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Racconti di DominazioneTrio

Sissification

By 13 Gennaio 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

Rivedere una persona dopo molti anni, talvolta provoca un certo disagio, ed era quello che mi era accaduto quando incontrai dopo più di dieci anni Emilio. Tanti ne erano passati dalla sua festa di laurea in scienze politiche, poi per tutto questo tempo non ci si era più sentiti, né tanto meno visti.
Non l’avrei neanche riconosciuto se non mi avesse fermato lui con la stessa faccia di chi vede un fantasma.
“Mi scusi ma lei si chiama Clara ?”
Guardai con una certa apprensione quell’uomo trasandato che mi aveva toccato il braccio. Non era sporco ma di certo trasandato.
“Sì ma lei chi &egrave ?” risposi ormai incuriosita.
“Sono Emilio ci siamo conosciuti all’università a Roma.’
Non fu facile associare quella persona all’amico brillante dell’università.
“Emilio ! Quello che mi faceva la corte mandandomi a quel paese ?”
Il suo sorriso mi fece tornare indietro con gli anni a quando faceva di tutto nel corteggiarmi.
Mi venne spontaneo abbracciarlo stringendolo forte, abbraccio che fu virilmente ricambiato.
“Emilio ma quanti anni ! Dimmi cosa ci fai qui ?”
“Sono venuto a fare un colloquio ma non &egrave che ci creda molto, però tentar non nuoce.”
Ebbi un attimo di smarrimento, come Emilio, l’uomo sicuro di se tanto da sfiorare l’arroganza andava a un colloquio e per giunta vestito così ? Di certo qualcosa in lui era cambiato.
“Sì però ora mi racconti tutto, che ne dici di andare in un bel ristorante per fare un salto nel passato, ma anche nel presente ?”
La sua faccia fu di nuovo una risposta. Di certo si sentiva a disagio vicino a me nel mio classico vestito elegante da brava professionista.
“Anzi ho un’idea migliore.” dissi per toglierlo da ogni imbarazzo “Prendiamo qualcosa al volo e andiamo da me, così non avremmo scocciatori in giro.”
Davanti alla mia seconda proposta non poté che accettare, così andammo nella mia rosticceria di fiducia a far incetta di buon cibo.
Giunti a casa Emilio divorò rapidamente tutto ciò che avevo comprato, anche se era sempre stato una buona forchetta, era chiaro che non mangiasse così bene, ma soprattutto in quantità abbondante, da qualche tempo. Mentre preparavo il caff&egrave, non potei fare a meno di chiedergli come mai si fosse ridotto in quello stato, e la sua risposta andò oltre ogni mia tetra previsione.
“Vedi Clara ho fatto la più grande cazzata che un uomo possa fare, ho sposato la figlia del capo. Ammetto che all’inizio andava tutto bene, anche troppo, insomma rapida carriera, soldi a iosa, una vita agiata. Poi però &egrave arrivato un punto in cui non ci vedevamo più, io sempre più preso dal lavoro e lei dai suoi amanti, fino a quando non mi ha letteralmente mandato a quel paese. La causa di divorzio &egrave stata un olocausto, lei con i migliori avvocati ed io con uno cretino e puoi immaginare com’&egrave finita. Senza più casa, lavoro, possibilità di trovarne un altro poiché la puttana ha fatto terra bruciata intorno a me. Avevo qualche risparmio nascosto dalla sua ingordigia, ma si sa i soldi alla fine finiscono, così oggi vivo alla giornata, senza più nessuna illusione, ma almeno libero da lei.”
“Avete avuto figli ?” gli chiesi sperando che mi dicesse di no.
“Una che sta percorrendo la stessa strada della madre. L’ultima volta che l’ho vista mi ha detto che non vuole avere niente a che fare con un fallito come me, quindi ho preferito lasciar stare anche lei.”
“Emilio mi spiace, dimmi posso fare qualcosa, non so.” gli chiesi sedendomi vicino a lui.
“Mi fai dormire qui, detto chiaro non so dove andare.”
“Certo, però adesso parliamo di qualcosa d’allegro, dai ti ricordi di quando mi facesti un gavettone e ti presi a calci.”
Ricordare i tempi migliori gli fece ritornare un minimo di sorriso, così andammo avanti tutta la sera a raccontarci le cazzate giovanili. Alla fine gli preparai la stanza degli ospiti e lui mi diede un casto bacio della buonanotte sulla guancia prima di chiudersi nuovamente nella sua solitudine.

La mattina mi svegliai sentendo bussare alla porta della mia camera, così mi tirai su e stupidamente chiesi chi era.
Lui entrò con un vassoietto sul quale c’erano una fumante tazzina di caff&egrave e la zuccheriera.
“Non mi ricordo come lo prendi, però so che la mattina non ne puoi fare a meno.”
“Amaro, più semplice di così !”
Si era di certo lavato mentre dormivo e ora aveva un aspetto migliore.
“Solo non ho capito al volo come funziona la tua caffettiera e penso d’aver fatto un mezzo casino.” mi disse stringendosi le spalle.
“Però il caff&egrave &egrave uscito bene !’ gli risposi con un sorriso.
Di certo quella mattina il suo volto era molto più rilassato, ma quello che mi colpì fu che a tratti rividi il ‘vecchio’ Emilio, e ne fui molto contenta.
Dopo qualche chiacchiera futile era però giunto il momento d’alzarsi.
‘Ora esci che mi devo alzare, non te l’ho data quando la volevi e non vedo perché farlo adesso.’
Ci mettemmo a ridere tutte e due, poi Emilio uscì dalla mia camera e mi vestii pensando a come potessi esser utile al mio vecchio spasimante. Quando arrivai in cucina lui stava pulendo intorno alla macchinetta del caff&egrave, si vedeva che era pratico di pulizia domestica, ma non feci troppo caso a quel particolare.
Quando mi vide lasciò la spugnetta e mi guardò serioso.
‘Clara posso farti una domanda diciamo molto personale.’
‘Vuoi sapere se sono lesbica ? La risposta &egrave si così facciamo prima.’
‘No, non &egrave quello, solo mi chiedevo ai tempi dell’università tu facevi coppia fissa con Luigi, so che poi vi siete lasciati, però non so perché non ho mai capito perché stavate insieme.’
‘Non ti capisco, puoi essere più preciso.’
‘Senti Luigi &egrave sempre stato gay, e questo ormai lo sanno tutti, tu sei lesbica, insomma eravate una coppia di facciata ?’
‘In effetti sì anche se ci volevamo un gran bene.’ dissi pensando che il discorso finisse li.
‘Forse anche perché ti faceva da schiavetto.’
Quella frase che non era stata certa detta a caso mi mise addosso una grande inquietudine, com’era possibile che Emilio sapesse dei miei esordi come Mistress.
‘Emilio ma che cazzo dici.’
‘Senti serena se c’&egrave una cosa che ho imparato &egrave bere senza sbronzarmi, cosa che non ha mai saputo fare il tuo caro ex ragazzo, quindi non cercare di raccontarmi delle palle perché non ci credo.’
Mi resi conto che negare sarebbe stato inutile, così gli raccontai tutta la mia storia con Marco. Mentre parlavo la sua faccia assunse le espressioni più diverse, ora curiosa, ora divertita, ora incredula, ma non m’interruppe quasi mai se non per delle piccole precisazioni. Quando finii Emilio era quasi estasiato dal mio racconto per quanto questo fosse stato il più coinciso possibile.
‘Clara allora forse tu mi puoi aiutare.’ disse rompendo un silenzio che durava da qualche minuto.
‘Dimmi se posso farti un piacere perché negartelo.’
‘Voglio diventare una sissy.’
Lo disse come se si trattasse della cosa più semplice e naturale del mondo, nella stessa maniera in cui si ordina una bistecca al ristorante chiedendo di non farla cuocere troppo.
‘Cos’hai detto !’
‘Hai capito benissimo e sai di cosa si tratta, quindi dimmi sì o no, in ogni caso non ne farò una questione personale, magari hai già uno codazzo di slave che ti vengono dietro.’
‘No non &egrave così. Solo mi devi spiegare il perché altrimenti non se ne fa nulla.’
Emilio fece un lungo respiro come se dovesse trovare la forza di dirmi qualcosa che non aveva mai confidato a nessuno.
‘Vedi poco prima del mio divorzio avevo conosciuto una come te, una Mistress davvero brava, con la quale stavo iniziando il mio cammino da slave. Solo poi sono finiti i soldi e con loro &egrave sparita anche lei, in fondo la capisco, le lo faceva per mestiere ed io ora riesco a malapena a sopravvivere. Però non ho abbandonato quel sogno, credimi so tutto sulle sissy, solo mi manca la pratica.’
Rimasi in silenzio a pensare a quella strana proposta, certo essere la sua insegnante mi allettava e non poco, ma capivo anche che forse era qualcosa che andava oltre i miei limiti.
‘Dimmi il resto, tanto lo so che non &egrave finita qui.’
‘Ogni anno a Londra c’&egrave una riunione di sissy che sperano di trovare una padrona che le prenda con sé. La prossima c’&egrave fra nove mesi ed io voglio andarci, anzi ci andrò solo se tu mi aiuti. Vedi come uomo qui sono bruciato, quella stronza della mia ex moglie m’impedirà di trovare qualunque lavoro, anche il più indegno di un uomo. Ma come sissy potrei avere la possibilità di riniziare una vita, e di ritrovare un po’ di felicità che ormai non vedo da molto tempo.’
‘Ho capito.’ dissi prendendomi una sigaretta ‘Perlomeno sei stato chiaro e questo &egrave qualcosa che apprezzo sempre, dimmi quello che hai fatto con quella donna almeno mi rendo conto a che livello sei.’
Emilio non parlò a lungo, in fondo avevano avuto pochi incontri e quella Mistress si era dimostrata della mia stessa pasta, piccoli passi e senza fretta. Alla fine ero ancor più convinta che quello che mi chiedeva era per me quasi impossibile, però capii anche che ero la sua ultima possibilità.
‘Senti potrei anche accettare, ma a ben precise condizioni.’
‘Accetto tutto.’
‘Stai zitto e non m’interrompere. Iniziamo con una premessa : sei un fallito senza speranza, non troverai mai una sistemazione e questa &egrave l’unica possibilità che hai per realizzare qualcosa che vuoi realmente, e sappi fin d’ora che approfitterò della tua debolezza con tutta la crudeltà di cui sono capace.’
Ben sapevo che potevo imporre ogni condizione e non mi feci sfuggire l’occasione, quindi continuai con voce ferma scandendo bene ogni singola parola.
‘Primo, sarai al mio esclusivo servizio ventiquattrore al giorno, sette giorni alla settimana feste comprese. Secondo non ti darò nulla per tutto ciò e mi limiterò al tuo mantenimento. Terzo in ogni momento potrò mandarti via senza nessuna spiegazione. Quarto a mio piacimento potrò invitare slave, Master o Mistress di mia conoscenza senza che tu possa dire nulla. Quinto mi obbedirai ciecamente senza mai protestare. Sesto non dovrai mai svelare a nessuno quello che stiamo facendo o sei fuori prima che lo capisca. Settimo con me niente sesso vanilla, quindi scordati la fica, e ti segherai solo su mio ordine. Ottavo e ultimo punto, ma non per questo meno importante, ti farò provare ogni tipo di dolore, sia fisico sia mentale in ogni sua forma e sfaccettatura, e ovviamente tu non potrai che subire ogni punizione che t’infliggerò.’
‘Accetto tutto.’ disse di nuovo.
‘Essendo un rapporto a tempo non ci sarà nessun contratto o carta scritta, a me basta una stretta di mano.’
Allungai la mano ma lui mi strinse a se e mi diede un gran bacio in fronte.
‘E’ stato il mio ultimo momento da uomo, ora sono pronto Padrona.’
‘Per prima cosa t’imporrò un nome da sissy, la tua ex Mistress ti chiamava in qualche maniera particolare ?’
‘Non che io ricordi.’
‘Bene allora lo inventerò io, da oggi sarai ‘ Jessica, sa abbastanza di porcella in calore.’
‘Quindi mi chiamerai Jessica ?’
‘Sì e t’impartisco il primo ordine, nel cassetto centrale di quella credenza ci sono dei frustini, scegli quello che ti piace di più e portamelo.’
Jessica andò alla credenza e tirò fuori alcuni frustini in stile equitazione, poi ne prese uno con una paletta piuttosto piccola e me lo portò. Come l’ebbi in mano lo colpì sulla pancia facendogli male.
‘Ahi ma perché ?’ mi chiese piegandosi in due.
‘Perché mi hai mancato di rispetto due volte. Non mi hai dato del lei e non mi hai chiamato col mio titolo. Sappi quindi che ogni volta che commetti questo errore sarai punito con una frustata sul corpo.’
‘Ho capito Signora.’ disse stringendo un po’ i denti.
‘Allora iniziamo a farti sembrare vagamente una donna, per prima cosa spogliati, ti voglio vedere nudo per capire dove bisogna lavorare.’
Lei si spogliò mettendo ordinatamente su di una sedia gli abiti che man mano si toglieva fino a rimanere in versione adamitica.
‘Certo che qui ci vuole la falce !’ dissi vedendo che era molto peloso ‘Mio Dio sembri un orso ! Su andiamo in bagno e iniziamo a renderti presentabile !’
Fu un lavoro molto lungo e neanche troppo facile, all’inizio usai un tagliacapelli regolato al minimo pulendolo ogni tanto dai peli che cadevano numerosissimi sul pavimento. Passai poi all’epilatore fermandomi ogni volta che questo si scaldava troppo. I ritocchi finali li feci con la lametta, e dopo qualche ora ottenni un uomo completamente glabro.
‘C’&egrave voluto del tempo ma il risultato non &egrave niente male.’ dissi guardandolo da capo a piedi ‘ora però sono stanca, quindi pulisci e prepara il pranzo.’
‘Si Padrona.’
‘Ah dimenticavo prima mettiti un po’ di crema su tutto il corpo o fra un po’ non riuscirai a stare fermo per il prurito.’
‘Grazie Padrona, lo farò immediatamente.’
Le sue risposte erano però troppo meccaniche per essere di mio gradimento.
‘Almeno ti piaci e non dirmi si padrona o no padrona o m’incazzo sul serio.’ dissi alzando la voce.
‘Mi sento strano Padrona, ma non &egrave una sensazione sgradevole, ecco un po’ meno maschio, però non mi spiace essere così.’
‘Bene e ricordati che hai il dono della parola, l’importante &egrave non eccedere.’ dissi andandomene in salotto.

