Skip to main content
Racconti CuckoldRacconti di DominazioneVoyeur

IO. FOTOGRAFO A LUCI ROSSE. SIMONETTA E LA MIA COLLEZIONE A LUCI ROSSE – CAPITOLO 10

By 4 Dicembre 2019Dicembre 16th, 2019No Comments

Avrei ancora da mostrarti Roberta, la tua amica del cuore…” “Ed Enrico… E’ il nostro personal trainer comune… – precisò Simonetta abbandonando ancora una volta per qualche istante il mio uccello – Non pensavo proprio di ritrovarli qui insieme nella tua collezione fotografica privata! Se il marito di lei lo sapesse…”

Ed infatti non lo sapeva e non lo sa tuttora! – aggiunsi io ridacchiando – Lei aveva ceduto al suo bell’allenatore privato… E cosa le ha combinato! Lui le aveva indubbiamente modellato lo splendido corpo e come ringraziamento aveva ottenuto la disponibilità di lei di posare per un bel servizio fotografico… Enrico voleva infatti dimostrare ad altre ipotetiche clienti i risultati che lui aveva ottenuto sul corpo di un’altra donna. Di Roberta in particolare! E per poter meglio gustarsi lui stesso i risultati ottenuti… Magari in privato…

Effettivamente Enrico quei risultati sul corpicino di Robero li aveva ottenuti! – esclamò allora Simonetta – Io ho visto la mia amica un paio di volte nello spogliatoio alla fine delle tremende sedute di allenamento alle quali il personal trainer la costringeva a sottoporsi. Sotto la doccia che avevamo spesso fatto insieme e soprattutto dopo quando si ricopriva di profumatissime cremine…. Aveva un corpo effettivamente perfetto e se ne vantava pure parecchio… Era diventata una fantastica ipotetica indossatrice o se preferisci una vera e proprio fotomodella! Si lamentava però che l’unico uomo che continuava a rimanere indifferente al suo splendido corpicino nudo era rimasto proprio lui, suo marito…”

Proprio per questo Enrico non ebbe difficoltà a persuadere la bella Roberta ad accettare quella proposta piuttosto originale ed indubbiamente scabrosa per una donna sposata. E che si sarebbe dimostrata pure piuttosto audace. Ma la richiesta era del suo insegnante privato!” “Quindi anche di posare anche magari un po’ nuda, presumo… Doveva farlo, per esibire il suo corpo… – volle precisare Simonetta – E conoscendo lui e te… E la mia amica non è una ragazzina…”

Io sorrisi. “Lui le spiegò subito che tipo di fotografo io fossi…” “Fotografo di belle modelle come poteva diventare anche lei. E, perché no, forse anche nude…” “Esatto, tesoro, le disse proprio così! Lei però si mostrò inizialmente un po’ dubbiosa e molto perplessa. Era incerta perché non aveva mai fatto certe cose! Solo qualche innocente foto in passato… Sì, il marito molto tempo prima le aveva fatto qualche scatto. In vacanza, al mare e in bikini… Ma mai nuda! Anche perché lei non glielo avrebbe mai permesso!”

Le cose sono evidentemente cambiate, poi nel loro matrimonio… – aggiunse Simonetta – E mi sembra pure che a lei non dispiaceva proprio il suo bel personal trainer. Roberta me lo aveva anche candidamente confessato più di una volta!” “Appunto! Ed anche lui se ne era accorto e per questo, da buon vanesio quale era, aveva pensato di poterle fare quella proposta! Senza dubbio indecente e difficile da accettare per una donna sposata quale era lei!”

Lei per questo a lungo rimase dubbiosa e non rispose alle lusinghe del suo giovane insegnante. Il quale pazientemente non si rassegnò assolutamente ed lentamente ma inesorabilmente la tampinò ed insistette. La incoraggiò facendole osservare che lui, grazie all’abbigliamento che lei volutamente esibiva spesso in palestra, l’aveva già vista praticamente nuda!” “E’ vero! – mi interruppe Simonetta – Te lo confermo! Quegli shorts cortissimi e la dimenticanza del reggiseno sotto quelle magliette attillatissimi che lei spesso usava la rendevano indubbiamente al limite della decenza Oltre che molto audaci per non dire estremamente sexy! Lei lo sapeva e sospetto che a lei pure piacesse un po’ essere ammirata. Anche se talvolta mostrava imbarazzo e qualche segno di insofferenza.

E proprio per questo a lui piaceva infatti tantissimo farle assumere talvolta alcune posizioni durante certi particolari esercizi che puntavano all’arrotondamento e consolidamento di cosce e glutei. Per non dire delle faticose ripetute degli esercizi che la obbligava a fare per potenziare l’interno delle cosce.

Da seduta maliziosamente la costringeva, infatti, spingendo lentamente verso l’esterno i maniglioni dell’infernale attrezzo che le bloccava strette le lunghe ed affusolate gambe, a spalancarsi tutta! Davanti… Alla fine, dopo aver divaricato più possibile, doveva obbligatoriamente rimanere lì a gambe larghe, ed immobile inspirando ed espirando. Ovvio che involontariamente offriva molto così delle sue intimità e sicuramente qualche maschiaccio avrà dopo scommesso nello spogliatoio degli uomini sul disegno del pelo di lei e sulle dimensioni delle sue grandi labbra. Il sottilissimo tessuto del suoi shorts attillatissimi e, sotto, le dimensioni ridottissime delle sue leggerissime mutandine permettevano quel tipo di fantasie a dei maschietti già ben arrappati dalle movenze e dalle posizioni assunte durante l’esercizio dalla giovane donna! 

Lei allora, sentendosi così addosso gli sguardi di tutti i maschietti della palestra spesso sbuffava e brontolava. Mandava occhiatacce ad Enrico che la costringeva a quelle pose oscene, ma si limitava ad un semplice ‘Ma dài, Enrico… Devo farlo proprio ora questo esercizio? Non vedi? Non mi piace turbare tutti i ragazzini della palestra! Guardali…’ Molti maschietti infatti interrompevano le loro fatiche per godersi e commentare tra loro quegli spettacolini che lei offriva gratuitamente a tutti! Ma, ne sono sicura, a lei non dispiaceva troppo farlo… Suo marito, forse, non li avrebbe apprezzati!”

Appunto! – aggiunsi allora io – Roberta era un po’ esibizionista ed Enrico se ne era pure accorto! E per questo insistette in quella richiesta! Ed alla fine non si era sbagliato e lei presto cedett!”

La settimana dopo Roberta, con fare da gattina e lontana da occhi ed orecchi indiscreti, lo informò che il marito la settimana dopo sarebbe dovuto andare all’estero per lavoro. E lei era proprio sola… Se lui avesse ancora bisogno di lei per quel servizio fotografico pubblicitario… Beh, lui l’aveva convinta… Ma solo per qualche foto…”

Proposta a luci rosse accettata, quindi! – sghignazzò Simonetta – La signora aveva ceduto ed aveva deciso di diventare una modella… Una modella un po’ particolare… Per Enrico e per chi avrebbe potuto beneficiare del cedimento della bella signora! Sposatissima…”

Il giorno dopo Enrico venne da me… – confermai io a Simonetta – Lui mi descrisse la futura modella ed ansiosamente mi svelò pure tutto quello che lui avrebbe voluto farle fare. Lui mi confessò che l’aveva convinta però a fare solo delle foto… Sì, le aveva fatto intendere che forse sarebbero anche po’ particolari! Ma, anche lui parecchio esibizionista, avrebbe volentieri partecipato al servizio fotografico. Per aiutare la donna… Lui sapeva di piacere molto a Roberta… Ed era sicuro che, sebbene lei fosse sposata, sarebbe stato possibile coinvolgerla in qualcosa anche di più particolare! Se avesse partecipato anche lui, magari… Sì insomma, se avesse partecipato anche lui in qualche situazione più audace magari più intrigante anche per lei. Sapeva bene che la giovane donna era infatuata del suo personal trainer e così sarebbe stato più facile coinvolgerla… E tutto sarebbe stato più facile!”

Il maialino voleva anche fare sesso con la mia amica, vero? – mi interrogò allora Simonetta – E davanti alla tua fotocamera…” “Esatto! – confermai a Simonetta – E non solo….” “Chiese dell’altro il ragazzaccio? – insistette la mia futura modella – Posso immaginare cosa… “Mi chiese infatti pure se possibile di filmare tutto. Magari in maniera discreta…” “Ah! Anche quello voleva, lui! – esclamò allora Simonetta – E tu cosa rispondesti?”

Che io queste cose non le facevo di solito all’insaputa della modella! Che le telecamere si potevano occultare! Lei non le avrebbe viste e non si sarebbe accorta di essere pure ripresa. Ma…” “Ma… – insistette curiosa Simonetta – Cosa pretendesti in cambio?” “Che lei fosse totalmente consenziente a farsi riprendere in tutte le pose che il fotografo avrebbe gradito. E poi una copia del filmino. Comprensivo in particolare del gran finale. In primo piano, naturalmente.”

Volevi mettere anche Roberta nella tua raccolta privata, immagino…” “Sì Simonetta. Proprio in quella, se la modella fosse stata all’altezza e consenziente! E sapevo benissimo che era sposata!” “Insomma! Doveva essere bella e brava, vero? – insistette allora Simonetta – Bella lo era, indubbiamente… L’avresti subito apprezzata moltissimo…”

Enrico volle garantirmi ancora una volta sulla bellezza di Roberta. Anche se lei avessee ben saputo perché era venuta lì, lui non sapeva però quali sarebbero state le reazioni di Roberta davanti ad una fotocamera. Sarebbe stata per lei la prima volta! Mezza nuda o addirittura completamente nuda davanti a due uomini. E non immaginava quali sarebbero state le sue reazioni nel prestarsi poi a fare certe altre cosine. E tutto naturalmente all’insaputa del marito che non aveva mai tradito prima!

Enrico mi confessò di nuovo che confidava molto sul fatto di sapere di piacere tantissimo alla bella Roberta. Ma soprattutto che le sarebbe piaciuto ancor più il suo cazzo. Lei non lo aveva mai visto! Lui mi invitò quindi a collaborare in quei momenti nell’opera di persuasione della nuova modella. Di tranquillizzarla e di metterla a suo agio. Solo così sarebbe stato possibile ottenere proprio tutto quello che lui desiderava follemente. Lui percepì che pure io, da fotografo, volevo quegli scatti più particolari!”

Lo rassicurai e fissai l’appuntamento per il lunedì della settimana seguente. Il marito sarebbe già partito, ignaro di quello che la mogliettina gli stava combinando…”

I due si rividero in palestra alcuni giorni dopo. Lui raccontò tutto a lei. La giovane donna ascoltò in silenzio ed a capo chino. Però acconsentì subito anche se ancora una volta si mostrò un po’ titubante e non nascose ancora una volta un po’ di incertezza unita ad una comprensibile preoccupazione. E glielo disse senza esitazioni. ‘Mi voglio fidare di te… – aggiunse infatti la bella Roberta – Lo sai che sono sposata e certe cose non le ho mai fatte. E non dovrei farle… Anche se mi incuriosiscono. Soprattutto se fatte con te! Ma non sono una puttanella come certe ragazzine che praticano la tua palestra. Ti mangiano con gli occhi e sarebbero tutte disponibili a far quello che desideri per vederti una volta nudo e magari assaggiarti! Ma sì, uffa, lo sai bene che non mi sei indifferente e che mi piaci un sacco… Ma tu non approfittarne troppo! Non sono più una ragazzina… E mi raccomando… Comportatevi bene voi due! Tu e il tuo amico fotografo! E’ tuo complice, vero?’

Attesi con impazienza lunedì sera. Puntualissima la coppia si presentò alla porta del mio studio. ‘Ho portato a cena la signora! – esordì divertito lui evidentemente già sù di giri – Nel miglior ristorante della città! Casa mia… Sai, Fabio, la signora è sposata e non può farsi vedere accompagnata dal più bel ragazzo della città in ristoranti del centro.’

A quelle parole lei arrossì un po’. ‘Mmm… E mi ha fatto bere anche un pochino troppo… – aggiunse subito la giovane donna – Ma io non bevo…. E soprattutto io non sono una ragazzina che si fa ubriacare… Se non lo vuole…’

Lui allora le accarezzò i capelli e le sfilò il giacchino con il bavero volutamente rialzato. Rosa come tutto il resto. La osservai con attenzione. Roberta era molto elegante e bellissima. Enrico non aveva detto bugie sulla sua allieva”.

Te l’ho detto anch’io! – si inserì Simonetta – Roberta è una bellissima giovane donna!” “Bella ed elegantissima! – aggiunsi io – Propose un abbigliamento molto distinto e ricercato ma nello stesso tempo si mostrò molto disinvolta!”

