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OrgiaRacconti di Dominazione

Rapita e scopata mentre il fidanzato gioca a calcio

By 9 Febbraio 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

Sono Daniele, il capo degli animatori di un villaggio turistico. Oggi sono arrivati due nuovi ospiti e io ho subito puntato Sharon, la fidanzata di Thomas. Piccolina, piena di curve ai posti giusti, una faccia da brava ragazza che nasconde il suo essere troia nel profondo. Ormai ho una certa esperienza in questo campo e so capire al volo le donne. Appena arrivati ho cercato di coinvolgerla per la selezione di Miss Maglietta Bagnata. Uno spettacolino a cui tutte le femmine in calore si iscrivono molto volentieri. Si bagna loro la maglietta bianca di cotone, che diventa trasparente, e si fa votare il pubblico per far vincere la più bella e la più eccitante. Ma Sharon sdegnata non ne ha voluto sapere e la cosa mi ha già lasciato l’amaro in bocca. Il ragazzo, appena arrivati, si è subito cambiato ed è andato a giocare a calcetto, allora ne ho approfittato per fare conoscenza con lei. ‘Ciao, ma il tuo ragazzo ti molla sempre così, tutta sola?’ Lei, dopo una prima titubanza dovuta alla sua timidezza, si è lasciata andare ‘quello stronzo pensa sempre e solo a giocare a pallone e a me non mi si fila mai’. Questa sicuramente me la scopo, ho pensato, tanto quel cretino neanche se ne accorge. La sera in discoteca lui è andato a dormire presto. Figurarsi, aveva giocato poco più di un’ora e già era crollato dalla stanchezza. Lei, invece, era rimasta in discoteca. In mezzo alla pista mi sono avvicinato e ho cominciato a ballarle vicino, sempre più vicino. Intanto la guardavo fisso negli occhi, con un sorriso che più invitante non poteva essere. A un certo punto mi sono avvicinato al punto che praticamente ho cominciato a strusciarmi a lei. Non l’avessi mai fatto, ha iniziato una scenata, urlando che dovevo lasciarla stare e che non mi dovevo permettere. E se ne è andata. Che stronza, mi ha fatto fare una figura di merda davanti a tutti. Mi ha fatto veramente incazzare, ora gliela avrei fatta pagare. Cosa? Tu respingi me? Cretina, ho la fila di donne che vorrebbero scoparmi e tu ti permetti di fare queste scene? Ora vediamo come va a finire, giuro che ti sfondo quella fichetta stretta che hai e che ti faccio godere come mai hai fatto prima nella tua vita. Tanto quel cretino del tuo ragazzo con il suo cazzetto neanche sa che cosa vuol dire scoparsi per bene una. In testa tutti questi pensieri si accavallavano tra loro e la mia rabbia montava dentro. Andai da Carlo e Francesco, i miei amici più cari tra gli animatori e raccontai loro tutto quanto. La scena ovviamente l’avevano vista, ma non sapevano cosa mi frullava per la testa. Stemmo a parlare almeno un’ora, studiando come mi sarei potuto vendicare. Alla fine prendemmo la nostra decisione. La vendetta sarebbe scattata il giorno dopo, appena quel cretino del suo ragazzo avrebbe partecipato alla partita di torneo. Figuriamoci, non se la sarebbe persa per niente al mondo!
