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Quando ho capito di essere sfigato – la ragazza di Caserta conosciuta in chat – sesta parte

By 3 Gennaio 2022No Comments

Se dovessi fare un bilancio finora della mia storia con Francesca, direi che l’esperienza è molto positiva e soddisfacente. Per quel che mi riguardava, lei poteva fare di me quello che voleva: mi ero consegnato a lei per mia libera scelta, non mi aveva costretto o ricattato in alcun modo. Mi aveva manipolato? Sicuramente, ma le avevo permesso io di farlo, perché lo desideravo. Lei sin dall’inizio ha rispettato la mia volontà, tant’è che mi aveva pure concesso una scelta tra questa sorta di schiavitù ed una storia di sesso. Come ho lasciato spesso trasparire dai precedenti racconti, io penso questo di me stesso e non mi vergogno a dirlo: sono un verginello segaiolo sfigato. Forse, se mi vedeste, non lo direste, ma i fatti parlano e quelli sono incontrovertibili. Se a 28 anni (età attuale) non si è mai avuta una ragazza, anche solo occasionalmente, necessariamente qualcosa non va. Cosa non lo so, ma questa è la situazione e, credo, che a questo punto sia ormai immodificabile. Quello che in questo momento mi dispiace è che questa storia sia di fantasia. La ragazza che ispira questi miei racconti è reale, anche se non si chiama Francesca. L’ho conosciuta davvero, ma non l’ho mai incontrata per un motivo veramente idiota e per il quale incolpo me stesso ed effettivamente la colpa è mia, ma vi posso assicurare che mi sarebbe piaciuto vivere una storia simile con lei.

Comunque, al di là di questa breve digressione, la mia storia con Francesca, la mia padrona, proseguì nei giorni seguenti. Eravamo rimasti di incontrarci nei week-end, anche perché io avevo comunque una vita al mio paese e dovevo fare le mie cose e altrettanto lei. Ovviamente noi ci sentivamo sempre la sera per videochiamata. In quei momenti, però, non voleva essere per me la padrona che era di solito, ma un’amica e infatti si comportava sempre così. A lei interessava davvero quello che facevo e mi chiedeva spesso come procedevano i concorsi che facevo ed io le dicevo che mi stavano andando bene, anche perché ci voleva tempo per concluderli. Anzi, su questo versante era particolarmente interessata e, durante una videochiamata mi disse: “per quanto riguarda il versante lavorativo, ne dobbiamo parlare, perché ho in mente dei progetti per te”. Non sapevo cosa avesse in mente, ma non mi importava: io, come detto, mi ero consegnato totalmente a lei e di me poteva disporre come meglio credeva.
Il venerdì mattina stavamo facendo un’altra videochiamata e mi disse: “dunque, schiavetto… come ben sai, io devo concludere questo fidanzamento con Marco. Sì, in realtà stiamo già insieme, ma siamo rimasti entrambi d’accordo che perché sia ufficiale è necessaria un’altra scopata, ma una davvero importante. Per cui ho bisogno di te e dobbiamo fare le stesse cose dell’altra volta: estetista, parrucchiere, vestiti, doccia, riscaldamento pre scopata… ma c’è una variazione, perché non andremo in pizzeria, ma direttamente in discoteca. Domani sera ho intenzione di ballare con Marco, di provocarlo il più possibile e poi scoparmelo come non mi sono mai scopata nessuno prima. Ovviamente non andremo noi tre soli, ma verranno anche Linda e Alessia, così, mentre io sarò impegnata col mio ragazzo, loro ti terranno compagnia, almeno finché anche loro non trovano un bel maschione ahaha”. Io dissi: “certo, Francesca (in videochiamata potevo chiamarla per nome), farò come vuoi tu”. Lei disse: “sono contenta di averti con me, sfigatello”. Arrivò il venerdì pomeriggio e partii per Caserta. Arrivai lì alle 18:00, ora alla quale Francesca finiva di lavorare. La aspettai lì 10 minuti, arrivò e salii in macchina per andare a casa sua. Arrivati nel suo appartamento, mi disse: “grazie di essere qui, schiavetto. Per stasera non ho niente in mente per te. Fai conto che siamo due buoni amici (come sempre, ero in friendzone) che passano un venerdì sera insieme e, almeno fino a domani, puoi chiamarmi Francesca. L’unica cosa che ti impongo è che fino a sabato notte tu indosserai questa gabbietta di castità. Fino alla scopata con Marco, tu resterai chiuso qui dentro, perché l’unica coSa che ti deve importare è di farmi raggiungere il mio vero obiettivo… va bene, schiavetto?”