciuga –
Risposi qualche parola di circostanza ma non mi risparmiai poi uno scappellotto di nascosto da parte di Monica che si era accorta di come la guardavo e di come anche il mio costume fosse più gonfio del necessario.
Ci crogiolammo al sole ancora per un po’ e poi le ragazze tornarono nella stanza di Stefania a scambiarsi chiacchiere e risate.
La giornata finì così, con le ragazze che per salutarci se ne andarono dandoci un bacio e Giuseppina si attardò più delle altre nel salutare Stefano. Stefania poi ci raccontò che aveva saputo scegliere le parole giuste con Giuseppina per farla interessare a Stefano, che d’altronde era un bel ragazzo, e che le pareva che anche Stefano iniziasse a interessarsi a lei.
Infatti i giorni successivi Giuseppina tornò a far visita a Stefania un paio di volte, con la scusa dello studio e Stefano parve ben contento di rispondere alle loro chiamate per questa o quella cosa e passare così un po’ di tempo con loro.
Quattro giorni dopo avevamo organizzato una cena a casa di Emilio e Mariuccia, barbecue sul terrazzo e quattro chiacchiere per goderci la serata non più fredda. Stefania accusò un’indisposizione e non venne, Luca era fuori con amici. Già questo avrebbe dovuto prepararmi a quel che avrei scoperto dopo, ma ci pensai solo a cose avvenute. Infatti Stefania e Luca si erano accordati per vedersi a casa nostra. Lo scoprii quando vi tornai per prendere delle bottiglie di vino.
Entrato in casa sentii dei rumori dal piano di sopra, chiamai Stefania ma non ottenni risposta e così salii le scale. La porta di Stefania era socchiusa e la sentii gridare:
– BASTA” BASTA”. MI FAI MALE. SMETTILA MI FAI MALEEEEEE!!! –
Allarmato mi precipitai e mi bloccai nel vano della porta vedendo dallo spiraglio che Stefania era sul letto, nuda a quattro zampe, e dietro di lei c’era Luca. Capii subito cosa stava succedendo, Stefania aveva deciso che era il momento e aveva finto di stare male per potersi vedere con Luca. La nostra cena le avrebbe dato tre ore di tempo da passare con lui, se non fosse stato che il vino era finito.
– Scusami, scusami, mi dispiace, aspetta, proviamo ancora, starò più attento –
– NO, No, mi fa male, non voglio più –
– Dai piccola, ti prometto che sto più attento, proviamo l’ultima volta –
Questo scambio di parole mi fece desistere dalla mia intenzione di entrare e fermarli. Sentire mia figlia urlare di dolore aveva fatto scattare in me l’istinto di protezione, ma sapevo che non era il caso. Sì, aveva male, ma non correva un reale pericolo, voleva fare quell’esperienza? Doveva provarne tutti gli aspetti, anche quelli meno piacevoli.
Luca la convinse a riprovare e devo dire che effettivamente cercò di essere più delicato. Lo vidi inumidirsi le dita con la saliva e bagnarsi la punta prima di accostarsi di nuovo a lei. Sapevo già che sarebbe andata male, la vedevo tesa, impaurita, per quanto lui facesse piano provò dolore quando iniziò a entrare, vedevo le smorfie del suo bel viso, ma resistette. Fu Luca a rovinare tutto, si fece prendere dalla foga e da delicato che era divenne brutale. Era già entrato per forse un terzo quando si sentì troppo sicuro di se e spinse con forza:
– AAAARRRGGHHHHHH AHIAAAAAAAAAA. BASTA”” SMETTILA”.. MI FA MALEEEEEE –
Stefania urlava tra le lacrime implorandolo di fermarsi ma Luca era troppo eccitato, senza darle ascolto la scopava con forza indifferente alle sue urla di dolore, Diede diversi colpi prima che lei riuscisse a disarcionarlo proprio nell’istante in cui lui veniva spruzzando al vento il suo seme.
Il resto fu una sequela d’insulti di lei e di scuse balbettanti di lui. Me ne andai di soppiatto, con un po’ di rimorso per il bel viso in lacrime di Stefania però mentre tornavo con il vino mi accorsi che la scena mi aveva eccitato. Stefania &egrave una bella ragazza e vedere il suo culetto aprirsi davanti a un uccello prepotente mi aveva fatto avere un principio d’erezione. Per un istante immaginai cosa avrei fatto se mi fossi trovato al posto di Luca. Sicuramente Stefania non avrebbe sofferto così e io avrei potuto godere delle delizie di quel culetto che”” mi scossi dalla testa quei pensieri e mi presentai dagli altri con le bottiglie in mano. La serata fu piacevole, ogni tanto tornavo col pensiero alla scena vista ma riuscii a nascondere la mia distrazione anche quando vidi Luca rientrare e andare subito in camera sua dicendo che era stanco.
Sul tardi io, Monica e Stefano rientrammo a casa e subito Stefania chiamò la madre.
Io invece salutai Stefano che andava a letto, dal bar presi un liquore come bicchiere della staffa e poi andai a mia volta in camera aspettando Monica.
Questa quando arrivò era furente.
– Quel bastardo pezzo di” lo sai cosa ha fatto Luca a”’.. –
– Sì, li ho visti –
Monica si bloccò a metà della frase guardandomi con stupore e poi cominciò a inveire contro di me.
– Li hai visti? Quando? Come? E hai lasciato che quel disgraziato”’. –
– Fermati”’.. dimmi cosa t’ha detto Stefania e poi ti dirò io –
E Monica mi riferì le parole di Stefania, di come lei avesse proposto a Luca d’incontrarsi di nascosto, di come lui avesse accettato in preda all’eccitazione, della richiesta di Stefania di farlo da dietro, dei tentativi falliti e infine della brutalità di Luca, che già conoscevo. Aggiunse anche un particolare che un po’ mi scosse: Stefania aveva chiamato la madre oltre che per sfogarsi anche perché aveva visto del sangue e si era preoccupata.
– Capisci, quel bruto l’ha violentata, l’ha ferita, povera piccola –
– E come sta ora? –
– Abbastanza bene, il sangue era solo una piccola lacerazione. Avresti dovuto vedere, il povero buchino &egrave martoriato e dolente e Stefania pare traumatizzata. A parte il dolore &egrave stato il fatto che Luca non si &egrave fermato quando gliel’ha chiesto. Piangeva ancora mentre raccontava –
– Io li ho sorpresi quando sono andato a prendere il vino’.. –
– E NON LI HAI FERMATI?! –
– Calmati, stavo per fermarli ma ci ho ripensato all’istante, posso assicurarti che non l’ha violentata, almeno non nel senso letterale del termine, lei era consenziente tanto che hanno riprovato almeno due volte prima della”.violenza. Non ci si poteva aspettare altro, sono entrambi inesperti e un diciottenne arrapato non &egrave proprio la persona ideale per uno sverginamento anale –
– Sei un maschilista –
– No, vedo solo le cose come stanno, se l’avesse violentata veramente ti giuro che adesso Luca sarebbe in ospedale con la mascella fracassata, ma ho visto come lei accettasse la cosa, come si mettesse volontariamente in posizione. E’ stata inesperienza, non cattiveria”. Ti ricordi la tua prima inculata? –
– ” mmmhhh, sì, ricordo che ho sofferto, ero molto giovane e anche lui. Per fortuna poi ho conosciuto te e ho imparato a apprezzare –
– E ti ricordi che anche le nostre prime volte non erano tutte rose e fiori? C’&egrave voluto tempo perché eravamo giovani anche noi, non come lei ma giovani. Per una prima volta dietro senza traumi ci vuole un uomo d’esperienza, dammi pure del maschilista, uno della mia età –
Monica fece un sorriso duro.
– Sembra quasi che ti stia proponendo –
– No, che dici, però posso affermare tranquillamente che con molta probabilità se ci fossi stato io al posto di Luca, Stefania avrebbe sofferto molto poco e poi forse avrebbe anche apprezzato. Non perché &egrave mia figlia, ma perché ormai so come affrontare certe situazioni, so come trattare una giovincella in cerca d’emozioni, e come me la maggior parte dei miei coetanei –
– Forse hai ragione, ma credo che per un po’ Stefania eviterà anche solo di pensarci”’. Almeno finché non riuscirà a sedersi nuovamente – concluse con una risatina.
Risi anche io alla battuta.
– Beh, allora bel maschione, che ne dici di far vedere un po’ della tua esperienza a questa fanciullina inesperta? –
Monica aveva cambiato atteggiamento, il suo corpo aveva assunto una posa invitante, gli occhi le brillavano. Non ebbi problemi a trattarla come una giovane alle prime esperienze, dopo esserci spogliati, giocando col suo buchino, leccandolo, bagnandolo, aprendolo per farlo abituare anche se non ne aveva bisogno, e poi penetrandolo a lungo e con gusto, lasciando perdere la delicatezza nei momenti finali, quando anche lei m’incitava a fare più forte, a riempirla, romperla, fino al suo orgasmo che arrivò appena prima del mio, permettendomi di lasciarmi andare a riempirle l’intestino con il mio seme mentre lei gemeva chiamandomi e io rispondevo mugolando nelle sue orecchie.
Ci stavamo rilassando, perfettamente appagati, quando udimmo un rumore nel corridoio.
Monica s’allarmò pensando a Stefania e andò a vedere fermando me che mi ero alzato dal letto per lo stesso motivo. Non la vidi tornare, mi addormentai beato sognando dolci colline di carne.
Il giorno dopo andai al lavoro presto, prima che lei si svegliasse, con l’animo contento. La giornata volò via. Era di nuovo venerdì e, salvo imprevisti, ci attendeva ancora un fine settimana libero.
Tornato a casa mi misi in libertà e attesi il ritorno della famiglia, tutta tranne Stefania che era rimasta a casa ‘malata’ Mi sincerai delle sue condizioni fingendo di credere al suo malessere accusato la mattina stessa, di essere anche un pochino preoccupato per lei e dicendole che se avesse avuto bisogno di qualcosa bastava chiamare. Alle 19,30 rientrò Stefano che mi salutò a testa bassa e filò in camera accusando mal di stomaco. Poco dopo rientrò Monica che a voce alta disse che eravamo invitati a cena a casa di una sua amica e che i ragazzi avrebbero potuto ordinare una pizza. Lo sguardo complice e il dito posto di fronte al naso mi convinsero che c’era altro e andai a prepararmi vestendomi sportivo/elegante, senza cravatta, come appunto per una cena tra amici.
Saliti in macchina Monica mi disse invece di andare verso un ristorante qualsiasi lì vicino dove mentre cenavamo avremmo potuto parlare senza che nessuno ci ascoltasse.
Eravamo seduti in attesa delle ordinazioni, sorseggiando un vino bianco leggero, e Monica parlò:

– Ho inventato questa balla perché a casa &egrave ormai assodato che non possiamo parlare tranquillamente”’ –

– Che vuoi dire, che i nostri figli origliano? –

– Sì, ieri sera quando sono andata a vedere se Stefania stava bene l’ho vista dormire e allora sono andata da Stefano. Appena ho aperto la porta l’ho visto coprirsi di scatto, ho immaginato cosa stesse facendo ma quel che mi ha preoccupato era la sua faccia. Era rosso come un peperone, in evidente stato d’agitazione. Mi sono avvicinata per chiedergli se stesse bene e” l’ho visto in lacrime. Mi sono seduta sul suo letto e quasi mi ha scacciata girandosi dall’altro lato. L’ho blandito fino a calmarlo un po’, mi sono stesa sul suo letto e l’ho abbracciato convincendolo a raccontarmi cosa gli stesse accadendo. In lacrime mi ha confessato di averci origliati, di aver sentito di Stefania e di Luca”.. e di averci sentito fare l’amore. Era disperato e eccitato allo stesso tempo, quando sono entrata si stava trastullando l’arnese. Piangeva perché era geloso di Luca e si sentiva estromesso dal rapporto con loro due, e eccitato per colpa nostra. Credimi, durante tutto il discorso il suo coso non ha mollato di un millimetro. Lo vedevo sotto le coperte e sembrava una montagnola. E’ ben fornito, deve aver ripreso da te. Purtroppo ho fatto una cosa che non avrei dovuto fare. Col senno di poi &egrave servito a calmarlo e forse distoglierlo da Stefania ma””.. non avrei dovuto farlo –

– Cosa? Cosa hai fatto? –

– Lo vedevo a pezzi, col coso in tiro, e in parte era colpa mia perché mi ero infilata solo la camicia da notte leggera, quella quasi trasparente e nulla sotto. In pratica appoggiato alla mia spalla poteva godersi tutto il panorama a pochi centimetri dagli occhi. Me ne sono accorta perché ha cambiato il ritmo del respiro. Non piangeva più ma mi rimaneva appoggiato alla spalla, quasi sul seno. Ho seguito il suo sguardo e mi sono accorta di com’ero vestita o meglio svestita.
Quando ho provato a staccarmi ha avuto come una scena isterica, blaterando che nessuno gli voleva bene, che non riusciva a trovare sollievo nemmeno toccandosi, che ogni cosa in questa casa era una provocazione. Nel dirlo s’&egrave scoperto mostrandomi il suo affare completamente eretto come a testimonianza. Avrei dovuto inventarmi qualcosa di diverso ma non mi &egrave venuto in mente niente e” –

– E’.? –

– E allora mi sono riseduta sul letto dicendo che tutti gli volevamo bene e che l’avrei aiutato io a trovare la pace”’.. e gliel’ho preso in mano –

– Vuoi dire che hai fatto una sega a tuo figlio? –

– No”..peggio. L’ho masturbato per qualche minuto sperando che si sfogasse presto. Intanto s’era calmato e mi guardava con aria d’attesa. Non piangeva più, il suo respiro era rotto ma” non veniva. Allora ho pensato di fare qualcosa di più per dargli sollievo e”’.. mi sono chinata in avanti e l’ho preso in bocca. Non guardarmi con quella faccia, non sapevo proprio cos’altro fare. Stefano aveva bisogno di un orgasmo diverso da quelli che si procura da solo e solo io potevo aiutarlo. Ho cercato di dare del mio meglio, di donargli il miglior pompino della sua vita, e sai che sono brava, e quando alla fine &egrave venuto contorcendosi sul letto ho ingoiato tutto e poi gliel’ho ripulito con la lingua. Stefano era abbandonato sul letto con l’aria felice, mi sono alzata per andarmene e lui mi ha abbracciato ringraziandomi contento. Il suo grazie mi ha fatto sentire meglio, avevo aiutato mio figlio, magari pensando a me non penserà più a sua sorella ma”. non avrei dovuto farlo. So di poter gestire meglio la cosa rispetto a Stefania, però ho timore di quando magari si aspetterà da me il bis. –

– Intendi ””. ‘aiutarlo’ di nuovo? –

– Non se posso evitarlo, ma se si comporta ancora come ieri sera? Occorre trovare una soluzione al più presto. Mi perdoni? –

– Non c’&egrave nulla da perdonare, non &egrave proprio l’aiuto canonico che uno si potrebbe aspettare da una madre a un figlio ma”’.hai ottenuto il risultato voluto, e la situazione &egrave molto particolare. Non che mi faccia piacere sapere che dopo aver fatto l’amore con me sei andata a spompinare un altro ma”’ ti capisco. Dobbiamo vedere se riusciamo a far accelerare le cose tra lui e Giuseppina. Domani riparliamo con Stefania e vediamo cosa ci dice. –

Finimmo la cena e tornammo a casa pensierosi entrambi. Sul tavolo trovammo i cartoni delle pizze, Monica andò da Stefania e io, a scanso di equivoci, da Stefano. Dormivano entrambi come angioletti e io fui contento di vederlo finalmente dormire beato senza un’aria corrucciata sul viso come nei giorni precedenti.
La mattina dopo poltrimmo un po’ nel letto e poi mi dedicai a lavorare nel giardino mentre Monica cucinava. Stefania si alzò e uscì per prendere un po’ d’aria mentre mi guardava lavorare. Alla mia domanda rispose che si sentiva meglio e che avrebbe voluto invitare una sua amica anche questa domenica in piscina, e nel dirlo mi strizzò l’occhio. Ovvio che diedi il mio consenso immaginando fosse Giuseppina e che Stefania stesse ‘lavorando’ a favore di Stefano, senza sapere quel che era successo tra lui e la mamma.
Fu un sabato tranquillo, casalingo per me e Monica che uscimmo solo il pomeriggio per fare spesa e per Stefano che uscì la sera, a quanto pare senza problemi di gelosia o altro, con Luca per andare in un qualche locale. Stefania preferì restare ancora a casa.
E venne la domenica, pranzammo ancora da soli perché Mariuccia, Emilio e Luca declinarono il nostro invito per un impegno precedente e poco dopo le tre arrivò Giuseppina.
Lasciammo i ragazzi a sguazzare in piscina restando dentro casa davanti alla TV.
Dopo una mezz’oretta Stefania venne a annunciarci che si sentiva stanca, ancora non completamente guarita, e sarebbe andata a fare un sonnellino. Stefano aveva accettato di restare a fare compagnia a Giuseppina. Ci suggerì a mezza bocca di ‘toglierci dai piedi’ e senza indugio avvertimmo i ragazzi che saremmo andati a fare una passeggiata e saremmo tornati a sera.
Stefano aveva campo libero, o meglio lo aveva Giuseppina.
Quando tornammo lei se ne era andata, Stefano stava giocando con la PS nella sua stanza e aveva un’aria felice, come anche Stefania che ci raggiunse mentre preparavamo cena.
Con Stefano impegnato potemmo parlare e lei ci raccontò il pomeriggio appena trascorso. Dalla sua stanza, ben nascosta dietro le imposte, aveva visto Stefano e Giuseppina giocare nell’acqua per diverso tempo, con lei che non perdeva occasione per strusciarglisi contro, con il logico risultato che Stefano si era ritrovato i boxer da bagno gonfi fino all’inverosimile. Con fare da gatta Giuseppina era uscita dalla piscina e si era sdraiata sul lettino, battendo la mano sullo stesso per invitare Stefano a sedersi, cosa che lui aveva fatto con il suo solito imbarazzo. Stefania disse che non aveva potuto sentire la conversazione ma aveva visto Stefano arrossire più volte e infine Giuseppina togliersi il top del costume prendergli la mano e posarsela sopra il seno.
Stefano l’aveva accarezzato a lungo perdendo via via la timidezza sino a chinarsi su di lei per baciarla. Giuseppina l’aveva abbracciato tirandolo a se e Stefania aveva visto le loro lingua aggrovigliarsi per lunghi istanti. Poi Giuseppina era passata all’attacco andando con la mano a impugnare il pene di Stefano da sopra il costume. Lui s’era irrigidito un istante e poi l’aveva lasciata fare continuando a baciarla. Dopo pochi istanti Stefano s’era alzato, evidentemente su ‘comando’ di Giuseppina, che con entrambe le mani aveva tirato giù il costume ritrovandosi con il membro eretto a qualche decina di centimetri dal viso. L’aveva impugnato tirandolo a se e costringendo Stefano a scavalcarla per trovarsi sopra di lei che imprigionato il cazzo tra le mammelle prosperose gli aveva regalato una spagnola coi fiocchi. Ogni tanto l’aveva vista allungare la testa per leccarne la punta o imprigionarla brevemente tra le labbra. Stefano si era goduto ogni istante di quel servizio e Stefania gli aveva visto bene la faccia sfigurata dal piacere. Sempre Giuseppina al comando Stefano era scivolato giù fino a trovarsi tra le gambe allargate di lei che ancora l’aveva impugnato, scostato il costume e si era fatta penetrare.
Lui era dentro di lei, entrambi sul lettino, e muovendosi con non troppa disinvoltura all’inizio ma prendendo il ritmo man mano che le cose procedevano. Lei l’aveva abbracciato tirandolo a se e a gambe larghe riceveva i colpi sempre più frequenti di lui. Per la prima volta Stefania li sentì, non erano parole ma mugolii eccitati che non badavano a trattenere. Passarono pochi minuti e Stefano s’inarcò su di lei fermandosi completamente piantato nella sua vagina, chiaramente stava venendo e riempiendola col suo seme. Giuseppina non da meno scuoteva il bacino rischiando di disarcionarlo fino a quando godette anche lei nel sentirsi invasa dal piacere di Stefano. Si abbandonarono l’uno sopra l’altra rilassati e felici.

