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Quando ho capito di essere sfigato – la ragazza di Caserta conosciuta in chat – prima parte

By 1 Gennaio 2022No Comments

Questo è il primo racconto di tanti che farò e devo innanzitutto precisare che è inventato e frutto di una mia fantasia, perché in realtà la ragazza a cui faccio riferimento nel titolo l’ho conosciuta davvero ed era seriamente una gran bella figa, con la quale, purtroppo, non ho avuto modo di approfondire la conoscenza per un motivo che preferisco non dire, anche perché troppo noioso da spiegare.

La ragazza in questione si chiama Francesca (nome di fantasia), la conobbi su una chat erotica anonima e, non so come, mi diede un suo contatto ed iniziammo a scriverci. Dopo aver parlato del più e del meno e dopo che mi ebbe inviato alcune sue foto dalle quali si vedeva che era proprio figa, mi chiese come mai fossi vergine a 26 anni (i fatti narrati risalgono a più di due anni fa). Io le risposi che semplicemente ero stato rifiutato da ogni ragazza con cui avessi provato. Lei non so perché mi disse che le sarebbe piaciuto essere la mia prima, perché, nonostante tutto, mi trovava carino a dir suo. Io ovviamente le avevo accennato delle mie fantasie erotiche riguardanti la sottomissione e che ho specificato nella premessa e lei mi disse che in realtà aveva pure fatto la padrona, ma che non le piaceva essere così cattiva. Comunque ci organizzammo ed io andai a Caserta qualche giorno dopo prendendo il treno. Una volta arrivato alla stazione, vidi lei che mi stava aspettando fuori vestita in un modo a dir poco illegale: short che lasciavano intravedere mezza chiappa, un top nero che faceva vedere la sua quinta abbondante, scarpe con tacchi molto alti e orecchini che si intravedevano attraverso la sua chioma nera. Poi si era messa lo smalto rosso sia sulle unghie delle mani che su quelle dei piedi. Insomma, roba che mi fece venire un nodo alla gola pazzesco. Poi lei aveva anche un tatuaggio sull’avanbraccio destro che mi attizzava ancora di più, visto che a me piacciono i tatuaggi, soprattutto quelli sulle caviglie. Comunque io feci per avvicinarmi e volevo salutarla e lei mi disse: “mi fa davvero piacere che sei venuto. Vedrai, passeremo una giornata molto bella insieme”. Questo lo disse pure con un tono di voce ed un sorrisetto molto maliziosi, mentre mi sfiorò pure la patta dei pantaloni. Inutile dire che ebbi un’erezione davanti a lei, ma non si scompose e, sorridendo, disse: “mmm… devo piacerti molto, si vede che sei vergine, non ti ho nemmeno sfiorato e già ti viene duro… vedi di non venirti nelle mutande”. Qui in realtà fu un po’ cattivella, ma lo fece per scherzare e poi si sa che le donne, in fondo, sono tutte un po’ cattivelle. Comunque salimmo sulla sua auto e, a dirla tutta, il viaggio fino a casa sua fu anche molto piacevole: si rivelò davvero una ragazza molto sensibile ed anche alquanto intelligente e si comportò con me come quell’amica molto intima delle scuole superiori che non ho mai avuto; insomma, mi trattò bene e, capendo che comunque era la prima volta che mi trovavo a fianco di una ragazza così maestosa, rispettò molto il mio imbarazzo e cerco di mettermi a mio agio. Dopo 10 minuti di auto, arrivammo a casa sua e, prima di scendere, mi disse: “Senti, siccome mi hai detto che ti piacerebbe essere lo schiavetto di una bella ragazza come me, allora comincia a comportarti come tale… aprimi lo sportello e fammi uscire gentilmente prendendomi per mano come fossi la tua regina”. Non me lo feci dire due volte e lo feci pure con molto piacere. Ovviamente lei apprezzò molto e come ricompensa mi diede un bacetto sulla guancia e mi disse: “Molto bravo… sai come ci si comporta con una ragazza figa come me, se ben istruito”. Ovviamente anche questo lo disse con un tono molto provocante e per tutta risposta ebbi un’altra erezione, davanti alla quale le scappò un sorrisetto molto malizioso, ma mi disse: “Vabbè, non ti preoccupare, è normale… anzi, sappi che apprezzo molto, perché questo per una figa come me è la più sincera forma di adorazione!”