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MIA MOGLIE AL CINEMA PORNO

By 29 Marzo 2016Dicembre 16th, 2019No Comments

Decisi di portare mia moglie nel posto dove era obbligatorio portarla, dove era necessario che passasse dei momenti, dove sarebbe stata battezzata, sverginata come vera zoccola, dove sarebbe stata abusata ed usata nel modo più giusto, cioè da tutti e da estranei, da veri porci che andavano li per masturbarsi e che avrebbero sognato ma quasi mai avrebbero potuto avere la fortuna di trovare una donna, una ragazza sana e brava ma zoccola dentro.
Le feci indossare i collant col reggicalze incorporato, quindi aperte, collant da mignotta, e sopra un perizoma trasparente.
La patata , anzi la figa l’avevo fatta depilare quasi completamente, le labbra belle libere, lisce, a disposizione ma sopra una riga, anzi un triangolo di peli sfoltiti ma non cortissimi, pronti per esser agguantati.
Sopra i collant una bella minigonna corta di colore rosso, non più lunga di metà gamba, metà coscia, non stretta ma aperta, facile da alzare, spostare.
Poi un bel perizoma trasparente,con dei fiocchetti ai lati, pronto per esser tolto, slegato e il bel culetto in pratica completamente nudo.
Sotto delle scarpe col tacco a spillo, ma non troppo alto, quello che bastava per darle quel tocco da zoccola ma non da sdraiona volgare.
Sopra una mogliettina, aderente, un po’ trasparente con I bottoni, facile da aprire e con sotto un reggiseno.