Dopo un’oretta fu pronto il pranzo, nulla d’eccezionale poiché avevo la dispensa semivuota, ma lei fu in grado di preparare lo stesso un primo piatto molto attraente almeno per me. Solo fece lo sbaglio d’apparecchiare per due.
‘Dimmi Jessica cosa vuoi diventare ?’ chiesi facendo l’indifferente.
‘Una sissy Signora.’ mi rispose candidamente.
‘Allora mi spieghi brutta cretina perché apparecchi per due !’ urlai furiosa ‘Questa me la paghi e non certo con una sola frustata, quindi prima servimi la cena e dopo preparati alla giusta punizione che ti aspetta !’
La mia nuova cameriera mi servì con devozione anche eccessiva, forse nel tentativo di farsi perdonare l’errore precedente. Mangiai in silenzio senza darle nessuna importanza, poi le concessi il permesso di mangiare concordandole appuntamento da lì a un’ora in salotto.
Quando si presentò al mio cospetto avevo appena finito di fumare, ma soprattutto di pensare a come punirla.
‘Sentimi bene.’ dissi a bassa voce ‘Mi rendo conto che non hai nessuna reale esperienza, ma solo tanta buona volontà. Ma ciò non dev’essere un buon motivo per fare un errore dopo l’altro, quindi inizieremo con le punizioni corporali stasera stessa. Cominceremo con una seduta di spanking, poi vedrò come sei ridotta per sapere se andare avanti o fermarmi. Vuoi dire qualcosa ?’
‘No ha perfettamente ragione e non posso che piegarmi al suo volere.’ mi rispose abbassando la testa.
‘Bene.’ dissi prendendo un paddle non molto grande ‘Mettiti sulle mie gambe che iniziamo.’
Come si fu sistemato cominciai a sculacciarlo senza molta forza, per poi aumentare ritmo e potenza. Fin dai primi colpi non potei non notare la sua erezione, il pene mi premeva contro la gamba facendomi sentire il suo notevole aumento di volume e di consistenza, ma trovai ciò del tutto normale. Quando però presi il paddle cominciò a muoversi con più insistenza, certo i miei colpi non potevano essere attutiti rimanendo perfettamente immobile. Però a un certo punto mi ritrovai la gamba bagnata e non certo di liquido pre-orgasmico.
Allora lo buttai a terra e vidi che era appena venuto, e con notevole fuoriuscita di sperma.
‘Porca puttana ! Come cazzo ti permetti di sborrarmi addosso lurido verme ! Fuori da casa mia ! Adesso !’ urlai furibonda come non mi era mai successo.
‘Perdonami ti prego.’ disse buttandosi ai miei piedi e baciandoli ‘Non volevo ma il calore della tua gamba &egrave troppo per chi vive da troppo tempo di sole seghe come me.’
‘Ah &egrave così ! Allora farò in modo che da quel misero uccello non esca più nulla ! Ora puliscimi la gamba stronzo !’
L’aspirante sissy leccò il proprio seme finito sulla mia coscia senza fiatare, e solo quando fui soddisfatta del risultato lo spinsi indietro colpendolo con una ginocchiata sul petto.
‘Mettiti nell’unica posizione in cui può stare una merda come te che ti tolgo subito la voglia di fare il porco.’
Presi quindi un paio di cordicelle e un piccolo plug che glie feci leccare velocemente prima d’infilarglielo, con poca grazia, nel culo.
‘Ahi così fa male.’ tentò flebilmente di protestare.
‘Taci che quando avrò finito avrai il culo tanto aperto che c’entrerà un braccio senza alcuna fatica.’
Mi sistemai quindi con calma dietro di lui con le due corde, la prima la usai per legargli la base del pene e dei testicoli stringendo poi un una discreta forza, la seconda invece fece due giri della vita prima di passare intorno alle pale e quindi nel solco delle chiappe, prima d’esser fissata di nuovo alla vita. Dopo essermi assicurata che non si muovessero mi alzai per mettermi di fronte a lui e passare alla seconda parte della punizione.
‘Ora vediamo se quel cazzetto insignificante che hai fra le gambe torna a vivere.’ gli dissi mentre iniziai a spogliarmi nella maniera più sensuale possibile ‘Sai in realtà non sono completamente lesbica, anche se le donne sono sempre al centro dei miei pensieri. Ogni tanto mi piace anche farmi qualche uomo, ma dev’essere un vero maschio e non una senza palle come te.’
Quando rimasi con le sole calze andai a prendere in un cassetto un dildo a coniglietto, e con quello in mano mi sedetti in poltrona lasciando le gambe ben aperte.
‘Vieni qua schiavetto.’ gli ordinai mentre facevo girare la lingua lascivamente il dildo ‘E leccami i piedi mentre la tua padrona cerca quel piacere che tu non sai darle.’
La nuova serva iniziò a passare la lingua sui talloni per poi coprire tutto il mio piedino, ed io eccitata sempre più cominciai a masturbarmi con una certa veemenza.
‘Mm non sai com’&egrave bello avere una fica vera e sentirsela piena, magari di un vero gran cazzo ! E pensare che anni fa mi avresti scopata come una di quelle sciacquette che ti facevi ogni sera, mentre ora sei qui a leccarmi i piedi e pregare che non ti cacci da casa. Certo che il mondo &egrave strano vero puttanella ?’
‘Si Padrona.’ rispose senza alzare lo sguardo.
‘Bene bene.’ continuai scivolando un po’ dalla poltrona ‘Ora Jessica leccami il buchetto così potrai assaporare il mio piacere, e mi raccomando fammi sentire bene la lingua dentro o farai la conoscenza delle mie fruste.’
La schiava arrivò rapidamente all’apertura posteriore e cominciò a leccare come una forsennata, bevendo ogni goccia del mio nettare che inevitabilmente colava in basso. Io ormai mi masturbavo senza tregua traendo piacere sia dal dildo e soprattutto dal vedere quell’uomo, una volta così sicuro di se, leccarmi il sedere senza ritegno. L’orgasmo che provai mi avvolse come una calda coperta lasciandomi in uno stato di torpore che durò diversi minuti. Quando fui di nuovo in me per un attimo pensai di continuare a tortura la mia nuova sissy, ma lasciai stare ben sapendo che il tempo per il suo addestramento non mi sarebbe mancato.
‘Ora va a dormire e non mi disturbare in alcun modo, domani troveremo una sistemazione più stabile oltre a fare gli acquisti necessari per il tuo corredo.’ dissi allontanandomi dalla sala.
‘Ma Padrona mi lasci così ?’
‘Certo, porterai le cordicelle fin quando non avrò completamente inibito le tue voglie maschili. Quanto al plug serve per dilatare il tuo lercio culo in attesa che decida di sfondarlo come si deve a una troia del tuo stampo. Ora però piegati sul tavolo, ti darò due frustate perché hai parlato senza chiedere il permesso.’
‘Si mia Signora ha ragione.’ disse a testa bassa mentre si sistemava sul tavolo.
Gli riversai due forti colpi con un frustino da equitazione che gli lasciarono delle sottili strisce rosse sulle natiche, poi me ne andai a dormire pensando a cosa avrei potuto e dovuto fare il giorno dopo, di certo sarebbe stata una giornata molto intensa.