. Io risposi: “sì, Francesca, mi deve importare solo che tu riesca a scoparti Marco come si deve e che ti sistemi con lui”. Lei mi disse: “bene, sfigatello… ormai non devo più nemmeno dirti le cose, ci arrivi da solo”. Detto ciò mi mise la gabbietta di castità, in modo che non potessi avere nemmeno erezioni fino a che non avesse ufficializzato il suo fidanzamento con Marco. In seguito passammo una serata tranquilla: una cena, un po’ di vino, due chiacchiere e poi ci mettemmo sul divano a vedere un film. Alla fine, nonostante fosse la mia padrona, era anche una buona amica e questo lo dimostrò più volte durante la serata. Mentre stavamo vedendo il film, io mi ero un attimo rattristato… diciamo che avevo varie preoccupazioni, che per riservatezza non dirò quali sono, e poi comunque non era bello essere vergine a 26 anni sapendo che tutte le ragazze con cui hai provato non ti hanno voluto. Francesca si voltò e mi vide con la testa bassa, scuro e pensieroso e mi chiese: “c’è qualcosa che non va, tesoro?”. Io le risposi: “no, niente… non ti preoccupare”. A lei non potevo nascondere niente e mi disse: “se stai così, vuol dire che c’è per forza qualcosa che non va. Non so cos’è, ma di sicuro non è un bella cosa”. Io dissi, anche un po’ stizzito: “Francesca, ma alla fine cosa ti importa? Io per te non sono altro che uno schiavetto da usare a tuo piacimento… mi usi come più ti pare e mi umili come più ti aggrada… cosa ti importa se sto male o no?”. Lei disse: “vabbè, se rispondi così c’è evidentemente qualcosa che non va… se il problema è questo nostro rapporto, ti ho già detto che puoi interromperlo quando vuoi, io non ti costringo. Forse per te è eccessivamente pesante? Ho abusato troppo di te? Ho fatto qualcosa di troppo pesante?”. Io le risposi: “Francesca… la verità è che io ultimamente sono stanco… stanco proprio di tutto… sono stanco di studiare, stanco di fare concorsi, stanco di alzarmi la mattina e di essere insoddisfatto per la mancanza di lavoro, stanco perché sono vergine a 26 anni”. Lei, avendo capito il mio sfogo, mi disse: “ho capito, tesoro… dentro di te senti molta insoddisfazione per la tua vita per via di queste cose… la prima cosa che mi viene da dire è che non devi dire mai più che di te non mi importa solo perché sei il mio schiavetto. Di te mi importa, altrimenti io non ti terrei qui con me… anzi, facciamo una cosa, adesso parliamoci molto chiaramente. Sì, è vero, io ti ho manipolato e fatto il lavaggio del cervello, ma non ho forzato la tua volontà, perché tu hai voluto così. Per conto mio, mi andava bene anche la scelta opposta da parte tua, perché tu potevi scegliere anche semplicemente di scopare ed io non avrei avuto niente in contrario. E poi… io e le mie amiche abbiamo parlato di te e sai cosa ci siamo dette? Al di là di quello che è successo settimana scorsa, noi pensiamo che in realtà tu, più che di una padrona, avresti bisogno di una vera amica e poi anche di farti una scopata!”. Io dissi balbettando: “Francesca… ma io sono confuso… tu mi hai detto che devo restare vergine… quindi…”. Mi interruppe e disse: “ascoltami… io voglio che tu rimanga vergine e sia il mio sfigatello per la vita, ma ho bisogno che tu sia convinto di questo. Se non ne sei convinto fino in fondo e la cosa ti crea tristezza, non serve. Anzi, ti dico subito questo… in particolare ad Alessia non sei indifferente e mi ha detto apertamente che, se ce ne fosse la possibilità, ti scoperebbe e ti aggiusterebbe lei per bene”. In effetti io avevo percepito che ad Alessia non fossi tanto indifferente, ma non pensavo che una come lei potesse provare interesse per me… continuò Francesca: “Ascoltami, tesoro… io posso immaginare che tu sia triste, stanco. etc… ma questi sono momenti passeggeri, ci stanno… lo so poi che tu soffri per via dei tuoi fallimenti in ambito sentimentale, ma succede… ne abbiamo già parlato, no?”. Io chiesi: “Francesca, posso piangere?”. Lei mi disse: “ma certo, tesoro, vieni qui e piangi pure”. Piansi per un quarto d’ora con Francesca che mi accarezzava e mi consolava. In seguito mi ripresi e dissi: “Francesca, scusami se mi sono rivolto così male prima nei tuoi confronti”. Lei disse: “non preoccuparti, lo so che per te non è facile, può succedere e ti perdono per questa volta, ma non farlo mai più”. Dissi: ” grazie, Francesca”. Lei poi mi disse: “bene, ora che ti sei sfogato è tutto a posto. Ora è tardi, andiamo a dormire, perché domani ci aspetta una giornata molto intensa”. Io dissi: “sì, Francesca, domani devi assolutamente chiudere con Marco, è la tua grande opportunità ed io voglio che la sfrutti. Perdonami ancora per prima e ti prometto che da ora in poi accetterò senza discutere e con il sorriso il mio ruolo da sfigato, perché io sono questo, il tuo verginello segaiolo sfigato!”. Lei mi disse: “bravo, sfigatello, bravo! Sono molto fiera di te. Dai, ora dormiamo. Buonanotte!”. Io dissi:” buonanotte, Francesca!”
