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Iaia, l’amore giovane (lesbo)

By 25 Marzo 2010Febbraio 6th, 2021No Comments

Era turbata da quel sogno.
Nell’aria dolce della prima primavera si era svegliata nel sonno d aveva ancora davanti agli occhi ciò che aveva sognato: lei ed Ely (Eleonora) che si baciavano nella bocca. Eppure quel sogno non era sgradevole, la affascinava, la turbava, non riusciva a comprenderlo. Perché lo aveva sognato? Cosa le rivelava l’inconscio che si era fatto strada fino all’immagine del sogno, così reale, così pieno di sensazioni? Perché quel bacio osceno eppure tenerissimo che l’aveva toccata fino a svegliarla? Non riuscì ad riaddormentarsi; chiuse gli occhi e si accorse di cercare di nuovo quel sogno, di tremare per l’emozione di ricordarlo.
Iaia si alzò presto. Sentiva dentro il suo corpo la nuova stagione, il fremito della vita che si rinnovava e che richiamava nei corpi giovani come il suo tutti gli istinti vitali. E ricordò ancora quel sogno, quel bacio umido di lascivia, sensuale, possessivo e sentì ancora emozione.
Ely venne a prenderla, dovevano andare a lezione.
Fu quando uscirono dalla Università, in pieno sole, che tutto le apparve come una suggestione. Voleva bene ad Ely, era la sua amica, la sua confidente.
Loro due erano diverse. Iaia esile e magra, capelli lunghissimi viso angelico. Ely era alta quanto lei ma più pienotta, viso irriverente e grandi seni turgidi mentre i suoi erano appena accennati. Non avevano ragazzi; a Iaia davano fastidio i loro modi rozzi e ad Ely erano antipatici. Andavano col motorino di Ely e Iaia le teneva le mani sulla pancia, per reggersi. Ma quella volta sentì l’istinto di appoggiare la testa sulla spalla di Ely, le piaceva il calore del suo corpo.
E quella notte rifece quello strano sogno, ma vide ancora che lei carezzava i grossi seni dell’amica e che Ely le carezzava le braccia mentre lo faceva. Si svegliò di nuovo e rimase in una specie di dormiveglia in cui il sogno invadeva la coscienza. Ed in quello stato, a metà tra il reale e l’immaginario, riprese il suo sogno cercandolo nelle sue sensazioni.

‘Che c’è Iaia? Ti vedo perplessa, soprappensiero. Qualcosa ti turba?’
‘Sai Ely, ho fatto un sogno, ma mi vergogno a dirtelo.’
‘Sciocchina, ti vergogni della tua Ely? Era un sogno osceno?’
‘Beh, quasi..’
‘Allora? Sesso?’
‘No, amore.’
‘E chi era il tuo innamorato?’
‘Tu.’
Ely ci rimase a bocca aperta; era stupefatta da quella rivelazione. Non sapeva cosa pensare. Poi le disse.
‘Hai fatto un sogno lesbo con me?’
‘No. Era solo un bacio. Ma era come un bacio da innamorati.’
‘Ma noi ci baciamo sempre”
‘Non così, Ely, non in quel modo.’
Stavano andando a piedi a casa di Ely. Non parlarono per il resto del tragitto. Quando furono nella camera di Ely lei disse:
‘Se vuoi’.se lo hai sognato…. lo desideri. Proviamo? Vediamo che effetto ti fa dal vivo.Avanti, baciami’
Si avvicinarono, le labbra erano molto vicine.
‘Proprio come gli innamorati?’ chiese Ely.
Si baciarono penetrandosi le bocche con la lingua. Iaia le succhiò le labbra e la baciò ancora con la lingua.
‘Ma &egrave bellissimo ‘ disse Ely ridendo ‘ Dai facciamolo di nuovo.”
Quando lo rifecero Iaia ebbe il desiderio di toccarle i seni. Ely ebbe una reazione di sorpresa.
‘Ho sognato di toccarteli, Ely e che anche tu lo facevi.’
‘Vuoi che lo facciamo?’
‘Si ‘ disse Iaia ‘ ti prego. Lo desidero tanto.’
Ed allora fu Ely a sollevarsi la maglietta; fece uscire i suoi seni dal reggiseno.
‘Scopriti anche tu ” disse a Iaia. Iaia aveva seni appena accennati, non portava reggiseno. Si alzò la maglietta.
Rimasero a toccarsi per un po’. Iaia le carezzava i grossi capezzoli mentre Ely le tirava i capezzoli dei piccoli seni. Continuarono eccitandosi in quel gioco nuovo per loro. Poi mentre lo facevano, si baciarono di nuovo. Ma dovettero interrompersi, non erano sole in casa.
Il giorno dopo, mentre andavano a piedi verso casa di Ely, questa disse:
“Si Iaia, me lo hai fatto sognare. E’ stato molto bello. Lo faremo di nuovo?”
“Si, certo – disse Iaia – Ma tu cosa hai sognato?”
“Che lo facevamo nude e che ci toccavamo….”
“Ma Ely! Vorresti che arrivassimo fi lì?”
“Non lo so. Vedremo adesso a casa. Oggi sono sola. Se tu vuoi….”