Quando mi svegliai avevo ben chiaro cosa avrei dovuto fare, ma era mia intenzione far fremere la schiava uscendo dalla mia camera solo quando fui vestita e pronta a uscire.
‘Allora stammi bene a sentire perch&egrave non ho voglia di ripetere ciò che ti dirò.’ dissi mentre mi serviva il caff&egrave del mattino ‘Oggi uscire per fare spese, ti servono un paio di vestiti maschili fino a che non sarai pronta a uscire vestita da donna. So che ti sembrerà un controsenso ma non voglio che da casa mia esca una macchietta di donna, quindi aspetterai il mio nulla osta per divenire, almeno in apparenza, una femmina. Allo stesso tempo compreremo il tuo abbigliamento da sissy e qualche strumento per l’addestramento che non possiedo in casa e indosserai fra queste mura. Sono stata chiara ?’
‘Quindi Padrona in casa sarà Jessica mentre fuori continuerò la mia vita ‘normale’.’
‘Brava ! Vedo che hai capito alla lettera, ora vestiti che sarà una lunga giornata.’
‘C’&egrave una cosa che dovrebbe sapere mia Signora.’ mi disse timidamente.
‘E sarebbe ?’ risposi secca.
‘Il ferro da stiro &egrave rotto, l’ho anche smontato per vedere il danno, ma ripararlo non sarebbe conveniente.’
‘Però facciamo progressi almeno come donna di casa ! Vorrà dire che ne comprerò uno nuovo, anzi lo faremo insieme visto che ne capisci più di me.’
‘Sarà un piacere consigliare la mia dea.’
‘Adesso però vatti a vestire, in alto nell’armadio a muro ci sono alcuni abiti maschili, vedi se te ne va bene uno e indossalo.’
Dopo qualche minuto lo vidi tornare con un bel vestito, e insieme ci recammo da un sarto mio amico. Gli presi due abiti, di cui uno da sera, e alcune camice e cravatte che non avevano bisogno di grandi ritocchi, poi passammo in un negozio di scarpe per prenderne di nuove, quindi ci recammo in un ristorante per pranzare, e aspettai l’arrivo del caff&egrave per iniziare a stuzzicare il mio nuovo schiavetto.
‘Hai qualche preferenza per il tuo guardaroba da sissy ?’ gli chiesi accendendomi una sigaretta.
‘Veramente non saprei Signora.’ mi rispose presa alla sprovvista ‘Non so, qualcosa di classico con qualche tocco da maialina.’
‘Credo che ti ci voglia qualcosa per sbrigare le faccende domestiche e un paio di cosine per quando farai la troia sottomessa.’ dissi con serenità e certezza di ciò che volevo ‘Certo poi dovrai esser sempre disponibile a soddisfare le mie voglie, e poco conta se sei occupata in altro. Poi ci saranno le occasioni speciali, quando ad esempio inviterò qualche amica o uno stallone di razza, in quei casi dovrà esser subito chiaro il tuo ruolo di puttana pronta a tutto pur di compiacere il mio volere. Tenendo presente che non sei male come fisico penso che la mini ti starà bene, ma che non copra troppo il tuo bel culetto e quel cazzetto che ti ritrovi.’
‘Certo padrona come dice lei.’
Lo vidi perdere il sorriso mentre gli parlavo, ma in fondo era stato lui a offrirsi e ora doveva subire le conseguenze delle sue scelte.
Pagai e prendemmo di nuovo la macchina spiegando al mio slave che saremmo andati in un’altra città.
‘Lì c’&egrave un posticino dove troveremmo tutto quello che ci serve, &egrave un piccolo porno-shop specializzato in fetish e BDSM, insomma un paradiso in miniatura.’
Il viaggio durò un’oretta durante il quale regnò il silenzio. Una volta giunti a destinazione la mia nuova sissy mi fece notare con molto garbo, che il negozio era chiuso.
‘Stai tranquilla Jessica, ho già prenotato e sono una cliente a cui non si può dire di no.’
Scesi dalla macchina seguita dalla slave, suonai il campanello e poco dopo venne ad aprirmi Marzia, proprietaria del negozio e crudele Mistress molto famosa nel giro.
‘Clara carissima, non sai la gioia nel rivederti, spero tu mi porti qualche buona notizia dato che &egrave da molto che non ci si vede.’
‘Buone notizie solo per le tue entrate.’ le risposi, con bel sorriso e baciandole entrambe le guance ‘Ho quest’aspirante sissy sprovvista di un guardaroba degno anche della più infima delle serve.’
‘Vedo che non hai perso il vizio per i novizi.’ mi disse scrutando Jessica ‘Certo se una ha pazienza danno delle belle soddisfazioni, ma come sai io preferisco schiavi già ben addestrati da portare al limite.’
‘Lo so bene, ma ultimamente scarseggiano quelli seri. In giro ci sono buffoni buoni a nulla se non a far perdere tempo, ma lasciamo stare che &egrave meglio. Piuttosto voglio almeno quattro divise da cameriera con calze e scarpe a tono, e qualche gioco nuovo per la baldracca.’
‘Non c’&egrave problema.’ disse Marzia prima di rivolgersi alla sissy ‘Tu intanto spogliati e fai in fretta che non ho tempo da perdere.’
‘Nudo ?’ chiese stupita Jessica.
‘Certo puttana che non sei altro ! O pensi di provare i tuoi nuovi vestiti senza spogliarti.’ le dissi ridendole in faccia.
Mentre lei si spogliava Marzia prese alcuni completi che Jessica si provò uno dopo l’altro, sotto i nostri commenti ironici. La mia amica tenne per ultimo il suo pezzo forte, un bustino con una mini che non arrivava a coprire le chiappe in latex nero, abbinato a calze e sospensorio dello stesso materiale e colore.
‘Così chiunque entri in casa capisce che razza di schifezza d’essere ha davanti.’ disse Marzia mentre le metteva un collare in pelle con la scritta ‘Slave’ in brillantini ‘Solo credo che le cordicelle non stiano bene, dimmi che ne pensi di questa nuova cintura di castità, &egrave leggera e pratica, ma soprattutto impedisce ogni tipo d’erezione, anzi vedrai che dolore proverà la serva come si eccita.’
Le mise quindi una piccola cintura di castità in plexi chiusa da lucchetto, l’oggetto teneva il pene rivolto verso il basso, e le sue dimensioni minime non permettevano realmente a questo d’aumentare di volume in nessuna maniera.
‘Credo sia perfetta, solo bisognerebbe vedere se funziona bene come dici tu.’ le dissi avvicinandomi a lei.
Marzia era sì un gran Mistress, ma anche una lesbica capace di dare piacere come poche altre donne, e non vedevo l’ora di farmela davanti alla slave.
‘Penso ci sia solo un modo per farlo.’ mi rispose prima di baciarmi con passione ‘Tu merdaccia inginocchiati davanti a noi e mani dietro alla schiena’ disse poi rivolgendosi a Jessica.
Ci spogliammo a vicenda senza quasi mai staccare le labbra l’una dall’altra sino a ritrovarci completamente nude eccezione fatta per calze e scarpe. Quando il nostro sguardo cadde su Jessica entrambe capimmo quanto stesse soffrendo al solo guardarci, col suo pene imprigionato e senza la possibilità di alcuna erezione.
‘Scommetto che se ti liberassi il cazzo non lasceresti passare un secondo per farti una bella sega vero piccola troia ?’ dissi tenendola per i capelli ‘E invece farai tanto l’abitudine a vedermi nuda o fare sesso che alla fine il tuo insignificante cazzetto non s’alzerà più, e godrai solamente facendoti sfondare il culo e solo col mio consenso, sino a quando dovrò incularti con tutto il braccio per vederti avere un orgasmo.’
‘Non desidero altro che servire la mia Padrona.’ mi rispose stringendo un po’ i denti.
‘Vediamo s’&egrave vero quel che dici.’ intervenne Marzia spingendola a terra ‘Inizia a leccarmi il culo mentre mi gusto la fica della tua Signora.’ concluse mettendosi a cavalcioni su di lei.
Io non persi tempo e offrii la mia passera alle dolci attenzioni della mia amica, la quale cominciò a succhiarmi il clito mentre mi penetrava con un dito, facendomi presto gemere di piacere.
‘Mm Marzia come lecchi bene ! Spero tanto che la troietta diventi brava quanto te. Ma dimmi com’&egrave la sua lingua, ti fa godere ?’
‘Per essere una principiante non c’&egrave male, almeno sa che deve metterla dentro.’ mi rispose lei ‘Certo deve fare tanta pratica per saper soddisfare una vera donna.’
‘Hai ragione, quando mi ha leccata ieri sera ho goduto più nel vederla all’opera che per quello che faceva. Però a costo di spellarla viva diventerà una brava schiava, ma ora fammi venire.’
Marzia mi fece avere un orgasmo sconvolgente alternando succhiate all’uso delle dita sempre più numerose, per poi bere tutti i miei liquidi in maniera quasi avida.
‘Ora tocca a te. Ma non ti muovere, ho un’idea che ti piacerà.’
‘Le tue sorprese mi piacciono sempre e lo sai.’ mi rispose languidamente.
‘Però calati un pochino in modo che Jessica possa arrivare alla tua bella fica,e tu serva non ti limitare a penetrarla, ma succhiala con devozione.’
Come si furono sistemate mi chinai dietro il culo di Marzia e feci cadere un po’ di saliva sul suo buchetto, lei capì subito cosa volevo fare e s’allargò le chiappe con le mani.
‘Si fammi sentire le due dita dietro.’ mugolò la donna ‘Che poi ci divertiamo con questa baldracca.’
Così la penetrai prima con un dito, a cui ne seguì a breve un altro, e cominciai a farle scorrere dentro e fuori roteandole per quanto m’era possibile. Lei trattenne a lungo l’orgasmo, che esplose quando le presi fra le dita dell’altra mano il clito per massaggiarlo con garbo.
Marzia schizzò letteralmente in faccia a Jessica il suo piacere, che cercò di schivarlo credendo fosse urina.
‘Che cazzo fai cretina !’ le inveii contro ‘Non sai riconoscere il piacere dal piscio ?’
‘Non avevo mai visto una donna godere così Padrona.’ cerco di difendersi la serva.
‘E ci credo che tua moglie ti ha fatto prima cornuto e poi buttato fuori di casa, si vede che come uomo non vali un cazzo !’ le risposi ridendole in faccia. ‘Adesso ho proprio voglia di scoparti almeno impari a usare il culo. Marzia dammi uno strap-on e bello grosso.’
‘Ho qualcosa di meglio del solito cazzone in gomma.’ mi disse dopo essersi alzata e avvicinata a un armadio ‘Questi sono fantastici, non hanno cinghie e fanno godere parecchio chi li usa.’
Mi ritrovai così in mano l’ultimo tipo di strap-on uscito sul mercato, la cui particolarità era che una parte andava inserita nella passera della donna, lasciando fuori un discreto pene in silicone.
‘Ma non &egrave che poi mi scappa via ?’ chiesi un po’ dubbiosa sull’attrezzo.
‘Stai tranquilla che rimarrà al suo posto.’ mi rispose inserendomelo dentro ‘Ora fattelo succhiare e quando la scopi inserisci la vibrazione da qui sotto e vedrai come godi.’
Feci mettere Jessica a pecora contro un tavolo per poi iniziare a farla spompinare, ma visto che era piuttosto lenta decisi di scoparla subito in bocca ricoprendola d’insulti.
‘Come uomo fai schifo e come donna non sei neanche capace a fare un pompino degno di questo nome. E vedi d’imparare in fretta che ti voglio vedere presto con un cazzo vero in bocca, e non posso certo fare una brutta figura perché sei un’incapace.’
A un certo punto le ficcai sino in fondo il dildo tappandole nel contempo il naso per impedirle di respirare liberamente, in poco tempo iniziò a sbavare in modo incontrollato suscitando la nostra ilarità.
‘Guardala, ha tanta paura che le faccia male quando me la scoperò che cerca di ricoprire questo cazzo con la sua saliva !’
‘Per me &egrave solo una cagna buona a nulla.’ mi fece eco Marzia ‘Forse faresti meglio a mandarla a battere che perder tempo per cercarne di farne una vera schiavetta.’
Nel viso di Jessica lessi il terrore di finire davvero in mezzo ad una strada, e quella sua paura non fece altro che eccitarmi ancor di più.
‘Vediamo se sei almeno buona come vacca da monta.’ dissi mentre mi dirigevo con calma dietro di lei ‘Forse era meglio se ti lasciavo il plug dentro, vorrà dire che ti farò semplicemente più male.’
Le aprì il più possibile l’ano con i pollici e feci entrare giusto la punta del fallo, poi le afferrai i capelli per tirarla verso di me mentre nel contempo spingevo in avanti con tutta la forza che avevo.
‘Ahh mi spacchi !’ urlò Jessica trovandosi tutto lo strap-on dentro.
Non diedi nessuna importanza ai suoi lamenti, anzi presi a scoparla con maggior foga mentre Marzia indossava un grosso strap-on.
‘Succhia cagna.’ le disse la mia amica ficcandole il fallo in bocca ‘Almeno non ti sento gemere.’
Jessica si trovò così in mezzo a noi due che la fottevamo trattandola come una puttana, ed insultandola in continuazione. Ma forse quello che la faceva più soffrire era l’impossibilità di dar sfogo al suo piacere col cazzo ben imprigionato nella cintura di castità, perch&egrave dopo un po’ era evidente che stava godendo.
La parte dello strap-on che mi vibrava dentro la fica mi faceva godere moltissimo, ma il vedere Jessica in mezzo a me e Marzia era qualcosa di unico. L’uomo arrogante e sicuro di se che conoscevo un tempo, era ora tra le grinfie di due sadiche che lo scopavano senza sosta, come se fosse la cosa più naturale del mondo. Quando capii che stavo venendo diedi il cambio a Marzia dopo essermi tolta il dildone dalla passera e aver inserito ben dentro la parte più grande.
‘Fottila pura come meglio credi, basta che le lasci un po’ di fiato per leccarmela.’ dissi strizzando l’occhio alla mia amica.
Lei fu ancor più brutale di me, all’inizio inculava a fonda la sissy per poi tirar fuori la mazza di gomma e rimetterla dentro con forza sempre maggiore. Quando poi decise che era giunto il momento di scoparla lo fece prendendola a manate sulle chiappe, sempre senza far mancare una dose più che abbondante d’insulti.
Jessica che non era certo abituata a un trattamento del genere, cercò di leccarmi la fica come meglio poteva, ma era forse troppo impegnata a rimanere ferma per non cadere a terra. Così dovetti avere il mio orgasmo contando solo sulla masturbazione, e ciò mi fece incazzare, anche se non lo diedi a vedere subito.
Alla fine sia io che Marzia godemmo in maniera completa e lasciammo Jessica per terra.
‘Credo che ti ci vorrà molto lavoro per trasformarla in una vera sissy.’ mi disse Marzia con tono preoccupato ‘Va bene solo se la fotti, ma quello &egrave il meno.’
‘Hai ragione. Ma sai che mi piacciono le sfide difficili, mettici anche che le aspiranti sissy serie mancano e che quindi ho tutto il tempo che voglio. Ora però Jessica rivestiti che torniamo a casa, ci sono alcuni punti che bisogna rivedere.’
Salutai Marzia dopo aver pagato tutto ciò che avevo preso ed avendo come regalo quello starno strap-on senza cinghie. Jessica portò tutti i sacchetti in macchina e si mise alla guida visto che io ero stanca.
Una volta a casa le feci mettere un vestitino da sissy e con quello preparò la cena, ed anche se non era abituata ai tacchi alti non ebbe nessun serio problema d’equilibrio. Quando finii di mangiare e dopo aver aspettato che pulisse la cucina, la feci arrivare in sala,dove l’aspettai con un frustino in mano.
‘Allora oggi sei stata una capra ! Non solo succhi come una verginella, ma non mi hai neanche fatto godere leccandomela, quindi sarai punita con dieci frustate sul culo. Dopo ogni colpo dovrai dire il suo numero e ringraziarmi perch&egrave ti sto educando, ora mettiti contro il tavolo, tira su la gonna e giù le mutande.’
‘Ma Padrona io ho cercato di fare del mio meglio.’ cercò flebilmente di protestare.
‘Il tuo meglio &egrave merda ! E siccome hai parlato senza autorizzazione le frustate saranno venti.’
Jessica capì che per lei era meglio il silenzio e si sistemò come le avevo ordinato, e le diedi la prima frustata sul culo.
‘Uno, grazie Padrona.’
La punizione fu per lei molto lunga e dolorosa, ma la subì senza dire altro che ciò che le avevo ordinato. Alla fine le misi un po’ di crema sulle chiappe segnate di rosso e la mandai a dormire, non prima d’averla catechizzata per il giorno seguente.
‘Da domani s’inizia sul serio e ti dico subito che non tollererò alcuno sbaglio. I tuoi compiti li sai quindi vedi di non fare cazzate o m’incazzo e per te sono solo guai.’
‘Si Signora, vedrai che non ti deluderò.’
Mi chiusi nella mia stanza e mi preparai per la notte indossando un baby-doll, ma come mi sdraiai mi tornò alla mente quello che era successo da Marzia, e la mano fece presto capolino dentro lo slippino sino a che non ebbi un nuovo meraviglioso orgasmo.

