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<< Cosa vorresti ascoltare? >>

E’ da mezzora che Giada mi fa domande a cui non posso rispondere. Domande banali, come “Esci ancora con Luca e gli altri?” o “Come va la scuola?”.

Le domande che potrebbe farti qualcuno che non ti vede da un po’.

Ecco, Giada è esattamente in questa situazione. Si è trasferita a Milano per seguire il suo sogno, studiare all’accademia di belle arti. Ama le nuove tecnologie, sapete. La visual art, la fotografia e il cinema. Ha fatto anche alcuni video, per questo mi ha chiesto una mano per realizzare un video per questo natale.

Deve dare un esame con un professore che ammira molto, e vuole fare buona impressione.

E io ho accettato di aiutarla. L’ho sempre aiutata nelle sue imprese strampalate. Non perché è mia sorella (o meglio, anche per quello), ma perché le voglio bene. A volte penso addirittura di amarla.

<< Più tardi ci mangiamo una pizza? O preferisci l’hamburger? Offro io ovviamente >>

Ovviamente. “Ti devo una cena per questo!” e mi aveva abbracciato e baciato in maniera forsennata. Lo sa che mi agito quando fa così. Lo fa apposta, per prendermi in giro. Glielo lascio fare.

In ogni caso non rispondo nemmeno a questa sua domanda. Non posso rispondere. Sbatto gli occhi un paio di volte, ma non parlo, dato che mi ha imbavagliato.

Eh sì, sono imbavagliato, in mutande nella sua camera. Ex camera, in realtà. Ora è una stanza che i miei affittano su Airbnb per arrotondare.

Comunque non è quello che importa, ora. Il punto è che sono legato con nodi bondage di cui non so un cazzo e ho una specie di corda con morso in lattice in bocca.

Giada sta sistemando le luci, vuole girare in bianco e nero.

<< Non preoccuparti, non ti si vedrà in faccia >> mi dice. Me lo aveva già detto, ma non è la mia prima preoccupazione adesso.

Sul tavolo ha appoggiato la piastra con cui scalda la cera per depilarsi, ma ora è colma di cera calda rossa, che così calda è liquida come sangue.

Le faccio segno di togliermi la corda dalla bocca. Lei alza gli occhi al cielo, sospira come farebbe con un bambino monello, e alla fine mi accontenta e mi libera dal bavaglio.

<< Cristo, mi fanno male i muscoli >> dico prendendo finalmente fiato.

<< Che sarà mai! Abbiamo fatto peggio di così >> dice senza darmi tempo di replicare, e mi bacia in bocca.

Sì, abbiamo fatto peggio di così. Abbiamo passato l’ultimo anno e mezzo ad abbattere ogni barriera fra di noi. Emotiva, parentale e sessuale.

E abbiamo parlato di tutto, e abbiamo rivelato ogni nostra fantasia. Come vogliamo vivere, cosa vogliamo fare da grandi, e ovviamente anche il sesso. Tanto sesso e ogni volta era un esperimento, un provare, un soddisfare le voglie dell’altro.

In questo momento Giada stava soddisfacendo la sua voglia di essere una mistress (una delle prime cose che mi aveva rivelato) e il mio desiderio di essere l’oggetto sessuale di una donna.

Lo so, è un po’ perverso, ma forse nemmeno tanto. Trovo bellissimo il fatto di essere creta nelle mani di una donna, magari più grande come è mia sorella per me.

La cera è una novità, ma non è la prima volta che arriviamo con idee nuove dopo un po’ di tempo.

Voglio essere chiaro: non scopiamo come dei ricci per il gusto di scopare. Ognuno di noi ha le sue storie, io sono pure fidanzato ora, ma soddisfare i nostri desideri con qualcuno che amiamo è un’altra cosa, va oltre. E’ l’amore che proviamo l’uno per l’altra.

<< Sarà una cosa un po’ lunga. Lo girerò in time laps >> mi dice, distraendomi dai miei pensieri.

<< In che senso? >>

<< Nel senso che ora inizia la parte in cui comando io, stronzo >> la sua voce cambia, il suo sguardo diventa quello di una vipera e io sento già le palle tremarmi dentro i boxer.

