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Patrizio
Il presente racconto è stato scritto su esplicita richiesta di un lettore di Milù (Patrizio). Mi ha dato degli input precisi sulla base lasciandomi però libertà di inventare le situazioni e la profondità delle stesse. Patrizio mi ha altresì chiesto di inserire una premessa e cioè che se vorrete contattarlo potrete scrivere a me all’indirizzo nadiagang@libero.it io farò da tramite per le vostre richieste (il mio indirizzo è presente in molti racconti) girandogli tutto. Sarà poi sua scelta rispondere a quelle mail che lo possono stimolare, eventualmente anche con richieste che possano essere gradite ad entrambe le parti.

Salve mi chiamo Patrizio, ho 56 anni fisico asciutto anche grazie alla palestra sono alto 1,75 e peso 70kg, sono un po’ peloso sul corpo mentre non ho barba e baffi. Sessualmente sono molto normale sia nelle dimensioni che nella durata, le donne con cui sono stato non si sono mail lamentato delle prestazioni ma per svariati motivi non ho mai trovato quella con cui si sia creata un’alchimia che porta ad essere una coppia consolidata, stori di un paio d’anni al massimo finite per stanchezza reciproca. Invecchiando mi sono venuti desideri un po’ non comunissimi, in particolare mi è venuta voglia di essere dominato da una donna. Non ho però piacere a cercare usando internet per cui per diversi anni il desiderio è rimasto tale. Questo fino ad un anno fa. Vi racconto come è andata.
Frequentavo da anni una palestra tre volte alla settimana quando venne assunta Daniela una personal trainer che era ritenuta molto valida in città. Ci fu la corsa ad iscriversi con lei ed io fui fortunato perché riuscii ad entrare nel gruppo delle persone da lei seguite direttamente. Daniela è alta come me, molto muscolosa, terza di seno, lineamenti un po’ duri capelli biondi ricci che tiene, almeno in palestra con una coda di cavallo per non avere impedimenti negli esercizi.
Il suo valore come personal trainer si rivelò molto buono e tutti quelli seguiti da lei erano particolarmente soddisfatti. Per me poi, che sognavo di essere dominato da una donna, il suo aspetto fisico era particolarmente arrapante. Riuscivo a fare gli esercizi senza sbavare troppo ma, quando non si accorgeva, le facevo fotografie di nascosto. Ero anche andato sui social a cercarla ed a vedere come era fuori dalla palestra. I capelli liberi la addolcivano un poco i lineamenti e fuori dalla palestra magari in vacanza con le amiche al mare in costume faceva colpo nonostante i muscoli potessero un po’ intimidire. Quello che mi stupiva era il fatto che nelle foto social non comparivano quasi mai maschi.
Una sera che ero in palestra tardi oltre il suo orario di lavoro entrò in sala attrezzi e mi si avvicinò: “ti devo parlare mi disse, a che ora esci?”, “faccio la doccia ed arrivo” le risposi. Cosa stava succedendo, nella mente le ipotesi più fantasiose galoppavano. All’uscita c’era solo lei, mi si avvicinò, mi prese il braccio e me lo torse dietro la schiena quindi mi prese il telefono ed in breve trovò nella galleria le foto più recenti che la ritraevano piegata col culo in bella mostra. “Come ti permetti di fotografarmi coglione!” mi disse come prima cosa. “Quelli come te so bene come arrangiarli, adesso ti sputtanerò in palestra ma per capire quanto voglio controllarti il telefono fino in fondo”. Mi mollò il braccio e mi fece segno di andare. “Scusa, è che mi sono invaghito di te ma non ti ho mai dato fastidio, non mi sputtanare farò tutto quello che vuoi”. Un lampo passò nei suoi occhi. “vieni con me, lascia la sacca in auto e Sali di fianco”.
Raggiungemmo casa sua, aveva sempre lei il telefono e non potevo, aldilà di quello che avrebbe trovato, permettermi di lasciarlo, come per tutti la vita scorre da questi infernali aggeggi, dalla posta alla banca, senza non si può ormai più vivere senza andare incontro a mille difficoltà.