La mattina seguente trovai la colazione già pronta e Jessica che stava pulendo la cucina.
‘Buongiorno piccola mia.’ le dissi dandole un bacetto vicino alla bocca ‘Vedo che hai già preparato tutto, spero solo che sia buono.’
‘Buongiorno Padrona.’ mi rispose abbassando il capo ‘Lo spero anch’io, se non altro perch&egrave ho fatto del mio meglio.’
La colazione era ottima, anzi per certi aspetti eccessiva, ma lei non conosceva a fondo i miei gusti, quindi aveva preparato di tutto un po’.
Quando ebbi finito aspettai che sparacchiasse, quindi la feci inginocchiare al mio fianco per spiegarle quanto avrei fatto nei giorni a seguire.
‘Stammi bene a sentire e fermami se ti sfugge qualche passaggio. Da oggi inizierà per te la parte più ‘noiosa’ dell’addestramento, tanto per capirci quella che metterà a dura prova la tua volontà di diventarlo. Inizierò col toglierti dalla testa d’avere un cazzo e di poter goder con quello, d’ora in poi sarà il tuo clito ed il tuo culo la fichetta. Per arrivare a ciò userò semplici strumenti di coercizione fisica, oltre a fotterti il cervello. Fra tre settimane vedrò a che punto sei, e se non avrai fatto dei progressi cominceremo di nuovo da zero, sino a quando non sarai come dico io.’
Jessica mi guardava con un volto in cui estasi e paura la facevano da padrone, ma non disse nulla se non per ringraziarmi quando ebbi finito.
Le misi quindi un anello metallico, rivestito internamente di morbido cotone, alla base del pene, per impedirle ogni tipo d’erezione, e le feci una lunga lista d’incombenze domestiche che doveva svolgere ogni giorno.

Per tre settimane Jessica svolse il suo ruolo di sissy asessuata senza particolari mancanze, infatti non la dovetti punire tutte le sere, ma solo quando fu realmente necessario. Generalmente, quando necessitava, la punizione consisteva in sessioni di spanking di breve ma intensa durata, durante le quali usavo sia le mani che il paddle. In compenso divenne una perfetta donna di casa, dando il meglio di se soprattutto in cucina. Inoltre assunse una piena padronanza di tutto ciò che era il suo nuovo mondo femminile, compreso il trucco ed il camminare su tacchi sempre più alti.

Passato quel periodo decisi di metterla alla prova, così la feci denudare completamente, dicendole di aspettare una mia chiamata in camera.
Mi preparai per essere il più sensuale possibile, scegliendo l’intimo che usavo per le occasioni speciali, un completo nero composto da guipiere, perizoma a fascia alta e calze autoreggenti con la riga. Per completare la mise indossai una vestaglietta trasparente e delle decolté in vernice.
‘Jessica entra pure, sono pronta.’ le dissi non prima d’essermi sdraiata sul letto.
Appena entrò si bloccò sulla porta rimanendo senza fiato.
‘Padrona siete bellissima..’ riuscì a mormora dopo diversi secondi.
‘Grazie Jessica, ora vieni qui che vediamo se sei pronta.’
Lei avanzò ancora in preda allo stupore per farsi liberare dall’anello che le stringeva il pene. Ma non appena questo fu libero Jessica ebbe una vistosa erezione, mandandomi su tutte le furie.
‘Brutta puttana arrapata che non sei altro ! Non faccio in tempo a liberarti il tuo cazzo di merda che già ti diventa duro ? E’ questa la tua risposta a tutti i miei sforzi per farti diventare una vera sissy, un cazzo duro ?’
Jessica si mise a piangere implorando clemenza, pur sapendo che non sarebbero stati i suoi piagnistei ad impedirmi di darle una dura lezione.
‘Ora vai subito in bagno e mettiti l’uccello sotto l’acqua fredda, e torna da me solo quando sarà ridotto ai minimi termini.’ le urlai in faccia dandole anche un paio di sonori ceffoni.
La sissy corse via piangendo per tornare da me col trucco ancora sfatto per le lacrime, ma col pene molle.
Le rimisi quindi l’anello di costrizione pensando a quel punizione fosse meglio infliggerle. Certamente l’avrei battuta a dovere, ma volevo unire alla frusta qualcosa che la rendesse più dolorosa, sino a quando non ebbi l’idea giusta.
Presi un plug di medie dimensioni e portai la sissy in bagno facendola camminare a quattro zampe, quindi inizia a riempire una sacca da clistere prima di sistemare Jessica carponi sulla tazza del bagno. Senza alcuna delicatezza le infilai la canula nel culo ed aprii il rubinetto della sacca che tenevo bene in alto. In breve tempo questa si svuotò, ma non ero ancora soddisfatta e ripetei il clistere altre due volte prima di tapparle il culo col plug. Non appena le dissi d’andare in sala per essere punita, Jessica si piegò in due per il dolore.
‘Pietà Padrona, permettimi di svuotarmi almeno in parte …’
‘Non ci penso neanche ! Ora muoviti che non ho nessuna voglia di passare la notte qui dentro.’
Muovendosi lentamente arrivò al tavolo dove la frustavo ogni volta che commetteva uno sbaglio, e non ci fu neanche bisogno di legarla tanto era malridotta dal clistere. In effetti il suo ventre era più che prominente, ma soprattutto a far effetto era la sua totale disabituatine a quel tipo di punizione.
Scelsi un frustino molto duro e le sferrai il primo colpo colpendole entrambe le natiche, ma dalla sua bocca non uscì neanche un fiato.
‘Non ti ho sentito ringraziarmi, devo forse raddoppiare i colpi ?’
‘Grazie Padrona per punirmi, solo così posso esser educata a diventare una brava e devota sissy.’
Le avevo insegnato quella frase per farla sentire ancor più grata dell’educazione che le stavo impartendo, ed ogni volta che la ripeteva non potevo non pensare a chi era prima di chiedermi di diventare una sissy, un uomo arrogante e presuntuoso che usava le donne come oggetti di piacere.
La frustai a lungo, facendole divenire le chiappe rosso accesso, colpendola non appena aveva finito la frase di ringraziamento. Quando ebbi finito non le diedi il tempo di riprendersi, che le tolsi il plug per sostituirlo con un dildo di grosse dimensioni.
‘T’avverto che se solo cade una goccia di quello che hai nell’intestino poi te lo faccio bere tutto quanto, ti consento solo di godere sempre che tu ci riesca.’ le ringhiai contro mentre iniziavo ad incularla.
‘Grazie Padrona sei troppo gentile con me.’
Jessica provò però ben poco piacere, impegnata com’era a non dilatare troppo l’ano per non far uscire l’acqua del clistere. Io invece m’eccitai tantissimo nel vederla così dolorante e sottomessa, finendo con l’infilarmi la mano dentro le mutandine. Quando notai che Jessica mi stava guardando, spostai il peri scoprendo la passera, iniziando a masturbarmi molto lentamente. Poi però pensai che stavo sprecando il mio piacere con quel ditalino, in fondo avevo una sissy pronta a tutto pur di farmi godere.
‘Ora vai in bagno e svuotati.’ le dissi dopo averle tolto il dildo dal culo ‘Poi vieni in camera che voglio godere.’
Quando la vidi arrivare camminando a gattoni aveva un viso rilassato, che mostrava la sua gratitudine per la fine della punizione.
‘Vieni qui e leccami la fica troia ! Stasera mi farei scopare da un paio di veri uomini con dei bei cazzi, ma ho solo te che come maschio vali meno d’una merda.’
Jessica si precipitò fra le mie gambe ed iniziò a leccarmi la passera in modo quasi forsennato, mentre io godevo nell’insultarla continuamente svilendo la sua mascolinità. Poi però la voglia di sentirmi la fica piena ebbe il sopravventò, così la feci sdraiare a pancia sotto e presi un dildo molto lungo.
‘Visto che non servi a nulla ti userò come base d’appoggio, quindi allarga il culo e dopo tieni stretto il fallo.’
Jessica ubbidì e così le infilai una ventina di centimetri di quel doppio fallo nello sfintere per poi potermi dedicare a me stessa.
Portai la punta del giocattolo all’imboccatura della porta del piacere, poi lentamente lo feci scivolare in me sino ad arrivare al culo della mia sissy.
‘Oh si godo ! Non sai com’&egrave bello avere la fica piena, e come vorrei dei cazzoni che mi sollazzino davanti e dietro, mentre tu li tieni duri a suon di pompini.’
‘Mia Signora non chiedo altro che di poterti servire anche con i tuoi stalloni.’ mi rispose all’improvviso Jessica che stava iniziando a godere anche lei ‘Vederti donna come io non lo potrò mai essere, godere e dare piacere a chi lo merita, ecco cosa desidero.’
‘Stai tranquilla che quel giorno verrà piccola mia. E prima o poi qualcuno si prenderà la tua fichetta e tu godrai come una femmina che si concede al suo maschio. Ma ciò accadrà solo quando io deciderò che tu sei pronta, nel frattempo ti punirò per ogni sbaglio che farai sulla strada della tua totale sottomissione.’
Ebbi un orgasmo non violento ,ma ugualmente travolgente, ed anche Jessica arrivò all’apice del piacere, ma non ebbi il coraggio di punirla per esser venuta senza il mio consenso, ma le dissi solamente di non farlo mai più.

