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La cameriera (seconda parte, bis)

By 25 Gennaio 2023No Comments

Paolo mi ha vista, e sorride piano.
Mi sento il cuore in gola, non so che fare. Guardo Lucia e vedo che lei non si e’ accorta, sempre intenta a leccare le mutande di lui, mentre si fa mungere come una vacca obbediente.
La invidio, forse perche’ Paolo non mi ha mai trattata cosi’, forse perché’ non l’ho mai visto cosi’ deciso, cosi’ prepotente, intransigente.
Lui continua a guardarmi, ma ora e’ serio, duro.

Ancora nascosta dietro la porta socchiusa, lo vedo girarsi i nuovo verso di lei, che sempre più’ si sofferma sulle sue palle, leccandole da sotto, lentamente, quasi a baciarle con la lingua, come fossero la cosa più’ gustosa mai provata.
“Brava. D’ora in poi ti chiamerò Vacca. E tu fari tutto quello che ti diro’ per il mio piacere personale. E’ questo che volevi, vero?”
Lei alza lo sguardo, pur restando nella sua posizione in ginocchio. Esita, e sento che questa sua esitazione mi eccita moltissimo.

Paolo la sta piegando al suo volere, la sta rendendo sua proprietà’. Lui ha capito che lei vuole essere trattata come una schiava, ma lei non sapeva che questo ruolo era ciò’ che desiderava. Lo sta capendo solo ora.
 Lo sguardo di lei ricade silenzioso in basso, e annuisce.

Lui si gira di nuovo a guardarmi, questa volta con aria di sfida. Poi vedo la sua mano accarezzare ancora il seno di Lucia. All’improvviso, senza motivo, le molla uno schiaffo forte sul seno. Visibilmente sorpresa, lei emette un urletto, e fa per ritrarsi da lui.
“Ferma dove sei, Vacca”, dice serio.
“Mi piace tormentarti le tette, e tu devi lasciarmi fare”.
Lei annuisce piano.
“Porgimele, Vacca”, insiste lui mentre io mi infilo di nuovo due dite in figa e comincio a muoverle con ritmo.
Lei annuisce ancora e si afferra le grosse tette con le mani, le soppesa lentamente, le stringe leggermente e le alza verso di lui.

Paolo continua a fissare Lucia negli occhi, ma questa volta mi chiama.
“Silvia, puoi venire fuori ora”, intona deciso.
Io tremo, e sento il cuore pulsare fortissimo. Apro la porta trepidante, ed esco dal mio nascondiglio.
Lucia trasale. Eppure rimane in posizione, ormai catturata dal suo nuovo ruolo di schiava del piacere, di puttana.

Mi avvicino a loro, piano. Lui mi sorride, in piedi di fronte a Lucia, con il cazzo volgarmente dritto e feroce di fronte alla bocca di lei, bagnato dalla sua saliva di puttana. Lei in ginocchio, con la sua lingua di fuori e le sue grosse poppe tra le mani, nel gesto umiliante di porgerle al suo padrone.

Sciaf. Lui le molla un secondo schiaffo sulle tette, provocandomi un brivido di eccitazione incredibile, che mi fa letteralmente tremare le gambe.
“Ti piace quello che vedi, Silvia?”, mi dice lui in modo deciso.
Io non riesco a parlare, non lo riconosco piu’. Vedo solo un maschio forte, sudato, esaltato nel sottomettere una femmina molto piu’ giovane di se’.
Un dio puro, un padrone duro e sicuro del proprio ruolo dominante. Sono eccitata, lo voglio adorare, lo voglio leccare, voglio essere sottomessa anche io come lei.
 Senza una parola, mi metto in ginocchio.

Solo in quel momento mi accorgo di indossare ancora la gonna e la semplice camicia bianca che avevo scelto questa mattina. So di sembrare una suoretta, una signora per bene in ginocchio di fronte al suo maschio seminudo ed eccitato. Solo che il mio maschio, mio marito, era ora intento a farsi leccare le palle da una ragazzina puttana, una gran fica in ginocchio che gli porge le sette implorandolo con gli occhi di farla sua, di trattarla come una cagna. La cosa ovviamente mi eccita a dismisura.