Non era finita. Stefania li guardava ancora aguzzando le orecchie per captare la conversazione, senza risultato, e vide lei costringerlo a togliersi e alzarsi. Da seduta s’impossessò del suo membro per leccarlo e succhiarlo, Stefania udiva ora qualche rumore dell’osceno risucchio, e Stefano tornò ben presto in forma riempiendole completamente la bocca che ora stentava a fagocitarlo.
Stefania pensava a un ingoio ma non erano queste le intenzioni di Giuseppina. Si staccò e girandosi sul lettino gli porse le terga a pecorina dicendogli qualcosa. Stefano s’avvicinò portando la punta del suo cazzo a contatto con la micina allagata di Giuseppina, pronto a prenderla in quella posizione ma Giuseppina allungò la mano dietro fermandolo. Glielo afferrò e lo strinse forte portandone la punta sul suo buchino e lo tirò a se, facendolo entrare di qualche centimetro. Il cazzo di Stefano non incontrava particolare opposizione e quando lei tirò via la mano già lui sapeva cosa fare. L’afferrò con le anche e spinse in avanti, entrando ancora un poco, forse troppo perché a Giuseppina uscì un urletto strozzato. Stefano fu bravo a fermarsi all’istante per permetterle di abituarsi. Ancora lei gli disse qualcosa, forse un invito a proseguire perché lui riprese a spingere, molto lentamente, entrando in lei sino alla radice. Erano incastrati perfettamente. Stefano si fece un poco indietro e poi ancora avanti, piano, seguendo le parole di lei che Giuseppina sentiva senza riuscire a comprendere. Si vedeva che era emozionato, doveva essere la sua prima inculata, lei invece doveva essere abituata perché il suo viso esprimeva sì tensione ma anche smorfie di piacere.
La sodomizzazione proseguì ancora per diversi minuti e sempre più la faccia di lei esprimeva piacere fino a quando, e Stefania lo sentì distintamente, invitò Stefano a fare più forte, a darglielo tutto, sino in fondo, a riempirle il budello con il suo seme. E Stefano eseguì, accelerando i colpi e gridando il suo piacere quando venne in lei prima di staccarsi e accasciarsi a terra come colpito da una mazza. Giuseppina continuava a godere e Stefania la vide raggiungere l’orgasmo aiutata dalle proprie dita ora che Stefano era a terra.
– Dio come l’ho invidiata, perché a me invece ha fatto così male?””” –
Stefania s’interruppe guardandomi, non sapeva che Monica mi avesse raccontato la sua disavventura e temeva di essersi scoperta. Monica la tranquillizzò dicendoglielo e rispondendo alla sua domanda.
– Evidentemente Giuseppina &egrave abituata a quel tipo di rapporto mentre tu eri vergine. In questo caso ha avuto poca importanza che Stefano fosse inesperto, anche se da come hai raccontato sembra si sia comportato meglio delle aspettative, lei era abituata, ricettiva, e ha potuto goderne appieno. Nel tuo caso invece Luca da inesperto non sapeva come fare, ci sarebbe voluto qualcuno più avvezzo, come dice tuo padre, qualcuno della sua età. Ma non preoccuparti, prima o poi incontrerai qualcuno capace di darti piacere anche lì senza dolore –
– Sì, tra trent’anni”’ – sbuffò Stefania .
La conversazione finì lì e andammo a letto tutti contenti.
Il lunedì trascorse tranquillo, i ragazzi a scuola, io e Monica al lavoro. La sera fummo invitati a cena da Emilio e Mariuccia. Finito il pasto i ragazzi andarono in camera di Luca a giocare al PC o ascoltare musica e noi adulti restammo in salotto a chiacchierare. Emilio e Mariuccia sembravano un po’ imbarazzati e quando chiedemmo cosa fosse successo rispose lei:
– Non so come dirvelo, abbiamo parlato con Luca e ci ha detto””.. ci ha detto che ha una storia con Stefania”’.. e che si &egrave comportato male”” molto male –
– Cosa vi ha detto precisamente? –
– Ci ha detto che quella sera”” quando c’incontrammo al ristorante e poi finimmo qui””. Stefania ci ha visto e poi l’ha riferito a Luca e Stefano e”’ insomma, si sono masturbati tutti e tre insieme”.a vicenda. Ma quel che &egrave peggio &egrave che la scorsa settimana ”” Luca ha praticamente violentato Stefania. –
– Come violentato? –
– Beh, all’inizio lei era consenziente”. Non sto parlando di rapporti normali”’..insomma, hanno provato la sodomizzazione”’. e Luca alla fine ha fatto anche se lei gli gridava di fermarsi per il dolore””. Non sappiamo che dire, ci dispiace tanto ma dovevamo dirvelo –
Io e Monica ci guardammo sorridendo, parlò lei:
– Non vi preoccupate, sapevamo già tutto, e non diamo nessuna colpa a Luca. E’ stata solo inesperienza, sono entrambi giovani e”caldi –
– Stefania come sta? –
– Meglio, i primi due giorni ha avuto dei problemi ma ora pare averli superati. E Luca come ha reagito? –
– Si sente una merda. Ci ha spiegato che non ce l’ha fatta a fermarsi, era troppo eccitato, e ora ha sensi di colpa e si vergogna tanto, per questo ce l’ha detto ieri, anche che Stefania pare evitarlo. Strano però che sia salita tranquillamente in camera con loro questa sera –
– Forse si stanno spiegando –
– Con Stefano presente? –
– Sì, anche lui sa tutto e”’. ho qualche remora a dirlo ma tra noi non ci sono mai stati segreti”.. a parte le nostre storie incrociate”’ – la battuta venne accolta con una risatina da tutti e quattro e poi Monica raccontò gli avvenimenti degli ultimi giorni, le nostre preoccupazioni, senza nascondere nulla, compreso il suo pompino a Stefano e la scopata di questo con Giuseppina.
Emilio e Mariuccia erano stupiti ma vedevo i loro occhi luccicare mentre Monica raccontava. Nonostante tutto la storia li intrigava.
– E”. come ti sei sentita dopo?
– Male e bene allo stesso tempo. Male perché non avrei dovuto farlo, bene perché in una situazione d’emergenza ero riuscita a calmarlo. Per fortuna che ora c’&egrave Giuseppina e non dovrebbe ripresentarsi la stessa situazione –
– Perché, lo rifaresti? –
– Nella stessa situazione penso di sì, non so se era la cosa migliore da fare, per me era l’unica e ormai &egrave fatta. Piuttosto che facciamo con i ragazzi? –
– Non lo so, &egrave possibile che risolvano la cosa tra di loro senza problemi. Stasera o domani parleremo con Luca e ci faremo dire, voi fate lo stesso con i gemelli e poi ci risentiamo. Per rimanere in tema”’..quando riusciamo a ritrovarci da soli”.. noi quattro? –
– Maialina”..ma hai ragione, &egrave un po’ che mi devo accontentare di Arturo”’.ahiaaa –
Monica fece scena quando le mollai uno scappellotto scherzoso
– Accontentarti? Vedremo, io e Emilio ti rivoltiamo come un calzino. Che ci volete fare’.. ho una moglie troia –
– Anche la mia non scherza Arturo, sarò lieto di darti una mano con Monica, purché tu la dia a me con Mariuccia –
– Conta su di me”. le conceremo per le feste. –
– Parole, parole, cara Monica vedremo questi maschietti se manterranno le promesse”.non vedo l’ora –
E con questi discorsi e promesse erotiche concludemmo la serata.
Ora &egrave il caso di riportare la conversazione che ebbero Luca e i gemelli nella stanza del primo:
– Sai che sei un bastardo? – Esordì Stefano appena furono nella stanza.
Luca comprese subito cosa intendesse Stefano e si mise a sedere sul letto con aria mesta.
– Lo so, non ho saputo controllarmi. Perdonami Stefania, giuro che non volevo farti male ma” ero così eccitato dal fatto di inc’. ehm”’. –
– Finisci pure la parola, mi hai inculata, e mi hai fatto un male da morire. Ci tenevo tanto a provare e hai rovinato tutto –
– Non so cosa dire, era la prima volta per me che lo mettevo dietro a una ragazza e” ora come stai? –
– Bene, &egrave passato anche se per due giorni ho avuto continuo dolore, &egrave uscito anche del sangue. Puoi vantarti veramente di avermelo rotto”’. –
– Mi merito il tuo disprezzo, le parole non servono a niente ma”.se posso fare qualcosa per farmi perdonare dimmelo e lo farò subito –
– mmmhhhhh, un’idea ce l’avrei, ma ora non &egrave il caso. Non capisco come invece Stefano sia riuscito a far godere Giuseppina sodomizzandola. Hai qualche segreto? –
– Hai inculato Giuseppina?………. Quando, come”’. –
– Ieri pomeriggio e più che incularla io &egrave stata lei a farsi inculare. Io ci pensavo appena, ero già contento di scoparla a pecorina quando &egrave stata lei a indirizzarmi sul suo secondo canale –
– E”.. &egrave stato difficile? –
– Appena all’inizio, non ho esperienza ma non credo di essere stato il primo. Appena entrato era strettissimo, e infatti lei mi ha detto che le faceva un po’ male. Rispetto a te ho potuto trattenermi, penso, perché poco prima avevo già goduto. Poi l’ho sentita rilassarsi e ho potuto scivolare meglio avanti e indietro. Alla fine era lei a chiedermi di fare più forte e’ &egrave stato magnifico. Nessun segreto sorellina, era lei che era già abituata o forse più predisposta di te. Ci siamo già accordati per rivederci –
– Quindi io posso stare tranquilla”’. – intervenne Stefania ridendo. Luca li guardò senza capire. Pensò Stefano a spiegargli:
– Luca, il fatto &egrave che io stavo facendomi una malattia per mia sorella. Devi sapere che una sera abbiamo rifatto da soli quello che facemmo in tre, e lei ha anche”’. –
– Gli ho fatto un pompino –
– Un pompino”.. a tuo fratello? – Luca era esterrefatto.
– Sì, non lo so cosa ci &egrave preso, cosa &egrave preso a me, ma d’altronde gli, vi, avevo già fatto una sega no? E’ stata una cosa così e non me ne pento –
– Ma da quella sera io volevo di più, dopo essermi lasciato con Moira mi era venuta una fissa e pensavo solo a Stefania. Pensa che sono anche stato geloso di te quando ho saputo del vostro incontro –
– E allora”’. –
– E allora niente, voglio continuare con Giuseppina, poi vedrò –
– Te ne sei innamorato fratellino? –
– No, mi piace ma mi piace di più l’altra tua amica, Adele. Per adesso scopo con Giuseppina, poi”” –
– Ho un fratello maiale –
– E io una sorellina”’.fantastica. Credi non mi sia accorto che &egrave tutta opera tua? Ti ringrazio veramente –
– Sono contento per te Stefano, anche io vorrei avere una sorella così”.. Stefania”’.. ti prego, dammi un’altra chance –
– Vedremo, prima devo risolvere una questione e poi”’. chissà – In quel momento i genitori chiamarono dal basso e anche i ragazzi conclusero la conversazione.
Torniamo al racconto in prima persona di Arturo.
Il fine settimana successivo riuscimmo a ritagliare una serata per noi quattro come speravamo. I ragazzi furono mandati a una festa di qualche loro amico, con l’avvertenza di rientrare a dormire a casa di Emilio e Mariuccia, tanto ormai la cosa era nota. A quella festa sapemmo poi che Stefano era andato con Giuseppina, fiero di averla al fianco, Stefania aveva mollato il suo ragazzo e Luca aveva corteggiato assiduamente Stefania riempiendola di premure.
Il programma prevedeva una cena in terrazza per godersi il tramonto, ottimi cibi cucinati dalle donne e altrettanto ottimi vini scelti dagli uomini.
Completamente rilassati guardavamo il sole sparire comodamente seduti sui dondoli messi in parallelo, chiacchierando amabilmente di cose futili. Io ero di fianco a Mariuccia e Emilio di fianco a Monica. Avevamo fatto onore al cibo e ai vini e eravamo ‘molto’ allegri.
Teneramente abbracciato a Mariuccia le baciavo il lobo dell’orecchio e lei mi accarezzava la gamba. Quando la luce si fece più fioca andai a stuzzicarle un capezzolo che traspariva dal vestito leggero con le bretelline che indossava senza reggiseno. Le succhiavo il lobo e le strizzavo il capezzolo e la sua mano si fece più intraprendente andando a accarezzarmi da sopra i calzoni leggeri. Emilio e Monica si stavano già baciando con trasporto. Pomiciammo per diversi minuti e quando l’aria si fece più fresca decidemmo di rientrare in casa sui comodi divani.
Io e Emilio imponemmo alle due donne di farci uno spettacolino solo per noi e, inserito nello stereo un CD di musica soft ci sedemmo comodamente per godercelo.
Mariuccia e Monica presero a muoversi a ritmo della musica suadente, un ballo lento e sexy in cui piano piano si toglievano i vestiti. Per Mariuccia fu più semplice scivolare fuori dall’abitino che aveva e restare solo col perizoma, Monica invece ci mise più tempo a togliersi camicetta e gonna ma fu tempo ben speso perché le movenze con cui lo fece ci accesero gli animi. Anche lei si tolse il reggiseno rimanendo con uno slippino di pizzo nero molto eccitante. Ballando iniziarono a abbracciarsi e accarezzarsi il viso, sfiorandosi le braccia, i fianchi, anche le tette di cui vedevamo i capezzoli diventati ben dritti. Arrivarono a scambiarsi un bacio a stampo ma il lesbo-show finì lì e entrambe si separarono dirigendosi verso di noi. A un metro dal divano si fermarono dimenando le anche in circolo lentamente, Monica imitando Mariuccia che la guidava e attirando i nostri occhi sui loro fiori che presero a accarezzarsi da sopra gli slip. Fecero ancora un mezzo passo, scostando lo slippino per mostrarci apertamente i loro fiori; si misero un dito dentro e agitarono ancora di più le anche. Io e Emilio avevamo gli occhi di fuori, sporti in avanti a nemmeno mezzo metro da quello spettacolo strepitoso. Fecero ancora un passo avanti e simultaneamente io e Emilio le abbrancammo per le natiche tuffando i volti sulle loro micine che prendemmo a leccare con foga.
Monica e Mariuccia gemettero all’unisono sentendo le nostre lingue entrare in loro, i nostri nasi strofinare il clitoride. Le leccammo per diversi minuti. Avvertendo che Mariuccia s’avvicinava all’orgasmo mi staccai di colpo strappandole un gridolino di protesta, bissato da quello di Monica perché Emilio mi aveva imitato. Ci guardammo io e lui e gli feci un cenno d’intesa. Presa Mariuccia per un braccio la feci sedere al mio posto e mi allontanai di un paio di metri, Emilio al mio fianco. Toccava a noi dare spettacolo, muovendoci a tempo con la musica, togliendoci la camicia come spogliarellisti professionisti e poi slacciando i pantaloni. Ridacchiavano le donne, ma non c’era nulla di ridicolo nel gonfiore nei nostri boxer che rivelammo presto togliendoci i calzoni. Come loro ci avvicinammo di un passo, imitato ancora da Emilio mi spogliai completamente lasciando il mio uccello ballonzolare a un metro dalle donne. Monica si passava la lingua sulle labbra, Mariuccia si toccava con due dita strusciandosi il grilletto. Un altro passo ancora e fummo loro preda, come noi ci abbrancarono per le natiche tirandoci vicino. Monica si fece subito sparire il cazzo di Emilio in bocca mentre Mariuccia preferì leccarlo, seguendo il contorno con la lingua già sino alle palle e poi risalire. Infine mi accolse tra le sue labbra succhiandomi. I gemiti ora erano di noi uomini, e le donne ci ricambiarono lo scherzetto, prima Mariuccia e poi Monica, staccandosi di colpo e lasciandoci con l’uccello all’aria, ben teso, luccicante di saliva.
Era il momento di passare a cose più serie. Presi per un braccio Mariuccia e la condussi in camera, sul letto saremmo stati tutti più comodi. Lì giunto la feci stendere e mi sdraiai sopra di lei penetrandola. Anche questa volta Emilio mi imitò scopando Monica a pochi centimetri da noi che ci dimenavamo sopra le coperte. Ben presto Mariuccia godette, io feci di tutto per resistere perché volevo ben altro, ci riuscii per un pelo staccandomi da lei e facendo raffreddare il mio piacere mentre lei faceva le fusa come una gatta. La feci girare, mi aveva capito e andò da sola a separarsi le natiche esponendomi il suo buchetto. Lo baciai con cura umettandolo e poi accostai la punta del mio pene. Fece poca resistenza quando spinsi e entrai subito quasi per metà prima che lei facesse un sospiro rumoroso. La scopavo lentamente, metodicamente, senza fronzoli, solo un classico va e vieni aggrappato ai suoi fianchi, senza accelerare, senza sprofondare sino in fondo, metà dentro e poi quasi fuori, ancora dentro sino a tre quarti e poi quasi fuori, e ancora dentro”’.. Mariuccia gemette andando con le mani a strofinarsi la micina e godendo una seconda volta. Monica ora invece cavalcava Emilio disteso sul letto e mi afferrò il braccio mentre mi preparavo a godere anche io nel delizioso culetto di Mariuccia. Mi tirò a se:
– Aspetta, voglio anche te per godere, entrami dietro Arturo, ti pregoooohhhh –
Feci un altro sforzo per uscire da Mariuccia, era la seconda volta che trattenevo l’orgasmo, non ce ne sarebbe stata una terza. Mi avvicinai da dietro alla coppia premendo sulla schiena di Monica per farla abbassare e espormi così le natiche. Mi bagnai un dito con la saliva e andai a saggiare il buchino. Mugolò qualcosa, la bocca affondata nella spalla di Emilio che le aveva abbracciato la schiena tenendola stretta. Feci avanti e indietro per un po’, poi il medio andò a unirsi all’indice. Monica gemeva forte, con Emilio che la pompava a ritmo costante. Infine tolsi le dita e mi accostai, non ero comodo ma riuscii a tenere un certo equilibrio e puntarglielo sulla rosellina. La prima spinta mi fece affondare fino a oltre metà, era perfettamente ricettiva e urlò di piacere sentendomi.
Cominciai a scoparla sentendo Emilio appena al di là della membrana scorrerle dentro la micina, mi ancorai alle tette e colpii più forte, arrivando a contatto con le chiappette tese. Monica era un gemito unico, stretta tra me e Emilio riceveva colpi su colpi con estremo piacere. Mi mancava poco e questa volta non avrei rinunciato per nulla al mondo fregandomene se Monica fosse venuta o meno. Fu Mariuccia a darle il colpo di grazia. Inginocchiata al nostro fianco mi contese un seno per accarezzarlo e vicino all’orecchio, distintamente perché lo udissimo anche noi, le disse:
– Li stai prendendo tutti e due”’.. ti piacerebbe averne un terzo? Immagina un bel cazzo in bocca mentre loro due ti riempiono figa e culo”” ti piacerebbe che ci fosse Stefano da succhiare? –
Sentii Monica irrigidirsi, vidi la sua bocca aperta che non emetteva suono, gli occhi chiusi, poi il suo corpo si contorse spasmodicamente in un orgasmo possente. Io la seguii dappresso spingendomi fino in fondo e fiottandole dentro il mio seme con Emilio che mugolava il suo di orgasmo. Potenza delle parole o dell’intesa, fu un orgasmo quasi sincronizzato che ci fece accasciare tutti e tre senza forze, Monica ancora stretta tra noi due.
Quella notte ci congiungemmo ancora, io e Monica, Mariuccia e Emilio, Mariuccia stretta tra me e Emilio. Provammo diverse combinazioni, tutte soddisfacenti. Al mattino dormimmo sino a tardi, spossati, e decidemmo di andare con i figli a mangiare fuori. Fu una domenica divertente, tutti e sette eravamo rilassati e contenti, ognuno per i suoi motivi, e la passeggiata sul lago con gelato pomeridiano, tra scherzi e risa, sugellò la ritrovata armonia tra tutti noi. Unico neo una telefonata serale che mi costrinse a lavorare in remoto per un paio d’ore su un progetto ma”’. nulla di trascendentale.
La settimana cominciò con me impegnato in quel progetto che mi costrinse anche a un paio di giorni in un’altra città, con Emilio impegnato in qualche scadenza del suo lavoro le donne passarono il tempo tra di loro, tra shopping e estetista, e colloqui con i figli sino a tardi.
Qui colloqui ebbero un riflesso sulle nostre vite che sembravano essersi incanalate nuovamente su un comodo tran-tran.
Il primo colloquio fu tra Mariuccia, Monica, Stefania e Luca. Stefano, beato lui, ora pensava solo a Giuseppina. In quattro affrontarono il discorso della “violenza'” su Stefania che ebbe modo di spiegare come l’avesse voluto anche lei, almeno sin quasi alla fine, Luca espresse ancora il suo rammarico per non essersi saputo controllare, Monica sfogò qualche insulto represso che aveva verso Luca tornando poi a essere razionale e Mariuccia seppe fare da trait d’union tra i tre.
Il risultato fu che i due ragazzi ebbero il beneplacito esplicito delle mamme per ‘mettersi insieme’ anche se erano formalmente cugini, con buona pace di chi avrebbe avuto a che ridire, e chi se ne fregava, ma Stefania mise l’altolà a Luca dicendo che sì lui le piaceva molto ma che doveva ancora perdonarlo, che avrebbe dovuto risolvere prima una questione, e dicendolo prese un’aria furbetta, e poi gli avrebbe fatto sapere. Luca speranzoso sembrava un cagnolino agli ordini di Stefania, e le mamme risero insieme di lui.
Il secondo colloquio fu tra le due sorelle, e qui Monica rimproverò Mariuccia per la frase su Stefano mentre io e Emilio la scopavamo. Mariuccia le rimproverò a sua volta un po’ d’ipocrisia perché aveva visto come proprio quella frase avesse dato una scudisciata ai sensi di Monica facendola godere all’improvviso. Monica ammise che il pensiero di quel che aveva fatto, e che non avrebbe fatto mai più, le stimolava un po’ la fantasia, diciamo il fascino del proibito ma contrattaccò ‘accusando’ la sorella di tendenze lesbiche e incestuose visto che proprio in quel momento le aveva accarezzato il seno, Mariuccia accusò un po’ il colpo ammettendo che il vederla godere l’aveva eccitata e aveva voluto contribuire al suo piacere e che, in effetti, provava attrazione a volte per il seno femminile. Fu uno scambio a volte secco ma si concluse con un abbraccio di riappacificazione e una strizzata di tette reciproca a mò di battuta finale.
Il terzo colloquio interessò invece anche me. Fu tra Monica, Stefania e Mariuccia e si svolse così:
– Mamma, zia, ho voluto parlare a entrambe perché penso che mi possiate aiutare. Sapete tutto, ho chiesto prima a mamma se l’avesse detto a te e zio Emilio, ma non sapete quante volte io pensi alla””’.sodomia. Da quando vi ho viste godere così tanto quella sera ce l’ho sempre in testa. Ho provato da me, con dita e oggetti, ma non credo sia la stessa cosa. Come sapete ho provato con Luca e””’ &egrave stato traumatico. Pensavo di non essere adatta perché giovane, ma poi ho visto Giuseppina, che ha la mia stessa età, godere come una pazza. Ho parlato anche con Luca e Stefano, ho chiesto a qualche amica e l’unica cosa che &egrave scaturita &egrave che per un culetto vergine ci vuole un uomo d’esperienza. Alcune mie amiche mi hanno detto di esserselo fatto rompere da persone mature, una da un amico del padre, comunque tutta gente con esperienza perché i ragazzi ancora non ci sanno fare abbastanza e pensano solo al loro piacere. –
– E quindi? Cosa vuoi da noi? –
– Innanzitutto un consiglio, magari voi potete dirmi qualcosa che le mie amiche non sanno, e poi”’.. volevo chiedervi una cosa, sperando che non vi arrabbiate. Tu zia che puoi dirmi? –
– Andiamo per ordine. Le tue amiche hanno ragione, ci vuole esperienza se una &egrave giovane e vergine, e poi non &egrave detto che possa piacere, non tutte le donne sono portate per il coito anale, a qualcuna proprio non piace. Io parlo per me e posso dirti che se fatto con i dovuti modi &egrave stupendo, &egrave una cosa diversa dall’usare la micina, &egrave un piacere che viene da lontano ma che quando arriva ti sconvolge. Tu potresti essere una di quelle a cui non piace, certo &egrave che se ci provi con un ragazzo senza esperienza quasi sicuramente andrà male, con uno esperto non hai la garanzia ma diminuisce la probabilità di avere male, poi il resto dipende da te –
– Tu mamma? –
– Anche io la penso così, da giovane ho avuto problemi per diverso tempo, poi abbiamo imparato e ora”’non me lo faccio mancare come sai –
– E arriviamo al punto. Dopo aver visto Giuseppina ho deciso di riprovare, ma questa volta con una persona che sappia cosa fare, che non mi faccia male, o almeno non troppo. Io devo provare lo stesso vostro piacere, devo e voglio””. –
– Hai in mente qualcuno? Deve essere una persona fidata, perché persone mature che si trovino tra le mani un fiore come te non &egrave detto che pensino a lei piuttosto che a se stessi –
– Infatti, deve essere qualcuno maturo, di cui mi fido, che pensi al mio bene”’. –
– Aspetta”.. cosa stai”” intendi dire””’..?? –
– Sì zia, hai capito bene, e spero che non vi arrabbiate per questo ma non saprei pensare a nessuno di meglio –
– Aspettate, Mariuccia di cosa state parlando? Cosa hai intuito? –
– Meglio che lo dica lei –
– Mamma, zia, io non saprei pensare a nessuno meglio di zio Emilio o”.. papà”” –
Ci fu un minuto di silenzio mentre le due donne metabolizzavano le parole della ragazza. Poi parlò Monica, la voce un po’ acida:
– In pratica ci stai chiedendo di prestarti il nostro uomo per le tue vogliette”’. Già non sono sicura che l’idea mi piaccia, poi tuo padre”’. Sarebbe incesto. Con tuo fratello ci può essere la scusante della giovane età, della libido incontrollata di entrambi, dell’occasione colta al volo”’.qui parliamo di incesto padre/figlia programmato e pianificato”’..No, non sono d’accordo per niente –
– Neanche io voglio prestarti mio marito –
Stefania non si fece abbattere dal diniego, aveva altre frecce al suo arco.
– A parte che dovreste parlare al plurale”.. i vostri uomini visto che ve li scambiate allegramente senza problemi, poi che differenza c’&egrave tra fratello/sorella, padre/figlia o””madre/figlio? –
– Che intendi dire? –
– Che quella notte mi sono svegliata sentendo Stefano che parlava a alta voce, vi ho ascoltato””..vi ho visto, la porta era socchiusa e ti ho visto farlo godere con la bocca””’ –
Mancò poco che Monica mollasse una sberla a Stefania che l’affrontava con aria di sfida.
– Tu”. piccola puttana”” che ne sai tu del perché l’ho fatto. Che ne sai tu di come stava Stefano, di quello che sentiva”’.. tu”’.tu”’.. sei una ragazzina viziata, e &egrave colpa mia che ti ho permesso sempre tutto pensando che fossi matura per la tua età, che fossi più sensibile del normale”’. Tu”’ se proprio vuoi fartelo rompere vai sui viali e raccatta il primo vecchio che ti carica ma mai più, MAI PIU’ permettiti di parlarmi in questo modo”’. –
La sfuriata di Monica, che era pure scoppiata a piangere, scosse Mariuccia che l’abbracciò senza parole, non ne aveva da dire, ma scosse ancora di più Stefania che si rese conto di quel che aveva fatto. Scoppiò a piangere anche lei e di scatto corse a sedersi di fianco alla madre abbracciandola.
– Perdonami mamma, perdonami”’.. non intendevo questo, non volevo”” ti prego perdonami, non piangere – e resisteva a Monica che col braccio cercava d’allontanarla.
La ragazza si buttò in ginocchio abbracciando le gambe della madre, col capo sopra le ginocchia piangeva a dirotto bagnandole la gonna.
– Ti prego mamma, fammi spiegare, non volevo offenderti, ti prego, ti prego””’ –
La rabbia di Monica sbollì presto sentendo e vedendo Stefania in quelle condizioni. Si asciugò le lacrime e posò la mano sulla testa della figlia. Non una carezza, solo una presenza tangibile. Anche Stefania smise di piangere a quel tocco. Pochi secondi di silenzio e Monica tornò la donna salda e sicura di sempre.
– Andiamo a rimetterci in ordine poi parliamo ancora. Mariuccia ti dispiacerebbe preparare un caff&egrave intanto? Ne ho bisogno – e s’allontanò verso il bagno, Stefania andò al bagno del piano di sopra e Mariuccia, che pur essendo parte interessata avrebbe preferito trovarsi a mille miglia di distanza, andò a preparare il caff&egrave.
Il colloquio si spostò in cucina, sedute al tavolo sorseggiando la calda bevanda dopo che le due si erano ritoccate il trucco per cancellare i segni del pianto.
– Mamma, perdonami, non avrei dovuto usare quel tono, &egrave che ero sicura che fosse tutto logico, chi meglio di papà o zio potrebbe insegnarmi? Lo so che &egrave incesto ma sarebbe per una volta, come tu hai aiutato Stefano papà potrebbe aiutare me”’. –
– E aspettare no? Potresti attendere di avere qualche anno in più, maggiore esperienza, aspettare un uomo che ti piaccia veramente. Guarda che non &egrave obbligatorio farsi inc’.. sodomizzare a diciotto anni, anzi –
– Mamma, mi conosco, sono mesi ormai che sono un bollore continuo, so che potrei cedere al primo con qualche anno più di me che mi facesse gli occhi dolci. Già c’&egrave un professore che mi guarda in un certo modo””.. Però ti capisco, proverò a aspettare ma”. non ti garantisco nulla –
Monica sospirò:
– Credo sia meglio che tu vada in camera tua, io devo parlare con tua zia. Aspetta prima di prendere qualsiasi decisione e”’..anche se ti voglio bene non fare mai più una cosa come questa di oggi”.. mi hai capito? –
– Si mamma, perdonami, non lo farò più –
E Stefania lasciò le due sorelle a guardarsi pensierose in faccia.
– Non so cosa fare Mariuccia, conosco Stefania, se si &egrave messa in testa qualcosa la farà prima o poi. Devo forse accontentarla? O lasciare che vada col primo che passa e che magari le farà molto male, e non intendo solo quello fisico? E se anche l’accontentassi come fare? Arturo? Emilio? Tu saresti disposta a ‘prestarglielo’ anche solo per una volta? –
– Non so cosa consigliarti, in parte ha ragione lei, &egrave meglio uno di cui si fida, che le vuole bene, dall’altra”” il padre o lo zio””? Qualche tabù &egrave già caduto nella nostra famiglia ma questo”’ non so proprio che dire, e poi bisogna vedere cosa ne pensano i nostri mariti, non &egrave detto che siano disposti, per quanto l’idea di mettere le mani su una ragazza giovane possa stuzzicarli temerebbero sempre il mio e tuo disprezzo. Un amico di famiglia? Che ne pensi? –
– Mi ci vedi andare da un amico e chiedergli se mi fa il favore di metterlo in culo a mia figlia? No, o la lasciamo libera di fare con chi vuole, o la controlliamo a vista, ma tanto prima o poi riuscirà a trovare il modo di fregarci, o”’. l’accontentiamo –
– E’ meglio discuterne con i nostri mariti e vedere cosa ne pensano. Arturo torna domani vero? –
– Sì, domani sera ne parleremo. Grazie Mariuccia del supporto –
– Di nulla Monica, sai che ti voglio bene –
Il giorno dopo tornai a casa e venni messo al corrente di tutto, e con me Emilio. Eravamo a casa nostra, i ragazzi nell’altra villetta, sorseggiando un liquore camminavo per il salotto guardando ora le donne ora Emilio che attendevano che dicessi qualcosa.
– Che situazione di merda! Sono tentato di andare da Stefania e riempirla di schiaffi finché non le passano certe idee balzane, ma non l’ho mai picchiata e servirebbe solo a farmi odiare. Siete sicure che non possa ripensarci? –
– No, la conosci anche tu, &egrave un vaso pieno d’ormoni oramai aperto, potrebbe anche metterci tutta la buona volontà ma alla prima occasione, in una qualche situazione particolare, non saprebbe resistere. –
– Io non me la sento, sì il mio uccello sarebbe felice ma la mia mente razionale rifiuta l’idea stessa. Sono soddisfatto della mia vita sessuale, non ho voglia di andare a cercare emozioni o rincorrere la gioventù. Emilio”’.. tu potresti”’.? –
– Anche il mio uccello sarebbe felice, Stefania &egrave una bella ragazza e una prima volta ha sempre un certo fascino, e sai anche che le voglio bene ma”’ non quanto te. Io credo che tocchi a te, nessuno più di te sarà attento, gentile, dolce con lei, oppure puoi decidere di lasciarla andare e vivere la sua vita facendo le sue scelte e sopportandone le eventuali conseguenze –
– Non voglio che soffra, farò tutto quel che posso per evitarlo, questa cosa però non mi convince, sinceramente ora non so se &egrave il mio io cosciente che sta prendendo in considerazione l’idea per aiutare mia figlia, come opzione migliore o quantomeno non peggiore, oppure il mio subconscio libidinoso che vede solo una bella ragazza pronta a offrirsi, L’ho detto, il mio uccello sarebbe felice, e non vorrei che fosse lui ora a decidere per me. –
– Non avere dubbi, &egrave normale che tu sia un po’ eccitato, lo sarei, anzi lo sono, anche io già solo a pensarci, ma io credo che se non fosse per questa situazione ti guarderesti bene anche solo dal pensarci. Voi mogli che ne dite? –
– Anche io credo che tu sia la persona più indicata, e non perché sono gelosa di mio marito, ma so per certo quanto tu sappia essere delicato e premuroso quando occorre, specie verso le persone che ami. Sì Arturo, se lo deciderai tocca a te. Tu Monica? –
– La richiesta di Stefania mi ha colpito come un pugno, la situazione &egrave paradossale, stiamo pianificando la vita sessuale di nostra figlia e non so se essere contenta che lei ragioni con la testa come ha fatto dicendocelo o preferire che ragionasse con le ovaie e ci venisse a raccontare a fatto compiuto, con uno qualsiasi. Arturo, ti amo e amo i miei figli, e so che anche tu li ami”. Basta titubare. A malincuore ma io voto per il sì, se te la senti. –
– Non sapevo fosse ai voti, ma””’ va bene, lo farò”.. come organ”’.. –
– GRAZIEEEEEEE”’.. – Arturo fu interrotto dall’urlo di Stefania che era stata a ascoltarli nascosta dietro un mobile, nell’ombra, e ora si precipitava verso il padre per abbracciarlo.
A fatica staccai le sue braccia dal mio collo, allontanai la sua bocca che mi riempiva di baci il volto.
– Stefania”.. sono arrabbiato con te. Ci hai messi tutti in una situazione difficile solo per le tue voglie, e questa tua richiesta può essere razionale quanto vuoi ma ”’.&egrave sbagliata. T’invito a ripensarci un’ultima volta –
– Papà, se vuoi non se ne fa nulla, ma io ho continuamente negli occhi le smorfie di mamma e zia durante l’orgasmo quando tu e zio Emilio le avete”. E anche il volto di Giuseppina con Stefano. Io so che se mi dovessi trovare in una situazione particolare, come quella volta con Stefano in camera mia, non saprei resistere. Papà, preferisco che sia tu a insegnarmi, so che ci sarà solo piacere per me. –
– Non &egrave detto, non tutte le donne riescono a goderne, e tu sei già stata in parte traumatizzata. –
– Ma tu ce la metterai tutta per evitarmi il dolore. So che un po’ potrà essercene ma ”.io aspetto solo di godere, e con te ci riuscirò –
– Va bene piccola scriteriata, ora andiamo a dormire e domani vediamo come fare –
Con un bacio Stefania sparì nella sua camera e noi adulti ci separammo per andare a dormire. Quella notte non ci furono parole tra me e Monica, nemmeno contatti, io rimuginavo sul da farsi e lei”’ anche –
Il sabato passò quasi senza parole, Stefania era quieta e”.in attesa, io e Monica annunciammo che il giorno dopo saremmo andati, portandoci Stefania, al cottage in montagna per prepararlo per le vacanze. Stefano accolse con malcelata soddisfazione la notizia, così aveva la casa tutta per se”. E Giuseppina.
La domenica mattina, presto, partimmo col mio SUV e dopo tre ore arrivammo al paesino dove avevamo quel cottage che usavamo per sfuggire al caldo della città o per sciare d’inverno. Salutammo le persone che conoscevamo e andammo al cottage che era un po’ isolato dal paese, a pochi minuti di auto dagli impianti di risalita, con l’edificio più vicino a duecento metri. Durante il viaggio non avevamo parlato molto, la tensione si sentiva e per allentarla un po’ proposi di farci tutti il bagno nella vasca idromassaggio. Ci fu un po’ di titubanza a spogliarci tutti insieme ma era un pudore immotivato, sapevamo tutti perché eravamo lì. Anche se era presto per l’aperitivo stappai una bottiglia di vino bianco leggero da sorseggiare mentre eravamo a mollo. L’alcool e l’acqua che ribolliva ci misero di buonumore e chiacchierammo tranquilli rilassandoci.
Stefania ammirò il seno della madre, io ammirai quello di entrambe e il mio uccello iniziò a svegliarsi. Vedere le grazie delle due donne della mia vita sporgere dall’acqua, che velava altri più gustosi segreti, le domande di Stefania alla madre su come fosse il modo migliore per”.. prenderlo, le spiegazioni di Monica anche se stringate, la faccia sognante di Stefania quando ricordava la scena vista la sera in cui cominciò tutto, le sue aspettative; tutto concorreva a farmi eccitare e mi trovai in erezione senza volerlo.
Era mia intenzione di ‘sbrigare la pratica’ nel pomeriggio ma l’atmosfera si era già caricata di aspettative. Feci un segno a Monica e mi alzai per andare a prendere la borsa lasciata all’ingresso.
Avevamo deciso che Stefania avrebbe fatto prima un clistere alla camomilla per rilassare il suo culetto, e Monica l’avrebbe aiutata. Vollero che fossi presente, quella partita si giocava tutti insieme. Vedere mia moglie infilare la cannula nell’ano di nostra figlia acuì la mia eccitazione. Oramai avevo deciso e se pur con flash di ripensamenti e rimorsi oramai la vedevo solo come una donna giovane e desiderabile. Finirono in fretta e mentre Stefania si scaricava e poi faceva una doccia veloce, Monica mi raggiunse nella vasca. Per qualche minuto stemmo fianco a fianco e Monica andò a saggiare la mia ‘preparazione’.
– Sei un porco, già ce l’hai duro. Non resisti al pensiero di quello che farai vero? – Mi disse prendendomelo in mano in una lenta masturbazione.
– Sono eccitato, sì, vedervi nude, vedere te che infilavi la cannula e, sì, anche il pensiero del dopo mi eccitano molto, ma non sono un porco, nemmeno un santo resisterebbe a vedervi così –
– Sarai delicato? Ti prego, cerca di non farle del male –
– Non temere, mi conosci e sai che farò tutto al meglio che posso, neanch’io voglio che soffra, almeno non più del necessario. –
Stefania uscì dalla doccia e indossò l’accappatoio, subito imitata da noi due. Era il momento e ci portammo nella camera.
– Va bene, ora vi lascio, vado di là a vedere la TV –
– No mamma, ti prego, non andartene, con te vicino avrò meno paura –
Mi aggiunsi alla preghiera:
– E’ giusto Monica, tanto ormai di cosa vogliamo vergognarci? E tu potrai verificare dal vivo se i tuoi timori sono reali. Resta, ti prego. –
Titubante acconsentì. L’attimo d’imbarazzo iniziale lo superai togliendomi l’accappatoio e restando nudo davanti alle due donne. Lo sguardo di Stefania andò subito al mio pene che non era ancora turgido. Si spogliò anche lei e sorrise vedendo l’effetto evidente della sua mossa. Mi stavo infoiando, decisi di forzare la situazione.
– Monica, forse &egrave meglio se mi dai un aiuto. Devo essere in forma perfetta e”” – e mi indicai l’uccello.
Monica non proferì parola ma lo impugnò nuovamente agitandolo piano. Nemmeno un minuto e mi sussurrò ancora di essere un porco mentre si piegava in avanti per prenderlo in bocca.
Mentre mi succhiava allungai la mano e riuscii a togliere anche a lei l’accappatoio. Stefania ci guardava con occhi eccitati, toccandosi i seni.
Togliendoselo di bocca Monica le parlò:
– Vieni qui, comincia a prenderci confidenza aiutandomi a renderlo perfettamente duro –
Stefania si avvicinò esitante, allungò una mano a toccarlo e mi masturbò, prima come una novizia e poi sempre più da esperta mentre abbandonava dubbi e timori. La sua manina era deliziosa.
– Papà”’ mi pare così grosso”’non sono sicura che entri”” –
– Non avere paura amore mio, fidati di me, farò molto piano e smetterò appena mi dirai di farlo. Abbiamo anche preso un lubrificante, ma puoi aiutarmi a renderlo più scivoloso””..sai già come fare –
Monica mi guardò dura ma non parlò, Stefania invece si piegò lentamente tirando fuori la lingua per dei piccoli colpetti sul glande per poi passare a leccarlo piano, tutto intorno. Si fece coraggio e ne prese la punta in bocca. Ahhhh, che meraviglia che erano le sue labbra intorno al mio membro. Questa era una cosa che già conosceva, a cui era già abituata, e ben presto mi stava facendo un pompino con i fiocchi. Il pensiero che le labbra morbide e la bocca che mi stava deliziando fossero di mia figlia per poco non mi provocò un orgasmo prematuro. Reagii staccandola da me per ricambiare il favore e farla eccitare ancora di più. La feci stendere sul letto e mi tuffai con la bocca tra le sue gambe, sulla sua micina. La curava molto, vidi che era parzialmente depilata, un triangolino di peli saliva verso l’addome ma le labbra erano completamente glabre. La leccai con metodo, alternando lappate alle labbra a punzecchiature di punta all’interno, brevi succhiatine al clitoride e poi ancora a fondo cercando di entrare più che potevo con la lingua. Fece effetto, sentii sulla lingua il suo sapore mentre si bagnava velocemente. Pochi minuti di quel trattamento e Stefania mi venne sulle labbra sbattendo le braccia sulle coperte, stringendo le cosce a imprigionarmi, tirandomi infine a se come a farmi entrare con tutta la testa. Si rilassò liberandomi e potei vedere il suo sorriso felice. Monica era di fianco e ci guardava, ancora il viso era indurito ma una luce d’eccitazione le galleggiava negli occhi. Mi fissò un istante e poi mi sorrise venendo a baciarmi, pulendomi dagli umori di Stefania con la lingua che accolsi poi in bocca avvolta dalla mia.
Ero eccitatissimo, per timore di godere prima del tempo passai all’azione nuovamente per portarla ancora vicina all’orgasmo e poi” procedere. Con la mano stuzzicai il suo bottoncino penetrandola ogni tanto con due dita e lei reagì subito, sotto le mie dita sentii di nuovo umidità, le mie orecchie sentirono ancora i suoi sospiri. Un cenno a Monica e lei mi passò il lubrificante, me ne spalmai abbondantemente un dito e andai a stimolare il buchino semi-vergine. Roteai la punta dell’indice per spalmare bene e poi saggiai la resistenza del muscolo premendo piano. Oppose una minima resistenza aprendosi all’intrusione. Mi spalmai ancora del lubrificante sul dito e insistetti verso l’interno, la trovavo più ricettiva e roteando il dito sentivo cedere; provai con un secondo dito, poca difficoltà, solo un lieve irrigidirsi del corpo e poi ancora rilassamento. Ancora lubrificante, con entrambe le dita che ora scorrevano agevolmente, il suo buchino era dilatato, Stefania sospirava ma non pareva infastidita. Con l’altra mano tornai sul bottoncino e lei prese a gemere, la doppia azione le piaceva, l’accettava senza riserve. Stetti alcuni minuti a lavorarla così e la sentii prossima al piacere, era il momento. La lasciai bocconi alzandole le gambe e appoggiandole alle mie spalle. Un’ulteriore dose di lubrificante sul pene e appoggiai la punta al buchino.
– Amore, ora forse sentirai un po’ di male, ma &egrave solo all’inizio, poi ti abituerai, se senti di non farcela dimmelo e smetto subito –
– No papà, finora mi piace quel che mi stai facendo, prova piano, resisterò –
Spinsi un poco, la cappella dilatò il muscolo e Stefania sospirò forte.
– Spingi amore, come se dovessi andare al bagno, vedrai che &egrave più facile –
All’improvviso mi sentii quasi tirato dentro e la cappella scomparve nel budello. Stefania lanciò un urletto, m’immobilizzai. La sua faccia esprimeva eccitazione con una punta di fastidio, mi fece cenno di sì con la testa e proseguii. Guardandole dentro gli occhioni azzurri spinsi ancora entrando forse per un terzo. La sua faccia era più tesa ora. Mi fermai per farla abituare e con la mano tornai a stuzzicarle il bottoncino. Bastarono un paio di minuti perché si rilassasse, abbandonando la testa a destra con un sospiro di piacere. Avanzai ancora un po’ e mi fermai ancora sempre stimolandole il clitoride. Non dava segno di sofferenza, anzi, i suoi sospiri erano di piacere. Avanzai ancora, ora ero quasi tutto dentro. Decisi di dare il colpo finale e spinsi forte entrando completamente.
– OOOOHHHHHHAAAAAAHHHHHHHH””.. ti sento papà, ti sento tutto, aspetta, aspetta un attimo che io”” AAAAAAHHHHHHHH”’.. –
La sua mano era andata a scacciare la mia e si muoveva velocemente sulla sua micina strofinandola con forza.
– Uuuuuhhhmmmmmm””’sssiiiiiiiiiiiiii, mi piace, mi piaceeeeeeeeee –
Ora la sua faccia, dritta verso l’alto, a occhi chiusi, mostrava solo piacere. Presi a muovermi indietro uscendo per metà, poi spinsi ancora avanti. Stefania non sembrò soffrirne, riprovai uscendo quasi tutto e poi rientrando sempre lentamente.
– SIIIIIIIIIIIII, che bello, che bellooooooooooooooo”” mi piace, mi piace tanto”” ooooooooohhhhhhhhhh”’..SIIIIIIIIIIIIIIIII –
Presi coraggio e pompai più forte, ero vicino al limite, mi sentivo stringere l’uccello dal suo culetto e anche se scivolavo bene la frizione di una guaina perfettamente aderente mi portava sempre più vicino all’orgasmo.
Stefania godeva, era evidente sul suo volto, sulla testa che sbatteva a destra e sinistra a occhi chiusi, strizzati, le mani erano scattate i all’indietro e Monica le aveva afferrate tenendola mentre si dibatteva.
– Si PAPA, PIU’ FORTE, PIU’ FORTE””’.OOOOOHHHHHHAAAAAAAAAHHHHHHHHH, E’ BELLO, ODDIO CHE BELLOOOOOOOOOOOOOOOOOO””..SPINGI, SPINGIIIIIIIIIII –
E io spinsi cavalcandola forte, diritto verso il mio e suo orgasmo. La vidi contorcersi mentre godeva di quell’inculata ora violenta, vivendo l’intensità del suo orgasmo aggrappata alle cosce della madre che le teneva le braccia come in una carezza. Vidi Monica che mi fissava e sorrideva totalmente, irradiando felicità in empatia con la figlia e io godetti all’improvviso, una mano parve stringermi le reni e spruzzai il mio seme dentro il suo culetto riuscendo a togliermi solo al secondo schizzo che con altri ancora, copiosi, le bagnarono il ventre sudato.
Mi accasciai sopra di lei senza forze, era stato tutto troppo intenso per me, la sentivo muovere piano sotto il mio corpo ancora preda dell’estasi, un fievole mugolio che usciva dalle sue labbra. Le baciai la guancia e lei mi abbracciò felice ricambiando il bacio, riempiendomi la faccia di baci mentre mi ringraziava. Riprese un po’ le forze mi alzai da lei, ancora abbandonata sul letto, e mi alzai in piedi. Monica fece una carezza al volto sudato della figlia e scese dal letto anche lei, raggiungendomi e baciandomi con ardore.
– Sei stato bravo”’ grazie amore mio ‘