Arrivò il mattino e Francesca, come sempre, non volle per niente svegliarmi. Mi lasciò riposare, perché comunque la giornata sarebbe stata molto impegnativa per me. Lei si alzò alle 8:00, io mi alzai addirittura alle 11:00. Svegliatomi, Francesca mi disse: “buongiorno, sfigatello… pronto per la classica giornata al mio servizio? Oggi è un giorno importante per me e deve essere tutto perfetto”. Io dissi: “certo, padrona, non ho certo intenzione di rovinarle la giornata”. Mi alzai e mi sistemai sempre sotto la supervisione della mia padrona e, ovviamente, per fare pipì doveva sempre tenermelo lei, anche se avevo la gabbietta di castità. Uscimmo di casa ed entrammo in macchina per dirigerci dalla sua amica estetista. Entrammo nello studio alle 12:00 e Francesca ci mise un’ora intera per curarsi a dovere. La sua amica estetista era davvero molto brava, in realtà, perché ogni volta che si metteva all’opera sul corpo della mia padrona, la faceva diventare davvero bellissima. Comunque uscimmo dallo studio alle 13:00 e Francesca disse: “bene, sfigato… è ora di pranzo ed io ho fame. Non ho voglia di cucinare a casa, anche perché mi sono appena fatta la manicure… ah, a proposito, dopo pranzo torniamo a casa e mi metti pure questo smalto rosso fuoco che mi sono fatta dare dalla mia amica sia sulle unghie dei piedi che su quelle delle mani, così impari a fare anche questa cosa”. Io dissi: “con molto piacere, padrona”. Mangiammo un panino al volo, perché dovevamo fare le cose con una certa celerità, anche perché stavolta ci voleva un po’ di tempo per metterle lo smalto. Dopo mangiato, tornammo a casa e la prima cosa che fece Francesca fu togliersi i sandali col tacco, sedersi e dirmi: “bene, schiavetto… adesso ti insegno come mettere lo smalto ad una ragazza, che è una delle poche cose che potrai farci, visto che il sesso per te è un’utopia ahah”. Io dissi: “sì, padrona, la ringrazio che mi insegna a metterle lo smalto per farla più bella per il suo fidanzato”. Disse ridendo: “ahahah che sfigato… mai visto uno senza un minimo di amor proprio… ti sei ridotto a mettere lo smalto ad una ragazza per il suo amante, consapevole che non te la darà mai e per di più ti umilia anche davanti alle sue amiche… ma, vabbè, immagino fosse la tua naturale evoluzione”. Io dissi: “lo so, padrona, ma per me è un piacere essere il suo sfigatello personale e prepararla per i suoi amanti”. Lei disse, carezzandomi la guancia: “bravo, schiavetto, così si fa. Ora mettiti a lavoro, forza, che dopo dobbiamo scegliere anche i vestiti”. Le misi lo smalto molto accuratamente sulle unghie dei piedi e devo dire che feci anche un buon lavoro, tant’è che ne fu molto contenta e mi disse: “schiavetto, ma sei bravissimo… nemmeno la mia amica estetista avrebbe saputo far meglio. Grazie a te a Marco verrà duro come il marmo ed io godrò come una matta! Dai, ora passiamo alle mani”. Feci anche questo e feci altrettanto bene il mio lavoro con annessi complimenti della mia padrona. Finito di fare questo le feci asciugare lo smalto, soffiando sia sulle unghie dei piedi che su quelle delle mani. La padrona Francesca fu molto soddisfatta del lavoro da me fatto e mi disse: “mmm… davvero bravo, sfigato, davvero bravo… mi hai sistemata proprio a dovere per la mia scopata di stasera. Continua così e vedrai che ci sarà un premio speciale per te stasera…”. Disse questo facendo l’occhiolino. Non so cosa mi avrebbe concesso come premo, ma non mi importava, ciò che più mi premeva era il suo piacere, tanto il mio al di là delle seghe non sarebbe mai andato. Poi disse lei: “bene, schiavetto… adesso dobbiamo scegliere i vestiti e poi andiamo in doccia e mi aiuti a fare i miei esercizi di riscaldamento pre scopata”. Per quanto riguarda i