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La trasformazione di Jennifer – Cap.1

By 7 Aprile 2020Aprile 11th, 20202 Comments

Jennifer è una ragazza bella, alta 1,70, seno prosperoso, quarta piena, di 23 anni. Fa palestra, jogging, è in piena forma. Capelli lunghi e nerissimi, occhi turchesi come il mare, gambe lunghe e affusolate, che mette in mostra appena può. E si diverte da morire a vedere quelli che lei chiama i morti di figa, che le muoiono dietro, sbavano come lumache e si girano ogni volta che passa. Quel suo bel visino ovale e i suoi occhioni lampeggiano ridendo sardonicamente verso gli sguardi allupati dei suoi colleghi di lavoro che le muoiono dietro. Si diverte anche a raccogliere da terra le penne che fintamente le cadono, e lo fa solo per mostrare il suo tondo sedere, che nessuno ha mai posseduto e che nessuno possiederà mai, così poi rialzandosi guarda verso i suoi colleghi e sogghigna bastardamente. Lavora presso una grossa azienda di revisione contabile, e lei sta facendo carriera pur essendo stata assunta da 1 anno circa dopo la laurea breve all’università di Milano. Il suo capo ha un debole per lei e lei si diverte a stuzzicarlo ma nessuno è andato mai al di là di quel giochino tra le parti. In effetti è anche abbastanza brava. Uno solo in azienda non le piace per nulla. E’ l’informatico. Si chiama Marco, ha 26 anni, un po’ grasso, faccia butterata e da nerd con i suoi occhialoni, sempre con la barba un po’ lunga, con magliette un po’ sporche, con la bocca sempre piena di qualcosa da mangiare. Jennifer si sente sempre osservata da Marco, da quel suo sguardo lascivo che la mette a disagio. Anzi no le fa schifo. Un giorno addirittura Jennifer glielo disse, gli disse che le faceva schifo e che non voleva che lui la continuasse a guardare e che se avesse continuato gliela avrebbe fatta pagare.

Da quel giorno erano passati due lunghi mesi. Marco non la guardò più e mandò sempre una sua collega dell’IT per aggiornare o mettere a posto il PC di Jennifer quando qualcosa non funzionava. Era Venerdì 10 Marzo e Jennifer alle 18 in punto raccolse le sue cose, infilò il portatile aziendale nello zaino e si avviò verso casa. Arrivò a casa. Si spogliò e si infilò in doccia. Dopo una buona mezz’ora, uscì e si spalmò della sua crema preferita. Si stava guardando allo specchio e si sentiva bellissima. La facevano sentire così tutti gli uomini. Il suo fidanzato ricchissimo la trattava come una regina. Aveva una vita perfetta perché lei era perfetta. Prese il cellulare e cominciò a scattare dei selfie in pose un po’ erotiche, era nuda, con la pelle traslucida per la crema. Ne scattò una ventina. Poi si avviò verso il divano e eccitata per la propria bellezza si masturbò e si filmò. Dopo aver goduto del proprio autoerotismo, Jennifer finì di prepararsi per uscire con il proprio ragazzo.

Sabato mattina si alzò alle 11, serata perfetta. Prese il cellulare, si preparò la colazione. Riguardò le foto e pensò tra se che era proprio una bella figa…quando, orrore, si rese conto che il cellulare aziendale salvava nel cloud aziendale i documenti e le foto in automatico. Cancellò immediatamente le foto da telefono e andò sul cloud, e procedette alla cancellazione. Bene si sentì più tranquilla, era sabato, figurati se qualcuno girovagava nel cloud aziendale. Finì la colazione, fece le sue cose. Alle 13 arrivò un messaggio whatsapp. Prese il cellulare e vide che arrivava da Marco. Era una delle sue foto! E sotto c’era scritto: vieni subito in Via Gomes 7. Cit.8. Ti aspetto tra mezz’ora. Jennifer era confusa, non sapeva cosa fare. Si mise il vestito del giorno prima e corse verso Via Gomes, che era dall’altra parte della città rispetto ai Navigli, dove abitava lei. Arrivò puntuale e citofonò. Lui aprì e le disse: scendi una rampa di scale a sinistra, prima porta a destra suona. Scese e il cuore le batteva forte. Suonò e lui le aprì. Stava come al solito masticando qualcosa.

Appena entrata Jennifer gli chiese come avesse quella foto e di dargliela subito. Marco le disse:

M- le ho tutte, anche il video

J- dammele subito stronzo

M- Se non la smetti, le pubblico in automatico su tutti i siti porno, e le mando in automatico a tutti i tuoi colleghi, troia di merda

J- Cosa vuoi da me

M- Ecco brava cominci a capire troia

J-Come ti permetti di chiamarmi troia

M- Ti chiamo come cazzo mi pare troia di merda, adesso le paghi tutte

J- Cosa vuoi?

M- tu adesso diventerai la mia serva, farai tutto quello che ti chiedo e lo farai con piacere

J- Ma dopo mi darai foto e video?

M-Vedremo se sarai brava. Intanto tu d’ora in poi mi chiamerai padrone, troia di merda

J-Va bene

E le arrivò subito una sberla in faccia che la fece barcollare, e subito dopo un’altra. Poi sentì Marco ridere e dirle:

M-ti sei dimenticata di finire la frase con padrone! Sei proprio stupida. Adeso inginocchiati e fammi un bel pompino.

J- No questo no mi fai schif..sbam un’altra sberla in faccia e si accasciò piangendo in ginocchio, Marco le prese la testa, tirò fuori l’uccello moscio e lei cominciò leccarlo. A Jennifer faceva schifo, puzzava di piscio rancido, ma a Marco cominciava a indurirsi e orrore, aveva un cazzo immenso, nodoso, erano più di venti centimetri di lunghezza, ma il diametro erano quasi 8centimetra, sembrava una lattina più che un cazzo.

Jennifer lo guardò e piagnucolando gli disse: non mi ci sta in bocca, padrone. Muoviti cagna. E lei cominciò a stantuffarlo un po’, le stava solo la cappella. Marco la fermò e le disse: ora leccami le palle e il buco del culo, troia di merda. Nooo quello no dai ti prego e sentì la manona di Marco tirarle i capelli e sentì arrivarle una nuova sberla in faccia. Aveva le guance che bruciavano e sentì di non avere scampo. Cominciò a leccargli le palle e poi arrivò al buco del culo. Sapeva di merda. Uno schifo ma si costrinse a proseguire. Poi sentì di nuovo tirare i capelli e spingere la sua testa verso il cazzo. Marco le disse di prendere tutto il cazzo in bocca se no l’avrebbe punita. Le aprì il più possibile la bocca e infilò quanto più poteva. A quel punto lui cominciò a scoparle la bocca, poi guardò verso il viso di Marco e vide il suo ghigno beffardo. Finalmente sentì ce il porco stava per venire, Marco tirò fuori il cazzone e le inondò il viso di calda sborra. La guardò e le disse: vattene a casa troia di merda, mi fai schifo. Jennifer gli chiese: e le foto? Lui le rispose, che le avrebbe tenute fino a quando avrebbe voluto e che questa era solo l’inizio. Uscìdi casa con il viso e i capelli impiastricciati del seme del porco. Corse alla macchina e andò a casa. Si buttò sotto la doccia e pianse.

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