Skip to main content

In riva al mare con uno sconosciuto…

By 30 Luglio 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

Tra le fantasie del mio ragazzo c’è da sempre quella di sapermi oggetto di attenzioni da parte di altri uomini e ragazzi, in sua assenza, per poi farsi raccontare tutti i dettagli da me.
Per il mio carattere piuttosto diffidente nei confronti degli sconosciuti, questa fantasia non ha mai preso veramente piede nella nostra coppia, ma sapevo che l’idea non lo aveva abbandonato. Qualche giorno fa infatti, avvertivo la sua eccitazione e impazienza mentre mi ripeteva quanto gli sarebbe piaciuto sapermi in giro la sera stessa, conscio del fatto che, lavorando, non avrebbe potuto controllare la mia serata, ma conoscere solo a posteriori gli eventi che l’avevano caratterizzata.
Parlando con lui, l’idea non mi allettava troppo.
Non troppo abituata a girare per locali, avevo paura ad uscire senza lui o senza qualsiasi altra persona che non mi rendesse una ragazza sola in una discoteca con avventori anche molto più grandi di me.
Tentai quindi di frenare le sue proposte, tant’è che dopo mie insistenti richieste di smetterla, capì che non era il caso di proseguire. Ma proprio quando lui smise con le sue petulanti richieste, fui io stessa ad iniziare seriamente a pensare di uscire, senza troppi presupposti, ma con la sola idea di uscire di casa sentendomi libera, conscia del fatto che lui avrebbe saputo e approvato. Mi incomincia a vestire a tratti convinta e a tratti molto indecisa sul da farsi. Scelsi con cura l’abito corpo che lasciava scoperte le gambe, morbido e dal tessuto leggero.
Infilai scarpe dal tacco alto ai piedi, e completai la mia figura con una coda alta che mi lasciata nude le spalle e un rossetto rosso deciso sulle labbra. Quindi, uscii di casa, senza avvertire lui delle mie intenzioni. Arrivai nei pressi in un locale ben frequentato da ragazzi e meno giovani, sapendo bene che la clientela era costituita soprattutto da stranieri in vacanza, che non rischiavo quindi di incontrare il giorno dopo, riducendo quindi la possibilità di incontrare persone del posto.
Guardai da lontano il posto, ancora con poca gente, e decisi di avvisare il mio ragazzo del luogo in cui mi trovavo. Quando nominai il locale, non ci credette subito, e mi chiese come prova una foto dell’ingresso, che subito gli mandai. La sua risposta eccitata e sorpresa mi diede coraggio, e mi convinsi a dirigermi nel locale. Ordinai un drink e mi sedetti all’esterno, rimanendo un pò da sola, e riuscendo a chiacchierare con qualche ragazzo, in modo comunque molto tranquillo0
. Nel frattempo, informavo il mio ragazzo sull’evolversi della mia serata, e quando in un sms mi disse che era uscito da lavoro, chiedendomi se doveva passare per stare un pò insieme, esitai nella risposta. Ma quasi delusa dalla serata tranquilla, accettai, e lo aspettai in compagnia di un ragazzo con cui continuai a chiacchierare.
Quando poco dopo arrivò, vidi da lontano il suo sorriso allusivo (evidentemente seguiva i miei movimenti da lontano), e trascorsi con lui la seconda parte della serata, in cui mi calmai notevolmente, a differenza sua. Quando alla fine ci salutammo, mi chiese in modo molto diretto di tornare nel locale, che nel frattempo si era riempito, e si sorprese quando accettai la sua proposta. Mi guardò girarmi e avviarmi nuovamente all’interno del locale. Dentro, le luci psichedeliche si scontravano contro ragazzi che saltavano sulla pista, tra il rumore e il caldo per i corpi vicini.
Mi poggiai sul bancone del bar, tra uomini che scrutavano le ragazze in pista e ben presto iniziarono a fissare me (ma che comunque non si avvicinarono mai), e guardai se riconoscevo facce note che avrei voluto evitare di trovarmi davanti in quella serata non convenzionale per una ragazza fidanzata. Quindi, presi coraggio ed entrai in pista.