Per portarla in quel cinema dovetti lavorarmela per mesi ed un giorno dopo una buona quantità di alcool e cotta a puntino riuscì a convincerla a lasciarsi trasportare in questa mia perversione.
La portai in una grande città dove nessuno ci conosceva, era una domenica pomeriggio e parcheggiata l’auto in un punto nascosto la porta coperta da uno spolverino lungo in modo da poter passare inosservati.
Arrivati alla biglietteria ‘
Io: buon giorno due biglietti per favore
Bigliettaio: 10 euro, le donne non pagano’
Io: aha’grazie
Mia moglie tutta tremolatesi lasciò guidare da me, io spostai il tendone pesante e a quel punto le tolsi gli occhiali da sole che aveva indossato per non farsi riconoscere, ma al buio ‘
Rimanemmo un paio di minuti fermi tra le tende.
Lei: amore’sei sicuro? Andiamo via’
Io: no stai tranquilla ormai ci siamo, voglio che tu entri’l spinsi con convinzione e lei dopo un freno iniziale si lasciò trasportare, spostammo la seconda tenda ed ormai gli occhi si erano abituati e ci trovammo in alto e riuscimmo a distinguere lo schermo e le poltrone.
Le feci togliere lo spolverino dato che faceva molto caldo e a quel punto per gli occhi degli spettatori che ormai erano al cinema da diverso tempo e quindi avevano la vista ben abituata, fu facile notare che affianco a me c’era una ragazza in minigonna.
Il cinema sembrava abbastanza pieno e vedendo tutti i posti laterali occupati decisi di andare avanti e la portai nei primi posti vicini allo schermo.
Nel scendere le scale, i tacchi fecero la propria parte, di risonanza, tutti si girarono al suo passaggio e lei concentrata nel scendere gli scalini senza inciampare, percepì il loro sguardo ma senza girarsi.
Trovai una fila che sembrava vuota e decisi di entrarci ma appena lei provò a sedersi si trovò scomoda, si sentiva stretta con le poltrone davanti e allora per farla sentir meglio la feci rialzare per uscire, ma nel mentre da entrambi i lati si erano seduti dei signori, lei si trovò a dover passare prima di me e nel cercare di superarli perse l’equilibrio cadendo verso il primo, il quale ebbe la fortuna di trovarsi le tette di mia moglie in faccia, a quel punto rimessasi in piedi chiese scusa e passò al secondo e quì decise di girarsi ma non ebbe tanta più fortuna anche perchè il secondo più scaltro non la facilitò e lei dovette chinarsi andando nuovamente a toccare coi suoi seni sulla testa di un signore che in questo caso era seduto davanti e col sedere andò dritta in faccia a quello che la ostacolava.
Superato anche questo mancava solo il terzo il quale più sfacciato le accarezzò le cosce e partento dalle ginocchia salì fino in alto dentro la minigonna e poi pagato il dazio ci lasciò passare.
Io vidi la scena e mi divenne ancor più duro e lei spaventata non disse nulla ma sicuramente aveva provato dei brividi tali da mandarla in estasi.
Usciti da lì le presi la mano e la portai in prima fila, libera, di potersi alzare quando voleva.
Ci sedemmo in mezzo e lì iniziò a rilassarsi.
Il film era uno di quelli abbastanza crudi, forti e questo non fece altro che far eccitare gli uomini nella sala.
Io tirai fuori della vodka alla fragola che mi ero portato dietro per far rilassare la mia mogliettina e gli effetti si videro.
Ad un certo punto notai dei movimenti e un signore si sedette affianco a lei mentre altri si sedettero dietro.
Incominciai a vedere le mani che si muovevano, che continuavano ad andare su e giù, erano gli uomini che si stavano masturbando.
Io l’abbracciai e lei accavallando le gambe non fece altro che far accorciare la sua mini a tal punto da mostrare bene le sue belle gambe evidenziate da quei bei collant velati.
Vidi la mano del porco che pian piano si avvicino alla gamba della mia mogliettina, della donna che avevo sposato col vestito interamente bianco, con la quale ero sempre stato.
La mano grande e decisa e pelosa superò il limite della sua poltrona invadendo quello di mia moglie, la quale aveva la testa appoggiata alla mia.
La gamba era bellissima, in mostra , in esposizione, diceva: palpami, toccami.
La mano audace arrivo e non con un dito timido che avrebbe potuto darle solletico, bensì con un’avanzata decisa ed audace.
La mano bella aperta si appoggiò sull’intera coscia di mia moglie la quale saltò ma non troppo, questo era segno che se anche faceva sembrare che fosse rilassata su di me e intenta a guardare il film, invece seguiva il movimento del porco che sedeva alla sua destra.
La mano iniziò ad andare su e giù e lei non disse nulla, aveva timore nel reagire nel dire non fermo, cosa fai, temeva le reazioni di quel signore spavaldo che la desiderava e lei si fece pecora, anzi pecorella nei confronti del lupo.
La mano andò su e giù e dopo qualche minuto , ormai impossessatosi di quella bella gamba giovane, la tirò verso di sé costringendola a scavalcarla.
A quel punto iniziò ad affondare la mano dentro la gonna, tra le due cosce, anzi iniziò a palparsi anche l’altra ancora fresca, nuova, vergine rispetto a questo tipo di emozioni e con la mano inizià ad entrare in mezzo’
Sentì la respirazione di mia moglie diventare più profonda, come quella che il dottore ci fa fare per sentire se stiamo bene’
Lei mise la mano sulla gonna in mezzo alle gambe come per frenarlo, ma lui trovata la resistenza dopo un po’ la prese e la tirò a sé portandola anziche tra le belle gambe della proprietaria, in mezzo alle gambe del porco.
La mano di mia moglie era piccola, snella con le unghie rosse e un po’ lunghe e fredda e lui la mise con decisione in mezzo alle sue gambe, dove al posto dei collant velati ed una gonna alzata, vi erano dei jeans e al posto di quel perizomino che copriva una candida patatina, mia moglie trovo un mastello grosso e duro surriscaldato il quale accolse bene quella manina fredda , ingenua ma non troppo ed estranea.