vestiti, suggerii alla mia padrona di bissare l’outfit dell’altra volta, quindi perizoma leopardato, jeans blu scuro attillati, maglietta bianca scollata senza reggiseno e sandali con i tacchi. Lei approvò… d’altronde se erano andati bene la prima volta, sarebbero andati bene anche la seconda. Poi andammo in doccia e ovviamente la aiutai ad insaponarsi, evitando accuratamente di toccarle il culo e le tette, e poi feci finta di scoparla per 10 minuti mentre urlava il nome del suo futuro fidanzato. Inutile dire che questa parte per me resta sempre una tortura. Un conto è non poter scopare la ragazza che ti piace, perché non vuol dartela, un conto è fare finta di scoparla con una gabbietta di castità mentre urla il nome del suo amante e tu sei vergine a 26 anni. Francesca su certe cose sapeva veramente essere sadica, ma, come sempre, a me non importava: io, in fondo, ero nato per questo. Finito di fare queste cose in doccia, uscimmo e le misi l’accappatoio e si asciugò, cosa che feci pure io. Dopo esserci vestiti, la accompagnai dal parrucchiere alle 17:00 e anche lì ci mise un’ora, mentre io la aspettavo in macchina. Uscì di lì con una chioma nera fantastica… sarebbe stata davvero irresistibile per il suo amante. Poi tornammo a casa e la aiutai a vestirsi con il suo classico outfit… da quella camera da letto ne uscii una dea. Più la vedevo e più mi rendevo conto del perché Marco se la sarebbe scopata e lei si sarebbe fidanzata con lui ed io sarei rimasto a farle da zerbino ed a sperare di farmi le seghe mentre lei mi mostrava le tette. Io la guardai imbambolato e con la bocca aperta… lei se ne accorse e mi disse: “ehi, tutto bene? Sembra sia la prima volta che tu mi vedi così, sfigatello… capisco che tu non sia abituato alla vista di una strafiga come me, ma almeno mantieni un po’ di contegno ahahah”. Io le dissi: “scusi, padrona… è che sa… lei è veramente… bella vestita così”. Mi disse: “ma quale scusa, schiavetto? Anzi, mi fa piacere che mi guardi così… vuol dire che sono proprio gnocca vestita così… va bene che alla fine sarà Marco a godersi tutto il resto, ma guardare non costa niente… beh, nel tuo caso, potrebbe farti male anche guardare, visto che hai quella cosa intorno al pisellino ahahah”. Bella, forte, autoritaria, decisa, sadica, maestosa… ogni aggettivo sarebbe stato superfluo per descrivere la bellezza di quella ragazza. A un certo punto lei disse: “ah, per essere sicura che sia tutto perfetto… adesso deve vedere se sarò anche in grado di far venire un’erezione nelle mutande al mio ragazzo. Ora ti tolgo per un po’ la gabbietta e vediamo il tuo livello di erezione per capire se sono pronta al 100% per Marco”. Detto fatto e mi tirò fuori il pene dalla gabbietta giusto il tempo che le bastava per rendersene conto e disse: “mmm… bene, mi sa proprio che sono pronta per farmi sbattere da Marco in qualunque momento. Va bene che tu non sei molto affidabile, data la tua verginità in tarda età, ma non ho niente di meglio al momento ahah”. Le dissi: “anche se insufficienti, sono comunque contento che lei abbia voluto fare affidamento sulle mi capacità di apprezzare una donna, padrona”. Lei disse: “ottimo, sfigato… questa risposta mi è piaciuta. Diventi sempre più bravo come schiavetto. Vedrai, se continui a comportarti così fino a fine serata, avrai una ricompensa speciale”. Passarono le ore e lei volle passarle in casa seduta sul divano con me a fianco a lei a farle da confidente pre scopata. Mi parlava in generale di come si sentiva eccitata ed emozionata di fidanzarsi con uno simile e di come si sarebbe goduta i suoi soldi ed il suo pisellone. Fu una tortura anche quella, ma in fondo.. cosa dovevo fare? Il mio destino, la mia vita erano quelli e lo sarebbero sempre stati. Si