Cominciai a ballare e a muovermi tra tutte le persone presenti, tra ragazze anch’esse appena abbordate e uomini che, a giudicare dagli sguardi che ricevevo, erano lì anch’essi per quel motivo, ma non ricevetti subito le attenzioni che (onestamente) mi aspettavo. Poco dopo comunque un ragazzo si avvicinò. Non troppo alto, dal lineamenti delicati e gli occhi chiari, nel complesso un bel ragazzo, ma indubbiamente poco abituato ad abbordare ragazze in discoteca. Mi girò intorno per un pò e quasi con timidezza mi si mise a ballare davanti, facendomi capire che ero proprio io colei che aveva puntato. Dietro di lui, il suo gruppo di amici lo guardava e gli lanciava urla di incoraggiamento, che evidentemente non colse, in quanto fui proprio io che, poco dopo, gli passai un braccio intorno alla vita, gesto che fece alzare un ola nel gruppetto che ci fissava.
Il mio gesto gli mise evidentemente coraggio, lo vidi avvicinarsi con meno timore a me e, a dispetto del timido ragazzo che mi pareva inizialmente, le sue mani cominciarono a vagare sul mio corpo, poggiandosi sulle mie natiche ben esposte dato l’abito molto leggero. Quando poi notò che non fermavo i suoi movimenti e anzi, dischiudevo le gambe per farmi toccare anche la figa, coperta in modo precario dalla borsa che tenevo in mano, mi si avvicinò all’orecchio e mi propose di andare in spiaggia, poco distante e notoriamente luogo in cui si appartavano le coppie nate in discoteca.
Accettai, pensando inevitabilmente a cosa avrebbe pensato il mio ragazzo quando avrebbe saputo di tale situazione, ma subito dopo la mia attenzione fu concentrata nel cercare un posto si nascosto, ma non troppo lontano dalla strada e dalla folla. Ci fermammo su un lettino e in qualche imbarazzata frase di circostanza riuscì a capire che era lì in vacanza con amici, e sarebbe presto ripartito per la Svizzera. Mi sedetti sopra le sue gambe, e incominciò ad accarezzarmi le cosce, dapprima in modo leggero, poi sempre più frenetico, passando sotto l’abito e sfiorandomi l’intimo leggero e piuttosto ristretto che uso sempre. Sentivo le sue dita accarezzarmi la pelle in modo circolare, aumentando il raggio del movimento, che si estese ben presto sulla mia figa, che toccò dapprima in modo delicato, poi con sempre maggiore sicurezza, per poi infilarsi sotto l’intimo, che non esitò ad abbassarmi leggermente sulle cosce per facilitare i suoi movimenti.
Non mi colpì particolarmente la sua bravura (probabilmente aveva realmente poca esperienza), ma la sicurezza che dimostrava in quel momento mi lasciò molto sorpresa: sembrava non avere nulla a che fare con il ragazzino timido e impacciato che mi aveva abbordato in discoteca. Continuava a sfiorarmi il clitoride sempre in modo abbastanza energico, senza troppa delicatezza, ma la cosa non mi dispiaceva. Pensavo al fatto che ero in una spiaggia con uno sconosciuto, avvicinato poco più di 10 minuti prima, a farmi toccare, senza la presenza del mio ragazzo, sebbene non potessi fare a meno comunque di pensarlo, e in particolare di pensare a cosa mi avrebbe detto. Sicuramente in quel momento anche lui mi stava pensando. Intanto il ragazzo (di cui non so nemmeno il nome), continuava il suo lavoro sulla mia figa, e con l’altra mano mi aveva abbassato l’abito e fatto calare il reggiseno che, essendo privo di spalline, obbedì al suo movimento scoprendomi le tette.
Non ci misi troppo a raggiungere l’orgasmo, cosa che si rivelò assai curiosa, in quanto col mio ragazzo mi lascio andare a gemiti di piacere ma, in quel momento, la presenza di uno sconosciuto mi imbarazzava un pò, così mi trattenni e venni in modo molto più contenuto. Era come se, tutto d’un tratto, mi fossi resa conto che io non non conoscendo affatto quel ragazzo. Lui continuò a muoversi con la mano per un pò, così poco dopo fui io stessa a fermarlo e a farlo stendere sul lettino con un gesto della mano. Lui obbedì e mi fece stendere accanto a lui, mi guardò bene in viso mentre io cominciavo ad accarezzargli il pacco da sopra i pantaloni, e per un attimo mi chiesi che cosa stesse pensando. Ma solo per un attimo. Gli slacciai la cintura e i pantaloni e infilai la mano dentro. Cominciai ad accarezzargli il cazzo da sopa le mutande, mentre ogni tanto lanciavo un’occhiata nei paraggi per essere sicura di non essere visti da nessuno.