Sharon non era neanche andato a vederlo e stava a prendere il sole in spiaggia. Con una scusa le dissi che doveva tornare un attimo in camera sua perché c’erano problemi con l’aria condizionata. Una scusa bella e buona. Il piano era portarla in camera e lì scoparsela per bene, volente o nolente. Carlo e Francesco, infatti, erano lì vicino, nascosti, ad aspettare il nostro arrivo. Appena Sharon aprì la porta, immediatamente le presi le braccia e gliele bloccai dietro la schiena e con l’altra mano le tappai la bocca. Entrai lasciando la porta aperta e subito i miei due amici vennero anche loro dentro. A quel punto la porta venne chiusa a chiave. Sharon si dibatteva e provava a urlare, ma io sono forte e non facevo fatica a tenerla ferma. I miei due amici si misero subito davanti a lei e ridendo cominciarono a palparla in tutto il corpo. Io, intanto, le spiegai bene la situazione: ‘Ieri sera hai voluto fare la stronza, ora ne paghi le conseguenze. Ti scoperemo fino a sfinirti e vedrai che, troia come sei, piacerà anche a te’. Sharon era terrorizzata, ma nonostante tutto le carezze dei due ragazzi stavano cominciando a farle effetto. Pur non volendo si stava eccitando e la cosa la conturbava molto e la faceva vergognare. Dentro di sé mille pensieri le passavano per la mente ‘ma come, mi stanno violentando e io mi eccito? Non sono una puttana, devo resistere e non dargliela vinta a questi stronzi’. Sbattemmo Sharon contro il muro e dissi a Carlo e Francesco di tenerla ferma loro e di metterle una mano davanti alla bocca per non farla urlare. Con le dita, appena avvicinatomi alla sua fica, ho subito sentito che era abbastanza bagnata ‘guardate questa troia, è già bagnata’ e poi rivolto ai miei amici ‘ questa ce la scopiamo per bene e la facciamo godere come una cagna in calore, ve lo dico io’ e giù risate tra tutti quanti noi. Le sfilai il costume e poi, una volta appallottolato, glielo spinsi dentro la fica con un dito, un poco alla volta. Una volta entrato tutto, rimaneva fuori solo la stringa di una spallina. Presa quella iniziai molto lentamente a tirarlo fuori dalla stringa. In questo modo il costume strusciava lentamente lungo le pareti della fica di Sharon, dandole sensazioni molto forti e perverse. Inoltre, nel tirarlo via, lo facevo strusciare per bene sul clitoride facendoglielo arrossare e gonfiare tutto. Sharon muoveva i fianchi senza riuscire a stare ferma, ma li muoveva in modo lascivo e provocante, come una ballerina di danza del ventre, ondeggiandoli e scuotendoli. Da sotto la mano del mio amico si sentiva chiaramente che la sua bocca emetteva mugolii che piano piano si trasformavano sempre più per il piacere. Ormai quasi non c’era più bisogno di tenerle le gambe allargate, era lei a farlo da sola e a protendere i fianchi in avanti per essere stimolata meglio. Una vera troia!
Tiratole via tutto il costume dalla fica, con un suo ultimo e lunghissimo mugolato di piacere, la colpii a mano piena piena sulla fica stessa, uno schiaffo vero e proprio. Sharon sgranò gli occhi e cercò di urlare per la sorpresa e per il dolore. In realtà non le avevo fatto malissimo, sono piuttosto esperto di come si tratta la fica di una cagna in calore come lei. Ma la situazione inaspettata era stata come una secchiata di acqua gelida. Ora alternavo carezze e schiaffi e la guardavo dritto negli occhi per vedere la sua espressione. Lei non riusciva a tenere il mio sguardo per la vergogna, perché ancora una volta questo trattamento rude la stava facendo eccitare molto. ‘Guardami negli occhi, puttana, facci vedere bene a tutti quanto sei troia, quanto ti eccita essere trattata in questo modo’ le dissi. Le infilai all’improvviso più dita possibili nella fica, con violenza, quasi con la cattiveria di chi vorrebbe spaccare tutto. Il suo corpo ebbe un nuovo soprassalto e i fianchi di nuovo cominciarono