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OrgiaRacconti di Dominazione

Sorpresa!!

By 13 Novembre 2009Dicembre 16th, 2019No Comments

Quelle che seguono sono tre lettere, email, che una mia amica mi ha scritto. E’ una confessione, molto forte. Chi vorrà leggerla è avvertito, soprattutto il secondo email, dove Ileana confessa quella che definire orgia con tre mascalzoni è sicuramente riduttivo. E’ una storia di estrema sopraffazione, ma anche di liberazione.
Ileana si è certamente liberata con questa esperienza (l’espressione è sua, non certo mia), se prima poteva avere qualche limite o remora, ora l’ha perso. Ho insistito molto con lei, per pubblicarla. Primo perché penso sia un’esperienza incredibile, secondo perché, come sempre quando Ileana scrive, è scritta molto bene.
Inizialmente non voleva che le pubblicassi, ma l’anonimato è garantito dal sito e rendere pubblico cosa ha fatto e cosa le è successo è forse l’ultimo passo di questo processo terribile di liberazione che, senza volerlo, ha dovuto prendere.

Il fatto che qualcuno legga a sua storia e ne goda, ne tragga insegnamento, ci si ecciti’beh..a Ileana fa solo piacere. Soprattutto adesso che è diventata quello che è: una troia.

Tutti i nomi delle persone, escluso quello della mia amica, sono stati cambiati e da me inventati. Ileana invece ha voluto mantenere il suo vero nome, per essere ancora più esposta e offerta a tutti.

Caro Vladimiro
Come ben sai ho questa terribile propensione a mettermi nei guai. O meglio: la prima cosa è il sesso, il non poterne fare a meno’e tu caro Vladimiro lo sai bene! La seconda è la mia predisposizione a subire, non che lo cerchi’ma bastano 5 minuti con uomo o donna che sia, che immediatamente tutti capiscono che se mi tratteranno da serva’io non mi opporrò. E se la persona in questione è un maiale sadico (come te ;-) o una donna con propensione alla dominazione’beh puoi capire cosa mi fanno passare. La cosa mi ripugna ed eccita allo stesso tempo; mi sento degradata, vorrei evitare di essere trattata come mi trattano, ma allo stesso tempo sono completamente incapace di dire di no e il fatto che non dica di no, aggiunto agli immancabili orgasmi che inevitabilmente ho, fa sentire i miei aguzzini autorizzati a farmi di peggio.
E a questo punto vengono i guai. Mi dico che basta, ho un marito che mi ama e che non devo cercare niente altrove, quando mi arriva un messaggio su skype’qualcuno che magari riesce a intrigarmi, a imbrigliarmi in una discussione interessante. E scatta la molla. Si entra nel personale’e i guai cominciano.
Ti ricordi che dovevo incontrare quel ragazzo conosciuto su internet? Beh, ci siamo incontrati e le cose sono andate in maniera molto diversa da come me le immaginassi’molto e dubito che sarò la stessa persona dopo questa esperienza; Ma non è per questo che ti scrivo adesso, non sono ancora pronta per raccontartelo’ancora no.
Prima devo raccontarti del passato week end. Della piega incredibile che le cose intorno a me stanno ormai prendendo.
Come ti ho detto siamo andati in montagna con due coppie di amici (una e Isabella, che tu conosci, con il marito) da Giovedì sera a Lunedì mattina.
Gianni era di buon umore come il solito. Roberto, il marito di Isabella, non ha smesso un secondo di fare scherzi a doppio senso. Valerio e Silvia stavano al gioco’insomma, un’atmosfera rilassata dove presto però uomini e donne hanno finito un po’ col dividersi (ci sentivamo di lasciarli in pace visto che era tanto che non si vedevano).
E qui sono cominciati i guai.
Isabella e Silvia si sono come accordate, tu sai che io sono gentile e se posso aiutare lo faccio, ma in breve se c’era da cucinare o pulire o fare qualcosa sia Isa che Silvia mi chiamavano e con un sorrisino malizioso mi dicevano: ‘Ile ci pensi tu vero?’. La cosa era un crescendo, con Isa e Silvia che facevano a gara a chi mi trattava più’ da servetta. Era come scattata una molla, come se ci fosse un accordo non detto ma sotteso, secondo il quale io dovevo essere a loro disposizione. Isabella a dire il vero ha il fisico della principessa, alta e bella, con quegli occhi azzurri cosi freddi, ha un modo di dire le cose che sembra ti chieda ma invece ti ordina; poi ci conosciamo da tanti anni (all’università’ c’e’ anche stato qualche bacio, da sbronze, tra di noi). Silvia invece credo si limitasse a imitare Isabella e lo faceva in maniera più’ rozza, era come se stesse imparando a essere così, come se Isabella la stesse, in un certo senso, addestrando.
Nessuno dei nostri mariti si è accorto di nulla e la cosa mi faceva infuriare, ma allo stesso tempo non riuscivo ad impormi di fare nulla anche perche sotto sotto, anche se era difficile confessarlo, la cosa mi intrigava.
Il livello di ‘favori’ che dovevo fare è presto sceso sul ‘personale’; tu sai che sono brava a fare i massaggi, beh Isabella aveva vari dolori alle gambe e naturalmente Gianni se n’e’ uscito con un: ‘Ile, tu che sei cosi’ brava con i massaggi, perche’ non le fai un massaggio alle gambe!’. In quel momento ho visto come un lampo di luce sadica negli occhi di Isabella: alla stronza non sembrava vero avermi ai suoi piedi a darle piacere e sollievo fisico. Non credo che Isabella sia lesbica o abbia fantasie di quel genere, ma la sensazione è che tutta la storia del dolore alle gambe sia stata una trappola perché anche lei sapeva bene che sono brava con le mani.
Insomma, per farti breve una storia lunga, nel pomeriggio mi accingo a massaggiare Isabella. Adesso immaginati la scena: Isabella è in biancheria intima, seduta al bordo del letto, io sono in maglietta e slip in ginocchio accanto al letto a preparare oli ed essenze’Isabella allunga un piede nudo, me lo appoggia sul viso, accarezzandomi le guance e con la sua voce dolcissima ma decisa mi dice: ‘mi fanno tanto male le dita dei piedi dalla passeggiata di ieri, mi massaggi prima i piedi Ile?’.
Ci metto 5 secondi a riprendermi. Silvia è seduta sull’altro letto e ci guarda con gli occhi spalancati, silenziosa. Isabella sorride gentile, sempre accarezzandomi il viso con il piede. Io ho il respiro a duemila. Le prendo il piede e comincia a massaggiarlo piano. Sono in ginocchio, davanti a lei. Isabella ha i piedi grandi, un 40 credo, ma sono molto curati e morbidi, belli. Sono profumati anche’mentre le massaggio un piede, mi appoggia l’altro sui seni. Geme; ‘Ileana, mmmhhh che mani che hai, che bello’. Con il piede libero mi tocca i seni, poi lo alza, me lo mette sul viso di nuovo, mi accarezza. Sono così morbidi. ‘Ohh dio scusa Ile ma non ho pensato a farmi una doccia prima, puzzano?’ sento, incredibilmente, la mia voce rispondere ‘ohh no Isa, sono pulitissimi, profumano, davvero’ e, ancora più incredibile quasi per evidenziare quanto detto, glieli prendo entrambi tra le mani e glieli bacio delicatamente, prima uno poi l’altro, sotto le dita.
Ti rendi conto Vladi?? Di mia iniziativa, senza neanche rendermene conto, le ho baciato i piedi. Ho in concreto sancito, davanti ad una terza persona, la quale, da quel momento in poi, è entrata a far parte della partita, la mia sottomissione!
Non è successo altro, se non appunto che sono diventata la massaggiatrice, truccatrice, cuoca e quant’altro sia di Silvia che di Isabella. Ho massaggiato anche i piedi di Silvia, anche Silvia me li ha messi in faccia (a lei però non li ho baciati), ho massaggiato i loro corpi nudi, le ho messo lo smalto, lavato la schiena, i capelli’ci confrontavamo i seni, toccavano i miei rilevando che è meglio averli piccolini ma sodi, mi facevano toccare i loro, chiedendo, ridacchiando, il mio parere. C’era una carica sessuale incredibile, che però non si è risolta, per tutto il week end, solo perché né Silvia né Isabella avevano intenzione di scoprirsi troppo l’una con l’altra. Ma è chiaro che sia l’una sia l’altra hanno fiutato la preda.

