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Racconti erotici sull'Incesto

ZIA SILVANA

By 2 Novembre 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

Era il 27 dicembre dell’anno scorso. Per la fine dell’anno è tradizione familiare passare delle serate a casa di un mio zio, una casa molto grande che riesce ad ospitare una cinquantina di persone tra zii, cugini e famiglie di amici.. Si passano momenti di piacevole compagnia, tra giocate a carte e qualche cenetta. In queste occasioni è abitudine delle donne dare sfogo alla loro vanità e in alcuni casi alla bellezza, e riescono ad essere talmente provocanti che ci si dimentica che sotto quella gonna ci sia magari una tua zia’ Non è un discorso da maniaco, le donne curano il loro aspetto per piacere, amano essere osservate e apprezzate, da chiunque, indistintamente dall’età. Una di queste sere mi sentivo stanco, erano le 23:00, mi stava venendo anche sonno e mi misi sul divano. Molti erano un po’ brilli, causa qualche bicchierino di troppo, alcuni dormivano addirittura sulle sedie. Di fronte a me c’era seduta zia Silvana, 48 anni, alta circa 1,70, pelle chiarissima, capelli castani ondulati, in carne al punto giusto, occhiali tipo la ministra Gelmini (per intenderci), e uno stacco di cosce tra le quali intravedevo il pizzo delle autoreggenti nere. Aveva le gambe accavallate, e ruotava nervosamente il tacco a spillo, e tra una accavallata e l’altra la mia erezione fu tale che dovetti aggiustarmi il cazzo per nascondere la mia erezione, ormai bramosa di quella cagna dalla cui scollatura intravedevo pure il merletto del suo balconcino nero. Lei si accorse che la stessi guardando e fece un sorriso che mi mise in imbarazzo temendo una sua reazione plateale, invece continuava a sorridermi accavallando le cosce. Per evitare che qualcuno si accorgesse della situazione preferii cambiare stanza, capendo anche che non era il caso di giocare con una zia. Anche l’altra stanza era piena di persone, perlopiù donne che chiacchieravano in mezzo al fumo delle loro sigarette. Mi sedetti su un altro divano pensando a quella situazione di prima e dopo un po’ vidi passare dal corridoio mia zia Silvana che stava andando in bagno e dopo 5 minuti tornò venendosi a sedere accanto a me. Tra di noi c’era un buon dialogo ma in quel momento non sapevo cosa dire e le chiesi se anche lei avesse sonno, mi rispose che era più noia e come mai un ragazzo come me di 25 anni non se ne fosse già andato. Disse che era stufa di quelle sere chiusa lì e che avrebbe preferito uscire, anche per una passeggiata e non stare ad annoiarsi con tutta quella confusione poi. Mentre parlava non potevo non ammirare il suo seno prosperoso e bianco, e non potendo resistere più, per evitare di toccarla dalla voglia che avevo, pensai di tornare a casa e la salutai poggiandole una mano sulla gamba e due baci sulla guancia. Mentre mi alzavo mi chiese il favore di accompagnarla a casa perché tanto suo marito sarebbe rimasto fino a notte fonda. Quella richiesta mi eccitò, la accompagnai e giunti davanti al portone mi invitò a salire per darmi dei dolcetti che aveva preparato per le feste di Natale. Accettai col pensiero fisso che ormai ci dovevo provare per forza. Entrati a casa, andammo in cucina, lei prese subito quei dolcetti e cominciò ad impacchettarli. Io approfittando del poco spazio che c’era tra il tavolo e il muro passai dietro do lei, strofinando la mia erezione sul suo culo. Lei mi bloccò da dietro mettendomi una mano dietro al collo e stringendomi di più a lei e mi disse: lo sento’. Si girò e avvicinò la mia bocca al suo collo, chiedendomi di sbatterla subito perché non ne poteva più e se non approfittava di quella occasione chissà quando avrebbe potuto godere. Disse che era da anni che con suo marito, fratello di mio padre, erano ormai come fratello e sorella, ci stava bene, ma le mancava il sesso. Mi sbottonò i jeans, mi tolse le mutande, feci anch’io lo stesso con lei, lasciandola con solo le autoreggenti e quelle scarpe col tacco da spogliarellista. La misi con la schiena sul tavolo e le spalancai le gambe mentre lei menava il mio cazzo. Lo tirò poi verso la sua figa, da cui colavano umori fino al pizzo del reggicalze, mai vista una passera fradicia in questo modo. Cominciai a sbatterla con ritmo lento ma con colpi decisi, fino a quando vidi che si pariva sempre di più e il ritmo divenne incessante da farle urlare: siii’cosìì’ spaccami come una bagascia’. Aveva incrociato le gambe dietro la mia schiena per spingermi ancora più dentro, la sentivo caldissima e insaziabile, le sarebbe entrata qualsiasi cosa talmente era lubrificata e aperta’ La girai, con le tette sul tavolo e lei a pecora verso di me, con quel culo bianco e sodo, la impalai subito, ebbe un sussulto, dicendomi che era davvero enorme e caldo. La stantuffai con tutto il piacere che quella cagna fosse mia zia e lei guardandomi di leccava le labbra dicendomi che mai l’avevano sbattuto in quel modo e che era sfinita’ Stavo arrivando anch’io, lo tirai fuori mettendoglielo nel solco del suo culo con la punta rivolta verso la sua schiena, mi fece una spagnoletta con quelle natiche bianchissime, e il gettito di sperma fu talmente abbondante da bagnarle anche i capelli. Ne presi un po’ portandoglielo alle sue labbra, lo leccò avidamente, dicendo che sapeva di cazzo giovane e di voglia interminabile. Volle il mio numero. Non voleva tradire suo marito ma lo conservò nel caso ne avesse proprio bisogno.. Mi disse che il mio cazzo sarebbe stato la sua supposta’.

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