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OrgiaRacconti di DominazioneRacconti sull'Autoerotismo

Storia di come ho superato ogni mio limite.

By 11 Aprile 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

“Non so cosa fare” pensai “I rischi ci sono, non sono stupida, so a cosa potrei andare incontro, ma forse mi sto solo preoccupando troppo”. Certamente Andrea era una persona che ispirava fiducia, o, se non altro, era molto bravo ad usare le parole. Talmente bravo da mettere in crisi anni e anni di raccomandazioni da parte dei genitori e del buon senso: non fidarsi degli sconosciuti, non dare mai i propri contatti in giro, non fidarsi mai di internet. Tutte cose molto sensate, però quando dalle viscere cominci a sentire quel bollore ben conosciuto, quando le dita delle mani cominciano a fremere e prima di accorgertene cominci a morderti le labbra con i denti’ecco, in quei momenti nulla &egrave sensato se non trovare un modo per dare sfogo alla sensualità.
Quando entrammo in contatto per la prima volta Andrea aveva 35 anni, io 21, più o meno. Probabilmente era un pomeriggio noioso, quando sei su internet e non sai bene cosa fare. La curiosità di svelare qualche tabù mi prese e cominciai a digitare su google parole come ‘sesso’, ‘porno’, ‘chat”.
La magia di internet: in meno di un secondo trovai subito un elenco lunghissimo di forum dedicati al sesso! Ne scelsi uno a caso o mi iscrissi’tanto con una mail fittizia che si può cancellare senza problemi, non c’&egrave nessun rischio. Nome falso, data di nascita inventata. Tutto estremamente semplice.
La cosa più difficile fu quella di presentarmi in modo da attirare l’attenzione, da non passare inosservata. Ma sono sempre stata brava con le parole e ancora di più a stiracchiare un po’la realtà per far apparire le cose più interessanti. E così fu: la velocità con cui trovai quel forum fu battuta dalla velocità con cui cominciai a ricevere i primi messaggi privati di utenti che volevano conoscermi.
Nella vita reale sono sempre stata timida, impacciata, una qualunque’sì, carina, ma non una che ispira sesso. La tipica ragazza che viene trattata con dolcezza e rispetto perché ritenuta dolce e indifesa. ‘Ma dietro uno schermo’ pensai ‘posso essere chiunque io voglia, come mi piace di più, come vorrei essere nella realtà: forte, sensuale, ammiccante, un po’ sfacciata’.
Ben presto mi accorsi che eccitare gli uomini, soprattutto quelli più maturi di me, era altrettanto eccitante per me: masturbarsi insieme senza peccato, senza tradimenti, senza gli impicci di una relazione reale mi piaceva tantissimo. E mi faceva anche conoscere cose che mai avrei immaginato: quanto fosse eccitante essere dominate, sentirsi un po’ troia, concedersi a uomini sconosciuti che per giunta ti trattavano come una piccola principessa. Aspetti della sensualità che mai avevo esplorato nella vita reale. Avevo un ragazzo da quando avevo 16 anni, sempre e solo lui, mai un tradimento. Ci tenevo moltissimo a lui e lui a me, ma in quanto a sesso’diciamo che da sola avevo modo di assecondare di più quegli aspetti della mia sessualità che nessuno avrebbe mai pensato potessi avere, io ragazzina timida e indifesa, dolce e sorridente.
Trovavo uomini che sembravano conoscermi da anni e che sapevano esattamente come mi piaceva essere trattata, sapevano che volevo essere scopata, non accarezzata.
Poi un giorno mi arrivò un messaggio molto scontato e banale, uno come altri mille: ‘ciao”
Sarà stato il momento particolare, saranno stati quei tre puntini che mi lasciavano immaginare chissà quali mondi e avventure, ma una volta che gli risposi non potei più farne a meno.
Era lui Andrea, 35 anni, fidanzato, ma con una particolare concezione del ‘la vita &egrave breve, non voglio precludermi possibilità, colgo l’attimo, il sesso può essere slegato dai sentimenti. Amo lei, ma voglio te’. Insomma le tipiche frasi che qualsiasi persona sa essere dette solo per ottenere qualcosa, le tipiche frasi che servono per abbindolare ragazze ingenue. Sapevo benissimo che gioco giocava, ma fin tanto che riuscivo a capire dove sarebbe andato a parare, mi sembrava di avere il coltello dalla parte del manico.
‘E’ uno come tutti gli altri”
Sarebbe stato l’unico a conoscere davvero tutto di me.
‘Posso smettere quando voglio”
Ancora oggi ne sento il bisogno.
‘Questa mail basta cancellarla e tutto svanisce”
Dopo mille minacce, sarei sempre tornata a scrivergli mille e una volta.
‘Sono io che dirigo il gioco”
Mi sono ritrovata a piangere per lui, sperando che lasciasse la sua donna per me.
Nulla di quello che pensavo allora si rivelò vero. Dal momento in cui risposti al suo ‘ciao” dirigere il gioco sarebbe stata solo una mia illusione, perché pian piano, parola dopo parola, orgasmo dopo orgasmo, mi sarei resa conto che ogni mio piacere era merito suo.
La chat era il nostro mondo, prima quella del forum, poi quella del mio account di posta elettronica. Fantasticavamo su nostri possibili incontri, basta leggere che era arrivata una mail da parte sua che subito cominciavo a bagnarmi e ad eccitarmi, a pensare a quello che avremmo potuto fare insieme.
In chat facevamo finta di scopare’con una mano scrivevo, con l’altra facevo tutto quello che mi ordinava. Comprai persino un vibratore per lui!
Mi diceva che ero sua, che presto lo sarei stata per davvero, che mi avrebbe fatto qualsiasi cosa per farmi godere come mai mi era successo. E io a queste parole godevo, godevo per davvero, godevo nel sentirmi dire che ero una troia, che ero la sua puttana e che mi avrebbe sverginato di dietro.
Quando mi diceva che mi sarebbe venuto dentro, io venivo a mia volta, mi sembrava di sentire il suo calore dentro di me. Nessuno mi &egrave mai venuto dentro senza che ci fosse un preservativo di mezzo, quindi non so cosa si prova’ma con lui tutto mi sembrava reale. Sentivo la sua sborra scaldarmi le viscere, mi sembrava di sentirne l’odore e le dita ne sentivano la consistenza appiccicosa e densa. Le mie cosce si illudevano di sentirla colare giù, la mia vagina si sentiva dolorante e gonfia. Le contrazioni dei miei orgasmi mi sembravano stringersi sul suo cazzo, ne sentivo il calore, me lo sentivo addosso.
Aperti gli occhi tutto finiva e su di me, oltre che i miei stessi umori sulle mie mani, non rimaneva nulla se non il senso di aver perso, ogni volta, l’opportunità di un sesso che il mio ragazzo non avrebbe mai potuto darmi la soddisfazione di provare.
Ben presto Andrea cominciò ad insistere ‘strategicamente- per avere il mio numero di cellulare’

Segue.

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