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STORIA DI COPPIA

By 22 Agosto 2009Dicembre 16th, 2019No Comments

Non ti chiedevo molto. Ma credevo che tu lo avevi già capito. Solite illusioni maschili! Ma per me doveva essere per forza così. Mentre in macchina tornavamo a casa mi avevi fatto un discorso sulla vita di coppia che mi aveva lasciato senza fiato. E’ stato un discorso, come dire, generale, ma io credo che tu stessi parlando di noi. Tra noi non c’&egrave mai stata molta comunicazione diretta su certi argomenti. Eravamo sposati già da dieci anni e ormai la routine aveva dilaniato quanto c’era da tempo, lasciando spazio alla noia. Tu eri ancora una bella donna con i tuoi 38 anni portati benissimo per la verità e io con qualche anno in più e magari un poco di pancetta in eccesso non sfiguravo tantissimo. Eravamo in definitiva una bella coppia. La passione che pure c’era stata era un ricordo anche dolce ma solo un ricordo lontano e il sesso tra noi era diventato così occasionale da essere un evento. Purtroppo non erano venuti figli e questo un poco pesava ma non più di tanto. La tua vita era piena di lavoro e amicizie e così anche la mia. Dicevo che in macchina mi avevi sparato che la tua amica del cuore aveva una storia con un altro uomo e il marito, non solo sapeva tutto ma la incoraggiava anche ad avere quante storie vuole con chi voleva, bastava che poi lo tenesse informato. Poi ti sei rivolta verso di me e credo che ti sei accorta che quelle tue poche parole mi avevano messo in uno strano stato di ansia misto ad eccitazione. Ho deglutito a lungo poi ti ho chiesto di spiegarmi meglio fingendo di non avere capito che cosa tu volessi dire. Candidamente mi hai raccontato che tra Mickj e Sal, nostri vecchi amici comuni, non solo non c’&egrave gelosia per quanto riguarda il sesso ma c’&egrave una grande complicità che utilizzano come stimolo per rinsaldare il loro legame di coppia. ‘sono una coppia aperta insomma, vivono liberamente le storie che gli capitano e poi se le raccontano quando la sera tornano a casa’ ‘ mi hai detto ridendo in quel modo che solo tu sai. Io mi sono sentito subito in grande difficoltà (ma chissà poi perché). In fondo mi stava dando un assis (si dice così?) formidabile che mi avrebbe permesso di realizzare anche qualche mia fantasia. Forse sarebbe bastato che io dicessi ” vogliamo provare anche noi?’ o qualcosa del genere. Invece ho detto ” la gente &egrave strana e io ormai non mi meraviglio più di nulla. Però qualcosa del genere lo avevo sospettato, ti ricordi quando siamo andati in vacanza insieme in Sardegna l’anno scorso? Io ci avrei giurato che Sal ogni mattina sulla spiaggia ci godeva ad esibire la moglie in modo anche sconveniente. Stava un’ora a spalmarle la crema e a rimpicciolire il suo bikini fino a farlo diventare una strisciolina ridicola’ Te lo dissi pure ‘ e tu mi, a pensarci bene, hai pure preso in giro.’ Ho avuto paura di mettere in gioco la nostra coppia? Ho avuto paura di perderti? For se tutte e due le cose. Ma poi ripensandoci sopra e riflettendo meglio mi sono reso conto che qualcosa avrei pure dovuto fare per evitare che tra noi tutto finisse. Ci voleva qualcosa per riaccendere un poco la passione svanita e forse un pizzico di trasgressione non poteva che essere salutare. Era forse quella la ricetta per provare a rilanciare le nostre fantasie? Perché no, in fondo, pensai tra me e me. Era comunque un tentativo ‘terapeutico’ che non comportava grandi sforzi. Ma come fare? Da dove partire? Questo sì che era un problema. Per lavoro stavo per partire per Londra e sarei ritornato non prima di dieci giorni dopo. Allora provai a coinvolgere la mia signora nella vacanza che per me era lavoro con l’idea fissa di provare con lei a entrare in una nuova fase, nella convinzione che magari lontano da casa, in un altro paese ‘ poteva succedere qualcosa ‘ Le ho chiesto di accompagnarmi e vinte le sue resistenze iniziali, perché era impegnata in alcuni affari importanti ecc. ecc., siamo partiti. All’aeroporto la guardavo nel suo solito vestito da manager in carriera e le sue lentine per leggere. Niente male dicevo tra me e me. Quando camminava non mancava di attirare gli sguardi interessati degli uomini e quando sorrideva poi era sempre bellissima. Leggeva, leggeva, leggeva sempre, non riusciva a stare un minuto senza ingurgitare informazioni da macinare e utilizzare in caso di bisogno. Tra le mani ora aveva un libro su Londra e parlava, parlava, ‘voglio visitare questo ‘ voglio visitare quello ‘ lo sai che a Londra c’&egrave questo ‘ c’&egrave quell’altro ” Io mi limitavo come sempre ad annuire finch&egrave con grande calma le dissi ‘ ‘ ho sempre sentito parlare della zona del quartiere a luci rosse ma non ci sono mai andato che ne dici se ci facciamo una capatina? Tanto per vedere’ che cosa dice il tuo libro in proposito?’. Lei mi ascoltava con la solita attenzione e un pizzico di visibile vergogna subito però rimossa in un gioioso ” perché no? Mi piace l’idea se a te fa piacere’ Arrivati all’albergo e sistemati i bagagli ripresi in mano la guida di mia moglie che dedicava un capitoletto a parte alla zona che intendevo visitare. Cominciai a leggere a alta voce. ‘ok Ok disse lei, mi hai convinta stasera facciamo come vuoi tu ‘ ma domani ‘ british museum tutta la giornata” In un minuto mi preparai e attesi pazientemente che anche lei fossa pronta. Poi scendemmo nella hall e chiamammo un taxi e quindi ci facemmo portare nella piazzetta di soho. Allegramente ci avventurammo per le stradine che si dipanano dalla famosa piazzetta. I sexy shop sulla destra e sulla sinistra si susseguivano e io proposi di entrare. ‘ stasera ti faccio contento ‘. Se proprio ci tieni ‘ entriamo pure.’ Mi disse. Era veramente enorme e sviluppato in tante camere. La cassa all’ingresso e poi tutti gli articoli erano stipati su scaffali e dentro cesti. Non nego che anche per me era la prima volta, non ero mai entrato in negozi del genere. Nel negozio eravamo soli, non c’erano altri avventori. IO cercavo di scrutare le reazioni di mia moglie ma mi affidavo completamente all’istinto. Il suo interesse fu catturato da set di vibratori di varie forme e dimensioni. Ridacchiava sotto voce frenando la sua squillante risata. Poi li ripose passammo nella stanza che veniva dopo dedicata completamente ai film e scegliemmo dopo molto tempo un film. Poi lei mi tirava per tornare indietro e andare verso l’uscita mentre io volevo proseguire, visto che ci stavamo’ Si lasciò convincere sbuffando un pochino e ci inoltrammo nella camera successiva. Mi artigliava il braccio quasi temesse che io potevo fuggire via da solo e lasciarla lì, sola, al mercato del sesso libero. Era tutta una camera dedicata esclusivamente al vestiario sexy. Ce n’era davvero per tutti i gusti. Alla fine avevamo preso un piccolo set di gode-miche’, le palline cinesi, uno scippino ridottissimo con una fenditura centrale, le calze a rete.
Alla cassa pagammo e la signorina ci consegnò con lo scontrino un tagliando che aveva tutta l’aria di essere un buono per uno spettacolo che si teneva in un locale per soli adulti che si trovava non molto distante.
Mia moglie non parla inglese e quindi poco o nulla capiva di ciò che la cassiera diceva.
La cassiera mi spiegava che se cercavamo un poco di trasgressione era il locale giusto per vivere ‘sweet dreams’, mi indicò la strada da percorrere e dopo nemmeno un quarto d’ora eravamo già entrati. La giovane coniglietta che era all’ingresso, visto il nostro tagliandino, ci disse che potevamo accedere a tutto il locale e che l’invito ci dava diritto anche ad un drink gratuito che ci veniva offerto proprio dal sexy shop. Nella saletta le luci erano soffuse e ai tavoli la gente chiacchierava e sorseggiava amabilmente dei drink. Con il tagliandino tra le mani mi avviai verso il bancone lasciando la mia donna seduta ad un tavolino. Io mi guardavo intorno cercando di capire in che tipo di locale ci trovavamo. C’erano in sala una ventina di avventori, in maggioranza uomini le donne erano sei o sette, tutte vestite in modo davvero sexy e truccate pesantemente. Era evidente che si trattava di donne che intrattenevano per mestiere gli uomini e servivano a ‘riscaldare l’ambiente’. Una bionda con un caschetto biondo, un seno prosperoso, una mini esplosa su un culo notevole, sorretto, da due splendide gambe, inguainate in calze a rete e tacchi a spillo di almeno 13 centimetri si era alzata e attraversava la sala muovendosi sinuosamente trascinando per mano un uomo di colore di circa quaranta anni. Il barman mi parlava, ovviamente in inglese, ma io preso da quella splendida visione non ascoltavo, spiavo la reazione di mia moglie che squadrava anche lei quella figura femminile comparsa dalla penombra all’improvviso. La bionda con la mini notò di essere osservata e voltato il viso verso mia moglie, socchiudendo gli occhi con le folte ciglia, fece correre la lingua sulle labbra superiori. Carla abbassò lo sguardo a quel gesto osceno e provocatorio allo stesso tempo, avvampando in viso. La coppia a passo sicuro si avviava verso un angolo e spariva nel retro del lo locale. Il barman intanto mi aveva restituito due cocktail, su uno c’era una bandierina con una scritta: ‘him’ e sull’altra c’era scritto ‘her’. La cosa mi sembrò una
curiosità simpatica e un’attenzione alla personalizzazione dei servizi davvero carina. Quindi mi avviai al tavolo e offrii il drink alla mia lei che appariva alquanto nervosa. ‘bevi e rilassati, questa &egrave la serata delle grandi trasgressioni ‘ ‘ le dissi sorridendo e facendole allo stesso tempo un’occhiolino complice mentre la invitavo a un brindisi tenendo il mio drink sollevato verso di lei. Dopo un momento di perplessità in cui guardò insistentemente la sua borsa sulla sedia vuota e il drink sul tavolo vicino a lei, incerta se prendere la borsa e uscire da quel postaccio o accettare il mio invito a lasciarsi andare, decise ‘ prese tra le sue mani il drink e lo accostò al mio. Superato quello step sorseggiando i nostri drink cominciammo a parlare tra di noi. Il mio drink era dal retrogusto bollente che faceva nascere subito il desiderio di fare ‘ ancora un altro sorso. Il primo drink andò via quasi di un fiato anche perché Carla aveva trovato in quel bicchiere posato sulle labbra un alibi perfetto. Sembrava voler dire ‘siamo qui per bere qualche cosa e null’altro ‘. Che c’&egrave di male?’. Così io mi alzai per prendere un altro drink e poi un altro ancora. La temperatura era cresciuta notevolmente e Carla sembrava essersi sciolta, aveva sotterrato l’ascia di guerra. Allora provai a forzare dicendo ‘non so tu ma io avrei bisogno di andare andare in bagno ” le dissi. ‘anche io vorrei andare ‘ ma da sola non vado ‘ temo brutte sorprese’ andiamo insieme, ti va?’
La notte era ancora giovane e tutto sommato era iniziata proprio bene.

