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Una settimana strana

By 3 Giugno 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

Mi chiamo Gianni, sono di Bologna, ho 21 anni e studio lettere all’università.

Circa sei mesi fa, dovendo frequentare un corso a Milano, per una settimana mi sono trasferito da mia zia che abita proprio nel centro della città.

Si tratta della zia ‘strana’. Almeno questo è quello che pensa la mia famiglia.

Una bella donna di 40 anni, magrolina, non molto alta, capelli corti a caschetto. Non si è mai sposata.

Parto la domenica per arrivare da lei in serata, la mattina del Lunedì dovevo essere all’università di Milano. Era venuta ad aspettarmi alla stazione.

‘Ciao Gianni! Tutto bene il viaggio?’

‘Ciao zia Dany! Si tutto bene’

Andammo subito a casa sua, un bell’appartamento in centro con due camere e cucina.

‘Ti ho preparato il divano in salotto! Spero che starai comodo’

‘Perfetto zia! Grazie, spero di non disturbare’

‘Ma no! Dai! Almeno porti un po di movimento’

La sera cenammo, un po di televisione e poi a letto.

La mattina la zia mi lasciò le chiavi di casa, io sarei arrivato verso l’ora di pranzo, lei invece lavorava tutto il pomeriggio.

Il Lunedì arrivai a casa dall’università e trovai il pranzo pronto, ‘che zia!’

Passai il meriggio a cazzeggiare sdraiato sul divano davanti alla televisione. Si sa che la noia porta problemi alla vista, e così mi ritrovai con l’arnese duro in mano.

Passavo da un canale all’altro mentre mi trastullavo. Mi levai i pantaloni e le mutande per stare più comodo, con la mano afferrai il pene che stava bollendo e iniziai una sega.

‘Gianni! Tutto bene? Ti diverti?’

Era entrata zia Dany, stava impalata sulla porta del salotto, mi guardava sorridendo.

‘No… ma… zia… si…no… scusa…’

‘Dai! Tranquillo. Nessun problema. Le facciamo tutti quelle cose!’

Cercavo di tirare la maglietta per coprirmi.

‘Dai! Finisci non farti problemi. Daiii’

Ero imbarazzatissimo, non sapevo che fare. Afferrai nuovamente il pene e continuai ad andare su e giù, sempre più veloce. Zia Dany intanto entrava e usciva, si stava cambiando, faceva tutto come se niente fosse. Tutto normale.

Arrivò uno ‘strano’ orgasmo, in una situazione surreale. La zia entra proprio mentre stavo schizzando. Mi guarda aspetta qualche istante, come per lasciarmi il tempo di finire.

‘Tieni! Ti ho portato un fazzoletto per pulirti’

‘Gr…Grazie zia…’

Rimango chiuso in salotto per circa quindici minuti, mi terrorizzava l’idea di uscire e incontrarla.

‘Gianniiii! Vieni è pronta la cena’

Uscii dal salotto, la tavola era pronta.

‘Dai! Siediti che mangiamo. Sembra che hai visto un fantasma!’

‘Sai zia… Volevo chiederti scusa’

‘Ma guarda che non ha fatto niente di strano! Pensa che io sono tre anni che non sto con un uomo! Anche io tante sere mi tocco davanti alla televisione. Non bisogna vergognarsi’

Era tutto strano. Mia zia che si masturba, mi passa il fazzoletto per pulirmi quando ho finito di farmi!

La sera ci sedemmo sul divano davanti alla televisione. Dopo pochi minuti mi giro e la vedo con le gambe leggermente divaricate, la gonna alzata e con la mano destra sotto le mutandine che si toccava.

Lei si gira si accorge che la stavo guardando e esclama

‘Scusa! Ti da fastidio se mi tocco?’

‘Ma… nooo…. zia noooo…’

Si stava masturbando, proprio di fianco a me, a pochi centimetri da me.

Fui preso da un senso di eccitazione, il pene si fece durissimo. Portai la mano destra sopra i pantaloni per toccarmi e la mano sinistra sulla sua coscia. Iniziai subito ad accarezzarla.

La zia si fermò come pietrificata, poi si girò verso di me e con tono severo

‘Forse non hai capito!? Io sono tua zia!’