Le corde a cui sono legato al letto sembrano d’acciaio da quanto sono strette e annodate fra loro. Giada si avvicina al letto e mi passa una mano sul petto. Le sue dita scorrono fino all’ombelico e poi si staccano per scivolare nella sua bocca dove la lingua le avvolge in un vortice di saliva.

<< Ora iniziamo a lavorare sul tuo limite. Vorrei un erezione da primato per questo video. Vorrei eros e tensione sessuale. Capisci? >>

<< Sì, credo di sì >> anche se in realtà non ne sono poi così certo.

Giada sorride e mi scosta i boxer. In un attimo le sue dita coperte di saliva iniziano a inumidire il mio buchetto.

<< Hey hey, non avevo capito che… >>

<< Voglio eros, Lori. Eros e il tuo uccello pietrificato, ok? >>

<< O-ok, va bene >>

E intanto le dita premono sulla cresta e piano mi scivolano dentro, prima una, poi un’altra, abbastanza facilmente.

Mi piace toccarmi lì, dentro fino alla prostata. Lo faccio spesso quando mi sego. L’ho insegnato anche ad Anna, la mia ragazza che ora mi fa dei pompini da urlo mentre il suo ditino mi solletica la prostata.

Se non avete mai provato ve lo consiglio e, prima che me lo chiediate, no, non sono gay. Mi piace provare tutto. E sta roba della prostata è una bomba, ragazzi!

Giada passa da due a tre dita e intanto il cazzo mi si indurisce per bene.

<< Molto bene, sei in forma! Scopi abbastanza? >> mi chiede mia sorella, d’un tratto amorevole.

<< Anna è dai nonni per le vacanze, è partita la settimana scorsa… >> e mi lascio andare a un lungo lamento mentre le dita premono proprio sul punto giusto. Dio, potrei sborrare un fiume se solo fossi libero di segarmi!

<< Bene, allora sei pieno di energie! >> e detto questo balza giù dal letto sfilando le dita in un attimo, lasciandomi un vuoto come uno starnuto mancato. La vedo rovistare nel suo zaino di fotografia e estrarre un…un dildo. Un grosso dildo che inizia a vibrare e girare su se stesso.

<< Cos’è quello? >> chiedo con una vena di preoccupazione nella voce.

<< Un dildo >> risponde lei in maniera innocente.

<< Lo so che è un dildo, perché ne hai uno qui, adesso? >>

<< Sperimentiamo. Ora lo metto al posto delle mie dita e… >> e mentre dice questo prende del nastro americano, ne strappa due pezzi e se li attacca al braccio, pronto per essere usati.

<< Che vuoi fare? >>

<< Te l’ho detto. Voglio il massimo dell’eros, quindi devo prepararti a dovere >>

<< Jade, Giada, no, dai il dildo no…aspetta! >> ma mia sorella mi ignora, e sono legato al letto, con i boxer attillati e abbassati proprio sul culo. Infila il dildo nel mio sfintere e devo dire che scivola molto facilmente fino a tre quarti. Lancio un grido, rapido e poi rimango senza fiato. Giada ne approfitta e mi rimette il bavaglio. Mi fa l’occhiolino.

<< E’ per il rumore. Sarà un week end lunghissimo. Siamo solo noi >>

Fissa il dildo con i due pezzi di nastro alle mi chiappe e lo accende. La vibrazione è una piacevole tortura che mi fa sussultare, ma le corde legate alla testata del letto mi rendono più simile a un pesce sulla riva, appena pescato. Muto e colto da spasmi involontari, con l’occhio a palla spalancato.

Giada mi richiude i boxer, la pressione dell’intruso nel culo è implacabile, mi entra fino in fondo ora. Non faccio in tempo ad abituarmi che il bastardo gira, ruota su se stesso e mi scava le carni come una trivella.

<< Ci vediamo stasera, intanto divertiti >>

Stasera? Stasera?? Ma sono le 11 del mattino e non ho nemmeno mangiato.

Cazzo, mia sorella mia ha fregato.

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