Mi alzai e avvertii subito un lieve sbandamento, effetto evidente di troppo alcool ingurgitato in poco tempo. Io ero comunque abituato più di mia moglie che si alzò con maggiore fatica e osservandola mi resi conto che aveva la fronte imperlata di sudore. Afferrò la sua borsa reggendosi con le gambe appuntate al tavolo, era in evidente difficoltà. Lei non era abituata a bere e si era lasciata tradire dalla facilità con cui quei cocktail micidiali andavano giù. Cercai di aiutarla sorreggendola per un braccio. Ci avviammo verso il fondo della sala alla ricerca del sospirato WC. Mia moglie non parlava lasciava che la conducessi afferrata per mano. La porta era sul fondo del locale era all’americana ma nessuna scritta diceva che quello fosse l’accesso al bagno del locale. E infatti non lo era. La luce già minima nella sala era davvero debolissima. Volgevo lo sguardo a cercare qualche indicazione che non trovavo. Eravamo in un corridoio lunghissimo con porte che si aprivano a una distanza davvero ravvicinata tra loro. Dietro di noi altri dalla sala del pub si erano avventurati nel budello misterioso. Rimanevano però ad una certa distanza e sembrava che seguissero i nostri spostamenti. Ma forse era solo una mia impressione mi dissi tra me e me. La situazione era comunque intrigante. Ero io che pilotavo per una volta la storia della nostra coppia, e non c’ero abituato. A ben pensarci era sempre stata lei a decidere tutto e io a seguire. In quella situazione ambigua ci eravamo finiti per mia scelta e lei aveva seguito me, anche questo mi diceva che in fondo c’era bisogno, anche da parte sua, di una svolta. Cercavo di orientarmi tra le porte che incontravamo ma non c’era verso, decisi di cercare prima il bagno. Una luce verde sembrava indicare una delle ultime porte. Dall’inizio del corridoio un ticchettio di tacchi mi distrae. Una donna altissima su tacchi altissimi su tacchi altissimi filiforme con una gonna micro si dirige proprio verso di noi. ”please’ con un ampio sorriso aperto e un eloquente gesto della mano ci indica la strada. Si portò dinanzi allora e vincendo la nostra timida resistenza con delicatezza afferrò la mano di mia moglie ripetendo ‘please ‘ ‘. La seguimmo e ci portò proprio alla porta con la targhetta luminosa verde. Entrammo accedendo in quello che doveva essere l’antibagno ringraziando nello stentato inglese di cui eravamo capaci, ma lei rimase lì e attirando la nostra attenzione ci parlava. Ahim&egrave inutilmente perché nemmeno io riuscivo a seguirla ‘ parlava troppo veloce. Capì ad un certo punto che non avevamo capito nulla e ci chiese, chissà perch&egrave: ‘Are you italian?’.
Sorrise quando capì che era così e voltandosi verso un armadietto afferrò un librettino e ce lo propose invitandoci a leggerlo. Era sviluppato come un menù e sembrava che eravamo proprio arrivati al menu’ tipico della casa. Sulla prima pagina era stampigliato in evidenza che se avevamo bisogno dei servizi potevamo entrare sulla porta alla destra e se invece volevamo usufruire anche degli altri servizi che venivano specificati dopo dovevamo accomodarci alla porta sulla sinistra e affidarci alle cure della signorina che ci avrebbe accompagnato per farci conoscere il locale e le sue attrazioni. Approfittando della difficoltà della mia signora forzai un poco la mano spingendola verso la porta a sinistra. Volevo proprio saggiare il suo livello di disponibilità . Lei entrò mentre io e la ragazza rimanemmo fuori e così ebbi tempo di spiegare che era la prima volta e che cercavamo un poco di sana trasgressione. Lei sembrava aver capito e mi propose di provare la dark room. Tirandomi il librettino mi mostrò la pagina su cui mostrava come attraverso un sistema di buchi era possibile avere un rapporto sessuale senza avere contatto alcuno e senza rischi perché per l’uso costante del condom. Io avrei potuto attendere fuori far parte del gruppo di uomini o guardare ‘ Decisi che volevo guardare che significava rimanere con mia moglie anche perché temevo un rifiuto o scenate. Alla ragazza spiegai pi che forse la mia compagna aveva bisogno di un piccolo incoraggiamento ‘ Lei sorridendo disse di non preoccuparmi che a questo avrebbe pensato lei, tirò fuori dalla tasca uno scatolino blu e da questo un piccolo ago a farfalla coperto da una protezione di plastica e una peretta alla sua sommità poco più grande della testa di una spilla a forma di rosa che fissò al suo top in un’intercapedine vicina all’attaccatura del suo seno.
Intanto si sentì lo scarico dell’acqua e facendomi un’occhiolino Leanne, questo era il suo nome, aprì la porta bussando e cominciando a parlare in modo continuo. La mia lei si trovava ancora con le mutandine abbassate perché la sua e cercava a destra e a sinistra la carta igienica che non riusciva a trovare, misi un piede per evitare che la porta si richiudesse e stetti a guardare. Leanne andò verso la destra della stanza scomparendo dietro ad un separ&egrave e ne uscì con un rotolo di carta igienica tra le mani che offrì alla mia signora vincendo ogni sospetto per quella fastidiosa intrusione nella sua privacy. Intanto continuava a parlare attirando l’attenzione della mia lei che cercava disperatamente di capire. Era rimasta come interdetta con il rotolo tra le mani oscenamente piegata a metà tenendosi sollevata dal water con le mutandine e i collant adagiati sulle caviglie. Intanto Leanne era scomparsa di nuovo dietro il paravento ed era uscita nuovamente tenendo tra le mani un set di calze e reggicalze ricamato e, mentre parlava parlava parlava, lo aveva appoggiato sul separ&egrave dandole le spalle. Mia moglie allora senza aver capito assolutamente nulla aspettava sempre che lei uscisse per completare asciugandosi con la carta che le aveva offerto. Ma Leanne si voltò verso di lei continuando a parlare le chiese se avesse bisogno di aiuto e senza aspettare risposta le tolse il rotolino dalle mani e strappò alcuni fogli glieli porse e restò lì sorridente ad un passo nemmeno dalla mia lei che diventava di tutti i colori senza riuscire ad articolare nemmeno una sillaba. Con i foglietti tra le mani cominciò ad asciugarsi tra le gambe e poi con una mano cercò di arrivare a recuperare i collant e le mutandine per rivestirsi, ma trovò sulla sua la mano di Leanne che nel suo orecchio continuava a parlare mentre la invitava a rialzarsi e la portava dietro il separ&egrave. Dalla posizione in cui stavo non vedevo a quel punto più nulla ero già eccitatissimo per la scena cui avevo appena assistito e allora decisi di entrare spingendo lievemente la porta. Mi bastò fare un passo per vedere su uno specchio posto in fondo ciò che dietro il separ&egrave avveniva. Leanne offriva alla mia signora le cale autoreggenti con il reggicalze e la invitava a indossarle voltandosi di spalle. Non so perché (e anche, in un secondo momento, lei mi ha confessato di non sapere perché si era comportata così) la mia lei aveva preso tra le mani quella lingerie e si accingeva a indossarla togliendosi l’intimo che già portava. Leanne parlava ma ora con un tono di voce molto più basso. Stava per indossare nuovamente le mutandine ma Leanne ancora una volta la fermò. La prese per mano e la fece voltare verso lo specchio da cui io stavo seguendo la scena. Leanne staccò la mano e arrivò al bordo del suo vestito tirandolo su fino a scoprire il reggicalze. La sua immagine riflessa nello specchio era molto sexy con il triangolo nero e le gambe inguainate sembrava un’altra. La lasciò là a rimirarsi con il vestito alzato rimboccato in vita e voltatasi rapidamente prese una spazzola e dei mollettoni. Le alzò i capelli e cominciò a fermarli sulla testa e poi li fissò con le pinze. Quindi cominciò a truccarla in modo pesante: rossetto rosso fuoco molto lucido, ombretti e fondo tinta molto scuri. Mentre procedeva in quelle operazioni continuava a parlarle ‘ senza peraltro lei capisse nulla.

