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Sabato mattina alle 11.00 ci trovammo dove avevamo appuntamento: su raccomandazione di Fulvio avevo insistito perché Franca indossasse una gonna nera piuttosto corta e una camicetta bianca, che le stava abbastanza stretta da dover rimanere slacciata, lasciando vedere il reggiseno push up leopardato che portava, le scarpe di vernice col tacco dodici completavano il quadro della perfetta escort in giro con il cliente e il suo pappone.
Fulvio ci accompagnò in una via poco lontana dove occhieggiava l’insegna intermittente di un sexy shop: suonammo per farci aprire ed entrammo: dietro al bancone una coppia sui sessant’anni, entrambi con un colorito malsano, gli occhi chiarissimi e liquidi, il viso inespressivo: non ci furono convenevoli, solo un “ ‘ngiorno” lasciato cadere quasi con fastidio: Fulvio si avvicinò e parlando a voce alta spiegò cosa voleva “per la mia fidanzata” , il vecchio annuì e indicò con un dito uno scaffale in fondo al locale: ci spostammo tutti e tre, unico suonò il ticchettio dei tacchi di mia moglie che si appoggiava a me per non cadere:
“Che misura porti di reggiseno? “ chiese Fulvio a mia moglie
“La quarta” Fulvio la guardò con aria interrogativa…Signor Fulvio! si affrettò ad aggiungere Franca
“Bene, allora è questo ripiano,vediamo un po’…”
Fulvio prese un paio di buste, il contenuto era spiegato da fotografie di modelle con indosso il capo in questione: si trattava di intimo in lattice nero o rosso, un materiale che aderiva come una seconda pelle sulle tette protesizzate delle modelle: Fulvio mise nel cestello una tuta in lattice nera, che stando alle foto aveva aperture “strategiche “, il secondo acquisto fu più inquietante: un cappuccio sempre di lattice, con aperture solo per il naso e la bocca, mentre gli occhi erano coperti da due specie di palpebre che si potevano aprire o chiudere a piacere con delle sottili cerniere a lampo, fatti gli acquisti Fulvio mi mandò alla cassa a pagare e quindi uscimmo in strada: pensavo che la passeggiata fosse terminata ma mi sbagliavo, percorremmo ancora qualche centinaio di metri, cosa che per Franca risultò a dir poco fastidiosa, visti i tacchi delle scarpe che indossava e arrivammo davanti ad una bottega di tatuatore:
“Forza porcona, entra e chiedi che ti mettano due bei piercing ai capezzoli, sceglili tu come li preferisci, ma spiega che devi poterci appendere le nappine che sai”
Franca avrebbe voluto discutere, ma il tono inespressivo, quasi di totale indifferenza a qualunque sua eventuale opposizione con cui Fulvio le aveva detto di entrare, ancora una volta le aveva fatto capire che non era il caso di questionare: con un sospiro entrò nel Tattoo Parlour, mentre Fulvio mi prendeva per un braccio dicendomi:
“Lasciamola sola lì dentro, vedrai che sarà più rilassata, noi ce ne andiamo a mangiare qualcosa in un locale qua vicino, poi le mandi un sms per dirle di raggiungerci quando avrà finito”
A nemmeno cinquanta metri di distanza, sul marciapiedi opposto, c’era una pizzeria, il problema era che al centro del viale passava la corsia riservata ai filobus, per cui bisognava spingersi fino al semaforo, bello distante, per poi attraversare e ripercorrere la strada fino al ristorante: era certo che Fulvio avesse scelto il posto con l’intento di costringere mia moglie a percorrere un bel po’ di strada in minigonna, con i capelli biondo platino e i tacchi alti per costringerla ad esibirsi a favore di tutti i maschi che si trovavano a passare di là, una zona vicina al quartiere arabo.
