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Racconti Erotici

E & A (L’attrazione)

By 12 Agosto 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

Fu il momento giusto. Esco anche io, mi siedo vicino a lui e ci mettiamo a parlare del più e del meno. Non aspettò molto a farmi i complimenti: ”Sei bellissima stasera” disse con una voce convincente. Era da tanto che non me lo sentivo dire, e sentirlo pronunciare proprio da lui ‘. Mi fece sentire davvero bene.
Feci un sorriso e ringraziai guardando in basso intimidita: ”Non sto scherzando, ti stuprerei”. Che altro potevo dire a parte che riderci sopra facendo una battuta stupida: ”Svegliati! Sei impegnato!”, ”Dove?” mi chiese. Non avendo capito la domanda ribatto ”In che senso scusa?”, ”Dove sono impegnato?” mi richiede. Io ”A (nome del paese) ! ”, ribalta gli occhi e mi dice ”Ah già ‘ è vero.” A quel punto ho capito che non era mai cambiato sul serio, era sempre rimasto la solita testa di cazzo, ma non era colpa sua! Era colpa di lei che non ci ha saputo fare abbastanza per farlo cadere ai suoi piedi.
Ci fu un minuto di silenzio, mi guarda e mi dice ”Davvero non scherzo ”’ mi sfiora la schiena: ”Giuro che ti stuprerei”. Avevo intenzione di dirgli ”Fallo ! ” quando però arriva un signore anziano e si mettono a parlare. Io mi alzo per farlo sedere e mi metto in piedi vicino a Enrico facendo finta di ascoltare la loro conversazione. Con il gomito mi toccava tranquillamente in mezzo alle gambe, delle volte si girava e mi guardava maliziosamente. Io facevo un ‘finto’ sguardo infastidito e continuavo ad ‘ascoltare’ le loro discussioni. Andato via il signore, mi fece sedere: ”Ti piaceva vero?”, ”NO!” , ”Bugiarda” lo guardo con un aria superiore e dico ”Non sto mentendo, smettila”. Come se sapesse cosa provavo mi mise la mano sul ginocchio salendo pian piano ”Ammettilo che ti sta venendo voglia”, ”Manco un po’ ! ” fece il suo sorrisino furbo e mi disse toccandomi sulle mutande” Ah no? E adesso?” , ”Ovvio ‘ che no” dissi facendo un fiato lungo. Continuava a sorridere:”Mmmh, cos’abbiamo qui?”, mi infilò piano un dito dentro, non potevo e non dovevo dire niente; poggiai la testa sulla sua spalla conficcandoci le unghie dentro:”Vai nel garage” mi disse sottovoce. Lui arrivò dall’altra parte, mi spinge contro il muro e inizia a baciarmi. Aveva un modo di farci che mi faceva impazzire. Mi alza la gamba e mi ci mette di nuovo un dito dentro leccandomi il collo e toccandomi il seno. Respirava in modo pesante ed eccitato, mi fece davvero pensare che mi avrebbe stuprata sul serio, ma no. Sa farsi desiderare; Tra un gemito e un altro mi diceva quanto mi vuole, quanto è eccitato, quanta voglia ha di farmi venire. A quel punto si inginocchia e mi abbassa giusto i pantaloncini. Ruotava la lingua in un modo pazzesco, mi sentivo svenire dal piacere. Si alza e mi bacia facendomi provare il mio stesso sapore: ” Dopo…” , io ”Si”’ lui ”Dopo ‘riesci a scappare vero?”, io ”Si”’. ”Vai fuori” mi disse togliendo la mano; ”No’ non fermarti” gli dico tenendogli la mano ferma. Guarda e sorride ”Siamo da troppo tempo qui, inizieranno a sospettare, vorrai mica che arrivi tuo fratello o tua madre?”. Eseguo l’ordine e vado fuori. Dopo 1 minuto arriva anche lui :”Non so se tremo perché ho freddo, o tremo perché ‘ ho freddo” gli dissi, ”Ti piaceva vero?” disse molto fiero di se:”Allora mi dici sul serio? Dopo riesci a uscire?”, ”Certo’ farò il possibile” , ”Bene, perché non vedo l’ora che tu sia mia”, sorrido e lui ribatte: ”Vai di nuovo nel garage”. Andammo di nuovo sotto e facemmo le stesse cose. Sottovoce mi disse”Non deve saperlo nessuno, è una cosa nostra, solo nostra.” Io annuisco. Dopo andammo nella cucina del garage. Lui si siede e si mette a mangiare il tiramisù: ”Vuoi?” chiese alzando il cucchiaino: ”No, grazie  ”, ”Ingrassa?”, io:”Beh”’, ”Mah ‘ stasera ti farò smaltire persino quello che hai mangiato la settimana scorsa” mi disse sorridendo maliziosamente. Mi alzo per prendere la bottiglia d’acqua però non faccio in tempo di aprirla che mi prende da dietro e mi mette sul tavolo:”Lo vuoi ?”, ”Si”’ gli risposi piano; ”Quanto lo vuoi ?” mi chiese mettendomi la mano dentro i pantaloncini, ”Tanto”’ gli risposi sbottonandogli i jeans. Si abbassò i boxer e ‘ sono rimasta a bocca aperta. Ero impallata: ”Ti piace?” mi chiede sorridendo; ”Molto” gli rispondo sorridendo intimidita. Mi alza il mento e inizia a baciarmi. L’avrei fatto in quello stesso momento su quel tavolo lì, ma poi mi sono ricordata che i miei genitori ci mangiano lì sopra allora gli ho detto ”Fermiamoci, ho paura che arrivi qualcuno”, ”No’ non arriva nessuno’ non preoccuparti”. Dovevo fermarlo in qualche modo ”Sto sentendo dei passi, fermati” e scesi dal tavolo. Si lavò le mani e mi disse ”Dai andiamo?”, ”Devo trovare un modo per uscire di casa ‘ a quest’ora poi.”

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