Sentivo il bisogno di un altro bagno e mi diressi alla Jacuzzi immergendomi nell’acqua profumata. Il massaggio dell’acqua mi rilassò. La testa gettata indietro, gli occhi chiusi, stavo quasi per addormentarmi ripensando ai momenti appena trascorsi, alla verginità appena colta, al piacere che avevo donato ma soprattutto ricevuto. Non mi sentivo in colpa, ci sarebbe stato tempo dopo per questo. Stefania l’aveva voluto, Monica l’aveva avallato e io, io ne avevo goduto tantissimo.
Sentii il rumore di un corpo che s’immerge nell’acqua e immediatamente dopo, prima ancora che potessi aprire gli occhi, mi sentii abbracciare.
Era Monica che mi guardava con occhi eccitati, la mano a stimolarmi il pene, i seni appoggiati la mio petto. Appena ottenne un’erezione sufficiente mi si fece sopra penetrandosi da sola con un sospiro. Mi cavalcò in silenzio, muovendo le anche con perizia, gemendo dentro il mio orecchio, stringendomi forte a se. L’eccitazione che le era maturata dentro vedendo me e Stefania la portò presto a un primo orgasmo che non le bastò, poiché dopo un rilassamento momentaneo riprese a muoversi con ancora più foga. Sentivo la sua micina stringermi dentro di se, i suoi capezzoli induriti sulla mia pelle, la sua voce arrochita che mi ripeteva piano:
– scopami, scopami ‘
Presto anche in me salì nuovamente l’eccitazione e mi mossi sotto di lei, andandole incontro per penetrarla completamente fino a quando un nuovo orgasmo, che veniva da lontano, mi colse.
Lo sentii salire piano piano, quasi in sordina fino a sfociare in quattro o cinque schizzi con cui le inondai la vagina mentre lei si muoveva più forte raggiungendo il piacere una seconda volta.
Ci staccammo e ci ripulimmo lentamente, ancora senza parlare. Poi ci asciugammo e tornammo nella camera. Stefania giaceva ancora lì al centro del letto, il corpo abbandonato mollemente, un sorriso sul suo bel faccino, crollata nel sonno dopo l’emozione provata. Ci stendemmo ai suoi lati e, una mano ognuno sopra il suo petto, in un abbraccio collettivo, quasi protettivo, anche io e Monica sprofondammo nel sonno dei giusti.
Tornati in città la vita riprese come prima. Stefano non sospettava nulla e nemmeno Luca che pure approfittò subito della strada ‘aperta’, così raccontò Stefania alla madre un giorno. Emilio e Mariuccia soli sapevano ma non ne fecero cenno.
Stefania era radiosa, Stefano, che praticamente faceva coppia fissa con Giuseppina, idem. Luca era al settimo cielo, noi altri quattro ora eravamo ancora più affiatati e, in pratica, i nostri incontri erano sempre insieme e non più a coppie distinte.
Con Monica non prendemmo più l’argomento, la sua rabbia iniziale nei miei confronti, se pur immotivata, era apparsa e scomparsa dai suoi occhi quel giorno stesso.
Così andammo avanti un po’ fino a quando Stefania mi venne a trovare in ufficio.
Rimasi sorpreso, raramente era capitato di vedermela arrivare. Vedendola corrucciata spostai un appuntamento e ci chiudemmo nel mio ufficio, pensavo a qualche problema serio, e in effetti lo era, ma non per lei, per me.
– Papà, mi sa che ho fatto un casino ‘
– Dimmi piccola, che &egrave successo? ‘
– Beh, dopo quel giorno alla baita io”’ Insomma, sai quanto ero contenta, e si vedeva. Tutti i miei amici se ne sono accorti senza saperne il perché. Però una mia amica stretta era curiosa. Ci scambiamo spesso confidenze, &egrave forse la mia migliore amica e così alla fine le ho raccontato il perché fossi felice. Ho sbagliato a descrivere con troppo entusiasmo quel che avevo fatto, ho sbagliato a tessere le lodi della persona matura, esperta, con cui l’avevo fatto, e così mi ha tormentato per sapere i particolari, per sapere chi fosse ””’ alla fine gliel’ho detto ‘
– COSA? Ma ti rendi conto di quel che hai fatto? Era un segreto da custodire gelosamente, non &egrave cosa di cui ci si possa vantare. E ora? La tua amica che dice? ‘
– E’ qui il problema. So che manterrà il segreto, me l’ha giurato e in passato ha sempre tenuto per se le mie confidenze, e io ho fatto lo stesso con le sue. Però ora”.. ora vuole provare anche lei e mi ha chiesto”’ mi ha chiesto se tu puoi fare anche a lei quello che hai fatto a me ‘
Restai in silenzio, sconvolto dalla rivelazione di mia figlia che tradiva il nostro segreto, e ancora di più della sua amica che aveva le stesse voglie, e ancora verso di me. Stefania stava a capo chino aspettando che io parlassi, ma non ci riuscii per diversi secondi. Poi ripresi il controllo:
– Non se ne parla nemmeno. Sai già che non volevo nemmeno con te, figuriamoci con una tua amica. Ma che cazzo vi passa per la testa a voi ragazzine? Sempre a pensare al sesso, e poi nemmeno normale, no, le signorine vogliono dar via il culetto e pretendono che sia col massimo comfort, che tutto gli sia dovuto. No cara mia, dovete fare le vostre esperienze e sbatterci la testa come hanno fatto le vostre madri. Niente pappa pronta, tutto facile, tutto comodo. ‘
– Papà, ma che cazzo stai dicendo? Che c’entra questo? ‘
La parolaccia dalle labbra di Stefania mi bloccò, effettivamente stavo andando fuori tema facendo una filippica generalizzata sul divario generazionale.
– C’entra e non c’entra. Fatto sta che la tua amica, se vuole, vada a dar via il culo dove gli pare ma io non ci sto. ‘
Mentre parlavo mi rendevo conto che stavo assumendo il tono del padre un po’ dispotico che pretende obbedienza cieca e immediata, cosa che avevo accuratamente evitato di fare fino a allora con i miei figli, però la situazione non era normale e non ero pienamente in me stesso.
Stefania parve rinunciare, o meglio rinviare a altro momento il discorso.
– Ho capito, hai le palle girate. Finiamola qui, ne riparleremo in un altro momento. ‘
Il tono di sfida di Stefania rischiò, per la prima volta da quando era nata, di farmi sfuggire uno schiaffo. Mi trattenni a stento.
– La risposta sarà sempre no. Come t’&egrave venuto in mente di ‘tessere le mie lodi’ come hai detto? Potevi dirgli che l’avevi fatto e basta, senza entrare nei particolari. ‘
– Papà, non ho potuto evitarlo. E’ stato fantastico, ogni oltre mia speranza”..Sai che l’ho fatto anche con Luca? Ebbene, non &egrave stata la stessa cosa. Sì, mi &egrave piaciuto anche con lui ma quella volta”.. non so come spiegartelo, &egrave stato come stare in paradiso. Non avevo mai provato sensazioni simili e ogni volta spero che Luca sia capace di farmele provare ancora’.. e resto delusa. ‘
Stefania aveva cambiato ancora tono, ora era sognante, quasi nella sua mente rivivesse quel giorno alla baita.
– Quando l’ho confessato a Adele mi &egrave sembrato di riviverlo, di sentirti ancora dentro di me, mi sono eccitata veramente a raccontarlo e Adele s’&egrave eccitata con me”’. ‘
Tace Stefania, s’&egrave accorta di aver detto più di quel che voleva.
Adele: conoscevo i suoi genitori, stimati commercianti, un fratello nell’esercito, e mi ero fatta l’idea di una ragazza tranquilla, pacata. Evidentemente non la conoscevo, d’altronde potevo dire di conoscere mia figlia alla luce degli ultimi eventi?
– Adele quindi, e magari adesso mi dirai che eravate tanto eccitate che vi siete messe a lesbicare, eh? ‘
La mia era una battuta, però le gote arrossate di Stefania mi dissero che avevo colto nel segno.
– Cio&egrave, vuoi dire che” tu e lei’.? ‘
– Sì papà, ci siamo masturbate insieme”.. a vicenda. E non era la prima volta ‘
Dovevo ammetterlo, non conoscevo mia figlia.
Una telefonata della mia segretaria interruppe fortunatamente quei discorsi che non avrei mai voluto iniziare.
Congedai Stefania raccomandandole di riflettere bene e soprattutto far riflettere Adele e tornai al lavoro riuscendo a concentrarmi sufficientemente per risolvere un problema che si era creato.
Non ripensai più al discorso fino al sabato successivo quando, dopo pranzo, sentii suonare al cancello. Monica aprì e sentii delle voci sulla veranda. Uscendo vidi che erano Giuseppina, Francesca e Adele, le amiche solite di Stefania.
– Papà, vorremmo passare il pomeriggio in piscina, ci dai il permesso? ‘
Domanda retorica di Stefania e risposta scontata la mia. Le ragazze salirono in camera per mettersi in costume e le osservai mentre mi passavano davanti salutandomi: Giuseppina si muoveva con disinvoltura, oramai abituata a venire da noi, Francesca pareva intimidita e contratta; Adele”.. Adele camminava sculettando sapendo i miei occhi su di lei. Le gambe nervose e magre che uscivano dalla gonna si muovevano sinuosamente, il sedere spiccava ben definito dalla stoffa. Con un sorriso luminoso mi salutò:
– Buon pomeriggio Signor Arturo, sempre in splendida forma vedo ‘
In effetti ero in t-shirt e pantaloncini e il mio fisico ancora tonico si faceva notare, però sapevo che Adele intendeva altro.
Tornai in salotto a lavorare sul portatile a alcuni appunti che mi sarebbero serviti il lunedì e dimenticai presto le ragazze pur sentendole ridere e scherzare e i rumori dei tuffi.
Monica uscì per andare da Mariuccia per aiutarla a preparare la cena, era in programma da loro, e io restai concentrato sul lavoro.
Pochi minuti dopo sentii due mani fresche posarmisi sulle spalle.
– Sempre a pensare al lavoro Arturo, ma lei non si diverte mai? ‘
Adele era entrata senza che me ne accorgessi e mi guardava da sopra la mia testa.
– Cosa fai Adele, perché sei entrata? ‘
– Devo andare un attimo in bagno e l’ho vista china sul computer. Allora, lei veramente non si diverte mai? ‘
La domanda era ambigua, mi chiesi cosa le avesse detto Stefania e ebbi subito la risposta spontanea da parte di lei:
– Stefania mi ha detto della vostra chiacchierata. Del tuo no. Veramente vuoi rinunciarci? ‘
Nel dirlo si girò tirando il costume fino a farlo insinuare tra le natiche lasciandole scoperte. Un culetto da morsi l’avrei definito: sodo, abbronzato, tornito quanto può esserlo quello di una diciottenne. Succulento. Non so perché mi venne in mente questo termine per definirlo.
– Insieme a lui puoi avere anche altro sai? ‘
E si girò ancora scostando il costume per mostrarmi la sua micina coperta solo da una striscia di peletti sopra il clitoride.
Non mi era sfuggito il suo passare dal lei, che mi aveva sempre dato sinora, al tu.
– Adele”. Non &egrave il caso. Dovresti fare esperienza con i tuoi coetanei, io potrei esserti padre. ‘
Avevo sbagliato frase e lei lo sottolineò subito.
– Con me potrebbe esserlo , con Stefania lo &egrave. Cosa cambia? ‘
L’accenno all’incesto consumato mi alterò indurendomi i lineamenti e il tono della voce. La mia risposta uscì secca:
– Cambia tutto. Evidentemente non sai tutti i particolari e le motivazioni, e non dovresti parlarne così liberamente se sei amica di Stefania ‘
Colse il cambio di umore.
– L’ho fatto perché sai che io so e qui siamo soli, altrimenti non ne avrei parlato. Vado in bagno, ci vediamo dopo ‘
Uscì dal salotto sempre sculettando e io tornai al lavoro incerto se sentirmi arrabbiato.
Come Dio volle la giornata finì e non ci pensai più. Arrivò il lunedì e tornai al lavoro e durante il mattino iniziarono a arrivare gli sms:
– E’ tuo se lo vuoi ‘
– Ti voglio ‘
– Non vedo l’ora di sentirti dentro di me ‘
– Voglio impazzire di piacere ‘
Questi alcuni dei testi che mi arrivarono da un numero sconosciuto e che mi sbrigai a cancellare. Ovviamente era Adele ma ne ebbi la certezza solo tornando a casa e impadronendomi del cellulare di Stefania, nonostante le sue proteste, per verificare. Corrispondeva al numero della sua rubrica sotto Adele. Infuriato le tesi il cellulare chiedendole perché le avesse dato il mio numero. All’iniziò negò, provò a farmi credere che Adele l’avesse carpito senza dirglielo ma era evidente che mentiva e alla fine confessò:
– Sì, gliel’ho dato io. L’ho fatto perché voglio che tu la inizi come hai fatto con me. Papà, Adele &egrave la mia migliore amica e non voglio che patisca le pene che ho patito io all’inizio, prima di te. ‘
– Tu vuoi, lei vuole”. E quel che voglio io non conta? Mi avete preso per un gigolò? ‘Lo sverginatore di giovani culi’, &egrave così che mi considerate? E dopo Adele a chi toccherà, a Francesca? A qualche altra amica tua con il fuoco al culo? ‘
– No papà, solo Adele, le altre non sanno nulla, &egrave a lei che voglio bene. Ti prego papà, accontentami questa volta sola, fallo per me ‘
Pareva implorare Stefania, una commedia dell’assurdo visto l’argomento.
– Ma perché non ci prova con suo padre se proprio vuole? Ha la mia età, saprà bene cosa fare ‘
– Ci ha pensato ma l’hai visto? No, vuole che sia con un bell’uomo come te, una cosa da ricordare per la vita. Papà, per favore”’. ‘
Non avevo mai saputo dire di no troppo a lungo ai miei figli, né avevano mai insistito così tanto come ora Stefania. Il culetto di Adele mi ingolosiva ma c’erano altri problemi a cui pensare. Non avrei mai rischiato il mio matrimonio, specie ora che aveva preso una piega tanto positiva, per una cagnetta in calore.
– E tua madre? Ci pensi se lo scopre? Ti pare giusto che io l’inganni? Con te &egrave stata una cosa, con Adele sarebbe tradimento vero e proprio ‘
– Non lo scoprirà mai, e non sarebbe tradimento vero e proprio. Tu l’ami e continuerai a amarla, sarebbe solo”’. Una scopata casuale. Papà, ti prego’.. ‘
Alla fine mi prese per stanchezza, lo sguardo supplice mi intenerì, o almeno voglio darmi questa scusa perché probabilmente fu il rivedere nella mente il suo culetto in costume a farmi cedere.
– Va bene, ne riparliamo, però dille di smettere con gli sms, potrebbe leggerli Monica e allora ti saluto segretezza. ‘
– Grazie papà, ti adoro. ‘
Con un bacio salì in camera sua proprio mentre rientrava Monica.
Gli sms smisero di arrivare, Stefania di chiedermi di decidere, sapeva che l’avevo già fatto. Restava il problema di come ‘consumare’ la cosa. Trovò lei la soluzione quando annunciai alla famiglia che sarei dovuto andare due giorni a Firenze per lavoro. Subito chiese di accompagnarmi per visitare la città e di portare con se un’amica per farle compagnia mentre ero impegnato.
Detto e fatto, il pomeriggio successivo partimmo in treno io, Stefania e Adele direzione Firenze.
Scendemmo all’Hotel XXXXXXXXX, una doppia per loro e una doppia uso singolo per me. Appena lasciate le valige in camera andammo a cenare e poi a dormire vista l’ora tarda. Il giorno dopo io sarei andato in Sede al lavoro, loro a spasso per la città e ci saremmo ritrovati la sera per cena. La notte Adele sarebbe stata accontentata. Suggerii a Stefania di prepararla nel pomeriggio come facemmo per lei e le lasciai andare a zonzo.
Lavorai con la mente distaccata, la mia testa era tesa alla serata che mi attendeva, dandomi continuamente dello stupido per aver accettato e contemporaneamente sistemandomi l’affare nei pantaloni che iniziava a ergersi al pensiero.
Consumammo una cena veloce in un buon ristorante nei paraggi di S. Maria Novella e tornammo subito in albergo. Le ragazze vennero nella mia camera, adiacente alla loro. In ascensore saltellavano entrambe eccitate tenendosi per mano.
Entrati in camera corsero a sedersi sul letto e Adele subito mi chiese:
– Allora come facciamo? Come mi devo mettere? ‘
– Beh, prima dovresti spogliarti e tu, Stefania, sarebbe il caso che torni nella tua camera ‘
– NO ‘ mi risposero all’unisono, poi proseguì Adele:
– No, voglio che sia presente per darmi coraggio. Mi ha spiegato che può fare un po’ male all’inizio, con lei presente riuscirò a rilassarmi. Ti prego Arturo ‘
Acconsentii, tanto ormai:
– Va bene, però tu Stefania ti metti sulla sedia e resti seduta fino alla fine, mi capisci? ‘
Mi riferivo a quando sua madre l’aveva aiutata nella baita, non volevo avere altri contatti con lei.
Annuì con aria triste e si mise su una poltroncina a due metri dal letto.
– Spogliati ‘ intimai a Adele mentre mi toglievo la giacca per spogliarmi a mia volta.
Fece in un lampo, la maglietta leggera finì sulla scrivania subito seguita dal reggiseno, dai pantaloni e dagli slip. Mi apparve in tutta la sua bellezza. Alta, longilinea, ben proporzionata. Fece un giro su se stessa con fare vezzoso per mostrarmi ‘l’intera mercanzia’ poi sedette sul letto mentre io finivo di togliermi i boxer. Allargò le labbra in una O muta vedendomi nudo, il pene ancora in fase di crescita.
– Ma” c’entrerà davvero? Mi farai male? ‘
Pareva la scena di un film già visto:
– Farò piano e se collaborerai sentirai poco dolore e tanto piacere. Però attenzione, non so se te l’ha detto Stefania, potresti essere una di quelle che non apprezzano il coito anale, in questo caso basta che tu mi dica di fermarmi e io lo farò. Dipende molto da te e da come riuscirai a rilassarti. ‘
Adele ora sembrava impaurita, dove prima cercava di apparire una donna sicura di se vedevo la ragazza intimorita. Mi faceva quasi tenerezza. Per rilassarla la feci scorrere sul letto e aprire le gambe vincendo una piccola esitazione. Davanti a me avevo la sua micina, depilata tranne una striscia sottile e corta di peli che le attraversava il monte di venere fino a poco sopra il clitoride. Sentii odore di camomilla, si era veramente preparata nel pomeriggio insieme a Stefania. Allungai la lingua verso quelle piccole labbra e le contornai leccando fino a giungere al clitoride, minuscolo lì dove le labbra si uniscono. Piccolino, quasi un semino, si ergeva come un piccolo capezzolo. Mi dedicai a leccarlo e succhiarlo fino a quando la sentii gemere Sotto il mio mento la vagina si stava bagnando sempre più. Insistetti con la lingua insinuandola tra le labbra e Adele si agitò sotto di me. Afferrandola per le cosce la tenni ferma e mi dedicai completamente alla sua micina fino al suo orgasmo che mi bagnò abbondantemente le labbra. Adele pareva sfinita, abbandonata sul letto emetteva ancora piccoli gemiti. Alzando la testa vidi che Stefania nel frattempo si era spogliata e, guardandoci, si stava masturbando. Non le dissi nulla, facesse quel che voleva. Ora toccava a me prendere soddisfazione, la mia erezione me lo imponeva prepotentemente. Salii sul letto stendendomi al suo fianco, la girai di lato e da dietro portai una mano al suo seno e una alla sua micina baciandole il collo. Presto Adele si riaccese sospirando forte. La masturbai a lungo bagnandole intanto il buchino con i suo stessi succhi. Ogni tanto premevo con il dito, senza forzare, girandolo in tondo fino a quando, l’ennesima volta, sentii l’anello cedere e la mia falange sprofondare in lei. Adele gemette senza reagire, spinse ansi il bacino verso di me. Abbandonai il suo seno e con la mano scesi al ventre per continuare a masturbarla mentre l’altra mano era dietro, tra le sue natiche. Lavorai entrambi i buchi dell’amore con pazienza, stimolandola davanti e guadagnando millimetri dietro. Mentre lo facevo il mio cazzo mi faceva quasi male per quanto era diventato duro, però dovevo resistere ancora un poco. Finalmente l’intero dito fu dentro di lei e ogni movimento strappava a Adele gemiti che non parevano di dolore. Insistetti muovendo il dito in senso circolare, sentendo il muscolo contrarsi ritmicamente intorno a esso. Poi non resistetti oltre, tolsi il dito e glielo appoggiai al buchino. Pizzicandole piano il clitoride diedi la prima spinta trovando resistenza. Le parlai all’orecchio dolcemente, piano, per farla rilassare, senza smettere di stimolarla e spinsi ancora ottenendo di entrare un poco in lei. La sentii irrigidirsi, i muscoli sfinterici contrarsi intorno al mio cazzo. Blandendola e accarezzandola riuscii a farla rilassare di nuovo. Un’ulteriore spinta mi fece entrare ancora un poco. Mi fermai per farla abituare sempre accarezzandole il clitoride e mettendole un dito davanti. Rimasi fermo un minuto e sentii Adele tremare. Sì, stava veramente tremando incontrollabilmente. Stavo per tirarlo fuori temendo di farle male quando la sua mano si sovrappose alla mia e la scostò per carezzarsi freneticamente lasciandomi con le dita dentro di lei. Dalle sue labbra sentivo uscire un mormorio ininterrotto che faticai a comprendere:
– Sì, sì, sì, sì, sì, sì, –
Affondai il viso trai i suoi capelli posando baci ovunque potessi arrivare e spinsi ancora un poco. L’anello di muscoli ora non stringeva molto, l’ingresso era agevole. Provai a muovermi ritraendomi e riaffondando lentamente e Adele continuò a tremare. I suoi gemiti si fecero più forti, incomprensibili ma erano chiaramente di piacere e non di dolore. Mi mossi ancora, sentivo l’urgenza salirmi dentro. Afferratala per le anche spinsi osando di più senza che Adele si opponesse.
Improvvisamente sentii il letto affondare dalla sua parte. Alzata la testa vidi Stefania che era salita sul letto e si era adagiata di fronte a lei. La sua mano venne a scacciare la mia che ancora affondava le dita nella micina di Adele. Non la contrastai, anzi, ne approfittai per afferrarla più saldamente e muovermi, ora, con forza senza più trovare resistenza. Strinsi i denti, le sensazioni che mi dava quel culetto mi fecero girare la testa. Avanti e indietro, avanti e indietro, sempre più forte, sempre più veloce.
Adele sembrava impazzita. Urlò, tanto che dovetti metterle una mano sulla bocca per timore la sentissero in tutto l’albergo. Lei abbracciò Stefania stringendola forte a se, abbassando la testa sulla sua spalla. La testa di Stefania, sopra quella di Adele, era vicinissima alla mia. Non so se Adele la stesse toccando a sua volta o facesse da sola ma sentivo anche i suoi gemiti e quando non più capace di resistere uscii da quel meraviglioso buchino strofinandomi sulla sua schiena mentre la bagnavo copiosamente, avvertii le labbra di Stefania riempirmi di baci la fronte sudata.
Aprii gli occhi al suono della sveglia del cellulare, ancora abbracciato a Adele. Anche lei si svegliò e giratasi mi baciò teneramente.
– Grazie Arturo, lo sapevo che con te sarebbe stato bello ‘
Non le risposi, non c’era nulla da dire. Anzi sì, sentivo il ventre impiastricciato, così come lo era la sua schiena, dal mio seme. Stefania non si vedeva, doveva essere tornata nella sua stanza.
– Vai a farti una doccia e chiama Stefania, io mi faccio una doccia veloce e ci vediamo giù per colazione. ‘
Scesi dal letto e andai in bagno lasciando Adele tornare di là. Lavandomi ripensavo alla notte appena trascorsa. Mi sentivo un po’ in colpa nei confronti di Monica però era stata una nottata fantastica. Il mio ego sventolava la sua bandiera sul pennone più alto. Non solo ero stato ‘scelto’ da una ragazza nonostante la mia età non più verde, mi aveva anche ringraziato.
Misi da parte velocemente i pensieri, rischiavo di fare tardi al lavoro. Feci colazione velocemente e diedi appuntamento alle ragazze per la sera, l’ultima che avremmo passato insieme a Firenze.
La giornata volò, il lavoro fu facile e senza troppe complicazioni, e mi ritrovai di nuovo nell’hotel a attendere che le ragazze scendessero per andare a cena.
Fu molto bello camminare per le vie storiche di Firenze al braccio di due belle ragazze che si stringevano a me affettuosamente, una per parte. Stessa cosa al ristorante. Credo di aver attirato l’invidia di tutti i maschi che ci videro. Infine rientrammo in albergo. Mi fermai nella hall per saldare il conto raccomandando alle ragazze di andare subito a dormire perché al mattino ci saremmo dovuti alzare presto.
Mi attardai al bar per un amaro e poi salii in camera. Appena entrato mi tolsi la giacca, sciolsi la cravatta e mi diressi verso il bagno. Non feci in tempo a entrare, da lì uscirono Adele e Stefania completamente nude.
– Ragazze, che intenzioni avete? Guardate che non se ne fa niente, ieri sera &egrave stato quel che &egrave stato ma oggi no ‘
– Ti voglio ringraziare Arturo. Ieri sei stato proprio come speravo. Dolce e premuroso, e mi hai fatto godere tantissimo ‘
– Va bene, ma il patto era solo per ieri sera. Oggi basta, si torna alla vita normale. Cerca qualche ragazzo della tua età. Io sono stanco e voglio dormire. ‘
Intervenne Stefania:
– Papà, ma veramente vuoi rifiutare questa bella ragazza che ti si offre? Guardale i seni che meraviglia che sono, e la micina? E’ da mangiare di baci ‘
E mentre lo diceva accarezzò i seni di Adele facendole inturgidire i capezzoli, poi con la mano scese tra le sue gambe. Adele l’accolse con un sospiro protendendo la mano a carezzarla a sua volta.
– Ragazze smettetela, non dovete fare questo ‘
– Perché papà? Lo abbiamo già fatto altre volte, quando ci sentiamo sole ci coccoliamo tra di noi. Che c’&egrave di male? Vuoi dire che non ti eccita vederci? ‘
Stavo cominciando a sudare freddo, due splendide ragazze si toccavano vicendevolmente davanti a me, nei calzoni il mio pene stava già reagendo.
– No ragazze, smettetela, se proprio volete andate in camera vostra. ‘
Adele mi si avvicinò mettendomi la mano sulla patta, carezzevole, i seni poggiati sul mio petto, la voce ridotta a un sussurro che prometteva mille delizie.
– Lasciati andare Arturo, voglio ringraziarti e abbiamo solo questa notte. Lasciati andare ‘
No, non potevo resistere, la mano mi carezzava l’erezione ora manifesta, sul petto sentivo i seni premere morbidi, la bocca invitante si avvicinava alla mia. Non resistetti, accettai le sue labbra sulle mie, la sua lingua guizzante e la strinsi a me. La sua pelle pareva scottare. Infoiato la tirai verso il letto facendovela cadere, io sopra continuando a baciarla. Si divincolò rovesciandomi e venendomi sopra. Piano scivolò verso il basso aprendomi la camicia, slacciandomi i calzoni fino a tirarli via. Indi risalì arrivando ai boxer che si affrettò a far scendere liberando il mio pene completamente eretto. Accovacciata sopra di me prese a lambirmi, usando la lingua come una spatola, in lunghe leccate dalla base alla punta che fece poi scomparire tra le sue labbra.
Mi godevo quel pompino fantastico, quando mi resi conto che c’era qualcosa che non andava, le mani su di me erano troppe, e se il glande era tra le labbra di Adele di chi era la lingua che sentivo sull’asta? Abbassai lo sguardo vedendo due teste chine su di me. Sobbalzai e mi sottrassi velocemente alzandomi a sedere sul letto.
– STEFANIA NO! ‘
Dissi a voce troppo alta. La piccola si era unita alla sua amica ma non doveva, non poteva.
– Dai papà, mi eccito troppo a guardarvi, fatemi partecipare ‘
– No! Non se ne parla. Sei mia figlia ‘
– Dai papà, l’abbiamo già fatto, cosa importa una volta in più o meno. Non mi basta toccarmi da sola. Dai papà, &egrave l’ultima volta, ti prego ‘
Stefania mi pregava e conoscevo quel tono di voce capriccioso, di quando si metteva in testa una cosa e la perseguiva a oltranza. Era successo così anche la prima volta e mi pentivo di aver acconsentito. No, questa volta non avrei ceduto.
– No, anzi, tornatevene tutte e due in camera vostra, questa storia deve finire e finisce qui, ora ‘
Mi ero alzato dal letto deciso a cacciarle. L’ira verso Stefania mi aveva fatto passare il momento di debolezza con Adele. Quest’ultima decise per tutti e tornai morbida cera tra le sue mani.
Alzatasi dal letto mi abbracciò ancora vincendo la mia (devo ammetterlo, poca) resistenza. Ancora sentii il suo seno sul mio petto, ancora la sua voce fu una carezza alle mie orecchie.
– Tranquillo Arturo, a Stefania ci penso io, tu dedicati solo a me. Ti voglio Arturo, voglio sentirti dentro di me ‘
La sua mano era tornata a impadronirsi del mio pene facendogli riguadagnare la perduta rigidità.
– Stenditi sul letto Stef, ci pensa la tua Adele a te ‘
Stefania obbedì e Adele salì sopra il letto prendendola per le cosce, spalancandogliele e chinandosi tra esse con la testa. Davanti a me avevo quel sederino sodo che tanto bene avevo conosciuto la sera precedente. I miei buoni propositi andarono a farsi benedire vedendo il culetto invitante e, poco oltre, Stefania che già mugolava carezzandosi i seni sotto la lingua di Adele.
– Dove lo vuoi? ‘
Chiesi, sperando in una risposta che non venne:
– Dietro no, mi dà un po’ fastidio ‘
Bene, avrei conosciuto la fighetta di Adele. La vedevo aperta davanti a me, appena sotto quel buchino ora negatomi. Con le dita la cercai accarezzandola piano, entrandole dentro prima con una e poi con due. L’eccitazione cresceva in tutti e tre, presto anche Adele mugolò, mugolii soffocati dalla micina di Stefania eppure ben udibili. Non ce la facevo più, dovevo prenderla.
Mi accostai in ginocchio appoggiandoglielo alle labbra, la presi per i fianchi e spinsi deciso.
Mi sembrò di entrare in un forno tanto era calda. Bagnata e accessibile entrai fino in fondo, fino a quando la pelle del mio ventre incontrò la sua. Adele reagì con quel che mi parve un singhiozzo, continuando a leccare Stefania. La scopai così, spingendo forte, sempre più forte, più veloce, nella frenesia del mio orgasmo che sentivo montare dentro di me. Le ragazze gemevano all’unisono. Stefania ebbe un orgasmo senza che Adele smettesse la sua azione, stretta tra le cosce che lei le aveva serrato intorno per poi riaprirle e concedersi ancora a quella linguetta prepotente. Adele prese a ansimare scuotendosi tutta, lanciando piccole urla appena soffocate dal bavaglio di carne, godette con me che la scopavo con furia stringendo i denti. Mancava veramente poco e non sapendo se Adele fosse protetta, con l’ultimo barlume di lucidità, uscii da lei per cospargerle la schiena, quasi subito, con gli schizzi del mio piacere, spinti dalla mia mano che stringeva forte il mio pene.
Mentre mi sdraiavo sul letto, di lato, sentii Stefania gemere forte nel suo secondo orgasmo, inarcando il bacino e tirando a se la testa di Adele quasi a volerla far entrare in lei.
Poi le ragazze si sciolsero dall’abbraccio, finiti i brividi del piacere ci addormentammo con me al centro e loro due ai lati, la testa appoggiata al mio petto.
Pensai pochi secondi prima di cedere a Morfeo. Quel che era successo era stato bellissimo anche se sbagliato. Però può una cosa bella essere sbagliata? Con quella domanda mi addormentai sereno.
Al mattino dopo, con le occhiaie, in fretta e furia lasciammo l’albergo e in taxi andammo in stazione riuscendo a prendere il treno per un pelo.
