Skip to main content
Racconti di Dominazione

Ingrid ed io: una coppia esplosiva

By 31 Dicembre 2009Dicembre 16th, 2019No Comments

Ingrid si avvia verso le scale, in evidente stato di choc.
La seguo, trascinando l’unica bestia rimasta tra le nostre mani col guinzaglio.
Appena dentro casa, la mia amante scoppia a piangere come una bambina e, in preda a una crisi isterica, sfoga la sua rabbia su Annette che riempie, con violenza cieca, di calci, pugni e schiaffi ovunque.
La lascio proseguire per una decina di minuti poi decido di prendere in mano la situazione.
‘Tesoro, cerchiamo di mantenere la calma e ragionare. Certo, la vigliacca fuga delle due merde complica i nostri programmi, ma ci inventeremo qualcosa: innanzitutto possiamo vendere la tua cagna e farci un po’ di soldi’.
Ingrid si ferma e reagisce con determinazione ‘hai ragione, Francy, mi sto comportando come una bambina frignona, ma sai che ho le palle e questa è l’occasione per dimostrarlo; la bastardella ha fatto il suo dovere e penso sia ridotta a un livello di sottomissione totale, buono per piazzarla bene. Avevo fissato un appuntamento con i tipi per le 17 e ci presenteremo: vedrai che strapperò un buon prezzo’.
‘Brava, amore, così ti voglio. Dura. Come cazzo la vestiamo la troietta?’.
Ingry mi dice che bisogna conciarla così che appaia nel modo più chiaro la sua assoluta mancanza di ogni dignità e le ordina di rovistare nell’armadio e prendere gli indumenti più lerci e da pezzente che trova; Annette torna con addosso una mini di jeans zozza e malridotta, una maglietta piena di macchie e un paio di vecchie scarpe da ginnastica ai piedi. Ovviamente senza nulla sotto.
Ingrid le attacca il guinzaglio e le dice di farsi tutta la strada a piedi scalzi e le rifila un destro in un occhio che diventa immediatamente nero; la guarda e, non ancora soddisfatta, riserva identico trattamento a labbra e naso facendoli sanguinare abbondantemente.
‘Sì così dovresti andar bene schifosa e lasciati colare il sangue sulla cazzo di maglietta. Poi vedi di comportarti da stupida schiava quale sei che se mi fai fare una brutta figura passo al piano B, te lo ricordi vero, verme?’.
Annette annuisce e ci dirigiamo verso l’abitazione della coppia perversa.
Devo dire che al nostro arrivo (saranno stati un paio di km) la serva è davvero ridotta da far schifo. Ingrid suona il campanello di una grande e lussuosa villa immersa in un enorme parco.
Percorrendo il corridoio che porta all’ingresso incontriamo diversi schiavi e schiave completamente nudi, magri all’inverosimile, tutti rigorosamente calvi e depilati.
Ci accoglie la padrona di casa, Sophie, che abbraccia con gioia Ingrid e le dà il benvenuto con un bacio in bocca. Poi parla ‘tesoro, non sai quanto sono felice di vederti; sei sempre bellissima e anche la tua amica, mi pare’ mi porge la mano e si presenta.
La signora deve avere cinquant’anni abbondanti ma è comunque una bella donna e indossa un elegante tailleur, oltre a gioielli da sballo.
Appena entrate arriva il marito, Franz, di aspetto molto più volgare e rozzo.
‘Ciao Ingry ‘ si accorge subito che abbiamo con noi una sola cagna e aggiunge irritato ‘ cazzo sai che non mi piace essere preso per il culo. Mi avevi parlato di tre bestie, dove sono i due maschi?’. Vedendo Ingry in imbarazzo intervengo ‘Ha ragione Franz ma purtroppo quegli schifosi bastardi sono riusciti a scappare, ma le garantisco che questa merda vi darà parecchie soddisfazioni. Guardate com’è conciata e mettete pure alla prova la sua assoluta disponibilità’.
Franz mi rivolge uno sguardo un po’ sospettoso e replica ‘che la proviamo prima di comprarla è scontato, com’è ovvio che il prezzo se la schiava sarà di nostro gradimento non può andare oltre i dieci mila’.
Ingrid prova a obiettare ‘scusa Franz ma avevamo detto cinquanta e ci è rimasto il pezzo più pregiato: mi pare che ci si possa accordare su venti mila, sempre che la troviate adatta’.
