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Racconti di Dominazione

Nel fondo della notte

By 12 Ottobre 2004Dicembre 16th, 2019No Comments

E’ notte fonda quando qualcosa mi sveglia. Mi sento strano, leggero. Mi guardo intorno, per un attimo smarrito, non riconosco i mobili, i suoni, gli odori. Soprattutto mi rendo conto di guardare il tutto dall’alto, come se volassi.
Nella penombra rischiarata dalla luce che filtra dalle stecche della serranda non perfettamente chiuse, individuo un corpo sotto di me, cerco di abbassarmi per capire chi è.
Di colpo capisco tutto. Mi sembra impossibile ma è per forza così. Mentre penso a come fare per scendere, mi rendo conto che lo sto facendo. Mi siedo sul bordo del letto e ti guardo. Il tuo corpo è coperto per metà dal lenzuolo che lentamente sposto verso il fondo.
La mia schiava.
E’ così strano vederti da vicino. Ci siamo parlati a lungo, abbiamo litigato, ti sei negata’ ed ora sei qui, davanti a me. La prima tentazione è quella di svegliarti, di chiamarti’ ma poi comincio a guardarti. A osservare la tua pelle liscia, chiara, il respiro regolare fa muovere i tuoi seni.
Li osservo alzarsi ed abbassarsi, trattenendo le mie dita che vorrebbero stringere i tuoi capezzoli. Sei appoggiata sul fianco, di ‘. Uno dei seni tocca il lenzuolo, le gambe non perfettamente allineate permettono, guardandoti da dietro, di vedere la tua vulva con le grandi labbra che sporgono appena.
Forse stai sognando, sospiri più forte spostando una mano.
Sorrido, chissà che diresti se aprissi gli occhi ora e mi vedessi qui.
In un attimo la mia mente si affolla di immagini, non so se sono fantasie o premonizioni o semplicemente desideri. Mi vedo con te, distesa di schiena completamente nuda. La tua pelle arrossata dal sole, quasi scottata. Le mie dita premono qua e là e ti vedo sussultare ad ogni contatto. La pelle in quel punto diventa bianca, la forma del dito si delinea contro il rossore circostante, la sensazione che provi’ quel bruciore simile a piccoli aghi che si trasforma in un brivido freddo ad ogni mia pressione. Le mie mani suonano il tuo corpo come se fosse una tastiera, le piccole chiazze bianche si rincorrono sul tuo corpo e con loro il bruciore. Stai ansimando, piccola cagna, mentre il tuo sesso si bagna e gli umori ti colano tra le cosce’
L’immagine cambia, il tuo culo e le tue cosce sono ora striate dai colpi della mia cinghia. Avvicinando la mano sento il loro calore, stai ancora ansimando, il tuo respiro è affrettato, le lacrime rigano il tuo volto dallo sguardo estasiato. Apro una finestra e raccolgo della neve dall’esterno, la stendo sulla tua pelle bruciante. Ti vedo rabbrividire, sento i tuoi gemiti, il mio cazzo turgido urla il suo desiderio di te, mi avvicino dilatandoti le cosce’
L’immagine cambia ancora. Seduta a terra, bendata, completamente nuda, ti stai masturbando a gambe spalancate. Osservo le tue dita entrare e uscire forsennatamente dalla tua figa oscenamente aperta. Mi vedo dall’esterno a pochi passi da te, il getto della mia orina colpisce la tua pancia, risale verso il tuo viso e poi scende ancora. Il tuo orgasmo esplode di colpo, irrefrenabile, il tuo urlo riempie la stanza’
Respiro a fondo, chiudendo gli occhi. Quando li riapro sei lì che dormi, sorridente. Ti stringo i capelli, mentre avvicino i miei denti al tuo collo’
Mi sveglio di soprassalto’
Sono in casa mia, tu non ci sei. Sorrido, pensando al sogno. Qualcosa mi solletica la mano, dischiudo le dita e una piccola ciocca di capelli biondi cade sul mio lenzuolo’

è notte fonda quando qualcosa mi sveglia.
Sono pesante, schiacciata da qualcosa in un letto che non è il mio. Non è la mia camera, gli oggetti famigliari non ci sono, non vedo i libri che amo, non sento i rumori che sento nelle notti silenziose. La luce filtra dalle serrande socchiuse, ma io abbasso sempre la tapparella: completamente. Dove sono ‘. chi sono ‘. cosa mi schiaccia contro queste lenzuola.
Un profumo, un odore non lo riconosco, non l’ho mai sentito nella realtà ma so, sono certa di conoscerlo. è il tuo odore lo so ne sono consapevole da quel giorno, da quel giorno in cui ti sei appropriato di me, dal giorno in cui hai sconvolto la mia vita, la mia esistenza, la mia mente.
Ruoto la testa: sei tu, mi sei addosso e dormi, dormi profondamente con il respiro regolare. Sorrido: non ti sei accorto che sono qui dopo tutto ciò che fai per avermi, dopo il modo in cui ti appropri di me nonostante la mia resistenza. Ora sono qui trasportata da non so cosa ma tu dormi, sorridi nel sonno. Dormi, respiri, ti muovi lievemente sopra di me senza accorgerti che io sono qui.
Io ci sono, tu non lo sai, dormi, sogni magari me, e io ci sono. Sono la tua schiava sono qui sotto di te e tu dormi.
Ridacchio nel sonno sorridendo, sospiro e sposto una mano. Vorrei toccarti ma non lo faccio, temo di svegliarti e temo tu possa ricominciare a chiedermi assurdamente di chiamarti mentre mi hai già qui davanti a te. Non ti accorgi che sono qui, davanti a te, sotto di te e continui a dormire e a straparlare nel sonno.
Sussurri cose strane, oscene per chi non sa. Cosa stai sognando? Vorrei entrare nella tua mente e capire, sapere’. esserci
Il peso del tuo corpo su di me si fa più presente, respiro un poco a fatica. Sento il tuo sesso durissimo contro di me. Mi bagno vergognosamente tra le gambe ma tu sei li addosso a me mi rendi tua dormendo senza neppure esserne consapevole. La tua mano si adagia sulla mia testa afferra i miei capelli, tira con forza e decisione’. ansimo. Un fiotto di umori caldi scende tra le mie gambe, sento che alcuni miei capelli sono tra le tue dita ma non importa. Non ha alcuna importanza, ti appartengo, tira tira pure’.
Mi sveglio di soprassalto’.
Sono nella mia casa nel mio letto tu non ci sei, non ci sei’.
Mi siedo mi guardo attorno ‘non ci sei.
Ma il mio letto è umido, le mie gambe sono umide, il mio sesso è fradicio di me.
Tu ci sei!

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