Gli abbassai di poco l’elastico degli abiti e gli tirai fuori il cazzo. Non era particolarmente lungo nè largo, diciamo nella media, ma l’erezione non era indifferente, e nella penombra vidi chiaramente la cappella. Mossi lentamente la mano e incominciai a masturbarlo, nel più totale silenzio. Mi risultò naturale fare il paragone con il mio ragazzo. Amo sentire rumore durante il sesso, e il mio ragazzo non è particolarmente rumoroso. Il ragazzo che stavo segando in quel momento non si lasciò sfuggire un verso, una parola, un cenno di apprezzamento. L’unica cosa che mi lasciò pensare che gradisse il trattamento era il fatto che ogni tanto chiudesse gli occhi per qualche istante, come per concentrarsi su ciò che gli stavo facendo. ma queste furono le uniche reazioni che potei vedere. Del resto, il cazzo continuava ad essere duro, e questo mi bastava. Tra l’altro, era completamente depilato, e fu strano per una volta non avere l’impiccio dei peli tra le dita.
L’unico sospiro che potei sentire fu quando mi alzai da accanto a lui e dopo una rapida occhiata in giro chinai la testa per accogliere il suo cazzo in bocca: lo sentivo duro e caldo, stranamente quasi dolce sulla lingua.
Non restai però molto china, e preferii continuare a mani, sia per poter controllare meglio la situazione circostante, che per osservare meglio il ragazzo che, data l’assenza di rumori, non capivo quanto potesse gradire il trattamento o se invece preferisse altro. Continuai con quello che stavo facendo, fiduciosa del fatto che comunque lo sapevo fare bene, e proseguii a masturbarlo. Ora il suo cazzo era bagnato della mia saliva, che rendeva il movimento più morbido e (immagino), anche più piacevole. Mi chiesi dentro di me quanto ancora potesse volerci prima di un suo orgasmo. Non che fossi stanca, ma senza alcuna partecipazione da parte sua mi era difficile anche valutare i tempi, pur immaginando che non mancava poi tanto a veder uscire sborra. Nonostante le mie previsioni, il suo orgasmo finì per sorprendermi. il suo viso non mostrava alcun cenno che lasciasse intuire una sborrata imminente, e tutto quello che fece prima di venire fu alzarsi con la testa e baciarmi piano su una spalla, per poi ristendersi completamente e venire.
Fu un orgasmo silenzioso ma che comunque mi eccitò, guardavo il viso del ragazzo nella penombra e più in basso la mia mano che continuava a muoversi mentre lo sperma usciva lentamente, bagnandogli la pancia e riempiendomi le mani. Ricordo di aver pensato che era particolarmente bianca e densa rispetto a quella a cui ero abituata, e il paragone procurò in me una strana forma di eccitazione. Continuai per qualche istante a masturbarlo, guardando con la coda dell’occhio il suo viso per cercare accenni di fastidio. La cosa però, non sembrava disturbarlo, così continuai per qualche istante. Smisi quando poco lontano mi sembrò di vedere delle figure, e decisi quindi che era il caso di levare le tende per evitare di essere trovati in simili situazioni. Gli porsi un fazzoletto con cui si pulì, quindi ci avviammo verso la strada principale, dove ci salutammo, e udii lui che con un sorriso mi ringraziava in un incerto italiano. A mia volta gli rivolsi un sorriso, e risposi con un “Grazie a te”.
Decidi di non rientrare nel locale, era tardi e come prima esperienza ritenevo di aver già fatto abbastanza.
Ora era il momento di avvisare il mio ragazzo che, scoprii, mi aveva subissato di sms nel frattempo, un misto tra il preoccupato per il mio silenzio e l’eccitato, pensando a cosa quell’assenza poteva comportare. Gli scrissi solo “Nè avrò di cose da raccontarti….”, e dalla sua risposta capii che aveva voglia di masturbarsi con il racconto della mia serata, che iniziai con la frase “So di sborra!”. Gli raccontai quindi tutta la mia serata, rispondendo a qualche sua domanda, consapevole del fatto che la situazione lo eccitava non poco. Da allora continua a chiedermi di riuscire da sola per discoteche e locali, e non escludo che possa risuccedere, anzi, lo ritengo molto probabile, anche se deciderò con i miei tempi quando rivivere un’esperienza così strana e particolare. Del resto, so di essere libera e di non dovergli chiedere il permesso…

Leave a Reply