Sophie prende il braccio del marito e gli dice ‘su, caro, capisco bene il tuo fastidio ma l’amica Ingrid ci ha sempre fornito ottima materia prima, non scordartelo. Facciamo così, ce la lasciate per questa notte cosicché la possiamo provare e, se andrà bene, non staremo certo a discutere per due soldi in più o in meno’.
Franz accetta l’idea della moglie e noi ce ne andiamo per tornare all’indomani.
Ingry si rivolge alla serva e le dice ‘lurida zoccola, vedi di non rovinarmi la reputazione, altrimenti conosci bene le conseguenze’ e le cicca in testa gettandola a terra con una spinta cui fa seguire un paio di calci sulla fica della poveretta.
Lasciamo il villone con l’accordo di ritornare il giorno dopo a concludere l’affare.
Vi risparmio la sceneggiata patetica di Annette nel vedere la sua amata padrona andarsene, ma noto soddisfatta il ghigno sadico col quale l’uomo assiste alle lacrime pregustando chissà quali tormenti. Ovviamente non m’importa un cazzo di quell’essere inutile e delle sofferenze che subirà; mi basta farci più soldi possibili.
Tornando verso casa vedo con piacere lo sguardo convinto della mia ragazza, certa del risultato.
Non facciamo quasi in tempo a entrare nell’appartamento che siamo nude e ci lanciamo in un paio d’ore di sesso selvaggio per festeggiare.
Dopo diversi orgasmi a testa, dico a Ingrid: ‘Sai, amore, mi sarebbe venuta un’ideuzza per raggranellare il resto della somma prevista’.
La splendida biondina m’invita a illustrarle il mio piano.
‘Pensavo che possiamo tranquillamente procurarceli da sole gli altri trenta testoni. Siamo entrambe abbastanza fiche e porche per trovare dei gonzi che paghino lautamente le nostre perversioni. Se aggiungi che non è un problema soddisfare tanto sub quanto dom il gioco è fatto, non credi?’.
La skin mi abbraccia con entusiasmo e mi dice ‘cristo, Francesca, l’ho capito subito che eri un genio; ma certo, lavoreremo in coppia con schiavi e schiave o dominanti: ai clienti penso io e, oltre al guadagno, ci divertiremo pure; sei una grande!’ e mi bacia appassionatamente.
Come previsto Ingrid ed io torniamo alla villa della coppia di sadici e siamo accolte con cortesia ed evidente soddisfazione.
La cagna non ha deluso la sua padrona; quando c’è mostrata è in condizioni che definire pietose sarebbe eufemistico.
Il suo corpo nudo è segnato da decine di strisce violacee e da parecchie cicatrici, frutto di ustioni da sigaretta più un branding sul culo con impresse le iniziali dei due suoi nuovi proprietari.
Franz caccia i venti mila euro senza alcun problema e, dopo un affettuoso addio alla bestia (calcione nello stomaco di Ingry e scatarrata in bocca da parte mia), ce ne torniamo a casa a festeggiare il raggiungimento del primo traguardo.
Ma subito mettiamo in pista l’altro progetto e la bionda skin organizza in un battibaleno una session per la serata.
Avremo, come mi racconta due ‘ospiti’, entrambe di sesso femminile e masochiste.
Chiedo qualche dettaglio in più e Ingrid mi descrive i soggetti e le loro preferenze.
‘Sono due troiette sui vent’anni, carucce e super depravate. Una predilige la tortura fisica ed ha una soglia di sopportazione del dolore davvero alta. La sua amica ama invece degradazioni e umiliazioni di ogni genere, pure lei a un livello estremo. Ci divertiremo amore, puoi scommetterci! Ah, piccolo particolare, le merde sono piene di soldi di papà, già mi ero scordata di dirti che sono sorelle, e ci facciamo la bellezza di cinque mila euro per una notte’.
‘Perfetto, Ingry, sotto tutti gli aspetti’.
Alle 20 in punto suona il citofono e le schiave entrano nel nostro appartamento.
Sono, in effetti, parecchio fiche: una Justin, mora, alta circa 1.75, una seconda di reggiseno indossa jeans, cannottierina trasparente nera e un paio di stivaletti ai piedi (è quella da seviziare). La sorella, Charlotte, rossa di capelli un po’ più bassa, seno minuscolo e vestita molto fashion con l’aspetto della ragazzina ricca e viziata.
Ingrid pretende il pagamento preventivo (siamo già entrate bene nel ruolo di mercenarie..) e ordina alle due di denudarsi, cosa che fanno all’istante.
Decidiamo di occuparci prima della rossa: avevamo già preparato nel pomeriggio una squisita cenetta per lei. Un miscuglio nauseante di merda, piscio, muco e ciccate.