. Devo dire che sapeva alternare momenti in cui sapeva essere molto sensibile, a momenti in cui sapeva anche essere un po’ stronza, ma in entrambi i casi si vedeva che comunque mi aveva preso in simpatia. Comunque alla fine entrammo nel suo appartamento, perché viveva da sola e lavorava già a 22 anni. Non faceva un lavoro proprio super retribuito, ma comunque le permetteva di essere indipendente economicamente. Una volta entrati, lei mi disse con un tono molto accogliente e gentile: “bene, mettiti pure comodo che vado a prepararti un caffè, se gradisci”. Io le risposi: ” beh, certo che gradisco; anzi, ti ringrazio che ti prendi tanto disturbo per me”. Al che lei rispose: “ma no, ma quale disturbo, scemo… mi fa piacere averti qui e sinceramente sono profondamente colpita dalla tua educazione, perché di cafoni ce ne sono tanti e ne ho conosciuti anche troppi”. Io, sorpreso, risposi: “beh, ti ringrazio… anche tu sei molto diversa da come potresti sembrare a prima vista”. Lei, facendo finta di indispettirsi, mi disse: “e come sembro? Una puttanella a cui piace scoparsi il primo imbecille che passa? Sì, lo so, magari a prima vista sembro così, ma, come hai potuto costatare, sono molto diversa, anche se devo dire che mi piace molto scopare e me ne sono fatte di scopate eheheh”… Io, un po’ in imbarazzo, dissi: “beh, sì, insomma… non volevo offenderti… cioè… avevo immaginato che ti piacesse fare sesso e che avessi… avuto… qualche ragazzo…”. Lei, approfittando un pò del mio imbarazzo, mi disse: “ahhahah, ma dai… ti emozioni per così poco, solo perché ti dico che scopo… ahhahah… capisco che sei vergine, ma datti un contegno per la miseria ahhaha”. Poi continuò: “vabbè, vado a prepararti il caffè”. Io mi misi comodo e ne approfittai anche per andare in bagno, dato che dovevo fare pipì, dopo ovviamente aver chiesto dove fosse e lei mi disse: ” prima porta a destra, ma mi raccomando… non chiuderti dentro a farti pippe ahhah”. Quest’ultima frase mi fece venire un’erezione pazzesca e ci misi un po’ prima di riuscire a fare pipì… uscito dal bagno, la trovai seduta sul divano e che aveva poggiato due tazze di caffè sul tavolino. Io mi andai a sedere e, mentre stavo bevendo il caffè, mi chiese: ” tutto bene in bagno? Non ti sarai mica segato? ahah”. E io le risposi: “no, vabbè, ho avuto l’ennesima erezione… ma non l’ho fatto, non mi sarei mai permesso nel tuo bagno” e lei rispose “ecco, bravo, però sai… si vede che sei un po’ in imbarazzo con me… ma, come ti ho detto finora, è normale… non hai mai fatto esperienze serie con una ragazza del mio calibro, quindi ti capisco e cerco di non infierire troppo”, questo ovviamente lo disse con una dolcezza davvero molto autentica, che ovviamente alternava a momenti di sottile stronzaggine. Sembrava che avesse capito già dal principio quali corde toccare con me o forse aveva già fatto esperienze in tal senso. Comunque mi disse: “ebbene, verginello, cosa vogliamo fare? Vuoi farti finalmente una scopata oppure vuoi restare lì imbambolato a fissarmi le tette?” Io le dissi con un imbarazzo ancor più crescente: ” beh, no assolutamente… ho davvero voglia… e vorrei davvero scopare con te!”