Il salottino del Frecciarossa era comodo. Contavo di rilassarmi leggendo un quotidiano per tutto il viaggio che avrebbe richiesto meno di due ore ma non avevo fatto i conti con le due ragazze. Sedute di fronte l’una all’altra, appoggiate al tavolinetto centrale, parlavano tra loro a bassa voce lanciandomi ogni tanto, ora l’una ora l’altra, uno sguardo che andava dal divertito all’interrogativo.
Adele era seduta di fianco a me, lato corridoio, e mi si appoggiò alla spalla parlando vicino al mio orecchio:
– Grazie ancora Arturo, &egrave stato bellissimo. Me lo darai ancora se te lo chiedo? ‘
La sua mano era sul mio inguine, carezzevole. Guardai impaurito di lato. Per fortuna la quarta poltroncina era vuota e così i posti dall’altro lato del treno, gli schermi in cristallo ci garantivano una certa privacy rispetto ai salottini adiacenti.
– Smettila Adele, il gioco &egrave finito. Hai avuto quel che volevi. Basta. ‘
Cercai di allontanarle la mano con scarsi risultati, come la lasciavo tornava a posarsi sulla mia patta, stringendo e lisciando. Ci misi una mano sopra, sicuramente ridicolo agli occhi di Stefania che ci guardava sorridente, e Adele mise la sua mano sopra la mia, facendo forza cosicché fosse la mia mano a massaggiarmi.
Stefania volle dire la sua:
– Papà, tu piaci a Adele, vuole solo dimostrartelo. Vuoi dire che lei non ti piace? Che non ti &egrave piaciuto stanotte e l’altra? ‘
Stefania mi guardava fissa negli occhi, improvvisamente seria, il tono di voce era’ cattivo. Capii che non era una domanda qualsiasi, però le implicazioni mi spaventavano. Decisi di rispondere sinceramente.
– Adele &egrave bellissima, lo sai tu e lo sa lei, e queste due notti sono state fantastiche. Non mi piace il modo in cui si &egrave comportata e si comporta lei, e soprattutto tu. Tu che sei mia figlia, che prima mi hai costretto’. Sì, in pratica mi hai costretto, anche se mi prendo la mia parte di responsabilità avendo accettato, a fare quel che ho fatto con te, e poi mi hai ceduto, ceduto come un oggetto alla tua amica. Un giorno capirai quanto di sbagliato c’&egrave in tutto questo. Mi &egrave piaciuto tantissimo, sia con te che con lei, non lo nego, però sono stati due episodi singoli”. Che non si ripeteranno ‘
Misi nell’ultima frase quanta più durezza potei. Adele era ammutolita, Stefania rimaneva seria e silenziosa.
Tornai alla lettura del quotidiano, distratto dal rumore, due minuti dopo, che fecero le ragazze scambiandosi di posto. Stefania si sedette accanto a me prendendomi per un braccio:
– Papà, scusami, ero arrabbiata con te per ieri sera, perché mi hai respinta. Volevo provare ancora quelle sensazioni e tu”. Perché non hai voluto? Due ragazze belle e giovani come noi ti si offrono e tu le respingi? Credevo che voi uomini foste felici di occasioni del genere. ‘
– Piccolina ‘
Iniziai col tono che usavo con lei quando era bimba, affettuoso, protettivo”paterno.
– Voi siete due splendide ragazze e farete la gioia di ogni uomo che vi avrà, però se pur mature sessualmente non lo siete ancora sentimentalmente. Certe cose possono sembrare strane, forse lo sono veramente nella società di oggi, ma &egrave così che io la penso. Un giorno lo capirai e mi darai ragione. Hai Luca che ti adora, pensa a lui, dovete frequentare vostri coetanei, non pensare a ‘vecchiacci’ come me ‘
– Anche se quei vecchiacci ci fanno impazzire di piacere, molto più dei nostri coetanei? Anche se quel vecchiaccio”. sei tu? Papà, ti voglio bene, lo sai, cosa c’&egrave di male se facciamo certe cose? Io”” –
Non so cosa volesse dire. La interruppi con stizza:
– BASTA STEFANIA! ‘
Abbassai subito la voce guardando intorno per vedere se qualcuno ci osservava.
– Maledizione, non ti rendi conto in che posizione mi metti? Pensi sia facile per un uomo resistere a certe offerte? Non lo &egrave, tu pensi solo all’oggi, io penso anche al futuro e questa storia deve finire qui. E’ meglio per tutti. Pensa a Luca e smettila di tormentarmi –
Ripresi il quotidiano con gesti affettati e finsi di concentrarmi sulla lettura ignorandola. Stefania parve ritirarsi in se stessa.
Mi era dispiaciuto mortificarla ma doveva capire che doveva finirla. Dentro di me la voce della coscienza mi diceva:
– e tu devi smetterla di guardare i seni di Adele ‘
Stefania mi prese alla lettera, appoggiò i gomiti al tavolino e china in avanti, verso Adele, si mise a parlare con lei di Luca.
Sentivo distintamente quel che dicevano e definire ‘sconci’ quei discorsi era riduttivo.
Il risultato fu che quando arrivammo a destinazione, dal treno al taxi mi fu molto utile la ventiquattrore per nascondere un’evidente erezione.
A casa fu come se quei due giorni non fossero mai esistiti. Purtroppo le due ragazze decisero di ‘sfidarmi’, nel senso che Adele prese a frequentare quotidianamente casa nostra per cui quando rientravo dal lavoro era diventato normale trovarla a cena con noi.
Monica era contenta di questa amicizia di Stefania, non sapeva quanto era successo e soprattutto non sapeva che dalle due ricevevo chiari messaggi di stampo sessuale a ogni minima occasione. Adele alle spalle di Monica, affinché non la vedesse, si prendeva le tette in mano guardandomi, se le incrociavo in corridoio le due si abbracciavano e baciavano e poi mi guardavano invitanti, appena Monica usciva dal salone Adele o entrambe si sollevavano le magliette per mostrarmi i seni scoperti. Andavo al bagno e subito sentivo bussare dietro di me e quando uscivo una delle due, per entrare, mi si strusciava contro quasi non ci fosse spazio Etc. Etc.
Una continua provocazione che cercai di evitare evitando loro. Andando al bagno al piano di sopra, restando sempre vicino Monica e muovendomi con lei quando si muoveva, uscendo dalla stanza per una qualsiasi destinazione se vedevo di star restando solo con loro.
Monica se ne accorse presto e mi chiese se avessi qualche problema con le ragazze. Mentii inventandomi che mi sentivo in colpa per la sera alla baita e quindi ero in imbarazzo con Stefania. Mi credette dandomi un buffetto bonario e dicendo qualcosa sul latte versato.
Però la provocazione continuava. Per fortuna trovai un alleato inatteso in Stefano.
Adele gli piaceva. Vedersela giornalmente gironzolare in casa in costume o vestitini estivi lo spinse a ‘intromettersi’. Così quando c’era Adele non ero più da solo. Stefano s’impegnava a fare il ‘simpatico’ per attrarne l’attenzione ricavando solo espressioni di fastidio dalle due che vedevano intralciato il loro tormentarmi. Io invece lo ringraziavo in cuor mio coinvolgendolo quando potevo. Il suo intervento sfociò in un qualcosa che seppi solo dopo.
Stefano stava rientrando dopo l’ennesima uscita con Giuseppina. Erano stati a una festa e come sempre, riaccompagnandola, si erano fermati lungo la strada per una torrida sessione di sesso.
Allegro e soddisfatto entra in casa e va subito a farsi una doccia. E’ solo, i genitori sono fuori con gli zii. Si spoglia lanciando gli abiti dappertutto nella sua stanza e va in bagno canticchiando sotto la doccia. Si asciuga senza fretta e ancora umido, con l’accappatoio, torna nella sua camera. Nel corridoio sente dei rumori nella camera della sorella, dei suoni che non sa se siano gemiti o rantoli. Pensa subito al sesso ma sa che Luca non può essere, l’ha lasciato alla festa alle prese con una loro amica. Che Stefania si senta male?
Timidamente bussa alla porta:
– Stef, stai bene? ‘
Non ottiene risposta. Non si odono più suoni.
– Stef sono io, stai bene? ‘
Lo ripete alzando un po’ la voce. Si spaventa quasi per la sorella e d’istinto apre la porta e entra veloce.
Davanti ai suoi occhi c’&egrave il letto di sua sorella, vede chiaramente una figura sotto le lenzuola da cui spuntano solo i capelli e gli occhi, vicino c’&egrave Stefania, con le tette esposte e l’aria incazzata.
– Che cazzo vuoi, chi ti ha detto di entrare? ‘
Stefano &egrave imbarazzato, cerca di giustificarsi:
– Scusami Stef, ho bussato, ho chiamato, pensavo stessi male e ”.. ‘
Tace all’improvviso, ha riconosciuto la figura sotto le lenzuola, gli occhi l’hanno tradita:
– ADELE???? ‘
– FATTI I CAZZI TUOI! VATTENE! ‘
Stefania gli urla contro inviperita. Stefano d’istinto correrebbe via obbedendo alla sorella, però lì c’&egrave la ragazza che gli piace, a cui ha dedicato più di un pensiero. Sapere che quelle due sicuramente stavano facendo sesso lo intriga, gli provoca movimenti sotto l’accappatoio, gli fa resistere all’istinto di scappare e, anzi, si avvicina al letto.
Stefania salta fuori come una furia, incurante della sua nudità si avventa contro il fratello insultandolo. Stefano l’afferra per le braccia per fermarla e così si apre l’accappatoio mostrando il suo pene in via di completa erezione che subito viene a contatto col pancino di Stefania che neanche se ne accorge nel suo tentativo di aggredirlo.
Si bloccano girandosi sentendo una risata roboante venire dal letto:
– AH AH AH AH AH, guardatevi, Oddio muoio AH AH AH AH AH ‘
A Adele guardandoli &egrave venuta la ridarella, &egrave passata dallo spavento a quella risata incontrollabile che ti prende senza poterla frenare a prescindere dal momento e dall’effettiva ilarità della situazione.
Entrambi la guardano stupiti smettendo di lottare. Facendo mente locale realizzano ciò che lei sta vedendo, loro due a braccia sollevate, lei nuda, lui con l’uccello che spunta dall’accappatoio puntando come un missile verso di lei, quasi un ponte di carne tra i due corpi.
Iniziano a ridere anche loro, senza riuscire a fermarsi se non quando, quasi senza forze, si buttano sul letto, ma basta uno sguardo tra di loro e riprendono tutti a ridere fino a che non ne possono più.
E’ Stefano il primo a parlare:
– Scusa Stefania, avevo sentito dei versi e temevo ti sentissi male, poi quando non hai risposto sono entrato impaurito e’. invece’. ‘
Stefano parla guardando la sorella ma soprattutto Adele che ora ha il seno scoperto, visibile in tutto il suo splendore. L’erezione che si era calmata ora torna prepotente e l’uccello svetta alla vista di tutti fuori dall’accappatoio aperto.
Stefania se ne accorge, risponde ancora ridacchiando:
– Sei un porco, dici di essere venuto in mio soccorso e poi stai lì col cazzo duro ‘
E giù risate di tutti e tre, retaggio delle precedenti.
– Vorrei vedere te se fossi un uomo davanti a tutto questo ben di Dio. Adele ha due seni da sballo. ‘
Adele, chiamata in causa, si copre. Il complimento le ha fatto piacere ma il pudore naturale la spinge a mettere il lenzuolo tra se e gli occhi avidi di Stefano.
– Ah sì? E vuoi dire che io completamente nuda ti sono indifferente? ‘
Stefania lo dice con tono falsamente irato, poi realizza e si butta sotto le lenzuola anche lei coprendosi.
Stefano resta lì dispiaciuto, inizialmente aveva badato più alle tette di Adele che a sua sorella, però il vederla totalmente nuda per la prima volta &egrave parte della sua eccitazione.
– No &egrave che” –
Le due ragazze ridono di lui guardandogli alternativamente il pene che ancora &egrave in piena vista e il suo viso imbarazzato. Gli occhi sono però avidi. Stefano &egrave un bel ragazzo, &egrave anche fornito bene, non sono insensibili a questo.
Stefano si copre di scatto e si mette a ridere anche lui. L’atmosfera torna rilassata. Sembrano tre amici che discutono amabilmente tra loro. E’ però l’argomento che esula da una normale conversazione.
Stefania si abbraccia le ginocchia col lenzuolo sopra, &egrave nuda ma solo Adele, di lato, può vedere qualcosa di lei.
– Che ci fai a casa Stefano? Pensavo fossi uscito con Giuseppina e che saresti rientrato tardi ‘
– Beh, non &egrave presto, solo che la festa stava diventando un po’ palla e così siamo andati via e l’ho riaccompagnata a casa ‘
– Subito? O vi siete fermati a’. parlare? ‘
Stefania &egrave ironica ma di un’ironia affettuosa. Vuole bene al fratello e &egrave contenta che abbia la ragazza, specialmente perché così i loro rapporti sono tornati normali, senza quella morbosità che per un breve periodo li aveva caratterizzati.
– Ci siamo fatti una’. chiacchierata in auto prima di lasciarla”’ come sempre ‘
– Ah, e come chiacchierata non deve essere stata tanto soddisfacente visto come sei ancora adesso ‘
Stefania continua a punzecchiarlo indicando col mento l’evidente erezione di lui sotto l’accappatoio.
Adele ascolta i due gemelli parlare tranquillamente di quelle cose. Sa tutto, Stefania gli ha raccontato ogni cosa sfogandosi con lei, la sua migliore amica, compreso il pompino fattogli e il modo in cui &egrave riuscita a far mettere insieme Stefano e Giuseppina. Gli ha raccontato nei particolari anche quel pomeriggio di sesso sul lettino della piscina. Un’idea strana le si presenta alla mente: con Stefania ha condiviso la curiosità per le nuove esperienze, curiosità che si &egrave tolta con lei e grazie a lei. Con Stefania condivide anche il rimpianto di non aver provato le stesse sensazioni col suo ragazzo, tanto che pensa di cercare qualcuno come Arturo. E se’. Stefano non &egrave Arturo, &egrave giovane ma pare aver fatto molta esperienza con Giuseppina.
Lo guarda meglio, &egrave un bel ragazzo, un po’ le piace. Sono tutti e tre nudi sul letto, coperti ma basta poco. La presenza di Stefania non la inibisce, fa sesso con lei ogni tanto, l’hanno già fatto insieme con Arturo, e poi non ha fatto anche lei un pompino al fratello? Più ci pensa più l’idea la prende. L’entrata di Stefano ha bloccato entrambe vicine all’orgasmo e ora Adele si sente eccitata nuovamente.
Allunga una mano sotto il lenzuolo e accarezza la coscia di Stefania, la posizione non le consente di raggiungerle la micina senza farsene accorgere da Stefano, però basta quel contatto a farla guardare velocemente da Stefania con sorpresa.
Stefano non si accorge di niente e risponde a Stefania:
– Soddisfacente lo &egrave stata, credimi, Giuseppina non si risparmia e non mi nega nulla. Però il vedervi’. così, sapere che pochi minuti fa stavate leccandovela. Lo fate spesso? ‘
Stefano &egrave curioso, dei rapporti saffici sa per sentito dire, non ha mai conosciuto qualcuna che li praticasse, o almeno che lo confessasse, e ora ha scoperto sua sorella con la sua amica. La cosa lo eccita e ha ancora in mente le tette di Adele sopra il lenzuolo. Vorrebbe approfittare della situazione ma non sa come.
– Ehy ragazzino, fatti un po’ gli affari tuoi. ‘
Adele lo dice con tono scherzoso e provocatorio insieme, forse &egrave l’occasione per concretizzare la sua idea.
Stefano si risente un po’, risponde con tono burbero:
– Però anche le cose tra me e Giusi sono affari miei no? ‘
Stefania guarda alternativamente i due. La carezza di Adele l’ha sorpresa piacevolmente, non vede l’ora che Stefano vada via per riprendere dove erano state interrotte. Eppure c’&egrave qualcosa nell’aria, percepisce una tensione che si &egrave creata. Non sa dove vuole andare a parare Adele.
Questa fa la proposta che voleva, lo fa con tono quasi disinteressato ma &egrave sulle spine per la risposta.
– E’ vero. Allora diciamo che se tu rispondi alle nostre domande noi risponderemo alle tue. Ci stai? ‘
– Aspetta, che significa rispondere alle domande? Io so già tutto e poi non ho voglia di raccontargli così le nostre cose ‘
Stefania si ribella, non le pare il caso di confidarsi col gemello per quanto gli voglia bene. Sente la carezza di Adele farsi più insistente.
– Dai, &egrave come il gioco delle verità, tanto che c’&egrave da nasconderci. E poi a lui piace, guarda com’&egrave ancora ‘teso. Comincio io dicendoti che non ce la stavamo leccando, almeno non ancora, quando sei entrato con la delicatezza di un uragano ci stavamo solamente toccando l’un l’altra. Lo facciamo ogni tanto, quando ci viene voglia di giocare tra di noi. E tu, tu ogni quanto lo fai con Giuseppina? ‘
Adele si stringe a Stefania, l’abbraccia da una posizione arretrata sul letto, le appoggia il mento sulla spalla e guarda Stefano il quale non può vedere che ora la mano di Adele &egrave sulla micina di Stefania. Solo appoggiata, senza muoversi, messaggera però di un contatto più profondo.
Stefano si riscuote, sentire Adele parlare così liberamente, chiedere particolari intimi lo eccita maggiormente. Le due ragazze sono vicine, paiono un corpo unico, Stefania ancora sconcertata ma Adele attende una risposta.
– Beh, praticamente ogni volta che ci vediamo, capita anche più volte al giorno, appena riusciamo a stare un po’ da soli dovunque capiti’
– E cosa fate con esattezza, prendi tu l’iniziativa o la prende lei? ‘
– Aspetta, tocca a me fare una domanda ‘ protesta Stefano. Adele annuisce con la testa accordandogli il turno.
– Io, beh, di Stefania so che le piacciono anche gli uomini, ma tu? Ti piacciono solo le donne o anche” –
– Anche’. Te l’ho detto, giochiamo tra di noi quando ci va. Ora tocca a te: di solito cominci tu o lei? ‘
– La prima volta ha fatto praticamente tutto lei, adesso la maggior parte delle volte io ma anche lei ogni tanto ‘
– E cosa fate di preciso?
Toccherebbe a Stefano porre la domanda, però ora non ci bada. Vede Adele col viso curioso di fianco a quello di Stefania che invece sembra incantata, gli occhi liquidi e persi. Non vede sotto le lenzuola la mano di Adele appoggiata al pube di Stefania, il palmo che preme il monte di venere e spinge sul clitoride, indice e anulare che separano le grandi labbra e il medio che poggia leggero sulle piccole carezzandole.
– Tutto ti ho detto, ogni cosa ‘
– Cio&egrave glielo metti anche nel culetto? E lo fai ogni volta? ‘
– Sì, a me piace molto e glielo chiedo spesso, e lei non rifiuta mai ‘
– Immagino che tu sia un esperto allora ‘
– Beh, mi ha insegnato lei e ora credo di saperci fare. Non si &egrave mai lamentata, anzi ‘
– Adele’.. non so, mi pare un azzardo ‘
Stefania si &egrave scossa dal piacere che la mano di Adele, il dito ora &egrave dentro, le procura. Ha capito dove vuole andare a parare l’amica ma non &egrave sicura, aveva fatto tanto per scollarsi di dosso Stefano”. Eppure, eppure vuole ancora provare il piacere della prima volta. Con Luca non ci riesce, forse perché lui deve ancora imparare a farlo bene e ogni volta pare il generale Custer alla carica senza pensare a lei. Può essere che Stefano dia loro ciò che ha rifiutato Arturo?
– Stef, proviamo, io credo che Stefano sarà bravo ‘
Nel dirlo Adele la bacia soffocando un mugolio che incontenibile &egrave uscito dalle labbra di Stefania.
Stefano le guarda attonito. Che sta succedendo a quelle due? Quel movimento che appena s’intravvede sotto il lenzuolo tra le cosce di Stefania pare’. Possibile che mentre parlano”?
Le sue domande hanno subito una risposta. Adele scosta il lenzuolo rivelando il suo corpo nudo e quello di Stefania. La sua mano &egrave ancora sulla micina di lei e carezzandola la sta portando all’orgasmo. Stefania ha chiuso gli occhi assaporando la carezza. Si sta lasciando andare.
Stefano &egrave rimasto immobile, incredulo di quello che sta accadendo sotto i suoi occhi, incerto, ma speranzoso, sul significato delle parole di Adele. Ancora quest’ultima guida le danze.
– Stefano, &egrave bella Stefania vero? Guarda come le piace quello che le sto facendo. E tu non restare così, fammelo vedere. Puoi toccarti se vuoi. ‘
Lui obbedisce all’istante aprendo l’accappatoio. Se lo impugna e si masturba gli occhi fissi sulla mano di Adele, sulla micina di Stefania.
– Mmmmhhhh, &egrave bello sai? Sei messo bene. Guarda la fighetta di tua sorella. Ti piace? Vuoi assaggiarla? ‘
Stefano &egrave come in trance, si china sul suggerimento di Adele, spinge con la testa tra le gambe di Stefania facendole aprire. E’ con la bocca a pochi centimetri dalla mano di Adele che non ha mai smesso di muoversi. Sente il profumo di sua sorella, il suo sentore più intimo. Gli gira la testa, allunga la lingua e tocca le dita di Adele. Lei toglie la mano ma solo per afferrarlo per i capelli e spingerlo giù. Stefano si trova così incastrato tra le gambe di Stefania, la bocca a contatto con la micia. Allunga ancora la lingua, segue il contorno delle grandi labbra, azzarda una spinta sulle piccole, poi la poggia sul clitoride, lo sente duro sotto la punta. Lo stimola con le labbra, lo succhia piano, poi più forte seguendo i gemiti di Stefania che crescono, e più lei geme più lui succhia forte. Sente il corpo di lei tendersi, il mento bagnarsi dei suoi succhi e non smette di succhiarle il clitoride. Ha imparato che non &egrave quello il momento di abbandonarla anche se il cazzo quasi gli duole a contatto con le lenzuola, ansioso di trovare uno sfogo.
Adele guarda Stefania godere e si tocca a sua volta, ha giostrato tutta la situazione proprio per quello e ora &egrave il momento di prendere il suo premio. No, non ancora, ancora qualche secondo, il tempo di far scemare il picco orgasmico di Stefania. Brama di sentirlo dentro di se duro, impetuoso, arrogante. Manca poco.
Stefano si solleva e guarda Stefania abbandonata sul letto ancora scossa da spasimi di piacere. Di fianco Adele lo osserva vogliosa masturbandosi. Si gira mettendosi a quattro zampe. La testa all’indietro lo guarda invitante e lui non ce la fa più. Si toglie del tutto l’accappatoio e sale sul letto, si accosta a lei. Strofina un po’ il glande sulle labbra intime di lei e poi preme penetrandola facilmente.
Adele geme, finalmente ha qualcuno che le dà piacere. Assapora il cazzo di Stefano dentro di lei, le sue spinte che la dilatano. Lo sente fino in fondo. Non &egrave ancora quel che voleva inizialmente ma per ora può bastare. Ha bisogno di godere ora. Spinge indietro per farglisi incontro. Di fianco a lei c’&egrave Stefania che giace illanguidita. Si china prendendole un seno con la bocca, succhiandole il capezzolo mentre Stefano la sbatte più forte.
Stringe i muscoli interni per sentirlo meglio e &egrave come una folgore che le parte dal ventre e le scoppia nel cervello. Gode all’istante gridando forte, muovendo le anche intorno al cazzo di Stefano che si muove ora più veloce, alla ricerca del proprio piacere che raggiunge pochi istanti dopo, senza togliersi, riempiendole la micina del suo seme bollente.
Adele l’ha sentito godere, non le importa, prende la pillola e il sentirsi invadere le ha dato altre fitte di piacere. E’ ancora eccitata, &egrave appagata per il momento ma non ancora sazia.
Stefania li guarda dal sotto in su. Il primo orgasmo non &egrave bastato neanche a lei. Vedere Adele scopata da Stefano le ha toccato corde profonde. Non le importa più di chi sia lui. Adele ha voluto tutto questo? Ebbene lo avrà. Non subito. Vede Stefano uscire da lei, il cazzo gocciolante e in fase remissiva. Si fa avanti, lo fa stendere sul letto e gli si china sopra. Lo prende con la mano e lo avvicina alle labbra. Lo conosce già, conosce quel sapore, quell’odore. Ora vuole solo che torni presto turgido e si adopera per questo al meglio delle sue capacità, di bocca e di lingua, succhiando e leccando fino a vederlo di nuovo teso e orgoglioso.
Adele &egrave ancora distesa bocconi, il respiro si sta normalizzando. Stefania si sposta e si china sopra di lei, le allarga le natiche, infila la lingua e le lecca il buchino facendola sospirare. Non ha abbandonato Stefano, lo sega lentamente per tenerlo vivo mentre lecca e inumidisce l’ano di lei. Si bagna le dita e prova a entrare. Prima con uno, poi con due, girandole piano per dilatare il muscolo.
Adele sospira ancora, le piace sentirsi piena in quel modo, però vuole di più. E il di più arriva presto. Stefania tira a se Stefano, lo fa mettere dietro a Adele, tenendoglielo per mano lo punta al buchino e gli dice una sola parola:
– Spingi ‘
Stefano ubbidisce entrando lentamente e inesorabilmente dentro Adele che lo accoglie con gioia. Ora ha quel che desiderava. Non le fa male, Stefania l’ha preparata bene e poi lei lo vuole tanto.
Il piacere che aveva già provato con Arturo la pervade ancora. S’inarca sul letto per andargli incontro, per farlo entrare fino in fondo.
Stefania toglie la mano che ancora separa i due corpi. Ora tocca a Stefano, &egrave lui che deve dimostrare di saperci fare. E lo sa, ha imparato bene con Giuseppina. Il suo primo orgasmo ha allentato la tensione, può gestire al meglio la penetrazione senza fretta, badando a lei, godendosi ogni istante di quella inculata.
E’ contento Stefano, ha sognato spesso il culetto di Adele e ora ce l’ha, in maniera insperata, strana, imprevista ma ora &egrave dentro di lei.
Sente ogni millimetro della mucosa che lo stringe. E’ un piacere delizioso. Comincia a muoversi piano ritraendosi sino a metà per poi affondare ancora fino in fondo. Adele apprezza gemendo, un nuovo orgasmo galleggia già dentro di lei distesa sul letto come una farfalla bloccata da uno spillone. Però non &egrave uno spillone, &egrave il cazzo di Stefano che continua a muoversi avanti e indietro, sempre con lentezza fino al momento in cui &egrave lei a chiedergli di muoversi più veloce, di fare più forte.
Stefano esegue con gioia, anche lui sente un nuovo orgasmo partire da lontano. Stringe i denti, vuole godersi quel culetto sino alla fine.
Stefania li vede, &egrave eccitata anche lei però non vuole masturbarsi, non le basta. Approfitta di Adele lì distesa: le si porta davanti, apre le cosce e le offre la micia da leccare.
Adele non sta capendo più nulla, sente Stefano incularla con forza e gode in continuazione. Affonda la faccia nella micina di Stefania leccando con forza, stringendo forte il clitoride tra le labbra, succhiando con forza. Infila due dita nella micina e le muove circolarmente, col pollice dell’altra mano cerca il buchino di Stefania e lo forza causandole un piccolo dolore subito stemperato dal piacere che riceve dalla bocca.
Tutti e tre stanno galoppando verso il piacere dimentichi di ogni cosa che li circonda. La prima a arrivare &egrave Adele che si accascia tra le gambe di Stefania, le dita conficcate con forza in lei. Subito dopo &egrave Stefano che grida spingendo con più forza, dando gli ultimi colpi per poi stendersi senza forze sulla sua schiena, muovendo appena, ancora, il cazzo dentro di lei mentre schizza nell’intestino il proprio seme. Stefania tocca il cielo con un dito. L’azione combinata di dita, labbra e lingua la fanno partire per il paradiso scuotendosi sul letto in preda alla frenesia orgiastica.
Poi &egrave il silenzio. Nessuno dei tre parla, abbandonati su letto riprendono fiato ancora assaporando il piacere appena provato.
Si riprendono diversi minuti più tardi. Adele si toglie da sotto Stefano, si struscia contro Stefania facendo le fusa come una gatta. E’ soddisfatta:
– E’ stato fantastico, proprio quello che volevo. ‘
Stefano &egrave ancora incredulo sulla fortuna capitatagli. Ha posseduto la ragazza che gli &egrave sempre piaciuta, in un trio inaspettato con la sua gemella la quale ha partecipato attivamente. Vorrebbe fare salti di gioia però vede Stefania seria, il viso porta ancora i segni del piacere ma gli occhi sono duri, pensierosi.
– Cos’hai Stef, non ti &egrave piaciuto? ‘
Al sentirlo Adele guarda anche lei Stefania, le si fa più vicina, le accarezza languidamente la coscia aspettando una risposta.
Stefania sta rimuginando. Ha goduto molto, ha aiutato la sua migliore amica a ottenere quello che voleva. Però ora pensa a Luca, a cui vuole bene ma non &egrave riuscito, finora, a soddisfarla. Pensa a Arturo che le si &egrave rifiutato, Pensa a Stefano, che ha fatto tanto per allontanare eppure”’.. eppure se adesso lui fosse in erezione si farebbe avanti per avere anche lei ciò che ha avuto Adele. E’ come un prurito che sente nella mente e la lascia non completamente appagata.
Abbozza un sorriso ai due compagni di letto, simula stanchezza e voglia di una doccia. Li convince, Stefano torna in camera sua e Adele la segue nella doccia dove continua a parlare entusiasticamente di quanto appena fatto. Non si accorge che ogni parola colpisce Stefania dentro provocandole rimpianto e delusione, forse invidia.
Alla fine tornano a letto e si addormentano mano nella mano.
Al mattino le sveglia Monica, Si sorprende nel trovarle così. Non perché nello stesso letto, &egrave già capitato altre volte e il letto a una piazza e mezza &egrave comodo per due, però mai le aveva trovate così, chiaramente nude sotto il lenzuolo, tenendosi per mano. Vede che Adele sorride anche nel sonno, Stefania meno. Però entrambe hanno i capelli stropicciati, l’aria un po’ sfatta nei giovani visi. E cos’&egrave l’odore che sente? Lo riconosce subito, &egrave ‘odore di sesso’, le pare anche di percepire odore di sperma ma non ne &egrave sicura e vedendo le due ragazze sole scaccia il pensiero.
Lo sguardo indagatore nota anche qualche macchiolina sul lenzuolo.
Solo la presenza di Adele le impedisce di chiedere a Stefania.
Le sveglia facendo finta di nulla e le invita a scendere per la colazione, poi se ne va chiudendosi dietro la porta.
Le lascia in cucina per una programmata uscita con Mariuccia e passa il mattino con lei tra shopping e chiacchiere.
Davanti a un’insalata per pranzo parlano di Luca e Stefania.
Mariuccia, più attenta di Monica, ha notato un atteggiamento diverso del figlio.
Mentre prima era praticamente appiccicato a Stefania, la sera prima &egrave uscito per studiare con una compagna di scuola. L’esame &egrave imminente e lo giustifica, però perché si &egrave vestito e profumato come per un appuntamento?
Lo confessa a Monica sentendosi quasi in colpa visto il legame tra lui e Stefania, però non ha segreti per la sorella e sa che un eventuale problema coinvolgerebbe tutti.
Monica invece le confida la scena del mattino. Ha visto che Stefania e Adele sono molto più intime di prima, che siano passate al sesso saffico? Non si scandalizza però spiegherebbe un certo allontanamento da Luca che anche lei ha notato superficialmente.
Si lasciano con più domande che risposte, Monica decisa a approfondire la cosa. Lo fa appena tornata a casa, trovando Stefania in cucina a rassettare dopo il pranzo. Sono sole, Arturo &egrave al lavoro, Stefano chissà dove.