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molto graditi
(Ma li legge qualcuno i miei racconti? Che faccio proseguo?) Mia moglie era tesa come la corda di un violino, seduta sul bordo della sedia con la schiena diritta, le gambe unite e tese, il respiro quasi bloccato. Sembrava una molla pronta a scattare da un momento all’altro, pronta a fuggire via. ‘ A moment please ‘.’ Sentivo Leanne ripetere con una lunghezza monosillabica, evidentemente aveva capito la situazione e cercava di rassicurarla. Sul bordo della poltroncina sulla quale Leanne la aveva fatta accomodare per usufruire di quelli che lei ‘ come mi avrebbe confermato in seguito ‘ pensava fosse un’offerta di servizi che il porno shop riservava ai clienti. Anche per questo motivo si era lasciata incuriosire, pensava che fosse tutto gratis, una sorta di mascherata trasgressiva e le sembrava stupido rinunciare. Le mani di Leanne erano magiche e le provocavano mille scariche elettriche inconfessabili, forse anche per l’effetto disinibitore dell’alcool bevuto. Leanne china su mia moglie per tracciare le linee degli occhi e per far aderire le lunghe ciglia finte offriva uno spettacolino che si rifletteva sul grande specchio. Intanto la sua mini inguinale era risalita in vita e mostrava il posteriore scoperto e poiché teneva, tra un movimento e l’altro, le gambe allargate anche tutto il suo sesso quasi completamente depilato era oscenamente esposto. E dal suo sesso pendeva una catenella fissata evidentemente ad un piercing vaginale che recava una lettera ‘S’ luccicante. La scena mi arrapava e avevo cominciato a smanettarmi da sopra al pantalone. La mia fronte si imperlava di sudore dinanzi alla imprevista evoluzione della serata. Ma quello che mi portò al culmine fu, ad un certo punto, capire che anche la mia signora spostava la testa per godersi la stessa scena nello specchio. Leanne abilmente aveva capito che il suo gioco era gradito e la assecondava notando che nervosamente la mia signora cominciava a muovere le gambe sfregandole le une sulle altre e a respirare pesantemente. Un tocco di cipria abbondante rese il suo incarnato bianco, quasi etereo, somigliava al viso di una ghesha. I capelli alti e i lineamenti forti dati dal trucco pesante facevano di lei, della mia lei, un’altra donna. Leanne conduceva ancora il gioco la fece alzare dinanzi allo specchio sollevandole la gonna fino a lasciare scoperto il suo folto pelo. Il quadro riflesso mostrava due splendide donne molto diverse tra loro ma entrambe con il sesso in bella vista. Leanne implume e adornata con la catenina e mio moglie con il pelo folto e riccio a celare la fonte del piacere. Leanne si avvide che l’attenzione di questa ultima era presa dall’osservare il suo sesso e a confrontarlo con il suo così indicando la sua fica cercava di comunicare qualcosa a gesti senza risultato. Poi come illuminata da un improvviso colpo di genio tirò fuori da un cassetto un giornale e cominciò a sfogliarlo e poi lo mostrò a Carla indicando ‘ come poi seppi ‘ diverse donne con le gambe aperte e il pube rasato in diverse fogge. Una sorta di catalogo di modelli di fiche. Dalla classica pelata si passava al pelo basso scontornato in forme varie dal cuore alla freccia, dalle forme a strisciolina a quelle a rettangolo. Poi c’erano fregi di tutti i tipi, provvisori o permanenti, e piercing vaginali clitoridei di tutte le specie. Uno spettacolo di intimità sexy che colpì molto la mia lei, che pure era molto attenta alla cura delle sue parti intime, ma mai pensava si potesse arrivare ad una così maniacale fantasia applicata a ‘quella parte’ del corpo che per lei rimaneva “la vergogna che fa godere”, come scherzosamente usava dire. Le immagini le affollavano la mente e Leanne continuava a parlare indicando una figura che mostrava una donna che metteva in mostra una fica agghindata come la sua. Senza attendere alcuna risposta afferrò il ciuffo di pelo sul pube di Carla e lo tirò verso l’alto indicando poi nello specchio che in questo modo lasciava in mostra le carnose labbra di Carla. Assumendo come un tacito assenso la sua immobilità prese da un cassetto una forbicina e cominciò a tagliare, in breve abbattendo la foresta e lasciando un piccolo e ordinato prato che ora mostrava sullo svondo il suo intimo più segreto. Guardando nello specchio Leanne era molto soddisfatta del lavoro fatto, mentre Carla sorrideva impacciata rimanendo goffa con la sua gonna tra le mani e la fica scoperta. Ma non era ancora finita perché Leanne, acquisita la disponibilità, non aveva alcuna intenzione di smettere, sembrava anzi proprio che ci stesse prendendo gusto. L’opera non era ancora conclusa. La sua mano andò diritta tra le gambe ora aperte e sfiorando le labrra tirò alcuni peletti che erano rimasti e altri peli che si trovavano ancora più giù tra la fica e il culo, fece capire che bisognava eliminare anche quelli. L’indugiare (anche oltre il necessario) delle sue dita in quella zona sensibile eccitava enormemente Carla che emetteva lievi lamenti. Per l’opera di rifinitura Leanne non faticò a sistemarla piegata ad angolo retto e con un rasoio a ripulire da ogni pelo anche quella zona. Per agevolare quell’azione Carla, guidata da Leanne, doveva tenere afferrate le sue sode semisfere posteriori e mostrare il suo lato B aperto, molto sexy per la verità. Della mia lei restava ben poco la donna che vedevo sottoporsi alle cure di Leanne aveva di lei solo alcuni discinti vestiti. Una nuova donna era emersa. Fu allora che con gesto rapido Leanne estrasse dal suo petto la piccola rosellina e proprio vicino al culetto, fingendo di tirare con una pinzetta un pelo, le iniettò qualcosa che doveva servire, come mi aveva detto, a scioglierla e a far crollare le sue residue barriere morali -che per la veritàerano già cadute-. L’ago era così piccolo che non le fece per nulla male. Fatto ciò Leanne le diede uno schiaffo abbastanza forte tra la fica il culo che la fece sobbalzare perché inatteso. Andò verso un mobile bar e versò in un bicchiere da una bottiglia diversi parti di liquore e prese una pastiglia che portò alla bocca e mandò giù poi ne prese un’altra e andò verso Carla che incapace di muoversi ora appoggiava il viso alla parete, tenendo gli occhi chiuse. Leanne avvicinò il bicchiere che teneva tra le mani ancora mezzo pieno alla sua bocca e tenendola per i capelli le fece bere un sorso, provocandole una smorfia sul viso, forse era troppo forte il cocktail. Poi le infilò in bocca la pastiglia e le diede ancora da bere alzandole la testa e invitandola a mandarla giù. Cosa che fece. Leanne la fece alzare e vedendo che teneva gli occhi chiusi le diede un buffetto sulla guancia e le alzò la testa in modo che Carla si poteva guardare nello specchio. Poi le sfilò la gonna e la camicetta e ora nello specchio c’era lei con calze e reggicalze e completamente nuda.
Uno sguardo enigmatico stampato sul viso si osservava con una certa fissità nello specchio a cercare, probabilmente, l’altra donna quella che era entrata nel bagno poco meno di un’ora prima per liberarsi di una bevuta un poco troppo abbondante. Leanne intanto continuava il suo progetto di trasformazione e di abbattimento delle barriere della signora che le era stata affidata. Le carezzava semplicemente il braccio nudo all’altezza dell’omero, la sfiorava e lei incredibilmente saltava, toccandosi con l’altra mano tra le gambe. Una scenetta davvero ad alto potenziale erotico. Io avevo impugnato la digitale e realizzato così uno dei miei sogni erotici di sempre, che mai avevo potuto concretare.
Mia moglie si era sciolta e la vedevo per la prima volta godere ‘non &egrave esatto- per la prima volta la vedevo prendersi il piacere scardinandolo dalle sue carni più tenere. Con i capezzoli ritti, completamente nuda, sotto l’aspetto di una donna diversa, incantevole e troia.

