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OrgiaRacconti di DominazioneTrio

la trasformazione di Jennifer – cap. 6

By 13 Aprile 2020No Comments

Jennifer aprì gli occhi spaventata. Vide un po’ di luce ma non sapeva che ore fossero. Aveva ancora il plug dentro. Non c’erano orologi in stanza. Piano piano, senza far rumore sgattaiolò in cucina. Erano le 5,45. Andò in bagno, si lavò i denti, la faccia, voleva farsi una doccia ma aveva paura di svegliare Marco. Piano paino tornò in cucina e preparò la colazione. Si sedette, ma il plug le fece male, per cui aspettò in piedi le 7. Alle 6,59 era in stanza. Marco era li che dormiva. Era a pancia in su. Nudo. Il suo membro era svenuto da un lato. Jennifer si avvicinò, lo prese delicatamente fra le dita e se lo mise in bocca. Lo succhiò per bene e lo sentì indurirsi. Marco si svegliò ma non disse nulla. Lei continuò a succhiare, leccare, su e giù fino a quando lui, silenziosamente, non le riempì la bocca del suo caldo seme, che lei inghiottì. Poi Marco si alzò e si diresse verso il bagno. Lei gli camminava come una cagnetta ubbidiente di fianco, a 4 zampe. Entrato in bagno, le disse di togliersi il plug anale, le chiese di aprire la bocca. Jennifer eseguì e inghiottì tutto il caldo liquido che le inondò la bocca. Neanche una goccia le cadde. Marco ne fu compiaciuto. Ma sapeva che il difficile sarebbe arrivato di li a poco.

          Devo svuotarmi le viscere. Guarda verso l’alto. Ti riempirò quel bel visino.

          No la prego padrone, questo no

          Muoviti e fai quel che dico

Lei guardò verso l’alto. Lui si mise sopra di lei. E fece scendere su quel bel viso i resti che le sue viscere avevano digerito.

          Pulisciti che fai schifo.

Jennifer aveva i conati di vomito ma resistette. Si avvicinò al bidet, ma lui le disse no, infila la testa nel cesso, aprì il passo rapido e un fiume di acqua gelida le ripulì il viso. Poi le disse di ripulirsi per bene con il bidet. Una volta che ebbe finito le disse:

          Ora con la lingua ripuliscimi il culo

Jennifer era schifata, ma si avvicinò. Puzzava in modo orribile, tirò fuori la lingua e ripulì ma toccando a mala pena le pareti.

          Devi pulirmi bene tutto, anche il buco del culo. Se non lo fai, riceverai 20 vergate per ogni tetta. Attenta che sei già in punizione. Ora sei a 5, poi Sali a 20…poi rischi le 50, e li son dolori.

Per la paura Jennifer fece andare la lingua e ripulì per bene tutto, passò più e più volte la lingua ovunque. Lei pensò di aver finito e si scostò. Marco con una delle sue grosse dita entrò nel suo buco, e poi lo annusò. La guardò e disse:

          L’hai pulito male, puzza ancora. Sei a 20 vergate.

Jennifer si impaurì e con foga infilò la lingua nel buco di Marco e pulì tutto. Stavolta aveva fatto un ottimo lavoro e Marco ne fu felice:

          Lavati che puzzi di merda da fare schifo. Sei proprio un cesso. Vai dentro la doccia e lavati per 20 minuti con l’acqua fredda.

L’acqua gelida la ripulì e il seno quando uscì era duro come il marmo. Marco era lì che l’aspettava con la verga. La fece inginocchiare e senza pietà le colpì il seno che indurito dal freddo, sentiva ancora di più i colpi inferti. Marco non arrivò a 20. Si fermò dopo 10 a tetta. Le vide rosse come il fuoco. Ma Jennifer non aveva detto nulla. Al che Marco le disse:

          Hai visto come sono stato buono? Mi sono fermato. La prossima volta porterò fino in fondo la punizione. Ora ho fame.

Andarono in cucina e Marco mangiò. Le diede un po’ di pane con la marmellata. Poi le controllò il plug, glielo tolse e guardò il risultato. Il culo era ben sfondato. Erano le 9 e doveva arrivare alle 10. 

          Ho voglia di scopare, appoggiati al tavolo.

Lei eseguì e lui con mossa rapida le fu dentro e stantuffò per un bel po’. Poi dopo averla sentita venire, uscì la fece inginocchiare e le fece bere il suo seme. Venne con molto piacere. Jennifer era ormai a un passo dall’essere totalmente e devotamente educata. Mentre pensava a queste cose, sentì suonare al campanello. Erano i suoi tre amici. Marco disse a Jennifer di andare in salotto e mettersi in posizione. Andò ad aprire.

          Ciao Marco, dissero i 3

          Ciao Franco, Ahmed, Calogero

          Allora sei sicuro che questa meriti tutti i soldi che ci hai chiesto?

A sentire quelle parole il sangue nelle vene si gelò a Jennifer. L’aveva già venduta? E come mai? E chi erano quei tre. Uno era arabo. Sicuro. Lei li odiava. Oddio e adesso come faccio?

Entrarono in salotto e la guardarono. Ahmed disse:

          Hai ragione Marco, questa merita i 500 euro che ci hai chiesto. Quali sono le regole? Cosa possiamo farle?