La donna sapeva di essere bella ed ammirata. Sorrise quando le feci il primo complimento della serata. “Ehi! Enrico non mi ha proprio mentito! – le dissi sfoderando il sorriso delle grandi occasioni – Mi ha detto che sei la più bella frequentatrice della sua palestra… Quella che gli ha dato maggiori soddisfazioni… E che avrebbe potuto essere la mia modella ideale per il suo book fotografico pubblicitario…” 

Lei arrossi un po’ ma si raccolse per un attimo con civetteria i lunghissimi capelli neri dietro la nuca. Volle così per un attimo mostrare i suoi fini lineamenti e tutto il suo bellissimo volto. Capelli nerissimi, carnagione chiarissima ed occhi azzurri pure chiarissimi che ben si intonavano con i capelli neri e corvini. Nasino piccolino un po’ all’insù e boccuccia non troppo piccola arricchita da labbra carnose ed impreziosite dal rossetto rosa sul quale le era piaciuto abbondare. Come era rosa tutto il resto. La camicetta a tre soli bottoncini, la gonnellina a tubino piuttosto corta e le scarpette a tacco spillo da dodici. Notai le calze di pizzo e pure di un leggerissimo e tenue color rosa, quasi bianco. Feci con me stesso una scommessa già vinta in partenza. Intimo rosa con pizzo come le calze che sarebbero state naturalmente autoreggenti. Mi eccitai all’idea che avrei potuto presto scoprirlo!

Effettivamente la mia amica è sempre molto elegante! – aggiunse subito Simonetta – Ed è pure molto raffinata e ricercata anche nei particolari… Sì, anche in quelli più intimi…”

Effettivamente Roberta era favolosa! – confermai io – Anche così, vestita! Non persi tempo e chiedendo un permesso scontato scattai subito una serie di foto. ‘Ehi, come corri! – mi rimproverò bonariamente lei evidentemente soddisfatta del mio sincero apprezzamento per la nuova modella che si stava presentando – Come sei impaziente! Non mi hai neppure chiesto il permesso…’

‘La tua presenza qui è già un permesso! – replicai prontamente – Sai bene quale sarà il tuo impegnativo compito…’

Io le sorrisi e mi soffermai in alcuno bellissimi primi piani. Lei arrossì di nuovo. Prima socchiuse gli occhi, poi spalancò gli occhioni azzurri e quindi mi regalò un bellissimo sorriso. Le piaceva essere fotografata! Così…

Anche Enrico decise di partecipare ai complimenti. ‘Come sei bella, Roberta! – si aggiunse lui a voce alta. Anche così!’ Lei lo guardò di traverso intuendo l’allusione di lui a come lei potrebbe molto presto apparire. ‘Così come, scusa? Ma Enrico! – gli rispose mandandogli la prima occhiataccia – Cosa dici? E lo scopri adesso che sono carina? Mi hai vista già tante volte così… Vestita, intendo…’

Mi avvicinai a lei. Le strinsi piano il mento tra l’indice e il pollice della mia mano destra, in un primo gesto di confidenza e di possesso. Lei sollevò il volto.

‘Sei veramente splendida, Roberta! – le ripetetti – E faremo proprio delle grandi cose, insieme…’.

Subito dopo le porsi un bicchiere pieno di un dolcissimo liquorino. ‘Serve per scaldarti il cuoricino! – le dissi cercando di tranquillizzarla e di metterla subito di più a suo agio – E’ buono e dolcissimo. Tutte le mie modelle lo hanno apprezzano sempre tantissimo!’

Lei non disdegnò il bicchierino e pure accettò la funzione che si riprometteva di avere. ‘Grazie! – sussurrò lei abbozzando ad un sorriso – Ne ho bisogno, perché vi confesso che sono un po’ agitata… E’ normale vero? Non mi sono mai trovata in una situazione del genere. Sono un po’ nervosa e non mi sento ancora molto a mio agio.’

Io le regalai un sorriso di comprensione. ‘Dai, Roberta! – esclamò invece allora il suo bel personal-trainer – Lo sai bene perché sei qui… E sei tra amici…’ ‘Sì, sì… Lo so, Enrico, lo so benissimo… – rispose annuendo con il capo – Ho accettato di offrirmi per delle riprese. Anche non molto vestita, mi hai fatto capire… Per fare un bel book fotografico da esibire alle tue future clienti. Esibirmi per dimostrare il tuo successo su un bel corpo femminile come il mio… Ma non è facile sai, accontentarti… Ma l’ho fatto perché mi fido di te e del fotografo… E ti ricordo che forse potrei chiedere anche di essere protetta… Almeno di coprire eventualmente un po’ il volto! Sono sposatissima, lo sai…’

Roberta era evidentemente in affanno ed Enrico non la volle aiutare. ‘Lo fai perché ti piaccio! – la interruppe lui bruscamente – E perché sei bella e ti piace mostrarti. E anche nuda, perché sei un po’ esibizionista…’ ‘Ma Enrico! – gemette allora lei – Ma cosa dici! Non sono mica una puttanella! E’ vero, sei un bel ragazzo ma questo non vuol dire che… Insomma! Sono sposata e non sono una sgualdrina!’

La tua amica, sentendosi forse smascherata così bruscamente, indispettita svuotò il bicchiere ed emise un lungo sospiro. ‘Ma è fortissimo, questo intruglio! – commentò lei – Ma buono!’

Senza esitazioni glielo riempii di nuovo e glielo porsi. ‘Ma tu, ma tu mi vuoi veramente ubriacare! – si lamentò allora lei sorridendo – Non si fanno queste cose ad una signora… Così sola qui e soprattutto indifesa…’

Non risposi ed anzi aprii l’impianto stereo che partì con il diffondere una soffusa musica. Molto dolce e rilassante. Volevo mettere a suo agio la mia modella… E lei infatti reagì subito molto bene! ‘Inizio ad avere un po’ di caldo qui… – si lasciò scappare ingenuamente lei – Mi avete forse effettivamente fatto bere un po’ troppo, voi due…’

Io allora mi avvicinai e molto lentamente le sbottonai due dei tre bottoncini della camicetta rosa. Quelli sopra e così la camicetta praticamente si spalancò. Lei, un po’ sorpresa, non oppose resistenza ed anzi fissandomi fece un profondo respiro. Mostrò così molto del suo reggiseno. Rosa, molto piccolo, ricco di pizzi ma soprattutto molto leggero e quasi completamente trasparente. Lei mi guardò di nuovo un po’ sorpresa ma mi regalò un altro piccolo ma meraviglioso sorriso di imbarazzo. Proprio quello che volevo cogliere per un’altra foto che scattai immediatamente. ‘Sì, tesoro! Proprio così ti voglio! Rilassati e stai tranquilla… – le dissi a bassissima voce – Ti devo preparare… Un po’ alla volta, però… Se collabori, piacerà anche a te, così…'”

Mi avvicinai di nuovo mentre lei sollevò il volto e rivolse lo sguardo prima verso Enrico e poi al cielo. Le sbottonai allora anche il terzo bottoncino della camicetta che le aveva coperto solo il piccolo ombelico e lentamente gliela sfilai. Il piccolo reggiseno rosa che avevo intravisto era veramente minuscolo e completamente trasparente. Lasciava vedere le generose forme del suo seno ed i suoi piccolissimi ma scurissimi capezzolini. Notai subito che erano ben appuntiti, ed erano la prova che la giovane donna era già eccitata e che quella mia mossa non le era dispiaciuta affatto.

Incoraggiato non persi allora ulteriore tempo e senza alcuna esitazione le sganciai il gancetto del reggiseno. Questo cadde immediatamente e volò ai suoi piedi ma lei precipitosamente si coprì con un braccio i seni. ‘Uff… – sbuffò allora lei per la prima volta – Ma cosa fai! Cominci già?’ ‘Sì, tesoro. Ma lentamente perché ti voglio rilassata. Ma ubbidiente…’ ‘Anche rilassata ed ubbidiente mi vuoi… – replicò subito lei con un po’ di fastidio – E scommetto che non devo fare i capricci, vero?’

” ‘Esatto, Roberta. Ed adesso comincia con il raccoglierti i capelli dietro la nuca. E sorridi!’ ‘Mi vuoi praticamente fotografare in topless, per iniziare? Devi sapere che non lo faccio neanche al mare il topless… Mio marito non vuole che io mostri il mio seno ad altri uomini. Il segno del reggiseno del costume ne è il risultato e la prova! Mi dispiace… Ma non penso che questo ti blocchi e che l’eventuale foto diventi meno bella…’

” ‘Non preoccuparti per questo, Roberta. Così sei anzi ancora più sexy! Ma oggi farai qui tante cose che non hai mai fatto prima, tesoro… – la tranquillizzai soffermandomi proprio con degli scatti zoomati sulle striscioline candidissime del suo seno che circondavano le piccole areole brune e che il reggiseno al mare, proteggendola dal sole e da sguardi indiscreti, aveva provocato – L’avere la visione in esclusiva del tuo seno rende la foto eccezionalmente sexy, Roberta! Mi dispiace per tuo marito… Non apprezzerebbe questo scatto, presumo…’

Lei in silenzio fece un profondo respiro ed ubbidiente con studiati e lentissimi movimenti si raccolse ancor meglio i capelli dietro la nuca. Fu così costretta, come volevo, a scoprirsi completamente e mi mostrò le tette che io immortalai. Non erano enormi, anzi piccoline, ma rotonde e gonfie. Erano veramente belle. Enrico le si avvicinò. Lei lo guardò con sospetto ma non protestò quando lui, per la prima volta, le accarezzò con lentezza esasperante i seni. I suoi capezzolini, immediatamente, si inturgidirono e si appuntirono vistosamente. Roberta era stata tradita dal suo corpo e non riuscì a nascondere un certo piacevole imbarazzo. Come le piaceva sentire le mani di lui sopra i suoi capezzolini! ‘Oh, Enrico… – riuscì lei solo a sussurrare con un filo di voce – Cosa fai, adesso… Ti prego, non così…’ Lui non rispose ed anzi in silenzio si chinò appoggiando le sue labbra sui turgidi capezzoli di lei. Li leccò e poi li mordicchiò.

Lei non trattenne dei piccoli sospiri di piacere ed alzò gli occhi al cielo. Ma con gli sguardi che mi lanciò mentre la inondavo di flash mi mostrò tutto il suo imbarazzo per quello che permetteva ad Enrico di fare. Ma pure non riuscì proprio a nascondere il piacere che stava provando mentre Enrico le mordicchiava e succhiava i suoi capezzoli. Roberta era indubbiamente una donna calda, molto calda! E non era riuscita a nascondercelo! ‘Mmm… – si lasciò ancora sfuggire – Come sei bravo, uomo! Come sai accarezzare e baciare bene il seno di una donna…’

La giovane donna aveva iniziato indubbiamente a gradire quello che stava accadendo. E fu per questo che non oppose proprio alcuna resistenza a quello che si impegnò a fare lui. Guardandola fissa negli occhi già trasognanti le aprì la piccola cernieretta che le chiudeva il tubino dietro. Anzi, assecondando con lenti movimenti dei fianchi facilitò la discesa della piccola gonna fino alle caviglie.

Maliziosamente Roberta aveva indubbiamente scelto bene l’intimo adatto per quella occasione e per quello che sospettava avrebbe dovuto fare. Aveva voluto, da consumata spogliarellista che però non era, girarsi durante lo scivolamento del gonnellino.

Mi fu difficile inizialmente capire se quello che vidi fosse un tanghino o un microscopico perizoma. Dietro, infatti, una sottilissima strisciolina di tessuto rosa orlata di pizzi lasciava quasi completamente scoperto il suo perfetto lato B. Svelava inoltre di quanto l’indumento intimo fosse più piccolo dello slippino del bikini che lei era costretta ad usare al mare. I due centimetri di candore che contornavano la mutandina rosa ne erano la prova. Rotondo, altissimo e sicuramente sodo il culetto di Roberta era semplicemente fantastico. Il risultato di mesi di palestra e di particolari esercizi a lei imposti dal personal-triner che ora si godeva lo spettacolo della quasi nudità della sua allieva preferita!

” ‘Piegati in avanti, ora, Roberta! – la invitai io – Come dovessi raccogliere un fiorellino del prato o, se preferisci, tu dovresti iniziare a fare un lavoretto con la bocca ad un uomo nudo in piedi davanti a te! Enrico, ad esempio… E ricordati di allargare un pochino le tue lunghissime gambe!’

Questi ordini impartiti con un tono un po’ eccessivamente severo la indispettirono. ‘Ma Fabio! – si lamentò infatti lei – Che posa mi fai prendere…’ Ma senza aggiungere altro ubbidì. Si raccolse i capelli dietro la nuca con entrambe le mani e si piegò per bene in avanti. Roberta era favolosa così messa davanti alla mia fotocamera. Mi donava la posizione di una bellissima pecorina. ‘Va bene così? – mi chiese lei con evidente ironia – La modella sta superando il primo esame al quale la sottopone il maestro fotografo?’

Dalla sottilissima strisciolina di tessuto rosa che le copriva a stento i suoi due buchini, fuoriusciva appena un po’ una leggerissima e probabilmente sofficissima peluria. Ma nerissima! 