E’ chiaro che sia l’una sia l’altra saranno la mia padrona, la mia aguzzina. Oggi è Giovedì, siamo tornati dalla montagna Lunedì e Isabella mi ha telefonato. Vuole che la vada a trovare domani sera. Me l’ha chiesto con la sua solita voce, dolcissima ma che non ammette repliche. Ho paura di aver aperto il vaso di Pandora e di non poterlo più richiudere, se Isabella fosse una sconosciuta ancora ancora, ma cavolo è la moglie di un amico di mio marito, è una della nostra cerchia. E’ c’e’ di mezzo anche questa Silvia, anche lei mi ha telefonato per dirmi che è stata benissimo con me questo week end, che vorrebbe diventare mia amica, che devo assolutamente andarla a trovare e spendere un po’ di tempo insieme. Aiuto Vladi, in che mi sto cacciando?

Carissimo Vladimiro,
Ok siamo d’accordo: ti scrivo esattamente come sono andate le cose con quel bastardo. E ti permetto anche di pubblicare il tutto dove vorrai’non mi interessa, ti chiedo solo di cambiare i nomi delle persone coinvolte. Il mio’beh’chiamami con il mio nome, onestamente visto quello che sono diventata non m’interessa più’ tanto.
E veniamo alla storia, veniamo a Luca. Sai che siamo stati in contatto a lungo, abbiamo chattato, ci siamo scambiati email, fotografie. Ci siamo piaciuti e tra mille precauzioni abbiamo deciso di incontrarci. Luca è giovane, 31 anni e 6 anni di differenza non sono pochi, forse e’ anche immaturo, ma e’ dolcissimo e ha un fisico meraviglioso.
L’idea di avere un toy boy, per fare un po’ di sesso una volta alla settimana mi ispirava non poco. La cosa bella è che tutte le volte che siamo parlati non ha mai mostrato nessun lato perverso, o sadico che appunto immancabilmente io tiro fuori da tutti. E’ fidanzato e la cosa va bene perché io sono sposata con uno particolarmente geloso e mi ha chiaramente detto che non ha nessuna intenzione di innamorarsi di me o di rovinare il mio matrimonio.

Insomma, abbiamo deciso di vederci. L’appuntamento in centro all’Hotel ****, davvero un’ottima scelta, lussuoso e discreto. Lui è già in camera, lo raggiungo.

Prevedo le tue domande, quindi ti rispondo in anticipo: ho messo quel vestitino blu a fiori piccoli, quello che ti piace, si ho messo le ballerine e si sono andata all’appuntamento senza biancheria intima. In metropolitana ho fatto il viaggio in piedi, più di una mano mi ha sfiorato il culo e più di un maiale ha capito che sotto ero nuda’puoi immaginare quanto fossi eccitata!
Entro in camera. Lui è vestito solo con i jeans, scalzo e a torso nudo. Bellissimo. Ci baciamo. S’inginocchia, mi alza la gonna ‘ci avrei scommesso che non ti mettevi le mutande’ commenta e comincia subito a leccarmi, in piedi, all’ingresso della camera. E’ bravissimo, gli afferro i capelli’in meno di 3 minuti godo’la cosa promette bene. Si alza e mi sfila il vestito, mi tolgo le scarpe. Sono nuda, davanti ad uno sconosciuto che mi ha appena fatto godere. Si siede sul letto e mi chiede se voglio bere qualcosa, il minibar è fornitissimo. Sorrido, m’inchino davanti a lui e prendo una bottiglietta di Champagne, mentre m’inchino, da dietro mi prende il culo tra le mani, me lo allarga e mi comincia a leccare il buchino’mhhh di bene in meglio penso. Uno che pensa a me più che a se stesso’ancora non si è spogliato e già mi ha leccato sia il culo che la micina.

Beviamo, lo spoglio, gli tiro fuori un cazzo bellissimo, non troppo lungo o grosso, ma durissimo, con una bella forma (tu sai quanto mi piaccia un bel cazzo, proprio dal punto di vista estetico). Glielo succhio un po’. Prende un preservativo (senza che glielo debba chiedere io, bravo ragazzo!). Cominciamo a fare l’amore. E’ bellissimo, penso sia un sogno, si preoccupa più di far godere me che lui stesso. Mi prende da davanti, le mie gambe aperte, mi bacia. Ci giriamo, voglio stare su di lui, voglio godere appieno del suo cazzo duro dentro di me, mi muovo, lo cavalco. E’ a questo punto che il sogno’si trasforma in un secondo in un incubo.

Sento un rumore alla porta, immagino sia il servizio, anche se in genere bussano, penso’poco male ci vedrà e se ne andrà. Luca però mi tira giù, sul suo petto, mi abbraccia e mi stringe forte. Si apre la porta, entrano due uomini e la prima cosa che fanno è scattare una, o tante, fotografie. Io sono nuda, sopra Luca. Immagina la faccia che sarà venuta nella fotografia: con gli occhi spalancati fissi verso l’obbiettivo.

