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Torno a casa dopo una lunga giornata di lavoro, sono le otto di una calda serata estiva.
Apro la porta, appoggio le chiavi sulla mensola e arrivi correndo dalla cucina indossando solo un grembiule, come piace a me.
Ti appendi al collo per potermi baciare, ti afferro e ti sollevo delicatamente, ma con decisione e ricambio. Una serie di baci prima rapidi e superficiali…sulle labbra, sul collo, insomma. Ovunque, poi con il passare del tempo la foga e il trasporto dei baci aumentano, inizio a mordicchiarti le labbra, fino a farti mugolare dal dolore.
Nel frattempo, la mia mano si muove veloce, leggera e fugace sulla pelle bollente, percorrendo la spina dorsale, fino alle chiappe che strizzo con forza.
Mollo la presa ed inizio a schiaffeggiarti, quindici sculacciate forti e ben piazzate. Durante la giornata, infatti, non eri stata una brava cagnetta e quindi meritavi una punizione; ma senza mai smettere di baciarti e morderti.
Una volta punita ti lascio scendere e delicatamente porto la mano tra le cosce, voglio sentire quanto sei calda e bagnata, all’altezza delle labbra inizio ad alzare il dito medio e a fare pressione per farle dischiudere. Sento subito che sei fradicia e avvicinandomi all’orecchio sussurro queste parole: “Quindi la MIA donna si bagna quando subisce una punizione?!”. Mugolando annuisci e con la voce rotta dall’eccitazione riesci a dire solo: “Sì, Signore”. Ti sbatto faccia alla porta, ti forzo ad aprire le gambe ed inizio a masturbarti con due dita fino a farti arrivare al limite dell’orgasmo. Prima che tu possa anche solo pensare di venire, chiedo: “La cena è pronta?” in preda agli spasmi che precedono l’orgasmo e all’eccitazione riesci a pronunciare solo un flebile “Sì”. Porto alla tua bocca in modo che le possa leccare e ripulire. Esiti, opponi resistenza, e di nuovo sono costretto a forzarti. Una volta dentro inizi a succhiare come una forsennata, eccitata dal mio gesto…semplicemente ami quando ti forzo.
Ripulito ti prendo i capelli, mi ci asciugo le dita e poi usandoli come se fossero un guinzaglio ti trascino in cucina.
Camminando verso la cucina mi aiuti a mettermi comodo…mi sfilo le scarpe mentre tu allenti la cravatta. Mi siedo al tavolo, e tirandoti per i capelli ti avvicino e ti bacio. Con la lingua forzo la bocca ad aprirsi e a lasciarsi penetrare. Non faccio in tempo ad entrare che trovo la tua, mi stava aspettando… iniziamo a giocare. Le nostre lingue si rincorrono, si intrecciano, non si danno tregua.
Andrei avanti tutta la sera in questo modo ma lo stomaco brontola e ci sarà tempo dopo. Ti libero dalla morsa e con una pacca sul culo ti ordino di servire la cena.
Durante la cena, mentre parliamo della nostra giornata, non sto fermo, anzi, spingo il piede tra le gambe, gambe che hai l’ordine di tenere sempre dischiuse. Stimolo delicatamente la figa, accarezzandola con il piede avvolto nella calza…bastano pochi secondi per sentire gli umori che iniziano ad impregnare il filato…il calore sul piede e da lì direttamente al cervello.
A questo punto l’erezione è quasi dolorosa ma decido comunque di concludere comunque la cena.
Ti aiuto a sparecchiare e mentre lavi i piatti, rigorosamente a mano, mi posiziono dietro di te, l’erezione tra le chiappe, la bocca sul collo e le mani che viaggiano tra tette, pancia e figa, giocando con e stimolando ogni centimetro della tua pelle rovente e ormai estremamente sensibile.
Ti posiziono a novanta sul bancone, usando di nuovo i capelli ti faccio sollevare la testa, mentre con il peso del corpo ti blocco contro la cucina. “Adesso sei mia!”.
Lascio andare i capelli spostando le mani sulle chiappe, le allargo e prima di toglierlo mi fermo ad ammirare il plug di vetro che, su mio ordine, come la brava cagnetta che sei, avevi inserito mentre eri al lavoro. Lo porto alla bocca e questa volta non c’è bisogno che dica nulla, la trovo già aperta e pronta ad accoglierlo…sai che è per non farti urlare e ai vicini non sarebbero contenti. Riporto le mani ai fianchi e senza troppi preamboli lo infilo nella figa, ormai fradicia. Un paio di penetrazioni in rapida successione al solo scopo di lubrificarmi, esco, mi posiziono all’entrata del tuo culetto, punto la cappella sul fiorellino e con delicatezza spingo, e dopo un’iniziale resistenza entro nuovamente in te. È una penetrazione molto lenta…in modo che tu possa sentire ogni singola vena e una volta arrivato in fondo esco con la stessa lentezza. Gradualmente aumento il ritmo fino a raggiungere il massimo della velocità che la posizione mi consente. Le tue urla di piacere sono attenuate solo dal plug, ma sono comunque estremamente eccitanti, quasi musica per le mie orecchie.
Nel frattempo, la tua mano si infila tra le cosce, con due dita ti penetri la figa in sincrono con i miei affondi mentre con il palmo ti stimola il clitoride.
Quando finalmente ti sento pronta a godere mi basta sussurrare: “Ora puoi godere!” per farti esplodere ed esplodere di conseguenza. L’orgasmo ci raggiunge insieme, il mio seme ti riempie…uno, due, tre fiotti caldi e copiosi.
Mi lascio cadere sul tuo corpo caldo…l’odore pungente che pervade le narici, il sudore che si mescola sui nostri corpi, così come è successo poco prima ai nostri fluidi poco prima.
Quando ormai il mio cazzo si sta afflosciando mi sfilo, lasciando che la sborra coli prima sulle tue gambe e poi a terra.
Ti giro e applico una leggera pressione sulle spalle, capisci immediatamente ciò che voglio, ti inginocchi e rimani in attesa guardandomi con i tuoi occhioni pieni di lussuria.
Sfilo il plug e subito lo sostituisco con il cazzo.
Gli occhi si illuminano lasciando trasparire tutta la voglia che hai di prenderlo in bocca…inizi a succhiarlo e leccarlo felice come una bambina che ha appena ricevuto un lecca-lecca.
Una volta ripulito perfettamente e ormai nuovamente duro, ti faccio cenno di staccarti e pulire il mio sperma dal pavimento. Mentre aspetto che porti a termine il tuo compito osservo come la tua testa si muova su e giù per leccare ogni più piccolo residuo di sperma.
Ti sollevo, ti prendo in braccio e ti porto a letto…

Per contattarmi direttamente iosevero24@gmail.com

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