Mia moglie logicamente di seghe ne aveva fatte tante al sottinteso ma anche prima ai suoi ex, e furono pure le sue prime esperienze ma non essendo un uomo non sarebbe mai stata così brava come un uomo soprattutto perché lei non percepiva il piacere che un uomo provava, lei non sentiva cosa provava l’altro, ma dall’altra parte quando masturbava con timidezza o timore o contro voglia o con paura come era questo momento, trasmetteva al fortunato quella sensazione di perversione, di situazione estremamente eccitante .
Siii era bellissimo sentire una manina ingenua e contro voglia sul proprio cazzo, una manina spaventata e fredda che sega male procurando dolore, ma che viene soppiantato dall’estrema perversione.
Quindi quella manina trovatasi in quella situazione, dopo i primi movimenti di accompagnamento, si mise a lavorare da sola.
Da dietro un altro uomo allungò la mano sulle spalle di mia moglie, iniziò a massaggiarla e lei dopo un iniziale sobbalzo rimase ferma aspettando di vedere il proprio futuro .
Il secondo maiale iniziò a baciarle il collo per poi avanzare con la mano verso i bei seni formosi ed abbondanti.
A quel punto anche un altro sempre da dietro iniziò ad avanzare ma dall’altra parte ed anche lui dopo averle leccato un orecchio e averle procurato un brivido estremamente eccitante avanzò cercando di penetrare nella camicetta.
Mia moglie adesso aveva una mano impegnata nel masturbare il suo vicino a destra mentre lui le palpava legambe ed iniziava a degustare la patata coperta da un semplice perizoma, mentre altri due da dietro cercarono di affondare le proprie mani sui bei seni.
A quel punto vidi arrivare altri porci e visto che la mia dolce mogliettina era quasi sotto le attenzioni e la cura di quei bravi porci decisi di alzarmi e lasciar posto a qualcun altro.
A quel punto uno si sedette ma mia moglie mi teneva stretta la mano, si voleva mantenere un contatto con me ma appena l’altro mi prese la poltrona, le prese la manina e se la mise sul suo dolce cazzo e le diede l’avvio iniziale alla dolce masturbazione.
Anche lui allungò le proprie mani su quelle belle gambe allargandole completamente.
Un altro da dietro arrivò e dopo averla baciata tutta si mise a slinguarla avidamente facendole chinare la testa verso l’alto e quel rossetto rosso divenne la sua preda.
Io vedevo uno spettacolo, anzi iniziavo ad aver difficoltà a vederlo dato che lei oramai era accerchiata.
Dietro di lei uno la dimonava senza lasciarla respirare , mentre i suoi due compagni di poltrona, i suoi vicinale avevano slacciato la camicetta e tirato giù il reggiseno, agguantandole quelle due belle tette, quelle due belle quarte abbondanti, quasi quinte erano diventate di proprietà di ognuno, i quali sembravano dei neonati bisognosi di latte materno, peccato però che loro avessero una capacità di tiro del latte come quelli che erano, cioè due cinquantenni impazziti, due cinquantenni che non vedevano da decenni due tette fresche e giovani di una poco più che trentenne, da una neo trentenne ancora fertile, pronta per creare.
Trovandosi agguantata dai due porci ai lati, le sue gambe ormai divenute loro proprietà esclusiva erano completamente aperte e le loro mani erano dentro quella patatina appena coperta da quel fazzoletto di microfibra.
A quel punto arrivò un altro, un signore quasi sessantenne , un po’ grosso, con una barba folta e nera il quale si inginocchiò davanti a mia moglie, ma non in segno di rispetto come fa uno schiavo verso il proprio padrone, bensì per potersi degustare le primizie che gli venivano gentilmente offerte dagli altri due porci.
Il grasso si inginocchio ed guardando mia moglie negli occhi le sorrise come per dirle : guarda che adesso ti degusto tutta.
Lei non ebbe tempo di reagire che venne riagguantata da un altro per limonarla e il grasso agì indisturbato ma con la’iuto dei porci che le tenevano le cosce ben aperte.
Lui le sollevò ben benela gonnellina rossa e si avvicinò alla patatina.
Prese i lembi del perizoma rosa e con la facilità dei nodi delle scarpe ma come fossero i nodi di un pacchetto regalo li tirò prima uno e poi l’altro fino a slacciarli rendendo libero il fazzoletto davanti ormai imbevuto di piacere della povera condannata, della ragazza data in sacrificio.
Lei si irrigidì tutta, cercando di chiudere le gambe con tutta la sua forza, ma i due porci forti ed eccitati le continuavano a palpare le gambe.
La gonnellina rossa alzata, completamente aperta mostrava che sotto non portava solo degli splendidi collant neri velati che te lo facevano diventare duro al solo ammirare quelle gambe, ma si vedeva che terminavano e sopra avevano un reggicalze incorporato che si apriva che le lasciava la patata e il bel culo a tua completa disposizione e questo ti faceva capire quanto fosse troia, quanto fosse zoccola, mignatta questa bella ragazza, anzi questa bella mogliettina che aveva dato il permesso al suo caro maritino perverso di lasciarsi portare in un posto simile.
Si capiva quanto avesse voglia’di cazzo!!
Quindi non solo uno si sentiva libero da alcuna moralità dato che se a vederla da fuori sembrava una quasi brava ragazza da sotto si vedeva quanto fosse zoccola.
Quindi era diritto di ognuno li presente di farsene quello che più le andasse, anzi bisognava unirsi per punirla, per soddisfarla.
Quindi il perizoma , il fazzoletto davanti cadde mostrando a tutti come lei si fosse curata per quel momento.
Il grasso rimase qualche secondo senza respiro, senza reazione, i suoi occhi erano persi, come offuscati, mai nella sua vita gli si era presentato a così pochi centimetri dagli occhi, dal naso e quindi dal suo olfatto da cane segugio addestrato a profumi di miele di patatine giovani e curate.