Il resto è un crescendo. Si avvicinano al letto. Sono due uomini più grandi di Luca e di me, uno avrà sui 50 anni. Brizzolato, con la pancia, tarchiato. Il viso mal rasato. L’altro più o meno della stessa età, ma con un bel fisico da palestra, più alto, i capelli lunghi grigi, tenuti fermi da una orribile coda. Ha una cicatrice sulla guancia. Lo sguardo cattivo.

Luca mi tiene ferma, ma non servirebbe, io sono paralizzata dal terrore. Si piazzano da un lato e dall’altro del letto. Quello tarchiato mi accarezza la schiena, poi scende con la mano e mi sfiora il culo, l’altro si rivolge a Luca: ‘ce ne hai messo de tempo per portare sta troia in albergo, bella, avevi ragione. Scopa bene?’. ‘abbiamo appena iniziato, comunque appena gliel’ho leccata ha goduto come una cagna’.

Sento la mano che scende tra le chiappe, non faccio in tempo a dire niente che un dito mi entra nel culo. Urlo, il dolore mi risveglia, in un certo senso, mi metto ad urlare, dico a Luca a lasciarmi, cerco di divincolarmi. Luca mi lascia. Quello più alto mi sorride, ha i denti dello stesso colore dei capelli, grigi, ‘vai pure. Nessuno ti obbliga a rimanere’.
Allungo una mano dietro di me, prendo il polso dell’altro e mi estraggo il dito dal culo. In tutto questo tempo il cazzo di Luca è rimasto dentro di me. Faccio leva sulle ginocchia, lo tiro fuori. E’ ancora duro come quando abbiamo iniziato. Quando esce fa un rumore come di tappo di bottiglia, ridono tutti e tre.

‘davvero posso andare. Non mi violentate?’
Ridono. Ancora una volta è quello con la coda a parlare: ‘violentarti? Sei scema. Noi non violentiamo nessuno. Ne troviamo mille di troie consenzienti, non abbiamo bisogno di violentare, nessuno. Se te ne vuoi andare, prendi i tuoi stracci del cazzo e levati dai coglioni’.

Indietreggio, nuda, incredula. Prendo il vestito, m’inchino ad infilarmi le scarpe, loro mi guardano con un sorrisetto bastardo, quando con la coda dell’occhio vedo la macchina fotografica e mi ricordo. Mi fermo, gelata.
‘ah ah ah, che troia scema che sei’mi chiedevo quanto ci mettevi ad arrivarci’a Gianni piaceranno le foto, ne sono sicuro ah ah’.
Sanno anche come si chiama mio marito. Lascio cadere i vestiti. Mi lascio cadere sulla poltrona, ancora nuda. Non me ne posso andare. Appartengo a loro, realizzo. Vladi, non puoi immaginare che cosa mi passava per la testa in quel momento, terrore, angoscia, eccitazione, umiliazione, e sotto sotto, inconfessabile, un terribile desiderio di essere scopata come non mai, da tutti e tre, di essere posseduta, montata, smontata e aperta. Avevo quasi voglia di dirgli: ‘ok, avete vinto. Scopatemi, fatemi quello che volete e lasciatemi andare’.

Non ce n’e’ bisogno. Vedo che lentamente cominciano a spogliarsi, senza togliermi gli occhi di dosso. Si slacciano i pantaloni, si abbassano gli slip, capisco che vogliono farmi vedere il cazzo; io stessa sono morbosamente curiosa di vedere quelli che so essere gli strumenti con i quali sarò massacrata; è su quello che devo concentrarmi, loro lo sanno, non sui loro corpi, o facce, ma sui loro cazzi. Il primo a tirarlo fuori è il panzone tarchiato: appena lo vedo devo strozzare un urlo, mi porto la mano alla bocca, stupita. Ho gli occhi sgranati, non riesco a distogliere lo sguardo: è il cazzo più grosso che abbia mai visto in vita mia, è lunghissimo, ma soprattutto, quello che sorprende, è quanto sia largo. E’ mostruoso. Ridono tutti e tre. Quello con la coda, Emanuele si chiama, ha un cazzo normale, come quello di Luca, ma tutti e due scompaiono di fronte a quello di Mario.

Mario è il primo a finire di spogliarsi. Si avvicina a me e senza troppi preamboli, mi afferra per la nuca e mi mette, o almeno ci prova, il cazzo in bocca. Cerco di resistere, me lo sbatte in faccia, lo strofina sulle labbra e sul naso. E’ sporco, puzza, sento l’odore fortissimo. Cerco di dire di usare il preservativo, per farlo devo aprire la bocca, Mario ne approfitta e me lo schiaffa dentro. Gemo, urlo. Reprimo un conato di vomito. Emanuele mi tranquillizza ‘stai tranquilla troia, non ti mettiamo il cazzo dentro senza cappuccio, chissà le malattie che ci attacca una puttana come te’mica vogliamo attaccare qualcosa alle nostre mogli’.

Mario comincia a pomparmi in bocca. Forte. E’ terribile. Appena metà del cazzo mi entra in bocca, ma e’ come se non si accontentasse, come se volesse metterlo tutto dentro. ‘lasciala respirare Mario ah ah cosi’ ce la soffochi’ Ridono ancora.

Quando me lo tira fuori cerco di respirare quanto più posso. E quando respiro qualche volta mi molla due ceffoni, cosi tanto per fare.

Vedo che adesso anche Emanuele e’ nudo. ‘dai, falla venire a salutare il capo’ dice. Mario mi toglie il cazzo dalla bocca, mi afferra per i capelli e mi fa mettere a 4 zampe, poi mi trascina da Emanuele. Sono davanti a lui, a 4 zampe come una cagna e guardo in alto, verso di lui.

Lui allunga un piede e me lo mette in faccia: ‘leccami i piedi troia’. Non faccia in tempo a riprendermi dallo stupore che sento arrivare, forte e inaspettata, una frustata sul culo. E’ Mario che mi prende a cinghiate. Emanuele gli raccomanda di non lasciarmi segni (per fortuna) ma fa male!!

Comincio a leccargli i piedi. Puzzano ma m’impegno, capisco che fare le cose male non mi aiuterebbe. Gli prendo un piede tra le mani, lo lecco tra le dita. Altre due cinghiate. Urlo, ma resisto. E’ terribile, ma la situazione’paradossalmente, mi eccita. Sono una schiava. Quante volte io e te abbiamo avuto questa fantasia? Si stava realizzando e nel modo più’ autentico, senza cioè che io lo avessi preparato.