‘Lurida troia immonda inizia col gustare questa prelibatezza che ti abbiamo cucinato con tanto amore. E’ tutto frutto dei nostri corpi, nulla di non genuino. La deliziosa cioccolata, il nettare dorato con qualche sputo e un po’ di muco come spezie. Sono certa che un essere schifoso come te apprezzerà parecchio il frutto del nostro lavoro. Ovviamente la mangerai in una ciotola per cani e direttamente con la tua sporca bocca da troia. Se non ne avanzi nemmeno un boccone sarai premiata con un bel getto di vomito delle tue regine. Contenta, brutta merda del cazzo?’.
‘Non so come ringraziarvi, padrone, per aver fatto tutto questo sforzo per una cagna abbietta quale sono; so perfettamente di meritare solo le cose più disgustose e gli insulti peggiori. Sono una piattola abominevole e ne sono conscia’ e si getta con voracità sulla sua pietanza che inghiotte a tempo di record e senza alcuna remora, riuscendo perfino ad evitare qualsiasi conato, cosa francamente difficile a credersi. Ma io parlo di umani, lei è ben altro.
Ingrid è la prima a concedere il premio che la schiava si è guadagnata: ‘Spalanca la fogna, cessa’, s’infila due dita in gola la riempie con una bella gittata di sbocco.
Charlotte ingurgita il tutto mostrando la giusta gratitudine ed io raddoppio la porzione.
‘Brutta bestia ‘ le fa Ingrid ‘ ora vomita il tutto che poi te lo rimangi, però penserei a un metodo un po’ particolare per provocare lo sbocco. Non le dita in gola, ma un bel bicchierone di milk shake gelato: abbiamo cagato nel frullatore e resa liquida la nostra preziosa cacchina con del latte, naturalmente scaduto da un mese; ora ci aggiungo una manciata di sale e vediamo se otterremo il risultato’.
La bestia si spara nel gozzo il frappé di un fiato con l’effetto immediato di riempire di vomito la sua ciotola e il suo squallido corpo.
La sorella, dopo aver assistito con ovvio disgusto alla performance, pensa bene di sboccarle pure lei in bocca.
Gettiamo nella vasca da bagno Charlotte sommersa dal luridume e passiamo a giocare con Justin.
‘Nome ideale per una schiava masochista lesbica come te, puttana. Che dici tesoro, con quale supplizio iniziamo?’.
La skin non si fa pregare ‘Ti dirò Francy, premesso che dobbiamo ridurla a uno stato mostruoso comincerei con una cinquantina di nerbate a testa, trenta di cane e venti di quel fantastico gatto a dodici code che ho messo sotto sale per questa masochista del cazzo; a seguire una generosa orticatura. Prima frustandola e poi le riempiamo i due buchi di foglie di ortica che terrà per almeno un’ora’. ‘Ottimo piano, Ingry: ti spiace se do io i primi trenta colpi di cane?’.
Prendo la dolorosissima canna di bambù e inizio a colpire la schiava con trenta colpi violentissimi, la prima metà su schiena e culo, il resto sul seno, stomaco e gambe strappando grida disumane alla vittima.
L’aspetto più eccitante sono le preghiere con cui la vittima accompagnava le grida di dolore ‘Sì, cristo, sì massacrami, cazzo, riducimi a un rottame non avere pietà voglio essere conciata da far schifo, coperta di segni daiiiiiiii’.
Non le diamo un attimo di tregua e la skin infierisce con ancora più rabbia e durezza di me sul corpo della schiava urlando ‘Puttana vuoi essere distrutta? Cazzo se ti massacro, poi ti rovino anche quel musino del cazzo, giuro che te lo sfregio con un coltello arroventato, brutta vacca di merda!’. Il risultato della prima tornata di sevizie è a dire il vero impressionante.
Il gatto peggiora ulteriormente le condizioni della bastarda ma Ingrid recupera di corsa i mazzi di ortiche che abbiamo raccolto, me ne da un paio e mi dice: ‘Cazzo, Francy, frustiamola insieme con le ortiche questa puttana, ci provoca pure: ora la facciamo pentire’.
Anche i colpi che assestiamo con le ortiche sono pesantissimi e continuati ma Justin continua nella sua folle sfida ‘Non è abbastanza, che cazzo di torturatrici siete che non sento un cazzo’ con l’ovvio effetto di accrescere la nostra crudeltà.
Il corpo della bestia è ora interamente ricoperto da bolle e Ingrid la provoca ‘Non è sufficiente per te troia? Bene, allora potremmo versare dell’olio bollente sui segni urticati, prima di infilarteli in fica e nel buco del culo, che cazzo ne dici troia?’.