Al ristorante ordinammo da mangiare e mentre io mi domandavo come potesse stare mia moglie nelle mani del piercer, Fulvio mi spiegò il suo programma:
“Come hai potuto vedere tua moglie non si sogna nemmeno di ribellarsi ai miei ordini, e bada bene che a parte qualche strizzata ai capezzoli non le ho usato nessuna forma di violenza fisica: del resto, scusa, non aveva dato volontariamente il culo al brasiliano e, forse un po’ meno entusiasticamente, non l’ha ugualmente dato anche al bidello? E allora dove sta il problema? Prendine atto, tua moglie è una troia insaziabile con una propensione a godere dell’ essere umiliata e dominata da chiunque le faccia capire di essere più forte di lei, tutto qui: lunedì le avevo detto, molto “en passant”, che le avrei fatto mettere i piercing ai capezzoli, al momento non ha battuto ciglio, ma io sono sicuro che per questi cinque giorni non ha pensato ad altro, sicuramente per i primi giorni avrà pensato “No, questo non gli permetterò di farmelo” poi stamattina quando le ho detto di entrare a farsi forare avrà pensato “Sì, vabbè, lo faccio, ma è l’ultima volta che mi lascio trattare così: mandale l’sms,chiedile quanto le manca e dille che l’aspettiamo qui, che venga appena ha finito!”
Mandai l’ sms a Franca, dandole il nome del ristorante di fronte al tatuatore, e mi rispose con un laconico: tra venti minuti ha finito”
Un quarto d’ora dopo mia moglie faceva il suo ingresso nel ristorante: ci vide al tavolo e mentre tutti i clienti e i camerieri si giravano a guardarla venne a sedersi con noi; Fulvio le chiese:
“Allora, come stata la tua prima esperienza di piercing.ma che stupido che sono, non è stata la prima, tu avevi già i lobi delle orecchie forati, ahahahahaha!”
In effetti parecchi anni prima, non sapendo più cosa regalarle a Natale le avevo detto che se si fosse fatta fare i buchi alle orecchie avrei potuto regalarle invece dei soliti anelli o catenine anche degli orecchini: la cosa le era piaciuta e il giorno dopo aveva già provveduto a farsi forare i lobi.
“Niente di speciale, mi ha anestetizzato con la crema Emla, poi col cubetto di ghiaccio e poi ha fatto passare un ago a cono, su quello ha attaccato la barretta del piercing e poi ha sfilato l’ago e mi ha fissato la barretta con la pallina, mi ha dato la pomata anestetica nel caso poi mi dovesse far male”
“Perfetto, vedrai che tra qualche giorno non sentirai più male, ma anzi, a fare certe cose ti darà piacere, porcona!”
Franca ordinò un’insalata mista e mangiò svogliatamente insieme a noi: proprio quando stavamo aspettando il caffè entrò nel locale una signora, che dopo aver fatto scorrere lo sguardo per scegliere un tavolo, venne a sedersi vicino al nostro tavolo: appena si fu seduta la tizia guardò Franca per un paio di secondi, poi, dopo aver distolto lo sguardo per un attimo tornò su mia moglie:
“Mah….mah sei tu Franchina! Ossignùr, così bionda non ti avevo riconosciuta, come stai? “
La tizia in questione era una vecchia amica di Franca, Cristina, erano state compagne all’elementari e alle medie, poi avevano fatto scuole diverse ma tenendosi sempre in contatto: almeno una o due volte l’anno si incontravano a bere un tè assieme, era sicuramente la persona che conosceva mia moglie da più tempo, anche da prima di me.
Mia moglie era piuttosto imbarazzata dall’essere lì, con me e un altro uomo, vestita in un modo come sicuramente Cristina non l’aveva mai vista, cercò di reggere il colpo, con aria falsamente disinvolta le disse:
“Conosci già Andrea, mio marito, e questo è il signor Fulvio, suo buon amico e socio”
Ci alzammo per stringerle la mano e in quel momento arrivarono i caffè: mentre Cristina ordinava un toast e una Coca Cola bevemmo i nostri caffè: mentre riappoggiavo la tazzina feci cadere il cucchiaino: stavo già chinandomi per raccoglierlo, ma Fulvio mi fermò appoggiandomi una mano sul braccio : mi voltai verso di lui un po’ interdetto: il suo sguardo passò da me a Franca: lei capì immediatamente e si chinò a raccoglierlo, mentre la sua amica spalancava gli occhi per lo stupore.