– Stefania, hai qualcosa da dirmi? ‘

– Cosa intendi mamma? ‘

– Intendo te e Adele, c’&egrave qualcosa che dovrei sapere? ‘

Stefania prende tempo preparando il caff&egrave per entrambe. E’ tentata di risponderle di farsi gli affari suoi ma sa che servirebbe solo a rendere Monica più decisa. E poi cosa c’&egrave da nascondere? Con la madre ha sempre avuto un rapporto franco, non &egrave il caso di cominciare ora con le bugie, non si scandalizzerà comunque, non &egrave il tipo e poi, dopo quel giorno”.
Mette le tazzine sul tavolo, versa il caff&egrave e girando col cucchiaino guarda Monica negli occhi:

– Non so se lo dovresti sapere, in fondo sono cose private mie, però non ho problemi a dirti che io e Adele ci divertiamo insieme, se &egrave questo che intendi ‘

Il tono un po’ strafottente irrita Monica che alza la voce più del necessario, più di quanto vorrebbe:

– Ragazzina, stai attenta a come parli. Tutto quello che ti riguarda mi interessa, sei mia figlia non dimenticarlo mai. ‘

– Sì ma ora sono maggiorenne e”.. ‘

– E niente, quando avrai una tua vita autonoma farai quel che ti pare, ma finché resti in questa casa devi rendere conto a me e tuo padre.
Hai già tirato troppo la corda con la pretesa che sai, non farci arrabbiare ancora ‘

– Ma dai mamma, ti scandalizzi per qualche carezza tra donne? Non c’&egrave niente di male ‘

– Tu non hai capito niente Stefania, quello che mi fa arrabbiare non &egrave sapere che lesbichi con Adele, quello lo posso capire, io non tollero il tuo modo di fare, il tono di voce che usi, la sfida che lanci continuamente a me e tuo padre. Ci sono passata prima di te e lo so bene che &egrave normale alla tua età, però ti ho educata al confronto sereno, a parlare liberamente. L’hai sempre fatto, perché ora assumi questi atteggiamenti rabbiosi? Cosa &egrave cambiato in te? ‘

Stefania non &egrave stupida, sente animosità e insofferenza verso i genitori quando vogliono imporle qualcosa, però sa che fino a pochi mesi prima le andava bene, E’ vero che qualcosa &egrave cambiato e nemmeno lei sa cosa. Cerca di stemperare le cose.

– Scusa mamma, sarà il nervosismo per gli esami che mi fa rispondere così. Non lo so nemmeno io perché sono agitata in questo periodo ‘

Monica non abbocca.

– Questo atteggiamento ce l’hai da prima, se andiamo a guardare bene &egrave da quando hai sorpreso noi quattro quella notte. Da allora &egrave stato un crescendo e tremo al pensiero di sapere cosa ti passa per la testa ora, però lo devo sapere. Ieri sera &egrave evidente che hai fatto sesso con Adele, e poco me ne importa, però questa mattina c’era odore di ‘uomo’ in camera tua. Hai portato un ragazzo in casa per ‘giocare’, come di ci tu, in tre? ‘

Monica s’&egrave ricordata di quell’odore sfuggente di sperma e l’ha buttata lì, vuole stroncare le difese di Stefania, metterla a nudo per farla parlare sinceramente e non si fa scrupolo di usare ogni mezzo. Il risultato va oltre le sue aspettative. Stefania ha un sussulto e china la testa, un certo rossore le si sparge sulle gote. Monica affonda i colpi.

– Allora, mi hai portato un ragazzo a casa senza dirmelo? Era Luca? Qualcuno che non conosco? E da quando fai giochini a tre, sentiamo. ‘

– No mamma, non ho portato a casa nessuno, nemmeno Luca e”.. ‘

L’intuizione esplode nella testa di Monica all’improvviso, ora &egrave certa che c’era un uomo con loro ma chi?

– ”’.STEFANO?!?! ‘

La testa bassa di Stefania &egrave più di un’ammissione.

– Ma’ ma’. dopo che hai fatto tanto per tenerlo a bada ora ci fai le porcherie in tre con la tua amica? Ma come ti salta in mente ‘

– Non &egrave colpa mia, l’ha voluto Adele. Visto che papà non vuole più”” –

In un lampo Monica &egrave di fianco a Stefania ancora seduta, la strattona per un braccio urlando:

– COSA C’ENTRA ARTURO! COSA HAI FATTO. DIMMELO, DIMMELO’.-

Stefania &egrave in lacrime, si &egrave lasciata sfuggire ciò che non doveva e non voleva. Si arrende e si fa trascinare da Monica sul divano, la testa appoggiata alla sua spalla continua a piangere. Monica la tiene abbracciata, ha recuperato il controllo.

– Adesso dimmi tutto Stefania, dall’inizio e senza tralasciare particolari ‘

Tra le lacrime Monica racconta ogni cosa, torna la ragazza schietta che &egrave sempre stata e non nasconde la sua responsabilità negli approcci iniziali tra Adele e Arturo, in come ha combinato la gita a Firenze, di come avrebbe voluto e &egrave stata rifiutata dal padre. Tutto fino alla sera prima, al sesso con Stefano, alla sua partecipazione quasi marginale ma non certo per scelta.
Monica ascolta prima infuriandosi, poi immedesimandosi a turno in ogni protagonista per comprendere il perché.
Alla fine &egrave calma, decisa. Sente il corpo tremante di Stefania tra le sue braccia, Le carezza la testa, le spalle e riesce a farla calmare.

Stefania alza il viso, Monica la guarda, poggia le labbra chiuse su quelle bagnate di Stefania in una manifestazione d’affetto. Non si stupisce quando sente la linguetta di lei cercare di farsi strada, ma non &egrave questo che vuole. Tiene serrate le sue e le sposta sulla guancia, sulla tempia, sulla testa di Stefania riempiendola di baci.

– Io ti voglio bene Stefania, non sai quanto ti voglio bene. Stai combinando un casino dietro l’altro ma troveremo il modo di uscirne. Ora vai in camera tua, io devo riflettere un po’ ‘

Stefania se ne va con aria mogia. Si sente meglio ora che ha detto tutto alla madre. Si rende conto che quel senso di malessere che avvertiva dentro di se da settimane era dovuto al ‘segreto’ che custodiva. Ancora &egrave convinta di non aver fatto nulla di male, cosa può esserci di sbagliato in due o più esseri umani che si danno piacere, però sa che &egrave il suo pensiero, non necessariamente condiviso da tutti. Spera che non succedano altri casini ma ormai &egrave fatta.

Monica va in cucina, apre il frigorifero e si versa un bicchiere di vino bianco freddo. Sorseggiandolo pensa che forse dovrebbe far trovare a Arturo le valige con la sua roba pronte, Eppure, ricordando le parole di Stefania, non può dargli ogni colpa, solo che non accetta che gli abbia tenuta nascosta una cosa del genere.
Va in camera a cambiarsi, a truccarsi, vuole essere in perfetta forma per quando affronterà suo marito di lì a poco.
Arturo rientra a casa stanco come sempre, poggia la ventiquattrore e le chiavi dell’auto sul mobile all’ingresso, chiama per salutare chi &egrave a portata d’orecchio. Non riceve risposta. Stupito va verso la cucina. Lì trova Monica seduta sullo sgabello del piano americano, un bicchiere di vino bianco in mano. Lai non risponde al saluto, lo lascia avvicinare e con un gesto repentino gli scaglia in viso il bicchiere con il suo contenuto.
Monica ha pensato a lungo, continuando a sorseggiare vino, senza accorgersene ne ha già bevuti tre bicchieri e &egrave un po’ alticcia.
Avrebbe voluto fare un discorso pacato, controllato, ma la furia le scatta dentro vedendolo avvicinarsi e prima ancora di realizzare ha già lanciato il bicchiere e si &egrave lanciata contro di lui.

Arturo riceve letteralmente una doccia fredda, e subito dopo ha addosso Monica che gli batte con forza i pugni sul petto inveendo.

– PERCHE’, PERCHE’ NON ME L’HAI DETTO. BASTARDO, SPORCO BASTARDO ‘

Arturo cade dalle nuvole, afferra per i polsi quelle mani che ancora cercano di colpirlo, li stringe forte e ancora Monica non si calma: lo insulta, tenta di colpirlo con calci. Arturo evita come può e retrocede verso il salotto, la costringe a sedere e poi distendersi sul divano.
Monica non risponde alle domande di lui su cosa le succeda, &egrave totalmente fuori di sé, lo insulta e cerca di divincolarsi. Arturo può solo cercare di tenerla ferma. E’ tentato di darle uno schiaffo per farla rinsavire, sta perdendo la pazienza di fronte a quest’aggressione immotivata. In quel mentre arriva di corsa Stefania correndo. Ha sentito le grida, ha udito i rumori della lotta e si precipita giù sconvolta.

– PAPA’, PAPA’, FERMATI, NON FARLE MALE, TI PREGO NON FARLE MALE E’ TUTTA COLPA MIA, TI PREGO ‘

Arturo &egrave in difficoltà, Monica continua a divincolarsi e ora Stefania si frappone tra loro per liberare la madre dalla sua stretta. Alla fine Arturo molla la presa lasciando le due sul divano. Fa due passi indietro, automaticamente si aggiusta il nodo della cravatta trovandolo bagnato dal vino. Se la toglie e così la giacca. Fa respiri brevi e frequenti cercando di controllarsi.
Alla fine siede sulla poltrona e guarda le due donne abbracciate. Entrambe in lacrime, Monica abbracciata da Stefania.

– Adesso, e sottolineo ADESSO, voi due mi spiegate che cazzo &egrave questa storia ‘

Monica alza la testa di scatto per insultarlo ancora però lo sguardo duro, cattivo, di Arturo la fa desistere. Non lo ha mai visto così, le fa quasi paura. Recupera un po’ di autocontrollo e con astio mal represso tira fuori tutto quello che ha dentro.
Arturo l’ascolta attentamente. Man mano che sente capisce che l’astio &egrave giustificato. Un po’ di senso di colpa attenua la sua ira spostandola però verso un altro obiettivo. Appena Monica tace si rivolge a Stefania:

– E tu cosa hai da dire? ‘

– Mi dispiace papà ‘

– Ti dispiace? Ci imponi qualcosa che mai avremmo voluto, non contenta estendi la cosa alla tua amichetta e ora, per finirla, vai a raccontare tutto a tua madre. Cosa vuoi fare, distruggere questa famiglia? ‘

– Papà’. Io.-

– Zitta, Stai zitta e ascoltami. Ascoltatemi tutte e due. Io ho sbagliato, e tanto, ma abbiamo sbagliato tutti e tre. Tu Stefania con le tue pretese assurde, col tuo strumentalizzare il bene che ti vogliamo, tu Monica per aver avallato le sue richieste, io per non aver saputo resistere in entrambe le occasioni. Dovevo rifiutarmi soprattutto quando hai messo di mezzo Adele. Ma per l’amor di Dio, perché raccontarlo ora? Lo sai che mi sono rifiutato di andare oltre, che ho detto basta. Era finita lì, forse l’avrei raccontato a tua madre un po’ più in là ma dovevo essere io a raccontarlo o portarmi il rimorso per sempre. PERCHE L’HAI FATTO? ‘

– Aspetta Arturo ‘

Monica interviene vedendo il marito e la figlia agitati.

– Non &egrave venuta da me a dirmelo, sono io che gliel’ho estorto dopo che”.. ‘

E racconta a Arturo la parte che lui non conosce, così come gliel’ha raccontata Stefania, senza omettere i toni dello scontro con lei riconoscendo che lui aveva dato l’alt alle richieste delle ragazze.

Stefania ascolta in silenzio, mortificata. Vede il padre scurirsi in viso, serrare le labbra in un impeto di rabbia. Al termine Monica tace e attende. Arturo medita qualche istante poi parla:

– Quindi &egrave peggio di quel che pensassi. Questa famiglia &egrave diventata un troiaio’.. Stefania, vieni qua ‘

– Cosa vuoi fare Arturo? ‘

– Quello che avrei dovuto fare all’inizio di questa storia assurda. Tu resta ferma dove sei e non interferire. Stefania, ti ho detto di venire qui. ‘

Stefania si alza e si avvicina al padre con fare timoroso, non sa cosa gli passi per la testa, teme una punizione dura, neanche immagina quel che sta per accadere.
Non appena &egrave a portata Arturo la prende per un braccio. Restando seduto la tira fino a farla cadere prona sulle sue ginocchia. Tenendola ferma con una mano con l’altra inizia a tirarle giù i jeans.

– Papà, che stai facendo? ‘

– Arturo cosa’. ‘

Lui zittisce entrambe.

– SILENZIO! Questa ragazzina crede che il mondo giri intorno al suo sederino? Allora diamo al suo sederino quel che si merita veramente. L’avrei dovuto fare all’inizio e non sarebbero successi tutti questi casini. ‘

Le natiche di Stefania sono esposte, bianche, quasi candide. I jeans e le mutandine sono calati alle ginocchia, come un legaccio le impediscono i movimenti, la mano sinistra di Arturo le blocca la schiena impedendole di alzarsi. SCIACK. Il primo sculaccione rimbomba per la stanza scioccando Monica e ancora di più Stefania che urla per il dolore e la sorpresa. SCIACK. Un secondo sculaccione le arriva sull’altra natica a mano aperta. La pelle comincia a arrossarsi. SCIACK. Un terzo sculaccione la colpisce ancora. Poi altri ancora, a intervalli regolari. SCIACK”’.SCIACK”’SCIACK”’.SCIACK”’.SCIACK.

Monica &egrave impallidita, mai ha visto il marito così infuriato. Eppure”. Eppure quella scena non le pare violenta, &egrave un giochino che ha già fatto con Arturo, sa che dopo i primi due o tre colpi il dolore scema, &egrave più psicologico che fisico e si ricorda che un po’ la eccitava. Vede anche che Arturo non colpisce con eccessiva forza. E’ quasi una carezza più forte del dovuto.
Stefania non si agita più, piange per l’umiliazione non per il dolore che ora avverte poco, si sente bruciare le natiche e poco più. Ma cosa succede? Quella che sente sotto di sé premere contro un seno &egrave un’erezione. Arturo si &egrave eccitato, e la mano ora non pare indugiare più del necessario sulla pelle? Stefania si sente rimescolare, se non fosse per la posizione allungherebbe la mano su quel bozzo duro che sente, i colpi le paiono più lievi, quasi li attende.

Arturo si accorge che la figlia non si muove più sotto di lui. Vuole darle una lezione. Mai ha alzato una mano su di lei e la sculacciata gli pare la soluzione più consona, &egrave più il gesto che il dolore. Però sentire la pelle calda di quel culetto esposto, vederlo agitarsi sotto le manate”. Ricorda di averlo fatto con Monica come gioco. Involontariamente si eccita, sente un calore all’inguine che si propaga a tutto il corpo. All’ultimo colpo lascia la mano poggiata su quella pelle liscia e arrossata.

– PAPA’ CHE CAZZO STAI FACENDO?! ‘

E’ Stefano, appena rientrato, che urla allibito da ciò che vede. Non percepisce la tensione nella stanza, vede solo il sedere di sua sorella nudo e arrossato con la mano del padre appoggiata sopra. La madre &egrave seduta poco distante, immobile, una strana luce negli occhi.
Arturo si scuote, ringrazia mentalmente il figlio per l’interruzione ma ne ha anche per lui.

– Sto dando una lezione a tua sorella. So tutto quello che avete fatto e tu non credere di passarla liscia. ‘

Stefano si ritrae quasi, sentendo il tono duro del padre. Ha il pudore di abbassare la testa e filare di sopra, in camera.
Sotto Arturo ha lasciato andare Stefania, che si rialza e si riassetta tirando su con il naso prima di filare anche lei in camera.
Arturo si rivolge a Monica:

– Andiamo a dormire ‘

e senza attenderla va in camera, si lava, si mette il pigiama e entra nel letto. Monica lo raggiunge poco dopo. In silenzio si lava anche lei, si mette la camicia da notte. S’infila nel letto volgendo le spalle al marito. Lui, sul fianco, guarda pensieroso la nuca di lei alla luce soffusa delle abat-jour. Non riesce a prendere sonno.
Due minuti dopo Monica spegne la luce, si volge, gli si avvicina, lo stringe e gli bacia il mento da sotto, poi la spalla, si accoccola contro di lui.

– In che guaio ci siamo ficcati Arturo? Dove ci porterà questa situazione? ‘

Lui sospira prima di rispondere:

– Non lo so Monica, non lo so proprio ‘

I sensi si attenuano e scivola in un sonno profondo popolato da strani sogni.
Il mattino c’&egrave silenzio in tutta la casa. Nessuno ha voglia di parlare. Colazione e poi al lavoro Arturo, Colazione e poi a studiare i ragazzi, Colazione e faccende di casa per Monica. Tutto in silenzio, Solo la frase di Arturo già sulla porta:

– A giorni avete la prima prova d’esame. Pensate solo allo studio, vi proibisco di uscire o ricevere visite ‘

Alle 11 Arturo chiama Mariuccia, la invita a pranzo. Vuole parlarle, sfogarsi, chiedere consiglio. Sa che di lei può fidarsi.
Mangiando le racconta tutto fin nei dettagli. In quello stesso istante Monica sta facendo lo stesso con Emilio. Né Emilio né Mariuccia riescono a dare suggerimenti utili.

Al ritorno in ufficio ha una sorpresa:

– Dottore, di là c’&egrave una ragazza che la cerca, dice di essere un’amica di sua figlia ‘

La segretaria lo informa con tono professionale ma &egrave chiaro che &egrave curiosa. Raramente qualche esterno &egrave venuto a cercarlo, e poi questa ragazza così carina, chiaramente senza reggiseno sotto la camicetta, le belle gambe in mostra sotto una gonnellina leggera.

Arturo la ringrazia e va nel suo ufficio. Come temeva &egrave Adele. La fa accomodare e con l’interfono avvisa la segretaria di non voler essere disturbato per quindici minuti. Seduto sulla sua poltrona, le mani unite sulla scrivania, si rivolge a Adele con un tono non duro ma sicuramente non dolce:

– Allora, cosa vuoi? ‘

– Stefania mia ha chiamato questa mattina, mi ha raccontato di ieri, della tua” ‘punizione’, del fatto che l’hai segregata in casa. ‘

– Quando torno a casa le sequestrerò anche il cellulare, evidentemente non ha capito nulla ‘

– Sei tu a non aver capito nulla. Cosa c’&egrave che non va Arturo, non ti piacciono più le donne? Ogni uomo sarebbe felice di avere me o Stefania e tu ci hai respinte. In più ora vuoi impedirci di divertirci come vogliamo con gli altri? ‘

Parla da sfrontata Adele, quasi deridendolo, e mentre parla gioca con la scollatura della camicetta, apre un bottone facendo vedere l’attaccatura e più del seno. Accavalla le gambe, si sistema la gonna facendo in modo che lui si accorga che non porta intimo.
Ha bene in mente cosa vuole fare.

Arturo &egrave a disagio, si attendeva qualche protesta, non questo atteggiamento.

– Stefano non &egrave ‘gli altri’ ‘

Adele si alza, gira intorno alla scrivania e gli poggia una mano sulla spalla. Con l’altra si sbottona completamente la camicetta.

– Cosa importa chi &egrave? Tu potresti avere tanto piacere da noi, da me, anche ora”” –

Adele si toglie la camicetta, si china in avanti posandogli la mano sulla patta.