Si spogliarono timidamente, quasi con vergogna. Poi Iaia disse: ” Fatti guardare; sei più bella nuda che vestita. Non sapevo che avessi i riccetti sui peli.”
“Anche tu sei meglio, anche se hai solo una leggera peluria li.”
Ricominciarono col gioco dei capezzoli ma fu Ely che per prima le carezzò il pube.
“Vuoi che ti tocchi?”- chiese a Iaia. Lei fece cenno di si ed Ely le sussurrò.
“Allarga le cosce e chiudi gli occhi. Mi vergogno.”
Iaia sentiva le dita di Ely che passavano scivolando sulle labbra della sua fica. Poi Ely le chiese:
“Anche dentro? Lo vuoi li'” Iaia accennò di si ed Ely spinse l dito medio che Iaia accolse con un sospiro.
“Anche tu – disse Ely – mi fai fare tutto da sola?” e allargò le cosce per ricevere la carezza di Iaia.
Le loro dita cominciarono a muoversi e loro a baciarsi e ad ansimare.
“Ely, sto venendo”
“Vieni allora, sfogati. E fai venire anche me mentre vieni.”
Iaia aveva le contrazioni dell’orgasmo, la bocca aperta e emetteva piccoli suoni che accompagnavano il movimento della mano di Ely. Ma si era fermata ed Ely le prese la mano e la mosse in modo da farla continuare.
“Iaia, eccolo. Sto venendo anch’io, abbracciami.”
Lo avevano fatto in piedi, con timidezza, non sapendo dove sarebbero arrivate.
“Siamo due sceme – disse Ely – E’ così bello. Avremmo potuto farlo da tanto tempo.”
“Come lo fanno le lesbiche?” chiese Iaia
“Non lo so. Non le ho mai viste. Ma deve essere bello. Voglio cercare qualche foto sul web, voglio vedere.”
“Ma noi siamo lesbiche?” chiese Iaia.
“No, piccolina, è solo un gioco. Ma è bellissimo. A te è piaciuto?”
Iaia non rispose, si avvicinò alla sua faccia e la baciò di nuovo.
“Ely, io ti amo”
Ely la guardò. Poi le mise una mano dietro la nuca e la baciò con passione.

“Sai Iaia, ho trovato quelle foto. Sono bellissime, mi hanno fatto venire voglia di farlo: Ma sai che lo fanno proprio come gli amanti? Vogliamo provare apena possiamo?”
“Si – disse Iaia – andiamo fino in fondo. Proviamolo. Mi vuoi bene?”
“Ti amo, scema. Poi volevo dirti, usano un attrezzo…una specie di fallo che indossano.”
“Oh Dio, davvero? Proprio come uomo e donna?”
“Si – disse Ely – te lo farò vedere sul computer. Mi ha eccitato da morire vedere le foto sul computer. Sai che mi…mast…insomma mi facevo mentre le vedevo. Sono molto eccitanti.”
“E dove lo troviamo questo attrezzo?”
“Già fatto, scema. L’ho ordinato fermo posta mandando un vaglia. Arriverà alla casella che zia Elvira aveva prima di trasferirsi. Io ho la delega.”
“Me lo dici quando ti arriva?”
“Certo, scema. Tanto è per te.”

Venne il loro giorno. I suoi andarono fuori, al matrimonio di una cugina ed Ely, con la scusa degli esami, rimase in casa.
‘Iaia, sono partiti, tornano lunedì. Abbiamo tutto il tempo per noi, oggi e domani.’ Le disse Ely al telefono.
‘Mamma, vado da Ely e resto lì a dormire per non lasciarla sola.’
‘State attente e chiudete bene la porta di casa.’

Erano emozionate. Appena chiusa la porta di casa si abbracciarono.
“Vieni – disse Ely – te lo faccio vedere.”
“Dio! Ma sembra vero! E’ così grosso; non ci faremo male?”
“Ma no – disse Ely – lo faremo entrare piano piano. Vedrai che ci riusciremo. Vieni, vediamo quelle foto.”
Trovarono il sito lesbo sul web. aia era sconvolta e stordita.
“Ely, ma si baciano lì? Come sono belle”
“Anche noi siamo belle. Comincia a spogliarti, ce lo faremo anche noi.”
Iaia si tolse la maglietta senza smettere di guardare. Era incantata e tremava al pensiero che anche loro lo stavano per fare. Ely la stava carezzando sui piccoli seni e le slacciò i jeans, li la sciò cadere e le mise una mano nelle mutandine.
“Che belli toccare i tuoi peli – disse Ely – mi è venuta voglia di fartelo io per prima.”
La guidò verso il letto, la fece distendere, le sfilò l mutandina.
“Apri tutte le cosce, fammela vedere.”
“Ely!”
“Se dobbiamo fare lesbo, allora facciamolo senza pudore. Apriti tutta.”
Iia aprì le cosce e sentì la mano di Ely che le carezzava tutta la fica. Poi Ely lentamente si abbassò.
“Te lo faccio come vorrei che poi tu me lo facessi. Dimmi dove ti piace.”
Iaia pose l’indice sul clito. Ma ebbe un brivido quando sentì le labbra di Ely che glielo baciavano.
Era la prima volta che Ely lo faceva, ma sapeva dove gode una donna.
“Ely, che bello! – Ti prego, chiavami anche un pò con le dita, fallo insieme. Ti amo mentre mi fai questo.”
Ely era presa da quello che stava facendo. Provava piacere a tenerle la fica in bocca, le piaceva sentirla fremere di libidine, desiderava farla venire. Passò la punta della lingua tra le labbra. Iaia le rispondeva allargando il più possibile le cosce. Allora le prese le piccole labbra in bocca e gliele succhiò. Poi la penetrò con le dia riprendendo a succhiarle il clitoride. Iaia si dibatteva sul letto presa dagli spasmi della libidine.
“Chiavami, amore mio, fammi tutto quello che vuoi.” Lo diceva mentre le dita di Ely spingevano fino in fondo, con forza. Ely aveva il desiderio di spingere tutta la sua mano nella fichetta dell’amica, ma ebbe paura di farle male. Fece entrare il terso dito forzando mentre Iaia si lamentava e godeva per il piccolo dolore. Poi la sentì venire, sentì le contraziooni dell’orgasno e leccò più forte tenendo la mano ferma. Sentì gli umori di Iaia liberarsi e li assorbì con la lingua.
Poi le si avvicinò col viso e la baciò in bocca.
“Fammelo tu adesso. Anch’io ti amo. Fammelo con amore.” La prese per le mani e la fece alzare per prendere il suo posto.
Iaia si inginocchiò sul tappeto; Ely stava di fronte a lei con le cosce divaricate. Aveva la fica con labbra più grosse, con peli ricci in mezo ai quali si vedeva il rosso della carne.
“Avanti, Iaia, fammelo.”
“Prima dammi un bacio per darmi coraggio, poi te lo faccio. Ti faccio venire, non temere.”
Ely allungò una mano, le carezzò la testa e poi la spinse dolcemente verso la sua fica.
“Su amore, con passione. Fammi vedere come sei brava.”
“Si, Ely, si. Apriti tutta anche tu. Come sei bella nella fica. Mi piace da morire guardartela.”
Cominciò prima a baciarla sulle cosce, poi negli inguini. Poi chiuse gli occhi e portò la bocca sulla fica di Ely che ra già bagnata. Credeva di provare repulsione ma si accorse che era attirata, che sentiva il desiderio di possederla quella fica e cominciò a leccarla dentro, penetrandola con la lingua.
“Il clito, Iaia – fammi un pò il clito. Sai, è lì che mi masturbo di più.” E Iaia lo vide: un grosso clito che sembrava la punta di un dito che usciva dalle labbra gonfie di Ely. Glielo succhiò, glielo leccò, glielo morse leggermente, per gioco, non precedendo che Ely avrebbe reagito a quei piccoli morsi con brividi di libidine. La vide mentre si strizzava i capezzoli per aumentare l’eccitazione mentre lei la leccava.
“Le vuoi le dita?” chiese Iaia.
“Oh, si. Forte, fai forte, come se volessi rompermi.”
Iaia cominciò col medio. Lei aveva dita sottili e lunghe ed il medio andava largo nella fica di Ely; allora spinse anche l’indice. Muoveva la mano avanti ed indietro per chiavarla, ma la muoveva anche lateralmente per spingerle sulla vagina.
“Brava, amore mio – disse Ely – su, più veloce. Fammi venire adesso.” Ma non finì neppure di parlare che Iia sentì il flusso di umori bagnarle la mnao ed il polso. Ely si torceva dal piacere e si sbatteva col bacino contro la mano dell’amica.
Si abbracciarono a lungo, distese nude sul letto mentre il pomeriggio stava finendo.
“Noi ci amiamo? – chiese Iaia – Siamo due lesbiche?”
“Si,- disse Ely – Io ti amo. E siamo lesbiche solo per noi due. Nessuno deve saperlo. Ho letto che una lesbica può anche fare l’amore con un uomo.”
“No – disse Iaia – Io non ti tradisco con un uomo – Sei tu il mio amore.”