Al momento del conto Fulvio mise mano al portafoglio e chiese a Franca:
“Quanto hai speso per il piercing? “
“Sessanta euro, Signor Fulvio”
“Bene, eccoti i sessanta euro, il lavoro lo paga Salvo..te lo ricordi, no?”
“Sì, certo”
“E paga anche gli acquisti al negozio di prima”
aggiunse Fulvio, allungandomi 100 euro da sopra il tavolo
Infine mise 40 euro sul tavolo e si alzò:
“E ci ha anche offerto il pranzo, che gentile!”
Salutammo Cristina con un cenno della testa e ce ne andammo mentre l’amica d’nfanzia di mia moglie ci osservava sbalordita.
Una volta fuori ci salutammo, Fulvio disse a mia moglie:
“Ci vediamo al solito posto, troia, giovedì alle tre!”
Non era difficile immaginare che giovedì Franca avrebbe dovuto pagare il prezzo del riposo che Fulvio le aveva concesso in settimana, io mi domandavo cosa le avrebbe fatto e pensavo che anche mia moglie fosse un po’ preoccupata, ragion per cui, pur con un certo rammarico, mi astenni dal proporle di fare sesso con me, anche se sapere come si lasciava adoperare da Fulvio e non solo da lui mi faceva stare in un perenne stato di eccitazione.
Come ormai tutti i giovedì avevo organizzato la giornata in maniera da assolvere ai miei doveri di odontotecnico entro mezzogiorno, per poi passare in studio dove però ricevevo il primo paziente solo dalle 17.00 in avanti.
Ancora una volta prima delle 15 ero davanti al pc, in trepida attesa dell’inizio del collegamento Skype: Fulvio mi chiamò, io risposi e la video chiamata ebbe inizio: stentai a riconoscere la solita stanza: il letto matrimoniale aveva infatti lasciato il posto ad una specie di marchingegno di tubi in cui si poteva a malapena riconoscere una piccola superficie orizzontale imbottita, una specie di sellino da motocicletta, con davanti una specie di manubrio e in basso delle piccole pedane : chiesi a Fulvio cosa diavolo fosse quell’affare e mi rispose:
“E’ una mia piccola invenzione, tu forse non sei campagnolo come me e quindi non hai mai visto una gabbia da monta per le vacche, ebbene questa ne è la versione per vacche a due gambe: quando tua moglie avrà preso posto su questa striscia imbottita le bloccherò le braccia e le gambe qui e qui..e poi chiunque la potrà adoperare, da solo o insieme ad altri, senza fare la fatica di tenerla in equilibrio o di doverla tenere ferma,geniale no?”
Ancora una volta Fulvio mi aveva lasciato allibito, ma non feci a tempo a dirglielo perché in quel momento suonò il citofono e lui, dopo aver aperto mi fece segno di stare a guardare:
Franca entrò con l’impermeabile sul braccio, addosso aveva quella pazzesca tuta di gomma, che le lasciava scoperte le tette e la zona perineale, i capelli biondi spiccavano sul nero della tuta mentre il tocco finale era rappresentato dalle solite scarpe col tacco dodici: Fulvio si dimostrò particolarmente entusiasta di quello che vedeva, il piercing sui capezzoli spiccava luccicante mentre le due nappine nere pendevano decorando le tette di Franca:
“Benissimo, porcona! Voglio vedere quelle nappine roteare come le pale di un’elica! forza, fammi vedere!”
Franca cominciò a far ondeggiare le poppe e dopo qualche giro a vuoto le due nappine presero a roteare a tutta velocità mentre Fulvio si godeva lo spettacolo.
Quando Franca lasciò fermare le nappine Fulvio le disse:
“Ok, troia, mi hai convinto, adesso sali su questo aggeggio e mettiti comoda!”