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ma c’&egrave qualche signora che si fa prendere daqueste letture? Ho tra le mani le foto di quella sera. Quante volte le ho guardate. Uno scatto dopo l’altro, un’emozione dopo l’altra che cresceva rapida dentro di me. La stupefacente docilità di Carla mi aveva colpito. Sono convinto che aveva bisogno anche lei di ‘ qualcosa di più. Il nostro rapporto era alla frutta e credo proprio che se non l’avesse fatto con me prima o poi lo avrebbe fatto con qualcun altro.
Leanne con le dita delle mani accostate alla sua bocca lasciva mentre leccava il succo di lei come un cuoco che assapora la pietanza che sta preparando. Una foto davvero molto erotica che si accompagna al ricordo dei suoi lamenti sempre meno soffusi e il suo insostituibile profumo di pesca intinta nel vino. Profumatissima’ Uno scatto della testa sulla destra poi sulla sinistra e la lingua che scorreva sulle labbra. ‘non smettere, continua, again again please’ e l’esplosione del suo piacere in un urlo liberatorio. Tutti i muscoli del suo corpo avevano partecipato attivamente a cercare quel picco. Leanne la sosteneva e la baciava mentre la posava sulla sedia disarticolata come una bambola. Era bellissima. Guardavo la mia signora soddisfatto. Una grande voglia di lei si era impadronita di me e allo stesso tempo volevo proseguire quella eccitante avventura. Mi avvicinai a lei che stremata con gli occhi chiusi assaporava ancora il travolgente sapore del sesso e prima che si rendesse conto della mia presenza la abbracciai portando la mia bocca sul suo collo. Il suo sensuale odore mi impediva di pensare. L’eccitazione evidente premeva contro il suo corpo cercando sollievo. Lei mi guardò e con un sorriso felice mi disse ” amore’ e null’altro. Nella mia bocca si accumulava una quantità enorme di Saliva che versai nella sua attirandola a me. Una cosa che non avevo mai fatto, per timore di una sua reazione. Ma ora il ponte dei pregiudizi mi sembrava oltrepassato e mi sentivo più libero e ‘ molto, molto eccitato. Lei afferrò al mia rigida eccitazione strusciandosela sul muso e avviando una lieve masturbazione da sopra al pantalone. Non l’avevo mai vista così .. . sexy e disponibile, Era leggera rilassata, e adorabile. La mia adorabile troia. Nell’effusione altamente erotica le sussurrai ‘ ‘ se vuoi andiamo via’ ‘ proprio mentre Leanne sorrideva sorniona mostrando il passaggio successivo che consisteva in un minuscolo vestitino elasticizzato in maglia con tanto di pajette e frangia. ‘Come vuoi tu, amore, decidi tu’. Ero ad un bivio, da una parte il timore di forzare oltre e rovinare tutto e dall’altra la possibilità di procedere visto che ormai c’eravamo e si era attivata una sintonia che tra noi forse non c’era mai stata. Lasciai che indossasse quello striminzito abitino che mai avrebbe trovato spazio nel suo guardaroba abituale. Era pronta. Ero eccitatissimo, la situazione vissuta fino ad allora era bastata a sconvolgermi. Volevo quella donna e la volevo subito. Chiamai Leanne le spiegai la situazione e lei sorridendomi mi chiese di decidere che fare. La signora era pronta e a suo avviso si poteva coinvolgerla anche in una situazione più spinta di quella concordata. Era su di giri e continuava a ripetere che si poteva fare di tutto era tutto OK ed ero io a dover scegliere. Anche per lei ero io a dover scegliere. Ma a me non piaceva questa cosa. Era contrario alle coppie che non assumevano in accordo decisioni. Volevo che anche quella decisione fosse il risultato di una decisione condivisa. Così pagai ringrazia e uscii da una porta posteriore con la mia lei per mano, indececorosamente vestita e bellissima.
Rientrammo in albergo e me la godetti tutta come, forse più della prima volta. E così si &egrave aperta da allora una nuova storia che fa della complicità la casa comune di momenti di grande intensità erotica. Sempre goduti insieme e in assoluta unione.
Ma queste sono altre storie?
L’impero dei sensi risvegliato dall’avventura londinese ebbe un effetto vivificante sul nostro menage facendoci scoprire una complicità e una intimità che non c’era mai stata.
Ma questo l’ho già detto.
In effetti dal canto mio avevo imparato a non giudicare le mie piccole perversioni e a rendere partecipe anche la mia Lei coinvolgendola.
Al ritorno in patria la vita però ricominciò a scorrere sul pericoloso binario della normalità.
Inizialmente c’era stato qualche timido cambiamento ma le tracce lasciate da Leanne sul corpo di mia moglie andavano sparendo insieme alla magia che si era creata.
Il tempo sfuma i ricordi e dopo pochi mesi mi sono reso conto che la trasgressione e il gusto di di godere liberamente sulle onde della fantasia era rimasto impresso soprattutto in me, che in fin dei conti non &egrave che ne avessi tanto bisogno.
Carla aveva razionalizzato “l’esperienza” e l’aveva archiviata in un bel cassetto come faceva con tutte le cose.
Me ne accorsi andando a fare shopping per l’estate: mentre io cercavo di orientare le sue scelte verso qualcosa di teneramente audace o poco più, lei insisteva … a comprare le solite cose.
Chi &egrave sposato sa bene di cosa parlo.
Quando ci si conosce bene e si guarda una vetrina sai subito quale capo lei sceglierà alla fine, ovviamente dopo prove estenuanti, anche prima che lei stessa lo scelga.
Anche a letto le cose erano ritornate nella monotonia andante ed eravamo così ritornati al punto di partenza.
Non potevo e non volevo rassegnarmi anche perch&egrave credevo fermamente che ci fossero nella nostra coppia tutte le potenzialità perch&egrave le cose potessero funzionare alla grande.
Ma che fare? Come fare?
Questo era il vero problema.
Mi lambiccavo il cervello alla ricerca di una soluzione, non volevo rassegnarmi in alcun modo. Mi incolpavo del fatto che la mia occasione per risvegliare la nostra storia l’avevo avuta ma le cose non erano andate bene.
La complicità tra noi si era dissolta, come neve al sole, almeno così sembrava e recuperare sarebbe stato difficile.
La mia insoddisfazione si traduceva in una rassegnazione che mi portava a cercare altrove per soddisfare le voglie che si affacciavano ad ogni occasione.
Sommerso da pacchi al seguito della mia compagna nella strada principale della mia città intravedo una signora dalle morbide forme abbondanti in vestito premaman scendere da un’auto.
Una bella signora per la verità e non perch&egrave io sia uno particolarmente appassionato del genere ma perch&egrave si vedeva a colpo d’occhio.
Mentre aspettavo fuori dal negozio fumando l’ennesima sigaretta spogliavo letteralmente con gli occhi quella donna che aspettava il ritorno, del suo autista stazionando sul marciapiedi.
Tempo 5 minuti eccoti arrivare quello che doveva essere il marito.
Osservandolo bene man mano che si avvicinava riconobbi in lui un mio vecchio amico del liceo.
Un tempo inseparabili ci siamo poi persi di vista e ormai le occasioni di incontro erano solo casuali.
Mi avvicinai e lo chiamai cercando di farmi riconoscere.
Chicco fu ben contento di rivedermi e mi invitò a prendere un caff&egrave nel bar vicino dopo avermi presentato la moglie.
Poich&egrave il bar aveva un gazebo esterno io accettai spiegando che ero anche io con mia moglie che era impegnata a far compere nel negozio vicino.
Così sedemmo al tavolo io e Chicco e allegramente cominciammo a parlare mentre la moglie approfittava per un pit stop nella toelette del bar.
Ci voleva poco a scatenare l’antica sintonia che ci aveva portato a condividere le prime esperienze di vita anche sessuale.
La mitica Cinzia con le sue bocce fenomenali venne fuori in un battibaleno dall’archivio dei ricordi insieme alla sua accogliente disponibilità a diventare in poco tempo nave scuola nostra e di molti nostri compagni di scuola.
Per lavoro si era trasferita in un’altra città ed era diventata un’efficiente segretaria d’azienda.
Con un poco di rimpianto mi lasciai sfuggire che se si potesse tornare indietro nel tempo davvero non me la lascerei scappare una donna così calda e la sposerei subito.
Quelle mie considerazioni tradivano una insoddisfazione latente che Chicco non faticò a comprendere, proprio mentre le nostre rispettive signore si avvicinavano al tavolino.
Fatte le presentazioni del caso ci scambiammo i bigliettini e la promessa di vederci magari per una rimpatriata.
‘Credo proprio che dobbiamo fare quattro chiacchiere vecchio mio…’ mi disse Chicco sornione facendomi un’occhiolino mentre si allontanava con la sua signora.
Non diedi peso a quelle parole al momento e anche lo scambio di inviti era stato per me null’altro che un rituale già visto che non si sarebbe poi concretizzato in nulla.
Quando dopo una settimana circa mi arrivò la telefonata di Chicco che mi invitava a prendere un caff&egrave fu per me un’autentica sorpesa.
Ci ritrovammo nuovamente, questa volta solo io, e lui a sorseggiare una bevanda profumata con una lieve base alcolica che francamente non so come si chiama nell’accogliente sala bar di in un club di cui lui era socio.
La complicità antica senza troppi giri di parole gli consentì di chiedermi a buciapelo come andava tra me e mia moglie perch&egrave aveva colto in qualche mia parola un poco di grigiore nel nostro rapporto.
Mi proponeva di parlarne liberamente in nome della vecchia amicizia senza problemi perch&egrave lui era lì pronto ad ascoltare oppure a chiedere scusa nel caso si fosse sbagliato.
Non trovavo nulla di male a parlare con Chicco dell’andamento della relazione tra me e mia moglie.
E così mi lasciai andare, e gli scaricai tutto quello che pensavo, tutto quello che era successo e la situazione di stallo in cui mi ero venuto a trovare mio malgrado.
Mi ascoltava in silenzio sottolineando con dei cenni di assenso quello che io dicevo contnuando tranquillamente a sorseggiare il suo drink.