– Adele FERMATI. Fermati immediatamente o”. ‘

– O cosa? Chiami la tua segretaria cosicché possa vedere me nuda davanti a te? O preferisci che esca riallacciandomi la camicetta e facendole immaginare chissà cosa? Già immagino le voci per tutti gli uffici: ‘il dottor Arturo s’&egrave rifatto l’amichetta’. ‘

Arturo &egrave arrabbiato, rimpiange di non aver fatto entrare la segretaria con lui. E’ un ricatto palese quello di Adele, un ricatto a cui non vorrebbe cedere ma” Le mani che hanno afferrato le braccia di Adele non sono più così stringenti.

– Sei duro lì sotto Arturo, fingi ancora di essere indifferente? Lasciami fare, non te ne pentirai.

Arturo si arrende, non riesce a pensare e approfittando del momento Adele s’inginocchia, gli scioglie la cintura, gli apre i pantaloni e tira fuori il pene già rigido. Si scosta e fa girare la poltrona. Ora &egrave tra le sue gambe, si china e lecca lentamente l’asta dalla punta alla base prima di inghiottirla voracemente.
La lingua di lei si muove continuamente provocando brividi in Arturo che oramai non reagisce più. Adele impugna l’asta e muove la mano su e giù velocemente tenendo in bocca solo la punta a cui dedica ogni sapiente carezza di labbra e lingua. Vuole farlo venire in fretta e presto ottiene il suo scopo. Arturo si tende, geme, inarca le reni per andarle incontro, entrare di più in quella bocca calda e alla fine erutta densi fiotti di sperma al suo interno. Adele non si stacca, attendeva quel momento, ingoia velocemente ciò che lui le schizza dentro e continua a succhiare e muovere la mano fino a quando lui si placa, si lascia andare sulla poltrona. Lentamente lo tira fuori, lo lecca per bene per ripulirlo, gli dedica un’ultima succhiata prima di rialzarsi e nettarsi le labbra da una goccia di seme.

Arturo &egrave senza parole, sa che ha vinto lei. La vede rimettersi la camicetta, aprire la porta e uscire e la ode dire, affinché la segretaria senta:

– Grazie dottore, grazie davvero. Ha ragione Stefania, lei ha sempre una soluzione per tutto. Arrivederci. ‘

Arturo si affretta a richiudere i pantaloni, riallacciare la cintura. Si alza e va verso il bagno per darsi una rinfrescata veloce.
La segretaria entra per annunciargli un impegno programmato.

Non resiste alla voglia di dirgli:

– Lei &egrave davvero un bravo genitore Dottore, aiutare persino le amiche dei figli. ‘

Arturo non risponde, fa finta di concentrarsi sull’agenda del pomeriggio.

Intanto Adele ha già in mano il telefonino, si affretta a chiamare Stefania per raccontargli tutto, che il padre in fondo non &egrave così drastico come pensava. Sente ancora in bocca il sapore di lui e lo dice a Stefania facendola ridacchiare.

Arturo non sa a che santo votarsi. Non riesce a ragionare lucidamente, sente la situazione sfuggirgli di mano. Non &egrave preparato a affrontare l’atteggiamento delle due ragazze. Come la coperta troppo corta, copre da una parte e rimane scoperto dall’altra.

Solo di una cosa &egrave sicuro: non vuole rischiare Monica.

Ha come una premonizione e le manda un sms coinciso: ‘Adele &egrave venuta in ufficio, stasera ti racconto’. Non sa perché l’ha mandato, poteva aspettare ma ha sentito l’impulso di farlo.
Ha fatto bene, lo scopre parcheggiando sul vialetto e vedendo l’utilitaria di Adele ferma.

Entra in casa rabbuiato e vede una scena che lo sconvolge.

Le ragazze si sono messe d’accordo tramite cellulare. Nel pomeriggio Adele &egrave andata a casa loro. Tranquillamente ha suonato e &egrave entrata non appena Monica ha aperto nonostante le sue rimostranze:

– Stefania non può ricevere visite, mi dispiace ma”’ –

– Tranquilla signora lo so, sono appena stata in ufficio da Arturo e per questo sono qui ‘

Stefania le ha raggiunte, attendeva l’arrivo dell’amica. Ora Monica &egrave con loro in salotto. La sua sicurezza di donna matura pare aver trasmigrato nelle due ragazze perfettamente a loro agio, muovendosi e parlando in sinergia, si sente quasi intimidita. Si siede su invito di Adele che dice che le deve parlare; accetta senza rimostranze il bicchiere di un qualche alcolico che le porge Stefania dicendole che &egrave meglio che beva qualcosa.
Sul divano, la figlia di fianco, ha davanti Adele che siede su una poltrona. Non può fare a meno di notare che &egrave senza reggiseno sotto la camicetta e che forse, non ne &egrave sicura perché la mossa &egrave stata troppo rapida, non porta nemmeno le mutandine.

Fa un sorso e si sente bruciare prima la gola e poi lo stomaco, però &egrave un bruciore benefico, il senso di caldo dentro la fa star meglio. Beve un altro sorso e aspetta che Adele parli.

Anche Stefania &egrave in attesa. Inizialmente l’idea di Adele non le era piaciuta, però ha capito come sia un mezzo per arrivare a ciò che vogliono, e ciò che vuole Stefania &egrave semplice: suo padre. Non ha digerito il rifiuto a Firenze, Stefano potrebbe essere un palliativo, Luca nemmeno lo pensa più. Ciò che vuole &egrave costringere Arturo a cedere, a fare ciò che lei, e ora anche Adele, vuole.

Mette un braccio intorno alle spalle di Monica, la spinge a bere un altro sorso. Vede che le guance cominciano a colorarsi per la scarsa abitudine all’alcol. Guardano insieme Adele e lei si alza, siede sul divano di fianco a Monica, dall’altra parte di Stefania, e parla:

– Monica, sai già di me e Stefania” e di Stefano, siamo giovani, abbiamo voglia di divertirci, cosa c’&egrave di più normale? ‘

– Normale? Non &egrave normale quello” che avete fatto ‘

– E chi decide cosa sia la normalità? Guardaci, siamo giovani, belle, abbiamo scoperto che &egrave piacevole stare insieme. Non facciamo del male a nessuno. Anche tu hai voglia di divertirti Monica, Stefania mi ha raccontato di voi quattro, e quello &egrave forse normale? ‘

– Nnn no, quella &egrave un’altra cosa. E poi voi due’. insieme’. ‘

Monica sente la testa girargli, ha caldo, sente i corpi delle due giovani attaccati al suo.

– E’ la stessa cosa Monica, &egrave divertirsi, e noi due insieme”’ quando vedo un bel seno mi viene voglia di accarezzarlo, e ora ho voglia di carezzare il tuo –

Alle parole fa seguire il fatti posando la mano sul seno di Monica, carezzandolo, cercandole il capezzolo che le s’inturgidisce involontariamente.
Monica s’immobilizza, sente la pressione della mano di Monica ma soprattutto la voce di Stefania al suo orecchio:

– Anche io ho voglia di carezzarlo mamma, &egrave così bello ‘

E’ circondata, i seni preda delle mani delle due giovani, e di chi &egrave quella mano che le si &egrave posata sulla coscia vicino all’inguine? Ne avverte il calore anche attraverso la stoffa della gonna. Poi entrambe le ragazze iniziano a darle piccoli baci sul collo e Monica si sente persa. Tenta un’ultima resistenza.

– Basta ragazze’.. vi prego, non sta bene”. Lasciatemi stare ‘

Tutto inutile, le carezze delle due si fanno più insistenti. Una bocca si posa sulla sua, la forza con la lingua, una mano le slaccia la camicetta, s’intrufola dentro, sotto il reggiseno e raggiunge il capezzolo stringendolo; un’altra mano ora &egrave sotto la gonna, le carezza le cosce e sale, sale lentamente.

– Non &egrave bello Monica sentirsi carezzare da chi ti ama? E noi ti amiamo Monica. Carezzaci anche tu, senti come siamo morbide ‘

Adele le ha afferrato una mano, l’ha portata al proprio seno dopo aver slacciato la camicetta, e Monica sente la morbidezza della sua carne, la pelle liscia come seta. Sente anche che la mano sconosciuta le &egrave arrivata ora all’inguine e si strofina sopra il tessuto delle mutandine. Brividi di piacere le scorrono per il corpo, sente sempre più caldo, la voglia di togliersi ogni cosa.

Apre gli occhi che ha tenuti chiusi nell’ultimo minuto e vede davanti a se Stefano, in piedi, esterrefatto. Istintivamente cerca di alzarsi senza riuscirci. Quattro braccia la tengono giù.

– Ma cosa”. Cosa”.. lasciatemi. Stefano vai via, non guardarmi. ‘

Stefano resta immobile, era in camera sua ascoltando musica in cuffia quando ha visto sul cellulare l’arrivo di un messaggio. E’ di sua sorella che sa bene come Stefano, pur isolato dalle cuffie, sicuramente tiene d’occhio il cellulare. Il testo &egrave stringato:
‘scendi, c’&egrave Adele’. E Stefano &egrave sceso di corsa bloccandosi nel vedere sua madre in mezzo alle due ragazze, a ricevere e elargire carezze. Senza far rumore s’&egrave accostato incredulo, e lì sua madre ha aperto gli occhi.

– Rilassati Monica, anche lui ti ama, lo vedi quanto ti ama? ‘

Adele ha infilato un dito dentro la micina di Monica, la carezza sapientemente erodendo le sue resistenze, la voce &egrave calda, carezzevole, un invito a lasciarsi andare. Stefania intanto ha fatto cenno a Stefano di avvicinarsi, gli ha slacciato e abbassato pantaloni e boxer e davanti alle tre appare il suo membro pienamente eretto.
Stefania lo carezza piano, delicatamente, sembra quasi porgerlo alle altre due, poi allunga la lingua facendola scorrere sull’asta, intorno alla punta prima di prenderlo in bocca per un breve istante.
Adele spinge la testa di Monica verso il ventre di Stefano, lei oppone resistenza.

– No ragazze, per favore basta, questo no ‘

– Rilassati mamma, l’hai già fatto ricordi? Stefano ti vuole tanto bene, dimostraglielo anche tu ‘

Il colpo finale lo dà Adele:

– Questo pomeriggio io l’ho fatto a Arturo. Mi &egrave venuto tutto in bocca, non ne ho lasciata una goccia. ‘

Monica ascolta senza più capire nulla. Le dita di Adele in lei la fanno gemere, una mano di Stefania &egrave ancora sul suo seno, le stringe un capezzolo. Smette di opporre resistenza, basta sporgersi dal divano e &egrave a vicinissima al ventre di lui. Sono tutte e tre lì, Adele si impossessa del pene succhiandolo golosamente e passandolo poi a Stefania che fa altrettanto. Una mano, non sa di chi, spinge la testa di Monica ancora avanti. E’ lì, a pochi centimetri da quel cazzo svettante e lucido di saliva. Basta un’ultima leggera spinta e la punta batte sulle sue labbra. E’ la resa di Monica, le labbra si schiudono, la lingua accoglie il cazzo che scompare per metà nella sua bocca.

Adele e Stefania si scambiano un sorriso di vittoria. Monica sta succhiando Stefano con devozione, dimentica di tutto e tutti tranne che di quella carne dura che sente fino in gola. Si rende appena conto che le ragazze la spogliano e le lascia fare, alza le gambe per permettere loro di toglierle la gonna, gli slip. Nuda si fa ancora avanti rendendo omaggio all’erezione del ragazzo che &egrave incredulo della fortuna che gli sta capitando. Le due ragazze con la lingua contendono il boccone a Monica la quale non si fa distrarre lasciando loro solo l’asta su cui scivolano leggere.

Stefano si agita, &egrave vicino all’orgasmo. Se ne accorge Adele dai suoi movimenti. Con forza fa staccare Monica che protesta debolmente. La fa indietreggiare col busto, sporgere con le gambe fuori. Ancora la bacia e le mette due dita dentro sentendola bagnata, scende a leccarle il clitoride mentre Stefania sta facendo inginocchiare Stefano tra le gambe aperte. E’ Adele che s’impadronisce del cazzo e lo conduce all’ingresso della vagina di Monica. Premendo sui glutei di lui lo fa entrare dentro.

E’ sufficiente, Stefano scopa Monica con impeto e lei lo agevola gemendo a ogni colpo. E’ ciò che volevano Adele e Stefania. Le due sanno che ora Monica non potrà rifiutare loro più nulla. L’eccitazione dei minuti precedenti, l’esaltazione del successo le spingono con forza l’una contro l’altra, simultaneamente, seno contro seno, le lingue intrecciate, le dita dell’una profondamente dentro la micina dell’altra.
Si carezzano con forza, quasi ferocia, di fianco a Stefano che ancora sbatte Monica sempre più forte inseguendo un orgasmo che lo prende all’improvviso sentendo Monica scuotersi nel proprio sotto di lui.
Un ultimo barlume di lucidità di lei le fa gridare di non venirle dentro e Stefano stringendo i denti ci riesce spandendo il proprio seme sul ventre di lei, cadendole sopra spossato. Di fianco anche le due ragazze stanno godendo, urlandosi a vicenda nella bocca, mordendosi le labbra per il piacere devastante che le invade. Poi crollano come burattini senza fili sul divano, di fianco all’altra coppia esausta.

La stasi dura pochi minuti. Adele e Stefania non sono appagate del tutto, sanno che devono attendere ancora per la piena soddisfazione. Monica avrebbe voglia di scappare via, togliersi da quel groviglio di corpi e correre in camera, però Adele le si fa ancora addosso, prende a leccarle i seni, le carezza il clitoride riaccendendo l’incendio dentro di lei.

Stefania pensa a Stefano, glielo prende in mano, lo masturba per qualche istante e poi se lo porta alla bocca. Ben presto &egrave di nuovo rigido, pronto per un’altra tenzone.

Cambiano posizione, sempre sotto la regia delle ragazze Stefano si stende a terra, Stefania conduce la madre da lui, la fa salire sopra, accovacciare su di lui, penetrare dall’asta irta come un albero di nave. Poi si porta sopra la faccia di Stefano, apre le game e scende giù con la micina a contatto delle sue labbra. Si strofina un po’ invitandolo con la voce e Stefano tira fuori la lingua per leccarla.

I gemiti riempiono la stanza. Stefania si dondola sulla faccia di Stefano abbracciando e baciando Monica che &egrave impalata su di lui muovendosi velocemente. Adele di fianco le carezza il seno, la aiuta nel movimento spingendole sulle reni. Con un dito curioso scende tra le natiche, cerca e trova il buchino grinzoso, lo carezza, si bagna dei fluidi che scendono dalla vagina poco sotto e torna lì, preme e entra facilmente.
E’ questa la scena che si trova davanti Arturo entrando.
Il rumore della 24 ore che cade a terra avverte il gruppo della sua presenza. Lui &egrave rimasto lì paralizzato.

E’ il momento che attendeva Adele: si alza e gli si avvicina, velocemente gli apre i pantaloni, glielo tira fuori, glielo carezza.

– Ti &egrave piaciuto come te l’ho succhiato oggi? Lo voglio ancora. ‘

Come un’affamata lo prende in bocca più che può, già parzialmente rigido per l’eccitazione istintiva della visione. Si aggrappa alle gambe, gli serra i glutei per impedirgli ogni movimento. Mossa inutile, Arturo &egrave come una statua. Ha il cervello in black-out, sente solo la morbidezza di quelle labbra, il calore di quella bocca che lo avvolge.

Poco più in là gli altri tre hanno proseguito, Monica e Stefano nemmeno consapevoli dell’arrivo di lui. Stefania stringe a se la madre e guarda fisso lui; i suoi occhi liquidi lo incatenano. Vede dell’attesa in quello sguardo ma non sa di cosa. Lo scopre subito dopo, quando Adele si rialza e lo porta con se alle spalle di Monica. Lo fa inginocchiare, glielo prende ancora in mano, con un dito penetra ancora il buchino di lei, poi lo toglie, punta il pene di Arturo e, come fosse un dildo, spinge.

Sentendo l’intrusione Monica ha un sussulto, lancia un grido:

– AAAAAHHHHHH, ma che’ chi’..-

Stefania si affretta a stringerla, le impedisce di scostarsi, le parla all’orecchio.

– Tranquilla mamma, &egrave solo papà. Lascialo fare, goditelo, goditi tutti e due. –

A Monica pare di impazzire: infiniti pensieri le passano per la mente: No, Arturo mi sta inculando mentre Stefano mi scopa. Ma come &egrave possibile, come sono arrivata a questo. Devo fermarmi’. fermarmi” fer” aaaaahhhhhhhh

Sopra ogni cosa sente i due cazzi dentro di lei che si muovono simultaneamente, sincronizzati quasi alla perfezione, e il piacere che la invade, cancella ogni pensiero, ogni remora. Nella testa ha scintille, fuochi d’artificio e gode, gode urlandolo al mondo:

– AAAAHHHHHHH. SI, SI, STO GODENDO, STO GODENDOOOOOHHHHHHHH’. MMMHHHHAAAAAAHHHHHH. MUOVITI, MUOVITI, PIU’ FORTE, PIU’ FORTEEEEEEEEEEEEE ‘

Monica &egrave svenuta dal troppo piacere, come una bambola di pezza giace tra i due maschi. Il mancamento dura pochi istanti, si riprende e ancora non riesce a muovere un muscolo subendo i colpi sempre più veloci dei due uomini dentro di lei.

Adele spezza l’incanto, &egrave eccitatissima, finora tutto &egrave andato come aveva previsto e ora vuole riscuotere il suo premio. Stringe i testicoli di Arturo costringendolo a uscire dall’accogliente orifizio, in preda alla frenesia spinge via Monica ancora inerte.

Stefania accorre in suo aiuto, anche per lei &egrave giunto il momento che aspettava. In coppia con Adele si mette a quattro zampe davanti ai due uomini, li invita a farsi avanti, a entrare in loro. Ci rimane un po’ male quando vede Arturo che si fa dietro Adele. Voleva il padre, ma già Stefano &egrave dietro di lei, sente il suo cazzo sbattere sulle natiche, dirigersi verso la sua micina. No, non vuole questo. Allunga una mano e lo sposta di pochi centimetri. Subito lo sente entrarle nell’ano e sospira contenta. Di fianco Arturo l’ha messo dietro a Adele che geme felice facendoglisi incontro per prenderlo meglio.

Mugolii e gemiti escono da quattro bocche insieme, solo Monica tace, &egrave quasi assente. Indolentemente carezza i capelli delle due ragazze che sono a portata di mano.

E’ un invito. Le due ragazze abbassano le teste e sono lì, all’altezza della sua micina. Le lingue si scontrano sulle grandi labbra fino a trovare l’accordo: una lecca e succhia il clitoride, l’altra si occupa della vagina. Anche Monica prende a gemere. Sempre più forte, sente il piacere riaccendersi dentro di sé, muove le anche in una giga sconclusionata e ha un nuovo rapido orgasmo bagnando la faccia di Adele.
Questa spinge indietro per sentire meglio i colpi di Arturo, &egrave vicina, la testa le gira, le sensazioni sono fortissime e sfociano in un orgasmo che la fa gridare inarcandosi. Sente dietro di sé Arturo che accelera, anche a lui manca poco. Veloce si toglie lasciandolo di stucco, ma &egrave per poco. Gli prende il membro e lo tira verso Stefania. Ancora inculata da Stefano si trova il cazzo di Arturo davanti alle labbra.

Non esita, le apre e lo ingoia. Il bavaglio di carne soffoca i suoi gemiti di godimento. Dura poco, Arturo la prende per i capelli e si muove avanti e indietro scopandole la bocca e subito erutta il suo seme in profondità, nella sua gola. Stefania lo accoglie con piacere, continua a succhiare e leccare senza toglierselo, ingoiando quel che le viene riversato in gola. Contemporaneamente si sente invadere dietro dal piacere di Stefano che colpisce come impazzito riempiendole l’intestino di sperma. E’ il tocco finale per lei, viene di colpo, ancora penetrata dai due alle diverse estremità. Il suo grido si perde sull’uccello di Arturo.

Adele guarda la scena e sorride trionfante. Sarebbe pronta a ricominciare subito ma attende che tutti realizzino ciò che &egrave successo, quel che hanno osato e da cui non possono tornare indietro. Ha un moto di tenerezza verso Stefania, ottima complice, le carezza la testa, le guance. Lei risponde con un sorriso stanco prima di abbattersi sul pavimento senza forze.
Lentamente tutti i partecipanti all’orgia riemergono alla realtà, rendendosi conto di ciò che &egrave appena successo.

Arturo e Monica provano vergogna a vedersi nudi, coperti di umori e sudore, davanti i tre ragazzi altrettanto nudi e sudati. Questi invece sono perfettamente a loro agio: a Stefano importa solo di aver goduto tantissimo, fregandosene con chi, Stefania e Adele sono felici di aver ottenuto ciò che volevano. Specialmente quest’ultima &egrave raggiante, ha condotto i suoi coetanei a esserle complici, ha portato i due adulti a lasciarsi andare contro ogni loro volontà. Si sente padrona, despota, arbitro del bene e del male.

Non &egrave sicura di cosa fare da lì in avanti ma &egrave certa che le porterà moltissimo godimento. Guarda fisso Arturo e Monica che abbassano lo sguardo, arrendendosi e dandole la certezza del suo potere. Le viene un’idea per esercitarlo ancora, per espanderlo. Potrà farlo solo tra qualche giorno e avrà bisogno di Stefania, di cui non dubita minimamente, però dovranno studiare bene i particolari. Per il momento, soddisfatta, fa quasi le fusa stringendosi ai due gemelli, pelle contro pelle, senza ulteriori intenti maliziosi, mentre i due adulti se ne vanno a testa china.
I giorni successivi sono dedicati agli esami. Senza troppi problemi superano gli scritti tutti quanti convinti di aver dato una buona prestazione

E’ l’ultimo giorno degli scritti che Adele attende, quando sa che per due ore Arturo sarà solo in ufficio, gli altri fuori per pranzo, a sbrigare come suo solito lavoro che non ha potuto svolgere al mattino. Si presentano da lui con la scusa di dargli la buona notizia sull’esito degli esami e la diffidenza di Arturo sfuma davanti all’allegria delle due ragazze e lui pensa di portarle fuori a pranzo per festeggiare. Non fa in tempo a proporlo.
Entrambe, sornione, gli si accostano, lo circondano una per lato, allungano le mani sul suo petto, sul suo inguine.

– No ragazze, per favore, lasciate stare ‘

&egrave la sua debole protesta che rimane inascoltata.

Le due si strusciano su di lui, lo stuzzicano, lo eccitano. Il suo uccello scatta subito sull’attenti. In realtà Arturo vive in eccitazione perenne da diversi giorni. Pensa spesso, a volte volontariamente a volte no, a ciò che &egrave accaduto, all’orgia consumata, e il risultato &egrave sempre lo stesso. Anche solo il guardare le gambe snelle di un’impiegata che passa gli &egrave sufficiente perché il suo pene si erga, e non gli bastano le notti con la moglie, con cui ha evitato accuratamente di parlare di quanto avvenuto, quasi volessero rimuoverlo entrambi, per calmarsi. Non ha idea di come sottrarsi a questa situazione. Sa che deve fare qualcosa, sicuramente parlarne con Monica, forse chiedere consiglio a Emilio e Mariuccia, però non sa decidersi. Si chiede addirittura se vuole veramente sottrarsi.

Intanto non ha la forza di fermare le due ragazze infoiate che l’hanno denudato dei calzoni e dei boxer iniziando un doppio pompino.

A un tratto sentono suonare il campanello dell’ufficio. Arturo tenta di tirarsi su i calzoni ma Adele continua a succhiarglielo e Stefania lo blocca, gli dà un bacio veloce e si allontana:

– Ci penso io ‘

Non &egrave capace di sottrarsi alle labbra di Adele, alla morbidezza della sua lingua. Resta lì a farsi succhiare incurante del resto, appoggiato alla scrivania, tenendosi forte al bordo. Dopo un minuto sente la voce di Stefania:

– Vieni zio, accomodati ‘

Dietro di lei entra Emilio che resta sbigottito al vedere la scena.

Arturo ha un sussulto nel vedersi scoperto, prova a liberarsi ma le mani di Adele lo artigliano ai glutei, lo stringono, lo bloccano.

Emilio aveva ricevuto in mattinata una telefonata di Stefania la quale, facendo un po’ la misteriosa, gli aveva detto di farsi trovare lì a quell’ora, senza dire niente a nessuno, che lei e suo padre dovevano parlargli di un problema. In perfetta buonafede ha suonato, ha seguito Stefania negli uffici, &egrave entrato nella stanza e lì ha visto una bella ragazza, gli pare di riconoscere un’amica di Stefania, in ginocchio davanti a Arturo, la bocca piena di lui, La sorpresa lo fa bloccare, irrigidito, sulla soglia. Vede Arturo cercare di districarsi senza successo. Sente Stefania che gli parla vicino l’orecchio, lo abbraccia il corpo appoggiato contro di lui, il seno morbido a contatto con la sua spalla,

– ti piace la mia amica zio? Ti piace come lo succhia a papà? ‘

La voce di Stefania &egrave una brezza leggera, una carezza all’orecchio, carica di promesse. Emilio sente del calore al basso ventre, &egrave il principio di un’erezione che si completa alle parole successive di lei:

– perché non hai voluto essere tu il primo nel mio culetto? Lo senti com’&egrave morbido? Ti piace zio? ‘

Stefania gli ha preso una mano, se l’&egrave portata alle spalle, se la preme contro le natiche sode e Emilio perde ogni capacità di raziocinio, &egrave cosciente solo della mano di lei che gli massaggia l’inguine, apre la zip, si intrufola dentro e prosegue con una carezza più profonda.

Presto &egrave nelle stesse condizioni di Arturo, i pantaloni scesi, l’uccello preda di labbra avide.

Lui e Arturo si guardano, cercano forse di farsi coraggio l’uno con l’altro ma nessuno dei due sa reagire. Nessuno dei due ha la forza di rinunciare al piacere che sta loro montando dentro.
Stefania e Adele si danno ora il cambio. Velocemente, senza un attimo di respiro, abbandonano un uccello per tuffarsi sull’altro. Il rumore delle loro bocche &egrave forte.

Emilio sta per godere, aspetta solo di scaricarsi nella bocca di Adele ma questa lo lascia, gli stringe un momento i testicoli ricacciando indietro l’orgasmo, si alza e tira con se Emilio verso la scrivania sul cui ripiano si siede alzandosi la corta gonna e togliendosi le mutandine.
E’ aperta davanti a lui, consenziente, impaziente e Emilio non si fa pregare, si mette tra le cosce spalancate e la penetra nella micina trovandola già bagnata, avvertendone il calore, entrando sino in fondo prima che le caviglie di lei si chiudano sulle sue reni imprigionandolo.
Stefania sta facendo lo stesso con Arturo, chinandosi sulla scrivania, sporgendosi per baciare Adele e così esponendo le spalle a Arturo il quale, dimentico di ogni buon proposito, si affretta a prenderla per le anche e entrare in lei muovendosi da subito come uno stantuffo.

I gemiti dei quattro riempiono la stanza, Stefania ha già avuto un primo orgasmo e attende che Adele abbia il suo prima di svincolarsi da Arturo, fregandosene del suo piacere e di quello di Emilio che stava ancora una volta per godere. Lo fa staccare e come una coppia ben affiatata cambia ancora di posto con Adele. Porge le spalle ora a Emilio, gli chiede con voce roca:

– Allora, ti piace zio? ‘

Non ha bisogno di dire cosa, Emilio si inginocchia di fronte alle natiche sode, le separa, cerca la rosellina all’interno, la lecca, la riempie di baci, giocando con le dita sulla micina e sul clitoride, con un dito prova a entrare e lo fa facilmente. Non resiste più, l’erezione gli fa quasi male, deve avere quel culo a costo di giocarsi l’anima, e lo prende con veemenza sostituendo al dito l’uccello, entrando senza esitazioni e fermandosi solo al gemito di lei, dandole il tempo di riprendersi, di portarsi le mani alla micina per scacciare col piacere quello che ormai &egrave, solo inizialmente, fastidio.

Di fianco Adele ha fatto lo stesso con Arturo e le ragazze inculate galoppano verso l’orgasmo scambiandosi baci e saliva fino a quando urlano, prima l’una e poi l’altra, il proprio piacere sentendosi riempire dal seme dei due uomini.

Il post orgasmo &egrave silenzioso. I due uomini si fanno indietro e in contemporanea si rivestono a testa bassa, senza osare guardarsi in faccia. Si vergognano, forse più per il fatto che l’altro ne &egrave a conoscenza che per l’atto appena compiuto. Le due ragazze invece esultano, non hanno fatto nemmeno troppa fatica a convincerli. Si danno una rinfrescata nel bagno dell’ufficio e se ne vanno, non senza un ultimo bacio a Arturo e Emilio i quali non si sottraggono alle lingue nervose che entrano nelle loro bocche, alle mani agili che elargiscono un’ultima carezza al loro pacco.
L’ultima parola &egrave di Stefania, già sulla porta:

– Siete stati bravi, non ci pensate troppo”.. pensate alla prossima ‘

I due uomini, rimasti soli, trovano il coraggio per parlarsi, giustificarsi, anche se c’&egrave poco da spiegare, possono solo concordare che sono stati ‘usati’ senza essere troppo riluttanti. Il cameratismo maschile di un tempo riaffiora e si incoraggiano l’uno con l’altro al suono di:

– ma chi può resistere a due fighette così? ‘

pur sentendosi tremendamente ipocriti nel dirlo.

Arturo non osa raccontargli l’antefatto né Emilio osa dire che gli &egrave sempre piaciuta la nipote, che quando gli &egrave stato proposto solo sapere che Mariuccia l’avrebbe massacrato gli ha impedito di accettare il ruolo di ‘sverginatore anale’ per Stefania.

Si salutano consci entrambi che non &egrave finita lì, che ci saranno altre occasioni come ben fatto intendere dalle parole di Stefania.
Intanto le due ragazze stanno correndo a casa di quest’ultima. L’incontro con i due uomini &egrave stato solo la prima parte del loro piano, c’&egrave un’altra cosa da fare e il piacere avuto con i due uomini &egrave solo l’antipasto per la loro eccitazione sfrenata.

Entrano trovando Monica a leggere un libro in salotto. Le siedono ai lati, le tolgono il libro di mano e le si addossano con baci e carezze sempre più intime. La sorpresa inizialmente fa reagire Monica ma presto si sente illanguidita. Sono settimane che &egrave conscia della propria libido ingigantita. E’ iniziato tutto con la scoperta reciproca del tradimento, con le orge a quattro, &egrave proseguito con i turbamenti di Stefano, la metamorfosi di Stefania, e ora le mani e le bocche delle due ragazze risvegliano l’eccitazione sempre presente sottopelle. Non le importa chi sono, sa solo che le piace, la fanno godere, e si abbandona ricambiano lingua su lingua, carezza su carezza, gioendo quando Adele si spoglia, si mette a quattro zampe davanti a lei, le solleva la gonna e si dà da fare con la sua micina.