Si addormentarono. Poi, verso sera, si svegliarono. ano giovani e la fame si faceva sentire. In quel momento suonò il telefono.
“Tutto a posto, mamma. Stiamo studiando…. Si adesso mangeremo qualcosa, studiamo un’altra oretta e poi a letto. .. Ciao.”
Poi rivolta ad Ely disse:
“Era tua suocera.”
Risero di cuore.
“Dopo lo faremo – disse Ely – Vuoi essere prima tu a prenderlo? Avanti, decidi.”
“No. Voglio che sia prima tu perch&egrave hai la fica più grande della mia…ed anche più bella.”
Ely le sorrise, le accarezzò il viso e la baciò sulle labbra:
“Piccola, sai che mi è piaciuta tantissimo la tua fichetta?”

Iaia ed Ely armeggiarono per stringere su Iaia la mutandina di tela, Il pene interno, corto, appena qualche cm., già eccitava Iaia;Ely incastrò quello davanti, dritto e lo mosse facendo scuotere quello interno nella fica di Iaia.
Tremavano di emozione per quella nuova avventura.
“Lasciati prima bagnare con la saliva – disse Iaia – così entra meglio. Non temere, farò pianissimo e mi dirai tu come farlo entrare.”
“Lentamente – disse Ely – fammelo sentire in tutta la sua grandezza. Io sono quasi vergine, l’ho fatto una sola mezza volta e lui non riuscì a deflorarmi completamente. Lo farai tu adesso. Baciami prima, e fammi sentire che mi ami.”
Ely si mise sul letto a cosce larghe; Iaia si mise tra le sue cosce e passava il glande del pene di gomma sulla sua fica. Poi le strofinò il dito sul clito, per eccitarla.
“Sei pronta?” – le chiese.
“Si – disse Ely – comincia a spingere.”
(continua al capitolo secondo) (continuazione capitolo primo)