‘Si! Scusa… Scusa… saiii…’

‘Scusa tu! Forse sono stata un po’ dura. Se vuoi puoi masturbarti anche tu ma non pensare che tra me e ci possa essere qualche cosa!’

‘Si zia. Mi sono lasciato prendere la mano’

Zia Dany riprese a toccarsi, vedevo la sua mano muoversi sotto le mutandine, ansimava. Anche io avevo afferrato l’arnese e stavo dando fondo a tutte le mie energie.

L’orgasmo fu qualcosa di veramente forte, senza volerlo rivolsi il pene verso la zia e lo schizzo le inondò il braccio destro proprio mentre stava avendo un sonoro orgasmo.

‘Siiii…. Aaahhhh….. Oooohhh….’

Rimase immobile per due o tre minuti, era sfinita, il mio sperma le colava lungo il braccio.

‘Potevi fare più attenzione!’

‘Si… Scusa zia, non volevo’

Passai la notte insonne, mi sembrava di vivere in un sogno. Io e mia zia che ci masturbavamo sul divano. Forse mi sarebbe sembrato più normale se avessimo fatto del sesso.

Non mi aveva mai sfiorato l’idea di fare del sesso con zia Dany, sarebbe stato un rapporto incestuoso.

 

Il Martedì mattina mi disse che il giorno seguente, nel pomeriggio, sarebbe stata a casa dal lavoro e che se volevo potevamo andare in campagna a prendere il sole.

Il Mercoledì, dopo pranzo, partimmo con la sua macchina. ‘Ci vuole almeno un ora ad arrivare. Ti piacerà, vedrai!’

Lasciammo la macchina vicino ad un paesino di case in pietra in mezzo ai prati.

Devo dire che aveva scelto un posto veramente bello. Nonostante il giorno infrasettimanale nel parcheggio c’erano diverse macchine.

‘Dobbiamo camminare per quindici minuti, andiamo in cima a quella collinetta. Oggi non ci sono molte persone!’

Arrivati a destinazione la zia aprì due asciugamani, l’uno a fianco dell’altro.

Più in basso una coppia di mezza età stava prendendo il sole.

‘Gianni! Dai mettiti anche tu in costume!’

Le si sdraiò a pancia in giù e io al suo fianco.

Dopo quasi un ora che eravamo li sotto al sole, la sentii ansimare.

Guardai in basso, era in posizione supina, le ginocchia piegate, leggermente divaricate e la mano infilata sotto il costume che stava trastullando il clitoride.

‘Zia! Zia! Ti vedono!’

‘A me piace farmi guardare e a loro piace guardare. Tranquillo’

Andò avanti, lentamente. Era un piacere guardarla, nel verde dei prati in una giornata tersa. Si toccava mentre si mordicchiava le labbra. D’un tratto si irrigidì, iniziò a tremare, sollevò leggermente il capo, ‘Ahhhhhh… Aaahhhh’. Sfilò lentamente la mano dal costume e rimase per dieci o quindici minuti rilassata, sul viso si leggeva un senso di soddisfazione.

Chiusi gli occhi anche io. In quel momento pensavo che forse il suo modo di vivere il sesso, senza contatto fisico, fosse più appagante di un qualsiasi rapporto eterosessuale. Lei probabilmente, con la fantasia, viveva sensazioni bellissime.

Nei tre giorni che rimasero da trascorrere con zia Dany per altre due sere si masturbò sul divano. Una volta era sdraiata su divano, senza mutandine con solamente una maglietta, io ero seduto ai suoi e avevo in primo piano la sua farfallina che accarezzava con due dita. Di tanto in tanto con la mano sinistra la allargava e mi lasciava vedere il clitoride gonfio. Muoveva il dito lentamente, lo bagnava con la saliva e lo riportava sulla vagina. Lo faceva entrare per qualche centimetro e poi lo riportava sul clitoride.

Era un piacere vederla, teneva gli occhi chiusi, rilassata. Quelle ultime due sere non mi ero masturbato, era talmente appagante vederla che non sentivo il bisogno di avere un orgasmo.

Quei giorni ‘strani’ finirono.

‘Gianni! Non raccontare ai tuoi che ci siamo masturbati!’ disse sorridendo.

 

 

nik

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