Franca, come sempre obbedì, salendo sulla macchina della monta, al che Fulvio con delle cinghie di velcro le bloccò i polsi alla sbarra anteriore e le caviglie alle pedane inferiori:
Eccoti sistemata, troia..pensa, in questa posizione tutti i tuoi buchi sono perfettamente accessibili, tre stalloni potrebbero montarti per ore, oppure potrebbero essere dieci stalloni, che ti potrebbero montare ciascuno una volta in ogni buco..dimmi un po’: tu cosa preferiresti?”
Franca era lì, immobilizzata su quell’ affare, ma nonostante la situazione piuttosto pesante, quella grandissima troia che mia moglie era risultata essere rispose:
“Farò quello che vorrà lei, Signor Fulvio,se vuole farmi possedere da dieci uomini lo farò, io ormai sono la sua troia, lei lo sa”
“Brava troia, questa è la risposta che mi aspettavo da te!”
Mentre dialogava con mia moglie le si era avvicinato da dietro e aveva iniziato a stuzzicarla con una mano: Franca parve rianimarsi:
“Oooh, sì, Signor Fulvio, la prego, faccia godere la sua troia come ha fatto la prima volta, la prego, mi infili la mano nella mia figa sfasciata da troia…mmmmm…ssiiiiiìì oh, siiìì, così…così, continui, la prego!”
“Sei proprio la troia che aspettavo, godi porca, godi mentre la mia mano ti sfascia la figa da troia e mentre godi, dimmi una cosa, ma che sia la verità: chi è stato il primo a farti il culo? Non ci credo che l’hai dato via per la prima volta la tuo amico brasiliano, tu sei troppo abituata, dimmelo troia o ti lascio legata lì fino a domani senza mangiare né bere!”
“Ha ragione Signor Fulvio, Aaahhh siiiiìì, ha ragione lei, il primo a farmi il culo fu il mio primo ragazzo, a 16 anni,,,aaaah…oohh dio come godo…con lei Signor Fulvio!”
“Forza troia, racconta, racconta, dimmi tutto Sei sempre stata una troia, avevo ragione io…forza voglio sapere tutto di te: il primo pompino, la prima scopata, la prima volta nel culo, parla che intanto ti servo io!”
“Oddio, sì, sì, continui, le dirò tutto, Signor Fulvio!”
“La prima volta che ho fatto qualcosa con un ragazzo è stato in vacanza dai nonni,avevo 14 anni ..mmmm siiiìì, cosììì… e fin da piccola, quando andavo in campagna con mia sorella, giocavamo con gli altri bambini della cascina ooohh, ancora, ancora così…uno si chiamava Piero, aveva un paio d’anni più di me e all’inizio mi aveva insegnato ad andare in bicicletta e ad arrampicarmi sugli alberi,oohh che bello, siiiììì cosìì la prego Signor Fulvio,,oddio…vengo ancora…siiiiìì!”
Intanto Fulvio continuava a fistare nella figa mia moglie, a cui probabilmente non pareva vero di cavarsela con un trattamento così piacevole!
“Continua porcona, voglio conoscerti ancora più intimamente di quello che ho potuto fare finora ficcandoti dentro di tutto in tutti i tuoi buchi!”
“Piero una volta mi portò nel fienile, e li me lo mise in mano, insegnandomi a fargli le seghe mmmm ..sì Signor Fulvio, continui a far godere la sua troia…così l’anno dopo al mare divenni famosa come “la milanese che sa fare le seghe”! ma un ragazzo di Roma, col quale mi ero infilata in una cabina dei bagni Liliana di Varigotti mi spiegò come si doveva fare un pompino….oddio, non ce la faccio più Signor Fulvio…esca per favore, mi dia un momento per riprendermi…”
“Attenta troia, perché lo sai come esce la mano…”
“Aaaargh, oddio!…
Era evidente che Fulvio aveva tirato fuori la mano chiusa a pugno, strirando ben bene l’ingresso della figa di Franca che solo da pochi giorni aveva ripreso un minimo di tensione.