Stento anch’io a credere alle mie orecchie quando sento Justin accogliere con entusiasmo la crudele provocazione ‘Sì cazzo, una pentola di olio bollente! Subito e tutta in un botto. Me ne fotto delle conseguenze, voglio soffrire come una bestia’.
Come si dice, il cliente ha sempre ragione e quindi un pentolino d’olio è gettato sulla zoccola cui subito dopo infiliamo diverse foglie davanti e dietro. Ingrid la lega in modo da renderle impossibile ogni movimento e le conferma che dovrà mantenere quello stato per sessanta minuti esatti.
Non ancora contenta la mia crudele amica dopo circa mezz’ora ficca due supposte di un potente lassativo nel culo della schiava dicendole: ‘Queste, troia, servono a stimolarti per bene e passata l’oretta sparerai un’enorme cacata mista alle ortiche diretta in bocca alla tua sorellina cessa’.
Justin, pur stravolta dal dolore lancinante, si eccita all’idea: ‘Cazzo, sì, le riempio la fogna a quella stupida latrina’.
Nel prossimo capitolo vi racconto il seguito della session.
Scaduti i 60 minuti esatti cronometrati da Ingrid, libero la schiava dalle corde e la trascino verso il cesso: la poveretta è letteralmente sfigurata dalle sevizie durissime cui si è sottoposta ma non si perde d’animo e si avvicina con rabbia a Charlotte: ‘latrina del cazzo; ho sofferto come una troia ma ora ti faccio un regalino perché sai quanto bene voglio alla mia sorellina’.
‘Vaffanculo stronza, mi odi quasi quanti io odio te baldracca; che cazzo credi, di farmi paura?’.
‘Maddai tesorino, non essere infantile: ti faccio godere, conosco bene i tuoi, diciamo, gusti. Mi hanno costretta a tenermi per un’ora fica e buco del culo ricolmi di foglie di ortica e se ora spalanchi la tua fogna di bocca ti gusterai un bel mix di merda (immagino molto cremosa) e ortiche. Ti arrapa l’idea è cesso?’. ‘Fai il cristo che vuoi, anche se sappi che il fatto che proviene da te mi rovina tutto il gusto, puttana’.
A questo punto intervengo decisa: ‘Sentite, schifose; a me non frega una sega delle vostre diatribe. Una cosa è certa, ora Justin avvicina il culo e tu spalanchi le fauci e ingoi tutto, senza frignare troppo. Altrimenti potrebbe capitare che faccia un po’ di confusione e pensi che la masochista sia tu e la latrina l’altra, ovvero ti massacro di cinghiate, ma a sangue, non per gioco, chiaro stupida?’.
Charlotte mostra di avere perfettamente capito e apre la boccuccia, dove Justin tra scorregge e insulti scarica una potente gittata di merda liquida più che cremosa. La rossa ingurgita il tutto e non dà per nulla l’impressione di non aver apprezzato’
Ingrid, che si era gustata in silenzio la scenetta, acchiappa Justin e le ricorda che ha ancora diverse sevizie da subire, aggiungendo da vera stronza un sarcastico ‘sempre tu sia in grado, cara, che in caso contrario te ne vai dalle palle tanto ci hai già pagate quindi chemmifrega’.
Come prevedevo, conoscendo ormai il soggetto, la provocazione della mia collega ottiene la risposta sdegnata e sprezzante della maso ‘col cazzo, io ho pagato e tu vai avanti puttana anche perché finora non ho sentito che solletico, quindi vedi di farmi male sul serio o mi ridai la grana’. Mah ‘ mi dico ‘ va bene essere masochiste ma questa non ha capito che Ingry la provoca apposta per avere l’alibi di superare ogni limite (o è esattamente quello che vuole?).
Fatto sta che la biondina assume una veste molto più nazi che skin, lancia uno sguardo carico di odio vero e ride in faccia alla schiava ‘sei proprio una stupida, era proprio ciò che aspettavo: ora vediamo se sei davvero così tosta o se spari solo troiate’, la trascina a forza in sala e prende in mano un coltello da cucina con una lama larga almeno 5 cm.
‘Non avere paura, cretina, che non sono tanto fessa da tagliarti la gola e finire in gabbia. Mi limiterò ad arroventarla e la userò di piatto; certo ti resteranno segni permanenti ma non schiatti. Devo solo decidere dove deturparti’.