          Dovete scoparla insieme, uno in bocca, uno in culo e uno in figa. Ognuno di voi potrà venire un totale di tre volte, una volta in bocca, una in figa e una in culo.

          Possiamo farle male? Frustarla, percuoterla?

          No

          Come no? Niente? E perché? Le altre ce le facevi percuotere e frustare tra una sessione e l’altra- disse Calogero – sai che mi piace fare male, e poi vedo che culo e tette sono già rossi, devi averli usati un bel po’

          Si ma voi potete al massimo dare degli schiaffi al culo mentre la inculate a turno e strizzare un po’ i capezzoli e le tette

          Va bene, lo facciamo solo perché questa è una bella figa

Jennifer ascoltò tutto e ringraziò il suo padrone in cuor suo per non aver permesso loro di farle troppo male. Mentre pensò a quello gli altri si spogliarono, Ahmed la prese per i capelli e Calogero per le gambe, la sollevarono e poi la fecero discendere sul membro di Franco bello duro a smorzacandela. Ahmed si piazzò davanti a lei e glielo infilò in bocca. Calogero da dietro le penetrò il suo povero culo. La stantuffarono così per un tempo infinito. Il membro di Ahmed era immenso. Quello di Franco non lo sentiva. Calogero lo aveva largo. Ahmed le strizzava le tette doloranti ed erano stilettate continue. Calogero la schiaffeggiava. Finalmente a uno a uno vennero. L’ultimo fu Ahmed. Sperava in un po’ di riposo ma Calogero era già davanti alla sua bocca. Ahmed sotto di lei, e Franco dentro il suo culo. Ahmed le massacrò la sua povera fessura ma ebbe un orgasmo. Calogero le strizzava le tette mentre le infilava il suo largo membro fino in gola. Franco usava il suo culo, ma soprattutto si divertiva a schiaffeggiarla e a farle male. Franco fu il primo a venire, uscì e prese a schiaffi il culo di Jennifer, dicendole che era una inutile troia e che non aveva sentito nulla. Voleva farle male e ci stava riuscendo. Il secondo fu Calogero. L’ultimo Ahmed. Sperava di avere un attimo di riposo, ma Franco era davanti a lei. Le prese le tette e la tirò a se ficcandoglielo in bocca. Calogero era sotto di lei e si infilò nella sua fessura bagnata fradicia e Ahmed si posizionò dietro e infilò il suo arnese senza pietà. Jennifer si sentì lacerata, distrutta ma resistette. Tutti le diedero colpi mortali, si sentì quasi svenire. Ma infine dopo una ora vennero.

Uscirono da lei, pagarono Marco, si rivestirono e se ne andarono.

Marco la vide con il viso sfatto dal dolore e dalla fatica. Pensò che fosse bellissima. Era supina sul pavimento a pancia in giù. Rivoli di umori maschili e femminili le uscivano dai suoi pertugi. Non riusciva neanche a muoversi. I suoi amici l’avevano massacrata per bene. Voleva averla, così ora. Si abbassò e le entrò dentro. Il suo corpo la schiacciava al pavimento, ma le sussurrò parole dolci. Lei non disse nulla. Non si mosse. Marco le sussurrò all’orecchio: sei bellissima, e sei una cosa mia. Ripetilo. E lei come un automa disse: sono una cosa tua. E Marco pensò che si lei era ormai sua. Marco le venne dentro dopo 5 minuti. Uscì, la prese per i capelli sollevandola, glielo mise davanti al viso, e lei come un automa glielo ripulì.

La lasciò li sdraiata, prese l’iPad e si riposò. Era stanco ma felice. Jennifer era stanca e distrutta e non si mosse.

Dopo un po’ Marco con gentilezza le disse: vai in bagno, ripulisciti, stai tutto il tempo che vuoi. Poi vieni in cucina. Lei si mosse e lentamente gattonando andò in bagno. Si fece una doccia calda, ci stette tanto tempo. Si ripulì per bene. Si asciugò, si mise il suo grembiule e andò in cucina. Era pronta a tutto. A subire ancora le angherie. Ma avrebbe resistito. Non avrebbe detto nulla. Arrivata in cucina trovò la tavola apparecchiata con ogni ben di dio, e Marco le fece cenno di sedersi di fianco a lui. Mangiarono in silenzio. Jennifer non disse nulla, e Marco non le parlò. La lasciò sola coi suoi pensieri e le sue paure. Il pomeriggio si riposarono entrambi. Lei scrisse al suo fidanzato dicendogli che il week end con Carla procedeva bene.  Aveva paura della sera ma non successe nulla. Marco si scaricò la vescica un paio di volte nella bocca di lei, le provò le pinzette per 15 minuti. Ma insomma, con tutto quello che aveva subito quello era nulla.

Prima di dormire Marco si raccomandò che la mattina lei eseguisse gli ordini impartiti il giorno prima, lei rispose con un sottomesso: si padrone, e ognuno dormì.

Marco sapeva che la domenica sarebbe stata la prova più dura.

Jennifer invece era ignara dei programmi di Marco, se no avrebbe avuto molta paura.

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