Dopo altre tre settimane la rimisi alla prova, togliendole l’anello di costrizione e masturbandomi furiosamente davanti a lei, Ma questa volta Jessica non ebbe nessuna erezione, dimostrandomi così che il suo pene era ormai completamente atrofizzato.
‘Brava piccola mia, sei stata all’altezza delle mie aspettative e come premio dormirai con me. Da domani ti farò godere solo come sissy usando la tua fichetta.’
Jessica in uno slancio di gratitudine mi diede un bacio in bocca, per poi pentirsene ed aspettare la mia punizione, che però non ci fu.
‘Non devi sentirti in colpa se mi baci stupida ! Ora vieni qui ed addormentiamoci insieme.’ le dissi baciandola a mia volta e prendendola sottobraccio prima di prendere sonno.

Continua

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Col passare del tempo Jessica migliorò sempre più nella sua nuova veste, tant’&egrave vero che per punirla ero costretta a rinvenire le minuzie. Non solo diventò un’eccellente donna di casa, ma soprattutto una vera cagnetta sempre più vogliosa d’usare la sua fichetta, per ricevere ogni fallo che possedessi in casa. Nonostante ciò volli fare un’ultima prova prima di concederla a un vero maschio, così chiamai una mia vecchia amica, sempre disponibile quando si trattava di umiliare un uomo.
Ovviamente tenni all’oscuro la mia slave sino a poche ore prima dell’arrivo di Vera, per non metterle troppa ansia.
‘Jessica vieni qua.’
‘Si mia Signora.’ mi rispose facendo un bell’inchino.
‘Fra poco arriverà una mia cara amica, e sai quanto ci tenga a non fare brutte figure con le persone che conosco, quindi &egrave altrettanto inutile che ti dica che sarai duramente punita se ciò avverrà.’
‘Mia Signora la sua amica &egrave una Mistress come Lei ?’ mi chiese incuriosita.
‘A modo suo sì, ma non voglio anticiparti nulla, ora piuttosto andiamo a prepararti.’
Le feci indossare un completo da cameriera di pelle estremamente corto, rendendola poi ancor più ridicola con un piccola perizoma in tulle, che però le copriva i genitali ormai atrofizzati, il tutto corredato di polsiere e cavigliere di pelle.
Conoscendo i gusti di Vera scelsi un body in latex molto sgambato e dei sandali con un bel tacco a spillo, quindi mi dedicai alla lettura in attesa del suo arrivo.
Lei arrivò in perfetto orario e Jessica le andò ad aprire con le gambe un po’ tremanti.
‘Tu devi essere il frocio al servizio di Clara.’ disse Vera appena entrata in casa.
‘Si Signora sono Jessica per servirla.’
‘Allora devi d’andare a fanculo !’
‘Vera amica mia vedo che non sei cambiata per nulla !’ le dissi prima d’abbracciarla.
‘Clara sei sempre uno splendore. Cosa ci vuoi fare se non sopporto queste mezze figure ? Per me sono buone solo per passarci un paio d’ore umiliandole in ogni modo, però questo &egrave quasi carino, devo ammettere che hai buon gusto.’
‘Ed &egrave proprio per questo che ti ho chiamato.’ dissi prendendola sottobraccio e dirigendola verso il salotto ‘Sai com’&egrave da sola a volte m’annoio, nonostante sia una sissy così disponibile a ogni mia volontà.’
‘Immaginavo che mi avresti chiamata per mostrarmi la tua ultima troia in calore, ed &egrave per questo che ti ho portata una sorpresa.’
‘Davvero ! Non vedo l’ora di vederla.’
‘Prima però divertiamoci un po’. Tu puttana l’hai un nome ?’ disse rivolgendosi alla mia sissy.
‘Jessica Signora.’
‘E’ vero me l’avevi già detto, dai mettiti contro quel tavolo e mostrami il culo.’
Jessica obbedì intimorita da Vera, che nel frattempo si tolse l’abito rimanendo con un body forato nei punti ‘strategici’. Poi s’avvicinò insieme a me alla sissy ed iniziò a sculacciarla senza troppa foga.
‘Sai Clara un mesetto fa mi s’&egrave presentato un ragazzo molto carino, ma un cazzetto a dir poco ridicolo, forse messo peggio di questa puttana. Così ho passato tutto un fine settimana a rompergli il culo, sino a fargli prendere due grossi dildi senza alcun problema. Però godeva sempre, una specie di fiume in piena in quanto a sborrate, certo piccole per quantità, ma sai non sopporto veder uno slave avere orgasmi.’
‘Vera sei sempre una magnifica maestra per questi frocioni, sai anche Jessica ama prenderlo dietro, anche se ancora non le ho concesso il piacere di un vero cazzo.’
‘Se vuoi conosco un paio di stalloni bisex.’ mi disse aumentando ritmo e forza delle battute ‘Uno in particolare diventa una belva con cagnette in calore come questa.’
‘Uno stallone non si rifiuta mai.’ le risposi sorridendo e andando a prendere un paio di frustini ‘Ora però godiamoci noi questa puttanella, non credo che le mani ti bastino per farle male o sbaglio ?’
Per tutta risposta Vera prese un frustino e colpì Jessica molto forte su entrambe le natiche, facendole uscire un gemito di dolore.
‘Come osi fiatare zoccola !’ urlò allora Vera colpendola con ancora più violenza.
‘Mi perdoni Padrona.’ cercò di scusarsi la slave, prima di ricevere un paio di frustate da me.
‘Jessica ricordati cosa ti ho detto su figuracce e punizioni, non vorrai essere appesa e frustata sino allo svenimento ?’
‘No Padrona, chiedo ancora perdono.’
Fu allora che Vera le ordinò di spogliarsi completamente mentre prendeva uno starno anello e delle cordicelle dalla sua borsa.
‘Troia in piedi, mani dietro la schiena e gambe larghe.’
Vera aprì l’anello che poi chiuse alla base dei testicoli di Jessica, poi vi annodò quattro cordicelle che finì coll’annodare alle polsiere e alle cavigliere della sissy ormai terrorizzata.
‘Vedi Clara ora ad ogni suo piccolo movimento si tirerà le palle da sola rendendo più piacevole la sua fustigazione, semplice no ?’
‘Semplicemente diabolico !’ esclamai stupita ‘Jessica ora girati e metti in tensione le corde allargando le gambe.’
La sissy esitò costringendomi a colpirla con un calcio per farla mettere in posizione, quindi presi un cane in bambù che le feci sentire a lungo sulle natiche. Vera da parte sua afferrò un lungo flogger, col quale frustò Jessica dal petto sino alle caviglie, prendendo di mira in particolar modo i genitali. Vederla soffrire così intensamente mi donava una notevole eccitazione, ma volevo di più, la sua totale umiliazione e la completa sottomissione al mio dominio.
‘Jessica sdraiati a terra pancia all’aria, subito !’ le urlai dopo averle dato un colpo violentissimo che le fece piegare le ginocchia.
Legata com’era ebbe non poche difficoltà ad eseguire il mio ordine, ma grazie anche ad un paio di frustate di Vera sulla schiena riuscì mettersi supina.
‘Leccami il culo troia.’ le disse Vera mettendosi sulla sua faccia col sedere ‘E vedi di farmi sentire bene la tua lercia lingua dentro, o ti riduco le palle a brandelli !’
Pur sapendo che Jessica era ormai insensibile ad ogni stimolo sui genitali, che non fosse di sofferenza, decisi di togliermi le scarpe e poggiare un piede sulle sue palle ormai quasi del tutto rinsecchite. Dopo qualche minuto vidi con un certo stupore che il suo cazzetto si stava gonfiando, pur rimanendo intrappolato nella cintura di castità che portava sempre. Così Jessica iniziò a soffrire anche per quella costrizione, mentre io sempre più sadicamente allungai un piede verso il buchetto, zona forse ancor più sensibile ad una stimolazione di quel genere.
‘Clara quant’&egrave che non fai sesso ?’ mi chiese all’improvviso Vera.
‘Da quando sono andata da Marzia a comprare il guardaroba da sissy alla troia.’ le risposi dopo averci pensato un pochino.
Lei s’alzò per venirmi vicina e darmi un lungo bacio in bocca, per poi andare insieme in camera.
‘Tu zoccola vieni con noi, voglio che ci adori i piedi mentre godiamo come tu non potrai mai fare.’ dissi a Jessica con molto disprezzo.
Una volta sul letto ci scambiammo baci e carezze, fermandoci a lungo con le mani sulla passera dell’altra, mentre Jessica leccava i piedi d’entrambe. Nessuna delle due voleva avere l’orgasmo in quel frangente, ma bensì sfiancare la sissy sino a farle sentire dolore al sol aprire la bocca.
‘Visto che di bocca non vali molto spero per te che sappia usare il culo.’ le disse vera quando la vide esausta ‘Sai ho in mente un giochino studiato apposta per i rottinculo come te.’
‘Ah si !’ dissi un po’ sorpresa ‘E di che cosa si tratta mia grande amica.’
‘Ora lo vedrai.’ mi rispose ‘E tu zoccola mettiti a pecora in mezzo al letto, gambe aperte e culo in alto.’
Impaurita dalla precedente esperienza con le cordicelle, Jessica si mise carponi con un certo sospetto, poco prima che Vera mi chiedesse un paio di giochi da donna.
‘Vedi amica mia.’ mi spiegò mentre sputava sul buchetto della sissy ‘Queste puttanelle vanno abituate subito a ricevere più cazzi nel culo, in fondo &egrave quello che vogliono esser sfondate da veri maschi, e non mezze seghe come loro. Ora tu mi dirai che esistono falli giganteschi, ma io preferisco usare più cose, come le palline anali unite ad un grosso dildo, e stai tranquilla che rimarrai stupita dal risultato.’
Vera introdusse quindi un paio di palline da un corda che ne teneva unite sette, tutte dello stesso diametro, il quale non era certo indifferente. Jessica non fece alcuna smorfia di dolore a quella penetrazione, essendo abituata a ricevere calibri ben maggiori. Ma quando la mia amica prese un dildone e diresse la punta fra due palline, per poi spingerlo dentro, la sissy gemette per il dolore, arrivando ad urlare quando insieme al simulacro entrò una sfera. Vera però non fece una piega continuando a sodomizzarla spingendo dentro le palline col dildo, sino a riempirla con entrambi gli oggetti.
Estasiata da quella visione mi sistemai davanti alla mia slave per prenderle la testa e dirigerla fra le mie gambe.
‘Fammi godere troia ! Non vorrai essere l’unica a godere qui dentro vero ?’ le dissi ridendo di lei.
Ma Jessica era in quei momenti incapace di fare il suo dovere di servitrice, così la dovetti riportare sulla giusta via, dandole un paio di sonori ceffoni, dopo i quali usò la lingua come ne era capace.
Non saprei dire se godevo di più con la fica o nel vederla usata come un semplice buco da riempire, ma certamente ebbi un orgasmo memorabile, di quelli che definire sconvolgenti &egrave limitativo. Il mio nettare non fu però bevuto da Jessica, ma da Vera, che scacciò la sissy col culo ancora pieno, per mettersi lei fra le mie gambe e succhiare ogni stilla di piacere che si trovava nella mia passera.
A quel punto non potei che ricambiare quanto ricevuto, così feci sdraiare la mia amica per darle l’orgasmo che meritava usando bocca e dita. Eccitata com’era non ci volle molto a farla venire e assaporare i suoi umori non meno dolci dei miei.
Volevo continuare quella così intrigante sessione di Bdsm, quando a Vera squillò il cellulare, e dovette lasciarmi per un improrogabile impegno di lavoro, non prima d’avermi lasciato il recapito telefonico di uno dei bull cui m’aveva accennato prima.
Una volta sola con Jessica mi ricordai che la maiala non aveva ancora avuto il suo orgasmo, e spinta da pietà volli farla godere sino in fondo.
‘Jessica prendimi lo strap-on grande che voglio incularti ancora un po”
‘Padrona non potresti prima liberarmi da queste cordicelle in modo che possa muovermi meglio ?’ mi chiese quasi vergognandosi del suo stato.
‘Certo così dopo ti fotto meglio.’
Le tolsi le cordicelle tirandogliele un pochino prima, poi lei prese il più grosso strap-on che avessi in casa e m’aiutò a sistemarmelo, quindi si mise carponi sul letto.
‘Girati, voglio vederti in faccia mentre ti fotto !’ le ordinai dandole uno schiaffo sul sedere.
Jessica obbedì prontamente afferrando i tacchi delle scarpe per aprirsi ancora di più il culo. Non esitai neanche un attimo ad infilarle quei trenta centimetri di gomma nel suo sfondatissimo ano, del resto l’avevo abituata a penetrazioni violente sin dal primo giorno del suo addestramento.
‘Guarda come godi, come una cagna in calore !’ le dissi sputandole in faccia ‘So che non vedi l’ora di prendere un bel cazzo vero nel tuo culo di merda e fare la troia con tutti gli uomini che ti metterò nel letto. Prima però ti scoperò sino a sfondarti, e da oggi avrai sempre il culo pieno, in modo d’arrivare a quel giorno larga come una vacca.’
‘Si padrona fottimi !’ mi rispose ormai prossima all’orgasmo ‘E’ vero desidero con tutta me stesso essere inculata da un uomo, ma tu mi fai godere e sentirmi la troia che sono.’
La vidi venire nella sua cintura di castità che le tolsi subito dopo, in modo che la potesse ripulire con la lingua, poi gliela rimisi insieme ad un piccolo plug, che all’inizio quasi le ballava tanto l’avevamo sfondata.
‘Domani chiamerò i bull che mi ha consigliato Vera.’ le dissi mentre mi coccolava con devozione i piedini ‘Nel frattempo ogni giorno ti masturberai la fichetta davanti a me, e se non mi soddisferai ti punirò come meglio credo.’
‘Si mia Signora, voglio arrivare ben pronta a quell’incontro per non deludere le tue aspettative.’ mi rispose strusciando il viso su una mia gamba.
‘Brava cagnolina mia, vedrai che saprai essere troia come neanche immagini, in fondo già lo sei ti manca solo la pratica.’
Prima di mandarla a dormire la feci masturbare con un grosso dildo per una mezz’ora abbondante, quindi la congedai chiudendomi in camera, dove mi masturbai con furia animale ripensando a quell’intesa giornata, ma anche sapendo che di lì a poco ce ne sarebbe stata un’altra altrettanto memorabile.