In quella confessione a cuore aperto materializzavo il bisogno di parlare con qualcuno di quell’intimo disagio che giorno per giorno diventava sempre più pesante e che intravedevo come rischioso per il futuro della nostra coppia.
Quando smisi di parlare mi sentii improvvisamente più leggero.
Ora era il suo turno di parlare e allora mentr tracannavo il mio drink e ne ordinavo un altro Chicco lievemente iniziò a parlare.
Mi raccontò la sua storia di coppia, non troppo diversa dalla mia per la verità, e di come un anno prima circa un amico lo aveva invitato, proprio come lui aveva fatto con me, a bere qualcosa in quel club.
Il racconto diventava per me a quel punto davvero misterioso, non capivo dove voleva arrivare e in che modo gli argomenti trattati fino ad allora potessero essere connessi.
Sorridendo sornione con il suo faccione da malandrino mi invitò ad alzarmi e a seguirlo. Tirò fuori una card automatica e la fece scorrere su un lettore ottico al muro in fondo al locale dove ci trovavamo e così per magia si aprì una porta.
Entrammo in una stanza poco illuminata non molto grande e la cosa mi sembrava ancora più misteriosa.
Andò verso una parete su cui campeggiava una lampada verde e pigiò un pulsante tre volte cominciandosi a slacciare il pantalone.
Improvvisamente si aprì uno sportellino in cui lui infilò il suo gingillo semieretto.
‘dall’altra parte c’&egrave Cinzia…’ mi sfotteva ridendo mentre si vedeva che stava godendo di un servizio di bocca che qualcuno nell’altra stanza gli forniva.
Dopo un poco spinse due volte il bottone e tirò fuori la sua erezione dalla feritoia.
Subito si aprì uno sportello più ampio da cui venne fuori sporgendo un maestoso culo di donna che lui si affrettò a ingroppare prima in fica culminando poi con una sborrata nel culo.
Mi diede un profilattico e mi disse di approfittarne. E così feci.
Eravamo nuovamente seduti al tavolino di prima e con gli occhi scintillanti Chicco mi chiedeva se l’esperienza mi era piaciuta.
Non ebbi timore ad ammettere che era stata per me un’esperienza inattesa e del tutto nuova, perch&egrave nemmeno mi sfiorava l’idea che potessero esistere situazioni di una simile perversione in cui era possibile fare sesso con qualcuno senza nemmeno conoscerne il viso.
Lo stesso era stato anche per lui -mi disse Chicco mentre uscivamo dal locale- quando per la prima volta era stato invitato in quel club così esclusivo e particolare, di cui poco alla volta aveva imparato ad apprezzare le opportunità, proprio come stavo facendo io.
Ero già in auto imbottigliato nel traffico sulla strada di casa quando mi arrivò un messaggio lapidario che mi bloccò il respiro ‘E se la donna che ci siamo fottuti oggi fosse stata tua moglie o mia moglie tu che cosa ne penseresti? Pensaci e poi fammi sapere… Chicco’
L’idea di godere attraverso dei buchi praticati nella parete era stata per me un’esperienza forte e trasgressiva ma quello che Chicco mi proponeva di pensare andava oltre la mia immaginazione.
Rompeva uno schema, una barriera tanto forte quanto invisibile ma mi provocava un profondo turbamento che rispondeva nel tessuto dei pantaloni che si tendeva a prova di un’eccitazione che provocava in me solo il pensiero.
Fui tentato di rispondere: ‘Magari!’ . Ma non lo feci Il limite che non volli superare quella notte a Londra si riproponeva in tutta la sua graniticità e mi impediva di andare oltre.
Oltre quella finta parete nel club ci poteva solo essere posto per prostitute nel perbenismo in cui anche io mi scoprivo in fondo impastato.
Quella provocazione del mio vecchio amico che mi invitava a riflettere su una eventualità eccitante ma impossibile per me mi provocò una risata incontenibile come non mi capitava da tempo…
Ripensavo ogni tanto al messaggino che il vecchio porco mi aveva inviato. La prospettiva che mi invitava a valutare era per me eccitante e non lo potevo di certo negare a me stesso.
Dentro di me infatti era chiaro che mi avrebbe fatto piacere che vedere in una situazione così ardita e trasgressiva la mia donna o quella del mio amico mi faceva venire l’acquolina in bocca.
Anche perch&egrave ciò avrebbe significato per me almeno che c’era stata un’evoluzione nella mia storia nella direzione di una sana e matura complicità, cosa che io auspicavo da tempo senza grande successo.
E poi c’era il mio limite interno che mi aveva impedito di approfittare della situazione londinese dettato dalla convinzione che ritenevo pericoloso per il mantenimento della coppia un’apertura così spinta.
Ma in fondo perch&egrave non tentare? Mi diceva una vocina dentro di me, inizialmente timida e quasi impercettibile ma via via sempre più forte e quasi arrogante.
Spinto da questi pensieri che maceravano dentro di me e per la verità anche rasserenato dal fatto che Chicco era un mio amico di tante avventure e dalla curiosità che era stato capace di suscitare in me con la sua sibillina provocazione, mi decisi a lo chiamai.
Era passata una settimana dal nostro incontro al club e in poche ore ci ritrovammo a passeggiare al centro commerciale.
Con grande sincerità aprii il mio cuore al mio amico che avevo cominciato a vedere come un canotto di salvataggio, arrivato forse proprio in tempo per evitare il naufragio della mia storia con Carla che sembrava un finale già scritto che doveva trovare solo il tempo per manifestarsi.
Così approfondendo ancora di più i dettagli che avevo volutamente trascurato la volta precedente feci partecipe Chicco delle mie emozioni e dei miei timori.
E lui si aprì altrettanto raccontandomi la sua storia, di come era riuscito a rivitalizzare e rilanciare la sua storia personale, di come oggi fosse felice e trepidante per l’evento lieto che di lì a poco avrebbe portato un nuovo motivo di vita nella sua vita di coppia.
‘ Non ti credere – mi disse Chicco- &egrave stato difficile anche per me superare le barriere del moralismo e delle convenzioni sociali che ingessano la fantasia e a poco a poco uccidono i sentimenti anche più forti e veri.
Io sono stato molto geloso sia da fidanzato che da sposato.
Anzi ricordo che una volta quando eravamo fidanzati io e mia moglie ci siamo lasciati per qualche mese per la mia assurda gelosia.
Trovavo impossibile accettare che la mia fidanzata potesse uscire con le amiche senza di me e per giunta vestita in modo provocante.
Nel periodo in cui eravamo lasciati ricordo che la seguivo di nascosto per vedere se usciva, con chi usciva , dove andava.
Una sera la vidi in un locale mentre in compagnia delle sue due amiche del cuore flirtavano con i soliti pappagalli da bar.
La cosa mi faceva ribollire il sangue dentro ma allo stesso tempo mi provocava uno strano sentimento mai vissuto prima, che andava oltre la gelosia, che anzi si nutriva della gelosia e diventava dentro di me più forte della gelosia stessa.
Così quando uscirono dal locale per andare in un altro locale io ero già stravolto da quelle emozioni che non riuscivo a catalogare in alcun modo.
Nel nuovo locale le scene già viste si ripetevano senza mai però andare oltre strusciatine e fugaci toccatine, per la verità ad un certo momento vidi che la mia fidanzatina si liberava con un poco di fastio di una mano particolarmente audace tirandola fuori dal centro della suo piacere coperto soltanto da una corta minigonna, e dentro di me cresceva quella strana eccitazione che aveva l’effetto di anestetizzare la gelosia.
Contabilizzavo che le amiche, per la verità tutte molto carine, proseguendo il loro giro per locali, a parte gli incalcolabili bacini e i bacetti profusi con generosità a destra e a manca, avevano ricevuto le attenzioni più o meno profonde e invadenti di almeno 5 o 6 uomini.
Ma quella sera comunque decisi che quella donna a tutti i costi doveva essere la compagna della mia vita.
Poi il matrimonio, la routine, la vita normale e in breve la stasi di ogni fantasia ci aveva portato su un binario morto.
Ero sicuro che stavamo per lasciarci quando un mio amico mi disse ‘Perch&egrave non porti la tua signora al negozio di Lea, vedrai che penserà a tutto lei e sarete tutti e due molto soddisfatti.’
E devo dire che le cose sono andate davvero così come mi era stato promesso.
Dal momento in cui affidai la mia donna a Lea sono sempre stato informato sulle sue reazioni e sui suoi comportamenti documentati con foto video e racconti che la stessa Lea quasi in diretta mi faceva.
La mia donna in poco tempo si &egrave trasformata in una splendia femmina da letto che io mi sono goduto fino in fondo, anche a sua insaputa, attraverso il sistema delle finestrelle che tu hai già avuto modo di vedere e di provare.
Il suo piacere &egrave anche il mio piacere e ormai non ci trovo nulla di strano o di abietto in questo.
Lei non sa che io so ma credo se lo immagini, ma non ne abbiamo mai parlato apertamente perch&egrave non serve e poi la stessa Lea mi ha suggerito di non farlo e di limitarmi a beneficiare della nuova donna che lei avrebbe plasmato per me.
Mi sono fidato, mi fido di Lea e in definitiva sono soddisfatto e felice dell’evoluzione del mio rapporto di coppia.
Ora se vuoi io ti presento Lea e poi deciderà lei cosa fare. Devi sapere però che la maestra non prende lezioni da nessuno e e se vuoi che lei si dedichi alla tua signora devi essere pronto a fidarti incondizionatamente del percorso che lei sceglierà.
Nulla comunque ti sarà nascosto, sarai informato su tutto.
Adesso sai tutto e puoi scegliere sapendo perfettamente a quello che potrai andare incontro.
Fallo ascoltando il tuo cuore e io non ti giudicherò indipendentemente dalla scelta che farai.’ Sentivo che quella era la mia occasione, forse l’ultima, per tentare di salvare quel rapporto che vedevo sempre di più a rischio: quello tra me e mia moglie, una coppia come tante dei nostri giorni, risucchiata dalle sabbie mobili della normalità, nonostante un genuino legame profondo.