Mai a così breve distanza dalla sua bocca’

La mia mogliettina sentì come un fuoco in quel punto, sentiva pure il respiro caldo di quel cane da passere sulla sua patatina.

Lei era già tutta bagnata, infatti il fazzoletto del perizoma aveva avuto difficoltà , quando slacciato, a staccarsi, dato che era rimasto impigliato, attaccato a quelle labbra nude, e impregnate.
Lei si staccò dalla bocca di quello dietro di lei che continuava a limonarle senza lasciarla respirare, per vedere la fonte di quell’energia che sentiva, quel calore incandescente che le stava bruciando la sua intimità.
Si scambiarono uno sguardo di pochi secondi.
Lei vide la faccia assatanata, anzi assetata di un lurido porco con una bava alla bocca, vogliosissimo della sua candida ed innocente patata protetta da lei , resa nuda e cruda per lui o per un altro fortunato che le sarebbe potuta trovare, quindi con un ingenuità, un incoscienza , nascosta, bendata dalla sua voglia di trasgredire, di concedersi al, ai maschi.
Lui invece di fronte a se una bella fighetta, anzi due, una era la ragazza, l’altra era quella vera, quella nuda e cruda in mezzo a quelle gambe che desiderava da una vita.
Lei mai avrebbe voluto concedersi ad uno brutto come lui ma ormai era li e nulla poteva contro il destino che si era andata a cercare o meglio che la persona di sua fiducia, nonché suo marito le aveva riservato, ma che lei aveva acconsentito.
Quel porco che normalmente non degnava del suo sguardo, adesso doveva guardare con vergogna, perché lui le vedeva la fighetta tutta curata da baldracca e vestita per eccitare il maschio.

A quel punto le sue tette vennero agguantate da due bocche, e tenute ferme ognuna da due mani’erano i due porci seduti ai suoi lati.
Allora lei cercò di stringere le gambe per fermare il grassone ma ormai lui le aveva agguantato le gambe ed iniziò a gustarsele.
Il perizoma, era ormai aperto davanti, ma rimase sollevato da sotto perché il filo interdentale che le passava nei glutei era fermamente tenuto fermo dalle chiappe sode che erano dure come marmo, data l’eccitazione e l’ansia che lei provava.
A quel punto, il grasso le guardò quella figa giovane e fresca tutta nuda ma con un solo triangolo di peli un minimo folti ma non troppo lunghi, solo quello che bastava per esser agguantati, morsi.
E così fece, si buttò sulla fighetta ed iniziò a leccarle e agguantarle coi denti e le labbra i peli con l’intento di odorarli, assaporarli, quasi mangiarli ma sicuramente tirarli, coi denti, con la lingua, li avrebbe voluti strappare uno ad uno.
A quel punto lui iniziò a tirarli e lei iniziò ad ansimare a gridare, un dolore misto a piacere’
Il grasso si allantonò un secondo e vide quelle belle labbra a cui ambiva e che ancora non era ancora arrivato’
Vide le labbra muoversi, era suggestivo, era stupendo, sembrava una parte a se staccata dal resto del corpo’
La patata dalla parte più bassa emetteva qualcosa, un liquido cremoso, trasparente’era il piacere, si il piacere di mia moglie’mia moglie stava godendo e il grasso che ne era un degustatore l’aveva in fronte a lei e più lui la guardava e più lei sentiva che sarebbe stato solo questioni di attimi.
Nello stesso momento sentì i due porci succhiarle le tette come mai lei aveva provato fino a quel momento.
Loro le spremevano e le tiravano i capezzoli senza pensieri, senza rispetto, quasi come per punirla di esser venuta lì a provocarli.
Le mordevano le tette ma soprattutto succhiavano con gusto e come dei matti quasi volessero , sperassero di tirare fuori qualche goccia di latte, si proprio così la vedevano come una bella , giovane e dolce mamma , si una mamma speciale che gli faceva rizzare il cazzo, una mammina più giovane ed ingenua di loro e molto troia.