Lasciai passare alcuni giorni prima di contattare uno dei bull suggeriti dalla mia amica,anche per far si che in Jessica aumentasse la tensione per quell’incontro, così importante nel suo cammino di sissy.
Quando mi decisi a chiamare, trovai una persona che ben sapeva il fatto il suo, e con la quale fu quasi superfluo mettersi d’accordo sui dettagli. Mattia mi disse chiaramente che con le donne usava il guanto di velluto, ma con gay e travestiti il suo punto di partenza era il pugno di ferro, garantendomi che il suo amico Carlo era sulla stessa lunghezza d’onda. A quel punto non rimase che fissare l’incontro da lì a pochi giorni, gusto quelli necessari per preparare al meglio Jessica.

Passai molte delle ore che ci separavano dall’ospitare i due uomini ad allargarle l’ano nelle maniere più diverse, ormai il plug lo toglieva solo per andare a defecare, ma volli che raggiungesse la ‘perfezione’. Per questo motivo eliminai le punizioni per potermi dedicare esclusivamente alla sodomia, arrivando ad usare un dildo gonfiabile che le sfondò del tutto il culo, facendole allo stesso tempo raggiungere un violento orgasmo anale. Infine Jessica diventò molto brava nel praticare l’auto-fisting, il che mi rese orgogliosa di lei, ma anche di me stessa quale sua insegnante.