Iaia imboccò il pene di gomma nelle labbra della fica di Ely. Lei sospirava. Poi cominciò a spingere delicatamente.
“Fermati – disse Ely – sei sull’imene. Non è ancora tutto rotto. Vai indietro e dammi un colpo forte. Rompimelo, amore mio.”
Iaia diede un colpo di reni e vide l’espressione di dolore di Ely; si stava per fermare ma Ely le disse:
“Continua, spingi forte adesso, fammelo entrare tutto.”
Ma Iaia vedeva il viso di Ely che soffriva.
“Ely, amore, ti fa male?”
“Solo un pò, ma èbellissimo. Chiavami, chiavami.”
Iaia lo tirava fuori, poi lo rimetteva sulle labbra della fica e spingeva forte. Poi cominciò a muoversi sempre più forte perchè il piccolo pene interno la eccitava e sentì Ely che veniva.
“Bella, amore mio. Sto venendo perchè tu mi sta chiavando. Ti amo, ti amo.”
Iaia lo lasciò nella fica finchè non vide che Ely si era placata. Si baciarono con dolcezza.
“Sei stata bravissima. Nessun ragazzo mi avrebbe chiavato così, fino a farmi venire. Tu sei il mio amore. Dopo te lo farò io. Vedrai com’è bello prenderlo e venire con lui dentro.”
Ely era presa da una strana felicità, da entusiasmo. Baciava Iaia mentre lei si toglieva la mutandina dello strap.
“Alza le braccia” le disse. E cominciò a baciarla ed a leccarla sotto le ascelle.
“Ti farò morire mentre te lo faccio. Voglio farti godere tanto tanto. Tu sei l’amore mio.E poi ho una sorpresa.”
“Quale?” chiese Iaia
“Mi hanno mandato due peni, Ma uno è molto più grosso. Vuoi vederlo?”
Le fece vedere il grosso pene di gomma, lungo 25 cm e con un diametro di 5 cm..
“Posso cambiarlo mentre lo facciamo, se me lo chiedi, se hai voglia di averne di più.”
“Oh Ely, mi squarterà. Ho la fica piccola.”
“No, amore, ce la farai se vorrai prenderlo. Dai aiutami a stringere le cinture.”
“..e poi voglio dirti…io non l’ho mai fatto…solo con le dita..mi farai sanguinare come è successo a te…”
“No, piccolina, non avere paura. La tua Ely te lo farà fare dolce dolce. Sono io la tua amante, è giusto che sia io a sverginarti la fichetta.”
“Stiamo diventando due depravate, Ely?”
“No, scema. Stiamo vivendo il nostro amore. Avanti, stenditi a gambe larghe.”
Quando Ely cominciò a spingere Iaia sentiva dolore e libidine insieme.
“Attenta – disse Ely – ora ti do un colpo e comincio a rompertela. S ei pronta.”
Iaia accennò di si con la testa ed Ely diede un colpo di reni. Sentì il lamneto di Iaia ma questo fatto la eccitò ancora di più; colpì ancora e poi cominciò a spingere con tutta la sua forza.
“Ely mi stai allargando, lo sento dentro. Ti amo.”
Ely cominciò a chiavarla. Vedeva le tracce di sangue sul pene di gomma e se ne compiaceva. Poi cominciò a spingere fortissimo e vide il cazzo di gomma entrare tutto nella fica dell’amica.
“Hai piacere?” – le chiese
“Mmmm… – disse Iaia – Che bello, che bello. Ancora, ancora.”
Ely continuò er un pò: Poi le chiese:
“Lo vuoi l’altro? Te la senti?”
“Si, si, Ely, mettimelo. Sfondami tutta adesso.”
Ely lo montò: faceva paura anche a lei, Poi lo appoggiò sulla fica si Iaia,
“Decisa?”
“Si, si, dammelo tutto.”
Ely spingeva e sentiva i lamenti di Iaia. Non si fermò per non farla desistere.
“Hai, Ely, fa male. Hai. ah..ah..”
“Resisti, piccola, è quasi entrata la punta. La tua fichetta sta cedendo e fra poco lo farà entrare. C’era ancora sangue ed Ely era compiaciuta. Spinse forte, sentì la cerne di Iaia cedere, sentì i suoi lamenti, ma continuò finchè non vide che era entrato tutto.
“Lo hai preso, amore mio, lo hai preso tutto. Aspetta, calmati. Adesso comincerò a chiavarti, forte, forte.”
Iaia trasaliva per lo sforzo di prendere dentro di sé quello grosso cazzo di gomma, ma non desisteva.
“Dai Ely, fai forte. Voglio venire.”
E bastarono pochi colpi forti per far vedere ad Ely che stava venendo, sbattendosi sul materasso, andandole incontro col bacino.
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“Ely, secondo ma lei è lesbo.”
“Dici davvero?”
“Si, mi guardava come se volesse spogliarmi. Io le avverto questa cose.”
“Ma no. E’ solo che è molto grossa, sembra un omaccione più che una donna. Ti sei impressionata.”
“Noo. Ti dico che è lesbo. Guardandomi mi ha fatto venire voglia….”
“Tu sei mia – disse Ely – se vuole fare qualcosa con te dovrà farla anche con me.”
Parlavano della portiera del palazzo di Iaia. Era una donna molto alta, molto robusta ma non grassa. Portava capelli neri legati dietro la nuca, occhi nerissimi ed aveva grandi mani da uomo. Viveva sola nel piccolo appartamento della portineria ed era molto efficiente. Poteva avere sui 50 anni.
Quando Iaia tornò a casa la vide in portineria e sentì il suo sguardo su di sé.
“Ti sono arrivate queste lettere.”
“Grazie Maria” rispose Iaia.
“Sei diventata una ragazza molto bella. Chissà quanti ragazzi….”
“Nessuno, Maria. Non esco coi ragazzi.”
“Brava Iaia. Qualche volta fermati un pò da me a parlare. Di solito il sabato e la domenica ci sono sempre.”
Iaia sentì un fremito a quelle parole. Sembrava un proposta.
“Di solito esco con la mia amica Ely”
“L’ho vista. Anche lei è molto bella. Magari venite insieme.”

“Che ne dici Ely? Ci andiamo?”
“Ma tu sei sicura?”
“Si, credo proprio di si. Altrimenti perchè ci avrebbe invitate.”
“E tu sei disponibile? Ti senti di farlo con lei?”
“Mi attira. Ma voglio che ci sei anche tu.”
“No. Vacci da sola la prima volta e poi mi dici com’è.”

Il sabato pomeriggio scesero dalla casa di Iaia. Trovarono Maria che rientrava. Iaia le si avvicinò.
” Più tardi passo da lei. La trovo?”
“Si, ti aspetto. Brava, Iaia, vieni.” e mentre lo diceva la carezzò sul braccio.
Iaia rientrò stando bene attenta che non vi fosse nessuno dei suoi affacciato alla finestra. Entrò nel palazzo ed invece di salire le scale girò dietro ed andò fino alla porta di Maria. La porta era accostata, lei spinse ed entrò.
Maria era dietro la porta, la richiuse facendo scattare il lucchetto. Poi si avvicinò a Iaia, la prese tra le braccia.
“Vieni piccola, dammi un bacio.”
Si trovò la grossa lingua della donna nella bocca, sentì il desiderio di succhiargliela e lo fece.
“Brava – disse Maria – Così. Ti farò provare piaceri che non conosci. Ma tu abbandonati nelle mie mani, obbediscimi. E adesso spogliati, voglio vederti.”
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“Ely, dice che se vieni anche tu farà venire anche una sua amica”
“Com’è stato?”
“E’ bravissima, mi ha fatto morire. Potranno insegnarci tante cose, loro sono esperte del lesbo. Andiamoci. Domani sono sola in casa. Vieni da me e ci andiamo.”
“Se ci andiamo, saremo le loro troie.”
“Si, e mi piace da morire pensarlo.”
“Piace anche a me”
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Entrarono da Maria, un pò timidamente. L’altra donna stava seduta sul divano, si alzò. MAria prese Ely per il viso.
“Per conoscerci” disse, e la baciò nella bocca.
Imma, l’altra prese una mano di Iaia e la guardava su tutto il corpo.
“Alzati la gonna – le disse – fatti vedere.”
Iaia si alzò la gonna fino alle mutandine e lei la accarezzò sulle cosce e sul pube. Poi la baciò nella bocca.
Era una donna alta, magra, ossuta. Il viso ed il collo erano marcati da rughe Portava capelli a caschetto, occhi duri e bocca larga con labbra spesse. La baciò sul collo, succhiandola lievemente.
“Ragazze – disse Maria – sentitevi libere di fare e di chiedere tutto quell che desiderate. Dobbiamo godere tutte insieme.”
Imma stava spogliando Iaia e le baciava ogni centimetro di pelle che le scopriva lasciandole addosso la sua saliva. Ely si sentiva eccitata a guardare mentre Maria le stava togliendo la gonna. Vedeva la mano ossuta di Imma che percorreva di taglio, in lungo in mezzo alle cosce di Iaia mentre lei la baciava dappertutto; sentì Maria toglierle le mutandine e cercare col dito la sua fica. Allargò le cosce e Maria la baciò mentre la penetrava. Capì che avrebbe fatto qualunque cosa loro volessero, sentì il desiderio di darsi al potere delle due donne; aprì di più le cosce e Maria spinse dentro il secondo dito.
“Hai una fica bellissima – le disse – voglio farla godere tantissimo. Sarai felice quando te lo farò.”