E’ vagamente cosciente dell’ingresso di Mariuccia, chiamata lì da Stefania, della sua esclamazione di stupore, del suo avvicinarsi spinta e blandita dalle braccia e dalle parole di Stefania.

Mariuccia avverte un colpo all’inguine vedendo il culetto perfetto di Adele che sporge, la sua testa tra le cosce di Monica, i due buchini esposti che paiono quasi chiamarla. Si fa condurre vicino al divano dalla nipote, sente poco delle parole che le dice, si fa attenta solo udendo la voce di Monica:

– Mariuccia aiutami, non so cosa mi stia capitando ma queste due” AAAAHHHHHHH, SIIIIII , ti prego, falla smettere, io non ci riesco MMMMHHHHHHHH ‘

L’ipocrisia di Monica &egrave palese, gode cercando aiuto per smettere di godere, e Mariuccia non ci bada, ha già visto altre volte la sorella con quell’espressione goduriosa, sa che se davvero intervenisse non glielo perdonerebbe mai. E lei non ha voglia di intervenire, dentro di sé ha la curiosità mai soddisfatta dell’amore tra donne però non sa cosa fare, lì ci sono sua sorella e sua nipote, ma chi &egrave quella bella giovane che tanto l’attrae? Le mani di Stefania sul seno le tolgono l’ultima ritrosia, le stringono i capezzoli, li ruotano e tormentano facendoli indurire; la bocca di lei sul collo dispensa parole mielate e baci dolcissimi.

Si lascia spogliare ancora immobile, e trascinare sul divano vicino. Come in una nebbia vede la ragazza sconosciuta staccarsi da Monica, venire verso di lei gattonando. La riconosce, l’ha già vista altre volte anche se non ricorda il nome. E’ bellissima, gli profondi che la guardano come può una belva guardare la sua preda, la lingua che spunta tra quelle labbra brillanti di umori, quelle labbra che presto si posano su di lei, lambendole l’interno cosce, sfiorandole il clitoride, appiccicandosi come ventose sulla sua micina.
Sente la linguetta entrarle dentro e sospira. Stefania la bacia dolcemente sulle labbra, le cerca e trova la lingua e lei gliela consegna arresa, disponibile. La vede spogliarsi a sua volta, andare da Monica, inginocchiarsi e prendere il posto di Adele.

Vorrebbe protestare ‘NO, non puoi, &egrave tua madre’ ma dalle sue labbra escono solo gemiti, figli della lingua scatenata di Adele che presto la portano a un primo orgasmo che la lascia rilassata ma ancora vogliosa.

Adele continua a leccarla, lecca e beve i suoi succhi e la fa gemere ancora. Mariuccia non vede il suo segnale, si accorge solo dopo un po’, riaprendo gli occhi, di avere Stefano vicino, nudo, il pene duro che punta verso di lei.
Istintivamente cerca di tirarsi su, di sottrarsi alle carezze di Adele ma questa le serra le cosce, la blocca, le parla:

– Guarda quanto &egrave bello il cazzo di Stefano, ti vuole, e anche tu lo vuoi ‘

– Ma, io’ Emilio” Arturo’.. ‘

E’ vero, il cazzo di Stefano così orgogliosamente eretto le piace, la ingolosisce, però teme il pensiero dei due adulti di famiglia. Le parole successive di Adele la sconvolgono.

– Arturo e Emilio ce li siamo scopati due ore fa io e Stefi, &egrave da tempo che scopiamo insieme, anche con Monica ‘

Mariuccia cerca con gli occhi Monica, trova la conferma nel suo lieve annuire, gli occhi torbidi, velati dal piacere che le stà dando Stefania.

Stefano, che ha eseguito alla perfezioni le istruzioni di Adele, sale in ginocchio sul divano, avvicina il membro alla testa di Mariuccia la quale, vinta, allunga la mano per saggiarne la durezza, la consistenza prima di portarselo alla bocca e saettare con la lingua per esplorarlo ancora, sentirne il sapore.

Adele ammira ancora una volta la sua composizione prima di rituffarsi tra le cosce di Mariuccia, &egrave tutto opera sua e le piace. Non sa quando &egrave avvenuta la propria metamorfosi, da ragazza ‘normale’ a assatanata di sesso. Forse sono state le confidenze di Stefania, forse lo scoprire come sia facile manipolare anche gli adulti facendo leva sul sesso. Sa solo che &egrave costantemente in fregola, che non le interessano i ragazzi della sua età, vuole questi uomini e queste donne dell’età dei suoi genitori, vuole esercitare questo potere che ha per il proprio piacere, vuole leccare la micina di Mariuccia che vede spalancata davanti a se, rorida di umori e di saliva.

La lecca a lungo ascoltando sopra la propria testa i rumori che fa Mariuccia pompando Stefano, eccitandosene. All’ennesimo forte gemito del ragazzo si stacca velocemente. Non vuole che lui goda così. A forza lo stacca dalle labbra di Mariuccia, lo costringe a mettersi tra le sue cosce, gli impugna l’uccello e lo punta sulla micina in attesa, Non deve fare altro, a Stefano basta una spinta leggera per sprofondare dentro Mariuccia che sospira sentendosi aperta. E’ pronta, ricettiva, anelava essere penetrata per dare sollievo all’eccitazione crescente che si &egrave impadronita di lei. Non le importa di chi sia il cazzo, &egrave sufficiente che sia duro. Stringe le cosce intorno al corpo di Stefano, incrocia i piedi per trattenerlo e spingerlo più a fondo dentro sé, galoppa decisa verso l’orgasmo che la prende all’improvviso, inaspettato, come una scudisciata infertale sul ventre. Stefano la sente gemere e contorcersi sotto di lui. Sospira deliziato sentendosi quasi mungere dalla vagina di lei, di sua zia.

Ha il tempo di sentire Mariuccia godere una seconda volta, a breve distanza dall’altra, prima di avvertire i sintomi del proprio piacere. Si abbandona alle sensazioni penetrando con forza crescente Mariuccia, entrando e uscendo da quella vagina allagata che lo stimola fino a quando non resiste più e gode penetrandola fino in fondo, accasciandosi sul corpo morbido di lei che lo abbraccia e lo tiene stretto mentre sussulta e schizza il proprio seme in profondità.

Adele ha assistito a tutta la scena e saltella, si strofina le cosce tra di loro. E’ restata a secco, e così Stefania che ha fatto venire più volte Monica. Le due ragazze si abbracciano, si baciano, si toccano, si rovesciano in un sessantanove frenetico che finalmente dà loro quel piacere che cercavano, leccandosi con foga, bevendo l’una i succhi dell’altra, strette con forza sotto lo sguardo rilassato e lucido degli altri tre.
Questo sviluppo della situazione non poteva non lasciare segni su ognuno dei protagonisti.

A parte Stefano e Stefania, complici consapevoli e non ma comunque entusiasti di Adele, Monica si sente incapace di resistere, e così Arturo. Solo Emilio, e soprattutto Mariuccia, la quale &egrave stata l’ultima a essere tirata dentro, non sono ancora arrivati al livello di ‘rassegnazione’ degli altri.
La parte critica della loro mente reagisce ancora, istintivamente cerca una soluzione per impedire il protrarsi della situazione creatasi, per tornare ai loro incontri a quattro, solo loro quattro, lasciando fuori i ragazzi.

Eppure entrambi pensano con piacere a ciò che hanno fatto, rivivono i momenti vissuti, si eccitano al ricordo. Si ripromettono di fare qualcosa, di non cedere più a quella tentazione ma non sanno come.
Ne parlano, nell’intimità del proprio letto, senza accusarsi l’un l’altra, solo analizzando la cosa, stupendosi di come Monica e Arturo siano crollati preda della libidine, di come una ragazza abbia potuto portare tutti loro a quel punto.
Però ammettono, all’altro/a e soprattutto a se stessi, che il solo pensiero delle labbra, della bocca di Adele su di loro li mette in agitazione: si bagna lei, si irrigidisce lui. E così, pensando a Adele fanno l’amore sentendone quasi la presenza tra di loro, come se fosse al loro fianco accarezzandoli, indirizzandoli, godendo con loro e per loro.

Al mattino scelgono di comune accordo di discuterne con Arturo e Monica anche se li sentono troppo coinvolti. Magari parlandone possono riprendere possesso della loro vita, evitare quelle interferenze, per quanto piacevoli, dei giovani.

Monica va a trovarli, li informa che il venerdì occorre vedersi a casa sua, tutti insieme, che la richiesta parte da Adele la quale vuole parlare loro. Quando i coniugi le domandano cosa intende fare Monica non sa rispondere, si sente persa, vorrebbe dire qualcosa ma guardando la sorella e il cognato le sembra quasi di vederli nudi, come spesso ha fatto, di essere pronta a scopare con loro anche subito. E’ confusa, perennemente eccitata, pronta a aggrapparsi a qualsiasi cosa i due possano proporle, ma nemmeno loro vogliono o possono, preferendo rimandare al venerdì, alla riunione globale.

Così trascorrono alcuni giorni in cui le coppie adulte hanno modo di parlare, di confrontarsi, senza che nessuno possa assurgere a leader, decidere per tutti. Sono pronti a seguire le idee di chiunque di loro si faccia avanti. Nessuno ne ha il coraggio o la forza.

I giovani invece non si pongono questi problemi, non hanno cercato gli adulti, anzi li hanno evitati per non parlare con loro, e questo su suggerimento di Adele che vuole lasciarli ‘cuocere nel proprio brodo’, cosicché quando saranno tutti insieme non ci saranno possibilità di equivoci sulla reale volontà, qualsiasi essa sia.

Va da sé che i tre ragazzi hanno fatto ancora sesso tra di loro, incitandosi a vicenda, evocando la presenza dei quattro, quel che hanno fatto con loro. Adele sa bene cosa vuole, Stefano e Stefania forse no, si limitano a seguirla.

Arriva il venerdì, dopo cena i quattro adulti sono già in salotto. Parlano del più e del meno, hanno avuto tempo a sufficienza per discuterne, inutile parlarne ancora. Sono nervosi, forse frustrati.
Si alzano tutti quando sentono aprirsi la porta e Adele fa il suo ingresso come una regina seguita dai suoi servitori, che sono ovviamente Stefano e Stefania e, subito dietro, Luca e Giuseppina.

Questi due &egrave un po’ che si frequentano. Da quando Stefano e Stefania si sono ‘distratti’ a causa di Adele i due hanno iniziato a uscire insieme. Uscire uguale scopare e hanno scoperto un buon feeling tra di loro, aspettando solo il momento buono per essere chiari con i due gemelli che, vuoi o non vuoi, considerano come loro fidanzati o quasi.

I quattro adulti sono sorpresi dal vedere Luca e Giuseppina, i quali a loro volta sono spaesati dal trovare i genitori riuniti poiché non &egrave stato detto loro che li avrebbero trovati.

Adele avanza verso il centro della stanza, si sente sicura di sé, ha addosso un abito leggero, corto a metà coscia, che ben evidenzia le sue forme, i suoi capezzoli nudi sotto la stoffa morbida, e le basterebbe fare una giravolta per mostrare un perizoma di pizzo che rivela più che coprire. Si &egrave preparata bene, ritiene di avere tutto sotto controllo e esordisce:

– Questi giorni li avete vissuti in preda all’indecisione, ai sensi di colpa, vero? ‘

Attende che i quattro annuiscano, chi più convinto chi meno e poi prosegue.

– Eppure siete stati voi i primi a dare un calcio alle convenzioni, ai voti matrimoniali, alla routine della vostra vita. Voi che avete allegramente preso a scopare tutti insieme. Dovreste avere ben chiaro ciò che sto per dirvi, averlo già compreso ‘

– Aspetta, non dire”’.. ‘

Mariuccia interviene guardando Giuseppina, non vuole che il loro ‘segreto’ venga svelato a altri ancora.
Giuseppina si sente tirata in ballo e risponde:

– Tranquilla signora, Luca mi ha detto tutto e non dovete preoccuparvi di me, non sono affari miei ciò che fate tra di voi ‘

Adele prosegue come se non vi fosse stata l’interruzione:

– Il succo &egrave molto semplice: vi piacete, vi piacciamo, ci piacete. Cosa contano legami sentimentali o familiari? I voti di matrimonio, le promesse di fedeltà? Tutti noi cerchiamo solo ciò che ci piace, e quindi perché negarsi questa gioia? Abbiamo già fatto sesso tra di noi ma mai tutti insieme. Non &egrave stato bello? Dovete togliervi dalla testa le ultime remore, gli ultimi ripensamenti. Possiamo darci piacere l’uno con l’altro, tanto piacere. Non &egrave promiscuità, &egrave condividere ciò che piace, e a tutti noi piace, no? ‘

Monica si alza e le si avvicina:

– No, non &egrave giusto quel che dici, va bene fare sesso tra di noi e voi tra di voi, ma insieme no. ‘

Adele le pone le mani sulle spalle, la abbraccia, cerca la sua bocca e, vincendo la tenue resistenza, la forza con la lingua intrecciandosi con quella di Monica che prima cerca di tirarsi indietro e poi ricambia languidamente.
Questa ha cercato di resistere, ma le morbide labbra di Adele, il suo seno turgido, la sua lingua invadente la confondono. Le piace essere baciata così, specialmente quando la mano di Adele scivola a accarezzarle la micina da sopra la stoffa della gonna.

– Vuoi dire che non ti piace quando faccio così? Vieni Arturo, avvicinati ‘

Continuando a massaggiare il pube di Monica, la quale ha ora gli occhi chiusi e si morde le labbra preda delle sensazioni provocatele da quella carezza, Adele allunga l’altra mano all’inguine di Arturo. Lo carezza senza che lui faccia nulla per sottrarsi concentrato sulle due bocche di nuovo unite; poi, con qualche difficoltà, apre la zip e riesce a tirarglielo fuori, già quasi completamente eretto.

Spinge sulle spalle di Monica, la fa inginocchiare e tira verso sé Arturo fino a che il cazzo &egrave vicino alla bocca della donna. Ancora a occhi chiusi Monica schiude le labbra su cui preme il cazzo, fa uscire la lingua a accoglierlo, a bagnarlo. Spalanca la bocca e lo fa entrare quasi per metà e senza che nessuno le dica qualcosa lo succhia portando una mano a carezzare i testicoli.

Adele li lascia, vede che tutti gli occhi sono calamitati da quella scena. Si avvicina a Emilio, si volge appoggiando il culetto al suo inguine, strofinandoglielo contro contenta di sentirlo ergersi e premere sulla sua carne. Con un gesto chiama Mariuccia, ripete su di lei ciò che ha fatto a Monica ficcandole un dito dentro attraverso la stoffa. La macchia che appare sulla gonna testimonia il suo grado di eccitazione. Conduce la coppia di fianco all’altra, estrae il cazzo di Emilio, fa inginocchiare Mariuccia guardando l’immagine speculare delle due donne intente a spompinare il proprio marito.

Stefano e Stefania non sono rimasti con le mani in mano, lui le ha fatto scendere i jeans, le mutandine, e le si &egrave accovacciato la lingua protesa come un cazzetto verso l’intimità di lei, facendola imperversare sulle labbra esterne e sul clitoride.

Anche Luca e Giuseppina non sono rimasti indifferenti alla scena. Dapprima increduli, soprattutto lei di vedere i gemelli intenti al cunnilingus, poiché sapevano solo del partouze dei genitori, si sono seduti sul divano, si scambiano carezze sempre più profonde e le rispettive mani sono immerse nei jeans dell’altro/a, le bocche si scambiano baci con gli occhi volti verso il centro della stanza.

Qui Adele si &egrave tolta l’abito e si &egrave inginocchiata tra i due uomini. Sporgendo la testa contende il cazzo dei due uomini ora all’una ora all’altra pompinara, giocando con la lingua di entrambe sulle cappelle lucide di saliva.

Chiama seccamente Stefania, facendola staccare con rimpianto dalla lingua di Stefano, e quando giunge loro nei pressi la fa chinare in avanti, imboccare il cazzo di Arturo per proseguire ciò che lei e Monica smettono. Subito spinge Emilio dietro la ragazza, gli prende in mano il cazzo e lo indirizza verso l’apertura della micina dove sprofonda come un coltello nel burro.
Si volge verso Mariuccia e le dice:

– Vai da Stefano ‘

E lei obbedisce senza esitazioni, camminando gattoni verso il ragazzo che si era alzato in piedi e era rimasto fermo in attesa, donando ora a lui la dolcezza della propria lingua, la sapienza della propria bocca.

Adele &egrave soddisfatta, si sente eccitata e ora vuole anche lei qualcosa. La ottiene sedendosi sul divano, le gambe sporgenti, allargate dopo essersi tolta il perizoma. Guarda Monica e lei capisce, si avvicina e scivola con la lingua dalla coscia al fulcro del piacere, lasciando una scia di saliva presto asciugata dal calore del corpo.

Giuseppina e Luca sono eccitati, non riescono a tenere ferme le mani sui propri corpi, vorrebbero andare oltre ma c’&egrave qualcosa che li disturba.
Giuseppina vede con gli occhi parzialmente velati il gesto di Adele che li chiama. E’ quello che la fa decidere, non sopporta di essere comandata da quella che fino a poco prima era solo un’amica e nemmeno tra le più intime. Con decisione si stacca da Luca e gli chiede:

– C’&egrave un altro posto dove possiamo andare? DI sopra? ‘

Lui annuisce e entrambi escono. Adele li vede e ha un moto di disappunto ma ora vuole solo pensare alla lingua di Monica, alle sue dita ficcate in entrambi i buchi dell’amore, lo sguardo già velato dalle avvisaglie di un orgasmo si dimentica di loro e si abbandona alle sapienti carezze.

Luca e Giuseppina sono saliti in camera di Stefano, lì si lasciano cadere sul letto.

– Non lo avrei mai creduto, Stefano e Stefania insieme? E poi lei che succhia il cazzo al padre mentre lo zio la scopa? E gli altri? Che sta succedendo? ‘

– E’ quello che volevo dirti, deve essere successo qualcosa con Adele, prima non era così. ‘

– Certo però che vederli &egrave eccitante, tua zia che lecca Adele, tua madre che fa un pompino al nipote ‘

– Vuoi tornare sotto? Unirti a loro? ‘

– No, non abbiamo bisogno di loro ‘

Poi Giuseppina non può più parlare, la bocca &egrave piena del cazzo di Luca su cui si &egrave chinata. Si spoglia continuando a succhiarlo, contenta delle dita di lui che la esplorano, la penetrano.

Nel salone l’orgia sta proseguendo: Le coppie si sono riassortite: Adele subisce i vigorosi assalti di Arturo sempre stesa sul divano, sulla faccia ha la figa di Monica a cui dedica profonde leccate e rapidi succhiotti al clitoride. Di fianco Mariuccia &egrave posseduta analmente da Stefano mentre succhia Emilio. Stefania rimane inoperosa guardandoli e masturbandosi ma presto si rifà avanti, scalza Monica dalla faccia di Adele e ne prende il posto massaggiando e penetrando il pube di Monica per farsi perdonare.

Il primo a godere &egrave Stefano, merito del culetto ancora stretto di Mariuccia. Sentire il seme bollente che la invade scatena anche in lei l’orgasmo che urla attutita dal cazzo di Emilio. Questi appena si sente abbandonare si precipita addosso a Stefania, la toglie dal mucchio, la fa inginocchiare sul divano e la incula con forza, senza preavviso o delicatezza, spingendo fino a raggiungere le profondità dell’ano, i peli pubici schiacciati contro la morbida carne di lei.
Stefania subisce con poco dolore, subito sostituito dal piacere, questo assalto e si dedica, ora anche con la lingua, alla micina di Monica che presto si contorce in un climax che la stravolge e fa accasciare sul divano.

Arturo ancora resiste e decide lui il cambio di posizione. Si toglie da Adele che era vicina al piacere e lo rimprovera con un urlo, però subito il suo grido si tramuta quasi in paura sentendosi sollevare di peso. Arturo si &egrave buttato sul divano con lei sopra, febbrilmente le cerca con il cazzo il buchino stretto e lo penetra strappandole un gemito roco. Stefano &egrave ancora dentro Mariuccia, il breve riposo ma ancora più le contrazioni dell’ano di lei lo stanno riportando alla piena erezione. Si toglie e si avvicina a Adele, lei lo accoglie con un sorriso, allargandogli braccia e gambe per farsi penetrare e ora, piena davanti e dietro, si muove con forza riprendendo il cammino verso il piacere.
Li sente, li sente fino in fondo, avverte i movimenti dentro di lei di entrambi e &egrave questo che voleva:

– SIIIIIIII. Sì scopatemi, scopatemi tutti e due””. MMMMMHHHHHHHHH sto per godere, STO PER GODEREEEEEEEEE!!!! ‘

Le urla del suo piacere si confondono con quelle di Stefania che Emilio continua a inculare con forza stringendo i denti per non venire presto:

– Sì zio, inculami, inculami forteeeeEEEEEEHHHHHH ‘

Le due ragazze vengono quasi insieme seguite poco dopo dai tre maschi. Stefano si toglie in fretta e si volge verso Mariuccia ancora prona sul divano, le porge l’uccello che lei ha appena il tempo di succhiare due volte prima che le riversi in bocca fiotti su fiotti di seme caldo che lei inghiotte come può facendo uscire dalle labbra il resto. Arturo gode invece nel culetto di Adele e la sente abbandonarsi sopra di lui appagata.

Emilio invece ha visto Stefano e anche lui vuole venire nella bocca di qualcuna. Si toglie e non sa se andare da Monica ancora stesa sul divano o altro. Per lui sceglie Stefania girandosi velocemente, imboccandolo e succhiando forte, una mano a carezzare i testicoli, l’altra a scivolare sull’asta, fino a sentirsi la bocca riempita dal piacere di lui.

A questi ultimi minuti hanno assistito Luca e Giuseppina. Dopo aver fatto l’amore sul letto di Stefano lui le ha chiesto ancora se volesse scendere e unirsi agli altri. Lei ha rifiutato decisamente.

– No. E’ eccitante quel che fanno ma non &egrave per me, non voglio dividerti con nessuna. E tu? Tu vorresti dividermi con loro? ‘

La risposta negativa di Stefano &egrave repentina. Velocemente si ripuliscono, si rivestono e scendono. Lanciato un’ultimo sguardo al salone e agli intrecci di corpi escono, dimenticati dagli altri e dimenticandosi presto di loro.
Adele ha ottenuto il suo scopo, ammesso che fosse uno scopo gettare nel caos due famiglie intere. Il suo Ego &egrave appagato: lei, una ragazza giovane e con poca esperienza, &egrave riuscita a comandare a bacchetta quattro adulti e tutto questo solo facendo leva sul proprio corpo, sul sesso, in una maniera che si &egrave scoperta a lei congeniale e che le ha dato tanto piacere. Non considera nemmeno i due gemelli, suoi coetanei, per lei sono dei bambocci. Il suo trofeo ha quattro nomi: Arturo, Monica, Emilio e Mariuccia.

Non che avesse premeditato tutto questo, ha solo trovato l’occasione, e non se l’&egrave fatta sfuggire, per affermare il suo sentirsi superiore a tutto e tutti, un lato del suo carattere latente e sconosciuto ai più.

Ha un solo cruccio, il suo trionfo &egrave rovinato da Luca e Giuseppina. Pensava che sarebbero stati ben contenti di unirsi al carnaio da lei composto, specie dopo quel che Stefania e Stefano hanno raccontato di loro.
In effetti lei li conosce poco: Luca le piace ma non ci ha mai provato per non ingelosire il suo ragazzo, e anche su Giuseppina ha avuto più di qualche pensiero da quando ha scoperto di poter anche glorificare Saffo. Non capisce perché abbiano rifiutato, si siano defilati e poi siano andati via. Pensano forse di essere superiori per questo loro negarsi? Allora gliela farà vedere lei.

E’ questo che passa nella sua testolina il giorno dopo, mentre cammina con Stefania verso la scuola dove sosterranno gli esami orali.
Poi non ha più tempo per questi pensieri, deve concentrarsi, ci tornerà sopra dopo gli esami che, sente, supererà senza problemi.
E li supera, anche se non brillantemente come previsto. Troppe distrazioni, paga lo scotto delle energie spese per ‘traviare’ le due famiglie.

Ora &egrave tempo di vacanze e può concentrarsi su Luca e Giuseppina. Lo fa utilizzando Stefania. A lei affida il compito di incontrarla, di cercare di coinvolgerla in una liaison sessuale, capire perché quel giorno se ne &egrave andata e renderla più docile e remissiva, pronta a seguire il suo volere.
Stefania esegue con la promessa di nuovi piaceri e invita Giuseppina a casa un giorno che i genitori sono via.
Sdraiate fianco a fianco ai bordi della piscina parlano e Stefania va subito al sodo chiedendole di quel giorno.

– Il fatto &egrave che con Luca sto bene, mi piace ogni giorno di più. Fossi stata da sola chissà, tu lo sai che mi piace scopare e non mi faccio problemi, però c’era Luca e ho preferito stare sola con lui solo piuttosto che darla a tutti. ‘

– Non sai cosa ti sei persa, era l’occasione per provare cazzi diversi, e non solo quelli ‘

– Sei diventata sboccata Stefania. Cosa intendi per non solo quelli? ‘

– Intendevo questo ‘

E nel dirlo le infila una mano negli slip posando le dita sulle grandi labbra, separandole e premendo sul clitoride.

– Hai dimenticato di quando giocavamo insieme? O ora ti piacciono solo i cazzi? ‘

Giuseppina &egrave scattata inizialmente per la mossa repentina di Stefania, ma ora si rilassa facendosi carezzare, ricordandosi di quante volte lo hanno fatto insieme quando stavano scoprendo il sesso, dei dolci pomeriggi passati insieme prima di litigare per un ragazzo.

– mmmmhhhhhhhh no, non ho dimenticato, mi piace ancora anche se preferisco il cazzo, però ora &egrave diverso. Con Luca &egrave diverso, c’&egrave qualcosa in più’. Sì, carezzami lì, metti le dita dentro mmmmhhhhhhhhhh ‘

– Qualcosa in più? Cosa? ‘

– mmmmmhhhhhhhh”.. non so spiegartelo, con lui &egrave tutto più bello, non &egrave scopare e basta, mi piace anche stare solo abbracciata a lui. sìììììììì, ancora, vai più a fondooooohhhhhhh ‘

– Vuoi dire che ti sei innamorata? ‘

– No, non lo so ”.mmmmmhhhhhhh forse sì, anche adesso vorrei ci fosse lui a carezzarmi al posto tuo” NO, non smettere, ti prego, non intendevo offenderti, ti prego, &egrave solo che con lui”’. mmmmhhhhhhhh sì, continua ‘

Stefania ha tolto di scatto la mano sentendo quelle parole, un pochino si &egrave offesa e sta per rispondere piccata, però ripensa alle parole di Adele, a ciò che ha organizzato e fa buon viso a cattivo gioco riportando la mano dentro il costume di Giuseppina e proseguendo con il suo piano.

– Ho una sorpresa per te ‘

Stefano &egrave rimasto in disparte in attesa. Si sta masturbando guardandole e al cenno di Stefania si precipita inginocchiandosi di fianco alla sdraio di Giuseppina che improvvisamente si trova il suo cazzo vicino al volto.

– Ma che”. Stefano, no, non voglio”’ –

Istintivamente si tira indietro, solo il tocco delle dita di Stefania, profondamente dentro di lei, e la sua voce suadente la fanno fermare mentre sta per alzarsi:

– Rilassati, &egrave solo Stefano, prendiglielo in bocca mentre io ti tocco, lo hai già fatto e lui aspetta solo la tua lingua ‘

Giuseppina ricade sulla sdraio, &egrave illanguidita, non vuole che Stefania smetta la sua carezza e, in fondo, ha già scopato con Stefano. Il suo sangue caldo decide per lei e piano si avvicina all’asta tesa verso di lei, passa la lingua sulla cappella e poi ingoia il fungo succhiando forte.

Per alcuni minuti si odono solo i gemiti dei tre ragazzi, il rumore della bocca di Giuseppina sul cazzo di Stefano, lo sciacquettio delle dita di Stefania nella micina dell’amica, l’eccitazione sale per tutti e tre e Stefania non sa resistere. Toglie le dita dal costume di Giuseppina e glielo sfila facendolo scorrere sulle cosce, agevolata da lei che non smette di succhiare Stefano. Poi Stefania s’inginocchia tra le cosce di lei e le rende omaggio con la bocca.
La carezza più profonda, più stimolante, eccita Giuseppina che ora geme senza ritegno e le dispiace che Stefano si sottragga alle sue labbra per andare dietro Stefania e penetrarla prendendo a cavalcarla, le mani strette sui fianchi.

Gli occhi velati dal piacere Giuseppina lo vede scoparla, avverte attraverso la lingua di lei i colpi secchi le lui le dà. Ancora una volta si stupisce vedendoli far sesso insieme. Lei non ha mai pensato al fratello in quel modo, mai le &egrave venuto in mente di fare sesso con lui né lui le ha mai dato modo di crederlo possibile. ‘Siamo diverse’ pensa mentre affoga la percezione della realtà nell’orgasmo che la travolge facendola contorcere sulla sdraio.

Riprende coscienza vedendo i due che si staccano lentamente, i visi con ancora i segni del godimento e avverte dentro di sé un senso di disagio. C’&egrave qualcosa di sbagliato, non sa cosa ma lo avverte con forza. Si tira su e senza parlare va a rivestirsi e abbandona la casa senza un saluto.

Stefania e Stefano devono riferire loro malgrado che l’approccio con Giuseppina &egrave andato male. Sì, lei ha fatto sesso con loro ma il modo in cui se ne &egrave andata, il fatto che evidentemente evita di rispondere alle chiamate di Stefania, fa pensare che sia arrabbiata per un qualche motivo.

Adele si infuria, attacca i gemelli con parole che in altro momento avrebbero ricevuto repliche dure, però i due ora abbassano il capo remissivi, solo Stefania vorrebbe replicare. La faccia di Giuseppina quando &egrave andata via, le sue parole precedenti, il fatto che ora la evita, il trattamento a cui la sottopone Adele: tutto le dà da pensare, però tace non trovando la forza dentro di sé.