Quando finalmente arrivò il giorno dell’incontro, del quale non le avevo anticipato nulla, feci in modo che lei fosse perfetta anche in ogni piccolo dettaglio, senza però farle capire cosa l’aspettava.
Oltre alla consueta divisa da sissy-maid le misi una nuova cintura di castità, la quale aveva legato tramite una catenella, un plug abbastanza pesante. Jessica d’altro canto, si truccava da sola ogni mattina prima di svegliarmi, provvedendo anche a somministrarsi un clistere purificatore, e controllare la sua depilazione, che doveva sempre esser perfetta, lasciandomi solo un compito di controllo.
Quanto a me scelsi una lingerie estremamente sexy, composta da bustino, perizoma in pizzo nero e raso verde, a cui abbinai delle calze nere molto velate con un reggi in abbinamento al resto dell’intimo. Per sentirmi ancor più desiderabile mi ‘coprii’ con una vestaglietta in tulle, la quale ben lasciava vedere cosa avessi sotto.
“Padrona come siete radiosa !” disse Jessica non appena mi vide.
“Grazie, anche tu oggi sei bellissima, soprattutto questa minigonna mette ancor più in risalto il tuo bel culo.” risposi dandole una palpata al sedere e mordendole un orecchio da dietro.
“Signora i miei buchi sono sempre a sua disposizione…” continuò lei con una punta di civetteria.
“Magari dopo, anzi credo che oggi inizierò ad abituarti alle penetrazione multiple, in fondo non vuoi altro che esser sfondata o sbaglio ?”
“La mia Padrona non sbaglia mai.” mi rispose dandomi un piccolo bacio in bocca “Solo grazie a lei ho compreso che la mia vera natura &egrave quella d’essere una sissy sottomessa e disponibile a tutto.”
Ricambiai il bacio prima d’andare in salotto per dedicarmi alla lettura, mentre lei iniziava le sue solite faccende di casa.
Quando suonò il campanello Jessica corse da me vistosamente impaurita, solitamente le anticipavo le visite che ricevevo, ma questa era la prima volta che la tenevo all’oscuro.
“Signora &egrave suonato il campanello !” mi disse quasi terrorizzata.
“E cosa aspetti ad andare a aprire ?” le risposi scocciata.
Anche se non del tutto convinta, Jessica andò ad aprire la porta, e non mi rimase che ascoltare ciò che succedeva all’ingresso.
“Buongiorno desiderate ?” chiese la sissy con una voce alquanto flebile.
“Tu devi essere la troia di cui mi ha parlato Clara.” rispose una voce maschile che compresi essere quella di Mattia “Vedo che hai il culo pieno da vera rottinculo.”
“Dai zoccola portaci dalla donna di casa, quella vera.” gli fece eco l’altro uomo.
“La Signora Clara &egrave in salotto a leggere, non so se v’aspettava.” disse allora Jessica iniziando a presagire quello che sarebbe successo.
“Certo che siamo attesi cretina !.” le rispose Mattia “Quindi vedi di muoverti.”
Vidi arrivare quello strano terzetto con Jessica davanti ai due uomini, che cercò di presentare.
“Padrona questi due signori hanno detto d’essere attesi da lei.”
“Vera m’avevo detto che sei una bella donna, ma non immaginavo così meravigliosa.” mi disse Mattia facendosi avanti e baciandomi la mano.
“Tu mi lusinghi mio caro, e devo dire che neanche’io m’aspettavo tanta grazia.” risposi allungando la mano a Carlo che la sfiorò con le labbra.
In effetto erano due bei uomini, dal fisico scultorio pur senza esagerazioni che mal sopportavo, entrambi mori con i capelli corti, vestiti in modo casual ma allo stesso tempo di classe.
Li feci accomodare sul divano dove ero rimasta seduta nel mezzo, quindi mi rivolsi a Jessica col tono più sprezzante di cui ero capace.
“Tu schiavetta inginocchiati davanti a noi, con le mani dietro la schiena e guarda come gode una vera donna quando &egrave con dei maschi degni di tal nome. Ma stai tranquilla dopo verrà il tuo turno, solo che mentre io sarò trattata come ciò che sono, cio&egrave una vera signora, tu verrai usata per quello che sei diventata, un frocetto effeminato buona solo per essere sfondata nel culo nei peggiori dei modi.”
Poi m’abbandonai fra le braccia di Mattia che iniziò a baciarmi con notevole trasporto, mentre Carlo m’aprì la vestaglietta per infilarmi una mano dentro il corpetto e far uscire un mio seno che accarezzò con dolcezza. Ben presto mi ritrovai fa due bocche di fuoco che quasi si contendevano la mia, le loro mani s’erano impossessate del mio corpo che toccarono in ogni suoi anfratto, ma sempre col rispetto dovuto al mio ruolo di Mistress. Ma l’astinenza da un rapporto vero mi portò a voler molto di più che carezze, così chiesi loro di spogliarsi per assaporare i loro cazzi. I due bull fecero quasi a gara per denudarsi e porgermi i loro membri già abbastanza in tiro, leccai lascivamente prima quello di Carlo, poi l’altro partendo sempre dalla radice dei testicoli così pregna del loro odore.
“Troia vieni qua e leccami la fica.” intimai a Jessica aprendo il più possibile le gambe “Voglio che mi prepari a ricevere questi bei cazzi !”
Muovendosi gattoni Jessica corse fra le mie gambe e mi fece sentire con tutta la devozione di cui era capace, la sua lingua fra le me labbra intime, mentre io tenendoli per mano, succhiavo alternativamente e con molta avidità, i peni dei due stalloni. Quando vidi che erano pronti alla monta feci sedere Mattia e allontanai la sissy prima di cavalcare quel gran cazzo.
“Torna al tuo posto, tu puoi solo vedermi godere visto che non sei capace di nulla !”
Mi sistemai velocemente su Mattia per poi calarmi su quella nerchia così invitante, dovendo sforzarmi di non venire subito tanta era la mia voglia. Non appena sentii tutto il suo membro in me presi a cavalcarlo mentre Carlo da dietro mi palpava il seno dandomi anche dei baci sui lobi delle orecchie.
“Sii finalmente un cazzo degno di tale nome ! Voglio fottervi tutte e due e godere con voi !” urlai in preda al piacere.
Dopo alcuni minuti mi sistemai sul divano e Carlo mi penetrò col suo randello, Mattia però non rimase immobile e portò il suo bastone vicino alla mia bocca per farseli succhiare. Quel mix d’odore di maschio unito a quello dei miei umori lo rese una prelibatezza d’assaporare quasi di corsa. Così cominciarono a scoparmi alternandosi sia nella fica sia in bocca, facendomi godere come non mi succedeva da troppo tempo, sotto lo sguardo quasi estasiato di Jessica. Quando compresi che stavano per venire li feci mettere ai miei fianchi, e dopo averli brevemente segati, sborrarono tutti e due appena sopra la mia fica, mentre anch’io avevo il mio apice del piacere.
“Serva vieni a pulire la tua padrona e assaporare il gusto di maschio.” ordinai a Jessica indicandole lo sperma che iniziava a colarmi fra le gambe.
Come al solito lei obbedì prontamente, pulendo ogni traccia del piacere dei due uomini, e allo stesso tempo bevendo l’orgasmo che anch’io avevo avuto. Poi la lasciai alle loro mani, anzi sarebbe meglio dire ai loro cazzi.
“Adesso puliscimi la minchia troia !” le ordinò Carlo infilandole a forza il suo cazzo in bocca, facendola finire carponi.
Mentre lei succhiava il suo primo vero cazzo, io le tirai già la lampo del vestito, che poi lei stessa fece cadere a terra. Senza alcuna premura le sfilai il plug dal culo che poi sganciai dalla cintura di castità, per allargarle le chiappe che mostrai con fierezza a Mattia.
“Non &egrave un bel culo da riempire ?” dissi all’uomo con una certa malizia.
“In effetti &egrave proprio un bel buco da farcire !” mi rispose lui allungando due dita che le infilò dentro senza fatica “Vedrai come ce la sbatteremo io e Carlo, non &egrave vero amico mio ?”
“Certo, ma non sai che gran pompinara &egrave questa qui, sembra sia nata col cazzo in bocca !” gli rispose Carlo che ormai la stava letteralmente scopando in bocca.
Quando Mattia s’andò a sedere compresi che si stavano dando il cambio, e che Carlo non si sarebbe limitato alle dita. Infatti non appena Jessica iniziò a succhiare il membro di Mattia, Carlo si sistemò dietro di se per aprirle le natiche e puntare deciso la cappella contro il suo buchetto.
“Vuoi il mio cazzo ? Allora chiedimelo puttana !” urlò contro la sissy Carlo già pronto a sodomizzarla.
“Si fottimi ! Inculami come una troia, la troia che sono !” rispose Jessica staccandosi dal pene dell’altro bull.
Carlo fece entrare con una certa grazia la cappella, ma poi spinse talmente forte che per un attimo ebbi paura che avesse lacerato il culo di Jessica. Lei d’altro canto non poté neanche urlare il suo dolore, visto che Mattia le teneva la testa ben stretta contro di se, col pene che le sbatteva sino alla gola. Ben presto però capii che la mia sissy, nonostante il gran male che provava al suo bel culo, stava anche godendo come la porca che era, e quando riuscì a liberare la bocca ne diede subito conferma.
“Oh sii godoo ! Sfondatemi il culo che non merito altro !”
“Sei proprio una vacca da monta.” le rispose prontamente Matteo spingendole nuovamente il membro fra le labbra “E stai tranquilla che dopo ti faremo gemere come una cagna vogliosa di cazzo.”
“Amico mio scopatela anche tu, questa puttana ha il culo aperto al punto giusto.” disse Carlo tirandosi indietro a dando sue schiaffoni sulle natiche di Jessica.
Matteo non si fece ripetere l’invito del suo collega, girò velocemente la sissy mettendola a pancia all’aria per poi sodomizzarla a sua volta con estrema violenza. Jessica non ebbe neanche il tempo di gemere che Carlo le mise il culo in faccia, ordinando di leccargli il buchetto mentre si teneva in caldo il pene con una mano.
Vedere la mia schiavetta trattata in quel modo così brutale m’eccitò a dismisura, e non riuscii a trattenermi dal toccarmi la passera nuovamente umida. I due bull non facevano che insultarla e scoparla con furia quasi animalesca, e lei godeva di tutto ciò, invitandoli a proseguire ogni volta che poteva aprire liberamente la bocca. Quello che non mi sarei mai immaginata accadde però poco dopo l’ennesimo cambio fra i due stalloni, Carlo si sdraiò per terra ordinando a Jessica di mettersi sopra di lui, e non appena lei ebbe tutto il suo pene dentro s’avvicinò Matteo che le aprì ancor di più le gambe.
“No vi prego … in due no …” disse Jessica capendo le intenzioni dell’uomo.
“Taci puttana da culo che non sei altro !” le rispose Matteo puntando dritta la cappella in quel poco di spazio che c’era nel culo della sissy “E poi che fai, volevi i nostri cazzi sino a pochi secondi fa e ora ti vuoi tirare indietro ? Quindi stai zitta e non rompere le palle.”
L’urlo che lanciò la sissy quando le entrò la cappella di Matteo, fu tanto lancinante quanto elettrizzante, una vera e propria ode al dolore. Lo stallone però non si fece per nulla impietosire, anzi spinse il resto della mazza con ancora più forza sino a riempirla come non le era mai successo.
Vedendola in crisi mi avvicinai a lei per darle una carezza e dei piccoli baci sulla guancia, riuscendo a tranquillizzarla e farla godere anche se alquanto dolorante.
“Padrona ti prego, ho il culo in fiamme.” mi disse cercando un po’ di pietà.
“Lo so come tu sai che quello che ti stanno facendo &egrave necessario nel tuo cammino di sissy. Quindi ora rilassati e goditi questo momento, sei abituata a prendere nel culo oggetti anche più grossi dei loro cazzi, quindi devi solo abituarti a loro.”
Le mie parole riuscirono a farle superare il momento di solo dolore, e ben presto cominciò a godere anche più di prima, quando aveva solo un pene dentro il buco ormai slabbrato. I due stalloni da parte loro si dimostrarono molto affiati, riuscendo a girare Jessica come meglio credevano, lasciandole dentro i loro cazzoni sino a quando non s’avvicinò per loro l’orgasmo. A quel punto fecero inginocchiare Jessica per poi alzarsi e venirle in faccia proprio mentre anch’io raggiungevo l’orgasmo grazie alle mie dita. Carlo e Matteo si fecero quindi pulire i membri dalla sissy prima di rilassarsi con me sul divano. Insieme si fecero alcune chiacchiere su quanto porca fosse Jessica nonostante fosse stata la sua prima esperienza con dei bull.
“Sai una volta ci chiamò una donna.” mi disse Matteo “Prima ci fece vedere come frustava il marito, un vero masochista, poi lo scopammo insieme, ma quello più ne prendeva più ne voleva, nonostante la moglie non faceva altro che dargli schiaffi in faccia. La tua cagna invece &egrave più ‘naturale’, si vede quando soffre e quando invece gode, insomma da più soddisfazione.”
Dopo un po’ i due si rivestirono per andarsene, li accompagnai alla porta rimanendo d’accordo che li avrei richiamati qualora ce ne fosse stato bisogno.
Quando tornai in salotto Jessica era ancora per terra visibilmente provata, ma volli infierire ancora una volta per dimostrarle, casomai ce ne fosse stato bisogno, qual’era la sua condizione.
“Jessica vai in camera e prendi il dildo nero con la doppia vibrazione.” le ordinai sedendomi in poltrona.
Non appena lei tornò con l’oggetto richiesto le tolsi la cintura di castità trovando al suo interno un po’ del suo seme.
“Sei proprio una cagna ! Strillavi tanto e poi sei venuta come l’ultima delle troie ! Ora infilati il dildo nel culo e che sia acceso al massimo della velocità, poi segati sul mio piede.”
“Ma mia Signora ho tanto dolore …”
“Taci e obbedisci, o t’inculo io ma dopo averti frustato come si deve !” le urlai contro facendola quasi cadere.
Jessica non ebbe così altra opportunità che sodomizzarsi con quel grosso dildo, che poi accese mettendolo al massimo. Ben sapendo quanto per lei fosse doloroso toccarsi il pene, la feci masturbare lo stesso, godendo della sua sofferenza. Jessica ci mise quasi mezz’ora prima di venire per poi leccare quel poco di sperma che era caduto sul mio piede, ma crollò subito dopo per la totale mancanza di forze.
“Brava Jessica, siccome hai obbedito puoi andare in camera tua a riposarti sino a domani.” le dissi accarezzandole la testa “Prima però vai a lavarti e sistemati che sei uno schifo.”
“Grazie Padrona vado subito.” mi rispose alzandosi a fatica per recarsi nel suo bagnetto.
Rimasta sola pensai che ormai Jessica era pronta per essere affidata ad una nuova padrona,e mentre io sapevo chi l’avrebbe posseduta per sempre, lei era all’oscuro del mio piano diabolico. Non mi rimaneva che una settimana per prepararla all’ultimo passo del suo cammino di sissy, decisi che non avrei ecceduto in nessun modo nei suoi confronti, ma che anzi l’avrei fatta sentire quasi una donna ‘normale’ prima di buttarla nel peggiore degli incubi.