Poi fu Imma a dire: “Quale delle due per prima?”
“Lei – disse Maria indicando Ely – Ragazze il gioco è questo: tre di noi per una sola. Prima voi due.”
Finì di spogliare Ely, la portò vicino al letto.
“Fateci vedere prima come vi baciate tra voi.”
Ely ed Imma si presero ma prima che potessero baciarsi Imma disse: “Aspettate, aprite le bocche.”
Lei e Maria versarono la loro saliva nelle bocche delle ragazze e loro si baciarono tremando di libidine.
“Ingoiatela – disse Maria – vi sentirete più disponibili, più prese. E’ il vero bacio lesbo, scambiandosi la saliva.”
Misero Ely sul letto, Imma le allargò le cosce.
“Guarda che tesoro – disse Maria – Un fichetta giovane, fresca, con i peletti arricciati.”
“Anche l’altra – disse Imma – ha una fichetta piccola che sarà un piacere allargarla.”
Maria mise la testa tra le sue cosce. Teneva la lingua larga e la passava su tutta la fica di Ely facendola sobbalzare di piacere.
Iaia le andò vicina, la baciò sulla fronte:
“Come ti senti Ely?”
“Mi fa morire, che brava. Avevi ragione, dovevo provarlo.”
Poi Imma diede il cambio a Maria mentre questa andava a baciare Ely ed a strizzare forte i capezzoli. Ely sentì dolore, e Maria le disse:
“No, no amore. Serve a farti sentire di più il piacere.” E continuò a tirarglieli mentre Imma le succhiava il clitoride. Poi Imma spinse la lingua dentro e Ely sentì carezzare forte le sue piccole labbra.
“Iaia. com’è brava” e Iaia la baciò mentre Maria le mordeva leggermente i seni.
Ely venne dibattendosi sul letto mentre la lingua e le dita di Imma stimolavano ogni punto sensibile della sua fica. Imma la chiavava con le grosse dita, poi spinse la mano che entrò per metà nella fica di Ely e mosse le dita dentro. Ad Ely sembrava di impazzire di piacere, Gridò lievemente mentre veniva, più volte, insieme alle contrazioni dell’orgasmo.
“Che bella – disse Imma – com’è venuta bene. E’ proprio un piacere farla venire.” e guardò Iaia strizzandole l’occhio.
“Tocca a te – le disse Maria – ma a te te lo faccio io.”
Maria ed Imma la tenevano in mezzo a loro due, in piedi, baciandola, toccandola, penetrandola. Imma la baciò sotto le ascelle lasciandole la sua saliva mentre Maria le strizzava i capezzoli e la baciava nella bocca tenendole la sua grossa coscia in mezzo alle sue. Iaia era stordita, eccitata e sentiva i suoi umori colarle leggermente sulle cosce. La distesero sul letto.
Imma le prese uno dei piccoli seni tra le mani, lo strinse e le mordicchiava il capezzolo mentre Marisa le stringeva le labbra della fica tra pollici ed indici e gliele mordicchiava, ripetutamente, sempre un pò più forte. Ely le si avvicinò e la baciò nella bocca.
“Lasciati andare, falle fare quello che voglio. Devi darti a loro, completamente.”
Maria le poggiò le mani all’interno delle ginocchia.
“Così – disse – tutta aperta.” Lei ed Imma le guardavano la fica.
“E’ bella – disse Maria – Voglio farla godere tanto da farla innamorare di noi.”
Le passò la lingua umida intorno alle grandi labbra, poi le aprì la fica con le mani e passò la lingua bagnata nel solco tra le grandi e le piccole labbra. Imma le fece piegare le gambe sulla pancia in modo che Maria potesse leccarla completamente e Maria prese tra le dita il piccolo clitoride, lo strizzò, lo mordicchiò e poi lo lecco premendo la sua ruvida lingua sopra. Iaia ebbe un brivido. Allora Maria continuò mettendosi di lato mentre Imma le mostrava le sue grosse dita, medio ed indice, tese ed incrociate.
Imma la penetrò con forza, quasi brutalmente, facendola sobbalzare. La chiavò forte con una decina di colpi. Poi mise dentro solo il medio e le disse:
“Aiutami a trovare dove godi di più. Dimmelo quando ci sono.”
Esplorava lentissimamente la vagina di Iaia col polpastrello del dito medio rivolto in alto, delicatamente.
“Li – disse Iaia – è li che mi piace di più quando me lo faccio.”
Imma sorrise, cominciò a premere ed a passare il dito su quel punto mentre Maria le schiaffeggiava il clito con la punta delle dita. E ly l”aiutava stringendole i seni e stringendole i capezzoli con la punta delle dita. Iaia cominciò a sentire l’orgasmo che la invadeva in tutto il corpo.
“Più forte, Imma, fammelo più forte.”
Iaia si dibatteva in preda alla libidine, ma Imma continuò lentamente mentre Ely la teneva ferma.
Cominciò a sentire le prime contrazioni dell’orgasmo, ed Imma rallentò ancora il movimento delle dita.
“Imma, ti prego, sto venendo…”
Ed allora Maria le strinse il clitoride e lo tirò mentre Ely le faceva sentire in bocca il dito bagnato nella sua fica.
“Si, si – disse Iaia – eccolo, eccolo….”