Mi guidò lei, entrammo nell’appartamento e c’era una donna ad aspettarci. “Giuliana, questo è il porco di cui ti parlavo al telefono, vedo che ti va di dargli una bella lezione”. Giuliana non aspettava altro, si era preparata, indossava un paio di stivaloni alti alla coscia, un corpetto di pelle e brandiva un frustino il cui manico era a forma di cazzo e di dimensioni non proprio trascurabili. Daniela mi disse: “devi scegliere, o sarai nostro schiavo per tutta la notte e ogni volta che ne avremo voglia oppure ti sputtanerò in palestra, il telefono te lo ridarò solo quando te ne andrai via”. Non sapeva Daniela che in quel modo stava realizzando il mio sogno, titubai un attimo per evitare che capisse che era quello che desideravo da quando la avevo conosciuta. Con timidezza risposi che accettavo la punizione e che me la ero meritata anche se non avevo fato nulla di male.
“Spogliati completamente nudo ed indossa questo” mi disse Giuliana porgendomi una gabbia fallica costrittiva morbida. Mi spogliai ed indossai l’aggeggio che avevo visto solo nei film. Ebbi dei problemi perché mentre mi svestivo davanti a quella bella donna ebbi una erezione. Un colpo di frustino sul cazzo ed un altro sulle palle fecero si che l’erezione si calmasse e riuscissi ad infilare il cazzo nella gabbietta.
Nel frattempo Daniela era tornata, indossava un reggiseno di pelle nera che era una specie di corpetto che andava da sopra l’ombelico fino a coprire bene il seno ma con una cerniera mezza abbassata per aprirlo in mezzo. Sotto aveva una specie di mutanda con un fallo di generose dimensioni, in mano un tubetto di gel. “Spalmati il gel nel culo intanto che succhi questo cazzo, mi passò il tubetto e poi con le due mani guidò rudemente la testa e la bocca verso quel cazzo di lattice nero. Non ero più così convinto di volere andare avanti. Daniele mi tappò il naso e per respirare spalancai la bocca così lei ne approfittò per cacciarmelo in gola quanto più poteva. “Vi piace a voi maschi sbatterci il cazzo in gola vero? Ecco prova a farlo tu e vediamo se ti piace anche prenderlo in questo modo”. Intanto con una mano mi teneva dietro la testa contro il suo pube e con l’altra mi schiaffeggiava. Era una sensazione al tempo stesso di fastidio e di piacere. Il cazzo nella gabbietta avrebbe voluto alzarsi ma non ci riusciva a causa della costrizione, il senso di soffocamento mi portò quasi a svenire ma Daniela, che probabilmente era esperta della cosa, un attimo prima che io perdessi i sensi estrasse il fallo dalla mia gola. Avevo perso di vista Giuliana che nel frattempo aveva indossato un cintura simile a quella di Daniela. Mi ritrovai in ginocchio con due cazzi finti da superdotato davanti alla bocca. Facci vedere come una troietta come te sa succhiare due cazzi insieme. Quella del doppio o triplo pompino è una delle scene porno che più mi eccitano così, prendendo ispirazione dai numerosi film e giornaletti in cui avevo visto la pratica, mi diedi da fare. Le due donne rimasero molto soddisfatte da quello che stavano vedendo. “E’ proprio una vacca pompinara, mi sa che non gli stiamo dando una punizione ma un premio” esclamò Giuliana.