Sono nuda, per terra. Sto leccando i piedi a un delinquente. Un altro delinquente mi frusta il culo. Urlo, gemo. Per la posizione la mia vagina e’ completamente aperta, esposta. So che mi sto bagnando. Non mi fraintendere Vladi, se avessi potuto volare via e non avere conseguenze di tutto questo lo avrei fatto. Ma la sensazione di non poterlo fare senza pregiudicare il mio matrimonio e la vita come l’avevo intesa fino allora anziché disperarmi, mi eccitava.

Ho iniziato la via, con la lingua, dai piedi su per le gambe di Emanuele. Mario ha posato la cinta. Mi apre il culo con le mani e comincia a leccarmi. Non è delicato come Luca, non vuole farmi godere. Mi lecca per sentire il mio sapore, mi lecca per mangiarmi. Sento la lingua sul buchetto del culo (ho un fremito al pensiero che possa sodomizzarmi, anche se so che sarà molto difficile evitarlo). Mi lecca la micina, la succhia avido, ci mette la lingua dentro. Succhia le labbra. Urla a Luca, di malagrazia, di passargli un preservativo. Ci siamo. Sta per prendermi. Nel frattempo sono arrivata alle palle di Emanuele, alza le gambe, mi spinge la testa sotto, vuole che gli lecchi il culo. Lo accontento. Poi passo alle palle, succhio, le prendo in bocca. Non ho più nessun ritegno, lui è il capo, il padrone. Voglio farlo godere. Lecco l’asta, in condizioni normali avrei definito il suo cazzo grande, ma dietro di me c’e’ un orco che cerca di infilarsi un preservativo e protesta che è troppo stretto’spero che non gli venga in mente di farmi senza.

Adesso sono sulla cappella di Emanuele, lui e Luca si scambiano commenti sulla mia tecnica, mi chiamano la troia migliore. Mi chiedo quante volte gli sia riuscito questo gioco. Mi chiedo cosa ne venga a Luca di darmi in pasto a questi due mostri.

Sto prendendo il cazzo di Emanuele in bocca, quando Mario mi afferra per i fianchi e, con un colpo solo, mi penetra. Non fortissimo ma deciso, senza fermarsi.

Urlo, come non ho mai urlato in vita mia. E’ come se mi avessero aperta in due. L’urlo è soffocato dal cazzo di Emanuele nella mia bocca, ma mi chiedo se qualcuno l’ha sentito. Il dolore è lancinante.
‘fai piano, cazzo, non la sfondare, che bisogno hai di sfondarla’.
‘mavaffanculo. Sta troia c’ha la figa capiente’

Mi afferra forte per i fianchi e comincia a pomparmi. Ogni colpo mi solleva e mi pianta il cazzo di Emanuele più in profondità, in bocca.

Credimi Vladi. Non auguro un dolore così a nessuna, neanche dovessi odiare così una donna. Ma allo stesso tempo la situazione è tale che la mia eccitazione aumenta. Mi eccitano i commenti che si scambiano. Mi eccita Luca che si inchina a guardare il cazzo di Mario dentro di me e commentare incredulo ‘Wow!’.

L’eccitazione d’altronde aiuta perché la adesso la mia vagina è più lubrificata, il dolore lascia spazio al piacere. Piano piano i gemiti di sofferenza diventano gemiti di piacere. La differenza è impercettibile, ma se ne accorgono tutti tranne Luca, troppo ingenuo.

E’ il giro di boa. Sto cominciando a godere. Prima godevo della situazione, adesso comincio a godere anche con il corpo.

Mario continua a scoparmi. Si muove in tutte le direzioni, mi scuote con il cazzo. Adesso Emanuele si è alzato, e’ il suo turno. Mario tira fuori quella mostruosità di membro da dentro di me. Mi fanno sdraiare sulla schiena, a gambe aperte. Emanuele mi viene sopra e comincia a scoparmi, con calma, guardandomi negli occhi, con quel suo sguardo cattivo. Distolgo lo sguardo. Uno schiaffo mi rimette la testa dritta: ‘guardami puttana mentre ti scopo’.
Lo guardo negli occhi, resisto. Guardo il suo corpo, il suo petto è muscoloso, non ha un filo di pancia. Le braccia muscolose’lo sguardo cattivo, l’alito cattivo di fumatore. Aumenta un po’ il ritmo, io non so cosa fare con le braccia’allora gliele metto intorno al collo. Sembra apprezzare. Adesso è solo tra me e lui. Mario e Luca sono seduti sul letto, in silenzio. Mario si sta fumando una sigaretta. Ha il cazzo ancora in erezione, Luca invece è moscio. Riporto lo sguardo su Emanuele, sui suoi occhi’non voglio farlo incazzare.
Mi dice di aprire la bocca, anzi me lo ordina. Ubbidisco senza capire il perché’mi sputa in bocca. Anziché farmi schifo la cosa mi piace. Inconsapevolmente avvicino una mano alla mia vagina, lui capisce e mi da ‘il permesso’ di toccarmi. Comincio a toccarmi, lui aumenta il ritmo, ci guardiamo negli occhi. Mi chiedo perché non mi voglia baciare, vorrei che mi baciasse. Mi tocco sempre più velocemente, lui mantiene il ritmo, ci sa davvero fare. Sto per godere’ma manca ancora qualcosa, vorrei che mi baciasse’gemo, lancio urletti, gemiti’poi giro lo sguardo verso sinistra, verso l’armadio e vedo’

Vedo allo specchio me stessa, nuda sul letto, i piedi nudi in aria. Emanuele che mi scopa. Dietro, nell’immagine specchiata sono dietro perché sono seduti sul secondo letto alla mia destra, vedo Mario e Luca che mi guardano fissamente, eccitati. Mentre guardo tutto questo, continuando a toccarmi e con Emanuele che mi sbatte’anche Emanuele si gira: i nostri sguardi si incrociano sullo specchio. E’ come se entrambi stessimo guardando Ileana, dall’esterno, come se stessimo ammirando quale livello di depravazione sia stata capace di raggiungere. Quanto puttana fosse diventata.

Era quello che mi mancava. Arriva Il primo vero magnifico orgasmo. Credimi Vladi, non ho mai avuto un orgasmo così violento, era come se avessi le convulsioni, il corpo mi tremava tutto, urlavo così forte che mi deve aver sentito tutto l’albergo. Credo anche di essermi fatta la pipì addosso. Sono tutti seri adesso. Non ridono più, mi guardano. Emanuele si abbassa su di me e mi bacia in bocca. Sento la sua lingua, il sapore di sigaretta. Abbiamo gli occhi aperti, ci baciamo. Questo bacio cosi osceno, tra me e il mio violentatore (perche alla fine di questo si tratta) prolunga il mio orgasmo, che sembra non finire mai. Continuo a contrarmi, ho un crampo ai piedi, che ho tenuto con le dita contratte per tutto il tempo in cui godevo.
Emanuele continua a pomparmi, sento che sta godendo anche lui. Mi aspetto che lo tiri fuori da un momento all’altro per venirmi in faccia, in bocca o sui seni. Invece mi stupisce ancora una volta. Viene dentro di me, nel preservativo, abbracciato a me. Baciandomi.