“Continua troiona, intanto che mi fumo un sigaro,vai avanti!
Sullo schermo del pc potevo vedere Fulvio che si accendeva il sigaro mentre Franca era sempre installata sul telaio di quella specie di macchina da monta inguainata in un’assurda tuta di lattice nera con le tette penzolanti e i buchi a disposizione di chiunque si fosse trovato a passare di là”
“Beh, mi fece inginocchiare e me lo mise in bocca, ricordo che era salato, perché avevamo appena fatto il bagno, da allora quando prendo un cazzo in bocca e non è salato…mi sembra strano! Comunque lui mi disse di succhiare e io mi ci provai, intanto lui si muoveva appena appena dentro e fuori..quando fu sul punto di venire mi raccomandò di mandare giù tutto per non sporcare il pavimento…lo feci.. e da allora…basta seghe: nessuno si accontentava più di farselo menare, tutti mi volevano venire in bocca e così divenni “la milanese che fa i pompini con l’ingoio” non so a quanti ragazzi lo succhiai quell’estate, so solo che poi mi sgrillettavo per ore in camera mia..perché nessuno pensava di mettermi una mano nelle mutandine…erano troppo giovani ed egoisti, e poi temevano di mettermi incinta!”
“Oppoverina, quindi perché qualcuno decidesse di esplorarti anche in profondità quanto hai dovuto aspettare?”
“Accadde durante le vacanze di Natale:eravamo andati in montagna, in una casa presa in affitto, con degli amici dei miei genitori: loro avevano due figli maschi: io e mia sorella dormivamo in una stanza, i due ragazzi in un’altra, ma una notte uno dei due venne in camera nostra e mia sorella, che era più grande mi disse di andare nella loro, così finalmente dopo tanto sgrillettarmi scoprii cosa significava avere un cazzo dentro…la cosa andò avanti per un po’, poi Michele mi disse che se non volevamo rischiare che restassi incinta e non dover usare il profilattico si poteva fare una cosa un po’ diversa. E così iniziai a prenderlo anche nel culo…certo, le prime volte era un casino, perché non avevamo pensato di pulirmi dentro, ma poi imparai il trucco e non ci son più stati problemi!”
“Dunque mi stai dicendo che a 16 anni o giù di lì non eri più vergine da nessuna parte…che troia persa che sei! Te lo credo che quando tuo marito ti ha chiesto di farti sbattere da me non hai fatto storie,ma mi spieghi perché a lui non l’hai mai dato? Non mi dirai che non te l’ha mai chiesto, no?”
“A mio marito ho sempre cercato di nascondere il fatto che quando ci siamo conosciuti, e avevo già quasi 25 anni, per me il sesso non aveva più misteri, anzi avrei potuto pure insegnargli qualcosa, povero Andrea, quando vengo da lei, Signor Fulvio, mio marito resta in pena tutto il giorno, deve vedere come mi accoglie alla sera..povero caro!”
“Vabbè, prima o poi dovrai deciderti e dirglielo che i nostri incontri non ti sconvolgono più di un tanto, comunque per oggi puoi andare, tornatene a casa e fallo contento quel babbeo, ma ti voglio in gran forma per giovedì, verrò io a prenderti perché dobbiamo andare in un posto un po’ più comodo!”

Hai capito la mogliettina…aperta davanti e di dietro da quando aveva 16 anni…nove anni prima di incontrarmi…quando oramai doveva averne avuti un centinaio di cazzi, altro che i due o tre che mi aveva lasciato intendere..e io che mi facevo problemi a proporle un incontro a tre…proprio vero che non ci si conosce mai abbastanza!