“Credo tu abbia proprio ragione, vedremo quando gli sfonderemo il culo quanto sarà già aperto” replicò Daniela. Così mi tirarono in piedi e Giuliana, senza un apparente motivo, mi diede un calcio nei coglioni con la punta dello stivale. “Ti piace anche questo, porco”. Non ero preparato e questa pratica non mi piacque affatto. “Sembra che tu abbia trovato un unto debole” replicò Daniela facendo altrettanto. Mi piegai in due per il dolore. Fino a dove sarebbero arrivate? Non lo sapevo ma ero in ballo e dovevo ballare. Mi tirarono in piedi e mi portarono ad una panchetta simile a quelle che si vedono in palestra. Mi misero con il petto appoggiato, il culo esposto e la bocca pronta a ricevere nuovamente i due cazzoni. Giuliana mi prese le mani me le tirò dietro la schiena e mi ammanettò. Quindi prese il tubetto del gel, ne spremette fuori una generosa dose e cominciò ad ungermi il buco del culo, iniziando prima con un dito poi con due fino a che non ebbe introdotto la mano affusolata nel mio deretano. Mi fece un male terribile ed i gemiti testimoniarono che avevano trovato una cosa che non mi piaceva.
Bene Daniela, il tu ammiratore è ben sfondato, adesso ce lo sbattiamo per bene poi ci divertiremo. Prese la punta del cazzone più grosso e me lo spinse dentro. In confronto alla mano la cosa mi sembrò perfino divertente e dopo 5 minuti in effetti lo era. Daniela intanto mi scopava in bocca con l’altro cazzone, senza però affondare per soffocarmi come aveva fatto in precedenza. Giuliana intanto si era tolta la parte superiore ed era rimasta con la cintura col cazzone ed il seno libero. Si appoggiò sopra di me strusciando le sue tette sulla mia schiena. Un brivido mi percorse il corpo, non vedevo cosa stava facendo ma lo capivo perfettamente. Affondato tutto il cazzone di me e sdraiata sulla mia schiena cominciò ad armeggiare con la gabbietta liberandomi il pene che immediatamente cominciò ad alzarsi. Le due donne si cambiarono di posto diverse volte ed io ero sempre più eccitato. Ad un certo punto venni senza nemmeno essermi toccato, la situazione era troppo sconvolgente.
“La vacca è venuta” Daniela mi apostrofò così mentre mi prendeva per i capelli tirandomi su e quindi mi mise con la bocca dove era finita la mia copiosa sborrata. “Lecca maiale, non vorrai lasciare sporco?”.
Pulii tutto il mio seme, finito che ebbi di farlo Daniela, ancora tirandomi per i capelli, mi mise su una poltrona, mi liberò le mani che subito dopo furono bloccate ai braccioli della poltrona.
Da li cominciò lo show delle due donne che amoreggiarono baciandosi leccando e penetrandosi a vicenda. Io stetti tutto il tempo col cazzo dritto ma loro non mi degnarono di alcuna attenzione. Sarebbe bastato poco per farmi venire una seconda volta ma restai a bocca asciutta.
Quando ebbero finito Giuliana si avviò verso il bagno. “Non sono sicura di averti costretto, mi hai dato l’impressione di uno che si è divertito”. Feci di si con la testa mentre mi liberava le mani.
“Rivestiti e vai pure, ho cancellato tutte le foto che mi avevi fatto, non farmene mai più altrimenti la prossima volta non ti faremo divertire ma ti sputtanerò completamente con tutti quelli che conosco”. Però come schiavo mi sei piaciuto, devo parlarne con Giuliana ma potremmo richiamarti se sei disponibile.
Restai di sasso, si era avverato il mio sogno ed avevo la possibilità che ricapitasse.
“Ogni volta che volete chiamatemi, sono disponibile anche a farmi strapazzare di più”. L’ultima frase mi scappò fuori dalla bocca senza che volessi dirla, era la mia natura che usciva prepotentemente.
“Sei proprio una mignotta in potenza ed in atto, vedremo. Ci sentiamo domani in palestra ho un paio di esercizi che ti faranno bruciare il culo dopo il trattamento odierno.
Nel frattempo mi ero rivestito, buttai un “ciao Giuliana” che rispose con un “ciao maiale” ed uscii. Mi aspettava una camminata di circa mezz’ora per andare a recuperare l’auto parcheggiata fuori dalla palestra così mi avviai non senza un gran bruciore al culo con fitte ad ogni passo. Mi avevano sfondato per bene ma mi era proprio piaciuto.

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