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La tratta delle bianche

By 7 Ottobre 2020Ottobre 9th, 2020No Comments

Trovo Teresa ridotta ad uno straccio, molto peggio di me. Ha passato la notte con tre ospiti del Visir, mi racconta che molto spesso veniamo usate per intrattenerli, raramente passiamo notti tranquille. A volte sono persino piacevoli, con uomini e donne raffinati e affascinanti, altre piene di sevizie di ogni genere. E’ curata da una splendida ragazza russa, Olga, altissima, dal corpo esile come un giunco ma il seno grande e  così sodo che sembra scolpito. Chiaramente tra le due c’è molta complicità e tenerezza.

– Ti ci vuole una fidanzatina.- Mi spiega Olga.

– Non facciamo sesso a sufficienza ?

– E’ molto più di un’ amante, è una confidente, una persona su cui contare nei momenti di sconforto, una compagnia nelle giornate vuote e noiose, prova con Tatiana, la mia compaesana, è una ragazza molto dolce e simpatica, oltre che bellissima. La chiama e ci presenta, in effetti è molto bella, alta quasi come  Olga, gambe lunghissime, il seno armonioso e sodo, come il fondoschiena, il viso dolce, la pelle più candida che abbia mai visto, occhi celesti chiarissimi, capelli colore dell’ oro che arrivano ai lombi. Ha venti anni, vive da tre nell’ harem, fu rapita in un paese sulle coste della Crimea insieme a Olga, dalla sua espressione è molto attratta, confessa che appena mi ha vista si è innamorata, ma la timidezza la frenava. Conquistata dalla sua sensibilità l’ abbraccio con calore e la bacio, è talmente alta che devo mettermi in punta di piedi.

Dopo una gradevole giornata di coccole e scherzi verso sera veniamo portate nel salone dei ricevimenti dove il Visir sta già mangiando con alcuni ospiti. Ci accomodiamo su morbidi cuscini e assaggiamo qualche frutto, l’ ospite a fianco del padrone, evidentemente un uomo importante, chiede di me.

-Mi hanno parlato della tua ultima perla.

Il Visir fa segno di avvicinarmi.

– Veramente bella, un viso unico e un corpo armonioso e flessuoso.

– E’ una ragazzina anche dotata nelle arti e molto gentile, pensa che è restata a digiuno quando l’ ho sodomizzata per paura di sporcarmi.

-Veramente, le mie mogli non hanno mai avuto una tale attenzione.

– Neppure le mie !

-Per questo ho perfezionato la macchina per ripulire le viscere, se la vogliamo provare…

-Perfetto, se funziona come spero ne comprerò almeno una ventina.

L’ uomo, ora che lo vedo da vicino è un bellissimo atletico giovane sulla trentina, fa portare una asta alta quasi come me a cui e collegato un grande imbuto di vetro riempito da tiepida acqua di rose, dal beccuccio parte una cannula morbida, lunga fino a terra che termina con un piccolo rubinetto e un ugello stretto in fondo che si allarga per una decina di centimetri, si restringe per un paio e torna largo per avvitarsi al rubinetto. L’ uomo mi guarda e mi chiede se sono disposta a provare. Ovviamente acconsento, mi ordina di mettermi carponi, è ormai la mia posizione classica, infila l’ ugello dentro il mio ano sino al restringimento che si incolla quasi all’ orifizio. Un urletto sorpreso esce dalla mia bocca, non è per nulla doloroso, sembra sia adatti perfettamente al mio retto.

– Non ti ho fatto male ?

– No mio signore è piacevole, continui senza timori.

Apre il rubinetto e lentamente il fluido caldo incomincia a scorrere nelle viscere, i servi dell’ uomo si preoccupano di mantenere pieno l’ imbuto, è entrato un litro, annuncia, passa un decina di minuti e sono due, poco dopo il pancino inizia dolere, l’uomo nota le mie smorfie di fastidio.

– Qualcosa che non va, cara ?

– Ho crampi all’ addome, signore.

– Se una sua compagna vuole venire a confortarla…

Tatiana arriva veloce e si inginocchia al mio fianco, inizia a massaggiare l’ addome, già gonfio e gorgogliante. Mi bacia profondamente. – Va un pò meglio, amore ?

– Sì, ma mi sento piena,sempre di più, ho un bel pancione ?

– Sembri incinta di sei mesi.- sorride.

Continua a massaggiare ed accarezzarmi, ma dopo tre litri e mezzo il fastidio è insostenibile, sento gli intestini gonfi che premono.

–  Signore, sto per scoppiare, non ci sta più nulla.

– Non avverrà, non spaventarti, il corpo femminile resiste a ben altre torture, resisti ancora un poco.

La mia pancia sembra un grande otre pieno di acqua che ballonzola pesante ad ogni minimo movimento, ora inizio a piangere, ho paura di morire nonostante le rassicurazioni. Interviene la mia compagna, ha il viso leggermente rigato dalle lacrime.

– Signore vi prego, saranno cinque litri, ha sofferto a sufficienza, non infierite, piuttosto sperimentate con me, che sono più forte.

– No, non devi sacrificarti per me.

L’ uomo alla fine chiude il rubinetto.

– Ne hai avuto a sufficienza. Tu, fammelo diventare bello duro.

Apre la tunica e mette in mostra un grande fallo già ritto, Tatiana in breve lo rende duro. Si pone dietro di me, solleva l’ ugello dilatando a dismisura il mio buchetto ed entra dentro. Il dolore è insopportabile, vedo Teresa coprirsi gli occhi e Tatiana, che ora piange disperata, accarezzarmi e baciarmi. Le mie urla sovrastano tutto.

– Muoiooo ! Ho due cazzi dentro il mio culooo ! Signore, mi risparmi questa tortura.

-E’ solo un piccolo ugello, comunque se vuoi…

Lo strappa via, sento la mucosa ferirsi e qualche goccia di sangue fuoriesce, non ho neppure la forza di piangere o lamentarmi, già mi vedo gettata via insieme ai rifiuti come qualsiasi utensile rotto. Ad ogni affondo il ventre è scosso ed il liquido preme forte sul diaframma.

-Tra poco uscirò dalle tue viscere perchè voglio sborrare sulla tua faccia e quella della tua amichetta, così potrai liberarti.

– Signore mi vergogno, defecherò davanti a voi ed al mio padrone. Sporcherò dappertutto.

– A quello ho già pensato, per il resto verrai umiliata da essere inferiore quale sei.

Due giganteschi schiavi neri portano una grande bacinella d’argento, appena libera mi fanno sedere, mi sollevano e divarico le gambe come stessi per partorire. Si scatena una cascata di acqua profumata e deiezioni, sangue e piscio. Non ho neppure la forza di alzarmi, Tatiana mi sorregge e torno al posto. Piango posata sul suo seno, spaventata e umiliata, lei mi consola con parole dolci e tranquillizzandomi, domani mattina sarò già in forma mi assicura. La notte prosegue con un’ orgia, vengono scelte sei di noi, tra le quali Olga, Tatiana e Teresa, per fortuna il Visir mi congeda. La mia compagna viene assegnata a due grassi e pelosi cinquantenni completamente disinteressati alla sua bellezza e grazia, solo eccitati. I due sono già dentro i suoi orifizi, la montano furiosamente, lei nonostante i vent’ anni li gestisce con disinvoltura, ha anche il tempo di sussurrarmi da lontano ‘Ti amo’.

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