Congedata Franca dopo un “utilizzo” di non particolare impegno se confrontato con gli ultimi incontri, Fulvio mi raggiunse sul cellulare:
“Hai visto? Non te l’ho maltrattata, tutt’altro, ha chiesto lei di essere fistata, ha goduto come al solito e le ho anche raccomandato di farti stare bene quando tornerà a casa, però ti devo metter al corrente del mio programma per la prossima settimana: come avrai sentito dalla sua viva voce, quella che hai sposato quasi quindici anni fa era già allora una mezza zoccola, lei stessa ha dichiarato che il sesso quando vi siete sposati per lei non aveva segreti! Io sono partito in quarta ad adoperarla e sicuramente si sarà un po’ risentita di questo mio approccio così poco gentile, però in questo modo le ho fatto un corso di aggiornamento full immersion: se a sedici anni sei già segaiola, pompinara, scopatrice e aperta dietro a quaranta cosa ti rimane da fare? Sempre che non mi abbia tenuto nascosto qualche altro suo segreto sembrerebbe di capire che non ha mai partecipato ad un incontro a tre, con la sola eccezione di quando io e Salvo abbiamo “giocato” con lei, quindi penso che la naturale evoluzione del suo imputtanimento passi attraverso almeno un paio di incontri con almeno due uomini e dato che la cosa attira molti maschi, anche dotati di floridi conti in banca, con il tuo permesso parlerei con un amico che ha un Motel vicino all’aeroporto della Malpensa: spesso uomini d’affari di ogni parte del mondo chiedono di poter avere qualche ragazza per il loro relax�di solito si tratta di incontri frettolosi uno-a-uno, ma a volte ci sono tipi un po’ più raffinati che non disdegnano di farsi una donna in due, e non per ragioni di economia!
Penso che anche se Franca non è proprio giovanissima potrebbe trovare i suoi estimatori, certo dovrà passare prima dal parrucchiere e dall’estetista, ma credo che saranno soldi spesi bene, diciamo che se riusciremo a noleggiarla per una intera notte un 500 euro, pagate le percentuali d’uso ai procacciatori dei clienti ce li troveremo in tasca! la facciamo lavorare così per un mesetto, su base anche di un solo incontro alla settimana e avremo un bel gruzzoletto, che ci servirà per lanciarci nel mercato globale!”
Rimasi allibito dalla sfacciataggine della proposta, ma l’ultima parte del discorso mi lasciò letteralmente sbalordito:
“Scusa, ma cosa intendi per “mercato globale?”
“Ma è ovvio, mio caro il web, Internet! Oggi il sesso è più virtuale che reale! Se tramite un apposito sito metteremo in rete le esibizioni di tua moglie, anche solo quelle registrate fino ad oggi, in pratica con me e Salvo, si costituirà un gruppetto di ammiratori: a questi chiederemo pochi eurini per poter avere accesso alle sue porconate, ovviamente per fidelizzarli, come si dice oggi, dovremo fargli vedere sempre cose un po’ più spinte..ma non credo che ci saranno grandi problemi…con quella troia, unico problema dovremo pagare un web master che ci metta su il sito e che lo gestisca in maniera da far vedere i film solo agli utenti paganti, mentre tutti gli altri potranno solo buttare l’occhio su un certo numero di foto,che però dovranno essere di buona qualità, e per fare tutto questo spenderemo un bel po’ di soldi, che comunque avremo fatto guadagnare a tua moglie!”
IL’organizzazione di un sito porno non è però una cosa così semplice, bisogna trovare un servizio di server disponibile, far fare il sito in modo che possa essere accessibile facilmente ma che poi preveda un pagamento per poterlo esplorare a fondo, nel nostro caso poi bisognava addirittura prevedere la possibilità di numerosi contatti in contemporanea nel caso delle esibizioni dirette e in contemporanea la possibilità di rivedere gli spettacoli in un secondo tempo, sempre in abbonamento: in attesa che la il sito fosse pronto, Fulvio mi propose di far prostituire Franca in un motel di un suo conoscente: per rendere la cosa più redditizia, in considerazione di come mia moglie aveva accettato le cose più perverse che Fulvio le aveva imposto Franca sarebbe stata proposta come “vaccona navigatissima” che si recava in albergo solo per incontri particolari, con almeno due clienti e per una tariffa assolutamente selettiva di 500 euro a notte per persona, che per una quarantenne era una cifra notevole, ma che secondo il conoscente di Fulvio sarebbe stata molto richiesta, sempre che fosse effettivamente in grado di reggere incontri di quel tipo con perfetti sconosciuti che, a fronte della spesa sarbbero stati sicuramente molto esigenti.