Per questo avevo deciso mi sarei fidato e affidato a Chicco che era rientrato nella mia vita e vedevo ormai come l’uomo del destino, inviato da qualche superiore volontà oscura e potentissima.

Poi il suo racconto dettagliato e il tratteggio di quei personaggi che mi sembravano fantasiosi più che fantastici mi aveva preso e aveva toccato i canali del desiserio e dell’eccitazione.

Sapere mia moglie suo malgrado dominata per una volta e saldamente nelle mani di una dominatrice assoluta mi piaceva ma non sapevo se avrebbe funzionato.

Avevo dei dubbi che espressi al mio amico che con semplicità mi disse che non mi dovevo preoccupare di nulla perch&egrave sarebbe stata ‘la maestra’ a trovare la chiave di accesso più redditizia per tutti per superare la barriera che mia moglie poneva davanti a se.

Il giorno dopo eravamo nel negozio di Lea mentre brindavamo con uno champagne al nostro incontro e alle soddisfazioni che non avrebbero tardato ad arrivare.

Fui costretto a ripetere tutto il racconto, con dovizia di particolari, a Lea dopo averla pregata di aiutarci come mi era stato suggerito da Chicco.

Pare infatti che a causa delle molte richieste che le pervenivano Lea fosse costretta a fare una scelta non riuscendo a soddisfare tutti.

– Hai portato le foto con te – mi chiese Chicco mentre io raccontavo.

Presi le foto di quella sera a Londra ed altre quasi tutte ‘rubate’ e le consegnai a Lea mentre proseguivo nel racconto.

Scorrendo le stampe gli occhi di Lea si illuminarono e la vidi subito più interessata.

Cominciò a farmi tante domande e a chiedermi la situazione di ogni singolo scatto, le abitudini intime di mia mia moglie e della nostra coppia.

Cominciavo a sentirla interessata ‘al caso’.

Alla fine del mio racconto io tacevo e scoprii, imbarazzato, nel mio pantalone un rigido disturbo puntare verso la mia gamba.

Chicco taceva ma si vedeva che i suoi occhi, eccitati, erano puntati su quelli di Lea che ancora scorrevano le foto affiancandole, scegliendole, con cura quasi maniacale.

L’attesa si prolungava in un tempo che a me sembrò lunghissimo anche se in realtà si trattò di pochi minuti.
Io davo una sbirciatina, lo confesso, alle forme di quella donna misteriosa che sprigionava una sicurezza e un carisma notevole.

– Bene- esordì Lea volgendosi a Chicco.
-La tua amica mi interessa. C’&egrave molta richiesta di carne ‘vera’. Hai spiegato al tuo amico le condizioni? Non voglio che ci siano incomprensioni e ripensamenti per cui se ha anche un minimo dubbio non se ne fa nulla –

Chicco rassicurò che mi aveva spiegato tutto e che io ero daccordo, e in effetti era la verità.

Poi Lea riprese a parlare -Benissimo allora, perch&egrave non ci siano problemi però io l’avviso che da domani comincerò a lavorare sulla sua signora e farò ogni cosa che riterrò utile per tirare fuori il suo potenziale erotico che userò come meglio riterrò opportuno.

Mi preoccuperò personalmente di tenerla aggiornata e di mostrarle i risultati e i progressi della sua signora che non si preoccupi non tarderanno ad arrivare, sempre con la sua collaborazione.

Anche se io preferisco che la sua signora non sappia che lei sa, perch&egrave ci sono cose che si fanno e non si dicono e non c’&egrave nessun bisogno di dirlo in fondo.

Non &egrave vero che per far funzionare la coppia bisogna dirsi tutto anzi &egrave vero il contrario per far funzionare la coppia bisogna saper essere complici senza parlare.

Nell’equilibrio sottile tra il mostrare e il nascondere c’&egrave la ricetta dell’erotismo e nell’eqilibrio tra il dire e il tacere c’&egrave la chiave del desiderio di continuare a stare insieme.

Vedo comunque dalle foto che la sua signora, che chiameremo Mollj, &egrave una bella femmina ma non ancora ha scoperto di esserlo perch&egrave lavora in un mondo di uomini e ragiona come gli uomini.

E’ abituata a dirigere anche uomini e noi dovremo farle scoprire il piacere delle debolezza, della sottomissione e della devozione.

Dovrà assaporare e conoscere l’essenza della sua femminità come strumento per dare e ricevere godimento e poi ‘. e po vedremo.

E a questo ci penserò io credo di avere già qualche buona idea.-
Mentre concludeva un sorriso ampio e radioso illuminava il suo viso.

– Credo che ci occorrerà la collaborazione operativa di tua moglie -disse Lea rivolgendosi a Chicco- sarà lei che mi dovrà aiutare in questa operazione anche se &egrave in stato interessante e fino ad ora &egrave rimasta a fare la mammina buona.

Diventerà sua amica e entrerà in confidenza con lei, poi vedremo come vincolarla e quale strada farle seguire.

Ovviamente parlerò io con Kitty e ci accorderemo su cosa fare, anche questa per lei sarà una nuova esperienza e poi farà ogni cosa deciderò, come &egrave giusto che sia. –

Da quel giorno in poi si crearono tante occasioni di incontro che io e Chicco daccordo avviammo.

Gli inviti a cena e, a cinema ecc diventarono in breve sempre più frequenti

Kitty era riuscita a conquistarsi la fiducia e il rispetto di mia moglie con la regia occulta ma sempre presente e attenta di Lea.

Erano diventate amiche, uscivano insieme almeno qualche sera alla settimana perch&egrave Kitty l’aveva convinta che anche le donne dovevano conservare i loro spazi di autonomia senza uomini.

Così mia moglie partiva con la mia benedizione da casa per passare a prendere Kitty che non si faceva trovare mai pronta.

La coinvolgeva nella sua preparazione anche perch&egrave, ormai quasi al settimo mese, lamentava di non riuscire più a svolgere da sola le normali operazioni.

Inizialmente – cosa che seppi da lei stessa e poi confermatami da Lea- Kitty si faceva aiutare a indossare le calze le scarpe i vestiti e poi man mano per farla entrare sempre in maggiore confidenza con il corpo dell’amica Kitty l’aspettava per farsi aiutare a fare il bagno e durante il bagno con la scusa che non riusciva più a farlo da sola. si godeva le mani di Carla addosso.

I suoi sospiri di volta in volta crescevano e mettevano in imbarazzo mia moglie che arrossiva sentendo i capezzoli di Kittty tendersi mentre lei lamentava di sentire i seni sempre più dolenti con l’avanzare della gravidanza.

Kitty ormai l’aspettava e mia moglie le preparava il bagno con i sali.

Poi doveva spogliarla e aiutarla ad immergersi e poich&egrave in tutte queste operazioni rituali rischiava sempre di bagnarsi prese l’abitudine di andare da Kitty portandosi una borsa con i vestiti che poi avrebbe indossato.

Kitty la portava un attimo sempre più in là facendosi toccare sempre più in profondità soprattutto tra le gambe.

Nella confidenza le raccontava dello sconvolgimento ormonale che l’attraversava e dell’insensibilità del marito che sotto quel profilo ormai non la considerava proprio più.

Guidava la mano a toccarla, a indugiare tra le curve di carne, a cercare il bottoncino, a masturbarla e un giorno mentre con una mano la teneva bloccata tra le sue gambe che teneva oscenamente spalancate con l’altra mano afferrò i suoi capelli e le piazzò la lingua in bocca, cominciando un bacio lunghissimo che culminò in un orgasmo che violento e sensualissimo.

Mia moglie era scappata via dal bagno sconvolta e Kitty si scusò con lei per quel raptus erotico ma che proprio non era riuscita a resistere, che non lo aveva mai fatto con una donna.

L’esperienza in verità era stato solo l’inizio e mia moglie, di giorno severa donna manager, di sera correva da lei lasciandosi stringere ancora un poco di più nelle spire della serpe che era uno strumento di Lea, come io sapevo benissimo.

Nella camera di Lea e nel bagno furono istallate delle microcamere che mi permettevano di seguire i progressi della rieducazione di Carla.

Così un giorno si fece trovare in lagrime sdraiata sul letto solo con l’asciugamano annodata all’altezza dei seni sodi, gonfi di latte, che avevano raggiunto dimensioni maestose.

Ovviamente era una situazione sceneggiata da Lea che Kitty si limitò a ‘godersi’ fino in fondo.

Quando disse tra le lacrime che i seni le dolevano troppo a mia moglie venne in automatico di allentarle lla salvietta che la cingeva e di accarezzarle il petto.

Kitty chiese di baciarglieli un poco e lei cominciò a a farlo e mentre era impegnata in ciò con una mano Kitty andò in mezzo alle sue gambe a toccarla in profondità e a masturbarla, trovandola bagnatissima.

Fu quello il primo rapporto lesbico completo di mia moglie con Kitty. Si erano toccate leccate e procurati ripetuti orgasmi.

Kitty cominciava a chiamarla ‘la mia zoccoletta’ e lei sembrava gradire.

Quella situazione molto particolare aveva rinsaldato tra le due donne un legame profondissimo che sfociava anche in appassionati momenti di sesso.