. E lei mi disse: “mmm… ma che verginello arrapato… chissà quante pugnette ti sei fatto finora magari guardando tutte quelle troiette su internet…” E io risposi: “beh, sì, è vero te confesso” e lei: “ahahah… che segaiolo… vabbè, però, dato che sei un verginello anche un po’ sfigato, non credi di dovermelo chiedere come si deve?” e io chiesi: “e come, scusa?” e lei rispose “Beh, mettiti in ginocchio e supplicami di dartela dicendo ti prego, Francesca, consenti ad un povero verginello sfigato di avere l’onore di provare il calore della figa di una super dea del sesso come te”. Io non me lo feci dire due volte e ripetei in maniera proprio pedissequa. Lei mi guardò molto compiaciuta e anche ridendo, pensando forse come fosse facile per delle strafighe così manipolare degli sfigati come me. Comunque lei, dandomi un bacetto sulla guancia, mi disse: ” molto bravo… sono molto contenta che tu l’abbia fatto e che abbia capito la differenza che c’è tra me e te”. Al che io risposi: “beh, se è per questo io in merito a questo sono convinto di una cosa” e lei mi chiese “e quale sarebbe, tesoro?” e io risposi: ” penso che al mondo ci siano due categorie di persone, le superiori dee come te che con la loro bellezza prorompente e la loro forte personalità siano delle donne alfa nate per comandare e che meritano solo uomini alfa e poi ci sono gli sfigatelli come me che devono solo obbedire e sottomettersi per sperare di potersi almeno segare per ragazze come te e, se gli va proprio di lusso, magari possono anche pensare di scoprire le gioie del sesso con fighe come te”… al che lei disse, dandomi un nuovo bacetto sulla guancia ed abbracciandomi la testa portandola vicino alle sue tette: “sei davvero speciale, mai nessuno mi aveva detto queste parole… e mi fa piacere che tu abbia capito cosa sono io e cosa sei tu… sono davvero molto felice di averti conosciuto!”. Poi continuò: “beh, stando così le cose… intendo fare un cambio di programma…” e io chiesi: “in che senso?” lei rispose: “beh, siccome tu pensi che il tuo ruolo sia essere lo schiavetto verginello di una strafiga come me, voglio accontentarti… oggi, e forse mai, tu non farai sesso né proverai niente che possa essere un atto sessuale, nemmeno un pompino… per cui io da ora in poi sarò la tua padrona e tu sarai il mio sfigatello personale… ti dovrai segare per me a comando, ti dirò io quando e se segarti, quando e se potrai venire, mi dovrai preparare per i miei amanti aiutandomi a scegliere i vestiti ed i perizomi e mettendomi lo smalto, infine dovrai pure accompagnarmi da loro ed essere il mio confidente prima e dopo la scopata… che ne dici? Sei libero di scegliere, non ti voglio costringere… se non vorrai, faremo sesso e continueremo a vederci per scopare e sarò per te un ricordo indelebile, quindi non ti manderò via, perché in fondo, pur trattandoti così, dico queste cose perché mi piace giocare e non per cattiveria, anche perché sinceramente sei un ragazzo educato che si sa far voler bene… ma se accetterai di essere il mio schiavetto, farò in modo di renderti uno sfigato modello ed uno schiavetto dei sogni per una padrona e, magari, un giorno potrei anche decidere di farti perdere la verginità, ma fino a quel momento, che non so se arriverà, ti potrai fare solo seghe per il mio divertimento… dunque, cosa scegli?”. Io non potevo credere a quelle parole, mi stava offrendo una scelta, quindi era anche rispettosa della mia libertà e questo lo apprezzai molto e pensai che, forse, una così meritava di avere uno schiavetto, perché tanto di amanti ne aveva sicuramente e, in fondo, io sento dentro di me di essere nient’altro che uno sfigato verginello segaiolo rifiutato costantemente da tutte… quindi risposi: “padrona, in virtù del fatto che mi ha concesso di scegliere, le dico subito che voglio che lei faccia di me il suo zerbino personale e che mi insegni come servire una donna alfa come lei da vero sfigatello”… lei ricambiò per l’ennesima volta dandomi un bacetto sulla guancia, stavolta molto più prolungato, e mi disse: “bene, sfigato… mi fa piacere che tu abbia liberamente accettato di essere il mio zerbino personale… vedrai, ti farò diventare il miglior schiavetto verginello del mondo!”