Quando Iaia si fu calmata le due donne cominciarono a spogliarsi. Maria aveva un corpo robusto, grosse cosce ed i peli del pube, neri e duri, le arrivavano sulla pancia. Imma aveva un corpo ossuto, i seni le pendevano sul petto e le cosce erano magre e muscolose.
“Vieni – disse Maria a Iaia – adesso lo faremo insieme, e sarai tu a farmi venire.”
La abbracciò, la baciò sul collo, la strinse forte. Imma le venne dietro; cercò col dito il suo ano e la penetrò dolcemente col dito insalivato. Ely si avvicinò ed Imma penetrò anche lei nella fica; poi le disse:
“Voglio che mi dimostri come sei brava. Voglio che mi fai venire con la tua lingua, che ti godi anche tu la mia fica. Toccala dolcemente con le dita, impara a godere le sensazioni che può darti.”
(continua cap. terzo)
(continuazione capitolo secondo)

“Vieni piccola – disse Imma ad Ely – Facciamolo insieme. Dovrai farmi quello che io ti farò. Ma voglio sentire la tua passione mentre lo fai. Così imparerai come si lecca una donna e godrai la mia fica.”
Si distese e tirò a sè  Ely in modo che le loro fiche fossero sulle loro bocche.
“Non sono bellissime? – disse Maria – Vuoi farlo anche tu?”
“No -disse Iaia – Mi è venuto il desiderio di farlo a te. Voglio sapere com’è farlo ad una donna grande.”
“Sei un tesoro – disse Maria – Tu sarai la mia amante d’ora in poi e dovrai venire ogni volta che ti chiamerò. Avanti, fammelo. Fammi vedere fino a che punto sei una vera lesbo.”
Si eccitarono cominciando a sentire i mugugni di piacere di Ely.
“Vieni, piccola mia – disse Maria – fammi sentire come lo fai con passione. Mi fa tenerezza sapere che vuoi essere tu a farmi venire.”
Si sedette su una poltrona e mise le sue grosse cosce sui braccioli in modo che la sua fica fosse tutta esposta. Iaia la guardò, la baciò in bocca.
“In ginocchio – disse Maria – e godi nel farmelo. Senti tutte le sensazioni della fica che risponde al tuo amore.”
Iaia si inginocchiò; aveva di fronte al viso la fica grande di Maria coperta da peli neri e duri che le si spingevano fino alla pancia. La baciò negli inguini, SEntì sotto le labbra le suegrandi labbra, grosse, gonfie, sporgenti. Le baciò teneramente e poi le prese stringendole tra le dita; le succhiò e poi le mordicchiò lievemente.
“Più forte – disse Maria – un pò di dolore eccita il piacere.” Iaia strinse fra i denti, prima leggermente, poi sempre più forte aspettando che fosse Maria a fermala. Si fermò quando la vide sussultare per il dolore. Allora si allungò a morderle i capezzoli lunghi e scuri che Maria si tirava mentre subiva la sue carezze.
Cominciò a baciarle l’interno delle grosse cosce, passando la lingua sulla pelle fino agli inguini. Poi mordicchiò di nuovo le grandi labbra, baciandole e succhiandole. Arivò al clitoride, una grossa punta che sembrava quella di un grosso dito, duro. Mordicchiò anche quello prima di baciarlo delicatamente e di succhiarlo con la punta delle labbra. Poi aprì la grande fi ca di Maria con le due mani, la tenne larga e passò la punta della lingua nel solco tra grandi e piccole labbra bagnandolo con la saliva. Vide stillare l’umore di Maria, lo raccolse con la lingua, lo mescolò alla saliva e lo ingoiò. E continuò, succhiandole le piccole labbra, una per volta e spingendo dentro la lingua e pressando con la punta sulle pareti della vagina. Aveva il viso umido degli umori di Maria e la leccava con la lingua piatta, lentamente, risalendo con la testa fino a toccare con la lingua il clitoride ed i peli che erano sulla pancia. Continuò per un pò sentendo il piacere di Maria.
Aveva desiderio di farla venire, di farsi ammirare per come la faceva godere. Desiderava farla venire per le sue carezze, sentirla scuotere il suo grosso corpo nell’orgasmo. Le piaceva farlo, le piaceva farlo a quella donna anziana e grossa, le piaceva l’odore della sua fica, il sapore, i peli che le toccavano il viso, il calore delle sua cosce sulle guance. La penetrò col dito medio e la guardò. Maria la guardò intensamente:
“Si, amore, fammelo. Ma cerchiamo prima il mio punto sensibile. Cercalo lentamene, ti dirò io quando lo avrai toccato.”
Iaia la penetrò dolcemente col medio tenendo il popastrello del dito il alto. Avanzava lentissimamente nella larga fica di Maria.
“Lì, amore li, ci sei. Ricordalo.”
Iaia cominciò a carezzarle dolcemente quel punto sensibile, facendo scivolare il dito avanti ed indietro; ogni tanto premeva per adarl una stimolazione più forte e poi riprendeva. Maria affannava con respiro, cominciò a sudare. Poi disse:
“Anche il clito, succhialo.”
Iaia lo fece con passione. Voleva darle tutto il piacere possibile. Il suo dito era largo nella fica e spinse anche l’indice. Poi fu presa dal desiderio di penetrarla di più, spinse la mano. Sentiva la fica allargarsi, la carne cedere progressivamente alla sua pressione e la mano entrò per metà. Tenendole in questo modo le pareti della vagina pressate continuò con la carezza al punto sensibile fino a quando Maria le chiese.
“Più forte, comincio a venire.”
Lei sentiva gli umori che le bagnavano la mano, spinse con la mano dentro, la chiavo così, con la fica larga e tesa, leccando i suoi umori, leccandole il clito che sembrava duro come una pietra. Maria sudava sotto le braccia, sotto i seni, tra le cosce, tra le natiche ed affannava sempre più velocemente. Poi esplose:
“Ah, ah, ah. eccolo, eccomi, sto venendo, vengo.”
.Lo diceva forte, ad alta voce mentre spingeva il bacino contro la mano di Iaia. Iaia sentì il flusso del suo orgasmo, il liquido che colava dalla fica e che bagnò le sue cosce.
Maria la prese e la baciò nella bocca bagnata dei suoi stessi umori.
“Bella, amore mio, cose sei stata brava. Ormai sei una di noi, una vera lesbo.”
La baciava dappertutto: sui seni, sul viso, sul collo. Poi le disse:
“Devo insegnarti ancora tante altre cose. Non abbiamo bisogno di uomini per godere, vedrai, L’avete già fatto con lo strap?”
“Mi ha sverginato lei con lo strap” disse Iaia.
“Allora faremo qualcosa che neppure immagini, vedrai, saremo felici.”
Iaia si girò e vide Imma ed Ely che stavano abbracciate e si baciavano teneramente.
“Iaia, mi a fatto morire. E’ bellissimo farlo e lei è troppo brava.”
Quando uscirono Ely le chiese:
“Siamo due lesbiche ormai?”
“No – disse Iaia – possiamo sempre farlo con i ragazzi. Ma a questo non vorremo più rinunciare.”
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Il giorno dopo era domenica. Iaia uscì di casa verso le quattro ma non uscì dal portone. Bussò da Maria.
Lei aprì e, appena chiuse la porta la baciò in bocca.
“Puoi trattenerti?”
“Si, i miei sanno che sono uscita e che torno verso le dieci. Cos’è che volevi insegnarmi?”
Maria sorrise.
“Vedrai – disse – oggi sarà il tuo giorno più felice.ma prima dimmi che mi ami.”
Si baciavano con le lingue e Iaia le prese i seni. Maria le mise una mano tra le cosce.
“La apriremo tutta questa bella fichetta, vero amore? Te lo farai fare?”
Iaia si spinse a baciarla ancora, le leccò le labbra, succhiò la saliva che Maria le offriva sulle labbra.
“Fammi quello che vuoi, Maria, e fammi fare quello che vuoi. Tutto.”
Maria mise una mano sotto il vestito, si penetrò la fica col l’indice e poi lo mise in bocca a Iaia che lo succhiò con passione.

