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OrgiaRacconti di Dominazione

M’s story. Capitolo 19. Mi preparano… ma per chi?

By 2 Novembre 2022No Comments

Si alzano, la riunione è finita, io resto in ginocchio per qualche attimo, scioccata dal modo con cui Giovanni mi ha chiesto quella cosa. Ho capito perché mi ha chiesto proprio di quei due padroni: del greco non poteva sapere le dimensioni, non lo ha conosciuto. Mi ripeto ancora che è giusto che mi trattino così, che sicuramente lo fanno per mettermi alla prova, ma… cavolo! ormai lo sanno come sono e che in quel modo mi fan stare male.

Giovanni sale al primo piano, Claudio sta telefonando sicuramente a Max, Ercole è preso dal sistemare i suoi appunti organizzativi. Vado in cucina e comincio a preparare le cose più facili della cena.
Vedo che Claudio sale svelto al primo piano: sento che bussa da Giovanni. Pochi minuti e scendono mentre qualcuno apre la porta… è ovviamente Max che appena mi vede mi fa un sorriso a 32 denti: “Dobbiam fare una cosuccia vero? Ah ah ah!”. Avvampo in un attimo. È chiaro che sa già cosa mi tocca… sì, lo so che non è la mia prima volta dietro, anzi. Ma doverlo prendere nel sedere con tutta questa pubblicità… che imbarazzo!

Si salutano con una stretta di mano e un forte abbraccio: come stai, come ti va… Poi vengono da me.
G.: “M. Sali sul letto quadrato al centro del salone e stai a quattro zampe, su!”.
Claudio va in cucina, ma arriva Ercole che li distrae.
E.: “Ueila’, paracadutista! Sei già in tiro? [Ridono, come se fossimo nella situazione più normale del mondo]

Max.: “Sentite già che ci siete tutti e due, devo chiedervi due cose prima di incularmi questa bambolina” [!!!].
G.: “Vai, dicci tutto”
M.: “In questa casa e parco siamo protetti, è tutto a posto e quasi perfetto, però serve un cane da guardia per la notte. Un amico mi ha chiamato dal Comando Brigata e ci sono due cani che vanno in pensione dopo 36 mesi di Afganistan. Sono Pastori Tedeschi oversize, vuol dire che sono più grandi dello standard, sui 45-50 chili ciascuno. Sono cani antiterroristi, perfetti per quello che ci serve. Hanno 5 anni, sono già addestrati e tutto. L’unica cosa è che mangiano. Mangiano anche frattaglie, ma tanto: se mi date una mano per il mangiare al resto penso io”.
G.: “Mi sembra tutto perfetto. I soldi per la pappa li troviamo, dopo mando un memo al Maestro e sappiamo tutti quanto è generoso. E l’altra cosa?”.

M.: “L’altra riguarda Marta, mia moglie. La conoscete entrambi, Giovanni la conosce per averla usata varie volte [ridono, come vecchi compagni di avventure]”.
G.: “Puledra fantastica, me la ricordo. Docilissima. Ma che problema c’è? Sta bene?”.
M.: “Non c’è nessun problema, come testa è sempre la stessa, perfettamente sottomessa. Come corpo… a me lo fa tirare come un somaro [ridono di nuovo] e siamo ancora innamoratissimi. L’unica cosa è che temo si annoi. Non dice niente, sa che non deve chiedere. Ma qui è sola per la maggior parte del giorno e non può nemmeno uscire nel parco che il freddo avanza. Ah, già, veste ancora come da cerimoniale! [pacche sulla spalla di Max, sei un grande, e così via]. Insomma, se potesse aiutare qui, oppure fare qualche lavoretto, anche retribuito pochissimo… È qui fuori al fresco, se volete”.
G.: “Ma certo! Fammela rivedere intanto. Se ricordo bene è laureata e parla tre lingue… Ercole, hai delle idee? Tu sei il nostro organizzatore…”
E.: “Se parla inglese, per questa villa ho un’ideuzza che mi frulla in testa da un po’… M. metterebbe da parte qualche soldino, daremmo una parvenza di legalità e…”.

Scende il silenzio. Marta è entrata. A quattro zampe. È (s)vestita come da cerimoniale, come me e Claudio, con la differenza che non porta la coda, ma un godemichet con finto zaffiro che sporge dal suo sedere e due pinzette ai capezzoli collegate da una catenella. Tiene gli occhi bassi, ma sorride serena. A cinquant’anni è ancora una bellissima signora… Come vorrei essere come lei, quando avrò quella età.
Avanza, umile ma serena, sino ai piedi del marito: lecca il dorso della sua mano senza alzare gli occhi. Poi va ai piedi di Giovanni che la sta ammirando come tutti noi. Dopo aver leccato il dorso anche della sua mano.