” ‘Vedo che non sei depilata, tesoro… – le chiesi io un po’ sfrontatamente – Hai però un pelo nerissimo, corvino…’ ‘Ma uffa, Fabio! Cosa guardi! Comunque no, non mi depilo perché mio marito non vuole. Ma vado dall’estetista una volta alla settimana… Ci sono stata anche sabato scorso. Ma mi sono messa nelle mani dell’uomo che è un vecchio amico di mio marito. Ed è l’unico maschio al quale il mio gelosissimo marito ha permesso di vedere sua moglie nelle parti intime… Sì, anche nuda… E lui ha sempre molta fantasia nelle sue creazioni da estetista…’

” ‘Brava, Roberta, sei stupenda così in questa posa… – la gratificai allora io – Ma rimani ferma… Così, proprio così… E non agitarti…’

Scattai una bella serie di scatti fotografici di Roberta così sistemata, in quella posa alla pecorina. Da dietro abbondai in bellissimi primi piani del suo culetto. Poi mi piacque riprenderla di lato con le sue mammelle in libertà ed appena appena penzolanti perché piccoline ma evidentemente ben sode. Poi davanti con uno splendido sorriso che mi elargì… Le piacevano evidentemente quel tipo di foto, ma non riusciva ancora a nascondere un certo imbarazzo.

Le riempii di nuovo il bicchiere di quel liquorino che evidentemente le aveva fatto bene. Mi eccitò, mentre era sempre piegata davanti a me ed impegnata con entrambe le mani a raccogliersi i capelli dietro la nuca, farle socchiudere la bocca e versarle personalmente il liquido bianchissimo in bocca.

‘E adesso bevi, Roberta – la invitai con fermezza – Bevilo tutto… Proprio tutto fino all’ultima goccia!’

Lei mi guardò un po’ di traverso. Era giustamente infastidita per quella situazione particolarmente erotica che avevo creato. Facendo finta di nulla le pulii con il mio dito indice le sue labbra che si erano subito un po’ sporcate del liquore cremoso. Poi, naturalmente, le profanai la bocca e la invitai a pulire lei il mio dito… Sentii il suo fiato, caldissimo…

Non riuscì a non commentare e lamentarsi un po’. ‘Birichino il fotografo! – aggiunse lei sospirando quando sentì l’ennesimo clic della fotocamera – Sono forse un po’ ingenua, sai! Ma non sciocca!’

E continuò un po’ infastidita. ‘Ma Fabio… Cosa dici? E cosa mi fai fare? E tu, Enrico, non dici nulla? Mi vuoi vedere mentre faccio anche le porcate?’ Il silenzio di lui le fece intuire la sua risposta. ‘E va bene…. Ma solo un po’! – aggiunse – Solo un po… Questo lo faccio, cosi…’

Socchiuse la bocca e si fece penetrare dal mio dito. Ma il tutto non le dispiaceva troppo. La vidi fare un sorrisetto malizioso e soprattutto percepii la sua lingua giocherellare con il mio ditone. E dopo non mancò il suo sospiro particolarmente profondo e prolungato. Era evidente che Roberta ci sapeva fare con la lingua e che si stava pure un po’ divertendo. Sempre di più. E i capezzolini sempre più appuntiti lo testimoniavano.

E fu allora che a bruciapelo e tutte d’un fiato le feci alcune domande. Faceva parte del mio piano. Per scaldarla e provocarla ancora di più! Se fosse stato necessario e se lei si fosse mostrata disponibile…

” ‘Fai i pompini, Roberta? – le chiesi bruscamente a brucioapelo – Li hai fatti solo a tuo marito? Hai anche assaggiato lo sperma di lui? Solo quello di tuo marito o anche quello di altri uomini? E ti piacerebbe ora provare lo sperma di un altro uomo? Ti ispira Enrico? Ti andrebbe di gustare il suo seme?’

Vidi la bella Roberta trasalire. ‘Sù, Roberta, rispondi a Fabio! – la invitò allora a fare Enrico che cominciava anche lui ad andare sù di giri – Non essere timidosa. Non sei più una bambina. Sono sicuro che certe cose le hai fatte e sai farle bene! Sì, molto bene! E lei hai fatte non solo a tuo marito… Sbaglio?’

La bella Roberta aggrottò la fronte e spalancò ancor più i suoi bellissimi occhi azzurri. ‘Io non sono timidosa ma io sono sicura che voi due siete molto curiosi oltre che indiscreti e soprattutto parecchio sporcaccioni.’ ‘Ma dài, Roberta! – insistette allora Enrico – Non farti pregare, ora… Qui sei tra amici!’ 

Ma è stato un interrogatorio! – sorrise per un attimo Simonetta – Non si chiedono certe cose ad una donna!” “Effettivamente la tua amica fece indubbiamente molta fatica a svelare quelle sue cose così intime. Erano i suoi segreti più inconfessabili!

Fui ancora io allora a provocarla improvvisamente ancor di più. Le feci alzare e girarsi verso la fotocamera. Lei ubbidì senza esitazioni sempre coprendosi pudicamente il seno con un braccio e, con l’altra mano, le mutandine che sapeva molto trasparenti. Troppo trasparenti!

Mi avvicinai fino a sfiorare il suo volto con il mio ed a sentire il suo profumo. Il mio viso sfiorò il suo e la fissai nei suoi bellissimi occhi azzurri spalancati. La vidi però subito dopo abbassare lo sguardo e barcollare un po’. Lei era già praticamente nuda davanti ad un uomo e la mia vicinanza la turbava parecchio. Oltre che eccitarla. Lasciai cadere la fotocamera sul cordino che portavo al collo e mi inginocchiai davanti a lei. Il mio viso era quasi appoggiato al suo ventre piattissimo. Lei si mostrò sorpresa e sospettò che qualcosa stesse per succederle. Ma rimase ancora in silenzio e volutamente non rispondeva alle domande che le avevo fatto.

Allora io infilai le mie mani sotto i filetti laterali del suo perizoma che erano posizionati altissimi sui suoi stretti fianchi. Li allargai e, senza spostare il mio volto, lentamente feci scivolare giù la mutandina.

Lei, visibilmente sorpresa, prima non ebbe reazioni ed anzi ancheggiò lentamente per facilitare la mia operazione molto impegnativa. Per entrambi! Ma poco dopo iniziò ad ansimare. Era sbigottita ma le era piaciuto farsi spogliare così da me. Sentire il mio caldo respiro sul suo basso ventre e sulla parte più intima del suo corpo. Ed io la guardai, l’ammirai e mi godetti, vicinissima, la visione della sua bellissima fica! Ne sentii, forte, il suo odore. Di femmina! Era già bagnata la femminuccia. Roberta era bella pelosa ma curatissima ed il suo sesso, gonfio ed umido, pulsava.

Rimasi estasiato a quella vista. ‘Allora? – insistette il suo personal-trainer vedendola scena e già ben infoiato – Rispondi dài ora alle domande…’

Lei sollevò lo sguardo al cielo e sussurrando a fatica cominciò a parlare. Sottovoce. Mentre io le contemplavo la fica!

Io ero infatti rimasto la sotto. I miei occhi erano pieni della sua fica e le facevo percepire il mio fiato sul suo pelo. ‘Voi due siete due mascalzoni… Non si chiedono certe cose ad una donna… Una donna sposata e che si ritrova qui adesso, così… Comunque, se volete proprio saperlo, talvolta le faccio anch’io quelle cose… Sono sposata e dovete sapere che i mariti sono molto esigenti qualche volta… Come gli amanti… Sì l’ho fatto anche una volta con un altro uomo! Un ragazzino, un mio giovanissimo collega… Mi seguiva, mi tormentava pedinandomi, non mi dava tregua ed era follemente innamorato di me. Almeno così diceva lui. Una giorno l’ho accontentato e sono stata sua nella sua soffittina dopo una cena tra colleghi! Mio marito anche quella volta era via per lavoro ed io ho dormito lì con il ragazzino nel suo letto in una stanza da vero scapolone e dove tutto ispirava sesso. Ed io l’ho fatto! Ma prima l’ho fatto impazzire e lui ha consumato un’intera scatoletta di preservativi! Non smetteva di raggiungere orgasmi e venire! Persi il numero delle sue eiaculazioni! Ed era indubbiamente molto ben dotato. Ce l’aveva enorme e ben più grande di quello di mio marito. E soprattutto, a differenza del mio consorte che quando viene fa poco seme, il mio spasimante ogni volta allora schizzò tantissimo sperma! In maniera esagerata!’

Mentre parlava vidi la sua fica pulsare ed inumidirsi sempre di più. Sentii per la prima volta l’odore dei suoi umori. Roberta era proprio una donna molto calda! Bollente! ‘Alla fine, dopo aver riempito con i ripetuti orgasmi tutti i preservativi, ne rimase senza e con ancora tanta voglia! Si divertì allora a mettermeli uno alla volta tutti ancora gocciolanti di sperma davanti ai miei occhi spalancati. E molto odorosi sul mio nasino. A dimostrazione della sua enorme virilità. Rimasi sbigottita per quel comportamento non proprio da gentiluomo. Era proprio un ragazzaccio ed io un po’ infastidita per quella eccessiva e volgare esibizione di mascolinità. Ma indubbiamente quanto sperma era riuscito a fare il ragazzino! Evidentemente lo avevo eccitato tantissimo, mi aveva desiderata per troppo tempo, era pieno di voglia ed aveva ancora il desiderio di spruzzare ancora il suo liquido seminale. Incuriosita gli chiesi pure da quanto tempo non aveva avuto la possibilità di schizzare il suo sperma e finalmente così di liberarsi completamente. Di liberarsi, insomma! Mi rispose serio che non schizzava il suo seme da oltre un mese. Da quando la sua bella morosa era partita per uno stage negli Stati Uniti.’

Lei si infervorò nel raccontare le peripezie di quel suo giovane collega… ‘E poco dopo lui aggiunse che allora voleva scoparmi e mettermelo tutto dentro. Ce l’aveva ancora ben ritto, lungo e duro… Ed era vero! E voleva schizzarmi nella mia fica tutto lo sperma che aveva ancora dentro di sè… Ed era certo di averne ancora tanto! Ma io lo bloccai e lo informai mestamente che non prendevo la pillola in quel periodo. Aggiunsi preoccupata che ero pure molto fertile e che con tutta quella sua roba che lui faceva mi avrebbe di certo fecondata ed ingravidata! E non era il caso! Mio marito non era uno sciocco e il mio pancione sarebbe stato alquanto sospetto!’

Nel raccontare anche questo particolare lei abbassò il tono della voce e socchiuse gli occhioni. ‘Per qualche secondo il ragazzino brontolò. Poi mutò l’espressione del viso e con voce suadente mi fece la proposta che già mi aspettavo. Mi chiese infatti la mia bellissima bocca… Voleva un rapporto orale. Sì, dovevo succhiarglielo per bene. Voleva insomma venirmi in bocca e in gola! Rimasi perplessa e un po’ preoccupata vista la quantità di sperma che lui aveva prodotto ad ogni orgasmo. Ero abituata ai due schizzetti di mio marito, io! E tanto tempo fa! Non risposi ed a lui ciò bastò. Per lui, non mi ero rifiutata, quindi… La possibilità di schizzarmi in bocca lo fece andare ancora di più sù di giri. Il suo pene, se possibile, si ingigantì di nuovo a dismisura… Per sicurezza tenne la mia testolina stretta tra le sue nerborute mani. Mi imprigionò, non mi diede insomma scampo e mi scopò forsennatamente la bocca. Come nessuno prima aveva fatto. E soprattutto non avevo mai ospitato nella mia bocca un uccello di quelle dimensioni! E che prometteva devastazioni!’

‘Non ti dispiacque troppo, mi pare, il tutto! – la interruppi io – Una donna fa il pompino solo quando vuole farlo!’ ‘Ma uffa! – strillò allora lei – Sono solo una donna alla quale piace in certi casi fare anche quel tipo di sesso! Comunque l’ometto spruzzò subito, ancora una volta e tantissimo. Sì, mi inondò e quanto mi fece bere! Uffa! Mai ingoiato prima di allora tanto sperma! Volle darmi da bere tutto, proprio tutto, il suo seme! Fino all’ultima goccia!’

Proprio una bella porcellina, la mia amica! – commentò Simonetta – Ed era anche sposata, allora!”

Anch’io mi mostrai molto interessato al racconto e con lo sguardo la invitai a continuare nelle risposte. ‘No, non mi piace lo sperma. Neanche quello di mio marito che non bevo più da tanto tempo! Anche se lui protesta sempre e vorrebbe ogni volta farmelo in bocca e… addosso! Ma io scappo un attimo prima ed evito quella doccia schifosa e puzzolente… Enrico? Certo che mi piace! E lui lo sa benissimo di piacermi! Ma lui si fa circondare in palestra da un nugolo di puttanelle. Sono sicura che lui qualcuna l’ha pure assaggiata! Ma io sono una donna sposata! Se però io sono qui, adesso…’

Le ultime risposte date dalla donna eccitarono ulteriormente Enrico che la spinse a continuare. ‘E le altre domande? – insistette allora lui ringalluzzito da quelle parole di apprezzamento per lui da parte della bella donna – Non hai risposto a tutte! Ed io sono curioso di sapere quanto ti piaccio’ ‘Uffa! – si schernì allora lei – Domande di riserva?’