Maria le mostrò lo scatolo. Erano due oggetti, sembravano due uova molto grosse, Sulla superficie metallica portavano disegni in rilievo in modo che fosse ruvida. Erano d’argento.
“Cosa sono?” chiese Iaia.
“Lo saprai quando….dentro.”
“Perchè sono due?”
“Perchè la donna è come una perla…due buchi.”
“Ma mi farai male?”
“No, piccola mia. Ti farò impazzire di piacere. Dai preparati, togliti tutto. Fra poco verrà anche una mia amica.”
“Ma…..”
“…è una mia buona amica, molto esperta, ci aiuterà a fartelo. La farai chiavare un pò con te, solo per farle vedere come sei diventata brava.”
La baciò in fronte, poi le disse:
“Lo dovrai fare con tutte le donne che ti porterò. Non dovrai mai dire di no. E ti voglio vedere sempre che lo fai con passione, anche se una donna non dovesse piacerti.”
(continua capitolo quarto)
(continua dal capitolo terzo)

Maria aveva appena finito di spogliarla quando bussarono alla porta. Entrò una donna; era piccola di statura, magra, scura di pelle e di capelli. Sembrava non avere seno, ma il viso era brutto: un naso aquilino affilato e prominente, la bocca larga e tumida, sopraciglie folte, capelli lisci e cortissimi, quasi rasati.. Si vedeva che non aveva cura del suo viso e profumava da uomo, come se avesse messo un dopobarba invece del profumo.
E’ quì, disse Maria, guardala. Lei la guardò dalla testa ai piedi, le palpò i seni. Poi le strizzò un capezzolo, forte, fino a farla piegare per il dolore. Le girò dietro, le toccò le natiche. Poi la penetrò nell’ano spingendo brutalmente il dito medio. Iaia si ribellò:
“Ma chi cazzo sei? Tieni giù le mani.”
Ma non finì di dirlo che Maria le mollò un ceffone sul viso. Poi la afferrò per il viso:
“Tu sei mia e fai quello che voglio io. Devi lasciarle fare quello che vuole e devi fare quello che ti dirà.”
Iaia stava piangendo per la umiliazione, provò a prendere i suoi vestiti per andarsene ma la donna la prese per un seno e glielo strinse fino a farla gridare.
“Tu adesso sei la mia troia e faccio di te quello che voglio. Devi sottometterti senza ritrarti.”
Maria la prese per le braccia e la fece sdraiare sul letto. La donna si tolse la gonna e le mutandine, andò con la fica vicino alla bocca di Iaia.
“Comincia a leccare e fallo bene, altrimeni …sai cosa ti aspetta. Voglio sentire nella tua lingua il desiderio di farmi venire.”
Aveva lunghi peli, duri e contorti. Iaia trovò le piccole labbra che le pemdevano come tendine. Provò a succhiarle, erano viscide di umori. Gli umori le colavano e le entrarono nella bocca. Erano sgradevoli, non come quelli femminili di Maria.
Maria le teneva una mano dietro la testa per obbligarla a leccare. Trovò il clitoride sotto la lingua. Era grossissimo e le pendeva proprio come un piccolo cazzo.
“Succhialo bene – disse la donna – Come se facessi un pompino al tuo ragazzo. Devi continuare finchè te lo dico, avanti.”
Iaia lo prese in bocca, lo succhiò mentre gli umori della donna le colavano sul petto. Era disgustata, umiliata e sentiva dolore dove l’avevano percossa. Poi la donna cominciò a venire rilasciando piccoli getti di umori ad ogni contrazione e Maria la premeva perchè li succhiasse.

Iaia vomitò nel lavandino mentre Maria le teneva la fronte.
“Perchè? – le chiese – Dicevi di amarmi.”
Maria la prese per il viso, la baciò sugli occhi, sulla fronte, sulle guance , sulla bocca.
“Ti amo, amore mio, ti amo. Ma devo piegati, farti accettare tutto. Solo così sarai mia, solo mia. E adesso sottomettiti a lei, fa quello che ti dice, accettalo.Falle sfogare la sua libidine su di te. Accetta tutto, tutto.”

