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Racconti di Dominazione

Le Adidas di Ingrid

By 21 Gennaio 2010Dicembre 16th, 2019No Comments

Ecco la vostra Ingrid, fichissima e bastarda, per la prima volta a scrivere di persona.
Allora, la situazione è questa: ho le tre merde ominicchi rottinculo ma di scarpe ne manca una.
Che fare? Semplice, mi dico abbiamo pure i due calzini pieni di ogni schifezza; quindi uno per il terzo frocio e, direi, l’altro per la puttanella che vorrebbe limitarsi a usare il nostro stupido cesso, mica mi sembra giusto.
Lo comunico ai bastardi e la zoccoletta cerca di tirarsi fuori. Per risposta si becca un bello schiaffone da Francy’
Ora si tratta di scegliere il frocio da calza.. chiedo un suggerimento alla mia splendida fidanzata che propone: ‘Mm, potremmo fare che consideriamo il calzino un premio con tutto il bendiddio che contiene ‘ ride sadicamente ‘ quindi i maschi, se così possiamo chiamare questi insulsi esseri, se la giocano con una piccola prova di resistenza. Kate, troia, metti sui fornelli 3 pentolini e altrettante pentole più grandi ricolmi di cera. Quando sarà fusa verseremo sui vermi quella dei contenitori meno abbondanti e di seguito passeremo agli altri.
Se uno si arrende subito sarà ultimo classificato; altrimenti m’inventerò un test successivo, soffrirete come cani bastardi ahahah!’.
Kate fa ciò che le è stato ordinato e nell’attesa ficco in bocca a Betty le mie fetide mutandine;
non sembra apprezzare a sufficienza e un calcio in piena pancia di Francy le regala un po’ di convinzione. Basta poco a capire che la schifosetta ha cambiato idea, i suoi mugolii da vacca in calore sono un’ottima prova. Le tocco la fica, è un lago, ci ficco tre dita di botto, poi le altre due e sento ‘Sìììì cristo sììììì fottimi sono una troia lesbica rompimi la fregna cazzooooo!’.
Arrivo fino al polso ma le grido di non venire: levo di scatto la mano strappandole un rantolo e le dico di preparare il buco del culo che riceverà lo stesso trattamento.
Ma intanto Kate ci avvisa che i pentolini sono pronti e la cera inizia a bollire.
Francesca li toglie subito prima che si consumi, ne tiene uno, passa il secondo a me e l’ultimo a Kate dicendole che se lo è meritato.
Io mi scelgo il peloso certa che è quello che soffrirà di più, soprattutto quando gli raschierò la cera con un bel guanto da giardinaggio molto ruvido’
Fra si prende il turco e a Kate resta il biondino.
Francesca suggerisce di versare il contenuto tutto in un colpo che non è poi così tanta’
Fatti sdraiare supini i vermi faccio ‘tre, due, uno: via!’.
I figli di puttana lanciano grida disumane, consegno alla mia donna uno dei due guanti e dico a Kate di strappare la cera con le unghie notevolmente lunghe.
Uno spettacolo divertentissimo, mi piacerebbe farvi vedere il mio cazzo di orso, cui strappo una gran quantità di peli.
Piange come una fontana la bestia, ma incredibilmente il suo cazzo eretto dimostra quanto goda per quel dolore atroce: porco masochista lo faccio impazzire!
Anche gli altri starnazzano come galline cui hanno tirato il collo, scena che provoca a tutte e tre una fragorosa risata.
In attesa che vengano pronti i pentoloni, mi dedico al culo di Betty; per cortesia le scatarro sul buco e con decisione la penetro col medio, cui aggiungo subito l’indice e l’anulare.
Con tre dita in culo riparte il ritornello: ‘Cazzo porca troia, rompimi questo lurido culo, ma, per dio, me lo devi sfondare, spaccare del tutto, sììììììì cosìììììì cristo’.
Non mi faccio certo pregare e passo a un deciso fisting che fa impazzire la pseudo – timidina; dopo un paio di minuti se ne viene in un orgasmo esplosivo. ‘Contenta ora, rotta inculo del cazzo?’ le faccio; la vacca mi ringrazia in ginocchio.
Arrivano le due ragazze con tre enormi pentole e, su indicazione di Francesca, cambiamo metodo: un mestolo per volta su diverse parti dei luridi corpi.
Messi a pecora si parte da chiappe e ano. Lo stupido irsuto getta la spugna quando sente la cera bollente nel buco, gli altri resistono e si beccano una gittata sulle palme dei piedi; poi è il turno dei capezzoli. Quando le due passano ai coglioni e immediatamente dopo alle cappelle pure il turco si arrende.
Vince quindi il biondo e presa da un raptus piazzo sul buco anale del mio bastardo un folletto alla massima potenza che gli strappa letteralmente tutti i pelacci, insieme alle immaginabili grida.
Preferiamo tenere in ‘caldo’ i nostri preziosi calzini e i due vincitori si avventano come rapaci sulle mie Stan Smith che riescono a levarmi in un battibaleno per scatenarsi con le narici sul tremendo puzzo emanato dalle scarpe che annusano e leccano con adorazione mugolando di piacere; nella mia immensa bontà permetto ai cani di pulirmi con dovizia i piedi minacciandoli che se non torneranno lindi una siga spenta sulla punta del cazzo è garantita.
Mi fanno invece un lavaggio perfetto e sborrano copiosamente sul lavoro appena fatto: inutile aggiunga che si risucchiano tutto il loro seme bastardo.
Intanto il cesso è pronto per i suoi servigi, ma prima dobbiamo svuotare i calzini in bocca all’ex villoso e alla troietta.

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