Rimaniamo un po’ così. Siamo sfiniti. Lui si alza, tira fuori il cazzo ancora duretto, si sfila il preservativo, si siede sulla poltrona. Si accende una sigaretta. Io rimango immobile, con le gambe aperte in un lago di umori e forse della mia stessa pipì. Lui può riposarsi, io non posso. Non passano neanche 15 secondi che Mario si scuote dal torpore in cui era caduto guardandoci godere, mi monta di nuovo, mi penetra. Sento la differenza di dimensioni, mi sento allargare la vagina ma almeno non mi fa più male. Luca viene sul letto, si siede sul mio viso. Non capisco cosa vuole che faccia, mi viene quasi da ridere ad avere il culo di uomo seduto sulla mia faccia. Mario, quasi intuendo le mie perplessità, mi spiega: ‘leccagli il culo!’.

Ricomincia. Questa volta non posso toccarmi. Con le mani devo tenere le chiappe di Luca aperte per leccarlo meglio, lecco il buco, metto la lingua dentro, Mario mi sta scopando, non lo fa violentemente, ma e’ talmente grosso che ad ogni colpo mi sento aprire in due. Qualcuno, non so chi dei due, mi afferra i capezzoli, li torce per farmi male. Urlo con la bocca schiacciata sull’ano di Luca, il dolore mi fa contrarre e, evidentemente, Mario apprezza perché lo sento gemere e insultarmi più del solito.

Vuole cambiare posizione. Temo sempre che arrivi il momento in cui pronuncia la mia condanna: adesso ti inculo! Non credo che sia fisicamente possibile una cosa del genere, con un pene di quelle dimensioni. La cosa mi terrorizza. Ma non vuole incularmi, almeno non ancora. Si sdraia sul letto, vuole che gli monti sopra.
Lo cavalco, afferro il cazzo con tutte e due le mani, me lo infilo dentro. Comincio, timidamente, a fare su e giù’troppo timidamente immagino perche Luca da dietro mi afferra i piedi e me li mette sulle cosce di Mario. In questo modo non riesco a tenermi su, Mario comincia a pomparmi da sotto e, così fa di nuovo male.

Devo riabituarmi. Mario mi afferra i capezzoli, era lui quindi; me li torce, me li strizza, ci avvicina la bocca, li succhia un po’, poi li morde con cattiveria. Urlo.

Guardo Emanuele, stupidamente penso che mi difenderà, in fin dei conti abbiamo goduto insieme’capisco di essere ingenua.
Sono sola, con 3 bruti, 3 bestie. Assecondo il ritmo, comincia a fare su e giù con più veemenza anch’io, mentre Mario mi morde i capezzoli. Grugnisce come un maiale, lo sto facendo godere.
Sento un dolore forte, capisco che Luca mi ha messo un dito in culo. Spinge forte, poi cerca di sollevarmi, usando il dito come un gancio ‘ahhiii mi fai male’. Ridono di nuovo.

Sai Vladi, ogni volta che l’attenzione era diretta verso il sedere io ero preoccupata da morire. Sai com’è stretto e sai che a parte tu e mio marito, nessuno mi ha mai sodomizzata. Avere il dito di Luca lì mi preoccupava perché avrei preferito che il di dietro non esistesse per loro, ma allo stesso sapevo bene quel pomeriggio sarei stata sodomizzata. Meglio quindi un dito!

Mentre inconsciamente facevo queste considerazioni, sento la voce di Emanuele, che nel frattempo era stato in silenzio a fumare una sigaretta dietro l’altra, ordinare: ‘dai Luca, inculatela, cosi’ ce la prepari!’.

‘noooooo, no no vi prego no’il culo no’almeno non cosi”sono vergine li”’ Mi rivolgo ad Emanuele: ‘per favore, non mi fare inculare cosi, fammi preparare meglio, ti pregoooo’.
‘ti pregggoooo ah ah’ mi rifanno il verso, imitando con le labbra una smorfia di bambina capricciosa’Luca mi sta già montando da dietro, sta cercando il buco con la cappella. Mario si è fermato per dargli il tempo di penetrarmi, mi ha tirata giù, sul suo petto, la mia testa è sulla sua spalla. Sento le dita di Luca che mi insalivano l’ano. La cappella appoggiarsi sul buco’
Tutto sta avvenendo in frettissima, speravo di avere più tempo, speravo di potermi mettere una crema (che previdente avevo portato, non si sa mai!). Invece i tempi che contano sono i loro, non i miei. Io sono un niente. Un corpo nudo, a loro disposizione. Non mi viene neanche in mente di fermarli: ripensandoci sarebbe bastato dire basta, potevo dirgli di mettere le foto dove volevano, mandarle anche a mia madre. Nulla poteva essere peggio di quello che mi stavano facendo.

Invece rimango ferma. Abbracciata a quel panzone, la testa sulla sua spalla, in paziente attesa di essere sodomizzata. Il suo cazzo è dentro di me. Si contrae, si muove impercettibilmente. Io mi contraggo intorno a quell’asta durissima. Potrei avere un altro orgasmo, cosi senza muovermi.

Luca adesso è li. Sta spingendo per entrare, il buchetto si allarga, lo sento. Arriva la prima fitta di dolore. Fortissima. Urlo. Mario lo ferma. ‘fai piano pischello, non c’e’ bisogno di farle troppo male’. ‘cazzo è strettissima, non posso non farle male, ci vorrebbe una crema, qualcosa’. Provo timidamente a parlare: ‘io ce l’ho’ho una crema’nella mia borsetta”
‘e che cazzo aspettavi a dircelo troia, ti piace il dolore eh? Solo che se continui a urlare cosi dobbiamo farti scopare anche dal portiere per non fargli chiare la polizia ah ah’.