iPochi giorni dopo questo colloquio Fulvio prese contatto con il portiere di notte del motel: si trattava di un sessantenne sovrappeso a cui non parve vero di poter chiedere, per farla entrare nel giro, di poter incontrare, in coppia con Fulvio, la candidata all’incarico di super porcona disponibile ad incontri a tre.
Il giovedì successivo mia moglie, accuratamente truccata e con il biondo platino dei capelli appena rinfrescato, si presentò nel solito appartamentino messo a disposizione dall’ amico di Fulvio: la sua tenuta, tacco 12 a parte, era insolitamente sobria: spolverino nero, gonna nera in velluto poco sopra al ginocchio, camicetta bianca e intimo nero:ovviamente calze con la riga e reggicalze e micro perizoma ad accompagnare il tutto: quando entrò nel monolocale i due uomini erano seduti sul divano con in mano un bicchiere di quello che doveva whisky, almeno tale doveva essere a vedere la bottiglia appoggiata sul comodino: appena mia moglie fu entrata Fulvio le disse: “benvenuta troia, come vedi oggi è giorno d’esame: il signor Vittorio è qui per promuoverti o bocciarti: se sarai promossa potrai iniziare a lavorare con i clienti più raffinati del suo albergo, se non supererai l’ esame ti toccherà andare a battere in qualche piazzola dove si fermano di notte i Tir e dove per guadagnare la stessa somma che incasseresti in una notte in albergo dovrai lavorare per una settimana!
Sapevo che oltre alla cam dedicata a Skype Fulvio aveva piazzato altre due telecamere digitali che avrebbero registrato a futura memoria, sia pure in inquadratura fissa, quello che di lì a poco si sarebbe svolto sul letto al centro della stanza: Franca non si lasciò intimorire dalle minacce di Fulvio, si limitò a togliersi gli abiti e a restare in intimo, poi scuotendo indietro la gran massa bionda di capelli si inginocchiò davanti all’uomo che dal cui parere sarebbe dipeso il suo futuro di professionista del sesso: con gesti rapidi e decisi gli slacciò i pantaloni, per poi far uscire un cazzo moscio ma dall’aspetto piuttosto tozzo: Franca lo prese tutto in bocca, mentre con la mano sinistra afferrava i coglioni dell’uomo massaggiandoglieli delicatamente: nel frattempo Fulvio le si era messo dietro afferrandole le poppe, facendole uscire dal reggiseno: mentre il cazzo di Vittorio cominciava a prendere consistenza, Fulvio prese a massaggiare le tette di mia moglie, tirandogliele per allontanarle per poi riavvicinarle impastandole assieme: Franca aveva ormai iniziato a muovere la testa in su e in giù, aiutata in questo dal fatto che Vittorio le aveva affondato entrambe le mani nella massa dei capelli e le imponeva il ritmo del su e giù: per fortuna di mia moglie l’uomo non era particolarmente dotato in lunghezza, e questo permetteva a Franca di ingoiargli il cazzo fino alla radice senza eccessivi sforzi: ero curioso di vedere se la raccomandazione di Fulvio, secondo cui un pompino andava chiuso nel giro di 5 minuti si sarebbe verificata: in effetti dopo un bel po’ di su e giù Vittorio bloccò la testa di mia moglie dando contemporaneamente una spinta verso l’alto con il bacino: Franca si ritrovò la tozza nerchia del panzone piantata in gola, emise dei rumori a metà tra il colpo di tosse e il respiro affannoso: spalancando la bocca riuscì a trovare un po’ di spazio per prendere un po’ d’aria, ma assieme all’aria si ritrovò in gola la sborra di Vittorio: con uno sforzo estremo smise di aspirare l’aria e con un gesto plateale inghiottì il seme dell’uomo, per poi tirare finalmente il respiro di cui aveva bisogno: mentre Fulvio continuava a massacrarle le tette, Vittorio commentò: “Cazzo, ‘sta troia ha del talento, spiegami un po’ dove l’hai rimediata, perché non è precisamente una ragazzina, ma se è disposta a fare le notti in albergo deve avere dei problemi da risolvere!”