La stavate torturando, voi due! – interruppe Simonetta – Volevate proprio sapere tutto…” “Sì, Simonetta. Volevamo sapere proprio tutto della tua amica! Ridemmo allora entrambi. La risposta era stata praticamente già data! Io mi staccai da lei. La invitai a rimanere lì in piedi in mezzo alla stanza con le lunghissime gambe un po’ divaricate. La esortai a sorridere e mostrarsi disinvolta nell’esibirsi così per la prima volta davanti ad una macchina fotografica. Bella e nuda, proprio come piaceva a noi. E proprio così la invitai poi anche a raccogliersi di nuovo per qualche secondo con entrambe le mani i capelli dietro la nuca. E, soprattutto, a sorridere mentre lo faceva…

Lei accettò ma mi mostrò la lingua. Poi sorrise di nuovo e per la prima volta in piedi e completamente nuda si offrì ad una serie infinita di scatti.

Dopo l’iniziale titubanza la giovane donna si stava mostrando sempre più disinvolta e disponibile. Le piaceva evidentemente mostrarsi nuda. Probabilmente per la prima volta scopriva il suo esibizionismo. ‘Sono brava, così? – mi chiese ad un certo punto con ironia e tanta malizia – Era questo quello che voi due volevate, vero? Così non l’ho mai fatto prima, sapete…’ ‘Sei bellissima, Roberta! – esclamò Enrico sempre più accalorato – E nuda sei semplicemente fantastica!’

” ‘Ti stai rivelando una modella ideale! – le dissi io – E quella passerina dal folto ma curatissimo pelo nero merita ora qualche bel primo piano. Posso, vero?’

Lei non replicò subito. ‘Se proprio devi… – aggiunse poco dopo ormai rassegnata lei e volgendo lo sguardo al cielo – Mi sembra che il fotografo abbia le idee molto chiare su cosa farmi fare…’

La presi allora per mano e la feci accomodare sul divano. Poi la invitai a quasi sdraiarsi sullo schienale dello stesso e senza alcuna vergogna a spalancare le gambe. Stupenda! Era semplicemente favolosa così a gambe larghe e coperta solo da quelle calze autoreggenti rosa pallido con pizzi bianchi eguali a quelli che avevo visto sulla mutandina del perizoma che le avevo appena sfilato. Contemporaneamente io mi avvicinai e mi inginocchiai davanti a lei che ubbidiente si era distesa con le gambe ben divaricate proprio come avevo voluto. La ripresi dal basso e lei aveva molto bene capito come volevo catturarla. E cosa in particolare. Oh sì, la sua fighetta! E naturalmente in primo piano! Partendo da quel suo favoloso cespuglietto di peluzzi nerissimi che la incorniciava. Un triangolino, nerissimo, che era stata la creazione di un esperto estetista. Un pelo favoloso per una fica meravigliosa! Di una modella che non aveva assolutamente voluto esibirsi depilata come una adolescente. Lei era una donna, uffa!

“La sentii gemere ed improvvisamente sbuffare un po’. ‘Ora basta, così? – aggiunse – Ti prego… Sono imbarazzata in questa posizione, uffa!”’ ‘Perfetta, sei perfetta così, con le tue lunghe e bellissime gambe ben spalancate! – le replicai – Proprio così ti volevo, Roberta! Il mio obiettivo vuole scoprire tutto di te! Anche le cose più segrete e nascoste… 

‘Sì, sì, sei semplicemente favolosa, così, Roberta! – aggiunsi io – Non agitarti e rilassati…’ ‘Ma spero che queste foto non entreranno proprio nel book richiesto da quel furbetto di Enrico! – brontolò allora lei, accennando ad una protesta, socchiudendo gli occhi, piegando di lato il capo e spalancando provocatoriamente ancor di più le gambe – Vado bene così, allora? – mi chiese ancora lei con un po’ d’affanno e con tono provocante – Sono molto imbarazzata, sai, anche se non pare proprio! Sei sempre un uomo tu! Mi hai fatto mostrare proprio tutto, così… Sì, mi pare che tu e la tua fotocamera abbiate visto proprio tutto di me, ora… E, uffa, in primo piano! Manca solo il mio bottoncino del piacere… Il mio clitoride, insomma! Ma ce l’ho piuttosto piccolo ed è nascosto… Scusami, ma sono fatta così…’

Le sorrisi e mi scatenai in un’altra serie infinita di primi piani. Dalla passerina con il cespuglietto triangolare di peluzzi nerissimi alle tettine rotonde e sode con i capezzolini piccoli e bruni. Lei era ormai piacevolmente in confusione, accettava tutto e si lasciava fotografare senza alcun pudore e ritrosia. Probabilmente anche i pesanti drink avevano cominciavano a fare effetto. Sorrideva ed era indubbiamente anche un po’ euforica. Per le foto ma evidentemente anche per la sua esibizione. Nuda e davanti al suo bel Enrico!

Fu a quel punto che la presi per mano. ‘Adesso, Roberta… – le dissi – Sì, Roberta, andiamo di là!’ ‘Dove mi portate ora, così? – protestò molto blandamente lei sempre più confusa e remissiva – Non vi è bastato quello che vi ho già permesso di farmi? Non sono stata brava a sufficienza? Vi siete divertiti abbastanza, mi pare! Tutti e due… E lui, Enrico, non mi aveva mai vista nuda… Ma mi sembra che oggi mi abbia vista ed apprezzata parecchio!’

La presi per mano. Lei docilmente mi seguì. ‘Ora andiamo nell’altra stanza, dove mi diletto in un altro tipo di foto… Ti piaceranno, vedrai…’ ‘Altro tipo di foto? – mi chiese lei con un filo di voce – Non me ne hai già fatte abbastanza? Mi hai già fotografata anche nuda! E con quei primi piani, poi… Se lo sapesse mio marito!’

‘Di sicuro di là risponderai con i fatti alle domande che non hai risposto ancora! – le dissi con voce pacata e rassicurante – Siamo molto curiosi entrambi. Enrico come maschio, io come fotografo…’ ‘Ma uffa! Ve lo ripeto! Se lo sapesse mio marito cosa ho fatto qui… E non ho risposto a tutto? – chiese nuovamente lei – Mi avete fatto raccontare anche certe porcate del mio passato che ho fatto e che ho tenute nascoste anche a lui… E mi sembra che vi sia anche piaciuto moltissimo ascoltarmi… Soprattutto certi particolari!Sbaglio?’

‘Non sbagli, tesoro! – Le confermai – Ti sei confessata e ci hai svelato che i pompini ti sono già stati richiesti, li hai fatti e li hai fatti proprio per bene. E non solo a tuo marito. Ma che lui schizza poco. E non ti piace il suo sperma… A differenza del ragazzino…’ ‘Ma daaaaiiii, non ricordarmelo! Mi ha fatto quasi affogare nel suo seme. Quella volta ho quasi vomitato, sai, alla fine…’

‘Hai poi aggiunto che ti piace moltissimo Enrico, il tuo personal-trainer. Anche se sospetti che lui si diverte parecchio anche con le ragazzine della palestra… Probabilmente più giovani di te e più facili…” ‘E’ vero! Si è sicuramente divertito con più di una di quelle troiette! Ma io sono diversa! Sono sposata e sono una donna… E molto impegnativa per un uomo…’

‘Ma oggi sei qui, Roberta… E adesso ti rifarò le domande alle quali non hai volutamente risposto prima. Dopo però che siamo entrati nell’altra stanza…’

La faceste entrare qui, vero? Nella stanza a luci rosse? – si intromise improvvisamente Simonetta – Nella stanza dove sono io ora? E dove ti sto facendo questo eterno pompino?”

Sì tesoro, proprio qui. E lei vi entrò nuda, sculettando e tenendoci entrambi per mano. I due uomini che l’avevano fatta venire qui. Io, il fotografo, ed il suo bel Enrico.”

Appena varcata la soglia della stanza lei si guardò subito attorno con circospezione e con sospetto. Notò subito l’enorme lettone che troneggiava in mezzo e che poteva far presagire molte altre cose… Non vide le telecamere opportunamente occultate ma già in funzione e che a sua insaputa già la riprendevano davanti e dietro. Lei non se ne accorse e fu invece sorpresa dalle tante luci e da quella atmosfera che trasudava sesso.

Le piaceva tutto di quella stanza ma era pure un po’ preoccupata. ‘Ma Enrico! – miagolò infatti subito lei – Tu mi avevi detto che qui mi avresti fatto fare delle foto! Sì, è vero, mi avevi anche avvisata che sarebbero state un po’ scabrose… Insomma, avrei dovuto mostrarmi per bene e forse anche posare nuda! In particolare per il tuo book fotografico personale! L’ho fatto, mi pare… Ti ho accontentato abbastanza, mi pare! Anche se non erano solo semplici foto di nudo! Mi sembra proprio di no… Parecchio spinte e certamente non da book pubblicitario. Ma ho permesso al fotografo di farmele… Mi sono fidata di te confidando che solo tu mi avresti potuto apprezzare. In quella maniera ed in quelle pose! Insomma! Se lo sapesse mio marito cosa ho fatto! Ma adesso, qui, in questa stanza, che altro tipo di foto vorresti farmi fare?’

Sentendo quella serie di lamentele e piagnistei mi intromisi e riformulai le domande fatte prima alle quali non aveva risposto. Senza indugi. ‘Ti piacerebbe ora Roberta provare lo sperma di un altro uomo? Hai confessato che Enrico ti piace da impazzire e che ti ispira. Ti andrebbe di gustare il suo seme?’

Lei diventò tutta rossa in volto e si girò a fissare Enrico. ‘Ma… ma qui, Enrico? Adesso? Ora lo vuoi? E qui. davanti anche ad un altro uomo. E poi certe cose non si chiedono proprio ad una donna… Si fanno… Uffa!’

Enrico a quelle parole pensò che era giunto il gran momento. Si avvicinò a lei. Le girò a forza il volto e lo tirò a sè. Non le diede il tempo di reagire. La baciò con passione in un interminabile bacio. Più durava e più lei si lasciava andare appoggiandosi sul petto di lui, piegandosi, quasi aggrappandosi e soprattutto ansimando. Io subito immortalai quella scena in una foto che ritraeva la bella Roberta nuda, incollata ad un uomo, mentre lo baciava appassionatamente. Sarebbe stata la foto di copertina di un altro book fotografico. E le foto sarebbero state ben diverse da quelle fatte finora!

Evidentemente lei effettivamente sapeva anche baciare bene. Poi quando si staccò sommessamente lei ringraziò l’uomo. ‘Grazie, Enrico! – gli sussurrò – Che bel bacio mi hai regalato! Mi sono sentita la tua donna… Ma così mi hai confusa… Ancor più! Sono in confusione, ora…’

Lui non le rispose, la prese in braccio e la adagiò in mezzo al lettone. Lei non oppose alcuna resistenza. Era già in balia dell’uomo. Lui lentamente le fece allargare le lunghissime gambe e vi si inginocchiò in mezzo.

Io, pur sapendo che anche le telecamere la stavano riprendendo a sua insaputa, scattavo foto senza interrompermi. E catturavo in particolare le espressioni che lei mi regalava in quei momenti. Lui iniziò lentamente a spogliarsi ed ogni capo volava lontano sul pavimento. Come la sua allieva Roberta anche Enrico aveva uno splendido fisico. Anni di palestra lo aveva reso perfetto! Rimase con addosso solo gli slip azzurri. 

Lei assistette estasiata allo spogliarello di lui. ‘Adesso tocca te, Roberta! – le quasi urlò allora lui – E’ il tuo momento!’ ‘Io? Il mio momento… – gemette sospirando lei – Cosa dovrei fare io, tesoro?’ ‘Vuoi vedermi l’uccello? Ce l’ho già duro, sai! Grazie a te!’ ‘Ma Enrico, davanti a lui… Davanti ad un altro uomo…’ ‘Sì davanti al fotografo che immortalerà tutto, proprio tutto! ‘ ‘Ma io… No, non voglio! Ma io mi vergogno così! E mi tratti come una puttanella…’ ‘Lo vuoi? – insistette allora lui – Lo vuoi vedere?’ ‘Sì, sì… Lo voglio. E da tanto tempo che avrei voluto vederlo… Ma mi prometti che non tradirai la mia fiducia? Non mi considererai una sgualdrinella come tutte le altre ragazzine della palestra? E quelle foto che mi saranno fatte le vedrai solo tu, vero? Anche le foto che farò insieme a te? Sono proprio quelle foto quelle che vuoi, vero?’ ‘Anche il fotografo, tesoro! E lui ha esigenze molto particolari… Dài, Roberta, mostrami quanto sei brava oltre che bella! Datti da fare, adesso!’