. Io risposi: “non la deluderò, padrona, lei è superiore e merita di essere servita e per me è un onore servire una strafiga come lei che, almeno, mi permette di farmi le seghe per il suo divertimento… mi modelli come crede meglio e mi faccia diventare uno sfigato modello!”. Lei, dandomi l’ennesimo bacetto sulla guancia, mi disse: “molto bene, sfigato… sarai anche un verginello, ma vedo che sei molto intelligente e questo lo apprezzo molto… già mi chiami padrona e mi dai del lei, senza che io ti abbia detto niente… davvero bravo! Magari più tardi ti faccio segare per 5 minuti mentre mi metto le tette di fuori, così almeno lo vedi un paio di tette, tanto tu vieni subito ahahahh”. E io risposi: “la ringrazio, padrona, lei è davvero la migliore, padrona”. E lei, ridendo di gusto, disse: “ahha, che sfigato… mi ringrazi anche per una sega di 5 minuti… bene, sei sulla buona strada per diventare un ottimo zerbino, sono fiera di te! Comunque, per suggellare questa tua sottomissione mi sembra giusto che tu faccia un gesto esteriore di sottomissione”. Io chiesi: “cosa vuole che faccia, padrona?” Lei mi rispose: “Ora da bravo verginello, tu ti spogli del tutto in modo che io possa vedere il tuo pisellino tutto indurito per una strafiga come me, ti inginocchi e mi dai dieci bacetti per ogni piede, così ammetterai definitivamente quanto io sia superiore e tu nient’altro che uno sfigatello buono solo a farsi le seghe per il mio divertimento ahahah”. E io prontamente risposi: “come più desidera, padrona”. Mentre mi spogliavo lei mi guardava con aria soddisfatta, ma mi fece anche un sorriso molto angelico, quasi a volermi dire che, nonostante fosse la mia padrona che mi umiliava anche verbalmente, in fondo il nostro era un gioco e che mai mi avrebbe fatto del male od una cosa che potesse non piacermi. Dopo essermi spogliato mentre avevo anche un’erezione molto vistosa, la padrona Francesca mi disse: “mmm… ma guarda che bel pisellino che hai, non è nemmeno tanto piccolo, anche se per me e per molte ragazze forse ci vorrebbe qualcosina in più, chissà quanta voglia ha di provare il calore di una bella figa… vabbè, ma tanto a te non la dà nessuna, sfigatello, quindi comunque il problema non si pone aahhhah… dai, su, ora inginocchiati e bacia devotamente i miei piedi… 10 bacini a piedi, su, sfigatello…”. Io non me lo feci dire due volte e crollai ai suoi piedi a peso morto ed iniziai a baciare devotamente i suoi meravigliosi piedi smaltati di rosso in segno di sottomissione. Una volta finito, la padrona Francesca mi prese la testa, me la portò vicino alle sue meravigliose tette, molto dolcemente ed abbracciandomi affettuosamente, mi diede un altro bacetto sulla guancia e mi disse: “bravo, sfigatello… sono molto contenta e compiaciuta della tua devozione per una strafiga come me, sono davvero felice che tu abbia scelto di essere il mio schiavetto verginello”. Io, commosso e con una lacrima di felicità che mi scendeva sulla guancia, dissi: “grazie, padrona, grazie che mi ha scelto come suo zerbino personale”. Lei, vedendomi così emozionato, mi disse: “mi fa piacere che ti emozioni così, vuol dire che ami che io sia la tua padrona… lo prendo come un complimento! Comunque non ti preoccupare, ora ci sono io qui con te, sarò solo io la tua padrona, solo io potrò trattarti come lo