Justin non si fa intimidire e sfida apertamente la mia sadica compagna: ‘Non mi fai la minima paura, bulletta, guarda che quella fottuta lama puoi scaldarla quanto vuoi e schiacciarla dove ti pare: gambe, culo, tette, palme dei piedi. Pure in faccia se ti va’.
‘Perfetto, vuol dire che lo farò su tutti i punti che hai detto e ogni volta la scalderò sulla fiamma alla massima potenza per poi tenerla per lo stesso tempo sulla tua pelle del cazzo; sempre che non mi giri di aumentare i tempi, ahah. Tanto tu non hai limiti, no?’.
Vi confesso che inizio a temere la situazione possa sfuggire di mano a Ingrid e, dato che la masochista non le chiederebbe mai di fermarsi, la cosa potrebbe finire male, allora chiamo con una scusa la mia ragazza da parte e le spiego le mie paure. Lei mi tranquillizza, ‘non preoccuparti amore, non sono scema; so bene che potrei distruggerla e ti confesso che non mi dispiacerebbe per nulla, figlia di papà del cazzo, ma non voglio certo rischiare la galera e di perderti per questa stronza. Le farò male, molto male ma so dove fermarmi, fidati, non è la prima volta’. Lo dice con tono convinto e le do fiducia, pur domandomi come capperi faccia una ragazzina della sua età ad avere già tanta esperienza.
Ingrid alza al massimo la fiamma del fornello più grande e mi chiede di cronometrare un minuto esatto; nello stesso tempo informa Justin che l’ustione avrà inizio dall’interno cosce.
Al mio stop, Ingry leva dal fuoco la lama che ha assunto un colore arancio intenso e la spinge immediatamente e con decisione sull’interno della gamba sinistra di Justin ben sopra il ginocchio e a pochi cm dalla fica. Questa lancia urla strazianti ma dopo una decina di secondi ha la forza di gridare ‘Sì, cazzo, finalmente si fa sul serio, puttana troia, deturpami, cristo santo!’.
Dopo il tempo previsto Ingrid toglie il ferro e mi accorgo dell’impressionante risultato: un’ustione di 7/8 cm x 5, non che sappia bene la storia dei gradi ma direi almeno di terzo grado.
L’aguzzina lancia un ghigno soddisfatto e ripete l’operazione sull’altra gamba.
Tralascio i vari passaggi, limitandomi a elencare le parti oggetto della carneficina: dopo le cosce e i due capezzoli, le palme dei piedi (non so per quanti giorni non sarà in grado di camminare ma poi penso che se l’è cercata e sono solo cazzi suoi). Il gran finale colpisce guancia e nuca della lurida depravata.
Le sorelle ci salutano felici (???) e promettono di raccomandarci ad amiche e amici.
Quanto a noi, ci abbracciamo contente dei 5 mila euro e festeggiamo con una scopata fantastica. Ma abbiamo già un appuntamento tra due giorni; un po’ particolare. Nostri clienti saranno un maschietto sub e una ragazza dom. Studieremo come organizzare la cosa.
La nostra seconda session è stata ‘ per motivi ‘tecnici’ ‘ spostata di una settimana.
Su precisa richiesta della cliente (Jenny) Ingrid ed io dobbiamo prepararci al trattamento che l’amichetto masochista della ragazza pare prediligere.
In pratica, dobbiamo ridurre i nostri piedi a un livello di tanfo e sporcizia esagerati; la cosa non ci crea alcun problema e per sette giorni indossiamo anfibi di pelle senza calze, oltre ‘ altra richiesta ‘ a non lavarci e non cambiare gli slip che, al contrario, si coprono progressivamente di piscio e macchie marroni giacché non c’è consentito utilizzare non solo acqua e sapone ma nemmeno carta igienica.
Decidiamo di rendere particolarmente gradito il nostro servizio con lunghe camminate, a volte scalze, e altri piccoli accorgimenti per trasformare i nostri piedi in autentiche bombe chimiche. C’è però un’altra richiesta di Jenny un poco più complicata.
Come mi racconta la mia bimba, si tratta dell’ennesima ragazzina viziata e viziosa cui aggiunge una lunga ostilità nei suoi confronti, causati, come non tralascia di rilevare Ingry, da una forte gelosia trasformatasi negli anni in un rancore a lungo represso.
Jenny pretende di seviziare la mia compagna senza alcun limite e per tutto il tempo che vorrà.
L’offerta sale contemporaneamente alla bellezza di dieci mila euro, il doppio del previsto.