Mentre avanzo lentamente a quattro zampe verso di loro, istintivamente con la mano mi tiro un po’ su la gonna, scoprendo le mie belle chiappe sode. Come sempre, indosso un tanga nero che lasciava indovinare il mio bel culo palestrato anche da sotto la gonna attillata.
Lui pero’ ancora non mi guarda, e lo vedo invece sorridere ancora a Lucia mentre le afferra i capezzoli duri e li tira piano verso di se’. La vedo chiudere gli occhi, forse per il dolore, o forse per il piacere. Gode a essere la sua vacca, la sua puttana.
Vorrei essere al posto suo.

Mi fermo, ancora a tre o quattro metri da loro, mi metto i ginocchio e comincio a slacciarmi la camicia.
Guardo lui, il suo corpo muscoloso ancora sudato, teso, il suo bell’uccello sempre più’ duro sotto le slinguate di lei. Mi apro la camicia, e con un gesto rapido mi tolgo il reggiseno. Voglio essere sua. Finalmente lui si gira verso di me, e un sorriso cattivo gli trasforma il viso.

“Che tette flosce che hai, Silvia mia” dice con tono scherzoso. Anche Lucia si volta a guardarmi ora, e vedo le sue narici aprirsi con una nuova ondata di eccitazione.
Mi vergogno del mio corpo, mentre mi scopro a desiderare le tette di lei. Le vedo grosse, giovani, lisce, pronte ad essere leccate, mordicchiate e ancora schiaffeggiate. Delle vere poppe da troia, da vacca del piacere, da schiava. Avrei voluta vederla frustata mentre io succhiavo il cazzo magnifico del mio uomo.

Ma non era cosi’. Lui era di fronte a lei, non a me. Lo vedo mollare ancora uno schiaffo alle sue tette.
“Le sue mi eccitano di più’, vedi? Lei e’ la mia nuova vacca, come ce ne sono state altre nel passato ovviamente”.
Mi sento umiliata ma eccitata come non mai. Non dico nulla e abbasso gli occhi. Mi rimetto a quattro zampe e mi avvicino piano. Lo voglio leccare anche io, voglio anche io essere la sua schiava.

“Ferma!”, mi dice lui in modo rude.
“Vuoi leccare anche tu qualche cosa, vero Silvia?”, aggiunge dopo essersi abbassato a baciare piano i capezzoli della sua Vacca.
Io annuisco, lui risponde piano “sei una puttana anche tu, un’altra volta ti faro’ leccare i cazzi dei miei compagni di palestra…Ma oggi devi fare un altro servizio”.

Mi sento un brivido di piacere partire dalla figa e finire nel cervello, quasi non ci vedo più’. Voglio solo leccargli le palle piano, magari cominciare a spompinarlo come so che gli piace. Come so che altre giovani troie hanno fatto nel passato con lui, quando io non c’ero.

Ma lui ha altro in mente.
“Striscia dietro la mia Vacca e leccale il buchetto del culo”, dice piano mentre afferra la testa di Lucia e la spinge a prendere in bocca tutto il suo membro, fino a toccarle le labbra con le palle.

Non me lo aspettavo, la cosa sta prendendo una piega inattesa. Perché’ e’ la giovane cameriera a deliziarsi con il sesso di mio marito, mentre io dovrei essere ridotta ad eccitarla ancora di più’ per lui? Vorrei quasi oppormi, alzarmi e terminare questa scenetta, gridare a squarcia gola, fare una scenata e riprendere il mio ruolo di padrona di casa, di moglie, di donna del mio maschio.

Ma non faccio nulla, resto a terra, umiliata, con le mie tette rivolte verso il basso, la mia gonna alzata sul mio bel culo, che non sembra avere attirato la sua attenzione. Vedo invece che lui si abbassa ancora a mordere i bellissimi capezzoli di lei, che sembra una giovane dea del sesso.
Poi lui la bacia in bocca, e vedo le loro lingue inseguirsi, volersi. Mentre la bacia con una energia animale, le torce piano i capezzoli, e le schiaffeggia appena le grosse poppe.

Mi muovo verso di lei. Neanche me ne accorgo, ma avevo già’ accettato il mio nuovo ruolo.

[…] ——–

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Vostra,
Ma_ra

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