a muoversi in tutte le direzioni. Ma questa volta praticamente le tenevo la fica con la mano e le impedivo di agitarsi più di tanto. La pressione delle mie dita contro le pareti interne della sua fica doveva essere notevole, ma a Sharon la cosa sembrava piacerle molto. Quasi spingeva verso il basso per farsi penetrare ancora più profondamente. Venne all’improvviso quasi cogliendomi di sorpresa. Non me lo sarei aspettato un suo orgasmo così prematuro. Fu una piacere violentissimo che quasi le levò tutte le forze, al punto che praticamente non riusciva a rimanere in piedi. Ne approfittammo per farla inginocchiare e in un attimo si trovò davanti al viso in nostri tre cazzi in piena erezione, belli grandi come lei non ne aveva mai visti prima. Sharon non si fece pregare questa volta e da sola cominciò a spompinarci a turno, un po’ per uno. Omai non c’era più bisogno di tenerla ferma o di chiuderle la bocca. Avevamo trovato una serie di bavagli molto più efficaci! Sharon si sentiva degradata e porca come non era mai stata, ma si stava accorgendo che la cosa le piaceva. Aveva smesso di vergognarsi e di preoccuparsi e ora pensava solo a dare e ricevere piacere. La portammo verso il piccolo tavolo al centro della stanza e la mettemmo con il busto piegato in avanti e poggiato alla superficie. Così culo e fica erano belli aperti a nostra disposizione, da una parte, e dall’altra la sua bocca avrebbe potuto soddisfare meglio un altro di noi a turno. Cominciammo a scoparla e incularla a turno. Sharon passava da un orgasmo all’altro, ma soprattutto ormai si era scatenata: ‘Sono la vostra troia, sfondatemi’ diceva. Era lei a incitarci per farlo con sempre maggiore forza e cattiveria, quasi sfidandoci. ‘Dai spingi più forte, cosa credi che mi fai male? Usalo da vero maschio il tuo cazzo’. Io intanto avevo cominciato a schernirla sul fatto che finalmente veniva scopata da veri cazzi maschili, mentre fino ad allora con il pisellino del suo ragazzo sicuramente non aveva provato le stesse situazioni. Di nuovo Sharon cominciò a vergognarsi. L’aver messo in mezzo il suo ragazzo metteva in luce paragoni che lei neanche immaginava. Ed era tutto vero. Thomas aveva un cazzo di dimensioni non eccezionali, ma soprattutto aveva poca resistenza e poca fantasia. La scopava poco e male insomma, ma lei si era adattata e alla cosa non sembrava dare molta importanza. Almeno fino a quel momento. Ora che aveva conosciuto il vero cazzo e dei veri uomini che la scopavano e la maltrattavano come si deve, le sue certezze stavano vacillando. ‘Ma allora è vero che sono una troia’ pensava tra sé e sé ‘invece di protestare per la violenza subita sono qui che godo come una cagna in calore’. E questi pensieri comunque non le impedivano di rimanere sempre sull’orlo di un continuo orgasmo, che ogni tanto esplodeva e la faceva urlare di piacere. Alla fine anche io e i miei due amici pensammo bene di farle un ultimo regalo, riuscimmo praticamente a venire in contemporanea, schizzandole addosso in faccia tutta la nostra sborra. Le facemmo una vera e propria maschera di bellezza con la nostra crema, per non parlare di quella che le era andata a finire tra i capelli. ‘Sbrigati a pulirti, troia, che tra 5 minuti torna il tuo fidanzatino cornuto, non vorrai mica farti trovare così’ le dissi, essendomi accorto che ormai la partita di torneo doveva essere agli sgoccioli e che da un momento all’altro si sarebbe potuto presentare alla porta Thomas. ‘Domani quel cornuto del tuo ragazzo gioca ancora ‘ le dissi ‘ e noi ci faremo trovare di nuovo qui. Tu che fai ci sei? E vedi di farti trovare, puttana, altrimenti ti veniamo a prendere ti ci portiamo di forza noi’. Sharon non rispose, ma già sapeva che il giorno dopo non si sarebbe persa quella splendida scopata per niente al mondo.

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