Ingry, al solito spavalda, mi tranquillizza: ‘Non ho certo paura di quella stupida troietta e, come sai, ho un certo passato da sub e sarà un’occasione per dimostrarti la mia resistenza. Tutto il dolore che la puttana mi provocherà dovrai leggerlo come un atto di amore per te, tesoro, e ti giuro che lo faccio con enorme piacere’.
Annuisco, ricordandole che pure io ho un lato maso e che certo non permetterò sia solo lei a subire le angherie della stronzetta, ‘Amore, voglio tu mi prometta che quando sarai al limite mi farai un cenno e prenderò il tuo posto e anch’io lo farò col tuo stesso amore’.
La notte prima dell’appuntamento ci concediamo un’abbondante dose di sesso sfrenato, stando ben attente a non levarci gli stivali e a riempire le mutandine con i nostri umori.
Alle 15 suona il citofono e posso così conoscere la famosa Jenny: gran bella fighetta, detto tra noi, rossa di capelli, occhi verdi non meno di 180 cm su un corpo esilissimo (porterà una 38), seno micro e piedi da cestista, un 42!
Indossa una mini di jeans e una minuscola cannotierina fucsia, ai piedi scarpe Prada con tacco da 12. Tiene al guinzaglio il suo cane, che chiama con disprezzo Fido e si presenta come un bel Groenlandia, alto, muscoloso e pelosissimo. Diciamo che me li scoperei entrambi’
La caratteristica più evidente di Fido, oltre all’estrema quantità di pelo è una magrezza impressionante molto vicina all’anoressia. Diciamo non più di 50 kg su 1 metro e novanta di altezza.
La rossa lancia un’occhiata grondante odio a Ingrid, mi bacia in bocca ed estrae da una borsa una quantità assurda di banconote che getta sul pavimento.
‘Puttanella del cazzo, purtroppo ho solo pezzi da dieci, mille pezzi da dieci e voglio che li raccatti uno per uno con la tua sporca bocca da vacca. Subito chiaro, serva?’.
Quindi rivolta a me: ‘Come avrai notato l’animale è un po’ deperito, cosa abbastanza ovvia giacché da un mese lo nutro con un pugno di crocchette per cani e una buona dose della mia succulenta cacchina’ e scoppia in una crassa risata. ‘Ma lui lo sa che lo faccio per il suo bene, è lurida merda, mica voglio un cane in sovrappeso, ahahah’ e gli scatarra in bocca.
Nel frattempo la mia splendida ragazza si esercita nell’estenuante impresa di raccogliere con la bocca mille banconote!
‘Lasciamo che la cagna raccatti il suo onorario ‘ ah era ora Ingrid che capissi di essere solo una zoccola ‘ ti descrivo, cara Francy, il programmino che ho stabilito. Ti confesso che non riesco a spiegarmi come una gran gnocca come te abbia potuto mischiarsi a quella schifezza ma non sono cazzi miei. Comunque mi piaci, e manco poco, quindi il tuo ruolo sarà solo quello di giocare col mio bastardo e farti una bella scopata con me: le torture, e saranno pesanti ‘ fidati rotta in culo ‘ riguardano solo la nazistella’.
‘Dunque ‘prosegue ‘ inizieremo col far assaporare a Fido il puzzo dei vostri piedi, che mi auguro disgustoso, seguito da una pulizia con la lingua dei vostri corpi, spero altrettanto lerci, e da un passaggio in lavatrice, la fogna della bestia, delle vostre ‘candide’ mutandine. Il tutto condito da insulti, i peggiori, sputi, botte e quant’altro ci passi per la testa, tanto Fido non schiatta, tranquilla. Dopo questo trattamento per soddisfare le voglie del porco lo piazziamo da qualche parte e tu ed io ci divertiamo, mentre la povera Ingrid sarà costretta a leccarci i piedi. Non è cattiveria, credimi Francy, solo un debito che la bastardella deve saldare da anni’.
Ovvio che l’umiliazione non è che l’antipasto di una ricca cena, ma non voglio privarti della sorpresa, ehehe’.
Le replico con fermezza: ‘Stammi bene a sentire, mia cara Jenny: tu hai pagato e tanto, quindi devi essere soddisfatta, ma se vedrò che oltrepassi i limiti con la mia fidanzata la lascerai stare e potrai tranquillamente sfogare su di me il resto del tuo sadismo e su questo non accetto discussioni; altrimenti riprendi i tuoi soldi di merda, il tuo cazzo di cane e arrivederci. Spero di essere stata altrettanto chiara’.