sfigato che sei e ti proteggerò da tutte quelle stronzette che vorrebbero portarti via da me o vorranno provare ad umiliarti… tu sei solo MIO e di nessun’altra, così come è mio il potere di decidere quando e soprattutto se potrai avere la tua prima volta”. Io le risposi: “La amo, padrona, ma non come un fidanzato, ma come uno sfigatello come me ama la sua padrona, grazie di esserci”. Lei, continuando a tenermi abbracciato vicino alle sue tette, mi disse: “Anche io ti amo, schiavetto, anche io ti amo come una padrona ama il suo schiavetto”. Dopo essere rimasti per qualche momento così tutti e due, lei mi disse: “bene, sfigato, ti avevo detto che magari dopo ti avrei fatto segare per 5 minuti permettendoti di guardarmi le tette ed è ciò che faro, per cui prendi il tuo cazzettino in mano ed inizia a segarti guardandomi le tette! Ora attento, però, imposto il timer a 5 minuti e dovrai sborrare entro 5 minuti, altrimenti la sega si interrompe, ti faccio rimanere con il cazzetto duro e ti faccio venire la prossima volta che avrò voglia… è chiaro?”. Io risposi: “sì, padrona, è tutto chiaro e cristallino”. Lei poi disse: ” vabbè, ma tanto verrai pure prima dei 5 minuti, tanto da sfigatello quale sei verrai subito, visto che tu una donna nuda non sai nemmeno come è fatta ahahahah”. Sì abbassò il top e finalmente vidi il primo paio di tette della mia vita… e che tette! Poi disse, mentre impostava il timer: “bene, prenditi il pisellino in mano e… 1… 2 … 3… VAI CON LA SEGA, SFIGATO! E segati con la cappella di fuori, non mi interessa se ti fai male! Devi imparare a segarti bene, se vuoi essere il mio sfigato personale!” Non me lo feci dire due volte ed iniziai a segarmi velocemente e con foga tanto ero apparato sia per la situazione che per la vista di quelle tette che, ripeto, erano una quinta abbondante. Lei mi guardava con aria soddisfatta e tra una battutina ed uno “sfigato” ripetuto più volte mi faceva espressioni facciali provocanti per farmi arrapare ancora di più. Dopo nemmeno tre minuti, come aveva ampiamente predetto lei, venni e venni abbondantemente come mai prima d’ora. Una volta venuto, la padrona Francesca mi disse: “bravo, sfigatello… sono fiera di te. Sei un bravo segaiolo e sai come venerare una strafiga come con le tue seghe, che sono l’unica cosa che puoi fare con me ahhah”. Io dissi: “grazie, padrona, per questa sega”. Lei rispose: “ahahha mi ringrazi pure per una sega da sfigato ahahha… un vero uomo mi avrebbe presa e sbattuta tenendomi le tette in mano, tu invece sei rimasto lì in ginocchio a segarti con tutta questa sostanza in bella vista ahahha… vabbè, ma in fondo l’hai detto tu stesso che sei uno sfigato segaiolo verginello a cui non la dà nessuna ahahah”. Io risposi: “sì, padrona, è vero”. Lei disse, con un tono molto più delicato ed un sorriso angelico: “molto bene, schiavetto… credo che sia ora che tu vada, devi tornare a casa tua, altrimenti si preoccuperanno. Oggi sei stato molto bravo e mi hai fatto sentire una vera dea come nessuno ha mai fatto, nemmeno i miei amanti! Non preoccuparti, qui pulisco io, l’importante è che a te faccia piacere che io sia la tua padrona”. Io risposi: “certo che mi fa piacere, padrona”. Lei mi disse: ” bene, sono contenta. Comunque, quando ti umilio verbalmente, lo faccio perché voglio farti essere cosciente del tuo ruolo sessualmente parlando, ma non pensare che io ti voglia ferire in qualche modo. Ti conosco da poco, ma credo di volerti bene, sei un ragazzo molto gentile, educato, sensibile e che, in fondo, ha pagato un prezzo anche troppo salato con le ragazze, perché in quei 10 minuti in macchina all’andata ho avuto modo di capire che tipo sei. Al di là delle tue fantasie