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Tutto ebbe inizio con l’acquisto di una nuova cucina e armadi per la nuova casa 4 mesi orsono.

Il periodo dei lavori di ristrutturazione nella nuova casa fatto lo scorso luglio avrebbe già dovuto mettermi sull’avviso di quello che poteva accadere.

Sono sposato da 6 mesi con mia moglie Claudia che ho conosciuto 8 mesi fa. Lei 42 anni, capelli neri corti, fisico tonico da attività sportiva giornaliera, almeno 7-8 km al giorno.

Giornalmente mi recavo con Claudia dopo l’orario di lavoro a controllare se i lavori stavano proseguendo secondo i tempi e le aspettative e in genere non c’era nessun operaio. Essendo piena estate Claudia era vestita con un vestitino leggero che arrivava appena sopra le ginocchia, niente reggiseno che faceva risaltare ancora più le tette, una bella seconda piena che premeva sul tessuto del vestito mettendo in rilievo i capezzoli e mutandina in cotone classica o almeno così pensavo avendola vista vestirsi quella mattina.

Aprimmo la porta dell’appartamento e con nostra sorpresa c’erano ancora due piastrellisti che stavano terminando la posa nella zona sotto la scala a vista che saliva al piano superiore. Chiedemmo se era possibile salire per dare un’occhiata allo stato lavori e ci risposero di sì ma con molta cautela. Precedetti Claudia nel salire le scale passai praticamente sopra le teste dei due operai intenti a posare piastrelle, poi fu il turno di Claudia che stranamente fece i 20 gradini con una lentezza strana tanto che mi girai per capire cosa stava succedendo e notai subito il suo sorriso malizioso, abbassai lo sguardo e vidi i due operai con i volti rivolti verso l’alto intenti ad osservare minuziosamente la passerella di Claudia.

Una volta che mi ebbe raggiunta le dissi sotto voce “ma cosa avevano da guardare?” e lei sollevando il vestito “questa” mostrandomi la patata liscia e rasata. Provai un misto di piacere e incazzatura “dove le hai lasciate le mutandine?” e ancora “ma cazzo era proprio il caso di metterti in mostra?”, lei però notò subito che qualcosa era successo in me “direi che ti è piaciuto” indicando il rigonfiamento nei miei pantaloncini, si abbassò e mi diede un bacio sul rigonfiamento, “mmm, non so se ho voglia di dirtelo dove le ho lascaite”.

Fossimo stati da soli l’avrei appoggiata al muro e scopata ma in quella circostanza, con i due operai presenti non ritenni il caso di farlo.

Nel mentre i due operai ci salutarono dal piano di sotto, se ne stavano andando, sentii uno dei due salutare la signora “è stato un piacere signora” e con mia sorpresa Claudia rispose “anche per mè” volsi il mio sguardo verso il suo con aria interrogativa e lei disse “come la fai tragica, mi sono divertita a stuzzicarli e l’idea non è dispiaciuta neanche a te mi pare” indicando il mio rigonfiamento ancora nel pieno.

Avevamo un altro appuntamento e dovemmo uscire di casa in fretta per raggiungere il consulente del mobilificio che ci aspettava ma nella mia testa rimuginavo sull’accaduto e mi chiedevo dove aveva lasciato le mutandine.

Salimmo in auto, guidavo io. Il mobilifico era distante una 20 di chilometri, la strada era sgombra ma i limiti di velocità imponevano una marcia piuttosto lenta. Ero immerso nei pensieri quando sento la mano di Claudia prendere la mia e portarsela sulla coscia sinistra, poi guidarmela verso l’interno, sentivo la pelle liscia e più mi avvicinavo all’inguine più la sentivo leggermente sudata, Claudia allargò le gambe più che poteva e prese due dita della mia mano e se le passò su è giù lungo la patata, prima esternamente, poi scostando le grandi labbra diresse le mie dita sulla clitoride, appena lo toccai chiuse gli occhi e si morse il labbro inferiore, poi giudò le mie dita verso l’ingresso e le infilo entrambe con un movimento dentro/fuori. Avevo il polso praticamente a 90 gradi per farmi guidare le dita da lei, la sentivo bagnata e gli ansimi aumentavano, sempre di più fino a diventare spasmi, si bloccò per un tempo che sembrava infinito trattenne il fiato, poi scoppiò in uno schizzo che bagnò sedile, cruscotto e parabrezza, poi si rilassò. Tolse la mia mano e la lecco tutta, poi me la rimise sul volante.

“Piaciuto?”, “il tuo cazzo stà esplodendo ah ah ah “ passò la mano sul pacco mentre con l’altra prese dei fazzolettini per pulire alla meno peggio cruscotto e parabrezza, “cazzo amore, mi fai scoppiare” la mia voglia di scoparla era alle stelle, “caro tesoro mio, magari stasera te la do, mi piace tirarti scemo in questo modo”.

E si mise a guardare la strada assorta nei suoi pensieri, io invece la desideravo come un toro. Eravamo quasi arrivati quando la vidi ridere sottovoce “cosa c’è da ridere?” le chiesi, “vuoi proprio sapere dove sono le mie mutandine?” mi disse maliziosamente, “certo che lo voglio sapere”, “ecco, diciamo che sono in viaggio”, “in viaggio?, dove?”, “sul sedile del furgone degli operai, le ho fatte passare dal finestrino abbassato”, “ma sei pazza? Chissà cosa penseranno?”, “o ma come sei, magari stasera uno dei due si masturba annusandole, erano belle intrise oggi, misto sudore, umori, pipì, non fare il santarellino, lo so che lo fai anche tu”. Era verissimo, lo facevo. Chiusi l’argomento, eravamo arrivati.

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