Lei era lì ed aveva già deciso. ‘Va bene, va bene… – sussurrò lei con un filo di voce – Sì, adesso, come vuoi tu…’ Con le dita delle mani catturò sui fianchi di lui il filetto del suo slip azzurro. Lentamente lo fece scivolare giù. Senza fermarsi fino alle cosce. Il cazzo di lui saltò fuori come una molla e gli esplose davanti ai suoi occhi in tutta a sua bellezza. Lei non potette non sgranare gli occhioni. ‘Ma Enrico! E’ enorme! – riuscì a dire con un filo di voce – E come è bello e… già duro! No, non lo immaginavo così… Sei un vero maschiaccio, tu…’

Ce l’aveva proprio così grande? – mi chiese curiosa Simonetta – E Roberta non era proprio più una ragazzina…”“Effettivamente… – replicai a Simonetta – Lui esibì un uccellone veramente smisurato, praticamente equino! Un po’ ricurvo e pieno di grosse venature violacee. La cappella, già liberata, era come una palla da biliardo, quasi marrone e già lucida.

Enrico, inorgoglito da quella espressione di appezzamento sfuggita alla giovane donna, insistette nelle provocazioni ‘Ti piace vero, Roberta, il mio cazzo?’ ‘Sì, sì, Enrico. E’ molto bello e anche tanto, tanto grande… Mi fa quasi paura, un po’, sai… Non sono abituata ad un uccello così!’

Lui sorrise ancor più soddisfatto. ‘E adesso prendilo in mano e accarezzalo. Per il fotografo e per me. Mi piace vederti mentre mi seghi… E soprattutto come lo fai!’

Era veramente così grande l’uccellone di Enrico? – si inserì curiosissima di nuovo Simonetta che ascoltava con attenzione – Povera amica mia….”

La tua amica aveva nel frattempo ubbidito l’uomo ed aveva preso per la prima volta il cazzone di lui tra le dita. ‘Anche le palle… Accarezzami anche le palle, Roberta! – le ordinò ancora lui – Sono gonfie e piene, vero?’ ‘Sì, sì, le sento… Le hai proprio grandi e strapiene… Devo anche farti la sega, tesoro? La vuoi adesso, vero?” ‘Oh sì, Roberta! Segami adesso! Proprio così…. Brava!’

Io mi avvicinai con la fotocamera e abbondai negli scatti che ritraevano le nervose e lunghe dita di lei percorrere tutta l’asta di lui. Luccicante si notava pure il lucidissimo anello nuziale di Roberta mentre lei gli stava per fare una fantastica sega. Prima scappellò lentamente e completamente il cazzo dell’uomo. Il glnde apparve nudo, violaceo e già un po’ lucido. Quasi con dolcezza, Roberta prima lenta e poi veloce iniziò a fare la sega al suo bellissimo Enrico! I cambi di ritmo facevano impazzire il maschio e lei lo sapeva bene!

Anche a lei piaceva segare quell’uomo. Chissà quante volte fantasticando aveva sognato di fare una sega ad Enrico. E calda com’era si era pure accarezzata e toccata, fino al suo intimo e privato raggiungimento del piacere. Violento ma solitario! E magari nuda accanto al marito che dormiva. Ma ora le davano però tanto fastidio quei continui clic della fotocamera. Sbuffando girò il volto di lato e socchiuse gli occhi indubbiamente imbarazzata ma pure tanto infervorata in quello che stava facendo.

Le piaceva infatti tantissimo fargli quella sega. ‘Ti piace, tesoro, come te la faccio? – riuscì a dirgli sottovoce – Io la faccio così la sega…’ ‘Oh sì, Roberta, sei bravissima e mi fai impazzire con quelle dita…’

L’uccello di Enrico era diventato un vero bastone e lei non riusciva quasi più a tenerlo tra le dita.

Lui si accese ed urlò. ‘Adesso ti scopo! – strepitò lui improvvisamente – Te lo metto dentro. Tutto. Sei un lago!’ ‘Oh no, Enrico. Ce l’hai enorme e non sono abituata ad un uccello di queste dimensioni…’ ‘Non preoccuparti, Roberta, sarò dolce, farò piano e ti penetrerò piano e un po’ alla volta… Vedrai ti piacerà…’ ‘Ti prego, tesoro, non farmi male… E non venirmi dentro. Non posso… Sono anche in pausa pillola… E questo non era proprio previsto…’ ‘Non preoccuparti, Roberta, non ti sborrerò dentro!’

Lui non agiunse altro, si spostò e puntò la cappella infuocata tra le grandi labbra della vagina della donna. Fece una piccola pressione ed entrò dentro di lei. Era bagnata fradicia e praticamente un lago. Lui allora con facilità scivolò dentro l’accogliente sesso della femmina. Roberta emise un lungo lamento di piacere. ‘Ohhhhhh, Enrico… Com’è bello! Sìììì! Ma fai piano, così… Ti prego! Sono tua…’

Io mi ero spostato velocemente e senza che lei si accorgesse avevo trovato la posizione che mi permetteva di catturare gli attimi della penetrazione. Colsi l’attimo dell’ingresso della cappella tra le sue grandi labbra ed i momenti dell’affondamento dell’uccello dentro di lei. Un po’ alla volta, ma glielo aveva spinto tutto dentro! Lei gli aveva proprio spalancato la fica. Tutta. E lei era riuscita ad accoglierlo tutto con misurati e studiati movimenti del basso ventre. Sapeva come muoversi e scopare bene Roberta. L’aveva preso tutto! Era rimasta a bocca aperta e respirava affannosamente. Un continuo gemito di dolore misto a piacere fuoriusciva dalla sua bocca.

Lui rimase a lungo dentro il paradiso che lei gli stava offrendo e la stantuffò con crescente violenza. Poi improvvisamente lui iniziò a sobbalzare. ‘Vengo, sto per venire! – quasi strepitò lui – Mi fai godere, così! Sto per sborrare… Come ti muovi bene e come sai prenderlo, tutto!’ Ma riprese subito a stantuffarla con violenza. Il suo enorme uccello usciva e rientrava velocemente tutto dentro di lei. Quando era tutto dentro di lei si fermava ed immobile ascoltava lei, le sue pulsazioni ed i suoi continui e ripetuti orgasmi.

Roberta non si controllava più ed aveva infatti orgasmi a raffica. Si dimenava, rantolava e poi urlava. ‘Mi fai impazzire, così! – urlò all’ennesimo orgasmo raggiunto improvvisamente e violentemente – Così mi fai anche schizzare. Sì, proprio così! Schizzare i miei umori… Li senti, tesoro? Oh sìììì. Era da tanto tempo che non lo facevo così… Scusami….’

Lui continuò a penetrarla con foga a lungo e gli orgasmi di lei diventati irrefrenabili si susseguirono sempre di più e sempre più incontrollabili. Tantissimi, lunghi e sempre più violenti. Lei perse completamente il controllo di se stessa. Era in estasi. In un ultimo momento di lucidità e perduto anche l’ultimo freno inibitore iniziò ad urlare. ‘Sìììììì….. Sborrooooo. Anch’io sborro. E tanto. Cosìììììììì! Mi piace troppo. Ti prego non riprendermi così… In queste condizioni. Ma anzi sì, fallo pure se vuoi! Mi piace troppo. Ma tu no! Non sborrarmi dentro! Ti prego. Fallo quando come vuoi tu… E dove vuoi tu! Ma non ingravidarmi. Ti prego!’

Lei era completamente partita nel mondo del piacere e dell’orgasmo continuato, irrefrenabile. Enrico ed io ci scambiammo un occhiata. Era giunto il momento! 

Avete approfittato della mia amica! – brontolò Simonetta – L’avete fatta impazzire di piacere, le avete fatto perdere completamente la testa e poi l’avete spinta a fare tutto quello che volevate voi. Porci!”

Enrico estrasse lentamente il suo uccellone ancora gocciolante dalla passerina di Roberta. Per la lunga e violenta penetrazione la sua fica era un lago di umori ed ancora spalancata, gonfia e dolorante. Ma la donna faceva pure trasparire dal suo volto tutta le sua soddisfazione per gli infiniti orgasmi raggiunti. ‘Grazie, amore! – sospirò lei mentre ancora stava godendo e non riusciva a trattenere l’ultimo orgasmo e frenare gli spruzzetti del suo liquido che tanto la imbarazzavano – Hai un uccello meraviglioso che mi ha spaccata tutta e mi ha fatto impazzire! Grazie per non essere venuto dentro di me. Ti sei trattenuto ed immagino bene quanto ti sia costato non farmelo tutto dentro di me il tuo sperma! Pieno come sei del tuo seme…’ E continuava a gemere sussultando e scuotendosi tutta per l’ultimo orgasmo che il cazzo di Enrico le aveva offerto e che stava ancora assaporando. Sì, Roberta era in estasi. Completamente fuori controllo di se stessa e in balia del suo uomo.

Lui capì che era allora proprio giunto il momento tanto atteso. Le disse accarezzandole i capelli quello che voleva. ‘Voglio ora la tua bocca, tesoro…’ Fece scivolare il suo cazzo lentamente lungo tutto il corpo di lei ancora fremente. Si fermò solo quando appoggiò il suo pesante scroto sul mento di lei.

Lei non protestò. ‘Va bene, tesoro. Lo immaginavo e tu te lo meriti… Mi imbarazza però quell’aggeggio infernale che continua a scattare foto…’ ‘Non preoccuparti per la mia presenza! – cercai ancora di tranquillizzarla allora io – Devi solo essere spontanea come sei stata finora! E sei stata splendida! Te lo assicuro. Sei stata una modella meravigliosa…’ 

Ma lei aveva ancora quelle preoccupazioni che già aveva confessato e che la tormentavano. ‘Mi posso fidare anche delle foto che sicuramente mi vorrai ancora fare? Immagino quando… E sono ben diverse da quelle che Enrico mi aveva proposto… Già su quelle mi aveva convinta a fatica… E’ vero! L’idea di posare per un fotografo mi intrigava e preoccupava nello stesso tempo. Ma mi sono agitata parecchio quando mi aveva fatto capire che forse sarei stata fotografata anche non solo nuda! Ma io avevo inteso solo alcune foto artistiche di nudo! Tu me ne hai fatte già tantissime di un altro tipo! E immagino quelle che vorresti farmi ora! Uffa!’ ‘Certo Roberta! – intervenne subito Enrico – Non ti tradirò e so benissimo che sei una donna sposata. E terrorizzata per quelle foto che lui ti ha già fatto e soprattutto per quelle che ancora Fabio ti farà. Soprattutto le ultime… Sono quelle che lui predilige e che ha posto come condizione per il servizio fotografico regalatoci. Ma certi impegni vanno onorati! Ma per l’ottima riuscita degli scatti tu devi essere serena e collaborare come hai fatto finora! Confessa che ti abbiamo un po’ colta di sorpresa ma che ti è anche piaciuto… Mi raccomando, Roberta, devi stare tranquilla… Lui è un serio professionista e tutte le foto le vedremo solo noi! Lui, io e… tu, se lo vorrai!’

Lei non immaginava proprio che era stata anche ripresa da due telecamerine ben nascoste dal momento che era entrata nella stanza. Nuda ed accompagnata per mano da due uomini. E con gli zoom automatici ben programmati e sempre in funzione. E continuavano a funzionare… Lei non avrebbe probabilmente retto ed accettato anche il filmino…

Le stesse telecamere che mi stanno riprendendo da oltre un’ora! – sbottò improvvisamente Simonetta – Sono più brava io allora della mia amica! Sono più disinibita di lei, quindi… Ed io mi sono fidata completamente di te, Fabio… E ti ho permesso le telecamere! Per vedermi meglio e tutta! Ma solo tu, uffa!”

Lo so, tesoro. E spero che tu continui a comportarti così ed a farlo fino alla fine…” “Dopo tutte le foto ed i filmini che mi hai fatto vedere! – brontolò Simonetta arrossendo ancora una volta ed abbassando lo sguardo – So bene cosa mi aspetta! Ma io te l’ho promesso, quasi… Ma adesso, dài, finisci di raccontarmi quello che avete combinato alla fine alla mia amica! Non dovevate però anche riprenderla senza che lei lo sapesse… E forse le sarebbe piaciuto come tutto il resto!”

Non volemmo correre rischi e perdere la sua spontaneità. Magari qualche suo improvviso capriccio provocato da qualche ritrosia od imbarazzo in qualche momento un po’ più scabroso avrebbe rovinato tutto il servizio fotografico e il filmino. Anche se avrebbe reso ancora più eccitante il tutto. E’ molto sexy riprendere una donna imbarazzata ed un po’ in difficoltà a fare certe cose!” “Quello che hai filmato di me è stato allora finora molto sexy… – aggiunse Simonetta serissima – Sai bene quanto sia stata imbarazzata ed in difficoltà. Soprattutto all’inizio…”

Siete stati comunque due mascalzoni e parecchio porcelloni… – concluse Simonetta preparandosi ad assistere al gran finale al quale si stava per sottoporre la sua amica Roberta – E lei si era fidata…”

Ed ha fatto bene! – conclusi io – Solo Enrico, io e lei vedemmo tutte le sue prestazioni. Come solamente tu ed io vedremo le tue…” “Vedremo…. – volle ancora aggiungere Simonetta – Il mio film finora è già stato molto sexy, mi pare. Ed insomma, mi permetterai ancora qualche capriccio, no? Non sono una professionista, sono alle prime armi e, dopotutto, sono anche un po’ timida… Non mi credi vero?”