L’ultima settimana di permanenza nella mia casa da parte di Jessica, fu molto piacevole per entrambe, uscivamo a far spese tutti i giorni, cenando un paio di volte fuori, per poi vivere notti a dir poco incandescenti. La scopai senza mai esser violenta, anche se a volte era lei a chiedermi di sfondarla con più vigore.
L’ultima sera le concessi di scoparmi con lo strap-on, e devo ammettere che fu bellissimo, Jessica seppe donarmi alcuni orgasmi memorabili, di cui l’ultimo standomi sopra.
Il giorno seguente indossai un vestito fin troppo sobrio prima d’andare a fare colazione, e trovare la mia sissy radiosa come non mai.
“La mia Padrona ha avuto un buon risveglio ?” mi chiese dandomi il consueto bacio sulla guancia.
“Sì, ma ora fammi fare colazione perch&egrave dopo dobbiamo fare un discorso molto serio.” le risposi sedendomi a tavola.
Per tutto il tempo della colazione Jessica rimase in silenzio, in preda a non so quali pensieri, e solo quando le dissi di venire con me in salotto, la vidi rilassarsi anche se di poco.
“Jessica quel che ti sto per dire cambierà completamente la tua vita, quando sei venuta da me avevi delle chiamiamole necessità che oggi non hai più, sei una sissy perfetta ed &egrave per questo che oggi andrai via da questa casa.”
“Ma mia Signora dove posso andare, io avevo chiesto di poter…”
L’interruppi mettendole un dito davanti alla bocca, quindi continuai il mio discorso.
“So che tu volevi andare a quell’assurdo raduno di sissy, ma oggi non &egrave il più caso che ti faccia prendere in giro da Mistress o Master della domenica. Fra poco verranno le tue nuove padrone, sono due donne molto serie ed affidabili a cui ho deciso di cederti, e credimi non potevo fare scelta migliore.”
“Due Padrone ! Ma Divina io non speravo in tanta grazia !” esclamò felicissima.
“Jessica tu sei in grado di soddisfare loro bisogni come nessun’altra, ora voglio che tu ti prepari al meglio e che indossi il vestito in latex, quello corto, non sai quanto desideri lasciarle a bocca aperta non appena ti vedono.”
Lei corse a spogliarsi per farsi un nuovo clistere e subito dopo una doccia, mentre io le preparavo il vestito e l’intimo da indossare. Scelsi un reggiseno molto imbottito, un perizoma a fascia alta ricco di ricami, delle calze a rete molto fitta ed infine delle decolté con tacco dodici. Quando uscì dal bagno si trucco con molta cura prima d’indossare quanto avevo preparando, quindi si presentò di nuovo a me, lasciandomi quasi di stucco. Effettivamente sprizzava sesso da tutti i pori, era sì una puttana, ma di gran classe, col pizzo delle autoreggenti ben in vista e quel bel culo appena nascosto dal vestito. Non potei non baciarla ben sapendo cosa l’aspettava, e come quel sorriso radioso si sarebbe presto trasformato in una maschera di terrore.
“Ora vai in salotto ed aspetta le tue nuove padrone, quando sentirai il campanello alzati in piedi per riceverle come meritano. Nel frattempo non fare nulla, penserò io ad accoglierle.” le dissi cercando di tranquillizzarla con scarsi risultati.
Consumai l’attesa ascoltando della musica, e quando suonò il campanello andai ad aprire, spiegando a gesti alle due ospiti di non parlare. Mi seguirono sino alla porta del salotto dove vidi Jessica in comprensibile eccitazione attenderci in piedi come le avevo ordinato.
“Jessica ti presento le tue nuove padrone.” le dissi facendo entrare le due donne.
“Augusta .. Patrizia …” riuscì a malapena a dire la sissy prima di svenire.
Pur essendo in tre non fu facile ne semplice portare Jessica sul cavalletto delle punizioni, dove la legammo prima che prendessi i sali per farla riprendere.
“Jessica..Jessica riprenditi.” le dissi dandole due schiaffetti.
“Padrona dimmi che &egrave un incubo.” mi rispose quasi in lacrime.
“Incubo un cazzo pezzo di merda !” urlò Augusta “Vedi mio caro ex marito, già sapere che mi tradivi era qualcosa d’insopportabile, ma poi scoprire che lo facevi con una Mistress &egrave stato a dir poco umiliante. All’inizio m’&egrave bastato rovinarti e buttarti fuori di casa, in modo da poter fare i comodi miei senza più nascondere gli uomini che mi portavo a letto, ma quando ho scoperto che nostra figlia Patrizia era una dominante in erba mi son detta perch&egrave non dargli il padre come schiava. Così ho chiamato Clara che proprio il giorno prima t’aveva incontrato, e lei si &egrave subito resa disponibile per fare di te una serva perfetta, buona solo come culo da riempire o bocca per succhiare cazzi o leccare ciò che più m’intriga in quel momento.”
“Augusta ti prego posso spiegarti…” cercò di dire Jessica prima d’esser colpita in faccia da un violento schiaffo dato dalla figlia.
“Spiegare cosa ?” le urlò ancora più forte della madre Patrizia “Guardati vestito come una puttana eri già pronto a due nuove donne che ti dominassero per il resto della tua vita, quindi di che ti lamenti, non hai forse ciò che vuoi ? Farai compagnia allo schiavo che ho già in casa, un minidotato che finge d’essere il mio ragazzo, ma che in realtà &egrave buono solo a leccarmi i piedi o la fica dopo che ho scopato con un vero uomo. Ora ti faremo assaggiare ciò che sarà il tuo pane quotidiano una volta che torneremo a casa, e non sai come mi dispiace d’aver perso a carte con la mamma il diritto d’incularti per prima.”
“Clara ti prego non puoi farmi questo.” disse rivolgendosi a me come sua ultima speranza.
“Perch&egrave non posso ? Augusta mi ha già pagata per il tuo addestramento aggiungendo un extra a cui era impossibile rinunciare. Mettici anche la soddisfazione di vedere uno stronzo finire col fare la puttana di sua moglie, e si sa certe cose non hanno prezzo.”
“Altre invece ce l’hanno un prezzo.” m’interruppe Augusta “Come i due strap-on che mi sono fatta fare proprio per te mio caro mia, anzi dovrei dire mia cara visto che sei diventato una donna se s’esclude che hai ancora un cazzetto. Patrizia fai vedere alla puttana la sorpresa che gli ho fatto.”
La ragazza prese da un borsone in pelle un’autentica bestia che fece sbiancare Jessica non appena la vide, non era tanto la lunghezza, comunque superiore ai trenta centimetri, quando il diametro molto vicino a quello del mio pugno chiuso.
Patrizia aiutò la madre, che nel frattempo si era tolta il vestito rimanendo con un body in latex molto sgambato, ad indossare lo strap-on, e quando se lo ritrovò davanti alla bocca iniziò e leccarne la punta.
“Vedi mia cara puttana, neanche mia figlia, che pur &egrave una grande amante del cazzo non meno di quanto lo sia io, riesce a prenderlo in bocca per quanto &egrave grosso questo fallo. Tu invece lo prenderai in culo ogni volta che lo vorrò, e se oggi userò del lubrificante dovrai abituarti a farti inculare senza alcun aiuto, anzi dovrai supplicarmi di farti il culo sfondandoti senza pietà.”
“Dai mamma fotti questa troia.” disse Patrizia prendendo del gel lubrificante “Non vedo l’ora di fargli apprezzare la mia nuova specialità.”
Augusta mise un’abbondante dose di gel sulla punta del grosso fallo, poi fece quasi un piccolo clistere a Jessica, prima di puntare la punta del mostro contro il suo buchetto. La sissy iniziò ad urlare che neanche tutta la cappella era entrata, ma la donna non si fece impietosire in alcuna maniera, anzi spinse con sempre maggior decisione sino a far entrare circa metà dello strap-on.
Muovendosi lentamente, ma con molta maestria tirò fuori tutto il fallo ad eccezione della punta, poi mise nuovamente del gel sul simulacro per spingerlo tutto dentro con un forte colpo di reni. Contrariamente a quanto potessi pensare Jessica non urlò, il dolore che provava doveva essere tale da impedirle anche d’aprire la bocca, ma quando la ex moglie cominciò a scoparla, se pur con una velocità limitata dalle dimensioni del fallo, lei iniziò ad gridare a pieni polmoni.
“Ahh basta … ti prego fermati ! Non resisto &egrave troppo grosso … ti supplico …”
“Taci puttana che non sei altro !” le rispose inviperita Augusta “Non godevi quanto t’inculava la Mistress con la quale mi tradivi, o con Clara e le sue amiche, o anche coi due bull che t’hanno inculata la settimana scorsa ? Sei solo un culo che deve prendere del gran cazzo, e stai tranquilla che con me passerai più tempo col culo pieno che vuoto.”
A quel punto notai che lo strap-on era legato oltre che alla vita, anche alle cosce, lasciando libero il solco delle chiappe, che la donna aveva splendido. M’avvicinai quindi a lei per spostarle quel sottile lembo di stoffa che le copriva il sedere, e poterle toccare il buchetto già umido degli umori che le colavano dalla passera.
“Augusta sei divina.” le dissi mordendole un lobo ed allungando l’altra mano sul seno “Non sai come mi fai godere guardandoti mentre fotti questa vacca. Tu si che sei una vera donna e meriti solo dei maschi degni di questo nome, e non dei frocetti bastardi come quello che hai sposato.”
“Mm Clara così mi fai impazzire.” mi rispose accelerando il ritmo della sodomizzazione “Ma tutto ciò &egrave soprattutto merito tuo, che hai ridotto il mio ex marito ad essere una sissy. Ora però ti prego fammi godere mentre l’inculo.”
Le mie dita non fecero nessuna fatica ad entrale dietro, così la masturbai analmente andandole dietro col tempo che teneva lei, sino a farla venire dopo aver dato gli ultimi assalti veramente violenti, al culo di Jessica. Augusta era stremata, ma anche molto felice, un po’ meno la sissy che ben sapeva che subito dopo l’avrebbe sodomizzata la figlia, certamente con la stessa foga.
Patrizia infatti si spogliò in tutta fretta, mettendo in mostra un corpo già maturo nonostante i suoi diciott’anni. Dalla madre aveva preso le forme prosperose del seno e del sedere, ma anche la vena sadica oltre che quella da vere donne da letto. L’aiutai ad indossare lo strap-on del tutto simile a quello di Augusta, se non per il colore delle cinghie che lo tenevano legato al corpo della donna, ma lei si fermò dietro Jessica lasciandomi interdetta.
“Non &egrave che si può slegare e girare ?” mi chiese guardandomi con una certa malizia.
“Si non c’&egrave alcun problema, se vuoi puoi aiutarmi a toglierle le cinghie.” le risposi mettendomi sulla destra della sissy.
Liberammo quindi Jessica che se pur dolorante si sdraiò supina sulla panca, mettendo poi le gambe sugli apposi sostegni telescopici che feci uscire non appena compresi le intenzioni della ragazza.
“Sai voglio vederti in faccia mentre ti faccio il culo.” disse Augusta alla sissy “Non sai come ho aspettato questo momento grandissimo bastardo che non sei altro.”
Jessica chiuse gli occhi mentre la figlia la sodomizzava con furia animalesca, insultandola nei peggiori dei modi, e schiaffeggiandole i genitali non appena ne aveva occasione. Augusta s’avvicinò alla figlia e davanti al mio stupore, le diede un lunghissimo bacio in bocca, rendendo ancor più perverso quel momento.
“Adesso fai vedere alla puttana che cosa sei capace di fare con le mani.” le disse la madre allungandole due lunghi guanti in latex.
Patrizia si tolse lo strap-on per mettersi i guanti, che le arrivavano bel oltre i gomiti, che poi unse col gel. Spanata com’era Jessica non fece alcuna fatica a ricevere la mano destra della ragazza, la quale la sostituì ben presto con l’altra per poi alternarle nel culo della sissy.
“Clara ti prego scopala o questa va avanti fino a notte.” mi disse Augusta strizzandomi l’occhio “Da quando ha scoperto il fisting &egrave diventata prima una fanatica di questa pratica, poi una vera maestra, il brutto &egrave che non si stanca mai ah ah.”
Rinunciare ad un così palese invito mi fu impossibile, così presi uno dei miei strap-on e mi misi dietro la ragazza, la quale però mi fermò con molta decisione.
“Aspetta un attimo, voglio prima farle il servizio completo.”
Patrizia unì le mani intrecciando le dita per poi eseguire un favoloso fisting doppio nel culo ormai dilaniato della sissy, che in ogni caso dimostrò di gradire quel servizio così estremo. Non appena le sue mani sparirono in quella voragine feci mia la ragazza, mettendole tutto il fallo dentro la passera con un solo affondo, secco e deciso.
“Sii scopami Clara !” urlò Patrizia “Fammi godere mentre sfascio questa troia !”
“Sei fantastica non meno di tua madre.” le risposi afferrandola per i fianchi “Due donne capaci di godere in tutti i modi possibili, anche con una cagna come Jessica.”
Continuai a stantuffarla mentre lei infieriva senza pietà sulla sissy, ancor più eccitata dall’essere scopata da me. Lo stimolatore interno del mio strap-on non m’aiuto molto a prolungare quel rapporto, ma in compenso avemmo all’unisono degli orgasmi sconvolgenti, che ci lasciarono senza forze per qualche minuto.
Augusta volle poi preparare Jessica da vera sottomessa, le inserì un plug con una coda nel culo, l’ammanettò dietro la schiena per metterle infine una pallina in bocca, collare e guinzaglio.
La sissy singhiozzava non avendo mai subito una simile umiliazione, ben sapendo che sarebbe uscita in strada in quelle condizioni, ma Patrizia le fece comprendere cosa l’aspettava.
“Sai cagna schifosa, domani sera daremo una festa in tuo onore, dove ci saranno almeno una decina di montoni di colore che avranno l’unico compito d’abusare di te. Se sarai fortunata alla fine ti faranno anche una bella doccia di piscio e magari sarò stanca e non ti frusterò e ti lascerò dormire nella loro urina.”
“Clara come sai tu sarai sempre la benvenuta nella mia casa.” mi disse Augusta prima d’andarsene col guinzaglio in mano “La mia schiva &egrave anche la tua, come lo schiavetto di Patrizia, anzi sarei felice se un giorno lo potessi istruire, per ora lo schifoso &egrave solo un cuck sodomita, ma sono sicura che sotto la tua guida non può che migliorare.”
“Sarà per me un piacere venirvi a trovare, ma non subito, non vorrei che Jessica mi veda ancora come la sua padrona, sai come sono cretine queste sissy.” le risposi dandole due baci sulle guance.
Salutai allo stesso modo la figlia prima di chiudere la porta e mettermi comoda sul divano a ripensare quanto successo negli ultimi tempi. Un uomo ridotto ad una sissy ubbidiente e poi venduto alla ex moglie, il mio conto in banca aumentato in modo più che sensibile, e la soddisfazione d’aver fatto un ottimo lavoro, insomma tutto ciò che rende una come me fiera di se stessa.

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