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Racconti di Dominazione

Oltre ogni limite

By 22 Agosto 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

I capitoli di questa ‘storia’ sono la continuazione ideale di un vecchio racconto di lume66 intitolato ‘il tram della linea 3′

se siete incuriositi cercatelo in giro…
Era passato davvero tanto tempo da quel giorno che t’avevo posseduta la, in quel tram, davanti gli occhi di quello che doveva essere il tuo ragazzo. Tu, con aria da troietta mi avevi lasciato palpare le tue sode chiappe permettendomi di arrivare oltre il limite della decenza.

Ti ero venuto dentro, avevi goduto come una vacca, tra l’ossessione di essere scoperta dalla gente e l’eccitazione di essere vista dal tuo lui. Era finito li, dopo aver goduto mi ero affrettato a scendere e a mescolarmi tra la folla. Mai avrei potuto scommettere che ci saremmo rivisti…e invece accadde.

Accadde che con il cornuto del tuo ragazzo decidesti di convolare a nozze, accadde che una delle tue migliori amiche ti consigliasse il mio studio fotografico…e adesso sono qui davanti a te con la macchina fotografica. Tu, davanti a me con il tuo vestito da sposa splendente mi guardi e resti pietrificata: mi hai riconosciuto! Una doccia fredda nell’anima, negli occhi rileggo quel misto di paura e eccitazione che avevi allora.

Com’era possibile tutto questo? In studio avevi parlato con il mio capo, probabilmente avevi immaginato che venisse lui a farti il servizio…ma l’azienda è grande, fatta da molti dipendenti professionisti della foto come me…e il caso ha voluto questa strana coincidenza.

Cominciamo a fare le foto di rito: i parenti, gli amici, la famiglia…normale routine per me. Ma il tuo sguardo verso l’obiettivo è preoccupato…dove gli altri leggono l’emozione per il tuo gran giorno io leggo chiaramente l’imbarazzo per il ricordo che ti è esploso nella mente…

Finisce l’andirivieni di parenti e amici…adesso tocca alla sposa…lei sola in foto. Ti chiedo di portarmi in quella che è stata la tua cameretta, entriamo lasciandoci parenti e amici dietro la porta ormai chiusa: ho chiesto loro tranquillità.

Adesso siamo soli, ti siedi sul tuo lettino pieno di peluches senza distogliere lo sguardo dall’obiettivo…segui alla lettere tutte le mie indicazioni per metterti in posa. Scatto dopo scatto ti sono sempre più vicino: tu sdraiata sul letto e io appoggiato a un lato.

Distogli un’attimo lo sguardo dalla macchina…e un’attimo dopo sento le tue mani che mi accarezzano i pantaloni…resto immobile a guardarti…so dove vuoi arrivare. Le tue mani arrivano alla cintura, la slacciano, mi abbassi i pantaloni e continui ad accarezzarmi il pacco che ormai è diventato gonfio di desiderio.

In un attimo me lo tiri fuori, prima di perdere il contatto con il mondo esterno ho un’attimo di lucidità che mi porta ad allungare la mano e a chiudere a chiave la porta…un istante dopo sei già con la bocca sulla mia asta…hai cominciato a leccare il mio scettro di carne con passione, mi stai facendo impazzire.

Mi libero della macchina fotografica e allungo le mani tra le pieghe del tuo vestito alla ricerca della tua passera, accarezzo le tue gambe velate dalle autoreggenti e in un attimo arrivo tra le cosce…il tuo slippino bianco è già bagnato, vedo distintamente una macchia all’altezza del sesso.

Mi allontano da te, ti faccio staccare la bocca dalla mia asta per toglierti gli slip…in un attimo ti sono sopra, il mio palo di carne pulsante sta sfiorando le tue grandi labbra. Affondo dentro di te lentamente, un lungo gemito ti scappa dalla bocca. Riesco a tappartela in tempo con una mano…nessuno fuori si è accorto di quello che sta succedendo qui. Sono tutti troppo agitati e chiassosi per la festa, per la sposa che qui, sotto il mio corpo giace a cosce spalancate con il mio cazzo immerso fino alle palle dentro la sua fica.

Sei una troia! Si vede dagli occhi. Vuoi sentirti posseduta dal mio cazzo, e adesso ti scoperò come si deve.

Prendo i tuoi slip bagnati che non sono ancora caduti dal lettino, li appallottolo e te li spingo in bocca…adesso puoi gridare quanto vuoi! Non ti sentirà nessuno.

Cominciamo una lenta danza sessuale, la tua figa affamata è un lago, sento il tuo corpo tremare di piacere…stai godendo, la testa reclinata all’indietro, gli occhi semichiusi e i gemiti soffocati da quel pezzo di stoffa mi fanno sentire quanto sei vacca. I muscoli della tua figa cominciano a mungere il mio cazzo…questa lenta danza sessuale diventa sempre più rapida e agitata…un’altro orgasmo squassa il tuo corpo…ti pistono sempre con più foga…un’altra ondata di piacere ti scuote.