Rovesciano la mia borsetta per terra, prendono il tubetto di crema. Luca me la spalma sull’ano. Mi ero alzata per indicare dov’era la mia borsetta, sempre con il cazzo di Mario dentro di me. Mi riabbasso, per facilitare Luca. Riprova. Riappoggia la cappella. Scivola dentro, fa sempre male, ma meno. Poi ricomincia a far male.
‘ahhh’piano’ahhh’e’ già tutto dentro?…e’ già dentro, mi hai inculata?’
‘sshhh ferma’ferma’dai ti inculo’sta entrando’si sta entrando’.ahhhhhh’cazzzooooo che troiaaaaaaa’si entra tutto”
Sento i testicoli sbattere sulla vagina. E’ tutto dentro di me.
La cavalcata riprende, adesso sono in due, si muovono a ritmo, mi squassano, mi aprono, li assecondo, Luca mi tira i capelli, Mario mi morde i seni. Sono tutta sudata, rossa. Luca mi schiaffeggia le chiappe, ogni tanto si ferma, ritrae leggermente il cazzo, poi con un colpo di reni mi penetra in profondità.
Emanuele adesso è seduto sul letto accanto, mi guarda. Secondo me non si capacita che una donna possa subire una cosa del genere, non si capacita di come possa addirittura goderne. Adesso urliamo tutti, urlo io che sto cominciando a godere di nuovo, urla Mario alitandomi in faccia, urla Luca mentre mi sodomizza, alitandomi sulle orecchie, mordendomi i lobi.
Emanuele si avvicina, mi mette una mano sotto il mento e mi bacia ancora in bocca, con la lingua. Il mio clitoride strofina sulla pancia prominente di Mario’ci agitiamo tutti’sento la lingua di Emanuele nella mia bocca. Ho il secondo orgasmo. Urlo, mi agito. Questa volta sono sicura: mi sono fatto la pipi’ addosso, Mario apprezza perche’ si rimette a urlare a chiamarmi in tutti i modi possibili.
Luca anche sta per venire. Lo tira fuori, si sfila il preservativo’e’ sporco di cacca. Emanuele capisce, si fa da parte. Luca non fa quasi in tempo a mettermelo in bocca che viene abbondantissimo. Sento un fiotto caldo dietro l’altro in bocca, in gola’sembra che non finisca più’ di venire.

Emanuele si sposta dietro di me. So cosa sta per fare. Sono pronta. Lo accolgo nel mio culo, mi penetra in profondità, entra senza alcuna difficolta’. ‘il culo e’ bello aperto adesso’ commenta soddisfatto.

Luca toglie il cazzo dalla mia bocca e si lascia cadere sul letto, sfinito. Ho la bocca piena, non so cosa fare. Mario ancora una volta mi fa capire le cose che io sono lenta a capire: ‘ingoia troia, se ne fai cadere anche solo una goccia su di me ti ficco un braccio su per il culo’. Mi viene da pensare che un braccio o il suo cazzo non fa poi tanta differenza’lo sperma è tantissimo, mi viene da vomitare, ma mi sforzo e lo ingoio tutto, deglutendo più volte. Apro la bocca e faccio vedere a Mario che sono stata brava, ho ingoiato tutto.

Adesso Emanuele è dentro di me. Mi sta sodomizzando. Mario deve essere stanco perché non si agita più tanto, non mi massacra i capezzoli. Ho il tempo per capire che la doppia penetrazione è bellissima, forse sarebbe meglio con un pene normale nella vagina, ma anche cosi, una volta abituata, è bellissima. Il pene che mi sodomizza praticamente si strofina su quello dentro la vagina. Basta che si muova uno dei due che tutti i miei muscoli si contraggono, si contrae la vagina, si contrae l’ano. Ad ogni colpo di Emanuele, il clitoride si strofina sulla pancia di Mario.
Adesso sono consapevole del mio corpo. Sento quello che mi fanno, lo gestisco. Sto godendo. Mi stanno violentando in 3, certo con il mio permesso ma sempre stupro può essere considerato, e io godo. Forse loro lo capiscono, e decidono di darmi un’altra lezioncina di umiltà.

Vedo Luca con la coda dell’occhio che riprende in mano la cinta, la passa ad Emanuele, che si sfila, si pianta in piedi accanto al letto e inizia a darmi cinghiate sul culo. Non troppo forte, ma sicuramente non piano’senza frenesia’metodico. Ad ogni frustata io lancio un gemito. Ad ogni gemito mi contraggo. Ad ogni contrazione Mario gode di più. E’ l’unico che non sia ancora venuto. Immagino che il momento si stia avvicinando, dentro di me mi chiedo se la quantità di sperma che mi costringerà a bere sarà proporzionale alle sue dimensioni.

Intanto Emanuele mi sta frustando più forte, ogni tanto alterna una frustata con uno schiaffo, questo si fortissimo, sul sedere. Io cavalco Mario come un’ossessa, ormai non ho più ritegno, Emanuele mi picchia sempre più forte e più forte fa, più freneticamente m’impalo su Mario.

Alla fine Mario non ce la fa più, mi afferra per le gambe, praticamente mi lancia in aria’io cado dal letto sulla schiena, i piedi ancora sul letto. Si sfila il preservativo, punta il cazzo sulla mia bocca, ma non fa in tempo a mettermelo dentro che viene.

‘APRIIIII LA BOCCAAAAAA TROIAAAAAAAAA’ io spalanco la bocca, ma gli schizzi vanno dappertutto, sugli occhi, sui capelli, in bocca, sui seni. Alla fine appoggia la cappella sulle labbra, continua a venire. Io non vedo più niente, mi bruciano gli occhi, ingoio quello che posso.
Poi, Sento due mani che mi afferrano da sotto le spalle. Mi guidano in bagno, dentro la doccia. Penso mi vogliano lavare, sento un getto caldo inondarmi il viso e il corpo. Non è acqua. Allungo le mani alla cieca, ho gli occhi impiastricciati di sperma, sono tutti davanti a me. Tocco i loro corpi, mi stanno pisciando addosso. Indirizzano il getto sul viso, sulla bocca. Rimango in ginocchio, nella vasca. Ferma ubbidiente. Finche anche l’ultimo dei tre non finisce l’ultima goccia. Poi escono e mi lasciano sola.

Sono sconvolta. Non ho neanche la forza di prendere l’acqua e lavarmi. Ho il viso sporco di sperma, quella che l’urina di tre uomini non ha lavato via.
Sono tutta indolenzita, sento l’aria che mi esce dal sedere, mi tocco li..sento che e’ ancora aperto. La vagina mi fa male. Tutti i muscoli mi fanno male, anche la bocca è indolenzita. Eppure’la sensazione più importante, quella che più caratterizza il mio stato d’animo è quella classica di soddisfazione, quella magnifica sensazione che si ha solo quando si è goduto tanto, quanto tutti muscoli sono stati scossi e contratti da un orgasmo e io, per la prima volta in vita mia, ne ho avuti due ravvicinati.

Di la’ sento i tre porci che ridacchiano. Sento il rumore di lattine che vengono aperte. Bottiglie che sbattono probabilmente in brindisi osceni alla puttana che adesso è nella vasca da bagno, bagnata della loro piscia.