Come una mosca che ronza intorno alla ragnatela Carla continuava a correre da Kitty perch&egrave era evidente che l’aveva conquistata. Me la ero goduta anche io quella diretta da casa di Chicco attraverso le microcamere web che Lea aveva fatto posizionare nell’appartamento e alle quali mi aveva connesso.

Era come vedere il grande fratello solo che quello che accadeva era tutto vero.

Mia moglie si era sciolta come un gelato al sole tra le braccia di Kitty che, devo dire, davvero ci sapeva fare, era proprio una grande zoccola. ..

Aveva resistito ben poco, facendo la ritrosa come si conviene in questi casi, dicendo tanti no che erano altrettanti ‘sì’, come fanno le donne normalmente.

Si era lasciata spogliare, leccare in profondità, era venuta non ricordo nemmeno io quante volte.

Il suo viso cambiava forma, si addolciva, quando Kitty la coinvolgeva con azioni decise e toni sempre molto diretti.

Vedevo una nuova Carla. Era Molly che stava nascendo, come mi aveva spiegato Lea guardando insieme qualche spezzone registrato.

Lea mi faceva notare ogni più piccola movenza che compariva sul suo viso in corrispondenza di alcune iniziative di Kitty.

Mi illustrava come Molly aveva partecipato alla lesbicata da subito, anche attivamente, lasciando correre la lingua dove Kitty la guidava tenendola afferrata per i capelli; come quel gesto di dominanza accendeva la sua eccitazione facendole abbassare le palpebre; come aveva eseguito senza fiatare gli ordini che Kittty le impartiva, compreso quello di accogliere nella sua bocca il suo orgasmo, liquido e odoroso, evidenziando la sua lingua che andava agli angoli della bocca a raccogliere le stille del piacere di Kitty.

Molly giaceva sconvolta sul letto in posizione fetale mentre Kitty – che pareva aver recuperato ogni forza – in effetti era in perfetta forma -, si era alzata tenendosi il suo pancione e voltandosi verso le camere aveva fatto un occhiolino complice a chi spiava dall’altra parte tirando di lato una delle ginocchia, aprendole le gambe e mettendole in bella mostra sul web.

Sdraiata sulla schiena, con il suo boschetto distintamente imperlato di goccioline ma ancora con un braccio davanti agli occhi, le labbra e il mento lucide degli umori abbondanti di Kitty, mia moglie sembrava però impaurita, in balia di quello che aveva fatto e di quello che aveva provato.

Probabilmente a causa di quelle emozioni nuove che aveva provato, che l’avevano scaraventata in una dimensione nella quale non aveva mai pensato di potersi trovare, per l’odore che sentiva spalmato sulla bocca che fino ad un momento prima gustosamente leccava, succhiava, tra le gambe dell’amica

Kitty con lei fu dolcissima, la rassicurò e la coccolò per molto tempo arrivando ad intrecciarsi in un bacio carnale con lei, che ora rispondeva, o almeno così sembrava, alle schermaglie amorose, senza togliere il braccio dagli occhi.

Non sentivo cosa le diceva a bassa voce tenendola abbracciata.

Vedevo però chiaramente che Kitty lasciava scorrere una mano su una gamba di Carla partendo dalla caviglia per poi discendere e risalire con la mano avvicinandosi sempre di più al suo centro del piacere, che ora subiva anche quella esperienza respirando affannosamente con il naso, muovendo la testa da destra a sinistra e da sinistra a destra.

Un sofferto orgasmo si materializzò sul viso di Carla. ‘Il suo sesso pulsava e schizzava come, in tanti anni di amore coniugale, non mi era mai capitato di vederle fare.

Sei bellissima e mi stai regalando delle emozioni che non dimenticherò – prese a dire Kitty – le vere amiche si vedono nel momento del bisogno… e io te ne sarò grata per sempre.

Sarà colpa degli sconvolgimenti ormonali non riesco proprio a controllare la mia libido.

Colpa anche di quello stronzerrimo di mio marito che si starà ammazzando di seghe o magari va a puttane, ma ha preso la decisione di non sfiorarmi nemmeno con un dito.

Ma &egrave tutto sotto controllo, non ti preoccupare.

Mi ha detto la gine che &egrave normale avere fantasie e bisogni amplificati’ anche sessuali ‘ nelle mie condizioni e che &egrave meglio assecondare qualche fantasia, piuttosto che reprimerla.

Quando le ho spiegato la mia difficoltà a dialogare con mio marito che mi considera una poco di buono se gli vado a dire di volere ‘ di volerlo dentro ‘ di avere bisogno di sentirlo.

Sai che mi ha detto la gine? Che &egrave molto frequente questo atteggiamento del maschio in attesa avere problemi a continuare a vivere una normale vita sessuale in coppia.

Mi ha allungato un bigliettino e mi ha detto ‘signora se ne ha bisogno… si può rivolgere a questa signora. E’ molto discreta e le ho già inviato molte mie clienti con problemi analoghi ai suoi ‘ e tutte sono rimaste molto soddisfatte.’-

Kitty rigirava tra le mani quel bigliettino verde, aspettava un commento che non arrivò subito.

Tirandosi un lenzuolo a coprirsi le nudità esposte, infatti, senza nemmeno alzare gli occhi la mia signora le chiese infatti, con una voce stizzita, che faceva trapelare un poco di gelosia chiese con un filo di voce – ‘ ma davvero hai intenzione di andare a quell’indirizzo? Sei pazza, se qualcuno ti riconosce? se lo viene a sapere tuo marito? Nelle tue condizioni se ti succede qualcosa?’

Poi Molly sbottando come una pentola a pressione continuò ‘ ‘ se non ti bastano le ‘ attenzioni che io riesco a darti e se quel coglione di tuo marito non collabora ‘ dimmi che cosa posso fare ancora per te ‘ qualunque cosa ”

Kitti prese la palla al balzo, era riuscita a fare scoprire la mia mogliettina, come peraltro Lea aveva previsto, e ora doveva solo giocare bene le armi che Molly aveva deposto ai suoi piedi. –

Ma no figurati, io non ci ho mai nemmeno pensato di andare veramente dalla signora… il bigliettino me lo ha dato la mia gine e non mi &egrave sembrato carino rifiutare. L’idea di farmi… fare… insomma mi eccita ‘ ma ho paura e non ci andrei mai ‘ con questo pancione… poi’

Kitty Era una brava attrice, non c’&egrave che dire. Ma le sue parole ebbero l’effetto di distendere tutti i muscoli della mia adorata mogliettina, come Lea mi aveva fatto notare.