Per me è troppo…non riesco a resistere a tutta questa tua troiaggine, vengo! Ti vengo dentro inondandoti con la mia calda sborra. Spingo il mio cazzo più in fondo che posso…le mie palle sulle tue chiappe.

Ti sono venuto dentro come allora, nel tram, ma adesso ti voglio godere meglio…voglio rimanere con il pisello dentro di te finchè non lo sento ammosciare.

La passione è ormai scemata, come degli automi ci affrettiamo a ricomporci prima che una mano bussi alla porta. Sono i tuoi…vogliono sapere se abbiamo finito.

‘Abbiamo finito…per adesso’ ti dico, strappandoti dalle mani i tuoi slip. ‘E questi adesso sono miei’.

Ti alzi, ti riaggiusti i capelli e mi chiedi se sono pronto…sono ormai ‘presentabile’.
Apri la porta e vieni travolta dai parenti che festosamente ti trascinano via.

Mi affretto ad uscire dalla stanza, adesso devo terminare il servizio. La macchina, l’autista, la sposta che sale e parte alla volta della chiesa.

E mentre stai pronunciando il fatidico si immagino le tue cosce gocciolanti ancora del mio sperma.

Che troia!! Ti seguii insieme ai parenti in chiesa, li mi aspettavano i colleghi già pronti per fare la loro parte al servizio fotografico delle vostre nozze. Li lasciai fare preferii rimanere in disparte a guardare la funzione.

Era straordinariamente eccitante e perverso quello che si agitava dentro la mia mente: una troietta che si fa ingroppare da uno sconosciuto in un tram davanti al suo lui…una sposina troietta che si lascia ingroppare prima del fatidico si…e adesso li sull’altare senza mutande sotto il vestito con il mio seme tra le cosce e il cornuto al suo fianco…chissà – penso – se il neo-maritino si ricorderà di me.

C’è solo un modo per scoprirlo. Mentre si avvicina il termine della funzione mi avvicino a voi due…ed è un attimo: vi voltate verso di me e cambiate espressione. Lo sposino cornuto m’ha riconosciuto ed è sbiancato, la sposina ha fatto un balzo indietro con la mente alla porcata che ha combinato e diventa rossa.

Vi parlate…non so cosa vi stiate dicendo…ma c’è tempo per scoprirlo…la giornata è lunga.

Termina la funzione, applausi agli sposi, congratulazioni e baci, parenti e amici che si avviano all’uscita e si preparano per il consueto lancio del riso.

Rimanete in posa per le foto in chiesa con i parenti stretti, i miei colleghi cercano fare rapidamente. Poi in processione verso l’uscita, altre urla di congratulazioni, riso e festa…

Ci prepariamo per andare a fare le foto ‘esterne’: il luogo prescelto è una fattoria fuori paese, un casolare tra le campagne, mentre la comitiva di amici e parenti festosi vanno verso la sala del banchetto.

Tutto fila come da programma, ormai questo lavoro è divenuto una noia mortale, meno male che ho trovato queste vecchie conoscenze…e già penso alla prossima avventura. Abbiamo finito gli scatti e le scene del filmino in campagna…ma io non sono soddisfatto. Mi rivolgo ai miei colleghi e li esorto a partire alla volta della sala del banchetto e a lasciarmi solo con gli sposini, l’autista e l’attrezzatura indispensabile. Andate -dico loro- a preparare l’ingresso alla sala banchetti, resto qui a sperimentare qualcosa di extra.

Adesso siamo soli…anche l’autista è salito in macchina. Prendo la sposina per un braccio e la porto dietro il casolare, nel fienile, mentre tu mi segui senza parlare.

La tua bella mogliettina ti ha raccontato quanto è stata carina con me stamattina? Mi guardi, apri e chiudi la bocca senza proferire parola: sai già quanto sei cornuto.

Adagio la tua dolce fanciulla su una balla, le faccio qualche foto suggerendole posizioni sempre più sconce per una sposa che si rispetti..il suo vestito sale sempre di più fino a scoprire le sue grazie violate dal mio manganello…si vedono ancora chiaramente le chiazze del mio piacere ormai asciutte sulle sue autoreggenti.

Un’ultima foto a gambe aperte, con le dita che aprono le grandi labbra…e inizia il divertimento: poso la macchina a terra, e mentre il maritino continua a fare la statua di sale mi avvicino alla sposa, mi abbasso la zip e tiro fuori il mio arnese già abbastanza barzotto per la situazione.

Non faccio nemmeno in tempo a dire ‘succhia’ che già, mia sposina, mi sei addosso con le tue labbra assetate. Vieni qui a vedere la tua cara mogliettina – faccio al cornuto – vieni a vedere di cosa è capace la tua signora!

Accade così che la statua di sale cornuta si animi per magia e compia qualcosa di veramente inaspettato: si avvicina a noi, scruta con attenzione il pompino che la sua cara mogliettina sta eseguendo con arte e maestria, si inchina tra le sue gambe e comincia a leccarle la figa.

Oh che bel quadretto – penso – ci manca solo l’autista che ci immortali per sempre!