Jenny è evidentemente spiazzata dalle mie parole, ma quella pazza di Ingry vuole dire la sua. ‘Non ci sarà bisogno, amore mio, stai certa che si stancherà prima lei di seviziarmi che io di subire. Anzi è una sfida tra me e questa figlia di papà del cazzo e sai quanto odio perdere’.
‘Perfetto ‘ si precipita ad aggiungere la rossa ‘ tutto risolto, allora. Staremo a vedere chi si stancherà prima, anzi, come gesto di amicizia per la povera Francesca, m’impegno a cessare ogni tortura quando mi pregherai, in ginocchio e con la massima umiltà di farlo, ovviamente scusandoti dei tuoi comportamenti cafoni nei miei riguardi. In lacrime, se possibile’.
Ingrid la guarda con aria di sfida e ‘Non capiterà mai, MAI manco dovessi darmene centomila”. La prima scena della session è realmente spassosa.
Jenny ci ordina di levare gli anfibi, piccolo particolare negli ultimi tre giorni avevamo deciso di indossare dei bei calzini di spugna che s’impregnassero bene con sudore e sporcizia varia, avvicina il naso e immediatamente si allontana disgustata: ‘Cristo, ragazze, devo ammettere che non avevo mai sentito in vita un tanfo così rancido e intenso, un’autentica bomba chimica; purtroppo Fido soffre di eiaculazione precoce e sono certa che dopo trenta secondi schizzerà la sua lurida sborra, ma nessun problema: Jenny ha già pronta la soluzione’. Prende un cock-ring di gomma nera ricoperto all’interno di puntine acuminate e vi infila il pene ancora flaccido del bastardo. ‘Vedi, Francy, il puzzo emanato dagli anfibi provocherà un’immediata erezione a questa essenza sub-umana, ma il suo appendicolo sarà costretto dall’anello totalmente privo di elasticità e le puntine penetreranno nel cazzo provocando un dolore micidiale; ma il bello, oltre al blocco della circolazione sanguigna, sta nel fatto che lo sperma sarà costretto a rientrare nell’uretra e ti garantisco che il male conseguente è inimmaginabile per degli esseri umani ma sacrosanto per questo abbietto scarafaggio depravato, un dolore che si diffonderà per tutto il basso ventre con bruciore lancinante che gli resterà per giorni e, mi pare, qualche danno per la sua salute della quale ovviamente non me ne potrebbe fottere di meno’.
La scena è davvero impressionante: il cane avvicina le narici e inizia a inspirarare il micidiale puzzo; vedo il suo cazzo farsi sempre più nerastro e venoso al crescere della lurida eccitazione. Pure il volto si fa paonazzo fino al culmine dell’orgasmo reso impossibile dal laccio. Si percepisce con chiarezza il momento dove lo sperma fa dietro-front e invade la prostata del disgraziato dalle urla folli che emette.
Non provo alcuna compassione, solo disgusto e rabbia che sfogo con una serie di calcioni su testicoli e pene; poi come presa da un raptus impugno l’anello e lo schiaccio con tutta la forza che posso in modo che le puntine entrino nella carne dell’insetto.
L’aspetto più divertente sta nel palese prevalere del folle godimento per il puzzo su ogni sofferenza, tanto che la merda continua, pur tra urla strazianti, ad affondare il naso all’interno dello stivale e Jenny è costretta per strapparglielo ad affondare i tacchi a punta nelle palle ai limiti della sopportazione (mi stava scappando un”umana sopportazione’ ma non stiamo parlando di un umano).
Quindi l’anello è letteralmente strappato facendo emergere una carne sanguinolenta e nauseante che mi provoca un immediato conato di vomito col quale riempio la fogna spalancata del depravato.
‘Brutto figlio della merda ‘ infierisce la rossa sadica ‘ le fitte che stai sentendo ti dureranno per diversi giorni, sei contento Fido che così la memoria di questa scenetta disgustosa resterà impressa nel tuo pseudo cervellino?’.
‘Grazie Padrona Jenny e Padrona Francy, so che questo essere mostruoso non meriterebbe tale premio’.
Ingrid, molto divertita dallo spettacolo, propone di usare i nostri calzini impregnate di sudore e sporcizia, idea raccolta al volo da Jenny che ne fa un grosso pacco che ficca a forza in bocca al maiale non prima di averle intinte in una bacinella che aveva riempito di piscio.
‘Spero ti soffochino schifoso e comunque non te le tolgo prima di dieci minuti buoni’.
Il cane è in evidenti difficoltà respiratorie e Ingrid pensa bene di aiutarlo tappandogli le narici’
Dopo tre o quattro minuti Jenny si accorge che il verme sta davvero soffocando e gli leva di bocca le calze, spiegandoci che non vuole schiatti prima di averci fatto divertire appieno.