fecero le 23:00 e scendemmo. Trovammo Linda e Alessia che stavano in macchina ad aspettarci per dirigerci verso la discoteca. Entrammo in macchina, ci salutammo e poi ci dirigemmo verso la nostra destinazione. Io il viaggio lo passai in silenzio, senza dire nemmeno una parola, anche perché preferirono parlare tra di loro. Francesca ad un certo mi diede il suo cellulare in mano e mi disse: “allora, sfigato… poiché io sto parlando con le mie amiche, ma dovrei anche chattare con Marco, ci dividiamo i compiti, quindi io parlo e tu gli scrivi”. Io le dissi: “sì, padrona”. Questa fu veramente una crudeltà molto sottile, perché poi lei mi ordinò di scrivere: “Amore mio, non vedo l’ora che mi possegga sul letto di casa mia con il tuo bel cazzone… mmm”. Io dovevo scrivere per lei al suo fidanzato una cosa simile… Francesca aveva deciso proprio di distruggermi… ovviamente Linda ed Alessia ridevano e mi dissero: “porca miseria, Francesca… questo lo hai proprio ridotto ad una nullità con le donne… che sfigato che diventa giorno per giorno ahaha”. Francesca disse: Ragazze, questo è il suo ruolo e lui lo sa… non ve ne meravigliate”. Dopo qualche minuto di auto arrivammo in discoteca e parcheggiammo. Poi uscimmo dall’auto e ci dirigemmo all’ingresso, dove Marco stava aspettando la mia padrona. Appena lo vide, lei gli si fiondò addosso, gli diede un bacio appassionato e gli disse: “che bello vederti, amore mio… non vedo l’ora che tu mi faccia finalmente tua!”. Io, sentendo queste parole, stavo morendo dentro sempre di più. Comunque entrammo in discoteca e, mentre Marco e Francesca ballavano, con lei che gli si strusciava addosso in tutte le maniere, io stavo seduto al tavolo con Alessia e Linda. Si comportarono bene entrambe, alla fine parlammo del più e del meno e la discussione fu anche molto piacevole. Solo Alessia, a cui peraltro non ero indifferente, mi disse: “e questa sarebbe la ragazza per cui ti sei beccato gli sculaccioni di Linda? Guardala, si struscia sul suo ragazzo e, dopo averti usato come ha voluto, non ti degna nemmeno più di uno sguardo… io non ti capisco, sinceramente… soffri per lei e per cosa? Per una sega? Ma dai… non sarebbe meglio che tu ti facessi una scopata con me?”. Io le dissi: “Alessia, a parte che ho la gabbietta di castità, io non mi sento di tradirla… lei è la mia padrona e si comporta da padrona, altrimenti che senso avrebbe tutto ciò? E poi ne abbiamo già parlato…” Lei disse: “mah, forse sono io che non comprendo, ma secondo me quello che fai non ha senso… quello che vedo è un continuo colpevolizzarti da parte tua ed una continua autoflagellazione che ti infliggi solo perché qualche stronza in passato ti ha detto no… comunque non insisto, la vita è tua… se ritiene di dover sottostare a questo stato di cose, fai pure… io ti ho dato solo un consiglio”. Io gli chiesi: “scusami, Alessia, ma perché ti importa tanto di questo?”. Lei mi disse: “allora, parliamoci chiaro… tutte e tre, quindi io, Linda e pure Francesca, ma soprattutto io, ti vorremo scopare e farti finalmente togliere di dosso questo macigno che ti porti da anni e che ti sei autoimposto… al di là di tutto, noi tre ti consideriamo prima di tutto una persona e le persone hanno una loro sensibilità e dei sentimenti… sei tu che te li ferisci continuamente da solo, noi vorremmo altro, anzi soprattutto io”. Rimasi molto sorpreso, non avrei mai pensato di poter piacere a tre strafighe così e questo a ragion veduta, visti i precedenti. Continuò Alessia: “comunque se tu sei contento così, noi non ti fermiamo. Se sei convinto di essere questo, noi non possiamo farci niente. Spero solo che un giorno ti si riattivi il cervello, perché a me sembra che tu ce l’abbia veramente inceppato… eppure non sei un cretino, per la miseria!”