Mi stacco dalle labbra della mogliettina e con un gesto della mano faccio allontanare il cornuto dalla sua passera bagnata: adesso si scopa!
Comincio a montarmi nuovamente la sposina con colpi profondi, lenti, mentre il maritino ci osserva. Segati, cornuto! – gli faccio – Fai vedere a questa fanciulla come godi a essere cornuto!

Continuo a scoparmi la mogliettina…adesso i movimenti sono più ritmati, sempre decisi e profondi, la sua gnocca ardente di desiderio inizia a contrarsi e a mungermi…la sposina è diventata inquieta, si agita, gode con un gemito lungo e roco, il suo maritino cornuto si sta menando il pisello come un forsennato…chiude gli occhi e viene, cade sulle ginocchia stremato dall’ondata di piacere.

Manco solo io a questa gara di orgasmi: i miei colpi sempre più convulsi preannunciano il piacere. Godo. Vengo dentro quest’utero caldo e voglioso, vengo davanti a quest’uomo consapevole della sua cornutaggine.

Affondo i miei ultimi colpi come per essere sicuro di aver fatto ranggiungere il mio seme ogni possibile antro di questa troietta…mi stendo sul suo corpo…raggiungo le sue labbra e le bacio.

Auguri e figli maschi! – penso, mentre ci stiamo ricomponendo. Raggiungiamo la macchina e l’autista, partendo alla volta del banchetto…

Chissà cosa succederà adesso? Passa il tempo, le immagini della festa scorrono nella mia mente, un matrimonio come un altro…ma con due sposi d’eccezione.

Vengo chiamato dai miei colleghi. Gli sposi mi desiderano nel camerino per fare alcune foto.
Apro la porta e davanti a me uno spettacolo incredibile.

Tu con le cosce spalancate ti stai facendo scopare dal suocero, in un angolo tuo marito sta facendo un servizietto di bocca a tuo padre. Sono allibito. Stento a credere allo spettacolo che ho davanti.
Chiudo la porta dietro di me, afferro la mia macchina e comincio a scattare. Il tuo viso dipinto dal piacere, la bocca di tuo suocero attaccata al tuo capezzolo, la furiosa cavalcata, le tue gambe che dondolano al ritmo del piacere. Scatto dopo scatto, orgasmo dopo orgasmo, arriva l’estasi dell’uomo che ti sta possedendo. Grugnisce di piacere mentre si svuota nel tuo ventre. Raccolgo con la mia macchina questi memorabili istanti. Sono pronto a immortalare qualsiasi cosa succeda. Ormai non mi stupisce più nulla.

L’amabile suocero si scosta dal tuo corpo sudato dal piacere…adesso è il turno di tuo padre. Ti entra dentro e comincia anche lui a possederti. Nel frattempo tuo suocero s’è avvicinato al marituccio cornuto ancora in ginocchio, per farsi ripulire con la bocca i residui del tuo e del suo piacere.

Becco e bisex, tuo marito esegue un lavoro magistrale sul randello di carne mezzo moscio. Immortalo alcuni istanti per poi rifiondarmi sulla scena che mi stai offrendo tu. Tuo padre ti sta montando con un ritmo sempre più incalzante. Fotografo la perversione, le gocce di seme di tuo suocero che insieme al tuo piacere gocciolano sulle tue chiappe, sulle palle del tuo dolce paparino.

Godi e continui a godere, mentre il ritmo della scopata diventa sempre più forsennato. Eccolo. Anche tuo padre ti sta godendo dentro. Vedo le contrazioni del suo randello e immagino il seme incestuoso che sta invadendo le tue viscere. Affonda gli ultimi colpi dentro di te, come per essere sicuro che l’amplesso incestuoso sia portato a termine come si deve.

Adesso tuo marito pulisce anche il suo membro dai piaceri mescolati, dal seme rimasto sulla sua verga.

Ma io voglio te, anche in foto. Mi concentro sul tuo viso appagato, sui tuoi seni che si muovono sinuosi al ritmo del tuo rapido respiro, sulle gocce di sudore che imperlano l’ombelico e il ventre, sul tuo sesso che lentamente libera il frutto del tuo piacere mescolato a quello degli uomini che ti hanno posseduto.

Un’idea scuote la mia testa, un’idea in sintonia con il limiti oltrepassati. Prendo una coppa di champagne e liberatomi della macchina raccolgo con le dita il seme che ti esce dal sesso. Ti infilo le dita nella figa, altro seme esce lentamente.

Tuo marito ha terminato di ripulire tuo padre e adesso si avvicina a te. Ti bacia sulle labbra e subito dopo porta il suo viso tra le tue gambe. Sfiora il tuo sesso e ti comincia a ripulire dai succhi di questi amplessi perversi.

Riprendo la macchina per immortalare questi ultimi momenti. Infine vi metto in posa per la foto che sigillerà questi momenti vissuti oltre ogni limite. La coppa di champagne in mezzo ai vostri due visi sorridenti.

Auguri!

-ene@-

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