Sorrisi e finii di raccontare l’avventura della sua amica.

Iniziò il piacevole calvario finale di Roberta. ‘Tocca a te, ora… – disse infatti allora Enrico facendo ballonzolare davanti agli occhioni sgranati di Roberta le sue palle gonfie e pelose – Lo sai bene cosa devi fare….’ ‘Sì, lo so, uomo! – sussurrò lei – Ma certe cose io le faccio piano, piano, un po’ alla volta e come piace a me…’

Iniziò ad accarezzargli i coglioni. Sembrò soppesarli e valutare quanto fossero gonfi e pieni. ‘La lingua, la lingua – mormorò lui – Voglio sentire la tua lingua…’ ‘Sì, sì, adesso te le lecco! – disse lei con un filo di voce – Vuoi proprio adesso questo, vero?’ ‘Oh sì Roberta. Proprio così. E parti dal mio buco del culo. E’ li vicino!’ ‘Porco! – brontolò allora lei – Questo non l’ho mai fatto a nessuno!’ ‘Bellissimo, sarà la tua prima volta con me! – sussurrò lui ansimando – Mi piace sapere che non l’hai mai fatto a nessuno e che il mio buco del culo sarà il primo che bacera!’

Lei strizzò gli occhi e non volle vedere. Io mi avvicinai con la fotocamera. Era tutto pronto per il momento cruciale. Che arrivò qualche secondo dopo. Estrasse la lingua, la appuntì e l’appoggiò sul forellino marrone e pelosissimo di lui. Doveva essere molto piacevole per Enrico che irrigidì i glutei per le prime avvisaglie del piacere che stava per sommergerlo.

Lei iniziò la turpe operazione impostale dall’uomo. ‘Allargamelo per bene il buchino. E’ vergine sai!’ ‘Stupido! – lo zittì subito lei – Non avevo dubbi che preferisci le donne! E non ti sei mai offerto a qualche maschiaccio!’ Con i pollici e gli indici delle due mani si impegnò nell’allargare leggermente il buco marroncino e poi vi appoggiò sopra le labbra. Succhiò per qualche istante e poi leccò tutto con la lingua. I clic della macchina fotografica rivelarono la cattura della scena molto scabrosa e pure molto umiliante per la bella signora. Che infatti subito protestò! ‘Mmmmm…. Ma daaaaiiii! Non voglio! – gemette stizzita ancora una volta lei ed irrigidendosi vistosamente – Non voglio essere ripresa in questo momento mentre lecco il buchino del culo di un uomo. Ti immagini se anche questo lo sapesse mio marito! Ma uffa! Mi avete costretta a fare anche questo! Non volevo, anche questo…’

Enrico continuava a volare nel piacere che lei gli regalava. ‘E’ bellissimo, Roberta! Ed ho apprezzato la fatica che hai dovuto fare per ubbidirmi! – la ringraziò lui accarezzandole i capelli non più raccolti e trascinandole il volto sullo scroto – E adesso riprendi a leccarmi le palle… Sì, lo so, sono ancora piene dei tuoi umori che vi hai spruzzato prima sopra… Puliscile per bene le mie palle, adesso, tesoro…’ ‘Ma Enrico! – si lasciò scappare lei una timida protesta – Puzza tutto, qui, sai…’

Ma ancora una volta ubbidì e leccò con solerzia i testicoli pelosi di lui. Enrico gemeva e lei, per facilitare la piacevole operazione per lui, tenne ben sollevato e ritto tra le sue dita il suo grande cazzo.

Non si tratteneva più l’uomo. ‘Oh sìììììì, Roberta! Proprio così. Leccami per bene le palle! Come sei brava a leccare i coglioni di un uomo! Pulisci, tesoro. Pulisci tutto per bene! E’ roba tua, sai…’ ‘Mai fatto prima questa cosa! – replicò lei velocemente prendendosi una breve pausa – Ma va bene! Pulisco dove ho sporcato io!’

Tutta arruffata e rossa in volto gli mostrò però per un attimo la lingua! Si sentiva umiliata a fare quella operazione ma non gli dispiaceva godersi le palle del suo bel personal-trainer. E continuava ad accarezzargli il cazzo ed ammirarlo mentre cambiava consistenza e forma. Ce l’aveva davanti gli occhi ed era diventato un bastone di carne. Lunghissimo, particolarmente grosso e un po’ ricurvo. Sì l’aveva già sperimentato ed apprezzato tutto dentro di lei ma le piaceva troppo vederlo ora anche così, libero, pieno di voglia e di desiderio. ‘Ce l’hai proprio bello, Enrico… – le scappò di dire – Mi piace proprio, sai! E come è grande e duro il tuo uccello!’

Enrico non poteva non sentire quelle parole, gioiva e si compiaceva sempre di più dei commenti della donna. E la ringraziava accarezzandole i lunghi capelli nero corvini sempre più scompigliati.

Lei allora gli fece sentire ancora per un po’ la sua lingua tra le palle. ‘Avrei finito, tesoro… . – lo informò sottovoce – Sei bello pulito, ora….’ ‘Bene! Ma adesso viene il bello! E lo sai bene, Roberta…’ ‘Dimmelo, dimmelo Enrico! Ti ascolto!’ ‘Voglio che tu lo prendi ora in bocca. Mostrami come sai fare un pompino e soprattutto come sei brava a farmi venire! Anzi, tesoro, a farmi sborrare!’ ‘Ma tesoro non si chiedono così certe cose… Mi tratti come una puttana, mi imbarazzi e mi mandi ancor più in confusione…’ ‘Vorrei che queste cose me le dicessi tu, Roberta! O ti si arrotola la lingua?’ ‘Dovrei io dirle certe parole? Non sono abituata… Ti ecciterebbe proprio così tanto sentirtele dire da me?’ ‘Sì tesoro, tantissimo. Mi piacerebbe tantissimo sentirtele dire sussurrando… E mi ecciterebbe ancor di più sapendo chi sei… La mia allieva preferita e soprattutto mogliettina di uno splendido cornuto che non ti merita… Dopo non avrai più la possibilità di dirle quelle cose!’ ‘Perché, tesoro?’ ‘Perché avrai la bocca piena, anzi strapiena!’ ‘Ma Enrico! – miagolò ancora lei – Mi fai paura dicendomi queste cose…’

Abbassò il capo ed emise un lunghissimo sospiro. ‘Ho capito, ho capito… – ripetette più volte con un certo affanno provocatole dall’eccitazione per quello che stava per succedere – Tu vuoi vedere come lo faccio…’ ‘Continua Roberta, continua a parlare… Così… Mi piacciono i tuoi gemiti ed i tuoi sospiri! Chissà quanti ne farai….’ ‘Ho capito! Uffa! Ho capito… Mi vuoi vedere come ti faccio un pompino! Ed anche sentirmi mentre te lo faccio’ ‘Sììììì, Roberta! E poi?’ ‘E farti venire….’ ‘Sì, Roberta, ma dillo meglio!’ ‘Ma uffaaaaa! Ma cosa vuoi, ancora… – si lamentò per qualche istante e rimase in silenzio pensierosa – Ma… ma tu sei proprio un maschiaccio depravato. Insomma vuoi farmi dire, magari guardandoti negli occhi, cose che mi vergogno tantissimo a dire… Come le dite invece voi uomini! Tra di voi… All’insaputa di mogli e fidanzate… Che pure, da bravi mascalzoni quali sapete essere, le raccontate e descrivete agli amici quando a voi quelle cose le vostre ignare femminucce ve le hanno appena fatte a letto…’ ‘Sì, sì, Roberta…. Lo voglio!’

Lei sollevò il capo e mi fissò negli occhi. ‘Ho capito, ho capito… Insomma! Devo farti un pompino. Devo farti un lavoretto particolarmente gradito con la mia bocca… Fino alla fine… Insomma, uffa, fino a farti… sborrare! L’ho detto bene, ora? Porco!’ ‘Oh sì, Roberta! L’hai detto benissimo! E dovrai dirmi anche che lo farai anche se non ti piace la sborra!’

Lei sollevò lo sguardo al cielo e rassegnata ripetette lentamente ed ansimando le sue parole. ‘Va bene, Enrico, ti farò sborrare come vuoi tu! Anche se non mi piace la sborra! Va bene così, Enrico? Sono stata brava?’

Soddisfatto di quelle parole pronunciate da lei con tanta fatica, Enrico la invitò a darsi finalmente da fare. ‘Coraggio, amore, datti ora da fare! – la esortò lui – Voglio proprio vedere quanto è brava la signora e come sa fare bene i pompini!’ Indirizzò allora piano il volto di lei verso il suo cazzo e contemporaneamente le raccolse i lunghi capelli dietro la nuca. Il suo bel viso doveva essere bene in vista per la fotocamera. E per le telecamere nascoste!

Io mi ero già infatti avvicinato per i bellissimi primi piani che mi accingevo a catturare e che avrebbero completato il filmino che pure lei stava registrando a sua insaputa. ‘Va bene, Enrico! Va bene… Ma tu vacci piano con quelle foto, ti prego! – riuscì ancora a dire – Ho paura di bloccarmi sapendo di essere ripresa così, in primo piano mentre lo faccio… E, uffa, non essere capace di fartelo come vuoi tu e… finire…’

Subito dopo, sempre fissando negli occhi quello che in quel momento era il suo uomo, prese l’uccello di lui con entrambe le mani. Sfiorò e scappellò l’enorme glande violaceo e lo avvicinò alle sue labbra ancora serrate. Lui allora fece una leggera pressione. ‘Ora! Sìììì, Roberta! Prendilo in bocca! – le ordinò – Sì, ora!’ Lei finalmente accettò e si aprì. Ma subito fu costretta anche a spalancare ancor più la sua bella ma piccola bocca. Troppo grande era l’uccello che doveva accogliere nella sua bocca! Questa subito si deformò e solo così permise l’ingresso di tutto il glande e parte dell’uccellone di Enrico dentro di sè. Un clic catturò quell’attimo di particolare sofferenza per lei. Sembrò essere per un attimo colta dal panico! Era troppo grande il cazzo di lui. Roberta non era abituata evidentemente a quelle dimensioni. Più lui premeva e sempre di più lei si lamentava, gemeva e lo fissava con gli occhi spalancati che supplicavano un po’ di compassione per gli sforzi che lei stava facendo per lui. Solo per lui

A lungo continuò a cercare con quello sguardo disperato gli occhi invece socchiusi di lui. Le faceva male quell’uccello in bocca, uffa! Era proprio troppo grande per lei. Naturalmente mi piacque troppo rapire con la macchina fotografica anche quelle espressioni supplichevoli di lei. Come la bocca della bellissima Roberta spalancata e già deformata. E lo sguardo di lei rivolto alla fotocamera che la immortalava in quella situazione così scabrosa e difficile da sopportare per lei! Roberta quasi grugnì sollevando prima gli occhi al cielo e poi rivolgendomi uno sguardo furente. Era un rifiuto di quello che le stavo facendo fare! No, non voleva proprio essere fotografata così, con il cazzo di un uomo nella sua bocca. Anche se era quello di Enrico! Non lo voleva proprio! E non così! Davanti ad un altro uomo che immortalava tutto! Proprio tutto! Anche le sue espressioni di disgusto, di dolore e di rabbia a fatica repressa!

Ma contemporaneamente io scoprii la sua mano destra accarezzare e premere lui sotto lo scroto. La bella signora sapeva evidentemente dove toccare e far pressione sul cazzo di Enrico. Era evidentemente sua intenzione di far ritardare al maschio la sua sborrata finale. Lei prevedeva purtroppo che sarebbe stata violenta, quasi equina e per lei sicuramente devastante. Ma con l’altra mano aveva cominciato ad accarezzarsi ed aveva dato inizio a quello che sarebbe stato un interminabile ditalino. Voleva insomma rimanere eccitata. Io incurante delle sue occhiatacce ripresi tutti questi movimenti che lei avrebbe preferito tenere segreti.

Ma Enrico non le diede tregua ed aumentò la misura e la velocità della penetrazione. Lei faticava a respirare e socchiudeva spesso gli occhi. Evidentemente ricominciava però a provare piacere per la condizione alla quale era costretta a tenere e subire. Le abbondanti bevute del cocktail che le avevo offerto prima, il cazzo in bocca di lui e il ditalino ricominciavano tutti insieme a fare effetto sulla giovane donna. Lo intuii dallo sguardo che mi lanciò quando inginocchiato sul letto mi avvicinai per l’ennesimo primo piano del fantastico pompino che lei stava facendo ad Enrico.

Roberta allora mi stupì. Lei abbandonò il massaggio ritardante che stava facendo sotto lo scroto di Enrico e appoggiò per un secondo la sua manina sul mio inguine. Non ci prestai subito attenzione e pensai che lei era già arrivata all’ennesimo orgasmo ed era in stato di confusione totale. Era tutta rossa in volto, spettinata ed evidentemente vicina ad un altro violentissimo orgasmo. Era effettivamente in stato confusionale ed aveva perso completamente il controllo di se stessa e del suo corpo in particolare. Era completamente in balia dei due uomini che l’avevano convinta a fare quell’esperienza.