“Avanti – disse la donna – prima la fica; è più facile.”
Teneva nelle mani una di quelle grosse uova di metallo e la stava ungendo con del gel. La posò sul comodino.
“Prima facciamoglielo con le mani, la allentiamo, in modo che la fica prenda elasticità.”
Cominciò a spingere le sue dita, forte, facendole male. Le spingeva fino in fondo sbattendole con la mano sulla fica e provocandole dolore.
“La fichetta è piccola, dovremo forzare” disse a Maria.
“Non farle male” disse Maria.
“Un pò di dolore ci sarà. Non si prende un coso del genere senza soffrire un pò. “; poi le sussurrò:
“Fa in modo che non gridi”.
Pressava sulla fica con le dita, prima due, poi tre, Infine cominciò a spingere lentamente tutte le dita raccolte, eccetto il pollice. Era entrata mezza mano. Iaia aveva dei sobbalzi di dolore ad ogni spinta, la donna la stava chiavando con mezza mano nella fica e premeva ancora, poi faceva girare il polso, forte, veloce.
“E’ pronta – disse -tienila e tappale la bocca,”
Maria si mise dalla parte della teta di Iaia, le bloccò le braccia.
“Ferma, amore mio. Vedrai com’è bello; ma adesso fatti forza e sopporta un po’ di dolore: Avrà più piacere dopo il dolore. La baciò in bocca e rimare con la bocca sulla sua.
La donna prese l’uovo dalla parte più larga, manipolò la fica di Iaia passandovi sopra il gel; poi poggiò l’oggetto sulle labbra della fica. Fece un cenno a Maria e cominciò a spingere con forza. Iaia senti il dolore ed il bruciore di quell’oggetto che forzava la sua fica fino a toglierle il respiro; si dibatteva ma Maria la teneva forte; avrebbe voluto gridare ma riuscì solo a mugugnare con la bocca di Maria che tappava la sua. LA pressione divenne ancora più forte: sentiva la carne tirata quasi fino a lacerarsi, il dolore era insopportabile, il bruciore peggio del fuoco. Credeva di avvenire, sentiva che le stava scoppiando il cuore. S i divincolò con tutte le sue forze ma non poteva sfuggire. E sentì attenuarsi la tensione via via che l’oggetto le scivolava dentro pressato dalla mano della donna. Oramai era entrato. Lei era sudata, stordita dal dolore, piangeva: Sentiva il peso di quell’oggetto dentro la sua pancia, la vagina dolorosamente stirata dalla pressione dell’oggetto.
“Visto? – disse la donna – l’ha preso tutto. La fica è elastica, può dilatarsi fino a 10 centimetri nel parto. Tienila ancora finchè non si calma il dolore, Poi comincerà a godere come una pazza.”
Maria le diede da bere un bicchier d’acqua, poi le chiese:
“Va meglio? Avevi la fica stretta e poi è grosso.”
“Mi sento gonfia – disse Iaia – mi tira dentro”
“Così deve essere – rispose la donna – Appena comincerai a muoverti sentirai….e mi ringrazierai per avertelo fatto. Solo le lesbiche sanno questi segreti, e tu sei una di noi.”
Maria la fece alzare lentamente e Iaia sentiva quell’oggetto che le sbatteva dentro: La vagina era tutta dilatata, come fosse stata penetrata da un enorme cazzo e muovendosi sentì le prime sensazioni. L’oggetto, che dentro conteneva un liquido pesante per circa la metà del volume, le sbatteva forte sul punto G, come fossero ondate. I rilievi sulla superficie dell’uovo la sollecitavano dappertutto. Cominciò a sentire come se stesse a metà di un orgasmo, ondate di piacere che la invadevano nel corpo, nella mente, sotto la pelle, nei muscoli, sui seni , sotto tutta la pelle. Allora la donna le disse:
“Muovi il bacino, dai dei colpi col bacino: Ti sentirai chiavata da un cazzo che nessun uomo può darti.”
Iaia era ubriaca di libidine, era un orgasmo senza fine che si rinnovava sempre senza finire mai. Ed allora la donna cominciò a massaggiarla sulla pancia e sul pube e ogni volta che pasava la mano, premendo, sopra, Iaia aveva convulsioni di orgasmo. Sentiva i suoi umori scorrerle lungo le cosce e sentiva la bocca di Maria che glieli leccava e sentì il grosso dito medio della donna tra le sue natiche, che si spingeva nell’ano, che la violava e che l’agitava tenendo il dito rigido dentro di lei.
Quando venne aveva voglia di gridare ma la donna la baciò in bocca per zittirla. Poi le fece piegare le gambe fino a toccare il pavimento con le natiche e le disse di premere. L’uovo usci lentamente dilatandole ancora la fica. Maria la prese in braccio le la baciò.
“Piccolina, l’hai fatto. Hai visto che lo hai fatto? Brava, La prossima volta lo faremo con due, è ancora più bello, ma dovrai essere tu a chiedermelo. Lo faremo anche nel culetto? Avanti, dimmi di si.”
La donna si avvicinò a loro, baciò Iaia in fronte.
“Ho dovuto essere dura per fartelo fare. Mi odi?”
Iaia si allungò e la baciò in bocca.
“Me lo farai tu dietro?” le chiese
“Si. Ma voglio dirtelo adesso. Devi farlo nella fica alte tre o quattro volte. Poi devi dirlo tu, è più doloroso. Ma con tutti e due morirai di piacere.”
“Fammelo ancora, adesso. Voglio sentirlo di nuovo:”
La donna sorrise, la baciò sul capezzolo. Poi disse:
“Lo faremo insieme ad altre amiche. E’ giusto che anche loro assàgino la tua fichetta fresca fresca.”

Iaia pensò: “Sto diventando la troia di un giro di lesbiche. Non voglio questo. Voglio farlo quando mi va e non voglio essere il loro giocattolo.”
Quando tornò dall’Università Maria le fece un cenno.
“No – disse Iaia – basta così. Ho avuto da voi quello che volevo, ora basta. Non darmi più fastidio:”
“Ma amore mio….”
“Amore tuo un corno. Mi hai venduta a quella vecchia sadica schifosa. Sei vecchia, voglio una ragazza.”

In pomeriggio telefonò ad Ely.
“Com’è finita tra te e Imma?”
“Non la voglio più – disse Ely – avevo nostalgia di te. Ci hanno violentate e noi sceme per libidine lo abbiamo fatto. Tu mi ami sempre? Voglio farlo solo con te, in segreto, magari dopo che siamo uscite con i ragazzi.”
“Mi mandi un bacio?” chiese Iaia.

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