. Forse Alessia aveva ragione, ma certe cose per poterle capire devi provarle e io, purtroppo, le avevo capito anche a caro prezzo e niente mi avrebbe smosso dalle mie convinzioni, che erano fondate sui fatti e si sa che contra facta non est argumentum. Comunque, a parte ciò, la serata passo tranquillamente e facemmo le 2:00. Prima di andare a casa, Francesca mi chiamò in disparte e mi disse: “senti… ti avevo promesso una ricompensa… stasera potrai segarti mentre mi vedi scopare con Marco mentre ti nascondi nell’armadio… sei contento?”. Io risposi: “lei non immagina quanto, padrona. La ringrazio molto, padrona!”. Lei disse: “ahah che sfigato!”. Detto ciò, mi tolse la gabbietta e mi disse: “tu ora te ne vai a casa con Linda e Alessia, ti accompagnano loro. Io farò in modo di far partire tardi Marco, così tu avrai il tempo di arrivare, entrare, lasciarmi le chiavi sotto il tappeto e nasconderti nell’armadio. Ora vai, sfigato… ci vediamo a casa… o meglio, tu mi vedrai, mentre io avrò davanti solo il bel cazzone di Marco ahahah”. In seguito me ne andai e Linda e Alessia mi accompagnarono a casa. Linda mi disse: “buona sega, sfigatello… continua pure a fare così, ma, quando hai tempo, pensa pure a quello che ha detto Alessia”. Disse quest’ultima: “già… pensaci quando hai tempo… se vuoi continuare a farti trattare da sfigato, fai pure, ma sappi che una via d’uscita ora ce l’hai… sta a te percorrerla… ma ovviamente decidi sempre tu. Buonanotte, tesoro!”. Uscito dall’auto, mi diressi subito in casa e seguii le istruzioni della mia padrona. Io mi nascosi nell’armadio e dopo 10 minuti sentii la porta di casa aprirsi. Arrivarono i due fidanzati, che non persero tempo e si fiondarono subito in camera da letto. Si strapparono letteralmente i vestiti di dosso e subito iniziarono a scopare. La scopata durò un’ora e Francesca urlava come una matta dal piacere, cosa che faceva anche Marco. Ormai la mia dea lo aveva conquistato e lei si sarebbe sistemata in tutti i sensi. Io poi mi segavo e mentre Francesca ebbe un orgasmo potente con Marco, io schizzai violentemente e dovetti trattenere l’urlo di piacere, altrimenti sarei stato scoperto. Pensate che fine che avevo fatto… godere nel vedere la ragazza che mi sarei dovuto scopare io scopata da un’altra e con il quale lei si era pure fidanzata… ero quello che ero e, sinceramente, non mi importava, perché, se davvero fossi stato in grado, ci sarei stato io al posto di Marco. Finita la scopata, Marco e Francesca avevano ufficializzato il loro fidanzamento ed io dovetti assistere anche a questo. Poi Marco si rivestì ed andò via, soddisfatto di essersi accaparrato la mia padrona. in seguito la padrona Francesca, mi disse: “bene, sfigato puoi uscire”. Io uscii e mi chiese: “allora, sfigato.. ti è piaciuto come ho scopato? Ormai è mio e difficilmente mi scapperà”. Io gli risposi: “padrona, come sempre, è stata una forza della natura… beato chi fa sesso con lei”. Disse lei, sarcastica: “già… e tra questi non ci sarai mai tu, verginello ahahahha”. Poi continuò: “bene, sei stato bravo, oggi in particolar modo e come ricompensa ulteriore non ti farò più indossare la gabbietta, a meno che tu non mi costringa a farlo, ma ormai penso di potermi fidare di te. Comunque ora andiamo a dormire che è tardi. Domani potrai dormire e ti lascio la giornata libera. Staremo in casa e parleremo del tuo futuro lavorativo come dovrà essere, sarà l’unica cosa che dovremo fare”. Non so che piani avesse per me su questo versante, ma, qualsiasi cosa avesse in serbo, non avevo altra scelta che obbedirle, perché lei era la mia padrona, la mia splendida, maestosa e superba padrona Francesca!

CONTINUA

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