Gio le parla: “Buonasera Marta. Non ti chiedo come stai perché si vede: sei bellissima”
Marta. “Buonasera mio signore. Devo essere bella per il mio signore e… se lo merito ancora, anche per lei o per chi deciderà lui”.
G.: “Marta è possibile che ci sia bisogno del tuo aiuto per dei piccoli lavoretti, abbi cura di te stessa e resta ordinata, Max ti farà sapere. Adesso, però, abbiamo chiesto una gentilezza a tuo marito per far diventare questa novizia più brava: le farà il culo per tanto tempo. Puoi restare per aiutarla, ma se devi soffrire vedendo Max con un’altra schiava, vai pure”.
Marta: “Il mio signore sa cosa è bene per me. E non soffrirò, anzi: è M. che aiuta me, perché Max ha ancora la fame di un leone e forse si calmerà un po’ [sorride umilmente]”.
Max gonfia il petto come un gorilla, gli altri due ridono e si complimentano con il loro socio. Io, invece, provo una dolce invidia per quella signora così felice e buona.

È il momento. Quando parla alla moglie la voce di Max è ferma, profonda: “Vai, aiutala”.
Marta si muove svelta a quattro zampe per venire da me. Giovanni le allunga un tubetto, che scoprirò essere crema lenitiva alla calendula. Claudio resta in cucina, gli altri due mi vengono accanto, Max mi sta dietro.
Marta mi parla con tono affettuoso: “Ciao piccina, come sei sempre bella. Stai tranquilla, adesso. Ti aiuto io. Lui è bravissimo, vedrai che ti farà pochissimo male”. Mi unge l’ano, anche dentro. Poi unge lo scettro del suo re: gli sorride, umilissima e innamorata persa.

Avevo visto da prima che il sesso di Max è già gonfio e molto arrogante. Ora sto a occhi chiusi, con il viso nascosto contro il lenzuolo. Indifesa, rassegnata e sottomessa nel cuore: hp capito che sarà una sodomizzazione particolare, lunga: spero solo che mi adoperi con delicatezza.
Mortificata, sto sempre più capendo che essere sodomizzata in quel modo, in pubblico, con una specie di cerimonia, non è solo un atto dovuto, ma un onore per me. Quasi come ricevere il seme dei padroni. E Marta mi conferma quello che sentivo: “Il mio signore è pronto: M. se vuoi pregalo, gli farà piacere”. Rispondo sì con la testa, e… “Mio signore, se lo merito, mi onori sodomizzandomi, la prego”.
Sento due mani artigliarmi i fianchi per immobilizzarmi. Poi il corpo di Max vicino. Infine, la puntona calda che, appoggiatasi un attimo al mio fiore segreto, spinge.
Max entra, piano ma inesorabile. Si fa strada tenendomi bloccata, fino a quando sento il suo pube contro il mio sedere. Si ferma.
Marta. “Ecco cara, ora ti possiede, sia il corpo sia il cervello. Dovresti ringraziarlo: come hai detto è un grande onore che uomini come questi usino persone inferiori come siamo noi”.
Non mi ha fatto male per niente, eppure è molto virile. Faccio di sì con la testa e con la mia vocina da bimba buona: “Grazie mio signore… io… io sono onorata”.
Mi risponde: “E sei anche molto umile e bella. Ma soprattutto sei stretta, ti allarghi con elasticità e me lo avvolgi con nel burro”.
Mi esce dalle terga e mi accarezza tutto il sederino, forse per darmi il tempo di riprendermi dall’innaturale dilatazione. Subito dopo mi penetra nuovamente l’ano, con ritmo non lento e maggiore decisione.

19:45, Giovanni ed Ercole avvicinano una sedia per osservarmi meglio.
Ercole: “Si è bagnata, sta colando”.
Giovanni: “E ha le tette gonfie e i capezzoli le stanno per esplodere” [ridono tutti tre, Marta mi accarezza i capelli].

20:00 Claudio serve la cena al suo Ercole e a Giovanni… mangiano vicinissimi a me, come se stessero guardando un film. Marta porta con la forchetta la cena alla bocca del suo signore, che nel mentre continua a possedermi senza fermarsi: il ritmo è costante e abbastanza veloce. Comincia a bruciarmi il culetto, mi ha ormai definitivamente aperta, io resto totalmente passiva per non rischiare di far cose sbagliate… e perché, come fossi una troietta, il piacere di subire la virilità di Max cresce.

20:05, godo. Come una svergognata. Miagolo a lungo, quasi interrottamente, come un canto d’amore. Con i miei umori vaginali ho bagnato le calze fino alle ginocchia.
Ercole: “Impressionante”
Giovanni: “Spettacolare”
Max: “Non potete capire, è unica: ogni affondo mi sembra che mi accarezzi il cazzo con l’interno del culo”.
Marta mi accarezza il viso, mi sorride, e mi avverte: “Attenta adesso, sta per perdere il controllo. Non urlare, non gli piace e se urli userà il frustino… mordi il cuscino piuttosto”.