Ho davvero toccato il fondo. Non tanto per quello che mi hanno fatto, quanto per come glielo ho lasciato fare. Ho aperto la porta. Adesso chiunque mi potrà fare qualunque cosa. Sono una puttana. Anzi peggio, non lo faccio per soldi, visto che sono ricca, lo faccio per il piacere di essere umiliata, degradata.

‘Ileana, sei affogata?’ Ridono. Mi aspettano. Non è finita, lo so. Mi lavo. Mi pulisco, m’insapono tutta. Mi passo la crema idratante sul corpo, sull’ano. Mi brucia, cerco di ammorbidirlo. Mi preparo per loro, per affrontarli di nuovo.

Esco dal bagno, il chiacchiericcio si placa immediatamente. Mi guardano. Ero indecisa se mettermi l’accappatoio’no meglio nuda. Offerta. Cammino verso di loro, sembro decisa, ma le gambe mi tremano. Loro sono in mutande, evidentemente tra uomini non volevano rimanere nudi, ma vedo i loro membri che gonfiano slip e boxer. Sono eccitati, tutti e tre. Mi avvicino, mi inginocchio tra di loro e appoggio la testa sulle ginocchia di Emanuele, il capo, come un cucciolo in cerca di protezione.

‘mi avete fatto male prima. Fate piano vi prego’non fatemi tanto male, guarda che lividi’ dicendolo, con la voce più umile possibile, mi giro leggermente offrendo il culo alla loro vista. Le natiche sono rosse, ci sono i segni delle dita degli schiaffi, l’ano e’ ancora oscenamente aperto.

E’ come se questo fosse il via al secondo round. Mario mi afferra e letteralmente mi butta sul letto. So quello che vuole, non si scappa. Tutti e tre mi devono sodomizzare, non conta quanto anormali siano le sue dimensioni. E’ un problema mio non suo. Mi metto ubbidientemente a quattro zampe. Ma non è cosi che mi vuole, con uno schiaffone sui fianchi mi fa girare. Emanuele e Luca, come se avessero già provato la scena e sapessero cosa fare, mi afferrano le caviglie e ti tirano i piedi in aria, dietro la mia testa. Con le cinte dei calzoni mi legano le caviglie alla spalliera del letto. Ho la testa tra le ginocchia, le caviglie sono legate abbastanza lontane l’una dall’altra, il culo e’ aperto, offerto. Non è finito. Emanuele tira fuori da uno zainetto delle corde, mi prendono i polsi. Capisco che vogliono legarli al letto, ma in basso dal lato opposto della spalliera. Ho paura, tanta. ‘ch’ch’che bisogno c’e”no..dai’non c’e’ bisogno’sto ferma” mi trema la voce.
Mario e Luca mi guardano seri, mentre Emanuele mi lega. La posizione è terribile, è come se tutto il mio corpo fosse ridotto a essere due buchi, offerti in maniera oscena, offerta accentuata dalla posizione innaturale.
Luca si avvicina al letto, mi bacia la pianta del piede, lo lecca. Stai tranquilla..così e’ meglio, non hai visto che grosso che e’? Cerca di tranquillizzarmi, ma non ci riesce. Tremo tutta. Mario chiede a Luca di leccarmi per prepararmi, ma mentre Luca si avvicina, Emanuele lo ferma. Mi guarda, poi si abbassa e comincia a leccarmi. Mi lecca intorno all’ano, anche dentro con tanta saliva. Mi mette la lingua dentro più volte, quando la tira fuori mi escono delle scorreggine. Sono imbarazzatissima, loro ridono. Mi spalma la crema, ne mette tanta, infila anche le dita dentro.
Mario è impaziente, vuole incularmi, non credo che gli capiti spesso di fare sesso anale, di certo non con ragazze consenzienti. Emanuele si mette di lato. Mario si infila prima uno poi due preservativi. Sale sul letto. Si avvicina. Spalma della crema anche sul cazzo. Lo appoggia. No, è impossibile, non entrerà mai, penso.

Dietro di lui vedo il televisore a schermo piatto, segna l’ora. Sono le 9 di sera. Sono entrata in questa stanza, per fare l’amore con Luca, alle 4 del pomeriggio. Sono passate 5 ore e sono ancora qui, schiava sessuale, violentata, sodomizzata, umiliata’Vladi ti dico l’ora perche’ Mario ha finito di ‘entrare’ dentro di me sai a che ora? Alle 9:20. Venti minuti per sodomizzarmi, piano piano. Io ormai loro complice completa, pronta a gemere, a collaborare (nei limiti dell’immobilismo al quale mi avevano ridotto). M’informavo su come andasse, su quanto cazzo fosse entrato dentro di me, avevo il respiro corto, sudavo. Loro tutti che s’informavano su come stessi, se volessi fermarmi, o quando potessimo continuare.
Non volevamo distruggermi. Non faceva parte dei loro piani, se mi avesse sodomizzato con la violenza alla quale mi avevano sottoposto prima, sarei probabilmente finita in ospedale. Invece, in un quarto d’ora quell’immenso pezzo di carne durissima, è tutto dentro di me. Comincia a pomparmi, piano ma fa male.

Mi guarda negli occhi, mi da colpi non troppo forti, ma decisi con i reni. Grugnisce come un animale. Luca ed Emanuele sono ipnotizzati, guardano il mio culo dilatato da quella mostruosità come se non credessero ai propri occhi. Adesso Mario aumenta il ritmo, sempre controllandosi. Mi scopro a pensare che se perdesse il controllo e mi scopasse come mi ha scopato in figa prima’beh’non voglio neanche pensarci a come mi ridurrebbe. Continua a pomparmi, per un tempo che sembra infinito’penso che non smettera mai più..ma l’orologio segna solo le 9:29..neanche 10 minuti. Penso che non verra mai, ha già sborrato abbondantemente, ha su due preservativi. Oh mio dio, mi fa male. Non ce la faccio, mi brucia. Ogni tanto lo tira fuori e lo rimette dentro, ci ha preso gusto. Ma per me è terribile, quando lo estrae mi esce tanta aria dal culo, poi lo rimette dentro e ricomincia. Cosi ancora per qualche minuto, mi pompa con forza, poi lo estrae’e ricomincia tutto da capo. Finche non succede una cosa terribile, Vladi, all’umiliazione non c’e’ mai limite. Estrae il cazzo dal mio culo ancora una volta e questa volta non e’ solo aria ad uscire. Quel cazzo era cosi grosso e cosi profondamente dentro di me’insomma puoi immaginare. Sono imbarazzatissima. Divento di mille colori diversi. Sento l’odore che pervade la stanza e come una scema mi trovo a chiedere scusa, come se fosse colpa mia, chiedo scusa ai miei violentatori per quello che mi stanno facendo.
‘aarrrrhhhhhgggg siiii godooooo, troiaaaaaa’.ti ho tirato fuori la merdaaaaa’troiaaaaa’ L’urlo di Mario è spaventoso, inumano, ha gli occhi fuori dalle orbite. Mi fa paura. Si strappa i preservativi sporchi di cacca di dosso e li butta per terra. Afferra il cazzo con due mani e me lo mette in bocca. E’ sporco di cacca, sento l’odore e il sapore in bocca, probabilmente i preservativi non lo coprivano tutto. Mi pompa in bocca, uno, due tre colpi e viene. Sono pronta. Sento il liquido caldo entrarmi in bocca, lo bevo subito, ingoio prima che mi ordinino di farlo. Ha un paio di spasmi, ancora due o tre schizzi. E’ venuto. Ho bevuto tutto. Ce l’ho fatta. Mi ha sodomizzata. Mi ha sodomizzata con quel coso enorme. Ce l’ho fatta. Continuo a ripetermelo. Chiudo gli occhi.