Poi ci ordina di sbattere la bestia legata nella vasca, non prima di averla riempita con piscio, merda, scatarrate e una gittata di sbocco della mia amata.
‘Bene, schifoso insetto, ora immerso nella tua sostanza naturale potrai goderti la mia gustosissima vendetta su questa stupida troietta bionda’.
Prende Ingrid per i capelli e comincia a rasarle il cranio con un rasoio elettrico, ‘eccoti, nazistella, così sei una vera skin del cazzo, calva e ora passiamo alla depilazione del resto; non in modo così innocuo, tranquilla, ahah’.
Applica strisce depilatorie sotto le ascelle di Ingry, sulla fichetta e sul buco posteriore; quindi le strappa con violenza e senza pause. La mia ragazzina riesce a resistere senza un’ah’ e sfida sfacciatamente Jenny: ‘Sì, grazie cogliona, era un po’ che dovevo depilarmi; certo non penserai che abbia sofferto per una roba così ridicola, vero?’.
Gli occhi dell’aguzzina s’iniettano di sangue e inizia a colpire ogni pezzo del povero corpicino della mia bimba con calci, pugni e schiaffoni, poi affonda le unghie molto lunghe nei capezzoli di Ingry e la minaccia di strapparli.
Non ci va molto lontana, in effetti, prima di dedicarsi alla schiena che ricopre a unghiate di strisce violacee.
‘Puttana, giuro che non smetto finché non sarai una fontana di lacrime e ti getterai ai miei piedi supplicandomi di non finirti!’.
Fa arroventare la punta di un cacciavite sul fornello e tempesta la biondina di marchi indelebili sui quali aggiunge qualche manciata di sale e una bottiglia di aceto.
La mia povera bambina stavolta non può trattenere grida di dolore, al punto che, commossa, decido di intervenire: ‘Ok, Jenny, direi che può bastare, guarda come l’hai ridotta, cazzo. Prendo io il suo posto, ora. Fammi pure il cristo che vuoi’.
Ingrid si affretta a dirsi in grado di sopportare ben altro, ma la rossa, lanciandomi uno sguardo gelido, mi fa: ‘Allora sei proprio innamorata, stupida, e pensare che volevo solo scoparti. Ma questo gesto di sacrificio per la tua amata mi commuove, quindi farò come mi hai chiesto. Sempre che me lo chieda supplicandomi e in ginocchio, chiaro’.
Non ci penso un attimo, mi getto ai suoi piedi e obbedisco: ‘Ti supplico, Jenny, fammi soffrire come un’animale e senza alcuna pietà, ti giuro che accetterò ogni tua volontà ma risparmia il mio tesoro’.
‘In fondo sono troppo buona, lo so, ma so anche che far soffrire te provocherà dolore anche alla stronza, quindi ti accontento. Ah, tu vacca, dovrai collaborare: riempi una pentola di cera e falla bollire, merda inutile’.
Faccio un vigoroso cenno di assenso a Ingrid che, a malincuore, esegue.
Jenny sceglie un enorme pentolone che la mia amica riempie di cera. Quando questa è completamente fusa, Jenny mi ordina di sdraiarmi e me la lancia tutta in un colpo ustionandomi ventre, seno, gambe e fica. Poi, non contenta, mi spalanca il culo con uno speculum e mi riempie le viscere con un olio al peperoncino veramente urticante. ‘E ora, bella mia, il gran finale!’. Scalda sulla fiamma una padella da grill fino a renderla incandescente e mi sfida a dare prova del mio amore per Ingrid resistendo almeno due minuti con i piedi nudi sull’acciaio incandescente. Mi faccio forza e salgo senza tentennamenti: il dolore è allucinante, saranno almeno duecento gradi!
Devo davvero far ricorso a tutta la mia passione per il mio amore per resistere, ma ce la faccio e, trascorsi i due minuti, Jenny mi calcia a forza facendomi schiantare a terra. Le palme sono totalmente prive di epidermide e immagino non potrò camminare a lungo.
Ingrid, in lacrime, mi avvolge i piedi con impacchi calmanti e Jenny si dichiara finalmente soddisfatta. Recupera la bestia, la mette al guinzaglio e lo informa che dovrà raggiungere casa nudo e coperto di lerciume in ginocchio.
Appena solo Ingry mi abbraccia dicendomi che non credeva la amassi a tal punto e promettendomi eterna fedeltà.

Leave a Reply