Ma poco dopo il tocco divenne carezza e il tutto si accompagnò ad una stranissima espressione del suo volto ad occhi semichiusi. Le piaceva evidentemente quel gioco. Assolutamente non previsto e per questo particolarmente gradito. Stava spompinando un uomo e stava accarezzando pure un altro uomo! Proprio quello che la stava riprendendo!

Non ci posso credere! – quasi urlò Simonetta sputando per l’ennesima volta fuori della sua bocca il mio uccello sempre più gonfio – La mia amica ci stava provando anche con il fotografo! Con te!” “Sì, Simonetta, o almeno voleva provocarmi! – confermai alla mia giovane amica che si scopriva gelosa – Ma sapeva benissimo che correva un grossissimo rischio…” “Lo immaginò, però… – commentò ancora Simonetta con una smorfietta rituffandosi subito dopo con ancor maggior impegno e quasi rabbiosamente sul mio uccello – Non si gioca con certi uomini! E conoscendoti…”

Anche Enrico si accorse dei movimenti di Roberta che continuava ad avere orgasmi in serie e che era entrata in uno stato di totale abbandono. Lui mi interrogò con lo sguardo ed io risposi senza esitazioni fotografando lei estasiata ad occhi socchiusi e la sua mano mentre accarezzava il mio inguine. Era ovvio che Roberta mi era piaciuta da quando era entrata nel mio studio fotografico. Come pure poi i suoi dubbi, le sue timidezze e le sue ritrosie. E pure il suo imbarazzo di mostrarsi per la prima volta nuda davanti ad un fotografo! E adesso poi, impegnata in quella scene a luci rosse… Con tutti i suoi orgasmi, come adesso… Non riusciva proprio più a trattenersi e faceva cose che poco prima non avrebbe mai pensato di voler fare e soprattutto di essere in grado di fare. Proprio lei, bellissima donna sposata e non giovanissima! E per la prima volta!

Enrico mi lesse nel pensiero, mi sorrise e fece col capo un segno di assenso. Roberto intravide qualcosa, interpretò il nostro scambio di sguardi e capì che da quel momento non si sarebbe più dovuta occupare di un solo uomo! Ma di due maschioni!. La conferma arrivò subito dopo quando presi la sua mano che aveva appoggiato sul mio inguine e la accompagnai sulla patta dei mie jeans. Lei non fece naturalmente alcuna resistenza e si lasciò scappare solo l’ennesimo lungo sospiro. Nel frattempo si era soffermata con le dita sulla paccottiglia che già sentiva sotto i miei jeans. Con le dita cercò di toccare per bene ed intuire le dimensioni e la consistenza di quello che tenevo là sotto. Faceva caldo ed io la incoraggiai levandomi la maglietta.

Il mio ventre piatto le piacque e l’evidente intesa sopraggiunta tra me ed il suo Enrico la autorizzò a farmi una carezza sul punto più basso del mio ventre ed accarezzandomi leggermente i peluzzi che fuoriuscivano solo un po’.

Enrico non tardò ad intervenire. ‘Brava, Roberta, brava. Proprio così mi piaci! Spompinami e datti anche da fare con il mio amico fotografo…. Ti piacerà tutto sai, alla fine.’ Lei a quelle parole diventò ancora più rossa in volto e spalancò per un attimo gli occhi al cielo forse preoccupata proprio da quelle parole. Abbandonò per alcuni istanti l’uccellone che stava succhiando e riuscì ansimando a proferire sottovoce ed in estasi solo pochi mugolii. ‘Cosa mi combinate voi due, insieme… – sospirò un po’ gemendo – E cosa mi fate fare!’ Poi si rituffò sull’uccello del suo personal-trainer che stava adorando! 

Io intanto pensai di soddisfare un po’ alla volta la sua curiosità. Mi slacciai la cintura dei jeans e mi sbottonai i bottoncini. Me li abbassai fino alle ginocchia, come la posizione assunta sul letto mi permetteva.

‘Adesso tocca a te, tesoro! – la invitai con calma e puntando la fotocamera sul mio slip – Puoi toccarmi se vuoi… E scoprire tutto…’

Lei non si fece pregare. Aveva perso completamente il controllo di se stessa e voleva solo ubbidire. Infilò allora tutta la mano dentro la mia mutandina. Volle subito accarezzarmi le mie palle che trovò subito pelose e gonfie. Erano piene anche le mie! Poi risalì fino al cazzo. Molto lentamente ma con decisione con l’indice e il pollice me lo scappellò completamente. Mi strusciò il glande che trovò ancora asciutto. Poi senza altre esitazioni impugnò il mio cazzo. Le piaceva evidentemente il mio uccello e soprattutto tenerlo stretto nella sua mano. Lei ansimava sempre di più e teneva sempre gli occhi socchiusi. Stava godendo forse per l’ennesima volta.

Lo credo bene! – esclamò la mia bella Simonetta – Cosa era capace di fare…” “E’ vero, Simonetta! Roberta nello stesso istante spompinava un uomo superdotato e teneva stretto in mano l’uccello di un altro maschio. No, non aveva mai vissuto una situazione del genere. Continuava a masturbrsi freneticamente e i suoi orgasmi si mescolavano al pensiero di quello che sarebbe potuto accaderle tra poco.

Anche ad Enrico piaceva vederla così, completamente in estasi e impegnata a dare piacere a due uomini! Senza alcun pudore! ‘La lingua, la lingua! – urlava Enrico che si stava sempre di più avvicinando all’orgasmo tanto atteso – Fammela sentire per bene la tua linguetta sulla cappella! Tesoro! Ce l’ho in fiamme!’

Lei ubbidendo si contorceva e cercava di fare del suo meglio. Così facendo si dovette allungare tutta ed aprire per bene le gambe. Spalancò ancor più le cosce e mi mostrò ancora una volta la sua fica. Bagnata e aperta! Completamente! ‘Oh sì, brava Roberta. Proprio così. Fammela sentire per bene. E mostra a Fabio tutta la tua bellissima fica pelosa. Sì, proprio così! Ma io sto per sborrare, sai?’ La vidi sgranare gli occhi e irrigidirsi un po’.

Con una mano le accarezzai i capelli e cercai di calmarla per tutto quello che stava per succederle. ‘Sei bella, Roberta e molto brava. Stai per la prima volta provando una nuova esperienza. Hai tanta voglia ma sei preoccupata di non essere in grado di reggere due uomini. Li hai voluti però…. Comincia con lo sfilarmi lo slip… Riuscirai meglio nella sega… Perché mi farai adesso una bella sega, vero? Per incominciare…’ Immediatamente, colpita da quel mio invito, la sentii stringere stretto per un attimo il mio cazzo che impugnava. Ma fu un attimo. Subito dopo con la mano mi sfilò a fatica la mutandina. La vidi ruotare gli occhi perché incuriosita voleva vedere anche il mio cazzo. Lo intravide e da come lo impugnò di nuovo capii che gli era piaciuto. ‘Adesso è libero, cara Roberta! Ed è tutto tuo… Segami, se vuoi… E tu lo vuoi, vero, farmi una sega…’

Non si fece attendere. Qualche secondo dopo si impegnò in una lentissima e dolcissima sega. Era proprio bravissima Roberta a fare una sega ad un uomo. Indubbiamente perché le piaceva proprio tanto fargliela. E sentire quell’uccello vibrare nella sua mano! E crescere, indurirsi ed alzarsi sempre più grosso, lungo e fremente!”

Proprio una bella porcellina, la mia amica! – commentò con voce flebile Simonetta – Non l’avrei mai immaginato che Roberta fosse stata capace di farlo così… Fare certe cose! Con due uomini…. Insieme…”

Lo fu, Simonetta. Lo fu ed io non potei non fotografare la sua mano mentre mi segava. Si bloccò per un attimo quando sentì il clic. Non sopportava proprio gli scatti. Ma subito si rassegnò pensando probabilmente a chissà quanti ne avrebbe dovuto sopportare tra poco, da quel momento in poi!

Di nuovo intervenne Enrico sempre più ansimante. ‘Come sei brava, Roberta! Sai fare un pompino ad un uomo ed una sega contemporaneamente ad un altro! – la prese un po’ in giro lui – Se ti vedesse ora il tuo marito cornuto…’

Lei non apprezzò che lui la prendesse in giro, emise un rumoroso grugnito e si bloccò. Io le accarezzai allora i seni e dopo il ventre. Quella mia dolcezza le bastò per riprendere a masturbarci di nuovo con ancor maggior foga. Ma ormai Enrico era pronto. E glielo disse urlando, avvertendola per prepararsi. ‘Oh Roberta, sei stata fantastica. Sì, sì mi fai sborrare adesso! Finalmente! La mia sborra. Prima te la faccio bere poi ti schizzerò dappertutto! Oh sì! Anche sul tuo visetto… Proprio come piace a noi uomini! Ed in particolare al nostro fotografo…’

Lei si irrigidì per un attimo, emise un lungo gemito di dissenso ma rassegnata si preparò a ricevere tutto il seme di lui. Lo sapeva che le sarebbe successo anche questo!

Enrico era proprio arrivato! ‘Eccola! Oh Roberta! Arriva la sborra! – urlò – Era da tanto che volevo sborrarti in bocca! E in faccia! Sììì! Adesso! Sborrooooo!’ Vidi lui inarcarsi e sussultare ad ogni sua sborrata. Una, due, tre sborroni inondarono la bocca di lei che non riuscì ad evitare delle smorfie di disgusto. Ma non fermò la sua sega che continuò a farmi con passione e meravigliosamente con maggior foga! Sembrava quasi vendicarsi dell’affronto subito ed ad ogni fiotto di sborra che la invadeva la bocca lei mi abbassava con energia tutto il prepuzio lasciandomi scoperto tutto il glande sempre più viola. Ma Roberta ad ogni schizzo strizzava però anche gli occhi ed emetteva un lungo gemito lamentoso. La sua bocca fu subito strapiena di sperma e due lunghi sottili filamenti di sborra le fuoriuscirono ai lati della sua piccola bocca. Tossì violentemente ed ebbe anche il primo conato di vomito. Ne avrebbe subito tanti altri dopo!

No, non le piaceva proprio farsi sborrare in bocca. Ma rabbiosamente aumentò la velocità con la quale tormentava il mio cazzo.

Ma Enrico aveva appena iniziato la sua prestazione! Con il fisico che si ritrovava riusciva evidentemente a produrre ancora una quantità enorme di sborra. Tutta dedicata alla sua bella allieva che aveva accettato quel pericoloso gioco. E lui, sfilato l’uccello ancora gocciolante e ricoperto della sua sborra, cominciò infatti subito dopo a spruzzare altri suoi sborroni sul visetto che lei era costretta ad offrirgli. Indifeso e pronto a quella ulteriore umiliazione. Ma Roberta non aveva proprio immaginato quel diluvio di sborra sul suo visino! Rassegnata e con la bocca ancora piena di sborra offrì il suo bellissimo volto agli schizzi che lui continuava a fare. Furono tanti, caldi e puzzolenti. Si infransero tra i suoi bellissimi capelli nero corvino, inutilmente raccolti in precedenza dietro la nuca ed ora lasciati liberi, sulla fronte, negli occhi e nel naso. Nulla fu risparmiato dagli sborroni di Enrico. Il bel visetto della giovane donna ne fu ricoperto… Ed io, mentre lei continuava rabbiosamente a segarmi, non potei non fotografarla così, devastata, imbronciata e tutta arruffata. Era evidentemente allo stremo e tanto, tanto impacciata e sempre più in difficoltà. Non voleva proprio essere fotografata così, in quelle condizioni. Tutta sborrata in faccia!

Improvvisamente non riuscì a trattenersi! ‘Basta, basta Enrico, ti prego… – piagnucolò lei appena finito anche l’ultimo tormentato e il tanto sofferto ingoio – Non ne posso più. E mi viene da vomitare, ora… Uffa!’ Si scosse tutta per liberarsi dello sperma che lei sentiva colarle dappertutto. Ma da come parlava mi accorsi anche che, nonostante avesse già bevuto tanta sborra, aveva ancora tanto bianchissimo sperma di lui in bocca. ‘Ed anche quelle foto… – aggiunse preoccupatissima – Oh Enrico, non voglio che ci siano in giro foto mie di questo tipo. Non solo nuda, ma anche sorpresa dopo il trattamento che tu mi hai riservato ed immortalato senza pietà da Fabio, il fotografo! Con la bocca strapiena e ancora sporca del tuo sperma. E non solo! Il mio bel visetto… Morirei dalla vergogna se per caso le vedessero altri uomini. Qualche collega mio o di mio marito, un avventore della palestra o magari anche il mio dirimpettaio di casa!’

Cercai allora io di tranquillizzarla. ‘Ma no, Roberta, non ti preoccupare. Devi fidarti di noi due. Te l’abbiamo promesso…. Le foto qui sono nel mio archivio privato ed è inaccessibile a tutti. Quelle di Enrico in chiavette che so lui tiene in una cassaforte a casa sua. E nel suo book dimostrativo che lui userà per altre clienti tu sarai ben protetta. E non ci saranno quelle dove sei completamente nuda o fai le cosine o addirittura dopo il trattamento subito alla fine da Enrico…’ ‘Mi posso allora fidare, maschiacci… – si calmò allora un po’ lei – E adesso? Siete soddisfatti? Avete finito?’ 