20:10, il ruggito di un leone attraversa tutto il salone d’ingresso. Sale sul letto, mi si stende sulla schiena. Mi blocca a pancia in giù con le sue braccia e gambe. Mi sbatte più velocemente, più forte. Mordo il cuscino. Ma lui non dà segni di essere pronto per…

20:20, ho il retto in fiamme, non urlo, non dico niente. Mi scende una lacrima lungo le guance, ma non mi lamento, resto zitta. Giovanni si alza, ha visto le lacrime. Mi solleva il viso. Mi bacia le lacrime. Poi mi bacia sulla bocca. Torna a sedersi.

20:30, è un toro. Non mi ha rotta, ma l’interno dell’ano mi brucia al punto che vorrei chiamare i pompieri. Marta mi accarezza i capelli, e mi sussurra: “Brava. Resisti. Pensa solo a questo: è un loro diritto e un nostro dovere. Ricordatelo: è un onore per te essere usata da un padrone come il mio signore”.

21:00, sto impazzendo, non so quanto tempo è passato… a me sembra una settimana… forse sto delirando. Sento che gli si accelera il respiro e ansima … e infine, mi rialza dai fianchi e mi rimette come una gattina, mi stringe con le mani le chiappe mentre il suo uccellone continua a spingere nel mio culetto, come per farne una guaina più comoda, idonea al suo piacere. E ora urla, sembra impazzito. Un urlo selvaggio, da guerriero… e finalmente mi spruzza dentro. Scarica la sua sete di dominio nel mio sedere in fiamme e spruzza talmente tanto che temo dovrò asciugarmi fino al mattino dopo.

Gli spettatori si alzano, battono le mani a Max. “Sei sempre tu, e non l’hai rotta… sei un grande” [ridono e si danno il cinque]. Penso: e io? Non son stata brava? Uffi…
Poi parla Giovanni: “Emme, alle 21:30 di nuovo qui. Claudio, Marta: aiutatela ad andare su, lavarsi e rimettersi in ordine, svelti!”.
Loro corrono, mi sorreggono, mi aiutano a salire e in bagno. Capisco che per me, invece, chiaramente non è finita… e divento pallida come uno straccio.

Marta è espertissima: mi aiuta a togliere le autoreggenti che ho bagnato completamente, poi manda subito Claudio a prenderne di nuove, “che siano semplici, da brava ragazza”. Ho bisogno di andare in bagno, ma mi brucia l’ano da matti. Mi calma, aspetta che io abbia fatto, poi mi fa sedere sul bidet con l’acqua gelata. Mi incoraggia facendomi ragionare, come dovrebbero ragionare quelle come noi. Mi vuole tanto bene, al punto da dirmi: “Sei la figlia che avrei voluto avere. Non avere paura dopo: sottomettiti e ringrazia qualunque cosa succeda”. Mi spalma di nuovo tanta crema alla calendula e dice a Claudio di spazzolarmi capelli.

21:29, sto scendendo le scale, aiutata da due persone tanto buone. Mi aiutano ad inginocchiarmi davanti a Giovanni, poi Marta va a pulire il sesso del suo signore: lo lecca tutto, poi lo prende in bocca. Ercole prende per mano Claudio e se lo porta nel salottino… dal viso eccitato di Ercole capisco che tra poco si sentiranno degli strilli.
Giovanni: “Sul letto dell’ingresso, a quattro zampe”. Tremo tutta: perché Giovanni lo ha più grande e più largo di Max.

Devo aver sbagliato qualcosa, mi umilio per tentare di scamparla: “Mio signore, sono la schiava più somara. Non lo faccio più, lo giuro. Perdono, Ce la metterò tutta per migliorare”.
Lui si intenerisce, mi parla con voce dolce, ma non la scampo; “Sei stata bravissima, non hai sbagliato niente. Ma tutto questo è per il tuo bene. Presto capirai. Ora sali e offriti: stessa posizione di poco fa”.

Ubbidisco… appena sono a quattro zampe Gio sale sul letto, si mette dietro e subito mi sodomizza… è meno spavaldo di Max, ma molto più dominante… tre, quattro schiaffone sul sedere per farmi rilassare… mi fa sentire proprio sottomessa e usata… perciò, subito dopo, ho un forte orgasmo anale… ma l’uccellone di Giovanni bruciaaaa… e siccome è molto largo fa anche male quando mi forza.

24:00 sono a pezzi. Tutto è stato molto simile a quanto ho dovuto subire da Max, ma Giovanni è stato meno violento e si è controllato. Ho pianto in silenzio per due ore, ma con i miei umorini ho bagnato dappertutto, persino il materasso.
Giovanni mi porta al primo piano in braccio, poi nell’appartamentino, infine nella mia camera. Mi stende nel letto, cosa strana. Mi copre con una coperta. Prima di spegnere la luce e andare nel suo appartamento mi ripete: “Brava. Presto capirai”.

Continua

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