Mi sodomizzano ancora sia Emanuele che Luca. Non mi fa più ne caldo ne freddo, ormai ho subito di tutto. Entrambi vengono in bocca. Ingoio il seme di entrambi. Sono sfiniti anche loro. Mi slegano. Emanuele mi guarda. Riesco a mala pena a muovermi. Il letto è un disastro, meno male che la camera non è a nome mio. C’e’ anche sangue. Mi tocco dietro, sono tutta sporca. Non mi vergogno più. Vado in bagno a lavarmi. Mi lasciano in pace. Poi uno ad uno vanno anche loro. Senza dire niente appallottolo le lenzuola sporche, copro il letto con il lenzuolo di sopra. Mi sdraio. Aspetto. Mario e Luca cominciano a vestirsi, Emanuele non si muove: continua a guardarmi con quegli occhi cattivi, pieni di disprezzo.
‘che cazzo fai? Non ti vesti? Che te la vuoi scopare ancora?’
‘andate avanti, non ho finito con la troia’.
Mario e Luca non capiscono, Mario afferra le sue cose, la macchina fotografica. Guardo la macchina, me ne ero dimenticata, un attacco di angoscia’guardo Emanuele.
‘Aspetta, dai la macchina ad Ileana’ ‘cosa??’ ‘dalle quella cazzo di macchina! T’ho detto’
Mario mi tira la macchina. La accendo, cancello una ad una le mie foto, mentre le cancello vedo altre foto di donne, con la stessa mia espressione sopresa’altre vittime dei tre’altre vittime che non hanno avuto il privilegio di cancellare le fotografie ed essere libere.
Emanuele continua a guardarmi, Mario si riprende la macchina fotografica, borbottando che cosi si sono giocati la troia migliore, anzi hanno ‘liberato’ la troia migliore. Escono lui e Luca, incazzati.

Rimaniamo soli io ed Emanuele. Senza nessun avvertimento mi molla uno schiaffo fortissimo, che mi stende sul letto. Mi gira, mi apre le gambe, mi sale sopra ‘non sarai mai libera! Ti scopo senza preservativo, hai mai scopato con qualcuno senza preservativo a parte tuo marito?’ ‘no’ ‘non ho sentito troia, si o NO? Se mi attacchi qualcosa a me o a mia moglie ti ammazzo, allora?’ Con la voce strozzata riesco a rispondergli ‘scopami’mai nessuno mi ha preso senza’scopami’.
Mi penetra, godo, gemo. E’ bellissimo, sento il suo cazzo duro e caldo dentro di me. Mi sputa in faccia, in bocca. Mi prende a schiaffi, sui seni sul viso. Ci rotoliamo sul letto. Adesso sono sopra di lui, lo cavalco. Mi mette sotto, mi prende da dietro sdraiata, ci agitiamo, sto per godere di nuovo. Lui lo capisce, mi gira, mi prende ancora da davanti, a gambe aperte, mi lecca i piedi, si abbassa su di me. Mi lecca il viso, mi bacia. Godo. Godo di nuovo. Gode anche lui. Mi viene dentro’a lungo.

Si alza. Io rimango nuda, con gli occhi chiusi. Sdraiata. Sento che si veste. Senza dire niente, apre la porta e se ne va.

Credo di essermi addormentata, esausta, per qualche ora. Mi sveglio per il freddo. E’ notte. E’ buio. MI alzo, accendo la luce e cerco i vestiti’voglio tornare a casa, e’ tardissimo.

Non trovo i vestiti e’.cazzo. Mi hanno preso i vestiti: al loro posto trovo’no ci posso credere: mi hanno preso i vestiti e mi hanno lasciato solo una gonnellina invisibile, un top e due scarpe da troia russa con i tacchi. E’ l’umiliazione finale, penso’vogliono che esca di qua vestita come una prostituta, ma una prostituta da strada.

MI vesto, mi viene da piangere. La gonnellina, gialla, mi copre a malapena il culo, il top mi copre appena i seni. Non riesco a camminare bene sui tacchi, sono troppo alti.

Cammino nel corridoio, per fortuna non c’e’ nessuno. Arrivo al piano terra. Cammino cercando di non fare rumore, ma i miei passi rimbombano, cammino male anche per il dolore, sento lo sperma di Emanuele che mi cola tra le gambe’il culo mi brucia da morire; passo davanti alla reception, l’impiegato mi guarda, vedo con la coda dell’occhio che sorride cattivo.
Passo oltre. Mi chiama: ‘Signora, ohh signora vieni un po’ qui…c’e’ da pagare la camera, mica te ne stai andando’. Si rivolge a me come si rivolgerebbe ad una troia’e ha ragione.
Quei bastardi non hanno pagato. Gli allungo la carta di credito. ‘Sei italiana? Dammi un documento’mmhhh’in genere così si vestono solo quelle dell’est’comunque non ti far rivedere più qui, questo e’ un hotel di classe’hai capito?’
‘si ho capito. Mi scusi, non verrò più, mi chiama un taxi per favore?’.

Esco nell’aria fredda della notte. E’ finita.

Ile

Aiuto Vladimiro,
sono nei guai, hai presente la settimana scorsa’quando mi hanno scopata quei tre? Credevo fosse finita, credevo che gli bastasse scoparmi una volta sola’e onestamente ci ero quasi rimasta male.
Invece ho ricevuto un email con un video: ci sono io che esco dall’hotel vestita da prostituta. Si vede anche il nome dell’hotel. L’email e’ di Mario e Luca’vogliono vedermi.
Ti prego Vladi, chiamami dobbiamo vederci, mi devi aiutare. So che non resisterò, mi darò a loro ancora una volta’ti prego chiamami appena puoi.

Un bacio

Ile

vladimiros1234@gmail.com

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