Mi guardò con fare interrogativo. Lei mi stava masturbando ma era in difficoltà per le condizioni nelle quali si trovava. ‘Mi vergogno tantissimo a mostrarmi così… Ti eccito ancora vedermi così ridotta, Fabio?’

Io per risposta mi distesi sul letto ma prima le cinsi i fianchi e poi avvicinai il suo volto al mio uccello che lei aveva segato magnificamente. ‘Ho tanta voglia anch’io! – le dissi mentre Enrico ascoltava in silenzio – E desidero anch’io la tua bocca!’ ‘Vuoi anche tu che ti faccia venire con la bocca? – mi chiese con un filo di voce lei – Vuoi anche tu mettermelo in bocca? E magari venire anche tu dentro di me? Ma uffa! Non vedi? Ho ancora la bocca piena dello sperma di Enrico! E sono ricoperta di sperma anche dappertutto sul viso! Lui ha schizzato tantissimo e non sono riuscita a scappare e proteggermi un po’!’ ‘Oh no, Roberta! Non dire le bugie! Non volevi proprio scappare. Avresti potuto farlo ma tu volevi farti sborrare in faccia proprio da Enrico. Chissà da quanto tempo lo desideravi. Come lo volevate tutti e due!’

Lei, smascherata, non replicò. ‘Ma ti piaccio anche così – insistette ancora Roberta che si vergognava veramente di mostrarmi il suo volto ancora pieno dello sperma di Enrico – Ti piaccio anche piena del seme di un altro?’ ‘Sarai ancora più bella con addosso anche il mia….’

A quelle mie parole non riuscì a nascondere una certa preoccupazione. ‘Oh nooooo…. Ma Fabio… Cosa mi vuoi far fare! Anche tu così, come lui? E come mi ridurrai? Ti vuoi sfogare proprio così anche tu? Sul mio visino? E combinerai anche tu un disastro?’

Non la feci più parlare. Presi la sua nuca e la spinsi verso il mio uccello. Lei non oppose resistenza e si ritrovò il mio glande appoggiato alle sue labbra. Non furono necessarie altre pressioni. Aprì lei la bocca ed iniziò a succhiarmi il glande prima e tutto l’uccello poi. Era proprio assatanata Roberta ed era subito partita con un altro pompino. Io le infilai il dito indice nella fica che trovai già ben bagnata. Il medio perlustrò e poi penetrò il buchino del suo culetto ancora un po’ dolorante. Roberta sobbalzò e cominciò a miagolare. Le piacque però la doppia penetrazione a sorpresa. Si lasciò andare ad un pompino sfrenato.

‘Ti sborrerò in bocca anch’io, Roberta! – le dissi – Spero che ti piaccia il mio sperma. E’ piaciuto a quasi tutte le mie modelle. E sappi che ne faccio anch’io tanto… Ti consiglio però pure io l’ingoio…’ Un lungo sospiro unito ad un gemito fu la sua risposta. ‘Uffa! Anche tu! Anche tu mi vuoi fare bere lo sperma! Non mi piace troppo, sai! ‘ Ma io capii che aveva accettato anche quello.

Non ci posso credere! – esclamò quasi urlando Simonetta – Roberta si prese un altro uccello in bocca! Ed aveva acconsentito pure di farsi sborrare di nuovo in bocca!”

Sì, Simonetta! E fu un pompino lunghissimo e molto piacevole. Roberta era proprio una donna caldissima e sapeva fare benissimo i pompini! Lei mi venne più volte in mano. Tanti piccoli orgasmi la facilitarono nell’eterno pompino che mi regalò. Cercai di resistere più possibile e lei si divertì ad accarezzarmi e leccarmi le palle. Mi infilò pure un dito nel mio culo. Ma era tutto molto bello e tentai di resistere non sborrando ancora. Lei continuò a spingerselo fino in gola ed ebbe pure un altro conato di vomito.

Poi improvvisamente sputò il mio uccello. Tutta rossa in volto mi guardò negli occhi. ‘E adesso, uomo, sborrami in bocca. Voglio bere anche il tuo seme, adesso! Fino all’ultima goccia’. A quelle parole crollai. 

Schizzooooo! Sborroooo! Oh Roberta, ti sborro in bocca!” Lei si irrigidì al primo schizzo ed emise un lunghissimo lamento. Ingoiò subito prima della seconda sborrata che le riempì di nuovo la bocca. ‘Oh sììììì! Eccola, la mia sborra! Ti piace Roberta la mia sborra?’ Lei con il capo fece cenno di sì e che la mia sborra le piaceva proprio tanto. Sfilai il mio cazzo dalla gola di lei proprio mentre cominciò a tossire ed ebbe una serie irrefrenabile di conati di vomito. Ma tutto ciò gli piaceva troppo e sentivo la sua fica spruzzarmi nella mano altri liquidi densissimi che svelavano un altro suo violento orgasmo. E non si fermò neppure quando i miei fiotti di sborra le riempirono un po’ alla volta tutto il visetto. Non cercò di proteggersi e mi lasciò fare. Permiseò che la mia sborra si mescolasse a quella di Enrico. Furono tantissimi gli schizzi che si infransero sul suo volto ed ogni volta che sentiva uno sborrone caldissimo adagiarsi sul suo visino emetteva un sordo lamento.

Ad un certo punto però crollo! ‘Adesso basta! – mi supplicò quasi piagnucolante – Ti prego basta! Non ce la faccio proprio più… Troppi schizzi, troppa sborra! Ce l’ho dappertutto! Mi sembra che voi due vi siete divertiti abbastanza! Guardate come mi avete ricoperta completamente di quella vostra robaccia schifosa e puzzolente!’

Ma ero anch’io giunto alla fine. Quando tutto fu finito e lei esausta si distese sul letto, la lasciammo sfogarsi e liberarsi da tutta la tensione che aveva accumulato gestendo gli orgasmi dei due uomini. E soprattutto le grandi sborrate di due maschi cattivi! ‘Siete stati due mascalzoni. Cosa mi avete fatto fare. Ma io ve l’ho fatto fare, lo so! Mi avete convinta e coinvolta, un po’ alla volta… Tutto quello che volevate, senza alcun ritegno. Mi avete fatto succhiare addirittura due uccelloni! Fatti sborrare tutti e due e bere ettolitri di sperma. Uno acidissimo e l’altoa un po’ meno, quasi dolce…’

Ma lei non si fermava più nel suo sfogo… ‘Ma ho anche tanto goduto. Complimenti, maschiacci! Mi avete fatto perdere la testa e non sono una ragazzina, io! Ho perso il numero degli orgasmi ed ho la fighetta e la bocca in fiamme. Per fortuna mio marito è via. Non potrei avere un rapporto con lui. Né oggi né domani. E poi, guardatemi! Quanto mi avete sporcata! Sono piena del vostro sperma! Dappertutto! Quanto me ne avete fatto addosso e quanto ne ho bevuto. Ne ho pieno anche il pancino, uffa… E poi, ancora uffa! – concluse la bella Roberta – Tutte quelle foto. Dovevo farne un paio, forse di nudo, ma artistiche… Me ne avete invece fatte un’infinità e di tutti i tipi. Ma, lo confesso non mi è dispiaciuto proprio tanto… Mi sono scoperta un po’ esibizionista, forse… E se mio marito sapesse anche questo!’

Io allora mi alzai e mi avvicinai con la macchina fotografica in mano. Lei mi guardò con sospetto. ‘Cosa vuoi ancora? – mi chiese sorridendo – La modella non ha finito il suo lavoro?’

‘No! – le risposi – Mi mancano le foto finali. Le più belle! Quelle di adesso. Sì, così come sei adesso.’ ‘Ma uffa! Non posso! Non sono proprio presentabile. Guarda come mi avete ridotta. Non ho un centimetro del mio viso che non sia ricoperto di sperma! Il vostro sperma! Di tutti e due!’ ‘Appunto! Per questo sei bellissima! – insistetti io – Dài, signora, un ultimo sforzo!’

Lei non rispose ma si inginocchiò sul letto davanti a me. Poi si piegò leggermente di lato e sorrise. Colsi l’attimo e la immortalai. Poi mi mostrò la lingua e feci così scattare un altro primo piano. Quindi si mostrò imbronciata, rassegnata all’ennesima foto che puntualmente scattai. Come quella con il ditino in bocca e con i lunghi filamenti di sborra che ancora le scendevano ai lati delle labbra socchiuse. ‘Adesso però basta! – disse ancora sbuffando – O devo suggerirti anche io il titolo di queste ultime foto?’ ‘Magari! – la incoraggiai – Sono curioso di scoprire quanto sei fantasiosa.’ Lei rimase un po’ pensierosa. ‘Ti piacerebbe questo? – aggiunse poi senza esitazioni – “Giovane mogliettina fotografata nuda ed alla fine sborrata in faccia”. Scommetto che ti piace, vero?’ ‘Fantastico! Lo terrò a memoria…’ ‘Lo sapevo, lo sapevo… – concluse lei – Siete proprio due porcelloni, voi due!’

Lei si alzò e si precipitò sotto la doccia. ‘Spero che tu abbia un bagnoschiuma da donna! – aggiunse ancora – E soprattutto uno shampoo per capelli delicato per me. Ho i capelli pieni del vostro seme, uffa!”

L’attesa fu interminabile e la donna uscì dalla doccia avvolta in un grande asciugamano che la copriva appena e con un piccolo asciugamano che portava come turbante. I capelli non erano stati proprio infatti risparmiati dagli spruzzi del nostro seme. Anzi. Poi incredibilmente ci fece un invito. ‘Permettete? Sono una signora. Sono nuda e dovrei vestirmi. Vi potete girare?’

Ringraziai di non aver ancora chiuso le telecamere dotate naturalmente di audio. Quelle parole di Roberta non avrei mai potuto fotografarle!”

Spiritosa la mia amica! – esclamò Simonetta – Dopo tutto quello che le avevate combinato non aveva perso il buon umore!” “No. Ma voglio precisare che nulla le era stato estorto. Aveva sempre accettato tutto ed in certi casi lei stessa si era data da fare” “Come con te?” “Appunto! E dal filmino lo si vede molto chiaramente!”

Capisco… – continuò Simonetta che non riusciva a nascondere un accenno di gelosia nel commentare le indubbie capacità di Roberta – Ma la mia amica è stata molto brava…” “Nel posare nuda?” “No, tesoro, nel farti il pompino! Ti ha fatto anche venire molto presto, mi pare…” “Certamente è stata brava ma non ha avuto la pazienza che hai tu…” “Ruffiano! – quasi urlò Simonetta – E’ stata più brava di me?” “Tu non hai ancora finito, tesoro…”

Questa volta fu Simonetta a mostrarmi la lingua e riprese a spompinarmi con ancor maggior passione e frenesia. Come era brava Simonetta. E glielo dissi. “Sei stupenda, Simonetta. E ancor di più quando sei un po’ arrabbiata.” “E tu hai proprio un bel cazzo e sei bravissimo a far perdere la testa alle giovani donne…”

La feci smettere di succhiare il mio cazzo al quale si era attaccata con bramosa e quasi rabbiosamente. Sì, aveva ripreso a spompinarmi freneticamente. Con dolcezza la feci smettere, la sollevai e portai il suo bellissimo volto vicinissimo al mio. Lei era paonazza per tutto quello che aveva visto! Non era abituata a vedere tutti quegli uccelloni in tiro e le loro sborrate. Abbassò gli occhioni ed io la baciai. Appassionatamente. Fino a non farla quasi più respirare. Si staccò e mi guardò con gli occhi abbassati. “Cosa mi hai fatto vedere, Fabio… E adesso tocca a me, vero? – sussurrò con voce flebile – Metterai naturalmente anche me, come le altre, in quella tua raccolta… Privatissima e a luci rosse…” “Sì, Simonetta, lo sai bene cosa mi aspetto ora da te… Sono sicurissimo che ce la farai e che mi farai felice…”

In silenzio si abbassò e riprese in bocca il mio cazzo.

Ricominciò il suo suo favoloso pompino, esattamente dove si era interrotta. Ma questa volta sapeva che la protagonista era solo lei e che non si sarebbe potuta fermare più. Fino alla fine, quando mi avrebbe fatto raggiungere il paradiso. E sapeva benissimo cosa sarebbe successo, cosa avrebbe dovuto subire ed a cosa alla fine sarebbe in particolare stata costretta a sopportare… Sì, proprio quell’ultima foto che avrei scattato! Il suo bellissimo volto completamente ricoperto dalla mia sborra. Chissà se avrebbe spalancato i suoi occhioni e mi avrebbe regalato pure il suo bellissimo sorriso! Sì, la volevo proprio così! Sorridente e piena di sborra! La mia sborra!

 

Continua

Qualsiasi commento e giudizio sarà ben accettato. mikimarkfc@libero.it

 

 

Leave a Reply