E’ il primo sintomo di una ribellione. Fino a quel momento &egrave stata entusiasticamente d’accordo con l’amica, accettando che si intromettesse nei giochi che già conduceva da sola, permettendole di decidere per entrambe. Lo ha fatto ebbra di potere. Lei &egrave riuscita a ottenere tutto ciò che voleva, a soddisfare ogni suo capriccio.
Con Adele ha spinto ancora oltre i limiti eppure non &egrave contenta. Sì, fare sesso le piace e ora ne ha in quantità industriali, con in più la soddisfazione di vedere persone mature che fino al giorno prima le incutevano rispetto e timore plasmarsi al suo volere.

Pensa al prima, alla complicità con i suoi genitori, al rapporto di fiducia che si era creato. Ora vede ancora affetto in loro ma triste. Le pare che quasi la evitino, come se lei potesse di punto in bianco diventare nemica. E in effetti &egrave quello che lei ha fatto, coinvolgendoli in qualcosa che, se pur non disprezzato ma, anzi, goduto, continua a non essere considerato appropriato. Sente che la sua vita le sta sfuggendo di mano, che anche lei &egrave una specie di burattino nelle mani di Adele, &egrave il momento di riflettere.

L’occasione &egrave una preventivata crociera di quindici giorni nel Mediterraneo. Avevano prenotato due suite contigue, dovendo andare tutte e due le famiglie al completo, ma ora Luca e Stefano decidono di non andare. Luca per continuare la storia con Giuseppina che lo sta prendendo sempre più, Stefano per la sua debolezza persistente, non vuole dispiacere a Adele la quale &egrave irritata dal vedersi sottrarre i suoi giocattoli preferiti. Stefania invece conferma la sua presenza, ancora più convinta proprio dalla rabbia di Adele. Trae un piacere sottile nel dispiacerla.
Adele alla fine non si cruccia più di tanto. Non ha rinunciato alle sue mire su Luca e Giuseppina, si sente frustrata dal non controllarli come fa con gli altri. Si farà aiutare da Stefano fino al ritorno dei cinque.

Così fa coppia fissa col ragazzo, elargendogli ‘elemosine’ sessuali che lui &egrave ben contento di ricevere sfruttando la sua amicizia con Luca per frequentare la coppia e poter introdurre facilmente Adele.

E’ un’estate calda, &egrave bello ritrovarsi con gli amici all’aperto, liberi da ogni impegno prima che cominci l’anno accademico.
Adele diventa la fedele ombra, con Stefano a rimorchio, di Luca e Giuseppina. Questi, pur cercando ogni momento per restare soli, non si negano alla vita sociale e si ritrovano spesso in quattro in piscina o in qualche locale con altri amici.

E’ proprio durante un pomeriggio in piscina, dove i quattro ragazzi cercano di sfuggire alla canicola, che Adele tenta l’approccio che ritiene risolutivo. Sono soli e ridono e scherzano spensierati come si deve essere al quest’età. Luca e Giuseppina si scambiano spesso effusioni nell’acqua o sul bordo, e così fanno Adele e Stefano. Adele vuol far mostra di stare con Stefano ma non si sente tranquilla.
Sente qualcosa di strano dentro di sé, non ha più voglia di rivalersi sui ragazzi, di ‘comandarli’ come inizialmente pianificava.

Il frequentarli l’ha addolcita, ora vuole solo essere ‘accettata’ da loro. Ne sente la mancanza quando non li vede, li cerca costantemente, &egrave invidiosa del loro rapporto esclusivo. Quel che &egrave strano &egrave che sente lo stesso per entrambi. In diverse occasioni le &egrave capitato di masturbarsi pensando a loro due, indifferentemente e anche insieme. Anche quando fa sesso con Stefano preferirebbe ci fosse Luca e sente la mancanza di Giuseppina. Esclude siano i sintomi di un innamoramento, di chi poi, di entrambi? Però l’attrazione &egrave forte, darebbe chissà cosa per stare con loro.

Al farsi della sera, mentre catturano gli ultimi raggi di sole sui corpi già abbronzati, lancia l’idea di una grigliata. Sono soli e la casa &egrave a disposizione. Tutti sono d’accordo e mandando i ragazzi a prendere qualcosa da bere, istruendo Stefano per fargli acquistare della birra, Adele va con Giuseppina in cucina. Preparando la carne parlano:

– Sai che t’invidio un po’ Giusi? ‘

– Tu invidiare me? E per cosa? ‘

– Un po’ tutto, hai una splendida storia con Luca che &egrave un bel ragazzo e mi sembra perso per te. Poi le tette: vorrei averle come le tue, le mie mi sembrano ‘.. non so, piccole. ‘

– Sì, con Luca va a gonfie vele, ogni giorno &egrave meglio del precedente, però tu hai Stefano che &egrave anche lui un bel ragazzo e ti segue come un cagnolino. E poi non &egrave vero che hai le tette piccole. Guarda, sono appena meno delle mie, &egrave perché tu sei tanto alta. ‘

Per fare il confronto Giuseppina si &egrave avvicinata a Adele, di fianco sporge il seno mettendolo in evidenza. E’ quello che lei attendeva:

– Le tue mi sembrano più sode, posso? ‘

E senza attendere il permesso con la mano va a saggiarle il seno. Lo stringe, lo palpa, fa scorrere le dita sul capezzolo che subito si rizza. Il massaggio dura più a lungo del necessario e Giuseppina si scosta infastidita.

– Ehy, ma che fai? Lasciami stare ‘

– Perché, non ti piace se ti tocco? ‘

– Non &egrave questione di piacere e non piacere, non mi va. ‘
– Ti fanno schifo le donne? Non hai mai provato con una ragazza? ‘

– Non mi fanno schifo e sì, ho provato, però non mi va di farlo. Io ho Luca ‘

– Tra ragazze non &egrave tradirlo ‘

– Ma che ti prende Adele, ci stia provando con me? Guarda, facciamo conto che non &egrave successo niente, non mi va e basta.
Se tu sei diventata lesbica sono affari tuoi. ‘

– Non sono lesbica, pensavo solo che ci potessimo divertire insieme, però se non ti va fa nulla. Dai prepariamo la carne. ‘

Vista la resistenza di Giuseppina, Adele fa marcia indietro con nonchalance e abbandona il discorso riuscendo a far rilassare Giuseppina e a farle quasi dimenticare i momenti precedenti.
Al ritorno dei ragazzi resta solo di accendere il fuoco. Ci pensa Stefano stappando la prima lattina di birra per un brindisi gioioso.
Presto il profumo della carne pervade l’aria, il calore del fuoco unito a quello dell’atmosfera ha già fatto bere la seconda birra a tutti.

Si accomodano sul tavolo e iniziano a mangiare con appetito. Carne saporita, verdure grigliate e ancora birra che scende giù per le gole riarse come ruscello di montagna. Presto le due ragazze sono alticce e anche i ragazzi vi sono vicini. Le risate aumentano in proporzione.

Sparecchiato e spento il braciere si accomodano nel gazebo e lì Adele propone un gioco. Chi pesca la carta più bassa deve fare una penitenza. Gioco stupido ma lei sa che può portare ovunque, basta saperlo dirigere. Così iniziano e tra battute e risate di volta in volta, a turno, fanno qualcosa di scemo scelto da uno/a degli altri tre. A un certo punto la penitenza tocca a Adele e Stefano, precedentemente imbeccato, le impone di togliersi il reggiseno del costume, cosa che lei fa subito ridacchiando e mettendo in mostra il suo bel seno.

Giuseppina accenna una protesta, non vuole che le cose vadano lungo quella strada, ma &egrave gioco facile per gli altri convincerla che non c’&egrave nulla di male, e così, al suo turno, &egrave lei a togliersi il top. Il gioco prosegue e dopo poco entrambe le ragazze sono nude. I ragazzi fanno finta di nulla ma &egrave evidente nei loro calzoni qualcosa che cresce.
Stefano spinge oltre il gioco imponendo a Adele di mettergli le mani nei pantaloni e tenercele per trenta secondi. Lo fa ridacchiando per tutto il tempo come se fosse uno scherzo ma &egrave evidente come la sua mano si muova e come l’uccello di Stefano sia pienamente eretto al termine. Luca e Giuseppina non si sono scandalizzati. Lei, per quanto non gradisca troppo lo spettacolo, non vuole passare per guastafeste e quindi, quando Adele le impone la stessa cosa con Luca, esegue tranquillamente.

Sentire il pene del suo ragazzo ingrandirsi nella mano la stimola. Vorrebbe che fossero soli, che anche lui la toccasse.
Con gli occhi languidi lo bacia e &egrave un bacio appassionato, profondo. I due si stanno estraniando dalla realtà che li circonda, dimenticando dove sono e con chi quando sentono un corpo morbido abbracciarli entrambi, una volto premere contro le loro guance, una lingua insinuarsi e cercare le loro.

Sorpresi si staccano. E’ Adele che ha pensato fosse il momento buono, che fossero oramai presi. Sbaglia.
Giuseppina si tira indietro di scatto fisandola torva.

– Che cazzo fai? ‘

– Volevo unirmi a voi, siete così belli ‘

– Non se ne parla nemmeno, se hai voglia vai da Stefano ‘

Adele non ci sta, si spinge oltre e allunga una mano a coprire e stringere l’evidente erezione di Luca.

– Dai, non fare la bigotta, possiamo farlo divertire insieme ‘

E’ evidente e puerile il suo cercare l’appoggio di Luca ma &egrave proprio lui a darle il colpo finale.

Delicatamente ma con mossa decisa le prende la mano e l’allontana da sé.

– Scusa Adele, ma non mi va. Come ha detto Giusi: vai da Stefano! ‘

E presa per la mano Giuseppina si allontana per recuperare gli abiti. Subito dopo vanno a casa di Luca, anche essa libera, alla ricerca di un po’ d’intimità e, soprattutto per allontanarsi da Adele.

Questa rimane sbigottita, mai si sarebbe aspettata un rifiuto così deciso. Si infuria e ne fa le spese Stefano il quale, avvicinatosi per consolarla, speranzoso di fare sesso con lei, viene insultato e, addirittura, scaraventato in piscina con una spinta.

Così si conclude la serata dei ragazzi, con Adele che va via di umore nero, Stefano che rimane solo e sconsolato, e con Luca e Giuseppina che si rotolano sul letto di lui presto dimentichi degli altri.
Stefano cerca conforto nella sorella con una lunga chat whatsapp in cui le spiega cosa &egrave successo. E’ arrabbiato con Adele e con se stesso poiché sa che ha fatto una figura non proprio edificante con gli altri e, se ne convince di più ogni minuto che passa, di lui a Adele non importa nulla.

La sorella risponde come può cercando di consolarlo, nel contempo si accresce l’opinione negativa che si sta facendo di Adele. Poi spegne il cellulare e raggiunge i genitori per godersi la vacanza già iniziata.

I cinque, dopo aver espletato le formalità d’imbarco, hanno preso possesso delle suite perfettamente assistiti da due maggiordomi. Mariuccia e Emilio in una, Monica, Arturo e Stefania nell’altra, assistono dal balcone alla partenza della nave e si preparano al cocktail col Capitano ove fanno conoscenza con altri passeggeri e iniziano a rilassarsi e godersela.

La notte stessa, nella suite illuminata dalla luna piena, Monica e Arturo si cercano. Fanno piano per timore di svegliare Stefania che dorme poco distante sul divano trasformabile. Fanno attenzione a non fare rumore non sapendo che Stefania &egrave perfettamente sveglia preda dei propri pensieri. Alla luce fioca li osserva fare l’amore con passione, ode le parole dolci sussurrate, i gemiti trattenuti.
Vorrebbe alzarsi e unirsi a loro ma si rende conto che quel momento &egrave troppo intimo, speciale. Sono due amanti che si conoscono da anni e in cui il sentimento non &egrave mai scemato. Si masturba piano mordendosi le labbra per non farsi sentire, invidiandoli per quell’intimità evidente tra di loro.

Il giorno successivo si ritrovano tutti e cinque in piscina. La nave offre infiniti divertimenti, per tutti i gusti. Stefania resta attaccata ai genitori, silente quando non interrogata. Li segue in un giro dei bar, al ristorante, di nuovo in piscina e ancora per cena, tutto guardando e facendosi ammirare dai numerosi ragazzi a bordo.
La notte, dopo il teatro, sono ancora nella suite e Stefania prende il coraggio a due mani. Ha deciso che deve parlare con i genitori, deve schiarirsi le idee su quello che &egrave capitato loro nelle ultime settimane, la chat con Stefano l’ha fatta decidere.

– Papà, mamma”.. posso venire nel letto con voi? Vorrei parlare. ‘

Monica e Arturo non se l’aspettavano ma acconsentono e lei si alza e nel tenue chiarore della luna, con solo l’intimo addosso, senza reggiseno, sale sul letto mettendosi al centro.
Sotto il leggero lenzuolo si stende supina, guardando il soffitto, stretta tra i due, spalla contro spalla.

– Mi sono comportata male, molto male, e solo adesso me ne accorgo ‘

Arturo e Monica tacciono, in attesa, e Stefania prosegue:

– Non lo so cosa cercavo, dopo quella volta nella baita credevo fosse tutto perfetto avendo avuto ciò che chiedevo. Con Luca però non &egrave andata bene. Mamma, &egrave sbagliato se quando penso a quel giorno, al coso di papà mi si bagna la micina? E’ sbagliato se vorrei stare sempre con voi, e non intendo così, stesi a parlare? Io vi voglio bene, so che non l’ho dimostrato ma vi voglio bene, e questo sentimento mi spinge a cercarvi, anche te mamma, a voler fare l’amore con voi due, da soli o insieme. Cosa c’&egrave di sbagliato in me? ‘

I due tacciono ancora, meditando sulle parole di Stefania. Poi Monica risponde:

– Non lo so se &egrave sbagliato, so che non &egrave normale. Dovresti cercare qualcuno della tua età, magari non Luca ma qualcuno che ti faccia battere il cuore, che ti faccia venir voglia di fare con lui ciò che vuoi fare, che abbiamo fatto, insieme. ‘

– Mi dispiace tanto mamma, mi dispiace di avervi costretti, non lo so cosa mi passava per la testa. Avevo fatto tanto per allontanare Stefano e poi”.. Con Adele ho creduto di poter avere papà, e poi anche te mamma, senza pensare a ciò che volevate voi. Mi dispiace tanto. ‘

Il tono di voce intenerisce Arturo che interviene:

– Non &egrave stato un sacrificio amore. Noi sappiamo, come ti ha detto tua madre, che dovresti cercare qualcuno al di fuori, E’ così che va la vita, si deve uscire dal nido non rinchiudersi dentro per quanto possa essere piacevole. Sei una splendida ragazza, un sogno per tanti maschietti e anche femminucce, non credere che non mi sia piaciuto stare con te. Te lo ripeto, non &egrave stato un sacrificio, e credo anche per tua madre. ‘

Monica &egrave turbata dal tono di voce di Stefania, dalle parole di Arturo e soprattutto dal fatto che scopre di condividerle. Mai avrebbe immaginato di fare ciò che ha fatto ma sa che ne ha goduto ogni momento, sia col corpo che con la mente nonostante le remore.
Ciò che non accetta &egrave di essere stata strumento docile. Lei che ha sempre ‘dominato’ la vita trovarsi coinvolta e condizionata in quel modo la fa star male, le ferisce l’amor proprio. Si gira sul letto appoggiando una mano sulla spalla di Stefania e parla:

– Tuo padre ha ragione, se me l’avessero chiesto prima avrei risposto che era impossibile ma no, non &egrave stato un sacrificio. Anche noi ti vogliamo bene Stefania, non so se sia giusto dimostrarlo col sesso ma te ne vogliamo tanto. Il problema &egrave stato il coinvolgimento di Adele, un’estranea. Chissà, forse anche senza di lei saremmo finiti a letto tutti insieme, ma sarebbe stato più spontaneo, con motivazioni diverse. Sarebbe stato Amore, non solo sesso. ‘

Stefania digerisce le parole dei due, sente vibrante la presenza dei loro corpi accanto, il loro calore. Solo la settimana prima si sarebbe avvinghiata a uno qualsiasi di loro pretendendo, ora ha paura anche solo a muovere una mano.

Brevemente racconta loro della chat di Stefano, di ciò che ha fatto Adele, del suo rapporto con lei, dei sentimenti ora mutati. Parlando realizza quanto sia stato errato permetterle di inserirsi tra di loro. Arturo dice la sua:

– Non so cosa abbia in mente quella ragazza, siamo stati tutti deboli, io soprattutto, a permetterle tanto dominio su di noi. Luca e Giuseppina hanno dimostrato di essere più forti di noi. ‘

– Credo che siano innamorati. Non ho badato all’allontanamento di Luca da me perché avevo in mente solo voi e Adele, però avevo notato come si fossero trovati tra loro, il loro frequentarsi, anche il fatto che Giuseppina non aveva più tempo per studiare o uscire con noi. Beati loro. Ho deciso, con Adele ho chiuso, non voglio più che decida per tutti noi ‘

Le parole di Stefania aleggiano nella stanza per diversi secondi. Poi si ode ancor ala sua voce: tremula, titubante:

– Papà, mamma””.. ‘

– Dicci Stefania ‘

– Io”’. io ho una voglia pazzesca di allungare le mani sul tuo cazzo papà, e anche sulla tua micina mamma. Però non &egrave come prima” non lo so spiegare. Vi capisco se non volete ma io’.io sto impazzendo dalla voglia. ‘

Ci sono ancora secondi di silenzio, carichi di aspettative, timori. Arturo si gira verso la moglie e la vede sorridere, fare cenno di sì con la testa.
In sincronia, si chinano su Stefania, ognuno si impadronisce di un seno, sugge il capezzolo.

Il sospiro che esce dalla bocca di Stefania &egrave più di liberazione che di piacere, poi i sensi prendono il sopravvento e, sicura del consenso, allunga le mani sui sessi dei due. può stringere il cazzo di Arturo solo per pochi secondi perché lui scivola in basso. Lasciando Monica a occuparsi dei seni fa scivolare gli slip di Stefania verso i piedi, li toglie poi accosta la bocca al sesso di lei trovandolo già umido. Vi si dedica per diverso tempo, aprendo le grandi labbra con le mani per arrivare più in fondo, penetrandola con la lingua, succhiando il bottoncino duro fino a far gemere Stefania in un primo veloce, poco soddisfacente, orgasmo.

Si alza in ginocchio, ha il cazzo durissimo. Guarda dall’alto le sue due donne e si intenerisce a vederle così prese, appassionate, in un bacio profondo. Si spinge in avanti, avverte il bisogno di attenzioni al suo pene che appoggia sulla guancia di Stefania. Le riceve subito da entrambe le bocche, entrambe le lingue che frullano veloci sulla cappella prima di farla sparire nella bocca di Stefania. Monica lecca l’asta per tutta la sua lunghezza, senza risparmiare la sacca dei testicoli.

E’ un trio perfetto, affiatato. Non c’&egrave bisogno di parlare, si intendono a meraviglia e quando Stefania si toglie il cazzo dalla bocca e si tira su subito Arturo si stende e Monica si fa da parte per permetterle di salire sopra, di impalarsi sul pene dritto come un obelisco.

Arturo si fa cavalcare passivamente sentendo la micina bagnata di Stefania avvolgerlo come un guanto. La luna illumina il suo volto contratto in un nuovo orgasmo, migliore del precedente eppure ancora non appagante. Subito Stefania fa posto a Monica, le carezza i seni mentre lei si muove sopra Arturo che stringe i denti per non godere presto.

Anche Monica gode, mugolando nella bocca di Stefania che la bacia avidamente.
Arturo attende il suo turno, vede Monica smontare, stendersi sul letto. Si aspetta che di nuovo le due donne si dedichino a lui, al suo piacere, e invece Stefania rompe il silenzio:

– Papà”’..ancora ”.. ‘

Non ha bisogno di spiegare cosa vuole, le basta mettersi carponi.
Arturo le va dietro, carezza i glutei facendoli fremere. Li apre esponendo la rosetta, gli pare quasi di vederla contrarsi e la omaggia con la lingua, bagnandola più che può prima di tentarla con un dito.
Stefania attende impaziente, sente prima un dito e poi due entrarle dentro, frugarla, dilatarla, prepararla a accogliere il ben più voluminoso pene che Arturo appoggia delicatamente prima di spingere con decisione.

Ancora una volta Stefania ha quella sensazione di pienezza che ha tanto desiderato. Un piccolo fastidio iniziale per il dilatarsi del muscolo e poi solo piacere. La sua mano vola alla micina e si penetra con due dita. Al di là di pochi millimetri di pelle sente il cazzo di Arturo muoversi lentamente, il clitoride appena sfiorato le manda lampi di piacere e lei mugola contenta, sempre più forte via via che Arturo accelera i movimenti.

Monica li guarda eccitata, si tocca ma non le basta e allora si pone davanti alla figlia, apre le cosce, le offre il suo fiore ottenendo istantaneamente una lingua agile e veloce che la porta quasi subito al culmine.

E’ lei la prima a urlare, stringendo le cosce sulla testa di Stefania che nemmeno se ne accorge perché anche lei sta godendo, imbavagliata dalle teneri carni di Monica si agita, si fa incontro a Arturo per sentirlo meglio, per prenderlo tutto, e poi si accascia sul letto, respirando affannosamente, i capelli bagnati dei succhi di Monica.

Arturo aspettava di vederla godere e ora può lasciarsi andare. Smette di stringer ei denti, la inchioda sul letto con forti colpi nell’ano accogliente e rilassato di lei che farcisce col proprio seme fiottando in densi schizzi tutto ciò che ha prima di buttarsi di lato anch’egli stremato.

Dormono tutti e tre insieme, sorridenti, abbracciati. Questa sera &egrave stata diversa, forse foriera di una nuova stagione nei loro rapporti, forse no, ma ci penseranno domani.

Il giorno dopo sprizzano tutti e tre energia affrontando la prima delle escursioni previste nella città di mare dove hanno attraccato durante la notte. Mariuccia e Emilio hanno sentito qualcosa durante la notte, non ne sono sicuri ma basta vedere i tre in faccia per capire e gioire con loro della ritrovata armonia.
Al rientro, a sera, raggiungono la loro suite insicuri fino al momento in cui sentono bussare alla porta.

Aprono e accolgono Arturo e Monica che entrano chiedendo subito qualcosa da bere. Allegri, ciarlieri, rilassati. L’atmosfera della suite &egrave quella dei primi loro incontri a quattro.

Forse Mariuccia e Emilio si pongono la domanda di dove sia Stefania ma la dimenticano presto quando Arturo e Monica, rispettivamente, iniziano a dedicare loro attenzioni maliziose.
In quattro, affiatati, si ritrovano nudi sul letto. La vecchia sintonia viene ritrovata, vengono dimenticati i momenti passati insieme ai ragazzi. Sono vecchi amanti che si ritrovano e ricordano i gesti da fare, i punti da sfiorare per godere e far godere.

Ancora una volta Mariuccia e Monica gemono strette tra i corpi dei due uomini, ancora una volta si contendono il seme che sgorga dai cazzi stimolati oltre il limite. Ancora una volta si abbracciano e dormono tutti insieme, le membra confuse e incrociate, i volti disfatti dal piacere.

Stefania &egrave rimasta nell’altra suite da sola. I genitori le hanno detto di andare con loro, che gli zii sarebbero stati felici, ma ha voluto lasciar loro celebrare da soli il ritorno al passato, ai momenti felici e senza pensieri.

Li ha ascoltati, l’orecchio appoggiato alla parete, e si &egrave masturbata tre volte nell’intuire più che udire i gemiti e i sospiri.
Si &egrave ritrovata a pensare anche al ragazzo conosciuto sulla passeggiata al mattino, ai suoi occhi di un blu profondo che l’hanno colpita insieme ai modi gentili. Spera di rivederlo presto e si addormenta la mano ancora stretta tra le cosce.

I giorni di vacanza volano e sono già sulla rotta del ritorno, l’indomani sbarcheranno e torneranno a casa.

In quei pochi giorni i quattro hanno ancora fatto sesso insieme, con rinnovato entusiasmo.
Stefania non si &egrave mai aggregata anche se in due occasioni si &egrave trovata nel letto con Monica e Arturo, abbracciata stretta a entrambi nello spasimo dell’orgasmo.

Il ragazzo che ha conosciuto le piace, ha preso a frequentarlo, ha scoperto che &egrave al secondo anno nella facoltà a cui si &egrave iscritta lei e che si ritroveranno dopo poche settimane.

Le piace quel ragazzo, &egrave dolce, bello. E’ facile farsi convincere a una passeggiata sul ponte, &egrave semplice lasciarsi abbracciare e baciare, &egrave normale farlo andare nella suite quando sa che i genitori sono nell’altra, e lì gli si &egrave concessa con naturalezza, in maniera quasi coniugale, senza volere, né lui glielo ha chiesto, essere sodomizzata. Lui ha apprezzato in particolare la bocca di lei, profonda tanto da accoglierlo interamente, dolce da parere una brezza sulla carne arrossata dell’uccello, vorace quando si &egrave trattato di bere il suo seme senza lasciarne una goccia.

L’ultima notte Stefania torna nel letto di Arturo e Monica, parla con loro, racconta di questo ragazzo, della sua attrazione per lui. I genitori ne sono contenti, solo Stefania ha un’ultima domanda per loro?

– Quando sarò all’università credo proprio che mi metterò con lui. Questo cambierà qualcosa con voi? Potremo ancora godere come facciamo ora? ‘

La risposta viene da Monica:

– Io credo che dipenda solo da te. Se sarai insieme a questo ragazzo, oltre al fatto che ci vedremo di meno, penso che sarai tu a non avere voglia di farlo. Io, e parlo anche per tuo padre, sarò sempre pronta a accoglierti, perché sei il nostro amore. ‘

Stefania si alza in ginocchio sul letto, butta via le lenzuola e si erge nuda sopra di loro. Con voce roca dice solo.

– Non muovetevi, lasciatemi fare ‘

Si china su Monica, le apre le cosce e affonda la bocca su di lei leccandola sapientemente, penetrandola con le dita dappertutto, portandola in breve a un orgasmo fulminante e mentre lei riprende fiato si volta verso Arturo, gli stringe il membro con le mani che apre e chiude e ruota accogliendo la punta nella bocca. Lo succhia velocemente col solo intento di farlo venire in fretta e ottiene presto il suo scopo senza staccarsi, ricevendo sul palato il seme di cui conosce tanto bene il sapore, ingoiandolo man mano che le schizza dentro e lasciando uscire il cazzo solo al termine, quando non ha più nulla da dare, quando &egrave perfettamente ripulito.

Torna nel suo letto e al buio dice:

– Vi voglio bene ‘

E’ stato il suo modo per ringraziarli, per far sapere che vuole loro bene, che il futuro non &egrave scritto ma ha tutte le intenzioni di proseguire per la nuova strada.
Dorme serena Stefania, senza sogni, e ancora sorride al mattino quando viene svegliata da un bacio della madre. E’ ora di sbarcare.

Il ritorno a casa &egrave festoso. Ritrovano i figli lasciati indietro e Giuseppina viene presentata ‘ufficialmente’ ai genitori di Luca. Nessun imbarazzo, nessun commento. Sono tutti felici per Luca che appare evidentemente innamorato e ricambiato.

L’unico punto dolente &egrave Stefano il quale, rifiutato da Adele, si &egrave perso nella sua depressione.
I genitori e la sorella cercano di tirarlo su di morale con scarsi risultati e ne discutono tra di loro:

– Credo che andare all’università, cambiare ambiente, concentrarsi sullo studio, gli farà bene ‘

Dice la madre.

– Gli starò vicina, lo aiuterò, ci sono tante amiche mie da fargli conoscere e poi, anche se in facoltà diversa, ci saranno anche Luca e Giuseppina. Insieme riusciremo a tirarlo su. ‘

Dice la sorella.

– E se dovesse cercarti?”.. Mi hai capito ‘

Dice il padre, preoccupato che Stefano possa ricadere nella passione per sua sorella.

– Se sarò necessario lo farò papà, ma sono sicura che come &egrave successo con Giuseppina sarà una cosa transitoria. Presto lo rivedremo sereno e sicuro. Te lo prometto ‘

Il pomeriggio c’&egrave lo sgradevole intermezzo della visita inaspettata di Adele.
La ragazza sapendo del rientro si presenta convinta di essere ancora regina della situazione. Viene accolta con freddezza da tutti.

– Adele, ciò che &egrave stato &egrave stato ma da ora si cambia radicalmente, non siamo più disposti a continuare. E’ finita e tu non sei più la benvenuta in questa casa.’

Arturo la affronta con cipiglio, deciso a concludere in fretta. Non si lascia sedurre dalle sue moine, non si lascia intimorire dal velato ricatto di raccontare tutto in giro.

– Pensi che crederanno più a noi tutti che neghiamo o a te? Ti troverai una denuncia per calunnia e l’unica cosa che otterrai &egrave di far parlare la gente”’. Soprattutto di te. ‘

– E non solo ‘ interviene Stefania:

– Se ti azzardi a dire parola poi sarò io a parlare, a farti ‘pubblicità’ in tutta la città, con tutti quelli che conosco, in tutta la facoltà. Troverai terra bruciata ovunque. ‘

Usa parole scandite Stefania, riempiendole di cattiveria e scherno, e quando Adele si guarda intorno senza trovare aiuto tranne forse Stefano che appare indeciso, parla ancora:

– Fratellino, vuoi finire ancora una volta in piscina? ‘

Stefano ricorda l’umiliazione subita, il dispiacere degli ultimi giorni. Ricambia lo sguardo di Adele e prima ancora che lei parli &egrave lui a urlare:

– VAFFANCULO TROIA! ‘

Dopo di che le volta le spalle e sale in camera.

Adele non sa più cosa deve fare. Ogni suo progetto, ogni suo pensiero, &egrave svanito come fumo nell’aria. E’ abbastanza intelligente da capire che non ha possibilità e pur ribollendo di rabbia va via senza aggiungere altro.

Stefania corre in camera dal fratello, lo abbraccia, lo bacia, si congratula con lui per la sua reazione. Subito dietro entrano i genitori e la scena si ripete. Sentirsi così apprezzato fa bene a Stefano che torna in salotto con loro.

Poi &egrave il momento di prepararsi:
Arturo e Monica si vedranno a cena con Mariuccia e Emilio, e &egrave facile supporre come finirà la serata. I gemelli escono con Luca, Giuseppina e altri amici per ritrovarsi in qualche locale, raccontarsi le vacanze, stare tutti insieme prima della separazione autunnale.

Lei trova il tempo di chiamare il ragazzo della nave, e le loro parole si perdono sulla veranda come sussurri alla luna.

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