E fu proprio allora che arrivò la stoccata finale di Kitty – ‘ poi se mai decidessi di andare a vedere di che cosa si tratta’ stai tranquilla ‘- disse Kitty prendendo con una mano il viso di mia moglie avvicinandolo alla sua bocca, penetrando poi con tutta la lingua tesa nella sua e poi tornando indietro per tre quattro volte – non andrei mai senza di te… la mia dolcissima troietta…’ Vedere la mia mogliettina ancora una volta così trasformata mi turbava e mi faceva crescere dentro di me un’eccitazione febbrile.
Ancora di più mi eccitavo ricordando le promesse di Lea che mi rimbombavano nella mente e minacciose ritornavano a colpirmi nel vivo.
La mia Carla poteva davvero trasformarsi in una donna di piacere asservita ai desideri di quella donna misteriosa e perversa?
Mi meravigliava molto già quella situazione di sudditanza psicologica in cui poco alla volta si era fatta costringere da Kitty.
Mi aveva lasciato qualche dubbio il fatto che si era lasciata coinvolgere in un rapporto saffico troppo rapidamente. Forse aveva già avuto qualche esperienza oltre il guado … e io non lo sapevo.
Non &egrave che si può sapere tutto e poi non ho mai chiesto; non &egrave che tra noi ci fosse tutto questo dialogo ‘ insomma.
Ed era proprio per questo che mi trovavo in questa situazione.
Quando ci siamo conosciuti dopo pochi mesi decidemmo di sposarci perché non eravamo dei ragazzini ed eravamo consci del passo che volevamo fare
Poi ci siamo sposati in poco tempo non eravamo proprio dei ragazzini.
Ricordo nitidamente che fino alla prima notte di nozze, non avevamo ancora avuto rapporti completi, poiché il fidanzamento era stato breve e un pò perch&egrave mi piaceva l’idea della ‘sorpresa’.
E la sorpresa la ebbi. Trovai la scatola della marmellata ‘ aperta!
Anzi per meglio dire spalancata, sia davanti che dietro.
Ma la cosa non mi dispiacque, in fondo, visto che anche io avevo avuto le mie esperienze e poi, devo ammetterlo, l’idea che quella scatolina, fosse stata già usata da altri… mi eccitava.
Sapere delle mani di altri uomini addosso alla mia neomogliettina mi mandava in orbita come un potente afrodisiaco. E così la prima per me fu una notte memorabile. Avevo scoperto la chiave dell’eccitazione perpetua.
Ci avevo dato dentro, come vuole la tradizione, peraltro senza troppa fatica e con un godimento intenso quanto inaspettato.
Mentre Molly usciva dall’angolo di ripresa delle web-cam mi dedicavo ancora al piacere solitario, atto cui ero ricorso molto spesso negli ultimi tempi sempre cercando nelle immagini recenti che mi arrivavano direttamente a casa mia.
Un beep mi avvertiva dell’arrivo di un messaggino sulla chat che tenevo aperta.
Lea mi avvisava che Molly quella sera me l’avrebbe mandata a casa piena e che poi doveva essere mia cura ‘seguire l’ispirazione del momento nella sua gestione ‘.
La mia eccitazione esplose in un piacevole orgasmo.
Come mi sarei comportato, davvero non lo sapevo e per la verità di quelle parole sibilline non avevo inteso il senso.
Dopo circa un’ora un altro beep mi avvisava di un nuovo collegamento video, di cui nessuno mi aveva parlato, nemmeno Lea.
Era però il suo negozio lo riconoscevo e poi il link proveniva dal suo canale.
Lea sfogliava una rivista inforcando un paio di occhiali da lettura e fumava tranquilla seduta su una poltrona con le gambe accavallate, una mini cortissima, calze a rete con la riga dietro e scarpe lucide nere con il tacco altissimo , almeno 12 cm, con stringhe di cuoio che salivano appena sotto al polpaccio.
Adesso cominciava lo spettacolino che per nulla al mondo mi sarei voluto perdere.
Rituali presentazioni con Lea che squadrava le due donne da capo a piedi senza nemmeno cercare di nasconderlo.
Kitty che recitava la parte della puerpera in difficoltà…
Molly che abbassava lo sguardo sentendosi scrutata e ne approfittava per guardarsi intorno ‘.
Lea prontamente esordì rivolgendosi a Kitty:
‘Signora non si deve stupire. Sono molte le donne che ricorrono per diversi motivi ai nostri servizi e poi una volta che li hanno apprezzati ritornano sempre portando l’amica, la parente come d’altronde pare ha fatto anche lei, o mi sbaglio?’
Kitty spiegò il senso della presenza di Molly e Lea non fece altro che aprire un ampio e rassicurante sorriso.
In modo brutale Lea disse che il servizio che lei stava chiedendo le sarebbe costato 500 euro, contanti e anticipati.
Kitty finse di accusare il colpo e rivolta a Molly le chiese se era possibile avere da lei un aiuto economico perché in borsa lei si trovava solo 150 euro.
Mia moglie voleva pagare con la carta, ma sorridendo Lea le fece notare che non si trovavano al supermercato .
Kitty piagnucolava dicendo che quello che rimaneva li avrebbe portati il giorno dopo se lei fosse stata d’accordo.
Lea si mostrò inflessibile, dicendo pacatamente che non era il loro un ente di beneficenza.
Poi continuò ‘… magari però una soluzione diversa si trova sempre basta venirsi incontro e ‘ una mano lava l’altra’
Kitty fingeva di non capire e allora le chiese di essere più esplicita.
– Si tratta di una situazione ‘ delicata… ma credo di poterla aiutare. Voglio però che ‘vi’ affidiate – disse rivolgendosi alle due – completamente a me. Questa &egrave l’unica condizione. Dopodiché non vi preoccupate dei costi…. Sarà tutto un altro discorso. Prendere o lasciare, ovviamente.-
Rimase poi in attesa di una risposta.
Era così chiaro il suo progetto di tirare in ballo anche Molly.
– Ma veramente sarei interessata ‘ solo io, la signora mi accompagna, &egrave una mia amica ‘ ma non vorrei…-
– Stop…- con ferma decisione Lea interruppe Kitty – come le ho detto che quì dentro guido io il gioco. Se ci state ‘ andiamo avanti ‘ altrimenti ‘ &egrave stato comunque un piacere conoscersi-.
Volgendosi verso Molly che era diventata rossa come un peperone Kitty aspettava un cenno, che però non arrivava.
– Dovrei parlarne con la mia amica ‘- disse allora.
– Faccia pure con comodo, adesso vi lascio sole. – e così fece ritirandosi nel retro del negozio.
-Tu sei pazza non mi puoi chiedere questo. . . – Disse Molly agitata.
– e poi chi &egrave questa, chi la conosce, e poi che vuole… io non mi fido proprio per nulla. Anche tu che poi sei in quello stato e non ti riesci a controllare… non &egrave possibile. Se lo vengono a sapere i nostri mariti… come facciamo… ‘
Kitty lasciò che Molly esprimesse tutte le sue paure.
Poi le si avvicinò azzerando lo spazio che le separava e tenendo la testa bassa, sfoggiando una vocina strappa lacrime d’occasione, -… andiamo via e non se ne fa nulla, ma non mi devi giudicare… così. E’ che a volte mi sale un desiderio irresistibile. Ho vergogna ma più ho vergogna e più mi sento eccitata. Sono un lago tra le gambe come non mi era mai capitato. Mi bruciano le meningi e mi brucia tutto il resto. Per un poco di sollievo sono pronta a fare qualunque cosa. Stamattina a momenti impazzivo e mi ero decisa di uscire da sola a piedi a cercare uno sguardo qualunque di uomo per abbandonarmi alle sue voglie senza nemmeno sapere chi sia. Poi non capisco perché se, come ha detto la gine di cui mi fido questa soluzione ha risolto lo stesso problema a tante donne nella mia stessa situazione, perché non dovrebbe andare bene per me? Era meglio comunque se venivo da sola in taxi. Anzi facciamo proprio così. Io resto tu vai via tornatene a casa e non ti preoccupare io sono maggiorenne e vaccinata me la caverò benissimo anche da sola. Spero che la signora capirà, mi sembra una donna di mondo e la troveremo comunque una soluzione. Io me ne tornerò in taxi non ti preoccupare.
Molly si sentiva ad un bivio, le parole di Kitty non sembravano lasciare spazio ad un ripensamento.
Di fronte a lei con le mani a tenersi la pancia prominente e il viso radioso Kitty era in attesa della sua decisione, era chiaro che per se stessa aveva già scelto.
– Io ho paura per te – diceva Molly cercando comunque di farla recedere dalle sue dichiarate intenzioni.
Ma le sue parole erano deboli e pronunciate meccanicamente, senza forza, tradivano la sua intima eccitazione.
Anche lei aveva il viso acceso come mai. Spostava continuamente il peso del corpo da una gamba all’altra componendo una danza sensuale, amplificata dal corto vestitino che indossava, dalle calze fruscianti e dai trampoli che che calzava.
La sua difficoltà era evidente e di certo non poteva sfuggire a Kitty che leggeva il suo stato di eccitazione meglio della stessa Molly anche perch&egrave essa stessa aveva contribuito a crearlo.
Aspettava solo il momento giusto per sferrare l’attacco finale e farla capitolare.
Quando la vide serrare gli occhi languidamente le si avvicinò e torbidamente leccò il suo lungo collo, soffiando sul suo viso e spiattellandole impietosamente in faccia quello che pensava ‘ Sorellina, la situazione mi intriga e sono bagnata come una maiala in calore, ma se non sbaglio anche tu lo sei. Allora chiamiamo questa qua e stiamo a sentire cosa ci propone. Cosa mai potrà volere da noi? Io sono curiosa ed eccitatissima ‘ senti ‘.’
Presa la mano di Molly se la portò sotto la sua gonna dandole un ritmo dolce alternato a furiose corse.
Tirata di lato Molly gemeva implorando di lasciarla, che potevano stare insieme tutta la notte e anche lei lo desiderava ma quella situazione la spaventava e allo stesso tempo la eccitava terribilmente.
‘Allora lasciamoci andare per questa volta diceva Kitty spegniamo questo fuoco che ci arde, e accada quello che deve accadere. perch&egrave io lo voglio ma se solo anche tu lo vuoi’
‘Dimmi che lo vuoi… ti prego’
-disse gemendo- e Molly rispose vinta ‘ sììììììììììì chiama quella strega e vediamo cosa vuole, non ti lascio da sola nelle sue mani, non mi fido’
Lea si materializzò sbucando da una porta che a prima vista sembrava la cornice di uno specchio.
‘alra signore vi siete decise?’ chiese con piglio deciso a Kitty e Molly che stavano davanti a lei.
‘… sì ‘ sì abbiamo deciso ‘. ci affidiamo a lei ‘. senza problemi ‘ siamo pronte’. ci dica lei…’ sbiascicò Ketty.
Incapace di proferire parole Molly, la mia mìMolly, se ne stava come imbambolata serrando la mano di kitty tra le sue.
Lei subiva la situazione ambigua che si era venuta a creare.
Si vedeva benissimo che era cctatissima.
Ma allo stesso tempo stringeva le gambe quasi a voler fermare qualcosa che dal centro del suo ventre spingeva tra le sue gambe a cercare una via di fuga.
Cercava di respirare con una frequenza maggiore sperando così di spegnere quell’intimo incendio emotivo che dilaniava nel profondo le sue carni e le sue convinzioni.
Poi era la classica situazione che Molly, la mia adorata mogliettina, rifuggiva.
Non potere avere il controllo della situazione la sprofondava sempre in un senso di profonda prostrazione ma questa volta c’era dietro di lei la mano della folle eccitazione che la sospingengeva nel baratro dell’ignoto.
‘Anche la signora deve manifestare il suo libero consenso a questa ‘ esperienza che io sto per proporre perch&egrave altrimenti non se ne fa nulla, come ho già detto.’ disse Lea rivolgendosi verso mia moglie.
Kitty vedendola in trance la scrollò tirandola per la mano invitandola con un cenno della testa a rispondere.
‘ Io ‘. io sono daccordo ‘. sì voglio provare’ disse Molly incassando il sorriso soddisfatto di Kitty.
‘ Va bene allora seguitemi’ disse Lea voltando loro le spalle e facendo strada.
Molly prima di scomparire alla mia vista dietro la porta tenuta per mano da Kitty voltò lo sguardo dietro di s&egrave, dandomi inconsapevolmente l’ultima sua immagine prima del cambiamento.

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