da schiavo, penso che in realtà tu abbia sofferto davvero troppo e che quella sofferenza non fosse per niente meritata, oltre ad essere eccessiva ed ingiustificata”. Incredibile, passava dall’essere una padrona senza scrupoli ad un angelo nel giro di 10 secondi, quasi come se usasse il bastone e la carota, come si suol dire. Io dissi commosso ed ancora inginocchiato davanti a lei: “padrona, non so davvero cosa dire…”. Lei mi disse: “Lo so, è normale… vedi, io sono la tua padrona e tu sei il mio schiavetto sfigato, questo voglio che lo tieni ben in mente… ma sappi che io non intendo ferirti né farti del male in alcun modo e sappi che per qualsiasi cosa ci sarò io. Anche se volessi solo parlare di qualsiasi cosa, parleremo… sono la tua padrona, ma voglio anche che tu mi consideri un’amica intima con cui poterti confidare, perché forse ti è mancato anche quello quando eri più ragazzino. Credimi, mi dispiace davvero tanto per ciò che ti è successo, è stato orribile che tu sia stato rifiutato ogni volta, soprattutto per il modo in cui è avvenuto in alcuni casi, e mi rendo conto che, purtroppo, in giro ci sono delle stronze senza scrupoli che non sanno davvero quanto dolore possano infliggere o magari lo sanno e lo fanno lo stesso per il puro gusto di farlo”. Io, commosso, risposi: “Grazie, padrona”. Lei mi dissi: “di niente, schiavetto, tu sei MIO, solo e solamente MIO e nessuna dovrà più ferirti”. Ero incredulo: avevo trovato una padrona ed un’amica allo stesso tempo e per di più era pure una gran figa! Continuò lei: “dai, ora rivestiti, che ti accompagno alla stazione a prendere il treno”. Lei, mentre si tirava su il top per coprire le sue tette ed io mi rivestivo, disse: ” ah, quando sei fuori da casa mia, salvo non ti ordini diversamente, puoi chiamarmi Francesca, va bene?”. Io risposi: “Sì, pad…cioè, Francesca”. Lei, facendo un sorrisetto tra il dolce ed il malizioso, mi disse: “dai, non ti emozionare troppo, avrai modo di farlo prossimamente…” Uscimmo di casa, salimmo in macchina (ovviamente io la aiutai a salire in macchina tenendola per mano come avevo fatto all’andata) e per altri 10 minuti parlammo del più e del meno per conoscerci meglio. Arrivammo poi alla stazione e, mentre scendevo dalla macchina, mi disse: “Mi raccomando, fai il bravo e cerca di stare bene… tu per me conti e fidati che questo non lo dico a tutti, nemmeno a quelli che mi scopo. L’unico ordine che ti do è quello di non segarti fino alla prossima volta che ci vediamo, puoi farlo solo con me ed alle mie condizioni… chiaro?”. Risposi: “Sì, Francesca, farò come vuoi”. Lei, dandomi l’ennesimo bacio sulla guancia, mi disse: “bravo, schiavetto. Dai, ci vediamo. Ciao e… stammi bene”. Sceso dall’auto, andai a prendere il treno e, dopo averlo preso ed essermi seduto, pensavo alla giornata con Francesca mentre contemplavo il paesaggio, finalmente contento di aver trovato una padrona che mi stava addestrando per essere il suo sfigato verginello segaiolo personale. Una volta tornato a casa, ricevetti un messaggio da Francesca in cui c’era scritto: “mi raccomando, sabato tieniti libero, perché dovrai passare tutta la giornata con me e la sera usciamo insieme, anche se per te ci sarà una sorpresa che forse non ti piacerà, ma tu devi fare come ti dico, perché sei il mio sfigatello personale. Dai, ora vado a dormire. Buonanotte, schiavetto, stammi bene!”. Io risposi: “Sì, Francesca, come più desideri. Buonanotte”. Dopo questo messaggio, andai a dormire soddisfatto per la giornata trascorsa con Francesca e ansioso che arrivasse sabato per poter tornare a servire la mia meravigliosa padrona, ma anche sincera amica.

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