In quel momento uno da dietro la prese per la coda e la fece girare, lei senza aspettarselo si trovò in faccia un cazzo enorme e il maiale con forza non esitò a spingerglielo in bocca.
A quel punto mia moglie si trovò un cazzo enorme che spingeva dentro la sua boccuccia e la sua lingua cercva di frenare .
Il porco cercò di scoparsi quella boccuccia stretta’
Nel mentre il grasso dal davanti la prese per le chiappe e la tirò fino al lembo della poltrona anche perché ormai lei col suo nettare stava macchiando tutto il tessuto, il velluto.
A quel punto senza ritegno, le mise un dito nel culo e affondò la sua bocca nella figa di mia moglie, la quale non trovandosi più le cosce bloccate le strinse come una forza.
Il grasso era eccitatissimo ed allora aumentò la sua penetrazione anale a secco della mammina.
Lui sentile cosce stringersi e muoversi in alto e in basso, sentiva che la cagna godeva, impazziva di piacere grazie a lui, sentiva il contrasto, una parte delle cosce, la parte vicino alla figa, tuttE morbide e fresche sfregargli sulle guance e poi subito dopo la fine dei collant da troia, in pizzo, come rinforzo e poi il collant velato, di qualità, bello liscio da vera fighetta.
Lei gli strinse la testa, mise le gambe, i polpacci sulla sua schiena trattenendolo , le gambe impazzivano, andavano all’impazzata, non sapeva più come usarle.
Il maiale le stava divorando la figa, se la stava mangiando, lei impazzita si liberò di quel cazzo che aveva in bocca e guardò il grasso che si era impossessata di lei, della sua figa fradicia di umori dovuti a lui, lei gli era, gli doveva esser debitrice, anche se fisicamente non le piaceva, ma era lui il responsabile di quel piacere.
Il dito nel culo continuava a seviziarla.
Lei aveva masturbato con vigore, con forza i due che stava allattando, tolse, le mani da quei cazzi che perdevano sperma ovunque e si mise ad agguantare la testa del grasso il quale si stacco dalla fighetta per un attimo e guardò mia moglie con una faccia da indiavolato e con la barba nera piena del nettare fuoriuscito da mia moglie che godeva come una matta.
La barba folta era quasi tutta bianca’
A quel punto da dietro le ripresero la testa per proseguire nel pompino, anzi nei pompini perché oramai erano due e lei tenendo per i capelli il porco davanti a sé lo agitò mettendoselo lei sulla sua figa, voleva che continuasse a leccarla.
A quel punto spostò le mani sui capelli dei porci che stava allattando e si mise ad accarezzarli come fossero i suoi figli, un po’ cresciuti, si li accarezzava i capelli con affetto e loro ricambiavano tirandole i capezzoli, succhiandole al massimo’questo le dava un piacere immenso’
A quel punto riprese i loro cazzi e li masturbò con vigore, piacere, si era felice di masturbare i suoi figli cresciuti , si figli adottivi, dato che in realtà potevano esser loro i suoi padri.
SI mise a masturbarli con una tale passione e piacere che i due raggiunsero l’orgasmo sborrandole sui collant .
Mia moglie a quel punto ricevette anche la sborrata di uno dei due porci che stava spompinando, il quale le riempì la bocca, a tal punto che le fuoriuscì colandole sul corpo, in mezzo alle tette.
Mia moglie raggiunse ‘orgasmo, gridò come un’indiavolata, tirando i capelli dei due figli adottivi e poi anche i capelli del leccatore.
Due erano venuti dopo masturbazione ed allattamento, uno dopo un pompino, anzi una scopata di bocca ma l’altro doveva ancora venire e il leccatore aveva appena iniziato a divertirsi’
Mia moglie aveva raggiunto un penta orgasmo a dir poco’ma ancora tanti dovevano venire e il film era terminato e la luce si riaccese’
Proprio in quel momento attratto dalle urla, il proprietario venne li a vedere cosa stesse succedendo colpendo sul fatto tutti noi’
Proprietario: ma che succede? Siete impazziti? Ma dove credete di essere? Vi denuncio tutti, ora chiamo la polizia.
Qualcuno disse: io non centro è colpa della troia
Altri: si è verò è lei ‘
Il proprietario guardò mia moglie con la sborra sui capelli e sul mento e sui collant.
Proprietario: bene, adesso ti sistemo io’
Venne un gelo in tutto il mio corpo’
Mia moglie: noo, la pregoo’
Il proprietario: adesso ti denuncio’
Tutti assieme: si denunci lei, è lei la zoccola, noi non centriamo niente’
Proprietario: puttana!!!
Lei: ma come si permette’
Lui: zitta troia, vieni con me’
Io: no la prego’parliamo’
Lui: cornuto zitto, certo che parliamo e ve la farò pagare cara’se non volete che vi denunci’
Io capì che si stava aprendo qualcosa da cui non ne saremmo mai più usciti’.

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