Fulvio fu prontissimo a rispondere alla domanda di Vittorio:
“In effetti me l’ha ceduta il marito in cambio del pagamento di un debito, per sua fortuna la signora, che aveva fama di brava mogliettina, si è rivelata una troia totale e ora, come puoi immaginare, dopo che per un mese e mezzo me la sono ripassata in tutti i modi, mi sono reso conto che avrei avuto la possibilità di rientrare più velocemente se l’avessi messa sul mercato: capisci che alla mia età non è che si possano fare i numeri tutti i giorni, se tu invece la potessi impiegare qualche sera al motel….”
Mentre Fulvio spiegava la sua idea, sia lui sia Vittorio si erano liberati dei vestiti, per poi salire, uno per parte, sul letto in mezzo al quale Franca era rimasta sdraiata a pancia in giù:
“Vabbè, adesso vediamo un po’ come la tua troia se la cava con le cose serie…vieni qui, porcona, che voglio farti un bel servizio al culo…si è pulita, vero?” chiese rivolto a Fulvio
“Vai tranquillo mio caro, ho insegnato alla porcona che quando un cazzo ha finito di spanarle il culo lei se lo deve prendere in bocca…quindi….”
“Ah, molto bene, allora forza, porcona, mettiti giù bene, passami il cuscino che glielo piazzo sotto…ecco, così…”
Con tutto quello che Franca si era presa in culo negli ultimi tempi Vittorio non fece certo fatica per ficcarglielo dentro, e la delusione si vide sul suo viso:
“Cazzo, ma questa troia ha il culo sfasciato…me l’ha ha praticamente risucchiato dentro…una cosa mai vista!”
“Non ti spaventare, è solo perché mi sono divertito con lei con un giocattolo diciamo di cospicue dimensioni, si è già in gran parte richiusa ma non tornerà di certo stretta..qualcuno le ha fatto il culo a sedici anni e da allora non è che non ci siano state altre occasioni, vero porcona? Ahahahahaah”
Ovviamente mentre Vittorio se la scopava nel culo, Fulvio le presentò il cazzo da succhiare, cosa che mia moglie non esitò ad eseguire: se quell’incontro doveva essere il suo esame da professionista degli incontri a tre, la seduta d’esame era incominciata!

I due uomini adoperarono Franca per almeno un’altra ora: mia moglie fu scopata in contemporanea in figa e culo, le furono dati da succhiare i due cazzi stando inginocchiata per terra, si dovette esibire nel numero delle nappine e alla fine Vittorio emise il suo verdetto:
“Ok, mi hai convinto, sei una troia rotta in culo e come tale ti presenterò ai clienti speciali: abbiamo spesso gente che viene dall’ Africa e dal medio oriente che mi chiede una puttana bianca con cui passare la notte: a volte sono da soli, a volte in due o anche in tre!”
“Vittorio, per questa porcona il numero non è un problema, però io sono il creditore: te la posso portare anche due volte alla settimana, ma deve essere chiaro che io prendo 500 euro da ogni uomo che la usa, quindi fai bene i conti, mettiti d’accordo con i clienti prima di telefonarmi: se mi chiami dev’essere chiaro che la cifra, quale che sia, è già nelle tue tasche: io l’accompagno lì da te alle undici, tu mi dai il grano e io torno a prenderla alle sette del mattino,sono stato chiaro? “
Mentre Vittorio faceva segno di sì con la testa, io mi posi il problema di come avrei spiegato l’assenza di notte della mamma ai nostri figli, ma quello non sembrava essere un problema dei due uomini.

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